Il Molise - Forche Caudine

Transcript

Il Molise - Forche Caudine
EDITORIALE
FORCHE CAUDINE
Associazione dei Romani
d’origine molisana
Ultimi giri di giostra?
Questo
giornale tende a far emergere “il Molise migliore”, cercando di
diffondere un’immagine positiva del territorio rispetto a quelle negative che,
di solito, monopolizzano la percezione all’esterno di questa terra. Siamo soliti
parlare, quindi, di ambiente, di cultura, di produzioni, di personaggi che
Newsletter dell’associazione onorano la nostra terra d’origine.
edita dal 1989
Tuttavia in questo particolare momento storico non possiamo ignorare lo stato
comatoso in cui versa la regione. Anche perché la nostra casella di posta
elettronica raccoglie quotidianamente grida d’allarme e richieste d’aiuto di
Giampiero Castellotti
cittadini dalle province di Isernia e di Campobasso.
presidente
Il Molise sarebbe potuto essere un’isola felice. Territorio piccolo, coeso,
turisticamente attrattivo. Vanta ottime produzioni agro-alimentari, tartufi in
Donato Iannone
primis. Ricco d’acqua. Pieno di menti eccellenti e di dinamismo lavorativo.
vicepresidente
Poca criminalità, nonostante sia circondato dalla terra dei Casalesi, Foggiano e
Cassinate. Bassa conflittualità sociale. Propensione al risparmio.
Gabriele Di Nucci
Ha avuto “il regalo” di una seconda provincia, Isernia, una delle poche in Italia
segretario
sotto i novantamila abitanti. Non a caso oggi tra le prime che si vorrebbe
cancellare. E’ stato coperto di denaro pubblico, compresi i tanti fondi europei.
Gianluigi Ciamarra
Ed ha beneficiato di un fiume di soldi dopo due terremoti.
Giovanni Scacciavillani
Nonostante tutto ciò – ed altro ancora – oggi la regione è in allarme rosso. I
presidenti onorari
principali rapporti economici (Bankitalia, Svimez, Caritas) rappresentano delle
continue sferzate: dati allarmanti dai principali insediamenti produttivi, tutti
Fabio Scacciavillani
in crisi (dall’industria tessile Ittierre all’alimentare Gam e non va meglio lo
presidente com. scientifico
zuccherificio, mentre la Fiat resta un’incognita); la filiera agroalimentare è in
----------------------------------forte sofferenza; il tasso di occupazione è in caduta libera (è al 47%, con un
Supplemento al sito
calo più che triplo rispetto al dato nazionale); la cassa integrazione è sopra la
www.forchecaudine.com
media. Addirittura il turismo, già sommesso, retrocede: meno 19% di presenze
testata giornalistica registrata
nell’ultima fotografia della Banca d’Italia. La sanità vive l’era dello
il 30 maggio 2008 (n. 221)
smantellamento.
presso il Tribunale di Roma
(già registrato il 9/1/90, n. 5
In Molise, tra l’altro, non sono presenti quei flebili segnali di rallentamento
come periodico cartaceo).
della recessione che cominciano a farsi vedere nel resto del Paese.
Direttore: Giampiero Castellotti Perché si è giunti a questo punto? La regione paga principalmente le folli
politiche di assistenzialismo diffuso che hanno spento qualsiasi spinta alla
WWW.FORCHECAUDINE.IT
produzione, all’innovazione, all’efficienza, allo sviluppo. Al “fare”. Chi ha la
[email protected]
pancia piena non si muove, recita un vecchio adagio. Il comparto pubblico è
------------------------------------- stato imbottito all’inverosimile, tra l’altro raramente con criteri di selezione
La Newsletter di Forche Caudine meritocratica, provocando evidenti fratture tra una classe di garantiti ed una
raggiunge 5.928 persone
in preda a sacrifici e sofferenze. Ciò sta accentuando anche il divario
(30% Roma, 30% Molise,
generazionale: la maggior parte dei giovani oggi non lavora, vive
20% resto d’Italia, 20% estero).
principalmente dell’assistenza di genitori e nonni (il salutare “risparmio” che
Inoltre numerose associazioni
preserva il piatto di mintra). Tantissimi ragazzi (e non solo) stanno
la inoltrano a loro volta
alimentando in modo massiccio le fila dell’emigrazione, con dati drammatici
ai propri soci.
anche rispetto alla media del Mezzogiorno. La Regione ha dilapidato risorse
pubbliche per mantenere in piedi carrozzoni inutili sia nell’area della
Per segnalazioni e
produzione industriale sia in quella turistica, ma anche tante aziende
cancellazioni,
partecipate che sono servite principalmente per pratiche clientelari.
anche in riferimento
Decenni di politiche miopi, campanilistiche, estemporanee hanno determinato
alla legge sulla privacy:
[email protected].
il vuoto nelle strategie di lunga pianificazione e di sviluppo.
Il recente rapporto sulle povertà, realizzato dalla Caritas Abruzzo-Molise in
La collaborazione è gratuita.
collaborazione con il professor Minardi dell'Università di Teramo, lancia
“Forche Caudine”
l’allarme principalmente per la nostra regione: il numero di persone che si
è realizzato per passione
rivolgono alla Caritas è in netto aumento ed è lo stato di disoccupazione a
e senza fini di lucro.
pesare maggiormente (il 67,7%), rispetto all’11,7% che ha problemi abitativi.
FORCHE CAUDINE – PAGINA 2
LA TESTIMONIANZA
Bojano: il dramma dell’azienda Gam
Vorrei
dire la mia sulla vicenda Gam, facendo una
premessa sostanziale. Ammetto di essere di parte, vivendo in
prima persona questo "dramma". Dramma, si, perché chi ci
sta dentro non lo vive come una questione di principio, ma
lo paga quotidianamente sulla propria pelle. Non sono certo
io a difendere la vecchia gestione clientelare... Non faccio
nomi ma cinque anni fa io parlai con qualche consigliere,
allora all'opposizione, dicendo di non dare più un centesimo
a chi quei soldi li utilizzava per tutto tranne che per
l'azienda.
Cosa è cambiato? Sono cambiate tante cose.
1) L'azienda non è più in mano ad un privato, bensì alla
regione;
2) Abbiamo un nuovo governo che, pensavo, avrebbe potuto
e dovuto dare un segnale discontinuità;
3) Viviamo una crisi profonda che non consente di avere
alternative;
4) L'azienda nel tempo è diventata un guscio vuoto,
spogliata di tutto, di ogni appetibilità. Tante scatole cinesi
costruite ad arte che impediscono, di fatto, una seppur
piccola speranza di vedere un privato interessato;
5) Molti dipendenti si ritrovano senza socialismo e senza
pensione, grazie alla brava Fornero.
Questa fase avrebbe avuto bisogno di un governo capace di
gestire il processo di fuoriuscita, che sono la prima ad
auspicare per il bene di tutti. Quello che manca è questa
capacità e lo dico con franchezza e senza secondi o terzi fini.
Altri potranno anche farci giochetti politici, io bado alla
sostanza e la sostanza mi dice che… .manca la sostanza,
mancano idee. La sostanza mi dice che i nostri maggiori
concorrenti si sono appropriati di tutti gli investimenti fatti
con anni di sacrifici di tutti i molisani e producono valore
aggiunto nelle loro regioni di appartenenza e noi stiamo col
culo per terra. Sì, perché questa filiera è stata costruita con
grandissimi sacrifici ed investimenti. Per dire, sapete quanto
costa un capannone?
Ora la situazione è questa: quell’azienda è chiusa senza
speranze e seppure si possa pensare a una ripresa passeranno
almeno cinque anni. Di questo bisogna prendere atto.
Quell'azienda aveva bisogno di continuità, di non
interrompere il ciclo produttivo. In buona sostanza io, da
molisana, mi sento presa per i fondelli. Perché?
Perché con la "scusa" di non fare più assistenzialismo si
sono buttati nel cesso anni ed anni di investimenti che
abbiamo pagato tutti, compreso i lavoratori, quelli seri,
quelli che hanno lavorato con passione, che ci hanno
creduto. Ora che l'azienda è della regione, cosa che non si
vuol comprendere, investire e rilanciare avrebbe avuto un
senso. Non assistenzialismo, ma investimento vero: come si
fa a non capirlo? Si continua a pensare alla vecchia gestione
che non c'è più, invece di capire che questo era un
patrimonio collettivo che doveva essere difeso e rilanciato,
specie dopo averci buttato tanti soldi negli anni passati.
Come è possibile non riuscire a far comprendere quale
grande opportunità di riscatto è stata persa?
Voi continuate a parlare di assistenzialismo io dico che era
un’opportunità di investimento: una nuova classe politica, il
privato rubaccino fuori dalle palle, un settore che non è in crisi,
milioni di investimenti già sul territorio.
Vi prego di non usare più quella orribile parola
“assistenzialismo”: è di una miopia assurda ed offensiva. Ed
è ancora più offensiva quando esce dalla bocca del
presidente di questa regione che ha avuto mandato ad
invertire la rotta ma che è incapace a dare i segnali. Se
permettete sono io che ribalto il concetto: qua di assistiti e
ben pagati ci sono solo i nostri amministratori di
maggioranza ed opposizione, tutti compresi. Sono mesi che
dico che un amministratore capace va pagato a peso d'oro,
perché produce benessere per tutti. Un amministratore
incapace non merita neanche un centesimo. E allora se
dobbiamo parlare di assistenzialismo si cominciasse da
loro.
Io non pensavo fosse arrivato il messia. Quello che mi
rendeva fiduciosa era il cambio. Il problema è che questi
scaricano le loro incompetenze e gridano al complotto. Ma di
grazia, quando stavano all'opposizione mica regalavano fiori
a Iorio, i complotti si combattono con la buona
amministrazione, con azioni concrete, non con i comunicati
stampa o il ricorso alla cassa integrazione .
Si sono dimostrati incapaci, ne prendo atto: ma quello che è
necessario è che ne prendano atto loro e si diano una
regolata, perché li paghiamo profumatamente.
L'unica operazione da fare, e andava fatta prima, era trovare
una nuova locazione per il macello, non far interrompere la
filiera che oggi non c'è più, e, immediatamente, uscire e
dare la gestione ad un privato che si sarebbe trovato.
Oggi i nostri allevamenti, i nostri investimenti sono
utilizzati da altri, danno lavoro alla vicina Campania e
valore aggiunto al nord. Che capolavoro hanno fatto. Si,
quei capannoni sono degli allevatori che hanno fatto
sacrifici ma sono stati anche finanziati: capito quanto
capitale abbiamo perso?
(Lidia Gasdia)
FORCHE CAUDINE – PAGINA 3
ARCHIBUGIO
Il sogno di una rifondazione morale
Basterebbe citare studi autorevoli
per sgonfiare i programmi fatti di slogan.
Basterebbero poche riforme responsabili
per limitare gli inevitabili effetti
della marginalizzazione mondiale
Litanie di slogan populistici. Da sinistra: diritti (di chi?),
redditi garantiti (a chi?), patrimoniali (per chi?) in nome
di presunta equità (ma le case a Capalbio sono incedibili).
Da destra: crociate antitasse, bonifiche da drogati e
immigrati (ma fa comodo il bengalese al negozio,
l’indiano nei campi e il rumeno al cantiere). Da destra e
da sinistra: fuoriuscite dall’euro (gestite dalla Banda
Bassotti?) in nome di una sovranità in realtà svenduta da
almeno due decenni. Del resto i cugini argentini con la
moneta sovrana s’è visto che fine stanno facendo.
