IDéeSse InForma 29 - Centro Documentazione Storica Citroën
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IDéeSse InForma 29 - Centro Documentazione Storica Citroën
IDéeSse InForma 29 IDéeSse InForma 29 Anno XX Numero 29 Marzo 2010 La rivista non contiene informazione pubblicitaria. Eventuali messaggi presenti sono stati scelti dalla Redazione perché rappresentativi della comunicazione dell’epoca. Molti numeri di IDéeSse InForma sono pubblicati in formato pdf sul sito web del club w w w. i d e e s s e . i t nella sezione “L’IDéeSse di Carta” e sono disponibili in originale (salvo esaurimento) dietro richiesta scritta, via posta o e-mail, al costo di 5 euro l’uno più le spese di spedizione. Le richieste devono essere indirizzate alla Segreteria e Redazione. Vedi recapiti in questa pagina. Cover: poster “La prova dei 50” del 1968 Stampato nel mese di Marzo 2010 presso la tipografia “Graphicomp” di Arezzo. Editoriale E son venti! 3 Sergio Cerreti 17 Dettaglio n°37 Telaio, parte posteriore 18 Dettaglio n°38 Telaio 19 Dettaglio n°39 Ripartizione dei pesi Note a margine 50 Dettagli più uno, 2a parte Citroën préfère Total 4 Dettaglio n°25 Volante 5 20 Dettaglio n°26 Scatola guida 6 21 Dettaglio n°27 Passo 7 22 Dettaglio n°42 Finestrini Dettaglio n°28 Fiancata 8 23 Dettaglio n°43 Frecce Dettaglio n°29 Parabrezza 9 24 Dettaglio n°44 Carenatura 10 25 Dettaglio n°45 Carreggiata anteriore Dettaglio n°31 Tachimetro 11 26 Dettaglio n°46 Bagagliaio Dettaglio n°32 Parasole 12 27 Dettaglio n°47 Serbatoio Dettaglio n°33 Imbottitura di protezione 13 28 Dettaglio n°48 Correttore d’altezza Dettaglio n°34 Ruota di scorta 14 29 Dettaglio n°49 Profilo Dettaglio n°35 Longheroni 15 30 Dettaglio n°50 Paraurti Dettaglio n°36 Telaio, parte anteriore 16 31 Ilaria Paci - Maurizio Marini Dettaglio n°30 Spazzola tergicristallo Dettaglio n°40 Parte posteriore della DS Dettaglio n°41 Parabrezza stratificato IDéeSse InForma Bollettino periodico dell’IDéeSse Club Comitato di Redazione: Sergio Cerreti Maurizio Marini Ilaria Paci Caporedattore: Maurizio Marini Redazione: via XXV Aprile 93/4 52048 Monte S. Savino (Ar) telefono 0575 364553 e-mail [email protected] www.ideesse.it http://eventi.ideesse.it http://ideesse.forum.it Fondatore Membro Dettaglio n°51 Cinture di sicurezza Affiliato IDéeSse InForma 29 - Editoriale E son venti! di Sergio Cerreti Quel 3 dicembre di venti anni fa, 1989 al Saltino, Hotel Moderno, chi fra i presenti di allora - sottoscritto compreso avrebbe mai avuto l'ardire di pensare che venti anni appresso alcuni di noi si sarebbero ritrovati sempre lì, in quella sala, nel tradizionale freddo dicembrino saltinesco, a malapena spezzato dalla fiamma del grande camino? E se quel giorno divenuto storico fummo in poco più di una diecina, vent'anni dopo i coraggiosi del Saltino sono stati sessanta! Non è mancata la presenza di una parte di “volti storici” fraternamente mescolati a quelli nuovi, a coloro che si sono aggregati via via nei due decenni trascorsi da allora, certuni anche lo stesso giorno che celebrava quel 3 dicembre rimasto nei cuori di molti di noi... E sessanta, se non conto male e la memoria non mi tradisce, sono un terzo in più dei quaranta coraggiosi che l'11 febbraio successivo, al Castello di Sammezzano sancirono la costituzione dell'IDéeSse Club e l'inizio di questa appassionante e straordinaria avventura, che oggi ci riunisce in ben oltre quattrocentocinquata Soci dif- fusi lungo tutta l'Italia. Avventura fatta di passione, entusiasmo, dedizione, fede incrollabile (e coraggiosa!) nelle nostre Dee, fondata sul volontariato di tutti quelli che hanno a qualche titolo contribuito -anche col dissenso o con le critiche costruttive- allo sviluppo dell'associazione, al successo delle diecine e diecine di manifestazioni radunistiche o celebrative di ogni tipo ed in ogni luogo, al consolidarsi del suo prestigio a livello nazionale (e, negli ultimi tempi, anche internazionale: basti pensare al contributo essenziale dato al successo dell'ICCCR dell’anno 2008 a Vallelunga). Senza dimenticare, anzi!, il sostegno operativo svolto -anima e corpo- a pro del Registro Storico Citroën (che tante energie sottrae al Club, purtroppo...) dopo averlo fondato nel 1995. Perciò vi lascio immaginare il piacere che ci ha fatto, proprio all'ultimo Saltino, sentirsi dire da due neo Soci del giorno, al momento dei saluti post prandiali: «Siamo venuti qui non conoscendo nessuno –e non vi dico da dove erano giunti: vi bastano settecento chilometri?-, eravamo intimoriti da questo “popolo” sconosciuto, la sorpresa nostra è stata il trovarsi subito in famiglia, come si fosse stati nel Club da sempre». Vi pare poco? A conclusione dell'incontro, speciali targhe celebrative del 3 dicembre 1989 sono state consegnate ai Soci di oggi che furono presenti quel giorno: Marini, Santini, Romeo, l’officina autorizzata Citroën L.P., il sottoscritto. Abbiamo iniziato a festeggiare i Venti anni a fine settembre col raduno a Levigliani di Stazzema, Livorno e Marina di Pisa per ricordare il primissimo incontro del 3 giugno '89 proprio a Marina di Pisa: lì ci conoscemmo fra i primi grazie all'iniziativa di Orio Ricci, purtroppo disperso nell'oblio delle nebbie padane. Ci siamo ritrovati ancora una volta al Saltino, il 5 e 6 dicembre; abbiamo ripercorso la nascita del Club lo scorso 5 marzo nel corso di una cena sociale svoltasi nello stesso luogo del delitto, alla “Edi House” in quel di Firenze. In concomitanza, con il 2010 sono state istituite le tessere “oro” e “argento”, assegnate rispettivamente - ai Soci con più di 15 e di 5 anni di iscrizione continuativa al Club: doveroso riconoscimento alla fedeltà fideista dell'IDéessista puro! Ora, il 20 e 21 di questo mese ci ritroviamo ancora