Aspetti sinergici fra personalità e depressione: uno studio psicometrico

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Aspetti sinergici fra personalità e depressione: uno studio psicometrico
Studi Sperimentali
Aspetti sinergici fra personalità e depressione: uno studio psicometrico
Synergic aspects between personality and depression: a psychometric study
RAFFAELE CIOFFI
Dipartimento di Scienze Bio-Mediche, Università G. d’Annunzio, Chieti-Pescara
RIASSUNTO. Sono stati proposti a un campione di 240 soggetti (anni 20-29) il Clinical Depression Questionnaire (CDQ) e
l’Eysenck Personality Inventory forma per adulti (EPIaf). Usando come referenti Boncori (1993), Comrey e Lee (1995), Kline (1997) e Kline e Barrett (1983), con un’analisi fattoriale esplorativa (con rotazione Varimax), si è esaminata la struttura
fattoriale dell’EPIaf e del CDQ (si sono calcolati i coefficienti di fedeltà). I risultati ricavati sembrano indicare che il fattore
di depressione del CDQ si correla con il nevroticismo dell’EPIaf.
PAROLE CHIAVE: Clinical Depression Questionnaire (CDQ), Eysenck Personality Inventory forma per adulti (EPIaf), analisi fattoriale.
SUMMARY. We administered a Clinical Depression Questionnaire (CDQ) and the Eysenck Personality Inventory adult form
(EPIaf) to a group of 240 subjects (aged 20-29). We used as references Boncori (1993), Comrey and Lee (1995), Kline (1997),
Kline and Barrett (1983), with a factorial explorative analysis (Varimax Rotation). We examined factor’s structure of EPIaf
and CDQ (the index of reliability was calculated). The results seem to indicate the validity of the multiple-answer – method
in all subjects, and the good correlation between depression (CDQ) and nevroticism (an EPIaf factor).
KEY WORDS: Clinical Depression Questionnaire (CDQ), Eysenck Personality Inventory adult form (EPIaf), factorial
analysis.
INTRODUZIONE
st sostengono che la logica di tale correzione è simile a
quella della scala K nel MMPI; ossia nel MMPI si possono aggiungere varie proporzioni di K alle cinque
scale cliniche che comprendono un’ampia componente d’ansia, in modo da aumentare la loro capacità discriminativa.
L’adattamento italiano dell’Eysenck Personality Inventory adult form (EPIaf) (2) è un inventario composto da 69 item suddivisi secondo tre grandi fattori: Nevroticismo (N), Estroversione/Introversione (E/I), Psicoticismo (P). Il test è stato messo a punto per gli adulti e, in base ai dati forniti dalle OS (1990) e su diretto
interesse di Eysenck, risulta essere molto affidabile.
Eysenck (3) imposta il concetto di personalità in un’ottica biologico-genetica associata, in sede sperimentale,
all’ipotesi fattoriale. La sua teoria si fonda su due tipologie di tratti. I primi, detti occasionali, sono stati temporanei della personalità, inquadrati in un’ottica di
Il Clinical Depression Questionnarie (CDQ) (1) nasce dall’esigenza di ottenere uno strumento raffinato
dal punto di vista psicometrico, facile da utilizzare e
valido e fedele nella misurazione della depressione. In
definitiva, si è strutturato un test con 36 item (raccolti
in un unico fattore), con l’opportunità di scegliere fra
tre alternative di risposta. Gli autori si accorsero che,
durante la selezione degli item, si andava formando un
fattore di ansietà, oltre a quello di depressione. Gli
item del fattore di depressione correlavano con il fattore d’ansia (r=.50). A tal riguardo decisero di introdurre un fattore di correzione. Tale fattore ha il compito di ridurre la correlazione fra depressione e ansia,
e quindi di garantire una maggiore veridicità del risultato del test; punteggi alti di questi item, quindi, stanno
a indicare un grado basso di ansietà. Gli autori del teE-mail: [email protected]
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Cioffi R
manifestazioni sporadiche, isolati nel tempo. I secondi,
invece, sono tratti strutturati in modo stabile: chiamati
anche tratti durevoli, da prendere in maggior considerazione quando si devono effettuare delle misurazioni
psicologiche.
Estroversione/Introversione (E/I): si tratta di un fattore di secondo ordine che tende a misurare l’integrazione nel sociale; nonostante si instauri dopo i sedici
anni, appare sufficientemente valutato anche nelle età
inferiori. Si è estroversi in quanto portatori di un “basso livello di eccitabilità” (3): tali soggetti saranno più
propensi a perseverare nella ricerca di nuove stimolazioni, al fine di un preciso soddisfacimento. Saranno
inoltre caratterizzati da: sguardo verso l’esterno, ricchezza d’impulsività e ricerca di molti contatti sociali.