Le sempre più numerose e noiose trasmissioni “politiche”
con nomi degni di un centro d’igiene mentale (manca
solo “Pus”), oltre a garantire le aperture di bocca ai soliti
teatranti della politica (con il canone pagato dagli
italiani), stanno ora scoprendo il filone dei paladini delle
“rivolte all’italiana”. Un variegato esercito di Masanielli ad
intermittenza che trova praterie di spazi per animare ogni
dibattito indegno di questo nome, Sarebbe davvero il caso
che tutta questa pletora di gente fosse sconfessata dalla
semplice lettura di qualche studio serio. Che nulla a che
fare con le ricerche sulle intenzioni di voto che ci
vengono propinati continuamente nel piccolo schermo.
Consigliamo i testi che trattano una delle questioni più
serie per pianificare il futuro: quella demografica.
Nel 2050 il peso della popolazione europea nel mondo si
ridurrà notevolmente: oggi incidiamo per il 7,7%, tra
meno di quarant’anni per il 5%. Con una popolazione
anziana dominante. Ciò corrisponderà ad un’inevitabile
crescita della marginalizzazione e del relativo
impoverimento. Recenti studi dell’Unione europea
parlano di un dimezzamento della nostra ricchezza nel
giro di quattro decenni: oggi, come europei, possediamo
il 29% di quella mondiale, nel 2050 saremo
probabilmente al 14%. Ciò anche a fronte del fatto che
siamo un continente con pochissime materie prime.
Gli investimenti in istruzione e ricerca dovrebbero quindi
costituire una priorità. Ma nel nostro Paese si va
esattamente nella direzione opposta, alimentando la
spesa parassitaria.
Anche per gli Stati Uniti il discorso è quasi analogo:
nello stesso periodo si assisterà, secondo le previsioni
dell’Unione europea, ad una contrazione della ricchezza
dal 26% al 18%, con il parallelo invecchiamento della
popolazione.
Trend analogo in Sud America: dall’8,6% all’8,1%.
Insomma, si registra la crisi strutturale del mondo
occidentale.
Ben diversa la situazione in Asia, l’unico continente che
registrerà un vero e proprio boom: l’attuale indice di
ricchezza al 24,4% dovrebbe raggiungere il 44,2%, con
una popolazione che resterà ben al di sopra della metà
dell’intero globo. Crescerà anche l’Africa: dall’attuale
6,2% al previsto 10,9%, con una popolazione che
passerà dal 13,9% al 20% di quella globale.
Queste rapidissime trasformazioni dovrebbero spingere
governanti seri ad attrezzarsi per limitare i danni e
ritardare gli effetti. Come? Ad esempio combattendo
seriamente la degenerazione della politica, che
determina uno sperpero inutile di denaro pubblico (cioè
di proprietà dei cittadini), e la conseguente distorsione
provocata in un’economia sempre più imbastardita e
parassitaria per le sistematiche occupazioni dei posti
chiave per nomina politica e non per merito. Basterebbe
che le direzioni dei partiti lanciassero un’azione di
moralizzazione e di controllo a tutti i livelli locali, ma ci
rendiamo conto che è fantascienza. Nel contempo
occorrerebbe chiudere davvero i tantissimi enti inutili,
cancellare le decine di migliaia di partecipazioni
pubbliche in carrozzoni clientelari, riformare il già
riformato (malissimo) federalismo mettendo vincoli di
bilancio alle amministrazione e un freno definitivo alla
moltiplicazione dei centri di spesa e di attivazione di
tasse. I fondi recuperati andrebbero “investiti” nel taglio
delle imposte e soprattutto nella ricerca o nell’edilizia
manutentiva (e non speculativa), insomma in settori
che rilancerebbero l’economia attraverso lavoro serio.
Strettamente legata dovrebbe essere attuata una
crociata anti-illegalità: lotta seria all’evasione fiscale, il
principale fenomeno di disuguaglianza sociale (chi
risulta senza redditi accede pure ai benefici del welfare,
sottraendoli a chi ne ha davvero bisogno), alla
criminalità organizzata, ai danneggiamenti ambientali
(abusivismo, rifiuti tossici, “grandi opere” inutili, eolico
selvaggio, ecc.).
Sognare, almeno quello, ancora non costa nulla.
FORCHE CAUDINE – PAGINA 4
(Pierino Vago)
IL CANE DA GUARDIA
“Onorevole” loquacità
Viaggio tra i parlamentari molisani:
il dalemiano Danilo Leva,
dalla Giustizia alle invettive ai grillini.
Dei molisani a Roma, seppur in genere a tempo determinato,
fa parte una piccola pattuglia di parlamentari. Più che altro un
drappello. Un numero assottigliatosi nella presente legislatura a
causa dei due molisani eletti all’estero che hanno utilizzato il
biglietto di ritorno al proprio Paese (Svizzera e Usa) e dell’eclissi
di Tonino Di Pietro e del suo paio di colleghi di origine
molisana. Come “Forche Caudine” siamo soliti monitorare
l’attività di questi corregionali attivi all’ombra del Cupolone.
Tra i neofiti ci soffermiamo oggi su un enfant prodige della
politica molisana, l’avvocato Danilo Leva (Pd), 35 anni, nato a
Roma, originario di Fornelli (Isernia). Non lo conosciamo in
modo approfondito, ma c’imbattiamo spesso nel suo
dinamismo in Rete, dove aggiorna irreprensibilmente il
calendario delle sue interviste ai giornali e delle apparizioni in
tv.
Dalle cronache molisane, particolarmente vivaci in termini di
biografie (ereditando pratiche di aggregazione sociale in bar,
parrucchieri e muretti), apprendiamo che il Nostro fa politica da
quando aveva 19 anni. Collezionando una lunga serie di
incarichi nelle strutture locali del partito, dalla segreteria della
Sinistra giovanile alla federazione pentra dei Ds fino a segretario
del Pd Molise, non mancando di sedere sugli scranni del
consiglio comunale di Fornelli, della Comunità montana del
Volturno e del consiglio regionale. Si vocifera di una battuta
dell’allora governatore Iorio: “Con lui a capo dell’opposizione
rimarrò governatore fino al 2050”, profezia tuttavia archiviabile
tra quelle sul baco del millennio o sulla fine del mondo.
Racconta Claudio de Luca su Termolionline: “Quando si originò
quella curiosa guerra civile con una porzione del suo partito,
cominciò a non essere più ‘compos sui’. Doveva indicare un
candidato-sindaco per il Comune di Termoli? Per lui il migliore
non poteva essere che il dottor Spagnuolo, vecchia e gloriosa
bandiera di Alleanza nazionale. Più tardi, dovendo indicare il
candidato alla presidenza dell’amministrazione provinciale di
Campobasso, impose Micaela Fanelli, data per vicina a Iorio
sino all’anno prima. Finì che il Comune costiero e l’ente
intermedio di via Roma a Campobasso ritornarono ad essere
appannaggio del centrodestra. Quando vennero indette le
“primarie”, il Nostro appoggiò un ennesimo soggetto politico,
proveniente dalle file avversarie; ma, almeno stavolta, con Paolo
Frattura fu più fortunato”.
Leva cita spesso Berlinguer e, per coerenza, è dalemiano.
Ha avuto onori quando è stato nominato responsabile giustizia
Pd, subentrando ad Andrea Orlando, nominato da Veltroni in
virtù del diploma di maturità scientifica. Un ruolo durato poco:
con Renzi ai vertici del partito, lo spoil system ha spodestato
Leva dopo appena qualche mese di gloria, premiando Alessia
Morani, marchigiana sua coetanea e collega forense.
Va detto, senza mezzi termini, che il dinamismo di Leva
sovrasta l’anonimato che ha caratterizzato l’esperienza
parlamentare di tanti molisani.
◄
Danilo Leva (Pd)
L’avvocato pentro sforna comunicati stampa come i versetti del
Corano, esprime opinioni su tutto, come d’altronde fanno i suoi
colleghi e richiede il gioco della politica nell’era delle nuove
tecnologie. Si scaglia contro i Cinquestelle per l’attacco a
Napolitano, appoggia l’indulto, si oppone alle liste bloccate. Ma
non sempre, come avveniva in passato, i comizi – per quanto
ridotti a slogan e lanciati da un pulpito virtuale – vengono
sottolineati da applausi.
Qualche giorno fa, quando i grillini hanno “animato” l’aula – in
modo non certo esemplare – per la triste vicenda di Bankitalia
(furbescamente abbinata al decreto sull’Imu), finendo per
bloccare i lavori della commissione giustizia, Leva ha
commentato su Facebook: “I nuovi fascisti sono arrivati in
parlamento”.
Le numerose reazioni, per quanto garbate, non sono state
all’acqua di rose: “Danì, i bersanini cercano di privatizzare
Bankitalia e i grillini urlano. Tu che faresti al posto loro? – scrive
Enrico. “Mi spiace, onorevole, ma non è proprio così...
l’accoppiata Bankitalia.Imu è vergognosa – aggiunge Rita.
“Danilo, avete regalato i soldi dei poveri cittadini alle banche –
sottolinea Riccardo. E Giovanni: “Danì, 7,5 miliardi di euro
regalati alle banche...sarebbe fascista ogni cittadino italiano
onesto”. E ancora: “E’ bello parlare con la pancia piena – attacca
Manuele. Luigi: “La sinistra è morta insieme alla Boldrini”. “I
fascisti non sono i grilli, ma tutti i partiti maggioranza e
minoranza che sono d’accordo ad aver messo Letta e
Napolitano al governo e come capo di Stato – è il commento di
Danilo.
E c’è chi va anche oltre. Domenico: “Era ora arrivassero se in
quel parlamento continuate a partorire porcherie alle nostre
spalle ben vengano fascisti comunisti e nazisti e chiunque e con
qualunque mezzo”. Angelo: “Magari ci fossero davvero i Fascisti.
Magari.”. E Marco: “Io li farei venire davvero i fascisti, e forse
anche di peggio”.
Onorevole Leva, noi crediamo che rispetto ad altri molisani che
hanno indossato casacche politiche lei certamente è più degno
di rappresentare la nostra gente. Tuttavia, con garbo, vorremmo
darle un consiglio: se è così attento a rendere pubblica l’agenda
delle sue interviste o apparizioni televisive, allo stesso modo
dovrebbe replicare a questi legittimi commenti, perché se uno
ha scelto di essere un personaggio pubblico dovrebbe
rispondere dei propri atti e delle proprie esternazioni anche al
proprio elettorato. A chi auspica il nazismo al potere, qualche
spiegazione andrebbe data. O no?
FORCHE CAUDINE – PAGINA 5
RAGIONANDO
Cultura del lavoro e imprenditorialità
Il mondo del lavoro, almeno dal 2008, è attraversato da una
crisi impressionante collegata ad un profondo malessere sociale,
i cui aspetti fondamentali sono quelli legati alla rigidità del
mercato, al forte ridimensionamento della produzione
industriale, all’elevata disoccupazione, soprattutto giovanile e
femminile, alla mancanza di una seria formazione professionale,
alla diffusione di attività gestite in nero, all'incapacità di
relazionare i tempi dell'occupazione produttiva con quelli
attinenti altre esigenze personali e familiari. Alcuni fenomeni
hanno peggiorato tale situazione: le tensioni legate all'enorme
accumulo del debito pubblico, la crisi finanziaria, con la
determinazione sempre crescente di spostare capitali
dagl'investimenti produttivi a quelli speculativi, l'assoluta
carenza del 1,26% del Pil come fondo assegnato in ricerca e
sviluppo, la mancanza totale di un razionale piano economico
nei diversi settori previsto a livello nazionale e regionale.
