Rifugio Fanes A4 - Club Alpino Italiano

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Rifugio Fanes A4 - Club Alpino Italiano
CLUB ALPINO ITALIANO
SEZIONE DI PORDENONE
PIAZZETTA DEL CRISTO 5/A – tel. 0434/522823
18 & 19 febbraio 2006
“UCIA DE FANES” 2060 m
Parco Naturale di Fanes – Sennes & Braies
Due giorni nei luoghi di leggenda e di fiaba dei Fanes.
“In collaborazione con le Sezioni di Sacile e San Vito al Tagliamento”
Nel comprensorio geografico delle cosiddette Dolomiti Orientali sono comprese alcune delle più belle aree
protette dell’intero arco alpino. Tra di esse spiccano le cosiddette cinque meraviglie: le Dolomiti di Fanes –
Sennes – Braies, le Dolomiti di Ampezzo e le Dolomiti di Sesto. Il Parco delle Dolomiti di Fanes – Sennes
e Braies, comprendente tutta una serie di valli minori che confluiscono nella Val Punteria, è stato definito
come il più bello in assoluto fra i tanti parchi naturali esistenti, questo non solo per la bellezza indiscussa dei
luoghi, ma anche per le numerose leggende nate tra queste vallate sulla saga fiabesca dell’antico e misterioso
popolo dei “Fanes”, e raccolte nel 1800 da Karl Felix Wolff. E in effetti qualcosa di magico accade quando in
inverno il mantello bianco avvolge ogni cosa adagiandosi sulle caratteristiche formazioni rocciose dalle forme
bizzarre, o sugli sconfinati altopiani innevati e i fitti boschi che orlano come una trama preziosa le acque
cristalline del suggestivo Lago di Braies. La quarta delle meraviglie è costituita dal Parco Naturale delle
Dolomiti d’Ampezzo, al confine tra il Veneto e l’Alto Adige, nel cuore delle Dolomiti Orientali. La sua
valenza ecologica è anche da leggere in funzione della scelta di affidare la gestione del Parco stesso alle
cosiddette “Regole Ampezzane”, ovvero alle “comunioni familiari montane”, sorte come consorzi per l’uso
collettivo della proprietà indivisa dei pascoli e delle foreste, le quali hanno radici storiche che risalgono fin
dai tempi della colonizzazione celtica e romana. La quinta ed ultima delle meraviglie, il Parco Naturale delle
Dolomiti di Sesto, che comprende parte dei comuni di Dobbiaco, Sesto e San Candido, si trova nel settore
a Sud della Val Punteria e racchiude in se il rimarchevole complesso montuoso delle Tre Cime di Lavaredo.
Qui oltre al valore alpinistico e paesaggistico delle vette, di notevole interesse sono le testimonianze della
prima guerra mondiale, che vide tra queste montagne uno dei fronti contesi con più accanimento dai due
eserciti contrapposti. Oggi, come allora, tra queste montagne, le “ciaspole” erano e rimangono lo strumento
ideale per spostarsi sulla neve; oggi come allora, quando l’oblio invernale prende il sopravvento sui rumori
della quotidianità della vita, le storie e i drammi di quel conflitto riecheggiano per le valli addormentate.
Le Dolomiti, un mitico paesaggio di fantastiche rocce trascoloranti al tramonto, un mondo di antiche
leggende, il sogno di alpinisti e sciatori, la patria della gente ladina: il gruppo linguistico più antico dell’Alto
Adige. Grazie all’unicità e all’alpina bellezza dei Monti Pallidi, nel 1974 sono stati istituiti i 4 parchi naturali
dello Sciliar, del Puez – Geisler, di Fanes –Sennes – Braies e delle Dolomiti si Sesto. Il modo migliore per
entrare nel mondo incantato delle Dolomiti, è quello di immergersi completamente, almeno per qualche
giorno, tra le montagne i boschi e le praterie di queste valli percorrendone i sentieri e dormendo nei rifugi,
lontani dalla confusione e dall’asfalto. Il Parco Naturale Fanes – Sennes – Braies, in provincia di Bolzano,
costituisce uno straordinario patrimonio naturalistico e permette di scoprire grandi spazi e angoli suggestivi
che gratificano il corpo e lo spirito.