insieme per la tradizionale Ouverture di Primavera: sarà la festa delle feste, sempre in Firenze e dintorni. E brinderemo ai successi -passati, presenti e futuri- del nostro grande sodalizio. A conclusione del ciclo dei festeggiamenti, entro quest’anno contiamo di presentare un numero speciale di IDéeSse InForma che riassuma la storia dei nostri venti anni: “Scrivi, affinché non lo cancelli il tempo” sono parole della celebre scrittrice cilena Isabel Allende, significative e pregnanti al caso nostro. E noi scriveremo, per ricordare a voi Soci “storici”, per apprendere ai Soci nuovi e far sapere in avvenire agli altri... In ultimo: vi fa piacere apprendere che nel corso della riunione parigina dell'Amicale Citroën, lo scorso gennaio, il nostro Club è risultato essere l'associazione che raccoglie il maggior numero di deessisti nel Mondo? Ne abbiamo fatta di strada! E, come sempre: “En Avant, IDéeSse!”, “Lunga vita all'IDéeSse Club!” © M. Marini 3 IDéeSse InForma 29 - Note a margine Cinquanta dettagli più uno, seconda parte Le altre ventisette caratteristiche che fanno della DS l’auto più sicura al mondo di Ilaria Paci Con l’IDéeSse InForma 29 concludiamo l’avventura dei “Cinquanta Dettagli più uno” iniziata nel precedente numero, distribuito a inizio 2008. Ciò che vi offriamo è un’analisi di tutti i particolari che fanno di una Citroën dello scorso secolo -la DS- l’auto più sicura del mondo. Dea di nome e di fatto, non solo per l’armonia e l’eleganza delle sue forme anch’esse asservite a sicurezza, aerodinamica, funzionalità e non frutto di un capriccio estetico- ma soprattutto in virtù del grande laboratorio d’innovazioni costituito dal progetto VGD. Se la Traction Avant è stata pioniera della trazione anteriore e dotata di scocca portante, nella DS è espressa tutta la genialità dei tecnici Citroën: dalle sospensioni idropneumatiche alla plancia in nylon, al volante monorazza con piantone collassabile o i freni a disco di serie! Non solo, gli anni di lavoro sulla DS hanno permes- so di elaborare soluzioni poi ereditate da altri modelli, come il Di.ra.vi montato su SM e arrivato fino ad equipaggiare l’ammiraglia degli anni ‘90: l’XM o il motore Diesel, che mai “girerà” su una DS, ma andrà ad animare la neonata CX (che erediterà dalla DéeSse anche il motore a benzina). Tanta intelligenza creativa trova un umile tributo in IDéeSse InForma n°29 dedicato agli ultimi ventisette dettagli, tratti dalla brochure “Cinquanta Dettagli più uno” stampata nel 1968 e dedicata alla sicurezza della DS. Nell’aprile ‘67 la DS fu testata e “maltrattata” (anche con pneumatici forati o lanciata su terreni impossibili) uscendo sempre vittoriosa tanto da vincere il “Premier Prix de la Sécurité” assegnato dall’Associazione Francese della Stampa Automobilistica”. Da allora non ci è dato sapere quante auto hanno tentato la medesima prova, sappiamo soltanto che a tutt’oggi soltanto le ID e DS riescono a superarla, ecco perché la DS è l’auto più sicura del mondo ed ora, grazie agli esempi che seguono, vi spieghiamo perché. I testi a corredo dei 50 dettagli sono di Maurizio Marini. Il materiale iconografico e tecnico edito in questa pubblicazione è protetto da copyright ed appartiene a Citroën Communication, CDS Citroën e IDéeSse Club. Citroën préfère Total Per voi la vetrofania “objet de culte” e... di riedizione di Maurizio Marini 4 © CDSCitroën E' nell'inverno del 1968, a pagina 6 del numero 15 del “Double Chevron”, la rivista di Citroën, che si inizia a parlare dell'accordo tra Citroën e Total. Si legge testualmente che “alla fine di settembre del '68, è stato siglato un accordo di cooperazione che trasferisce sul piano commerciale e giuridico, il lavoro di ricerca portato avanti da molti anni dai due marchi allo scopo di meglio adattare i lubrificanti ed i carburanti ai bisogni nati dall'evoluzione della tecnica”. Dopo quarantadue anni, questa partnership lega ancora le due aziende: da allora tutte le vetture ed i veicoli industriali leggeri prodotti da Citroën hanno un'adesiva che recita “Citroën préfère Total” appli- cata dall'interno del lunotto posteriore. Di questa vetrofania ne esistono vari modelli che differiscono per forma rettangolare o “quadrotta”, per la presenza o meno del doppio chevron accanto al logo Citroën, per la lingua in cui è scritto il testo “préfère” e per il fondo bianco o trasparente sotto ai due marchi Citroën e Total. In allegato a questo IDéeSse InForma troverete quelli più diffusi sulle DS: orizzontali, con fondo bianco sotto ai marchi e senza il double chevron che è arrivato nel 1976. Per posizionare l'adesiva, sgrassate bene il vetro dall'interno e pulitelo con un po' d'alcool, poi incollate l'adesiva come nella foto che vedete qui accanto. Volante Quando la DS 19 apparve per la prima volta, al Salone dell'Auto di Parigi del 1955, tra le cose che stupirono il pubblico accorso ad ammirare la Nuova Citroën c'era senza dubbio il volante monorazza. Esteticamente perfetto nell'abbinamento coll'elegante cruscotto progettato da Flaminio Bertoni, deve la sua forma ad alcuni imperativi legati alla sicurezza: per prima cosa, il volante monorazza obbliga il conducente a guidare tenendo le mani sulla corona, non a caso le prime DS (ed a lungo le ID) sono prive del bracciolo sulla porta del conducente, costringendo il guidatore a dedicare maggior attenzione alla guida. La razza centrale che esce dal cruscotto e curvandosi si allarga sino ad incontrare l'anello del volante, è costruita con particolare accortezza: è rigida abbastanza da non piegarsi neppure in condizioni di particolare sforzo, ma è abbastanza flessibile per cedere sotto al peso del corpo del guidatore in caso di sinistro, evitando così di danneggiare il torace del conducente. La