I risultati per l'economia italiana sono stati dapprima una
crescita sempre più modesta e poi, a partire dal 2012, una vera e
propria recessione che persiste in modo pesante, nonostante la
classe politica provi a convincere l'opinione pubblica che ci
sarebbero timidi segni di ripresa. Il deterioramento delle
condizioni di accesso al credito, una politica fiscale tra le più
elevate d'Europa ed il crollo del mercato immobiliare hanno
portato ad una forte caduta degl'investimenti delle imprese e ad
un problematico potere d'acquisto delle famiglie che secondo
l'Inps negli ultimi cinque anni sarebbe calato del 5,2%
Ciò che preoccupa non è solo la chiusura di molte aziende con
conseguente delocalizzazione della produzione industriale e la
diffusione crescente del lavoro non dichiarato ed irregolare, ma
il rischio che anche quelle che riescono a resistere rivedano i
livelli di produzione sempre più al ribasso con conseguente
contrazione della manodopera occupata.
È evidente che minori entrate fiscali, conseguenti alla
diminuzione del numero delle aziende, porteranno a più bassi
livelli di tutela del cittadino con una revisione del modello di
welfare che è già sotto pressione per talune disfunzioni strutturali
e per parecchie iniquità legate a trattamenti disuguali tra soggetti
appartenenti a diverse generazioni e ad attività differenti.
Il rapporto annuale della Banca d'Italia ci dà una fotografia
dell'economia regionale molisana fortemente recessiva con un
ridimensionamento delle attività economiche in tutti i settori
produttivi, il peggioramento della qualità del credito ed un forte
calo degl'investimenti nella produzione, nell'acquisto di abitazioni
e nella realizzazione di opere pubbliche. La leva fiscale ai massimi
livelli rispetto alle altre regioni e le politiche di contenimento della
spesa da parte delle amministrazioni locali hanno fatto il resto,
portando non solo all'aumento della disoccupazione, ma anche
alla contrazione del reddito disponibile delle famiglie.
Ci sono vie praticabili per uscire da un tale impasse? Noi
riteniamo di sì, a condizione che le soluzioni non si cerchino,
come purtroppo taluni fanno, nell'improvvisazione. Occorre
anzitutto definire con chiarezza le categorie antropologiche del
lavoro, tracciare una mappa delle attività possibili, dei bisogni
reali della popolazione, delle vocazioni territoriali, delle
situazioni di vantaggio, delle possibilità ambientali ed artistiche
e naturalmente delle richieste di mercato.
Tali studi analitici debbono portare all'elaborazione di un
piano di sviluppo regionale condiviso tra le classi dirigenti, le
forze politico-sociali ed ovviamente la popolazione.
La prima necessità, a nostro avviso, è quella d'intervenire in
famiglia e nelle scuole con un'opportuna opera di educazione
ad una cultura del lavoro visto non solo come capacità tecnica
di trasformazione e di creazione di prodotti, ma soprattutto
come abilità creativa capace di promuovere valore morale, di
stabilire relazioni costruttive con gli altri e di dare un senso
profondo all'esistenza. È evidente che in tale ottica a prevalere
non devono essere bilanci aziendali, profitti o altri fattori
economici, ma le esigenze della persona ed il rispetto
dell'ambiente con un orientamento alla sobrietà dei consumi.
In tale processo educativo occorre prendere coscienza della
necessità di costruire ed accettare lavori possibili, anche se
poco soddisfacenti, con l'impegno di attivarsi a migliorarli o
cambiarli in relazione alle proprie attitudini ed ai personali
interessi.
Una riqualificazione del lavoro non può prescindere poi da
alcuni elementi essenziali ineliminabili: promuovere il saper
fare e la creatività imprenditoriale con esperienze di alternanza
scuola-lavoro; riorganizzare eticamente il mondo finanziario
impedendo la speculazione selvaggia ed il profitto fine a se
stesso; rafforzare la ricerca scientifica e tecnologica per
realizzare prodotti di qualità; rendere la produttività
sostenibile e rispondente alle necessità sobrie ed essenziali
della popolazione; fare del merito la regola fondamentale di
assunzione; riorganizzare i tempi del lavoro rendendoli
funzionali alle necessità relazionali ed alla qualità della vita
degli esseri umani.
A quali attività dobbiamo pensare, infine, per uno sviluppo
razionale dell'economia molisana?
L'agricoltura, la zootecnia, il turismo ed i servizi sono a nostro
avviso i settori verso cui far convergere gli studi per una
programmazione in grado di dare un futuro occupazionale ai
giovani. Scommettere su prodotti di qualità elevata a prezzi
contenuti e diffusi con intelligenti operazioni di marketing
diventa il modo non per creare articoli di nicchia, ma beni
appetibili e desiderabili su larga scala in quanto garanzia di
benessere fisico e di appagamento del gusto e del senso
estetico. La ricchezza e la fertilità della terra, il patrimonio
culturale, artistico e paesaggistico possono dare un aiuto
enorme in tale direzione. Questo vuol dire escludere il
processo di industrializzazione? Niente affatto!
L'industria nel Molise può avere un ruolo importante, a
condizione che non abbia impatti invasivi e sia legata ad una
compatibilità ambientale, ma anche ad una produzione
funzionale ai bisogni reali della popolazione locale ed esterna.
Ovviamente le prospettive di crescita della nostra regione sono
legate a diversi tipi di agenzie di elaborazioni di idee, ma non
possono prescindere da un lavoro di ricerca condotto anzitutto
a livello universitario ed aziendale.
Ci sono molisani impegnati in tale direzione, ma davvero,
secondo noi, sono ancora pochissimi! Occorre lavorare presto e
bene per creare idee e renderle realizzabili.
(Umberto Berardo)
FORCHE CAUDINE – PAGINA 6
COMMENTI
Regione Molise:
i 50 anni? Un flop
Ho apprezzato molto la raffica di critiche apparsa su
primapaginamolise.it per come è stata (mal)concepita
la Festa per i 50 anni della Regione "nella quale - cito si è retoricamente celebrato tutto il futuro possibile
ma i giovani e la meglio gioventù sono stati esclusi col
paravento della sobrietà".
E ancora: "una passerella di gente resuscitata per
un'occasione mancata e bruciata per una celebrazione
diversa, più pop e più giovane. Né Rete, né Scuola".
Una celebrazione "autoreferenziale" in cui s'è visto "un
Molise che parla di futuro e non si rinnova nei nomi e
nelle forme".
Vedo in questa delusione la ribellione di una
generazione digitale di "ragazzi" (venti, trenta, perfino
quarantenni) contro la generazione dei cavalli a
dondolo, con le sue passerelle e i suoi riti
intramontabili di casta. E' un vero peccato che il
"ragazzo" Frattura abbia perso, non so se mal
consigliato,
questa
occasione
irripetibile
e
improvvidamente affidata ad altri, sicuramente
insensibili agli odierni risentimenti sociali e al nuovo,
rabbioso feeling partecipativo.
Non basta lavorare di cacciavite, bisogna puntare
meglio su questa generazione che chiede la banda
larga e deve accontentarsi delle larghe intese ma che
comunque vuole cambiare.
Ai miei tempi si chiamavano "galoppini", erano i
testimoni di Geova della politica, oggi possono essere i
veri, forse i soli agenti del radicamento nel territorio, e
questo territorio è oggi la Rete che diventa sempre più
vasta e non può fare a meno della loro creatività e del
loro impegno.
Nel 2008 Obama vinse le elezioni grazie a un network
(il famoso My.Bo) popolato di giovani followers
entusiasti.
Dunque cari ragazzi molisani, spiegateglielo bene a
quelli dei cavalli a dondolo. Ve lo dice uno vicino ai 90
anni che quando gli chiedono perché ama tanto il
Molise, risponde "perché sono sempre stato dalla parte
degli ultimi".
A proposito del 50º anniversario della Regione, calza
una frase della scrittrice portoghese Augustina Bessa
Luis, per la quale «a 15 anni si ha un futuro, a 25 un
problema, a 40 l'esperienza, ma prima dei 50 non si ha
una storia». E alla storia del prossimo mezzo secolo
non potrete che pensarci voi, cari ragazzi. Da subito.
P.S. Paolo Frattura vuol dare finalmente un vero nome
all'Auditorium di Campobasso ("un compitino a casa
per un'idea migliore"). Ne sono lieto, purché il
cambiamento non si limiti solo al nome. Quell'assurdo
e a quanto sembra indelebile "Ex Gil" richiama ai
giovani la marca di un detersivo, a noi vecchi gli anni
di un collettivo rimbecillimento giovanile.
(Giuseppe Tabasso)
Il tempo liberato
Viviamo in una società eccitata, accelerata, super tecnologizzata.
Una società che dichiara sempre più con insistenza che "non c'è
tempo". "Il tempo viene dal cuore", dichiara Momo nel romanzo di
genere fantastico dello scrittore tedesco Michael Ende pubblicato
nel 1973.
Il tema centrale del romanzo è quello del tempo e del modo in cui
esso viene impiegato nella società occidentale moderna. Attraverso
un simbolismo fantastico e immaginario, esso porta una feroce
critica al consumismo e alla frenesia del vivere moderno, che nel
suo progresso tecnologico e produttivo perde completamente di
vista l'obiettivo della felicità delle persone e della qualità della vita.
Il tempo rubato dagli uomini grigi agli abitanti della città è
un'evidente metafora dei piaceri che si ricavano dall'assaporare,
nell'attimo, le piccole cose belle della vita.
Dunque, la sorgente del tempo è il cuore come è anche la sede in
cui risiede. Il forziere che custodisce la gestione del tempo è
sempre il cuore. Come dire: c'è tempo per le cose che ci
interessano, per quelle che noi riteniamo utili, per le persone che
amiamo.
Il tempo fugge. Scivola via. Non basta mai. E guai a perderlo,
perché, si sa, non torna più. Poi, però, ci son posti dove passa
velocemente e dove molto più lentamente. A volte sembra non
passare proprio. Luoghi particolari, dove si è sempre alla ricerca di
un modo per ingannarlo, il tempo. Luoghi come il carcere, dove le
giornate iniziano presto e sembrano eterne, perché il più delle volte
non c'è davvero nulla da fare. Il tempo deve essere abitato,
utilizzato per il bene della persona. Occorre fare del tempo
un'opera d'arte come se fosse una materia prima di cui ciascuno
dispone. Nessuno ha tempo libero ma esiste certamente il "tempo
liberato" quello, appunto, che "nasce dal cuore". Il tempo che io
scelgo di liberare per dedicarlo alle persone o alle cose che per me
sono importanti.
Siamo all'inizio di un nuovo anno, per ciascuno di noi altri
trecentosessantacinque giorni a disposizione per il lavoro, per lo
svago, per gli impegni vari. Sembra che sia un tempo già
programmato, impegnato, imprigionato perché alcune situazioni
della vita hanno il diritto di prelazione assoluta, ma noi dobbiamo
imparare a liberare il tempo per poter donare il tempo liberato a
ciò che amiamo, che consideriamo prioritario o indispensabile. Ci
sono poi dei "fratelli più poveri" come la fede, le relazioni, il
volontariato per cui sembra che manchi sempre il tempo, invece in
questa direzione occorre far guardare e muovere i passi del nostro
cuore perché, deliberatamente, dedichiamo maggior tempo da
sottrarre alle futilità o semplicemente gerarchizzando gli impegni,
ma mai deve mancare il "tempo liberato", il tempo scelto per
donarlo alle cose e alle persone che non possono essere ignorate o a
cui non possiamo dedicare solo gli scampoli di tempo quando ci
sono. Le briciole del tempo non saziano nessuno ancor meno le
relazioni a cui si deve necessariamente dare lo spazio giusto e
necessario.
