hegel unito
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hegel unito
Lucio Dalla e Leonard Cohen: tanti modi di essere cantautore Stereo Hi-Fi la più autorevole rivista audio • Poste Italiane Spa sped. abb. post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1, Comma 1, Roma, aut. N. 140 del 2007 • mensile Anno XLII - n. 463 - aprile 2012 5,50 Con 350,00 euro ampli + diffusori! Wharfedale Diamond 10.1 In prova DAC Hegel HD 20 Finale Wyred 4 Sound SX-1000 Diffusori PMC Twenty .23 Esclusivo! TAD: elogio al metodo olistico 9 771122 175006 20004 4 6 3 • a p r i l e 2 0 1 2 • L e r u b r i c h e : A p p l e S t o r y • at t u a l i t à • t e c n i c a • m u s i c a : s b o r d o n i • a m o s • w a l k a b o u t s • t h e d u e t 4 convertitevi! TRE anteprime assolute Linn Akurate DSM, PS Audio PerfectWave DAC MK II, Pro-Ject Stream Box DS Scende in campo l’artiglieria pesante, ancora una volta c’è un panettiere che non sa fare i conti (the baker’s dozen) e spunta l’outsider… in prova/test convertitore Hegel HD 20 Prezzo: € 1.390,00 Dimensioni: 21 x 6 x 26 cm (lxaxp) Peso: 2,8 kg Distributore: Eurosell S.p.a. Via Stiria 45/12-13 - 33040 Udine (UD) Tel.0432-52.52.11 - Fax 0432-52.52.99 www.eurosell.it Sistema di conversione: Delta/Sigma a 24 bit Frequenza di campionamento (kHz): 192 Risp. in freq. (Hz): 0-50.000 THD (%): 0,0007 Ingressi digitali: 1 x USB; 2 x coassiali; 1 x ottico Uscite analogiche: bilanciata e sbilanciata S/N (dB): <140 Note: telecomando, display. a cura della redazione S e vi venisse chiesto di citare sulla punta delle dita di una mano l’elenco dei cinque marchi più impegnati nel digitale, probabilmente non vi verrebbe in mente il nome Hegel. Eppure Hegel, azienda norvegese ormai vicina al suo venticinquesimo anno di vita, può vantare una lunga esperienza in merito e, specificatamente nel campo dei convertitori digitali stand alone. Risale a quasi 20 anni fa (1993) il primo progetto di questo tipo e il prodotto che ha preceduto l’oggetto in prova; l’HD 10, ora sostituito dall’HD 11, è stato osannato da buona parte della stampa come un campione del rapporto qualità/prezzo. Ecco una buona ragione per parlare di Hegel, e infatti siamo qui a farlo, e del suo progettista e fondatore, Bent Holter, uno di quelli che hanno le idee chiare in testa e un approccio 38 radicale quando non autarchico (per quel che si può nell’ambito digitale) alla materia. Holter, ad esempio, in più occasioni si schiera contro quella che lui definisce la mal’informazione, che tra l’altro rende difficoltosa la comprensione di un prodotto. Quando sente le domande della gente che si concentrano sulla risoluzione del DAC oppure sulle caratteristiche di trasmissione della USB, gli sale immediatamente la pressione e ribadisce che il nocciolo della questione è tutto incentrato sull’eliminazione del jitter e dei disturbi di trasmissione. Ironia della sorte: si schiera contro gli atteggiamenti nozionistici, alcuni dei quali poi sono alla base della sua filosofia e in fin dei conti non offre a supporto delle sue tesi una solida base “scientifica”. Insomma: in Hegel proprio non vogliono farli asincroni i loro DAC! Una posizione che doverosamente va riportata, soprattutto in tempi di relative certezze e di tecnologie ancora in parte da investigare; tanto è dovuto al lettore di questa rivista... e tanto è stato fatto! Va aggiunto solo che nei DAC Hegel il segnale viene upsamplato d’imperio a 192 kHz, un’altra scelta che farà discutere, e ancora, che il chip Tenor (un 7022L utilizzato per la connessione USB) supporta i formati nativi a 44.1, 48, 96 ma non gli 88.2. In sintesi: file nativi a 88 e 176.4 kHz non possono essere riprodotti da questo apparecchio. Servono? È superfluo? È una perdita grave e inaccettabile? È questione marginale appannaggio di un modo legato ai particolari? Come vedrete, a conclusione di questo lungo e faticoso speciale, siamo lontani dal poter scrivere la parola “fine” e qui più che mai vale la pena di affidarsi ad un approccio olistico per il quale il risultato finale frutto di ogni