L’introverso invece, possedendo un elevato livello
d’eccitabilità, tenderà a escludere dalla propria vita
un’eccessiva quantità di stimolazioni (probabili fonti
di turbamento). Le sue caratteristiche principali saranno quindi: ricerca d’introspezione, diffidenza verso dinamiche impulsive e amore per la vita quotidiana.
Nevroticismo (N): denominato anche fattore d’ansia, si scompone in amor proprio, letizia, disadattamento sociale, senso d’autonomia, ipocondria e senso di
colpa. L’amor proprio si caratterizza con un eccessivo
narcisismo, nel caso di punteggio alto, e con una notevole distrazione verso se stessi, se il soggetto totalizza
un punteggio basso. La letizia, fornisce una spiegazione sul grado di soddisfazione di se stessi e, conseguentemente, sulle caratteristiche più o meno gioviali della
persona. Nell’angoscia, persone che totalizzano un alto punteggio sono facilmente turbate dagli eventi; coloro che invece hanno punteggi medio bassi sarebbero
placidi e meno ansiosi. L’ossessività è caratteristica primaria di tale tratto, è l’eccessiva meticolosità nelle
azioni, uno scrupolo nel non riuscire bene nella vista
che spesso sfocia in sensi di colpa e una tendenza alla
disciplina spesso soffocante. L’autonomia è riconducibile alle caratteristiche dell’estroverso: soggetti con un
forte senso di autonomia sarebbero propensi a reazioni di contestazione forti nel caso si dovessero sentire
oppressi, hanno molta fiducia in se stessi e non accettano alcuna forma di sottomissione. L’ipocondria consiste nella tendenza ad avere sintomi psicosomatici e
nell’immaginare di ammalarsi. Il senso di colpa è caratterizzato da forti scrupoli di coscienza verso le azioni compiute e, più in generale, verso il vivere quotidiano (4).
Psicoticismo (P): preso in considerazione da Eysenck per ultimo (e l’adattamento italiano di tale test
da noi utilizzato ne è un esempio) è un tratto che si rintraccia in questionari psichiatrici oppure in test proiettivi; presenta a livello pratico alcune difficoltà: etero-
geneità dei risvolti caratterologici di cui è composto,
eccessiva attribuzione ai fattori biologici. La scala P, infatti, è composta di item più vari di contenuto, se paragonati a quelli delle altre due scale: punteggi alti indicherebbero impulsività, piacere per il rischio, sensibilità e altruismo scarsi, ostilità verso gli altri. Le domande riguardano due caratteristiche ben precise: la
tendenza paranoide (delirio di persecuzione) e certi
comportamenti antisociali propri delle personalità psicotiche (4).
METODO
Il campione consiste di 240 soggetti con età compresa fra i 20 e i 29 anni, in percentuale equivalente tra maschi e femmine. In realtà, si sono testati circa 260 individui (campionamento casuale, stratificazione in base all’iscrizione al corso di laurea in Psicologia, Università di
Urbino, raggruppamento per sesso e parificazione numerica dei due raggruppamenti ottenuti maschi/femmine); alcuni inventari consegnati non sono stati però presi in considerazione in quanto compilati non correttamente.
Per quanto riguarda l’analisi fattoriale, essa è partita
dalle ricerche seguenti. Kline (5,6) sostiene che lo Scree
Test di Cattell è sostanzialmente un comodo algoritmo
che, impiegato con matrici artificiali, ha dimostrato di
poter fornire il numero corretto di fattori; un tipico
Scree Test consisterebbe in un grafico degli autovalori e
delle componenti principali, il confine dei fattori da ruotare è segnato dal punto in cui la linea cambia inclinazione. Comrey e Lee (7), per quanto riguarda il metodo
delle componenti principali, affermano che esso ha lo
scopo di condensare una matrice di correlazione che
possa spiegare tutta la varianza, compresa quella d’errore. La prima componente principale spiega la massima
varianza, le successive vengono ordinate per misura.