"La banca del tempo", che ognuno di noi possiede, ci permette di
staccare gli assegni delle ore e dei minuti da donare alle situazioni
di capitale importanza. Impariamo a mettere la firma sotto gli
assegni da staccare per donarli al "tempo liberato" da condividere.
Apriamo le saracinesche del cuore dove è custodito tutto il tempo
di cui disponiamo perché, ricordiamocelo: "il tempo viene dal
cuore!".
(don Benito Giorgetta)
FORCHE CAUDINE – PAGINA 7
PRIMOPIANO / LE TASSE
L’Imu per la seconda casa. L’immondizia.
Le bollette. I costi di manutenzione.
Talvolta annose questioni ereditarie.
La casa in Molise è sempre più un lusso:
si riducono le manutenzioni
e si moltiplicano i cartelli “vendesi”…
FORCHE CAUDINE – PAGINA 8
PRIMOPIANO / LE TASSE
Un salasso continuo. E’
praticamente infinita la saga delle
sigle che corrispondono alla
greppia dei balzelli pubblici: tra
Imu, Tares, Tarsi, Trisi, Iuc –
scusate le inevitabili inesattezze - è
difficile persino tenerne il conto.
Una scucitura di tasche che
s’abbatte soprattutto sui possessori
di seconde case, cioè sulle tante
persone d’origine molisana che
hanno conservato il legame, anche
affettivo, con il paese di famiglia
proprio grazie al possesso di una o
più abitazioni. Persone che in
qualche
modo
“aiutano”
a
legittimare
l’esistenza
di
un’amministrazione comunale in
centri al di sotto dei mille
residenti, cioè la maggior parte dei
Comuni molisani, o di qualche
servizio pubblico a beneficio delle
poche persone rimaste.
Le tasse alimentano
le fratture sociali
Tali costanti aumenti rischiano di
alimentare fratture sociali. Da una
parte ci sono i residenti, per lo più
anziani, che vivono sempre peggio
in luoghi resi più difficili e angusti
a causa del taglio dei trasferimenti
da Roma e dei salti mortali per far
quadrare i conti a livello locale.
Spesso sindaci e amministratori
diventano i veri “angeli custodi”,
specie dei piccoli centri, ad
esempio in occasione delle grandi
nevicate.
Dall’altra, però, ci sono i tanti
“villeggianti”, per lo più figli o nipoti
di persone originarie del posto, che
si
lamentano
dell’accentuata
differenza non solo tra aumento dei
costi (spesso ingiustificato) e
utilizzo temporale dei servizi, in
genere non più di un mese l’anno,
ma anche di standard qualitativi
non proprio da paese dell’Alto
Adige.
Perché,
in
sostanza,
aumentare
all’inverosimile,
ad
esempio, il servizio di nettezza
urbana che quasi sempre non è
nemmeno
porta
a
porta
e
soprattutto non differenziato?
Perché non quantizzarlo a peso,
come avviene nelle località più
avanzate del Nord Italia e del Nord
Europa, utilizzando ad esempio dei
lettori ottici su buste “ufficiali” da
acquistare nei negozi del posto?
Il nocciolo del problema il più delle
volte è analogo a quello nazionale:
per mantenere gli alti costi di
personale, quasi sempre eccessivo
rispetto alle reali esigenze, si tassa a
più non posso. Meglio se i balzelli
colpiscono quella grande fetta di
villeggianti che ritornano al paese
solo per qualche giorno, ma pagano
come se ci vivessero tutto l’anno.
Ad esempio Agnone, Bagnoli del
Trigno, Casacalenda, Castel San
Vincenzo,
Castelpizzuto,
Conca
Casale, Duronia, Filignano, Fossalto,
Frosolone,
Guglionesi,
Oratino,
Rionero
Sannitico,
Ripabottoni,
Ripalimosani, Salcito, Torella del
Sannio, Trivento,
Il rilevante aumento dei costi,
soprattutto per la nettezza urbana, sta
spingendo tante persone a volersi
liberare di case poco praticate: c’è
gente che manca nel paese d’origine
anche da molti anni. Tuttavia vendere
non è facile: soprattutto nei paesi
dell’entroterra si moltiplicano i cartelli
“vendesi”, ma di acquirenti nemmeno
l’ombra.
Che fare? Comparirà qualche tassa per
le
demolizioni,
essendo
state
ripristinati anche i balzelli per le
donazioni?
Edilizia in crisi:
stop alle manutenzioni
A tutto ciò si sommano le ricadute in
ambito immobiliare. Mentre si
continua a consumare territorio per
nuovi edifici, in genere per uso
proprio da parte di chi ne
commissiona
la
costruzione,
parallelamente il mercato è fermo
perché
il
risanamento
e
la
riqualificazione del capitale edilizio
esistente
resta
una
chimera:
l’emigrato investe sempre meno nella
casa al paese d’origine, limitando
anche
gli
interventi
di
manutenzione.
Eppure
sul
fronte
del
consolidamento antisismico e del
recupero
energetico
dovrebbe
passare gran parte di quella “green
economy” di cui tanti politici si
riempiono la bocca.
Con quali soldi?
■
Nettezza urbana:
aumenti insostenibili
Le aliquote dell’Imu confermano
questa prassi: sono più alte proprio in
quei paesi che registrano un alto
numero di “emigrati”.
FORCHE CAUDINE – PAGINA 9
PRIMOPIANO / LE TASSE
Si scrive casa, si legge bancomat
Gli immobili un tempo costituivano i beni-rifugio per una famiglia.
Oggi, grazie alle tasse, sono il sicuro salvadanaio per i boiardi di Stato.
L’enorme crescita del peso fiscale
sulle case, per lo più per
salvaguardare i benefici di un
apparato pubblico tra i più
parassitari d’Europa, colpisce il
bene-rifugio per antonomasia
degli italiani. Nel nostro Paese
quattro cittadini su cinque sono
infatti proprietari di almeno
un’abitazione, frutto di sacrifici
condotti lungo intere esistenze e
classi generazionali.
Per decenni numerosi padri di
famiglia hanno materialmente
costruito case per loro stessi e per
i figli: è stato questo, ad esempio,
il principale obiettivo di tanti
emigrati all’estero, ma anche in
giro per l’Italia. Moltissime
persone d’origine molisana hanno
ereditato case “al paese” da
genitori e nonni o da avi più
lontani, raccogliendo lì anche
importanti pezzi di memoria
storica familiare e comunitaria.
La tassa sulla casa, il più delle
volte, rappresenta una doppia
imposizione fiscale: la costruzione
o l’acquisto di un’abitazione sono
state realizzate con soldi già
tassati dallo Stato: un conto sono i
servizi, un altro il possesso di un
bene. Analogamente lo Stato
riempie sempre più di balzelli
anche
la
successione
nella
proprietà di un immobile, nonché
l’acquisto o la costruzione di un
appartamento o di un intero
edificio.
La casa utilizzata come sicuro
bancomat dai boiardi di Stato per
racimolare soldi colpisce la
stragrande maggioranza degli
italiani. Si salva soltanto chi opera
nell’illegalità, cioè quel nutrito
esercito di proprietari di casefantasma, ossia non dichiarate al
fisco,
soprattutto
nel
Mezzogiorno: quindi pagano gli
onesti e ne beneficiano i disonesti.
Foto Comune di Jelsi (Cb)
La supertassazione produce altri
danni sociali: alimenta la crisi
edilizia, con ricadute anche nei
tanti comparti affini, determina
disoccupazione
e
genera
deprezzamento degli immobili,
quindi
della
ricchezza
delle
famiglie, che è poi la ricchezza del
Paese.
A causa dell’alta tassazione, inoltre,
sempre meno gente investe negli
immobili per metterli a rendita
attraverso gli affitti, paralizzando di
fatto il mercato: anche su questo
fronte, la fiscalità immobiliare sulle
locazioni regolarmente registrate è
sempre meno equa ed equilibrata.
Così si alimenta “il nero”: secondo
una recente indagine, soltanto nella
Capitale le locazioni irregolari, cioè
senza contratto, superano di gran
lunga
la
metà
degli
affitti,
sottraendo risorse al fisco.
La drammatica emergenza abitativa,
che sta facendo lievitare gli sfratti
per
morosità
con
tutte
le
drammatiche
conseguenze,
scoraggia l’affitto e spinge a
soluzioni furbesche, spesso ai limiti
della legalità.
Parallelamente le condizioni di
mercato rendono sempre più
difficile affittare un appartamento.
Con l’attuale normativa fiscale oggi
in
vigore,
salvo
l’intelligente
intervento sulla riduzione dal 21 al
15 per cento del balzello sui canoni
concordati, il ricavato dai canoni
d’affitto viene assorbito da tasse
statali e locali mediamente per ottonove mesi, comprese le spese
condominiali extra che spettano al
proprietario.
La demagogia della politica che
propone risparmi modesti sulle
abitazioni principali, finisce per
tartassare
ingiustamente
un
patrimonio spesso infruttifero.
La normativa presenta poi altre
incongruenze.
Sul
fronte
degli
immobili
strumentali,
le
associazioni
di
categoria denunciano il fatto che la
casa data in affitto non è considerata
alla stessa stregua di un capannone
artigianale o industriale e godere
degli stessi vantaggi.
Ci si domanda poi perché vi debbano
essere differenze di trattamento tra la
casa in vendita sul mercato a seconda
che sia stata costruita da un
immobiliare
o
dallo
stesso
committente o non sia di recente
costruzione.
Ancora: la casa data in comodato al
figlio paga il massimo dell’aliquota.
Altra assurdità è l’obbligo di pagare
l’Irpef anche sui canoni non riscossi.
Infine la riforma del catasto si
preannuncia come il prossimo
salasso:
non
s’interviene
per
perequare ma per aumentare la
pressione fiscale.
■
FORCHE CAUDINE – PAGINA 10
PRIMOPIANO / LE TASSE
BUONA POLITICA
Ma al Nord ci sono Comuni
che pagano l’Imu per i cittadini
Mentre in Molise la maggior parte dei
Comuni spreme le tasche dei cittadini,
compresi quelli che vivono altrove, nel
Nord ci sono amministrazioni comunali
oculate che utilizzano i propri utili per
annullare le tasse.
E’ il caso di Santa Lucia di Piave (Treviso).
Qui il Comune ha pagato la mini-Imu per i
suoi duemila contribuenti, spendendo circa
166 mila euro che il sindaco, d'intesa con la
giunta, ha deciso di destinare a tale scopo
dal bilancio comunale, vista l’ottima
gestione e la disponibilità di cassa.
Il governatore veneto Zaia ha approfittato
del gesto per una dichiarazione: “Mini Imu,
Tasi, Iuc, ogni giorno nuove sigle e nuove
imposte, tanto per dimostrare che la
fantasia impositiva dei governi resta sempre
straordinaria. Si continua a tassare due
volte i contribuenti come nel caso della
casa: prima con l'Irpef e poi con l'ennesima
fantasia tributaria in cui Roma è specialista.
Tra tagli, caos delle scadenze, aggravi,
impossibilità di garantire servizi vitali
anche quando il comune è virtuoso, norme
che si contraddicono, governare è diventato
impossibile”.
Altri esempi virtuosi: nella celebre San
Gimignano (Siena), la città delle torri,
niente mini-Imu grazie ad “una oculata
politica di bilancio”, come sottolinea
orgoglioso il sindaco Giacomo Bassi che ha
addirittura abbassato l'aliquota Imu allo
0,30. Stessa aliquota di una città capoluogo,
Mantova. Altre città capoluogo con aliquote
basse sono tutte al Nord: Biella allo 0,37,
Pordenone allo 0,38, Trieste allo 0,39. Tante
allo 0,40: Aosta, Bergamo, Bolzano, Como,
Cuneo, Ferrara, Gorizia, Imperia, La Spezia,
Lecco, Lodi, Monza, Padova, Savona,
Sondrio, Trento, Treviso, Udine, Venezia e
Vicenza.