scelta vale più di ogni singola scelta presa a sé stante. In compenso, per tornare dai massimi sistemi all’Hegel HD 20, questo apparecchio è uno dei pochi, forse l’unico, a sfruttare la bidirezionalità del chip Tenor utilizzato, caratteristica che consente all’utilizzatore che collega un computer via USB al convertitore, di sfruttare il telecomando per controllare lo stop, il play e l’avanzamento (passo, passo) direttamente sulla playlist del programma utilizzato per la lettura dei file. Dipende dal player che si sta utilizzando, ma in linea di massima - e con le prove effettuate sul campo - c’è una buona compatibilità e costanza di funzionamento. Ciò non prescinde in modo assoluto la necessità di scegliere i file dal computer o da altro dispositivo di controllo, ma consente nelle configurazioni più semplici e minimali di pc-DAC, di mettere ad esempio in pausa oppure saltare una traccia. Un po’ quello che succedeva con i tradizionali lettori CD: sei comunque costretto a inserire il CD nel vassoio, poi con il telecomando si possono effettuare alcune operazioni: le stesse fruibili con il telecomando dell’Hegel HD 20... Inapplicabile, dunque, il superficiale criterio (pur utilizzato in alcuni giudizi sull’apparecchio) secondo cui Holter nutrirebbe una sorta di idiosincrasia per la USB e, forse, per il computer, a favore della trasmissione via presa coassiale. Significativo invece il fatto che Hegel nel suo sito suggerisca con una certa enfasi quale sia la composizione di un sound system moderno; un HD 20, appunto, e a monte un computer! Ipotesi non così remota se si considerano anche due ulteriori fatti (ancora indizi ma a tre siamo alla prova “provata”...): il primo è che la gamma di lettori CD è limitata a due modelli stabilmente in catalogo (la Hegel non rinnova frequentemente ma qui la cosa dà da pensare); il secondo è, invece, il fatto che gli amplificatori integrati sono stati rinnovati e dispongono tutti di ingressi digitali e convertitore D/A a bordo! Azzardiamo: probabilmente in Hegel si suppone che chi collega un computer ad un impianto hi-fi lo voglia fare con la logica del plug and play (ed in parte è certamente così) e che la via maestra per ascoltare al meglio resti un’altra. A prova di ciò citiamo la dichiarazione, sempre di Holter, che la qualità dello streaming sia “equal to cd at his best”! Certo, anche qui fiumi di parole potrebbero essere spesi, considerando che in queste stesse pagine c’è chi come Linn crede nell’esatto contrario e chi, ancora, nell’esatto contrario fa i suoi distinguo: non via ethernet, please, il segnale deve “scorrere” via USB, vedi Ayre e Wavelength oppure Bryston con il suo streamer che verrà “richiamato” (la prova del Bryston BDP1 è già apparsa su SUONO 453 di giugno 2011) nelle aprile 2012 • SUONO prossime puntate di questo speciale e in cui si manifesta un singolare connubio fra musica liquida “locale”, controllo da remoto e trasmissione S/PDIF AES/EBU. Ma torniamo, dopo questa ulteriore digressione, al nostro HD 20 e al suo telecomando che regola il livello del segnale per le uscite dell’apparecchio e, soprattutto, la scelta dell’ingresso selezionato, operazione che avviene solo così (sul frontale dell’apparecchio non è presente alcun tasto, solo un display essenziale ma ben illuminato e visibile anche a distanza). Non abbiamo in fondo descritto tutte le funzioni che deve espletare un preamplificatore? Assolutamente sì, e nel curioso coacervo determinato dal passaggio al digitale molto spesso a questa funzione “impropria” del DAC viene affiancata, non in questo caso però, la possibilità di fungere da ampli per cuffia o preamplificatore Linea. Risolta “brillantemente” la descrizione del frontale per quasi totale mancanza di elementi presenti, qualche attenzione in più richiede, invece, il retro dell’apparecchio che prevede uscite bilanciate e non e, a seguire, 4 ingressi. I due coassiali lasciano intendere una destinazione d’uso da proto-collettore digitale (potendo scegliere sorgenti con lo stesso tipo di collegamento e una in ottico a cui collegare