corona del volante delle prime DS era rivestita con un sottile filo di nylon (lo stesso materiale con cui era costruito il cruscotto) di colore chiaro, successivamente sostituito da un nastro di plastica bianca (nero dal 1958 sulle DS e dal 1963 anche sulle ID). Il diametro del volante era un'altro elemento distintivo tra ID e DS: tutte le DS avevano il servosterzo, ma non tutte le ID ne erano provviste; pertanto, sino alla fine della produzione, le ID senza assistenza idraulica alla sterzata montavano uno sterzo di diametro maggiorato. Nel settembre del 1968, per l'anno modello 1969, fu cambiato il colore e la finitura della razza: da grigia divenne nera, con un rivestimento simile al corno, più piacevole al tatto. Il volante rimase inalterato anche quando apparve il nuovo cruscotto unificato per i modelli ID (che adottavano le nuove denominazioni D: DSuper, DSpécial e DLuxe) e DS. Nel settembre del 1971 per l'anno modello 1972, arriva un nuovo volante: pur restando flessibile in caso d'urto, la razza ha adesso una nuova inclinazione ed un nuovo rive- stimento in gomma morbida, lo stesso materiale guarnisce anche la corona: il raccordo tra sterzo e corona non è più visibile, le D prive di servosterzo montarono il volante di grande diametro privo di rivestimento in gomma sino alla fine della produzione. Volante della DS19 del ‘55 Volante della DS19 del ‘57 Volante della ID19 del ‘65 Volante “D” dal ‘72 in poi © CDSCitroën © M. Marini © CDSCitroën © CDSCitroën IDéeSse InForma 29 - Dettaglio n°25 Dettaglio n°25 5 IDéeSse InForma 29 - Dettaglio n°26 6 Dettaglio n°26 Scatola guida La principale accusa mossa alla Traction Avant dai suoi detrattori, era la pesantezza dello sterzo. In un'auto dove motore, organi direzionali e trasmissione gravano tutti sul medesimo assale, è abbastanza ovvio trovare un volante faticoso da utilizzare alle basse velocità e specialmente in Schema dell’impianto del servosterzo © CDSCitroën manovra. D'altro canto, aumentare eccessivamente la demoltiplicazione avrebbe comportato una perdita inaccettabile di precisione di guida, si trattava di trovare un compromesso. Ad escogitare una soluzione, fu Paul Magés, il geniale ideatore dell'impianto idraulico della DS, che trovò un metodo per utilizzare la pressione del medesimo circuito che nella DS alimenta freni, frizione, cambio e sospensioni, per muovere anche la barra della scatola guida. Si tratta di un sistema di guida vero e proprio, basato su uno sterzo a cremagliera (quindi di per se molto preciso) dove un pistone scorre in un cilindro alimentato da olio la cui pressione è regolata da due valvole poste sul raccordo tra piantone e scatola guida, le valvole si aprono quando il conducente gira il volante a destra o a sinistra, permettendo così al pistone di scorrere e contribuire al movimento della cremagliera. La DS fu anche la prima auto europea di grande diffusione a montare il servosterzo, sino a quel momento visto solo sulle pesanti auto d'oltreoceano. Sulle prime vetture l'assistenza era piuttosto potente, tanto che col crescere delle prestazioni, i tecnici di Quai de Javel decisero di ridurre la forza in favore di una maggior precisione di guida alle alte velocità. La scatola guida della DS, successivamente montata anche su molte versioni della ID, rimase così sostanzialmente invariata per tutto il periodo di produzione. Va però ricordato che André Lefebvre, il responsabile del progetto della DS, aveva chiesto a Magés di ridurre al minimo lo sforzo al volante anche per poterne diminuire la demoltiplicazione, rendendolo quindi più diretto e riducendo così il movimento necessario a schivare un ostacolo, sempre a vantaggio della sicurezza. Nel ‘59 Magés completò il progetto e la realizzazione di uno sterzo ad assistenza totale, dove tutto lo sforzo per il movimento della barra era garantito da un sistema idraulico, così come il riallineamento che avveniva in modo del tutto automatico. A quel punto, un quarto di giro da un lato e dall'altro della cloche (che aveva preso il posto dello sterzo) era sufficiente per girare completamente le ruote da battuta a battuta, azzerando così i tempi morti tra reazione del conducente e movimento della vettura. Dopo alcuni collaudi, il sistema venne giudicato troppo avanti rispetto ai tempi: i conducenti dell'epoca, avvezzi a guidare mezzi con sterzi che oggi giudicheremmo più vicini a quelli di un autobus che non di una vettura, avrebbero trovato certo difficile mantenere la vettura in traiettoria, rischiando di uscire di strada ad ogni curva. Tutto fu messo nel proverbiale cassetto, sino al ‘70, quando il Di.Ra.Vi. (come si chiamava lo sterzo di Magés) vide finalmente la luce, ridotto in efficacia e maggiormente demoltiplicato, sulla coupé SM. Passo La Citroën DS è una tra le vetture col passo -ovvero la distanza tra le ruote anteriori e quelle posteriori- più lungo in rapporto alla lunghezza complessiva dell'auto: tre metri e dodici di passo su una vettura lunga quattro metri e ottantaquattro! Il passo lungo significa stabilità e tenuta di strada: André Lefebvre lo sapeva bene, dai tempi della Laboratoire progettata per Voisin nel 1923 che già anticipava parte della formula poi adottata dalla Traction Avant prima e dalla DS poi: carreggiate diverse tra davanti e dietro, ruote posteriori semicarenate e soprattutto un passo eccezionalmente lungo, con le ruote a delimitare la sagoma anteriore della vettura. Riportando gli stessi principi sulla DS19, Lefebvre ottenne una vettura eccezionalmente stabile, con il peso quasi interamente compreso tra gli assali. Questo conferiva alla DS degli sbalzi minimi che generavano momenti d'inerzia trascurabili durante i cambi di traiettoria: le due estremità della vettura sono molto