Tutto ciò mentre ci sono 2.398 Comuni che
hanno alzato l'aliquota Imu per la prima
casa a 0,45, 0,5 o a 0,6 per recuperare altro
denaro.
Se il problema degli emigrati riguarda
soprattutto l’Imu, a causa delle seconde
abitazioni e dei terreni, in Molise non
mancano casi virtuosi per i residenti. Ad
esempio a Guglionesi non s’è pagata miniImu, grazie al rispetto del patto di stabilità,
come evidenzia il sindaco Bartolomeo
Antonacci.
Ma il caso più originale è a Solarino, in
provincia di Siracusa: niente Tares ai
cittadini che adottano un cane randagio.
LE ALIQUOTE IMU
(seconda casa)
Comune
Campobasso
Termoli
Isernia
Venafro
Bojano
Campomarino
Larino
Montenero di B.
Riccia
Guglionesi
Agnone
Trivento
San Martino in Pens.
S. Croce di Magliano
Cercemaggiore
Petacciato
Ferrazzano
Frosolone
Vinchiaturo
Ripalimosani
Montaquila
Baranello
Portocannone
Campodipietra
Ururi
Sesto Campano
Pozzilli
Monteroduni
Casacalenda
Mirabello Sannitico
Colletorto
Sepino
Fornelli
Sant'Elia a Pianisi
Macchiagodena
Jelsi
Palata
Montefalcone
Castelmauro
Castelpetroso
Pesche
Bonefro
Oratino
Fossalto
Toro
Gambatesa
Pietracatella
Montecilfone
Carovilli
San Giacomo
Colli a Volturno
Busso
Sant'Agapito
Spinete
Cerro al Volturno
Mafalda
Rotello
Petrella Tifernina
Carpinone
Rionero Sannitico
Guardialfiera
Montagano
Matrice
S. Giuliano di Puglia
Rocchetta a Voltur.
Miranda
abitanti
50.916
32.873
22.150
11.535
8.175
7.208
7.095
6.781
5.503
5.411
5.323
4.907
4.877
4.727
4.043
3.656
3.345
3.248
3.185
2.980
2.501
2.806
2.574
2.569
2.496
2.419
2.350
2.319
2.236
2.165
2.145
2.041
2.005
1.970
1.877
1.842
1.788
1.678
1.661
1.649
1.595
1.544
1.529
1.526
1.513
1.502
1.479
1.460
1.430
1.428
1.409
1.405
1.397
1.384
1.363
1.308
1.257
1.245
1.225
1.174
1.167
1.155
1.114
1.094
1.080
1.070
II casa
10,6
10,0
10,6
10,6
7,6
9,8
7,6
9,0
7,6
9,6
9,6
10,6
9,6
7,6
8,0
7,6
7,6
8,1
7,6
9,6
7,6
7,6
9,6
7,6
7,6
7,6
7,6
7,6
10,0
7,6
8,6
7,6
9,6
7,6
7,6
9,6
8,6
7,6
7,6
8,5
7,6
7,6
10,6
10,0
8,1
7,6
7,6
7,6
7,6
8,6
7,6
7,6
7,6
7,6
7,6
8,0
7,6
7,6
7,6
10,6
7,6
7,6
7,6
7,6
7,6
7,6
San Giuliano del S.
Castropignano
Roccamandolfi
Tufara
Macchia d'Isernia
Capracotta
Civitanova del S.
Campolieto
Pescolanciano
Gildone
Roccavivara
Belmonte
Limosano
Tavenna
Pietrabbondante
San Massimo
Colle d'Anchise
Torella del Sannio
Poggio Sannita
Bagnoli del Trigno
Scapoli
Guardiaregia
Sessano
Lucito
Vastogirardi
Cantalupo nel S.
Forlì del Sannio
Longano
Filignano
S. Felice del Molise
Acquaviva Collecr.
Cercepiccola
Salcito
Morrone
S. Maria del Molise
Campochiaro
S. Giovanni in Galdo
Macchia Valfortore
Castellino del B.
Monacilioni
Roccasicura
Casalciprano
Montenero V. C.
Castel S. Vincenzo
Ripabottoni
Lupara
Civitacampomarano
San Pietro Avellana
Pettoranello
San Polo Matese
Montorio Frentani
Acquaviva d'Isernia
Montemitro
Duronia
Montelongo
S.Angelo del Pesco
Castelbottaccio
Castel del Giudice
S.Angelo Limosano
Pizzone
Pescopennataro
Chiauci
Sant'Elena Sannita
Pietracupa
Conca Casale
San Biase
Molise
Castelpizzuto
Castelverrino
Provvidenti
1.065
1.044
1.003
1.000
982
959
952
950
890
884
875
843
843
827
822
818
813
801
795
784
776
765
763
763
762
756
740
739
728
708
697
697
695
666
660
647
639
638
613
600
587
579
575
561
553
553
545
539
481
478
474
464
460
442
398
370
363
355
349
329
310
273
260
234
218
212
164
161
138
128
7,6
7,6
7,6
7,6
7,6
7,6
7,6
8,0
7,6
7,6
7,6
7,6
7,6
9,0
7,6
8,6
7,6
8,6
7,6
9,1
7,6
7,6
8,6
7,6
7,6
8,0
9,0
7,6
10,6
8,5
7,6
7,6
9,0
7,6
8,8
7,6
7,6
9,0
7,6
7,6
5,0
7,6
7,6
9,6
9,6
7,6
7,6
7,6
7,6
7,6
10,6
7,6
7,6
9,0
8,6
8,6
7,6
9,0
9,6
7,6
7,6
7,6
9,6
7,6
10,6
7,6
7,6
10,6
7,6
8,6
Ci scusiamo per eventuali errori,
addebitabili alle fonti ufficiali consultate.
FORCHE CAUDINE – PAGINA 11
Sono 100mila in Molise
Seconde case:
2014, tasse medie
per duemila euro
Sulle circa 6 milioni e mezzo di
seconde case (stima Sole24Ore),
di cui oltre centomila in Molise,
graveranno d’ora in poi ben tre
imposte: Imu, Irpef e Service
Tax.
Tra le novità del 2014, il fatto che
le seconde case che non sono
abitazioni principali e non sono
concesse in affitto saranno
nuovamente gravate dall’Irpef.
L’imposta andrà calcolata dalla
rendita catastale che andrà
rivalutata e che si sommerà
all’imponibile.
Secondo stime attendibili, un
appartamento
con
rendita
catastale di mille euro andrà a
pagare 1.300 euro di Imu, circa
200 di Irpef e probabilmente tra i
300 e i 400 di Service tax, per un
totale che sfiorerà i duemila
euro.
Se la casa è vuota, cioè non è
affittata, come nella maggior
parte dei casi di seconde
abitazioni in Molise, il conto sarà
ancora più salato.
A tale conto vanno aggiunte le
addizionali regionali e comunali
sull’imponibile
Irpef,
cioè
qualche altra decina di euro in
più.
Per fare un raffronto immediato,
per un casa di circa 70 metri
quadrati, cioè lo standard, l’Ici
era di circa 500 euro, mentre
l’Imu è arrivata a 1.400 euro,
quasi triplicata.
Un salasso senza precedenti e
senza raffronti nella maggior
parte dei Paesi mondiali.
Rimangono
inoltre
tante
incongruenze legislative. Ad
esempio, paga tutto anche chi la
seconda casa l’ha concessa in
comodato gratuito a parenti o
figli.
C’è poi il caso di chi ha residenza
e dimora diverse: in questo caso
deve pagare l’Imu come seconda
casa, pur non avendo la prima.
E c’è qualcuno che propone la
patrimoniale: ma questa cos’è?
PRIMOPIANO / LE TASSE
Parla Luigi Reale, molisano da anni nel Regno Unito
Italiani all’estero: voti e balzelli
"Il ministro degli Esteri Bonino in una sua dichiarazione rilasciata a La7
circa il voto degli italiani all’estero propone l'abolizione della circoscrizione
estero, sulla base del principio, secondo cui i cittadini devono potere
eleggere i propri rappresentanti solo là dove pagano le tasse.
Ministro Bonino, gli italiani all’estero che hanno diritto al voto non sono
quei 70 milioni oriundi molto lontani da lei e dalle sue analisi, ma solo circa
4,5 milioni di coloro che sono iscritti all’anagrafe consolare (Aire), che
hanno legami molto stretti con lo Stivale".
Da Bedford dove risiede da anni, il molisano Luigi Reale, originario di
Ferrazzano, commenta le dichiarazioni rilasciate dal ministro Bonino.
Gli iscritti all’Aire, ricorda Reale, "pagano ed hanno sempre pagato tutte le
tasse sia all’estero sia in Italia. Moltissimi di loro hanno proprietà nel
Belpaese e pagano l’Imu e la tassa sui rifiuti (Tares), per dirne solo due. Sono
in un regime di discriminazione rispetto agli altri italiani su questo fronte.
La stragrande maggioranza paga la prima casa in Italia come seconda;
pagano tutti, quasi per intero la tassa sui rifiuti, come se ci abitassero
permanentemente; pagano tutti i canoni e costi fissi per dodici mensilità:
elettricità, acqua, telefono fisso, canone tv, gas, ecc. Riguardo invece agli
altri italiani, che non hanno proprietà in Italia ma solo all’estero, - aggiunge
Reale – il ministro Bonino dimentica che c’è un trattato firmato dall’Italia
stessa sulla doppia imposizione fiscale, che non lede per nulla il diritto di
nazionalità. Visto il quadro, è veramente irritante sentire da un ministro
della Repubblica, allusioni sulle tasse che dovrebbero pagare gli italiani nel
mondo per avere diritti costituzionali; è strumentale e disinformativo".
Risponde Michele Petraroia, vicepresidente del Molise
“Affronteremo la questione”
In riferimento al delicato tema sollevato dai Molisani residenti all’estero o
in altre regioni italiane circa il pagamento delle imposte sulla casa, grazie
all’attività istruttoria condotta dal dirigente del Servizio per i Molisani nel
mondo che ha individuato più soluzioni e diverse opzioni attivabili dai
Comuni per alleviare il carico fiscale sui cittadini interessati, sollecito l’Anci
a coordinare delle riunioni di approfondimento tecnico da tenersi anche con
l’eventuale ausilio delle strutture della Regione Molise per esaminare la
materia in oggetto.
Il Molise conta tre residenti all’estero o in Italia per ogni residente sul
proprio territorio, se si considera anche la prima emigrazione, e si trova ad
essere l’unica regione italiana che ha perso abitanti rispetto a ogni
censimento pregresso a partire da quello del 1861 fino al 1911 e al 1951 in cui
superava 400 mila persone.
Indurre i nostri emigranti, i loro figli o i loro nipoti, a disfarsi della casa di
proprietà nel proprio paese di origine per via di imposte eccessive, è un
errore storico, un danno economico e uno schiaffo ai sacrifici di diverse
generazioni di molisani.
Pur comprendendo la drammatica situazione finanziaria dei comuni è
auspicabile individuare una soluzione che recepisca le sollecitazioni dei
Molisani nel mondo e aiuti la nostra comunità a salvaguardare i legami
sociali, culturali, storici e identitari con i propri residenti all’estero e in altre
regioni italiane.
FORCHE CAUDINE – PAGINA 12
PRIMOPIANO / LE TASSE
IL COMMENTO
La politica come
rapina legalizzata
di FABIO SCACCIAVILLANI
economista
Per raggiungere il successo economico esistono due
strade.