ad esempio il ricevitore satellitare. l’Airport, un lettore portatile ecc,ecc...); l’ingresso ottico e la USB già descritta completano la dotazione. Nonostante l’esigo spazio a disposizione da un lato sono raggruppate le uscite analogiche sia XLR che RCA, successivamente i tre ingressi SPIDIF più l’USB e infine la presa IEC e l’interruttore di rete. SUONO • aprile 2012 al banco di misura Risposta in Frequenza Doppio Tono a -6dBFS 19kHz e 20kHz 2 fs 44.1kHz a 16 bit fs 96kHz a 24 bit 0 fs 44.1kHz fs 48kHz -2 fs 88.2kHz fs 96kHz -4 fs 176.4kHz fs 192kHz -6 10 Hz 100 1k 10k 90k Tono a 0dBFS a 1kHz fs 44.1kHz a 16bit fs 192kHz a 24bit La risposta in frequenza è molto lineare e non denota particolari attenuazioni nemmeno all’avvicinarsi dell’estremo superiore. Tuttavia l’estensione si limita a circa 50 kHz anche con formati in ingresso a 192 kHz come se intervenisse un filtro ad alta pendenza che mantiene comunque il formato nella forma nativa. Di fatto il rumore bianco indica una forma molto differente di filtratura dei formati a 192kHz e 176.6kHz in confronto a quelli a 96 kHz e 88.2 kHz. Il tappeto di rumore è decisamente basso a riprova di un eccellente sezione di alimentazione. La distorsione è assente come anche i prodotti di intermodulazione. Anche molto fuori banda utile non si apprezzano particolari disturbi o spurie significative. Tuttavia con segnali Rumore Bianco -40dBFS ingresso spdif fs 44kHz a 16bit fs 48kHz a 24bit fs 88.2kHz a 24bit fs 96kHz a 24bit fs 176.4kHz a 24bit fs 192kHz a 24bit in ingresso a 96 kHz e oltre, si notano nella parte molto bassa dello spettro, alcuni prodotti di battimento che scompaiono con formati a bassa risoluzione come 48 kHz e i più tradizionali 44.1 kHz. Le prestazioni dell’apparecchio tramite la presa USB sono praticamente sovrapponibili a quelle degli ingressi SPDIF ad eccezione delle frequenze di campionamento native non supportate dal chip di ricezione Tenor 7022 L che in questo caso si limitano alla sola 88,2 kHz. Il livello di uscita si attesta intorno ai 2.5 Vrms, pertanto la funzione di regolazione del volume non colloca l’apparecchio nella tipologia dei preamplificatori, ma può diventare una eccellente opportunità in abbinamento a diffusori amplificati ad alta sensibilità. 39 in prova/test l’opinione Agostino Bistarelli Certamente l’hi-fi è un ricco brodo di cultura per esasperazioni e personalismi dove a volte “paga” (per fortuna non sempre!) più il mettersi sotto le luci dei riflettori che il duro lavoro. Sarà il freddo spirito del nord, sarà quel che sarà ma la premiata ditta H&H (Hegel e Holter) pur indugiando su atteggiamenti simili (e non mancando di rimarcare la loro differenza da “altri” costruttori hi-end), riesce a farlo senza tracimare. Così alcune scelte, che in altri casi definiremmo completamente opportunistiche, qui vanno perlomeno soppesate con attenzione (leggete in tal senso l’illuminante intervista al capo dei progettisti della casa norvegese) anche alla luce dei risultati complessivi del prodotto che posizionano l’HD 20 tra quei prodotti davvero consigliabili in ragione del loro ottimo rapporto costi/resa. Certo, alcuni limiti potenzialmente ci sono, ma quanto poi ci limitano davvero nella vita di tutti i giorni? Fabio Masia L’estrazione culturale e professionale non si può eludere quando si traccia un giudizio, al più giova segnalarla per consentire a chi ci legge di valutare il peso delle nostre parole. Così, francamente, non mi va giù quel certo atteggiamento provocatorio che trapela dalla pubblicistica e dalle interviste del popolo Hegel alla “noi siamo noi, gli altri solo gli altri...”. Tanto più quando alla resa dei conti (e indipendentemente dai risultatati raggiunti) di quel “ballare da soli” si trova poca traccia se non inspiegabili chiusure: davvero il “popolo degli altri” è così beota che procurerebbe danno a se stesso e agli altri potendo scegliere se inserire l’upsampling o meno? Non voglio venire meno all’approccio olistico che ci contraddistingue e che ci impone di valutare un aspetto come questo non disgiunto dal resto e non è nemmeno questo il punto più critico della filosofia Hegel che rinuncia al supporto dei segnali nativi ad altissima risoluzione in nome di una convinzione che, ritengo, dovrà fare i conti in futuro più con i limiti che tale scelta impone che i presunti benefici. I risultati però oggi ci sono e sono per alcuni di noi, me compreso, molto validi. 