leggere, costituiscono sostanzialmente dei “cuscini”, facilmente comprimibili in caso d'urto, realizzati con metallo sottile e quindi poco pesante. Un effetto meno piacevole del passo lungo è il cosiddetto “effetto compasso”, ovvero l'accostamento in curva dell'intero corpo auto, ciò comporta da parte del conducente una certa abilità nell'evitare di toccare il fianco dell'auto in tutte le manovre di parcheggio. Stesso discorso vale per il rischio di urtare col fondo della vettura su rampe o dossi molto pronunciati: per le officine ed i garage, Citroën arrivò ad emettere una specifica circolare con tanto di disegno per realizzare accessi “a prova di DS”. a = 18% max in posizione strada b a = 30% max in posizione alta b Inclinazione rampa d’accesso garage veicoli “D” dal sett. ‘63 © CDSCitroën Quote DS break © CDSCitroën IDéeSse InForma 29 - Dettaglio n°27 Dettaglio n°27 PASSO 3.125 mm Dalla brochure DS21 del ‘66 © CDSCitroën PASSO 3.125 mm 7 IDéeSse InForma 29 - Dettaglio n°28 Dettaglio n°28 Fiancata La fiancata della DS è un fantastico incrocio di curve: una vera scultura in movimento, definita nella sua forma da Flaminio Bertoni, lo stilista italiano autore anche delle forme della Traction, della 2CV e dell'Ami6. La DS19 è un veicolo fatto per attraversare l'aria: la sua forma generale si ispira a quella della goccia d'acqua, in assoluto la migliore da punto di vista aerodinamico. La parte posteriore della vettura è più stretta di quella anteriore ma anche la fiancata è arrotondata, in modo di offrire minor resistenza al vento laterale, aumentando così in maniera significativa la sicu- ID19 am 1967 © M. Marini Foto dal set di una campagna pubblicitaria degli anni ‘60 8 © Citroën Communication rezza di marcia, anche in caso di forti raffiche ad alta velocità. In più, la particolare forma a “profilo alare” voluta da André Lefebvre (che non a caso era ingegnere aeronautico) era concepita per creare una forza deportante che agendo sopra al centro di gravità della vettura, ne migliorasse la stabilità aerodinamica. Questo fattore si combina con le caratteristiche uniche relative alla geometria del collegamento al suolo (avantreno e bracci posteriori), con la ripartizione delle masse e col passo lungo che abbiamo appena visto, conferendo alla DS straordinarie doti di sicurezza attiva. IDéeSse InForma 29 - Dettaglio n°29 Dettaglio n°29 Parabrezza Se nel 1934 la superficie vetrata della Traction Avant era sufficiente, alla metà degli anni '50 lo era molto meno: negli Stati Uniti si vedevano già dei parabrezza panoramici e Flaminio Bertoni aveva ricevuto istruzioni molto precise da André Lefebvre, che evava sempre trovato “claustrofobiche” sia la Traction Avant che la 2CV. La DS19 del 1955 colpì quindi anche per l'incredibile quantità di vetro messo a disposizione del conducente: i montanti sottilissimi, il parabrezza (ma anche il lunotto) panoramici, facevano si che il guidatore della DS fosse “il conducente europeo che vede di più”, come sottolineavano i depliant pubblicitari già dal 1958. La forma particolare del parabrezza voluta da Bertoni portò lo scultore varesino alla ricerca di un produttore di vetri capace di produrre una sagoma tanto “ardita”, oggi i vetri curvi sono cosa di tutti i giorni, ma nella prima metà degli anni '50, spesso i parabrezza erano ancora piatti e dove si desiderasse una forma più avvolgente, si ricorreva alla formula del doppio vetro, con un montante centrale a “V”. Alla fine Bertoni convinse la Saint Gobain a produrre il “suo” parabrezza, mentre per il lunotto posteriore fu inizialmente preferito il plexiglas, rimpiazzato dal vetro solo alcuni anni più tardi. DS19 Cabriolet 1960 © CDSCitroën Roland Barthes, davanti alla DS esposta al Salone di Parigi del '55, scriveva “la DéeSse è visibilmente esaltazione del vetro, e la lamiera è in essa solo una base. Così i vetri non sono finestre, aperture tagliate nel guscio oscuro, ma grandi pannelli d'aria e di vuoto, con la bombatura distesa e brillante delle bolle di sapone, la sottigliezza dura di una sostanza più entomologica che che minerale...”. Una pagina della brochure della DS19 datata ottobre ‘58 © CDSCitroën La curvatura del parabrezza © Citroën Communication 9 IDéeSse InForma 29 - Dettaglio n°30 Dettaglio n°30 Spazzola tergicristallo Movimento tergicristallo ID19, 1959 © CDSCitroën Movimento tergi dal sett. ‘64 © CDSCitroën Tergicristallo verniciato in nero, DS23 Break 1974 © Citroën Communication Tergicristallo in acciaio satinato, DS21 1969 © M. Marini 10 Nella pagina precedente, abbiamo visto la particolare curvatura del parabrezza della DS19, per garantirne una adeguata pulizia, i tecnici di Quai de Javel decisero inizialmente di adottare un sistema dove le spazzole tergicristallo avessero un movimento simmetrico, dal centro verso l'esterno del parabrezza. Questa soluzione offriva anche il vantaggio di permettere l'occultamento delle spazzole sotto al bordo del cofano motore, in questo modo, a riposo, i tergicristalli restavano nascosti alla base del parabrezza. Tuttavia, l'impianto elettrico a sei volt della prima DS muoveva le spazzole con lentezza a volte esasperante: nel '59, Quattroruote misurava da 37 a 41 battute al minuto, decisamente poche in caso di forte pioggia o neve. Sulle prime DS19 era presente persino una anacronistica manovella, azionata da un pomello a forma di palla da biliardo che sbucava da sotto il cruscotto lato passeggero, estraendolo verso il basso, fuoriusciva una manovella che poteva essere azionata dal passeggero per muovere manualmente la racchetta del tergicristallo dal lato conducente, in caso di avaria del dispositivo elettrico. L'impianto a dodici volt ed un nuovo motorino permisero di guadagnare qualche battuta al