La prima consiste nel creare valore attraverso
prodotti o servizi innovativi, o nell'implementazione
di metodi più efficienti o ancora nel combinare l'uso
di risorse in modo più ingegnoso ed efficace a
vantaggio dei clienti. E' una strada che richiede
applicazione,
studio,
intelligenza,
rinunce,
determinazione, inclinazione al rischio.
La seconda strada è più semplice: consiste
nell'appropriarsi del frutto di sforzi e sacrifici altrui.
Il furto, la rapina e il saccheggio sono metodi rozzi.
Invece la politica consente ai ladri di ottenere
cospicui bottini azzerando il rischio di finire in
galera. Basta legalizzare la sottrazione.
La Grande Rapina Legalizzata (GRL) è ormai
l'attività principale per i politici di mestiere, ma ha
coinvolto, a vari livelli, coloro che sono riusciti ad
imbastire scambi con il potere politico o intrecci
corporativi: dalle banche ai sindacati, dai manager
pubblici agli ordini professionali, dai burocrati ai
baby pensionati.
Per la GRL al posto di pistole e grimaldelli si sono
imbracciati strumenti eminentemente retorici,
sparando raffiche di concetti vacui (in quanto
ognuno li interpreta a suo piacimento) come equità,
redistribuzione, servizi sociali, welfare, politiche
keynesiane,
stimolo
alla
domanda,
imprese
pubbliche, banche di sistema, politica industriale e
via turlupinando.
Come insegnano nei bassifondi, la riuscita del colpo
richiede complicità sul territorio e manovalanza
spicciola. A questo fine si distribuiscono le briciole
del maltolto ad una pletora di questuanti disposta a
vendersi al peggior offerente. Nel gergo giudiziario si
definisce "voto di scambio".
La GRL è stata l'unica industria in continua crescita
in Italia, consentendo l'accumulazione di fortune
individuali a chi non ha mai studiato, generato
valore, fatto sacrifici o lavorato in attività utili al
prossimo.
Questa industria però a lungo andare ha di fronte un
limite: il maltolto non può superare il valore
prodotto, decurtato dal necessario per far
sopravvivere gli onesti. Temporaneamente questo
vincolo può essere violato ricorrendo al debito, sia
pubblico (ad esempio in Italia e Grecia) che privato
(ad esempio in Usa, Regno Unito, Spagna, Irlanda),
poi la logica e l'aritmetica riprendono il sopravvento.
◄ Fabio Scacciavillani
La crisi globale che attanaglia il mondo sviluppato
rappresenta il capolinea di questa spoliazione su
vasta scala, i cui fondamenti si sono consolidati in
oltre quarant'anni di ossessivo indottrinamento: i
gonzi che venivano spogliati applaudivano ai
concerti di tromboni e di trombette sulla retorica
dello stato sociale (che i gonzi hanno visto forse in
cartolina).
La crisi in Italia ha accelerato una corsa verso il
precipizio perché le attività produttive già sfiancate
da un decennio di spesa pubblica fuori controllo,
politiche sociali demenziali, leggi schizofreniche e
tassazione scriteriata non sono state più in grado di
sostenere i livelli di esproprio sotto il giogo di
Equitalia.
Alle prossime elezioni la scelta è chiara e parte da
una constatazione: l'Italia riesce a reggersi sull'orlo
del baratro grazie a una ricchezza delle famiglie
ancora consistente e alle poche manifatture
sopravvissute allo scempio operato nei decenni di
rapina legalizzata.
Lo scontro elettorale si giocherà allora sull'uso
futuro di questa ricchezza:
c’è chi punterà
all'esproprio del risparmio (vedi alla voce
patrimoniale), per continuare la Grande rapina
legalizzata.
L'alternativa, per il momento minoritaria, prevede
che invece di bruciare il risparmio degli italiani nella
caldaia degli sprechi pubblici, si ripristino gli
incentivi agli investimenti, tagliando spese e tasse,
snellendo i codici di legge, rivitalizzando università e
ricerca, eliminando i sussidi, riducendo i dipendenti
statali, fissando dei costi standard in tutti i servizi
pubblici, azzerando il finanziamento ai partiti,
dimezzando il numero di enti locali e vendendo la
manomorta su cui spadroneggiano i cleptocrati.
Quando in campagna elettorale sentirete parlare di
solidarietà, di sacrifici e di condivisione sappiate che
si tratta dell'ennesima dose di vaselina parolaia per
lubrificare l'accesso di mani agili, prensili e avide alle
vostre tasche, al vostro conto in banca e alle vostre
case.
Da chi verrà perpetrata la GRL, in fondo per voi
cambierà poco.
FORCHE CAUDINE – PAGINA 13
COMUNITA’
Molisani a Roma, quanti siamo
Ufficialmente 16 mila. Ma, in realtà, si arriva a 50 mila tra hinterland,
nuove generazioni e tanti che conservano la residenza in Molise...
Talvolta, nelle rare occasioni un
po’ retoriche in cui un politico di
turno è presente ad una riunione
di molisani a Roma, vengono
snocciolate cifre roboanti sulla
presenza molisana nella Capitale.
Meno di un anno fa, ad un
appuntamento
dal
sapore
elettorale, si parlò addirittura di
centomila molisani.
A distanza di vent’anni dalla
rigorosa ricerca sociologica sulla
comunità molisana di Roma
promossa dal compianto Augusto
Ruberto, con la regia della nostra
associazione,
abbiamo
voluto
rinnovare i dati di quello studio
che aveva quantificato - nel 1992 circa 23mila persone nate nelle
province di Campobasso e di
Isernia e residenti a Roma,
Oggi
quel
numero
s’è
ulteriormente
assottigliato:
i
molisani residenti a Roma sono
poco più di 16mila e la maggior
parte ha più di 65 anni.
L’inesorabile calo è di circa una
persona al giorno.
Tuttavia,
per
chiarezza,
la
comunità molisana va oltre questi
numeri, inglobandovi le circa
cinquemila persone che hanno la
residenza in Molise ma di fatto
vivono a Roma e soprattutto le
prime e le seconde generazioni: in
questo caso il numero globale
sfiora quota 50mila. Numero che
cresce
ulteriormente
comprendendo
l’hinterland
romano, dove vivono altre migliaia
di molisani, in particolare lungo
l’asse verso Latina.
Abbiamo estrapolato anche un
dato curioso: i paesi con più
molisani a Roma.
Al di là dei capoluoghi di
provincia (sono 2.100 le persone
nate a Campobasso e residenti a
Roma, 689 quelle di Isernia), è
Bagnoli del Trigno il paese con più
molisani a Roma, ben 925.
Seguono Agnone (842), Duronia
(584), Poggio Sannita (565),
Salcito (563), Frosolone (552),
Trivento (487), Termoli (468),
Capracotta
(422),
Sant’Elena
Sannita (390) e Pietrabbondante
(337), Venafro (226), Larino (224),
Pietracupa
(186),
Cerro
al
Volturno (180), Bojano (169),
Casacalenda (164), Riccia (162),
Collotorto (159), Ururi (135),
Fossalto (128), Montenero di
Bisaccia (126), Sant’Elia a Pianisi
(122),
Macchiagodena
(118),
Montagano, Rionero e San Pietro
Avellana (108), San Martino in
Pensilis (106) e Torella (101). Gli
altri sono sotto il centinaio.
Quello con meno persone è Conca
Casale: sono soltanto tre.
■
FORCHE CAUDINE – PAGINA 14
COMUNITA’ A ROMA
Un molisano
in giallorosso
Quant’è brava
Palma Spina
Si chiama Basilio Antonelli, ha 14
anni, è di Agnone ed è un
calciatore di qualità. Ha giocato
nelle giovanili dell’Agnonese come
attaccante ed ora è finito nella
Capitale, sulla sponda giallorosa:
contratto con la As Roma.
Bravissimi e divertenti. Due aggettivi
per presentare gli attori molisani
Palma Spina e Marco Caldoro, che lo
scorso 26 gennaio sono stati in scena
al teatro “L’asino che vola” nel
quartiere Caffarella a Roma.
Lo spettacolo "Equità, a ognuno il suo
debito", vede in scena i due
protagonisti che vestono i panni di sei
personaggi, tutti nella sala d’attesa di
un ufficio dell’Equitalia, la famigerata
società delle riscossioni pubbliche.
Le gag, alcune molto efficaci,
caratterizzano
l’intreccio
tra
i
personaggi. Si alternano una coppia di
artisti pugliesi che ha frequentato
cantanti di ogni sorta (Al Bano, Fred
Buongusto, Bobby Solo, Gianni
Morandi, ecc.). Poi uno spagnolo
titolare di una scuola per seduttori,
una straniera che non parla l'italiano
ma lo apprende leggendo a voce alta
una sfilza di proverbi, un napoletano
alle prese con i tradimenti della
moglie, una ragazza romana che non
conosce il mondo: ognuno entra nella
vita dell'altro in modo casuale ma
sconvolgente, dando vita, in una sorta
di reazione a catena, a inaspettate ed
esilaranti situazioni.
Tante le risate, proporzionate alla
bravura dei due attori davvero maturi.
Finale a sorpresa.
Lo spettacolo ha aperto la prima
edizione del contest "Teatrando in
volo" che si concluderà il 25 maggio
con
l’esibizione
di
numerose
compagnie teatrali. Il vincitore, ci
auguriamo la coppia molisana, potrà
esibirsi per una settimana al teatro
Petrolini di Roma.
Carmen Gabriele:
da Larino a Raiuno
“Siamo di fronte ad un ragazzo
dalle enormi potenzialità – ha
dichiarato
Fernando
Sica,
responsabile del settore giovanile
dell’Agnonese. “Basilio Antonelli
merita palcoscenici di un certo
livello. Vedere Antonelli indossare
la casacca e la fascia di capitano di
una società importante come la
Roma è un risultato straordinario
che ancora una volta ci ripaga dei
tanti
sacrifici
che
facciamo
quotidianamente. Un risultato conclude - che va condiviso con
tutti i tecnici e l’intera dirigenza
che speriamo in futuro possa
continuare a sfornare talenti”.
Il ragazzo, che appartiene alla
categoria giovanissimi), si ritrova
un responsabile di tutto rispetto:
l’ex campione del mondo, Bruno
Conti. La società giallorossa per
averlo ha battuto la concorrenza di
Pescara, Juventus e Fiorentina
Basilio Antonelli è il cugino di
Gloria
Marinelli,
attaccante
agnonese, classe 1998, che ha
disputato il campionato di seria A
femminile. Prodigi di famiglia.
E’ nata a Parma ma ha sangue
larinese. Ha occhi verde-azzurro in
uno
splendido
viso.
Carmen
Gabriele, 36 anni il prossimo 26
febbraio, è una brava attrice già con
diversi anni di esperienza.
Laureatasi in lettere e filosofia con
tesi in Storia e critica del cinema
(110 e lode), padrona della lingua
inglese, trascorrendo molto del suo
tempo nel Regno Unito, ha
frequentato diversi corsi e laboratori
di recitazione, soprattutto a Roma,
ad esempio con Mirella Bordoni,
con Sergio Zecca, allievo di Gigi
Proietti, e con Michele La Ginestra.
Nel 2011 ha partecipato all’Intensive
Acting Workshop presso l’Old Vic
Theatre School di Bristol, nel Regno
Unito.
Al cinema ha esordito nel 2000 con
“Legami di famiglia” per la regia di
Pietro Sagliocco.
L’anno seguente ha recitato in “Nati
stanchi” per la regia di Gianluca
Santisi. Da segnalare anche le
esperienze nel film “Le ombre degli
angeli” di Igor Maltagliati nel 2009 e
in “OndeRod” del 2011 di Fabrizio
Vieceli.
Innumerevoli i cortometraggi a cui
ha preso parte, soprattutto in
Inghilterra.