40 Utilizzo Se la scelta adottata per la USB può essere soggetta a critiche (ha senso oggi un convertitore che non è in grado di leggere i file in formato nativo a 192 kHz? È sufficiente, o addirittura meglio, che il computer a monte ricampioni il segnale e il DAC a valle ricampioni di nuovo quel benedetto segnale?), certamente il fatto di non doversi adoperare per scaricare e montare driver non sempre con immediato successo, è un bel sollievo e le operazioni di installazione si limitano ad una sorta di plug and play reso ancor più facile dalla lettura della sezione Q&A relativa all’apparecchio presente sul sito: risulta snella, schematica e molto chiara. Se I dolori del giovane Werther/Holter certamente non mancheranno di generare ardite disquisizioni su cosa sia meglio e perché, il conforto che può portare il lavoro di questa redazione si focalizza invece su quello che poi, bene o male è il risultato finale di tanto tessere la tela: le prestazioni d’ascolto. Qui non possiamo che prendere le distanze da tutta l’intelaiatura “logica” del patron di Hegel, in quanto i risultati complessivi ottenibili con gli ingressi coassiali sono migliori di quelli riscontrati con la USB in occasione di file a risoluzione L’elettronica è sviluppata su un grande PCB con componentistica SMD ad alto compattamento. Il layout è molto ordinato con le aree funzionali opportunamente dislocate. La sezione d’ingresso digitale è affidata al ricevitore Asahi Kasei AKM 4115 a cui seguono il Sample Rate Converter Analog Devices AD1896A e il DAC, sempre dello stesso produttore, AD1955. Lo stadio di uscita, Single ended e bilanciato, il filtraggio e il buffer sono implementati con amplificatori operazionali Burr Brown OPA2134 e National LM4792. Il ricevitore USB è un Tenor 7022L opportunamente programmato per lo sfruttamento bilaterale offerto dalla USB in modo da impartire comandi di controllo elementari al player del computer a cui è collegato. La gestione di tutte le funzioni è asservita da un microprocessore programmabile. maggiore di 96 kHz; qui non vale l’abituale architettura logica proprio per le scelte operate a monte, con risultati che dipendono dal tipo di file e dalla scheda di interfaccia USP S/PDIF utilizzata. In altri termini, i CD e i formati nativi, attraverso la USB sono egregiamente riprodotti e non fanno rimpiangere null’altro nella catena, ma in presenza di altri formati in ingresso e con l’abbinamento di una scheda DD esterna la “musica cambia”! L’architettura della USB è adattiva (il clock del DAC è “agganciato” a quello del pc e la sua precisione dipende quindi da quest’ultimo), così è ovvio che suoni meglio l’ingresso S/PDIF. Ci mancherebbe altro! Semmai è interessante stabilire se e in che misura quelle benedette scelte penalizzino o esaltino il confronto 96 kHz USB vs 96 kHz via coassiale. Qui è francamente impossibile rilevare differenze significative all’ascolto dell’una o dell’altra soluzione e se qualche distinguo è stato mosso dal singolo ascoltatore, coralmente potremmo chiudere con un pari e patta che ci lascia il naso storto, vista la generale esperienza maturata nel tempo di una superiorità comunque da assegnare ai segnali nativi rispetto a quelli upsamplati. Superiorità che non trova delle evidenze in questo caso forse anche perché, nel caso dell’HD 20 ci troviamo di fronte ad un buon up-sampling con risultati sonori, per intenderci, molto simili a quelli ottenibili con il Bryston BDA1 con l’upsampling abilitato (molti di noi lo hanno preferito senza, così come nel caso del PS Audio, ma questa è un’altra storia...) Prima di addentrarci nel carattere sonoro dell’apparecchio giova ripetere aprile 2012 • SUONO Convertitore Hegel