minuto, fu però nel solo settembre del 1964 (per l'annomodello '65) che fu finalmente montato un nuovo meccanismo che, pur non permettendo più di celare le spazzole a riposo, adottava un movimento parallelo, aumentava sensibilmente la superficie pulita e dava al conducente la facoltà di scegliere tra due velocità quella più adeguata alle sue necessità. L'ultima modifica ai tergicristalli risale agli anni '70, quando spazzole e racchette sono state dipinte di nero (prima erano cromate o satinate) per evitare i riflessi del sole nella guida diurna. Tachimetro Nel bellissimo cruscotto disegnato da Flaminio Bertoni per la prima DS, trovava alloggiamento un tachimetro a nastro, prodotto dalla Jaeger appositamente per la nuova Citroën, nell'anno successivo, con la ID19 venne adottato uno strumento più convenzionale, a lancetta, prodotto anche dalla Veglia. Dal 1961 per la DS e dal '64 per la ID, la nuova plancia bicolore prevede un nuovo tachimetro, costruito ancora dalla Jaeger ed identico per ID e DS. Nel settembre del 1965, sarà la DS21 a presentare una ulteriore innovazione: per la prima volta, il tachimetro indica oltre alla velocità del veicolo, anche la relativa distanza di frenata su suolo asciutto, in modo da ricordare chiaramente al conducente quanto questa aumenti in funzione della velocità del veicolo. Tale caratteristica sarà poi adottata anche su tutti gli altri modelli coll'arrivo della nuova plancia unificata: dapprima con un anello trasparente unito alla lancetta che, con la rotazione di questa scopre progressivamente le distanze relative allo spazio di frenata, poi con la semplice indicazione di quest'ultimo stampata sul fondo dello strumento. DS21, 1969 © I. Paci DS19, 1957 ID19P, 1963 © M. Marini © M. Marini IDéeSse InForma 29 - Dettaglio n°31 Dettaglio n°31 DSpécial, 1970 © Citroën Communication 11 IDéeSse InForma 29 - Dettaglio n°32 Dettaglio n°32 Parasole Le alette parasole adottate sulla DS19 sono state concepite per garantire al conducente ed al passeggero anteriore una protezione adeguata dai raggi del sole sia per tutta l'estensione del parabrezza, che per i vetri laterali. Alette parasole “pallas” © M. Marini L'asta è fissata in cima al montante anteriore del parabrezza ma può ruotare intorno al suo ancoraggio per coprire i finestrini anteriori, una cannetta particolare le permette inoltre di scorrere sul suo asse, proteggendo così la parte posteriore dei finestrini o quella centrale del parabrezza. Fin dai primi anni ‘60, le alette sono sostanzialmente di due modelli: ID e DS Confort e DS Pallas, tra loro cambia la quantità dell'imbottitura (maggiore sulle seconde), la finitura ed il materiale di aste, cerniere e cannette. Foto stampa del 1958 © Citroën Communication Foto tratta dalla brochure DS19/21 del 1965, alette parasole “non pallas” 12 © CDSCitroën IDéeSse InForma 29 - Dettaglio n°33 Dettaglio n°33 Imbottitura di protezione Il tetto delle ID e DS, internamente è liscio, privo di centine. Su tutte le versioni è rivestito e su molti modelli è anche imbottito, la cornice d'acciaio dov'è fissato il tetto è protetta internamente grazie ad un “salsicciotto” in gomma, rivestito di tessuto sui modelli DS; sulle versioni Pallas, tutta l'imbottitura del girotetto è raccordata con il rivestimento del padiglione. I fianchetti posteriori e l'arco che raccorda il tetto col lunotto posteriore, sono abbondantemente imbottiti su tutti i modelli, nelle DS Confort, le due luci illuminano i posti posteriori sono perfettamente integrate tra i rivestimenti dei fianchi e quello dell'arco. Nelle versioni Pallas, il rivestimento incorpora due plafoniere all'altezza dei montanti anteriori. La DS protegge i suoi occupanti. DS Break 1959 © Citroën Communication DS Pallas ID19 Confort, 1961 DS19, 1957 © CDSCitroën © Citroën Communication © Citroën Communication 13 IDéeSse InForma 29 - Dettaglio n°34 Dettaglio n°34 14 Ruota di scorta Sulle ID e DS, con una particolarissima eccezione di cui parleremo qualche riga più avanti, la ruota di scorta è sempre stata collocata nel vano motore, anteriormente rispetto al radiatore, in modo da costituire con quest'ultimo una sorta di ammortizzatore in caso di urto frontale. Le primissime DS non erano dotate di leva delle altezze, gli attrezzi quindi comprendevano un normale cric (che poi sarà a lungo in dotazione alle Cabriolet) per sollevare la vettura per il cambio delle gomme, una chiave ed una leva di prolunga completavano la dotazione dei ferri per la sostituzione delle ruote forate. La leva di regolazione dell'altezza da terra, montata dal febbraio del '56, permise di rimpiazzare il cric con un semplice puntello, alloggiato all'interno della ruota di scorta. Per cambiare la gomma, bastava sollevare l'auto, fissare il puntello nell'apposito gancio previsto sul longherone (due per lato, su break e cabriolet) ed abbassare nuo- vamente l'auto. Le barre antirollio sollevano così le due ruote dal lato del puntello, permettendo un'agevole cambio gomma. Nel settembre del ‘57, viene presentata la ID19, modello semplificato, meno costoso e rifinito rispetto alla DS. La ID rinuncia al cambio idraulico, alla frizione automatica, al servosterzo ed alla frenata assistita ad alta pressione, tutti dispositivi che arriveranno in serie o in opzione negli anni successivi (compreso il cambio idraulico, disponibile per qualche anno sulle versioni break delle ID). L'ID viene presentata in tre versioni: Luxe, Confort (più rifinita) e la sconcertante Normale: vetri fissi sulle portiere posteriori, cornici del tetto e volante dipinti di nero, pannelli porta lisci, senza poggia gomiti, panchetta anteriore unica, è abolito persino il doppio chevron sul coperchio del bagagliaio posteriore, dove trova posto -come dicevamo- la