L’ITINERARIO
Giunti in località Fiames 1293 m si parcheggiano le macchine lungo la
strada che da lì corre parallela alla strada dell’Alemagna, in
prossimità della sbarra posta all’imbocco della Val di Fanes. La
strada sorpassa subito il Ru Felizon all’uscita di una suggestiva
forra, traversa alla base del roccione del Botestagno sul quale
sorgeva lo storico castello e conduce ad attraversare il Ru de Fanes
presso la bellissima svasatura del Pian de Loa. Oltre il torrente la
strada sale ripida, sorpassa la profonda, orrida forra del Ru
Travenanzes sul ponte Outo e conduce ad un bivio. Si continua per la
strada di destra che a serpentine sale nel bosco sulla d. idrogr. del
Ru de Fanes attraversandolo poi a guado poco sopra la bella, larga
cascata che gli Ampezzane chiamano Sbarco de Fanes. La strada
prosegue
quindi
sulla sin. idrogr.
della valle (sotto si vede il Lago di Fanes ghiacciato) e con
un ampio giro sulla sua testata passa presso la Ucia de
Munt de Gran Fanes ( Malga di Fanes Grande). Al bivio con
la strada proveniente dalla malga si segue sulla destra la
strada che torna a dirigersi verso Nord, oltrepassa il valico
del Jù de Limo 2172 m, discendendo quindi per l’opposto
versante, con qualche serpentina, al Rifugio Fanes 2060 m.
Giunti al rifugio, nel primo pomeriggio, c’è la possibilità per
chi non è stanco, di fare un bel giro a pochi minuti dal
rifugio, nel fantastico anfiteatro della Munt de Pices
Fanes (Alpe di Fanes Piccola) con il Rifugio Lavarella 2038
m posto proprio al suo centro come una perla preziosa, ai
piedi del pittoresco “parlamento delle marmotte”. Cena e
pernottamento al rifugio. La domenica mattina, dopo aver
fatto colazione e comunque non prima delle otto, in base al
tempo e alle condizioni del manto nevoso, si potranno effettuare delle escursioni nei dintorni del rifugio,
dove le mete, semplici da raggiungere, non mancano di certo. Il ritorno si effettuerà per la stessa via di
salita.
LA STORIA DEL RIFUGIO FANES
La storia del Rifugio Fanes é esemplare per lo sviluppo del turismo
nella zona. A San Vigilio di Marebbe c'erano alberghetti e pensioni
per i "signori" già negli anni antecedenti la prima guerra mondiale, ma
a quei tempi non si poteva parlare di un vero turismo. Grazie alle
strade costruite durante la grande guerra le prime automobili
iniziarono ad arrivare in zona e l'afflusso dei forestieri aumentò
rapidamente. Negli anni venti il paese divenne un frequentato centro
di villeggiatura dotato di numerosi alberghi; uno dei più grandi e noti
era, e rimane ancor oggi, l'Hotel Posta della famiglia Mutschlechner.
Nello stesso periodo entrò in voga la pratica dello sci e, non esistendo
impianti di risalita, gli appassionati del nuovo sport intraprendevano
escursioni salendo a piedi cime da cui si potevano effettuare belle
discese. Con gli sci pesanti di allora (di hickory o frassino), con
scarponi e vestiti poco adatti, raggiungere le vette con pelli di foca era
una faticaccia e si sentiva molto la mancanza di punti d'appoggio situati in alta montagna. Con la costruzione
nel 1928 del Rifugio Fanes i fratelli Fritz, Rudi e Alfred Mutschlechner compirono un'azione pionieristica e
colmarono questa lacuna. Il rifugio, dapprima "dependance" dell'Hotel Posta, si fece presto un buon nome
presso gli alpinisti e antesignani dello sci escursionistico. Alfred Mutschlechner assunse il rifugio in proprio
conducendolo fino al 1978, quando lo cedette al figlio Max, attuale gestore. In 50 anni di lavoro Alfred diede
al suo rifugio un'impronta del tutto personale. Già nel 1938 l'edificio, divenuto troppo piccolo, fu ampliato
con l'aggiunta della spaziosa sala da pranzo con i due piani sovrapposti e dell'antistante terrazza esposta al sole.