HD 20 SUONO: Mi può dire quali sono le soluzioni tecnologiche dei vostri DAC? Anders Ertzeid: Il DAC ideale deve accettare il segnale da qualsiasi sorgente si voglia. Faccio un esempio: se si possiede una buona registrazione sia che i dati provengano da un pc, da una Logitech Squeezebox, da un CD player o da un iPod, la natura dei dati è esattamente la stessa. In termini di dati non c’è differenza fra un pc economico ed un music server hi-end. La differenza fra un pc economico ed un music server hi-end sta nella percentuale di jitter (timing) e di molti altri disturbi con i quali i dati vengono trasmessi, perché il music server hi-end è studiato e creato per riprodurre audio di alta qualità ed ha un circuito di clock molto buono che fa in modo che i dati escano con un timing corretto. I computer economici, non essendo fatti per riprodurre audio hi-end, non hanno un buon circuito di clock cosicché, sebbene i dati forniti siano in tutto e per tutto gli stessi di uno streamer hi-end, arrivano tuttavia al DAC con un “timing” instabile. È questa la fondamentale differenza (udibile all’ascolto) tra un pc economico ed un riproduttore hi-end! Il nostro obiettivo è stato quello di rimediare a questo problema con una tecnologia che non costi un occhio della testa e che elimini queste differenze. La presenza di jitter nei dati mette nelle condizioni il convertitore di generare errori così al segnale possono venire aggiunti suoni extra che lo alterano. Quel che noi facciamo in tutti i nostri DAC è di dotarli di un buffer di qualità: i dati che entrano nel DAC vengono temporaneamente immagazzinati nel buffer che noi abbiamo dotato di un circuito di clock direttamente collegato al convertitore. Il fatto di aver messo in così stretta relazione la memoria, il circuito di clock ed il convertitore, fa in modo che i dati fuoriescano con lo stesso ritmo con il quale sono stati ricevuti dall’apparecchio, rendendo di fatto inesistenti eventuali differenze legate al device a monte del DAC. I nostri DAC sono di fatto in grado di abbattere il jitter rendendo ottimale la conversione dei dati indipendentemente dal valore della sorgente di provenienza. Quali sono allora le differenze tecniche fra i convertitori più economici del vostro catalogo e quelli più costosi? Il più economico ha lo stesso tipo di presa USB (tipo 2 24 bit/96 kHz). Non usiamo 192 perché richiederebbe un driver separato. Il file che entra a 96 kHz viene poi comunque sottoposto ad upsample a 192 kHz. Inoltre i nostri DAC vengono riconosciuti automaticamente dal computer in pochi secondi e sono pronti ad essere usati di conseguenza. Le differenze stanno poi sostanzialmente nella parte analogica dello stadio di uscita. I più costosi hanno un’architettura tutta bilanciata. SUONO • aprile 2012 Il digitale secondo Hegel Anders Ertzeid ed è il capo dei progettisti di Hegel e come Bent Holter ha una sua particolare opinione in merito alle soluzioni migliori da adottare nella riproduzione di un segnale digitale. Ecco che cosa ci ha detto durante il nostro incontro… Qual è la ragione per cui voi procedete all’upsample del file a 192 kHz, operazione questa non condivisa da tutti? Noi eseguiamo l’upsample perché la frequenza ideale dei chip del DAC da noi utilizzato, secondo noi è di 192 kHz; in questo modo mettiamo il convertitore nelle condizioni ideali di funzionamento. Se si forza il convertitore a lavorare sui 96 kHz o 88.2 kHz nativi di un ipotetico file, il convertitore aggiungerà della distorsione derivante dal fatto che non sta lavorando alla sua frequenza ottimale. Senza l’upsample a 192 kHz ne risulterebbe un segnale riprodotto affetto da distorsione sulle alte frequenze. Mentre la parte digitale è uguale per tutti i modelli, in quelli più grandi usiamo una sezione analogica più raffinata e completamente bilanciata che protegge il segnale dalle contaminazioni elettromagnetiche e dai disturbi che possono degradarne la qualità. Qual è il futuro della musica liquida e dei formati solidi? La musica liquida è l’inevitabile futuro che decreterà la fine dei