ruota di scorta. Soprattutto, la ID19 Normale monta il motore della vecchia Traction 11D con poco più di sessanta cavalli a disposizione. In totale, verranno costruite 371 ID Normale, più un esemplare assemblato a mano per il Salone di Parigi del settembre ‘57. La ID Normale scomparirà silenziosamente dal listino nel luglio del '58 per far posto ai modelli break, presentati al Salone del settembre successivo. Ruota di scorta nel suo alloggiamento nel vano motore “Monika und der platte reifen...” come cambiare (con facilità) la ruota passo per passo. © Citroën Communication © CDSCitroën Longheroni I dettagli 35, 36, 37 e 38 parlano delle parti che costituiscono lo châssis DS e delle sue peculiarità, trattandosi di un unico tema, “Longheroni”; “Telaio, parte anteriore”; “Telaio, parte posteriore” e “Telaio” sono descritti in un solo testo (da pagina 15 a pagina 18). Inoltre, a spiegazioni ricche di termini tecnici, abbiamo preferito l’utilizzo di immagini e schemi che permettono una più immediata comprensione delle specifiche di progettazione e di sicurezza. La struttura del telaio DS ha poco da invidiare a quello di una vettura moderna. Nelle specifiche di progetto della DS19, André Lefebvre indicò una “vettura con telaio a piattaforma indeformabile, con baricentro molto basso, su cui montare pannelli di carrozzeria, leggeri ed amovibili”. Dicendo ciò, abbiamo già un'idea precisa dell'architettura generale della DS. La struttura è basata su una piattaforma rigida, costituita dai longheroni laterali, dei fondi leggeri e degli scatolati trasversali: quelli che sostengono i sedili anteriori, il serbatoio del carburante, il vano bagagli e la paratia di separazione tra motore ed abitacolo. Longherone e attacchi del parafango anteriore © M. Marini IDéeSse InForma 29 - Dettaglio n°35 Dettaglio n°35 Châssis DS © Citroën Communication 15 IDéeSse InForma 29 - Dettaglio n°36 Dettaglio n°36 16 Telaio, parte anteriore Poster “DS” del ‘72 © CDSCitroën L’assale anteriore è fissato su due puntoni che sostengono anche il peso del propulsore. Il retrotreno è invece incernierato direttamente sugli scatolati posteriori ed è in grado di scivolare sotto la vettura in caso di urto posteriore violento. Tutta la struttura è concepita attorno alla “cellula di sicurezza”: un abitacolo molto rigido in caso di urto frontale o posteriore, un po' meno lateralmente, soprattutto per il rischio che il veicolo che colpisce la DS, possa “salire” sopra i robusti longheroni laterali, penetrando nell'abi- Catena di montaggio DS Retrotreno ID19/DS19, manuale di carrozzeria n°471 ed. 1958 © Citroën Communication © CDSCitroën IDéeSse InForma 29 - Dettaglio n°37 Dettaglio n°37 Telaio, parte posteriore tacolo. Nel corso degli anni, Citroën ha realizzato diverse simulazioni di scontro per valutare la sicurezza delle proprie vetture, in particolare uno studio riservato realizzato in occasione della conferenza internazionale di Washington del 1972 prevedeva il “test 208”: l'urto frontale a 50 chilometri orari contro un ostacolo rigido. La deformabilità della parte anteriore della vettura ha permesso una decelerazione graduale “salvando la vita” ai due manichini antropomorfi sistemati sui sedili anteriori della vettura. Foto originale “test 208” © CDSCitroën Foto originale “test 208” © CDSCitroën 17 IDéeSse InForma 29 - Dettaglio n°38 18 Dettaglio n°38 Telaio Tutti gli elementi di carrozzeria della DS sono fissati con incastri e bulloni, senza alcuna saldatura: i parafanghi posteriori (che vanno smontati per sostituire la ruota in caso di foratura) sono trattenuti da un solo bullone posto sopra al catadiottro posteriore, le portiere ruotano ciascuna su due perni a vite, i parafanghi anteriori sono bloccati due bulloni oltre alla traversa che li unisce e sostiene la ruota di scorta, infine i cofani (che inizialmente sono entrambi in alluminio) sono trattenuti soltanto dalle loro cerniere. Il tetto della DS è realizzato in materiale sintetico, leggero ed isolante, i modelli costruiti in Belgio e le vetture dotate di radiotelefono (alcune DS Prestige e molte vetture d'apparato, dette “Administration”) ne avranno uno d'alluminio, disponibile anche come ricambio e preferito per l'alloggiamento di eventuali tetti apribili. Anche il tetto è imbullonato alla sua cornice, solo le ultime DS avranno anche un giro di colla a tratterlo in posizione. Catena di montaggio DS © Citroën Communication ID19 Verniciatura DS © Citroën Communication © Citroën Communication Ripartizione dei pesi La DS19 segue lo schema generale della sua illustre progenitrice: la Traction Avant, progettata dallo stesso gruppo di tecnici guidati da André Lefebvre. Si tratta di una vetture a trazione anteriore, dove il peso del propulsore e degli organi direzionali insistono sulle ruote davanti, in modo tale da garantire la migliore aderenza. La ripartizione delle masse sulla berlina DS19 è pari a due terzi sull'avantreno ed un terzo sul retrotreno, nei modelli successivi questo rapporto varierà di poco e contribuirà in maniera significativa alle eccellenti caratteristiche di guidabilità della DS anche sui fondi peggiori, alla base dei numerosi successi sportivi conseguiti nelle gare più difficili. Pubblicità del ‘74 Brochure “Nouveau moteur DS19/21” del 1965 © BCommunications - CDSCitroën © CDSCitroën © CDSCitroën IDéeSse InForma 29 - Dettaglio n°39 Dettaglio n°39 19 IDéeSse InForma 29 - Dettaglio n°40 20 Dettaglio n°40 Parte posteriore della DS Nelle intenzioni di Flaminio Bertoni, la DS avrebbe dovuto avere uno sbalzo posteriore significativo, lo stilista varesino aveva infatti previsto una curva del tetto che da sopra alla testa dei passeggeri posteriori, degradasse dolcemente sino al paraurti. Una vettura di quasi