Allora i rifornimenti giungevano d'estate in groppa alla cavalla "La Mora" ed'inverno su slitta. Dopo la seconda
guerra mondiale Alfred, appassionato automobilista (aveva preso la patente nel 1929 durante il servizio militare
nell'esercito italiano), comprò dalle truppe americane una jeep, semplificando molto il problema degli
approvvigionamenti. Aperto a tutte le innovazioni della tecnica, Alfred fu uno dei primi a dotare il rifugio di
una propria centralina elettrica azionata ad acqua. Per tenere il rifugio aperto anche d'inverno, acquistò dall'ex
esercito tedesco un triruote su cui si potevano montare cingoli, sostituito logicamente in seguito da un gatto
delle nevi, comprato agli inizi degli anni sessanta. Alfred Mutschlechner fu esemplare anche nel prendersi cura
dei suoi clienti, non badava solo alle comodità del rifugio, ma anche alla sicurezza degli alpinisti. Assieme ad
altri intraprendenti trasformò una baracca della prima guerra mondiale nella "Capanna Monte Castello", poi
distrutta da un incendio doloso nel 1962 e sostituita nel 1974 dal "Bivacco della Pace". Una curiosità era lo
"stabilimento balneare" a 2153 metri d'altitudine, un chiosco in riva
al Lé de Limo, lago sul quale ci si poteva divertire con piccole barche
a remi. L'istituzione del Parco Naturale Fanes - Senes - Braies ha
infine portato grandi innovazioni che non facilitano certo la
conduzione del rifugio ma il giovane proprietario, comprendendo i
segni dei tempi, ha adottato ogni possibile soluzione in rispetto e a
tutela della natura. Per primo in assoluto ha utilizzato per i trasporti
in quota dei rifornimenti un veicolo con catalizzatore, oggi
motoslitte, gatti delle nevi e jeep sono tutti Euro4. Le necessarie
modifiche alle strutture del rifugio Fanes vengono eseguite con
materiali biologici, per il riscaldamento utilizzano sistemi a
bassissima emissione e dal 1996, anno di completa ristrutturazione, il
rifugio é stato adeguato alle necessarie prescrizioni di sicurezza e
dotato di un impianto ad energia solare oltre che di tutti i più
moderni comfort. Attualmente il rifugio Fanes si può considerare
uno dei più attrezzati ed efficienti dell'intero arco alpino.
Orari e Tempi approssimativi :
CARTOGRAFIA : Foglio Tabacco 03
DISLIVELLO – Primo giorno 810 m. in salita, 120 m. in discesa;
Secondo giorno 500 in salita, 580 in discesa;
DIFFICOLTA’ – “E” ; L’itinerario copre sentieri e mulattiere ben battute senza particolari
difficoltà tecniche; è comunque richiesto un buon allenamento visto la lunghezza dell’itinerario;
EQUIPAGGIAMENTO – Ciaspe, ramponi, ghette, scarponi e abbigliamento invernale adatto alla
stagione, sacco lenzuolo per il rifugio e pila frontale;
ORARI – Sabato partenza dal parcheggio di via Montereale ore 06.45;
QUOTA DI PARTECIPAZIONE - € 45,00 (la quota comprende l’assicurazione e la mezza
pensione in rifugio bevande escluse);
MEZZI DI TRASPORTO - Auto proprie.
L’ accompagnatore sezionale A.E. Franco Protani si riserva la facoltà di apportare variazioni al
programma, qualora le condizioni della montagna o meteorologiche lo richiedessero.
LA COMMISSIONE ESCURSIONISMO

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