Le esperienze più continue in
teatro, dal 1998 con “Delirio a due”
per la regia di Lino D’Ambrosio fino
ai più recenti lavori in Inghilterra.
Ora il trionfale ritorno in Italia in
televisione in “Don Matteo 9” su
Raiuno con Terence Hill: fa la parte
di una barista.
(Foto Forche Caudine)
FORCHE CAUDINE – PAGINA 15
COMUNITA’ A ROMA
Fratianni
sbarca a Roma
Festa delle regioni:
il Molise a Roma
Dal 6 marzo l’artista Domenico
Fratianni, originario di Montavano
ma residente a Campobasso, esporrà
per due mesi le sue acqueforti
all’Istituto Nazionale per la Grafica di
Roma, a due passi da Fontana di
Trevi.
Ivana Rufo e Lino Miniscalco,
entrambi componenti del gruppo folk
“Il Tratturo”, rappresenteranno il
Molise alla Festa musicale delle
regioni italiane, in programma
domenica 2 febbraio a Roma, ospitata
sul palcoscenico allestito al Museo
nazionale delle arti e tradizioni
popolari, in piazza Marconi all’Eur.
L’obiettivo dell’evento è quello di
creare un grande concerto di musica
folk dedicato alle venti regioni
italiane, a beneficio anche dei tanti
connazionali all’estero, dal momento
che sarà ripreso da Rai International
e trasmesso integralmente in tutto il
mondo. Per ogni regione sono stati
invitati gli artisti legati al repertorio
tradizionale.
Il Molise parteciperà con Ivana Rufo
e Lino Miniscalco: lei, straordinaria
cantante e polistrumentista, lui tra i
migliori suonatori di zampogne e
ciaramelle.
La «Festa musicale delle regioni
italiane» prevede esecuzioni vocali e
strumentali che si alterneranno con
spunti narrativi e detti popolari nei
dialetti regionali, per dar vita a un
concerto festoso e dinamico.
L’evento è ideato dall’etnomusicologo
Paolo Scarnecchia e da Maura
Picciau, direttrice del Museo. La
manifestazione ha anche uno scopo
benefico; infatti il ricavato sarà
destinato a finanziare alcuni progetti
per l'infanzia nelle zone colpite dalle
alluvioni nello scorso autunno in
Sardegna, Basilicata e Calabria. La
conduzione dello spettacolo, che avrà
inizio alle 16.30, sarà affidata ad
Antonello Ricci, musicista e attore. I
biglietti costano dieci euro, otto per i
minori di 18 anni.
Le sfilate
dell’Accademia
Pittore, incisore e disegnatore,
Fratianni festeggia i cinquant’anni di
attività artistica.
Dunque ancora un maestro molisano
a Roma, dopo la mostra di Benito
Jacovitti
presso
il
coworking
Millepiani a Garbatella nell’ambito
dell’evento “Molise, un’altra Storia”
promosso da Formez PA in
collaborazione con l’associazione
“Forche Caudine”.
Fratianni ha collezionato nel corso
della
carriera
prestigiose
collaborazioni con alcuni dei
personaggi più influenti nella cultura
del Novecento, tra gli altri Carlo Levi
e Umberto Terracini.
Domenico Fratianni, classe 1938,
conseguita
l’abilitazione
all’insegnamento del Disegno e della
Storia dell’Arte, ha compiuto le
prime esperienze di insegnante in
Sardegna.
La volontà di ampliare la gamma dei
mezzi espressivi lo hanno portato a
frequentare, presso l’Istituto del
Libro di Urbino, i corsi internazionali
di Tecniche dell’Incisione. E’ entrato
a far parte degli Incisori d’Italia di cui
Marc Chagall era patron e Carlo
Carrà presidente.
Sono sfilati a Roma lo scorso 27
gennaio, presso la prestigiosa sala
Lancisi del Complesso monumentale
di Santo Spirito in Sassia, i capi
dell’Accademia Nazionale dei Sartori,
presieduta dal molisano Sebastiano Di
Rienzo, per prestigio ed eleganza tra i
primari
punti
di
riferimento
dell’associazione “Forche Caudine”.
Le collezioni dei sarti italiani hanno
presentato un mix di artigianalità e
innovazione, diventando sempre più
un autentico progetto estetico al passo
con i tempi.
Dopo la conferma dello scorso luglio
nel
calendario
ufficiale
di
AltaRomAltaModa e il successo a
livello internazionale delle sfilate a
piazza del Campidoglio, l’Accademia
ha portato in passerella di nuovo le
sue collezioni alla platea della moda
romana per affermare il suo stile e la
sua formula creativa.
La novità di quest’anno ha visto
protagonista, tra gli altri, anche l’abito
per il clero, rivisto nei dettagli e nel
disegno classico. Gli accademici
hanno voluto inserire questa new
entry quale testimonianza di un modo
diverso di interpretare lo stile in tutti
gli ambiti. Anche in quello della
sartoria ecclesiastica.
Nell’occasione si è tenuta anche la
cerimonia
di
premiazione
del
vincitore del Concorso nazionale
"Forbici d'oro", riconoscimento che
tradizionalmente i sarti conferiscono
all’artigiano che ha saputo mettere in
risalto lo stile, la capacità tecnica,
l'estro creativo e il rigore formale della
sartoria su misura. A sponsorizzare il
premio un altro pezzo di Molise: la
storica coltelleria Michele Fraraccio di
Frosolone.
FORCHE CAUDINE – PAGINA 16
MOLISANI
Giulia Filippi,
mostra a Strasburgo
Riccardo Cucchi,
rientro in Molise
Riccardo Cucchi, l’inconfondibile
voce radiofonica di “Tutto il calcio
minuto per minuto”, è tornato in
Molise per presentare il suo libro
“Clamoroso al Cibali”., scritto tre
anni fa per il cinquantesimo
anniversario della trasmissione.
Il giornalista, pur non essendo
molisano, ha iniziato la sua attività in
Rai a Campobasso, dove ha vissuto
dodici anni, dal 1979 al 1991. Appena
assunto nella tv di Stato, infatti, fu
mandato in Molise.
Oggi ne ha fatta di strada,
diventando il responsabile del pool
sportivo del Giornale radio della Rai.
Nei giorni scorsi ha accettato l'invito
della locale Unione dei giornalisti
sportivi, per una rimpatriata a
Campobasso,
"Ho provato un’emozione incredibile
ripercorrendo la strada da Roma a
Campobasso, ho rivisto i nomi dei
paesi molisani e vi posso assicurare
che ancora oggi ricordo tutti i 136
comuni di questa regione e sono in
grado di capire il vostro dialetto – ha
detto il giornalista. “Io sono davvero
molto legato a questa terra. Ho
vissuto qui dodici anni e mi
considero un po' molisano".
Cucchi ha ricordato la prima messa
in onda del telegiornale regionale in
Molise: "Fu trasmesso in bianco e
nero perché questa era l'unica
regione dove non c'erano ancora le
telecamere a colori. Non c'era
nemmeno la regia e utilizzammo una
roulotte all'esterno della sede. Quella
partenza dunque fu una scommessa
e oggi tornando qui, e vedendo la
bella sede che la Rai ha realizzato
negli ultimi anni e una redazione con
tanti giovani, devo dire che quella
scommessa è stata vinta".
Molise in tv:
Termoli a “Lineablu”
Sabato 25 gennaio dalle ore 14,30 è
andata in onda su Raiuno la
trasmissione “Linea Blu” dedicata ai
centri costieri italiani. Parte del
programma, condotto da Donatella
Bianchi, è stata dedicata a Termoli.
A
descrivere
la
storia
dei
monumenti presenti nel millenario
centro antico, Oscar De Lena
presidente dell’Archeoclub locale. Il
fascino indiscutibile della Termoli
di una volta, quella che dal
promontorio del borgo antico
guarda a Nord dove si può ammirare
l’imponente massiccio della Maiella
piena di neve. Uno scenario unico
da cartolina a cui si sono aggiunte le
immagini del castello svevo, la
cattedrale, a “rejiecelle” che con i sui
41 cm. è sicuramente il vicolo più
stretto d’Italia e i trabucchi.
La
piccola
pesca,
con
le
testimonianze dei marinai Basso,
Santiago e Sebastiano, che hanno
tirato su reti e barattoli con polpi,
pelose (o granchi giganti, razze e
tracine) ha fatto da prologo alla
trasmissione; quindi l’entrata in
scena di Oscar De Lena, che ha
illustrato,
come
uno
scrigno
prezioso, il borgo antico, per
concludere con il brodetto alla
termolese affidato ad Antonio
Terzano.
Pagine di storia, con lo sbarco del
1943 da parte degli alleati, insomma,
un contenitore che ha promosso
Termoli agli occhi di chi non ancora
la conosceva. De Lena ha parlato
anche del suo ultimo libro:
Tèrmele…come jève bbèlle ‘na vóte e
la trasmissione si è conclusa sull’
“Ora di Termoli”, il magico incrocio
tra il 15° meridiano e il 42° parallelo.
Per rivedere il filmato:
www.youtube.com/watch?v=QzxRoY
z0-es
Le opere dell’artista molisana Giulia
Di Filippi, reduce dalla 54° Biennale
di Venezia, sono state in mostra a
Strasburgo dal 13 al 16 gennaio presso
la sede del Parlamento europeo.
L’ultima fatica di Giulia Di Filippi si
chiama “Joy”, riferimento alla gioia
della creatività, delle pulsioni della
vita.
------------------------------------------
Molisano al vertice
di Cassa Forense
Nunzio Luciano, avvocato molisano,
iscritto all'Ordine di Campobasso,
originario di San Polo Matese, è stato
eletto presidente di Cassa Forense per
il biennio 2014-2016
Gli iscritti alla Cassa sono oltre
170mila. La crisi ha colpito anche loro:
il decremento del reddito medio negli
ultimi quattro anni è stato di circa
l’8% in termini nominali e del 17% in
termini reali, con punte del 17,2% in
Campania (in termini reali 27,1%), del
10,1% in Abruzzo e Molise (in termini
reali 19,4%). In termini assoluti il
reddito
medio
degli
avvocati
(dichiarazione 2012) si attesta a €
47.561 a fronte degli € 51.314 del 2007.
Il rapporto “numero avvocati ogni
mille abitanti” vede punte del 6,8% in
Calabria, 5,6% nel Lazio e 5,5% per
Campania e Puglia a fronte del 2,1%
per il Piemonte, 2,3% per il Veneto e
2,9% per la Lombardia,
FORCHE CAUDINE – PAGINA 17
CULTURA
Kalenarte:
a quota 24
Ricordando
Ada Trombetta
E’ scomparsa nei giorni scorsi a 92 anni
Ada Trombetta, una delle donne più
apprezzate
del
mondo
culturale
regionale. Lascia numerosi libri sulla
storia e dell’arte molisana. Pubblichiamo
il ricordo dell’architetto Franco Valente.
Chiunque abbia tentato di conoscere
il Molise non può non essersi
incontrato con Ada Trombetta.
Io ho avuto la fortuna di seguirla in
gioventù, negli anni Ottanta, quando
ebbi il privilegio di accompagnarla
nelle sue peregrinazioni nella Valle del
Volturno, da Sesto Campano alle terre
dell’Abbazia di S. Vincenzo.
Era un andare a colpo sicuro perché
Ada
ripercorreva
in
maniera
scientifica le orme del padre Alfredo
che, fotografo intelligente, nel ricordo
era costantemente la sua guida
culturale.