sei metri DS19 © Citroën Communication avrebbe posto numerosi problemi di parcheggio, certamente non entrava dei box francesi dell'epoca e la direzione chiese ai progettisti di ridurre di quasi un metro la lunghezza complessiva dell'auto. L'idea geniale di Bertoni fu di spezzare la linea del padiglio- ne, alzando il bordo posteriore dei gocciolatoi (vedi dettaglio 43) ed abbassando così di qualche centimetro la parte superiore del lunotto. In questo modo le ruote si vengono a trovare all'estremità, azzerando lo sbalzo posteriore e favorendo -come già detto- la stabilità della vettura. La forma finale non entusiasmò Bertoni che continuò anche negli anni successivi a tentare di riprogettare la parte posteriore della DS, dopo di lui anche Henry Dargent e Robert Opron, suoi colleghi e successori, si impegnarono in questi tentativi di “restyling”, senza miglior successo. Alla fine, la parte posteriore varierà pochissimo nel corso della carriera della DS, divenendo un elemento caratteristico. Veicoli “D”, manuale di riparazione n°583-5, da settembre ‘67 © CDSCitroën IDéeSse InForma 29 - Dettaglio n°41 Dettaglio n°41 Parabrezza stratificato Dal settembre del 1964, Citroën propone in opzione un parabrezza denominato Triplex, si tratta sostanzialmente di un vetro stratificato, in grado di resistere ad urti anche importanti senza frantumarsi completamente, come accade ai vetri di tipo temperato. Il parabrezza Triplex verrà montato in serie su tutti i modelli Pallas e dall'anno successivo anche sulle DS21 Confort, dal settembre del 1973 il Super-Triplex, più spesso e robusto, rimpiazzerà il precedente stratificato. Una curiosità: sulle vetture costruite nello stabilimento di Forest, in Belgio, il parabrezza stratificato era prodotto localmente dalla Soliver a Jemeppe-sur-Sambre e si chiamava Lacetex. Logo “Lacetex” © M. Marini ID19, 1966 © M. Marini 21 IDéeSse InForma 29 - Dettaglio n°42 Dettaglio n°42 Finestrini La DS19 -l'abbiamo già dettoè stata per molti anni la vettura europea con la maggiore superficie vetrata. Oltre due metri quadri di vetro, permettono al conducente di vedere bene in ogni direzione: questo è un importante fattore di sicurezza. Tra le caratteristiche della Il sottile montante laterale © M. Marini Dal depliant “L’Aria e l’Acqua”, 1960 © CDSCitroën 22 DS, vi sono i finestrini “a giorno”, privi cioè di cornice. Il vetro scorre all'interno di guide fissate alla lamiera delle portiere e chiudendosi, negli ultimi millimetri di corsa, si accosta alla guarnizione fissata al telaio garantendo una buona tenuta all'acqua ed agli spifferi. I finestrini privi di cornice © M. Marini Frecce Fu Flaminio Bertoni a decidere di collocare le frecce posteriori al termine delle cornici del tetto. Come abbiamo visto sul dettaglio 40, durante la progettazione della DS si verificò l'esigenza di ridurre la lunghezza complessiva dell'auto, eliminando lo sbalzo posteriore. La rottura della linea laterale fu mirabilmente nascosta dallo stilista italiano grazie ai fianchetti posteriori che includendo le cerniere del cofano portabagagli, sostengono quelli che furono chiamati i “cornets des frites” ovvero i coni delle patatine, dalla forma dei cartocci nei quali si vendevano le patatine fritte agli angoli delle strade di Parigi. In Francia le ID hanno sempre avuto coni di plastica, montati sino alle ultime DSpécial, in Italia fu presto adottato il cornetto in acciaio inox altrove riservato alle DS. Nei primissimi anni di produzione il cono era in unico pezzo con il fianco della cornice del tetto, poi separato per semplificare manutenzione e produzione, sempre sulle prime DS, il cornetto era in plastica rossa trasparente e si illuminava all'azionamento dell'indicatore di direzione. La posizione delle frecce posteriori delle berline DS è senza dubbio la più favorevole quanto a visibilità, anche le cabriolet furono dotate di indicatori in acciaio e plastica arancio, disposti in cima ai parafanghi posteriori, subito dietro allo schienale del sedile posteriore. Coni delle frecce in unico pezzo con la cornice del tetto © M. Marini IDéeSse InForma 29 - Dettaglio n°43 Dettaglio n°43 Coni delle frecce separati dalla cornice del tetto © M. Marini Coni delle frecce in plastica Coni delle frecce in acciaio © M. Marini © Citroën Communication 23 IDéeSse InForma 29 - Dettaglio n°44 24 Dettaglio n°44 Carenatura L'aerodinamica particolarmente curata della Citroën DS, includeva anche la carenatura della parte inferiore del veicolo. Nel corso degli anni, questo rivestimento è stato più volte migliorato: nel 1962, per l'anno modello '63, fu rivisto completamente il muso della vettura: le prese d'aria dell'abitacolo furono spostate sotto ai fari anteriori, quelle dei freni invece vennero collocate nella parte inferiore della vettura, dove si apriva anche una grande bocca per il raffreddamento del motore. Nell'anno successivo venne aggiunta una griglia parasassi su quest'ultima finestra, mentre nel 1965, per l'anno modello ‘66, furono modificati i freni e le relative aperture che vennero maggiorate. L'arrivo del frontale “doppio faro” nel 1967 per l'anno modello 1968, non cambiò in maniera significativa la carenatura inferiore che venne leggermente tagliata per poter alloggiare il portatarga anteriore. DSuper5 Dalla brochure DS19 del ‘58 © M. Marini © CDSCitroën Carreggiata anteriore © CDSCitroën La carreggiata anteriore ovvero la distanza tra le ruote del medesimo assale- della DS19 è molto più grande di quella posteriore: un metro e cinquanta davanti contro uno e trenta dietro. L'ampia carreggiata anteriore (tra le più grandi al mondo in rapporto alla lunghezza del veicolo) sostiene la massa del gruppo propulsore-cambio ed aiuta a ridurre gli effetti della forza