Sempre secondo gli stessi autori la rotazione varimax
andrebbe scelta se una soluzione ortogonale produce
una struttura semplice in quanto la rotazione ortogonale, se è semplice, ha il vantaggio che le saturazioni fattoriali sono equivalenti all’analisi originaria, permettendo
di lavorare con fattori reali. Infine, Cioffi (4) ha dimostrato che la struttura fattoriale della versione junior
dell’inventario utilizzato in questa sperimentazione rimane pressoché invariata. Si è quindi utilizzato lo Scree
Test per dedurre il numero dei fattori da estrarre dagli
item di entrambi i test; tramite un’analisi fattoriale
esplorativa (metodo delle componenti principali e rotazione varimax) analizzare l’andamento degli item (e gli
eventuali loro spostamenti in virtù della modifica apportata). Infine, si sono correlati i fattori del-l’EPIaf e
del CDQ.
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RISULTATI
ospitare 25 item, con l’attuale campione i quesiti diventano 22 (coefficiente di fedeltà 0,31). I coefficienti
di saturazione sono compresi fra un minimo inferiore
a 0,3 per l’item 44 e un massimo di 0,61 per l’item 26
(Tabella 2).
Se si correlano i dati grezzi dei fattori (Tabella 3) si
ottengono risultati tutti inferiori allo 0,3: fra N ed E/I
si ha un valore negativo (-0,23), fra N e P uno positivo
debole (0,16) e fra E/I e P uno negativo debole (-0,22).
Per l’analisi fattoriale e della fedeltà CDQ, si nota
che sia lo Scree Test, sia gli autovalori, sia la percentuale di varianza spiegata dai fattori, consiglierebbero l’estrazione di 2 raggruppamenti di item sia per
quanto riguarda l’intero test (compreso il fattore di
correzione) (Figura 2) sia per i soli 36 item della depressione (senza fattore di correzione) (Figura 3) –
coefficiente di fedeltà totale: 0,54 per il test con il fattore di correzione, 0,52 per il test senza fattore di correzione.
Per quanto riguarda l’intero test (40 item), il primo
fattore ospita 22 quesiti (coefficiente di fedeltà 0,82). I
coefficienti di saturazione sono compresi fra un minimo inferiore a 0,3 per l’item 1 e un massimo di 0,67 per
l’item 18. Il secondo fattore, invece, ospita 18 item
(coefficiente di fedeltà 0,73). I coefficienti di saturazione sono compresi fra un minimo inferiore a 0,3 per
l’item 4 e un massimo di 0,61 per l’item 21.
Per quanto riguarda il test senza il fattore di correzione (36 item), il primo raggruppamento ospita 19
quesiti (coefficiente di fedeltà 0,79). I coefficienti di saturazione sono compresi fra un minimo inferiore a 0,3
per l’item 1 e un massimo di 0,67 per l’item 18. Il secondo fattore ospita 17 item (coefficiente di fedeltà
0,64). I coefficienti di saturazione sono compresi fra un
minimo inferiore a 0,3 per l’item 4 e un massimo di
0,64 per l’item 21.
Se si correlano i fattori della CDQ fra loro, si ottengono risultati interessanti: il coefficiente di correlazio-
Per l’analisi fattoriale e della fedeltà EPIaf, utilizzando la procedura psicometrica prima descritta, si
nota che sia lo Scree Test (Figura 1), sia gli autovalori, sia la percentuale di varianza spiegata dai fattori
(Tabella 1), consigliano l’estrazione di 3 raggruppamenti di item (Tabella 2) (coefficiente di fedeltà totale 0,81).
Mentre il primo fattore (N), secondo la versione originale del test, avrebbe dovuto ospitare 23 item, con
l’attuale campione i quesiti diventano 27 (coefficiente
di fedeltà 0,87). I coefficienti di saturazione sono compresi fra un minimo inferiore a 0,3 per l’item 7 e un
massimo di 0,70 per l’item 58. Mentre il secondo fattore (E/I), avrebbe dovuto ospitare 21 item adesso i quesiti diventano 20 (coefficiente di fedeltà 0,72). I coefficienti di saturazione sono compresi fra un minimo inferiore a 0,3 per l’item 28 e un massimo di 0,60 per l’item 66. Mentre il terzo fattore (P) avrebbe dovuto
10
9
8
7
Value
6
5
4
3
2
1
0
0
1
2
3
4
5
6
7
8
9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21
Number of Eigenvalues
Figura 1. EPIaf, Factor Scree Plot.