formati solidi digitali. Noi di Hegel pensiamo che l’unico formato solido che sopravvivrà sarà il buon vecchio vinile. Quindi prevedo un futuro senza dischetti digitali ma con il vecchio disco nero come unico formato solido da un lato e musica liquida dall’altro. Ci sono molti media player (Windows Media Player, iTunes, Foobar ecc…). Ci sono differenze fra i diversi programmi ai fini della buona qualità dell’ascolto? Ci sono enormi differenze fra media player. Noi raccomandiamo Foobar 2000 per Windows, opportunamente settato. È meglio la meccanica di un CD player o quella di un pc? Generalmente è meglio quella del pc nel caso in cui legge più volte l’informazione limitando gli errori di lettura mentre il CD player standard legge una volta solamente commettendo così più errori. La migliore qualità di lettura si ottiene rippando perfettamente il CD e immagazzinando le informazioni in una memoria a stato solido dalla quale si possono poi prendere i dati senza errori. Nei nostri laboratori abbiamo fatto test in cieco durante i quali abbiamo fatto ascoltare ad alcune persone, senza che queste abbiano colto differenze significative fra le due situazioni del test, il CD letto da un CD player ed il CD letto da un pc entrambi collegati al DAC esterno. Quando però abbiamo imparato una migliore procedura per rippare i CD ed immagazzinare i dati nella maniera più accurata, la differenza fra il file letto dal pc e quella dal CD è stata chiaramente udibile ed a favore del pc. Il media player diventa fondamentale nel consentire la migliore copia possibile del file così da sentirlo al meglio con qualità nettamente superiore a quella del CD. Foobar non altera in maniera significativa il segnale preservandone l’integrità. Quanto è importante per voi la ricerca? Noi abbiamo un’azienda tutta improntata alla ricerca. Abbiamo ingegneri che costruiscono componenti e chip e di conseguenza conoscono tutte le implicazioni di questi dispositivi sul suono. Siamo in grado perciò di scegliere i migliori componenti dal punto di vista sonico perché sappiamo come intimamente funzionano le singole componenti di un circuito elettronico. Riteniamo importantissima anche la ricerca nelle tecniche di produzione e di controllo qualita di produzione. In effetti, siamo ingegneri: è la nostra natura! Quanto è grande la vostra azienda? Fondamentalmente la nostra azienda ha quattro ingegneri che si occupano della realizzazione delle elettroniche e degli chassis. Il resto lo abbiamo in outsourcing così da essere più flessibili rispetto alle esigenze di mercato. Questa nostra elasticità ci ha permesso di crescere molto in questi ultimi due anni riuscendo a far fronte a una richiesta di apparecchi sempre maggiore. Il know how interno ha un grandissimo impatto sulla progettazione e sulla verifica di produzione, mentre per la produzione base è più efficace affidarsi a ditte esterne. (V.S.) 41 in prova/test suonogramma 1Capacità di analisi del dettaglio.....................1 2 Messa a fuoco e corposità..............................1 3Ricostruzione scenica altezza.........................1 4Ricostruzione scenica larghezza.....................1 5Ricostruzione scenica profondità...................0 6Escursioni micro-dinamiche..........................1 7Escursioni macro-dinamiche.........................1 8Risposta ai transienti.....................................1 9Velocità.........................................................1 10 Frequenze alte...............................................1 11Frequenze medie e voci.................................0 12 Frequenze medio-basse................................0 13 Frequenze basse............................................0 14Timbrica........................................................1 15Coerenza.......................................................1 16Contenuto di armoniche................................1 Lo stadio di alimentazione è di tipo lineare con un toroidale fissato anche al PCB e una prima sezione di filtraggio con due condensatori da 10,000 uF ciascuno a 35V. Successivamente, sul