centrifuga, abbassando il baricentro del veicolo, la carreggiata posteriore più stretta riduce invece il raggio di sterzata e permette d'alleggerire la massa del veicolo. L’evidente differenza tra le due carreggiate © Citroën Communication IDéeSse InForma 29 - Dettaglio n°45 Dettaglio n°45 © CDSCitroën 25 IDéeSse InForma 29 - Dettaglio n°46 Dettaglio n°46 Bagagliaio Sul numero della popolare rivista francese Paris-Match dove in copertina campeggiava la nuova Citroën DS, è riprodotta una fotografia che ritrae la bella attrice italiana Gina Lollobrigida vicina al cofano posteriore della DS, in terra accanto a lei c'è un autentico catalogo di valige che trovano tutte posto nel capacissimo portabagagli della vettura. Cinquecento decimetri cubi, fondo regolare, piani che si incrociano a novanta gradi: tanto spazio per i tavolini pieghevoli da pic-nic cari ai francesi, per gli abiti e le valige dei turisti, per i campionari dei commessi viaggiatori. Il fondo del bagagliaio piuttosto profondo contribuisce a mantenere basso il baricentro del veicolo. Il bagagliaio della Break © Citroën Communication Brochure DS19/21, 1965 © CDSCitroën Foto quotata del 1955 26 Da Paris-Match dell’ottobre ‘55 © CDSCitroën IDéeSse InForma 29 - Dettaglio n°47 Dettaglio n°47 Serbatoio Per garantire una grande autonomia, le ID e DS montano un serbatoio per il carburante capace di contenere 65 litri di benzina, sufficienti a percorrere mediamente tra i 500 ed i 600 km. Il serbatoio della DS non è alloggiato posteriormente, dove abbiamo visto essere collocato il vano bagagli, si trova invece sotto al sedile posteriore, in un apposito compartimento sigillato da un coperchio in lamiera, posto anteriormente rispetto all'assale posteriore, in modo da comprendere anche questa massa all'interno del passo della vettura. In caso di urto molto violento, il serbatoio può svuotarsi sotto alla vettura, riducendo di conseguenza il rischio d'incendio. Serbatoio, dal catalogo ricambi n°519 ed. marzo ‘66 L’alloggiamento del serbatoio © CDSCitroën © CDSCitroën 27 IDéeSse InForma 29 - Dettaglio n°48 Dettaglio n°48 Correttore d’altezza Abbiamo visto che la sospensione idropneumatica di cui sono dotate le ID e DS Citroën permette di variare l'altezza del corpo vettura dal suolo. Tale regolazione avviene continuamente ed automatica- mente in funzione del carico che grava su ogni assale: sotto il peso dei passeggeri e dei loro bagagli, la vettura si abbassa. Le ruote di ciascun assale sono collegate tra loro per mezzo di una barra antirollio, quest'ultima ruota in un senso quando la vettura si abbassa sotto il carico e nell'altro quando l'auto viene alleggerita. Un correttore è fissato su ciascuna delle due barre ed agisce quindi indipendentemente su ciascun assale, aggiungendo o togliendo olio in pressione di ritorno serbatoio asta di comando cilindri di sospensione, sinché il livello della vettura non è stato ripristinato. L'altezza costante da terra influisce in maniera importantissima sull'aerodinamica della vettura: permette cioè di mantenere le medesime caratteristiche indipendentemente da quanto e come è stata caricata l'auto, evitando così pericolosi effetti di portanza che verrebbero determinati -ad esempio- da un carico posteriore importante e che alleggerirebbero eccessivamente l'avantreno, compromettendo la sicurezza. Tratto da “Piccola storia della sospensione” ed. 1963 © CDSCitroën arrivo liquido alta pressione pistoncino correttore d’altezza barra antirollio Tratto da “Hydraulique” ed. gennaio ‘65 28 © CDSCitroën Correttore d’altezza in sezione © M. Marini Profilo “La DS19 mi fu ispirata da un pesce”, disse Flaminio Bertoni in un'intervista. La forma “a goccia d'acqua” della DS non è casuale, è frutto degli studi del gruppo di lavoro di André Lefebvre che applicò alla vettura principi utilizzati in aeronautica. DS19 © Citroën communication Successivamente affinato, il coefficiente di penetrazione della prima DS è pari a 0,382; questo valore migliorerà nel 1962 con il nuovo paraurti e la carenatura anteriore inferiore ed ancora nel 1967, con l'arrivo del frontale a quattro fari, opera postuma di Flamio Bertoni che lo scolpì nel volgere di una mattina a suon di mazzate, plastilina e plexiglas. Un profilo bel calcolato permette contenere i consumi di carburante e di gestire intelligentemente la portanza della carrozzeria in velocità a tutto vantaggio della sicurezza. DS23 Dalla brochure “DS” del ‘64 © Citroën communication © CDSCitroën IDéeSse InForma 29 - Dettaglio n°49 Dettaglio n°49 29 IDéeSse InForma 29 - Dettaglio n°50 Dettaglio n°50 Paraurti arrotondata ad “U” rovesciata. Nel corso degli anni, le ID e DS hanno montato vari tipi di paraurti, realizzati in materiali diversi con fogge differenti, tutti accomunati dalla forma Le ragioni che hanno portato Citroën a scegliere questa sagoma sono fondamentalmente due: la prima -come abbiamo appena visto- è di natura aerodinamica, la seconda è pratica: con un muso arrotondato è molto più facile parcheggiare inoltre, in caso di urti leggeri è più facile deviare l'ostacolo verso l'esterno della vettura. DS21 Pallas ‘66 © Citroën Communication 30 DS20 Pallas ‘73 Pagina pubblicitaria, 1962 © M. Marini © CDSCitroën IDéeSse InForma 29 - Dettaglio n°51 Dettaglio n°51 Cinture di sicurezza Tutte le straordinarie caratteristiche di sicurezza della DS viste sinora, vengono completate dai punti d'attacco per le cinture di sicurezza. Citroën è tra i primi costruttori a prevedere gli ancoraggi per le cinture di sicurezza sui propri veicoli (sulla DS sono presenti dall'ottobre del ‘62) e ad adottarle di serie ai posti anteriori a partire dal 1970. © I. Paci © I. Paci © I. Paci © I. Paci © I. Paci 31
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