Tabella 1. Autovalori e percentuali di varianza spiegata dai possibili fattori estratti
EPIaf
Fattore
CDQ
senza fattore di correzione
CDQ
con fattore di correzione
Autovalore
% di varianza
Autovalore
% di varianza
Autovalore
% di varianza
1
8,94
12,96
8,98
24,94
9,56
8,94
2
4,90
7,10
2,09
5,80
2,16
4,90
3
3,82
5,53
1,74
4,83
1,82
3,82
4
2,22
3,22
1,53
4,24
1,68
2,22
5
2,03
2,94
1,34
3,72
1,37
2,03
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Cioffi R
Tabella 2. Matrici fattoriali ruotate (rotazione varimax, metodo delle componenti principali)* r<0,30
EPIaf
Item
N
E/I
CDQ - senza fattore
di correzione
P
Item
Fattore 1
CDQ - con fattore
di correzione
Fattore 2
Item
Fattore 1
Fattore 2
58
0,70
18
0,67
18
0,67
15
0,67
22
0,65
22
0,65
32
0,66
25
0,63
25
0,62
60
0,65
7
0,60
14
0,61
24
0,64
34
0,60
7
0,60
21
0,62
14
0,60
27
0,59
27
0,60
27
0,58
34
0,59
12
0,57
38
0,57
38
0,56
10
0,57
32
0,56
11
0,55
6
0,56
16
0,56
32
0,55
3
0,56
17
-0,53
17
-0,55
45
0,56
15
0,52
15
0,54
56
0,53
23
0,52
23
0,54
65
0,51
12
0,51
12
0,52
51
0,50
31
0,50
31
0,52
62
0,47
5
0,47
5
0,49
53
0,45
6
-0,41
2
0,45
48
0,41
35
0,36
6
-0,43
30
0,41
1
****
20
0,41
18
0,40
21
0,64
35
0,38
42
0,37
30
0,63
40
0,32
68
0,34
36
0,56
1
****
67
0,34
29
0,55
21
0,61
41
0,33
26
0,52
30
0,60
59
0,31
24
0,48
36
0,55
14
****
37
0,47
29
0,53
7
****
10
0,45
26
0,50
66
0,60
33
0,44
37
0,49
40
0,59
2
-0,43
39
0,47
31
0,58
28
0,42
24
0,47
54
0,57
8
0,38
33
0,45
35
0,56
16
0,36
10
0,44
8
0,56
3
-0,34
28
0,42
25
0,55
9
0,33
8
0,38
11
0,55
13
****
16
0,37
(continua)
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Aspetti sinergici fra personalità e depressione: uno studio psicometrico
(segue)
Tabella 2. Matrici fattoriali ruotate (rotazione varimax, metodo delle componenti principali)* r<0,30
EPIaf
Item
N
E/I
CDQ - senza fattore
di correzione
P
Item
Fattore 1
CDQ - con fattore
di correzione
Fattore 2
Item
****
9
0,34
4
Fattore 1
Fattore 2
13
0,52
4
0,51
3
-0,31
63
0,48
13
****
46
0,43
19
****
1
0,42
4
****
19
0,42
38
0,42
43
0,38
49
0,34
22
-0,33
16
****
26
****
64
0,61
39
0,59
17
0,56
20
0,49
61
0,49
34
0,45
50
0,44
5
0,44
23
-0,38
9
0,36
29
-0,36
36
-0,35
69
0,35
47
****
2
****
37
****
55
****
57
****
52
****
33
****
44
****
Coefficienti di fedeltà
0,81
0,87
0,72
0,31
0,51
.0,79
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83
0,64
0,53
0,82
.0,74
Cioffi R
Tabella 3. Correlazioni fra i fattori
11
10
CDQ con fattore di correzione
9
Fattore 1
8
Fattore 2
***
Fattore 2
-0,69
Value
7
Fattore 1
***
6
5
4
3
CDQ senza fattore di correzione
2
Fattore 1
Fattore 2
1
0
Fattore 1
***
Fattore 2
-0,67
0
1
2
3
4
5
6
7
8
9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21
Number of Eigenvalues
***
Figura 2. CDQ con fattore di correzione, Factor Scree Plot.
EPIaf
N
E/I
N
***
E/I
-0,23
***
P
0,17
-0,22
P
10
9
8
***
7
6
Depressione
E/I
P
Value
EPIaf-CDQ senza fattore di correzione
N
5
4
3
Depressione
***
E/I
-0,46
***
P
0,38
-0,37
2
1
0
***
0
1
2
3
4
5
6
7
8
9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21
Number of Eigenvalues
N
0,65
-0,17
0,22
***
Figura 3. CDQ senza fattore di correzione, Factor Scree Plot.