PCB in prossimità dei dispositivi attivi sono disposti altri circuiti di livellamento e stabilizzazione che separano le varie sezione del circuito. (lo stiamo facendo ossessivamente ma solo così potrete valutare nel giusto contesto le nostre opinioni riferite ad ogni specifico apparecchio) il “mantra dei convertitori” il cui primo capoverso, lo ricordiamo, recita così: ogni giudizio espresso in queste prove deve tenere conto del fatto che dal punto di vista sonoro il gap tra i vari apparecchi è abbastanza contenuto, sebbene all’interno di questo range siano presenti una miriade di sfaccettature sonore in funzione sia della scelta dei partner che delle regolazioni consentite da ogni apparecchio. Alla luce della premessa, si può comunque definire l’Hegel “asciutto ed energico” (o asciutto con un buon PRAT), definizione che non deve essere scambiata per un’interpretazione sonora che tende alle tinte fredde su un’ipotetica tavolozza sonora, ma piuttosto ad una precisa “vocazione” espressa all’interno dei corretti canoni sonori. In un ascolto comparato con Ayre, Meitner, Eximus, MSB e Bryston, considerato anche il costo pari a circa la metà dei modelli meno costosi di questo set l’Hegel non ha affatto sfigurato. La cosa meno esaltante, naturalmente stiamo parlando in relazione al set di comparazione utilizzato, è una qualche “gommosità” in gamma medio-bassa e un po’ di granulosità in alto, peraltro equiparabile a quanto rilevato con il Bryston, considerato comunque un ottimo apparecchio. Conclusioni Sebbene la premessa proposta dalla casa punti su un’interpretazione originale del flusso digitale, non abbiamo trovato in questo apparecchio particolari discostamenti dalle implementazioni accademiche dei componenti utilizzati e la tanto sbandierata “diversità” potrebbe essere costituita, semplicemente, da un comunissimo Asyncronous Sample Rate Coverter (ASRC) e da alcune scelte su opzioni predeterminate ma controcorrente (vedi anche l’intervista qui pubblicata). Ciò non di meno, a fronte di uno stadio analogico di buona qualità, il risultato complessivo in ragione del prezzo è ottimo, altamente consigliabile e un osso duro per i suoi avversari. Liberandoci dunque (e liberando Holter) da un approccio ideologico, che cosa Il telecomando, necessario al funzionamento dell’apparecchio è molto sottile con i tasti a rilievo sulla superficie in plastica. L’apparecchio mantiene in memoria l’ultima selezione anche se viene scollegato dalla rete; tuttavia per ogni variazione si può ricorrere solo ai pulsanti sul telecomando in dotazione o ad altro programmabile. 42 Il giudizio viene espresso su una scala di 6 valori da -3 a +3. La linea tratteggiata corrisponde allo zero ed esprime la congruità della prestazione con prodotti analoghi appartenenti alla stessa fascia di prezzo. il voto della redazione Costruzione ■ ■ ■ ■ ■ | ■ ■ ■ banco di misura ■ ■ ■ ■ ■ | ■ ■ Versatilità ■ ■ ■ ■ ■ | ■ ■ ■ ■ Ascolto ■ ■ ■ ■ ■ | ■ ■ ■ fatt. concretezza ■ ■ ■ ■ ■ | ■ ■ ■ qualità/prezzo ■ ■ ■ ■ ■ | ■ ■ ■ ■ I voti sono espressi sulla base di un criterio qualitativo relativo al parametro qualità/prezzo determinato in relazione alla classe di appartenenza dell’apparecchio. Il fattore di concretezza è un parametro, frutto dalla nostra esperienza, che racchiude il valore nel tempo e l’affidabilità del prodotto, del marchio e del distributore. rimane in concreto di questo apparecchio? Certamente un sistema che a fronte di una facile installazione offre atttraverso computer una rappresentazione sonora di buon livello, ottimo se si considera il costo dell’apparecchio ma limitato da alcuni paletti la cui valenza va valutata da utente a utente. Paradossalmente il caso in cui questa implementazione potrebbe essere più utile è quella più “antica”, in abbinamento con una preesistente meccanica CD riportata a nuova vita. Una soluzione che forse farà orripilare Holter che, come abbiamo detto, ha un atteggiamento molto “moderno” nel comporre il line up del suo catalogo.Tant’è, perché in molti casi anche questo è utile.... aprile 2012 • SUONO