EPIaf-CDQ con fattore di correzione
Depressione
E/I
P
N
DISCUSSIONE
Depressione
***
E/I
-0,46
***
P
0,40
-0,36
***
N
0,62
-0,18
0,24
Per quanto concerne l’analisi fattoriale dell’EPIaf,
non si notano differenze sostanziali fra la versione originale del test e quella ottenuta, sempre a tre fattori,
con il campione attuale. I fattori confermano la loro
composizione primaria di item (tranne pochi e non significativi spostamenti di quesiti), conservano coefficienti di fedeltà paragonabili a quelli ottenuti dalle OS
(1990) e ospitano dei coefficienti di saturazione interessanti. L’analisi dei coefficienti di correlazione infine
propone delle riflessioni interessanti: fra N ed E/I esisterebbe una correlazione inversa (soggetti introversi
sarebbero anche maggiormente ansiosi; ciò non deve
però essere considerato come un valore assoluto), non
ci sarebbero forti correlazioni fra N e P e fra E/I e P
(soggetti ansiosi non è detto che debbano essere anche
instabili emotivamente, oppure soggetti instabili non è
detto che debbano essere per forza anche introversi).
***
ne fra i due raggruppamenti per l’intero test è -0,69 e
per i soli 36 item della scala di depressione è -0,67.
Se si correlano i fattori dei due test, si ottengono interessanti risultati. Per quanto riguarda il test EPIaf e
il CDQ senza fattore di correzione: fra N e D (depressione)=0,65; fra P e D=0,38; fra E e D=-0,46; fra N e
P=0,22; fra E e P=-0,37; fra N ed E=-0,17. Per quanto
invece riguarda la correlazione fra i fattori dell’EPIaf
e il test CDQ con fattore di correzione, fra N e D=0,62;
fra P e D=0,40; fra E e D=-0,46; fra N e P=0,24; fra P
ed E=-0,36; fra N ed E=-0,17 (Tabella 3).
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Aspetti sinergici fra personalità e depressione: uno studio psicometrico
Per quanto concerne l’analisi fattoriale esplorativa
del CDQ, sia nella versione con il fattore di correzione
sia con quella senza, sembra possibile estrarre due fattori ben correlati fra loro con coefficienti di saturazione
buoni e discreti coefficienti di fedeltà. Se si prendono in
considerazione i vari coefficienti, nel passaggio dalla
versione con il fattore di correzione a quella senza, abbiamo inoltre un loro omogeneo incremento. Dalla loro lettura, però, risulta difficile ricavarne un significato
ben preciso: questa difficoltà, unita assieme all’alto
coefficiente di correlazione dei due raggruppamenti
(che indicherebbe un’elevata probabilità di avere la
compresenza di entrambe le caratteristiche misurate
dai fattori nello stesso soggetto che risulti positivo per
uno dei due), potrebbe essere una valida giustificazione
a considerare il test come formato da un unico fattore
di depressione (come vuole la teoria sottostante).
Se si correlano i due test si ottengono dei valori interessanti: in entrambi i casi, i coefficienti di correlazione sono simili. La depressione sarebbe ben correlata con N e P (ansia e instabilità emotiva sarebbero comuni negli individui depressi), mentre avrebbe una
correlazione debolmente inversa con E (soggetti estroversi sarebbero forse meno tendenti a tale patologia).
Fra N, P ed E ci sarebbero correlazioni inverse: soggetti estroversi vanno meno incontro a instabilità emotiva e ansia. Infine, fra N e P si avrebbe una correlazione positiva: ansia e instabilità emotiva si riscontrerebbero frequentemente assieme nella stessa persona.
te da quello di personalità: il test CDQ appare indipendente dalla misurazione di tratti di E/I ma sembra coprire alcune aree di indagine relative al Nevroticismo. Ciò viene confermato soprattutto dal
fatto che la correlazione fra N e CDQ rimane alta
sia con considerando il fattore di correzione del test
di depressione, sia escludendolo. Il fattore N di Eysenck, quindi, risulta essere un raggruppamento
estremamente eterogeneo di item che, oltre alla variabile ansia, includerebbero anche quella di “tono
dell’umore”.
Questi risultati hanno, però, un valore scarsamente
rappresentativo in quanto prendono in considerazione
soltanto una parte del campione (con età compresa fra
i 20 e i 29 anni); a tal riguardo sarebbe necessaria una
sperimentazione su un campione più esteso per verificare la validità delle plurime alternative.
BIBLIOGRAFIA
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CONCLUSIONI
Dalle correlazioni prima descritte, si deduce che il
costrutto di depressione sembra essere indipenden-
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