Allora stava rielaborando i suoi studi
sull’arte e l’architettura medioevale
che sarebbero confluiti nella sua opera
omnia sull’Arte nel Molise attraverso
il Medioevo, che rimane la base di
qualsiasi altro approfondimento per la
grande quantità di opere analizzate,
catalogate e fotografate in ogni angolo
della regione.
Amica di famiglia era per me un fiume
travolgente per la straordinaria
capacità di attirare l’attenzione sulla
storia
della
sua
regione
entusiasmando chiunque quando il
discorso si spostava su argomenti che
in qualsiasi modo si collegavano alle
ricerche che in ogni direzione andava
facendo.
Per oltre mezzo secolo ha animato, da
protagonista, i salotti culturali
campobassani con una produzione
incredibile di saggi storici, indagini
antropologiche, trattati di arte, analisi
urbanistiche che ormai costituiscono
il riferimento sicuro per chiunque
voglia avvicinarsi a un Molise che
molto spesso è sconosciuto agli stessi
Molisani.
Eppure amava definirsi una formica da
quando ne avevo tracciato le doti in
uno dei tanti incontri ai quali
partecipava per il piacere di mettere a
disposizione di tutti quel patrimonio di
conoscenze che solo la costanza di una
pianificatrice della ricerca poteva
tenere da parte. Come l’argenteria che
si tiene lucida e pronta per gli ospiti
importanti.
Sempre con un atteggiamento di
grande disponibilità a mettersi in
discussione e a riconoscere (eccezione
nell’ambiente culturale) il lavoro fatto
da altri. Per questo le sue pubblicazioni
sono una miniera di informazioni non
solo per l’originalità delle sue ricerche,
ma anche e soprattutto per le
bibliografie e le note che le hanno
costantemente sostenute.
Ada Trombetta è stata una degli ultimi
intellettuali autentici di questa regione
che concede poco a chi si occupa della
sua storia, delle sue radici, della sua
identità.
Un’intellettuale perché i suoi studi non
sono adatti a chi si parla addosso. Le
considerazioni che accompagnano
spesso i suoi scritti sono conseguenza
di ragionamenti sempre rispettosi del
contesto storico in cui i fatti e le
espressioni
artistiche
vanno
a
collocarsi. E così i suoi saggi aiutano a
capire che anche il più piccolo dei
segni che ancora sopravvive nel
territorio, nelle chiese, nei castelli e tra
le mura domestiche contribuisce a
costruire la grande storia del Molise.
Ada Trombetta oggi non è più tra noi,
ma rimangono le sue opere che
costituiscono quell’eternità relativa che
è mantenuta viva da chi sopravvive
ricordando.
(Franco Valente)
Kalenarte, l’appuntamento con l’arte
contemporanea
a
Casacalenda,
festeggia quest'anno il 24° anno di
attività. L'evento prevede l'ospitalità
in Molise di artisti contemporanei,
che quest'anno saranno il campano
Baldo Diodato e l'argentina Nelina
Mendoza.
Saranno
ospitati
a
Casacalenda per due mesi, periodo
durante il quale studieranno il
territorio per realizzare opere che
saranno presentate a fine aprile.
A presentare progetto ed artisti è
stato l'architetto Massimo Palumbo,
originario di Casacalenda e direttore
artistico,
nonché
presidente
dell'associazione Kalenarte e la
curatrice della mostra che per questa
edizione sarà la siciliana Cristina
Costanzo.
S.Elia, ecco Macse
museo d’avanguardia
All’interno della Rete Atelier Molise,
ampio contesto ideato da Luigi
Mastrangelo per creare un network di
musei, il Macse, museo di arte
contemporanea di Sant’Elia a Pianisi
vuole costituire un esempio di come i
grandi nomi dell’arte contemporanea
possano trovare collocazione in luoghi
poco conosciuti alle masse.
Un esempio viene dalla mostra “Sacred”,
ospitata presso i locali del Convento dei
Cappuccini.
Il visitatore, salendo le quattro rampe di
scale del convento dove soggiornò San
Pio, si trova davanti un intreccio di travi
portanti
che
rimandano
alle
sovrastrutture della ragione umana; non
appena varca la soglia ha la possibilità di
perdersi nella contemplazione di opere
di altissimo livello artistico. E lì, in
quell’atmosfera
surreale
dove
riecheggiano le note di Bach e Brahams,
Psiche e Anima si ritrovano in uno stato
contemplativo che quieta il corpo e
interroga lo Spirito. Si va via dal Macse
con una finestra aperta sull’eterno
dibattito tra ragione e fede.
Sacred, rimarrà aperta al pubblico
presso i locali del Convento dei
Cappuccini fino a marzo.
FORCHE CAUDINE – PAGINA 18
CULTURA
Racconta il Molise
in tre minuti
Tesori storici:
arrivano i fondi
Rilanciare e valorizzare il patrimonio
artistico-culturale,
storico,
paesaggistico, eno-gastronomico e
turistico del Molise. Questo è
l’obiettivo del concorso “Il Molise in
tre minuti”, lanciato dall’associazione
“Artisti molisani” in collaborazione
con Movoloco Eventi, Nexus Video,
Differtee, insieme ai mediapartner
StudioEndorfine e Yousocialbrande
con
il
supporto
tecnico
di
Videomolise. Realizzare un video che
in tre minuti racconti il Molise, aperto
a tutti quelli che vorranno raccogliere
la sfida. Due i premi: quello della
Giuria (una telecamera Go Pro Hero3
+ Silver Edition) e quello del pubblico
(realizzazione di un sito web dedicato,
nonché una grande visibilità su tutti i
siti web e canali social dei partner
dell’iniziativa).
Regolamento
http://artistimolisani.it/contest/
Informazioni:
[email protected]
Arrivano 4,5 milioni per il Molise
culturale. Ad annunciarlo è lo stesso
presidente
molisano
Di
Laura
Frattura, che preannuncia l’arrivo da
Roma di 4,5 milioni di euro per il
Fondo per lo sviluppo e la coesione
del patrimonio culturale-archeologico
del Molise.
Con tale somma, secondo note di
stampa, si potranno finanziare gli
interventi nel sito archeologico di
Castello di Gerione a Casacalenda, le
ville romane a Roccavivara ai fini della
fruizione didattica, il sito archeologico
di Altilia, Villa Zappone a Larino, il
museo dei Frentani nel parco
archeologico dell’anfiteatro romano, i
monumenti storico-archeologici di
Santa Croce di Magliano, l’anfiteatro
Verlasce a Venafro, il completamento
dell’allestimento
didattico
dei
padiglioni del museo del Paleolitico a
Isernia, il sito archeologico medievale
Mura di Mennella a Filignano, il
museo
archeologico
a
Pietrabbondante, l’abbazia di San
Vincenzo al Volturno e il museo
archeologico di Santa Maria delle
Monache a Isernia.
“Con l’accesso e la disponibilità delle
risorse del Fondo per lo sviluppo e la
coesione - ha dichiarato Frattura metteremo in campo gli interventi
utili a difendere e dare nuovo lustro a
un’eredità archeologica di assoluto
valore nel mondo”.
Sarà la volta buona per fruire nel
modo più consono delle tante e
sconosciute perle storiche molisane?
Progetto Or@le
culture popolari
Michele Fratino, assessore del
Comune di Jelsi (Campobasso), sta
collaborando al progetto "OR@LE
Culture Popolari", promosso dalla
Rete Italiana di Cultura Popolare
(www.reteitalianaculturapopolare.org).
L’iniziativa intende continuare a
sviluppare l'Archivio Partecipato, il
primo social network sui riti e le
tradizioni
popolari
del
paese.
L'archivio è già on-line con le prime
risorse,
accessibile
a
tutti
gratuitamente! raccoglie la memoria
dei territori in formato librario,
musicale, foto e video.
Ma l'Italia è ben lunga e soprattutto
diversissima! C'è tanto lavoro da fare
ancora. Se sarà tra i primi nove
progetti più votati da Bando CheFare2
potrà accedere alla selezione che
mette in palio un finanziamento.
Sosteniamo il progetto votandolo al
link:
www.che-fare.com/progettiapprovati/orle-culture-popolari.
Molise: finanziati
due progetti
Grazie al fondo del Decreto del Fare
sono stati approvati due finanziamenti
per restauri in Molise. In totale quasi
due milioni di euro per interventi di
realizzazione e manutenzione di strade
o di reti telematiche di nuova
generazione e wi-fi, nell'ambito del
programma ''6000 Campanili'' riservati
a comuni fino a cinquemila abitanti.
I due progetti selezionati dal ministero
delle
Infrastrutture
sono
stati
presentati dai comuni isernini di
Capracotta, a cui andranno 988.869
euro, e Pescopennataro, a cui
andranno invece 909.483 euro.
Il programma, in collaborazione con
l'Associazione
nazionale
Comuni
italiani (Anci), ha l'obiettivo di mettere
in moto l'economia locale per opere
infrastrutturali di piccola entità, cioè
tra i 500mila euro e il milione,
promuovendo la riqualificazione, con
una
significativa
ricaduta
occupazionale.
Centoquindici, nel complesso, i
progetti selezionati, per un totale di 100
milioni di euro stanziati a livello
nazionale nell'ambito del decreto del
Fare. Presto, però, potrebbero arrivare
nuovi fondi per altri progetti:
''E' intenzione del Governo - si legge sul
sito del ministero - destinare nuove
risorse al programma durante il 2014 e
per il 2015''.
Scavi
a
(foto Beniculturali)
FORCHE CAUDINE – PAGINA 19
Casacalenda
L’ARTICOLO DEL MESE
Migliaia di euro per il Molise su due ruote:
ma di bici e piste nemmeno l’ombra
Dieci anni fa la Regione, spendendo quasi 200 mila euro,
regalò ai Comuni più di 1.500 biciclette di cui si è persa traccia.
“Primonumero.it” è uno dei migliori
giornali molisani. Dall’edizione del 12
gennaio
riprendiamo
questo
interessante pezzo.
Era il 1999 quando la Commissione
Europea dava alle stampe un manuale
dal titolo “Città della bicicletta, città
dell’avvenire” e a distanza di
quattordici anni i Paesi membri
dell’Unione europea hanno dato
ragione a quel titolo: infatti è notizia di
questi giorni che le bicilette battono le
automobili 20 a 12. Ovvero: 20 milioni
di bicilette vendute a fronte di 12
milioni di automobili. Anche l’Italia
rientra in questa speciale classifica che
vede gli acquirenti della bici superare
quelli delle macchine: un milione e
seicentomila bici vendute contro un
milione e quattrocentomila auto. Ma
mentre il nord del Paese ci si sta
adeguando al primato delle due ruote
con la realizzazione di piste ciclabili
che crescono come funghi, nelle
regioni del centro sud siamo all’anno
zero: poco più di tremila chilometri di
piste ciclabili.
La Regione Molise ha cercato negli anni
di adeguarsi ai tempi. Si è sforzata di
essere europea, ha progettato e
finanziato mezzi e percorsi per le due
ruote ma, ad oggi, per una serie di
motivi si è fermi al palo.
Il primo passo verso un “Città della
bicicletta” lo tentò Michele Iorio
quando nel settembre 2003 fece
approvare dalla sua Giunta l’acquisto di
1.585 biciclette e 250 seggiolini.
L’acquisto rientrava nel “Programma
regionale per la valorizzazione e lo
sviluppo della mobilità ciclistica” .
Programma approvato in sede di
Consiglio regionale nel luglio del 2000
anno in cui la regione era presieduta da
Giovanni Di Stasi. Bici e seggiolini
furono acquistati, con base d’asta di
167.849,49 euro, e girati a 108 comuni
della regione i quali in compenso
avrebbero dovuto realizzare piste
ciclabili.
Ma, se si esclude un tentativo alquanto
goffo del Comune di Campobasso che
morì ancor prima di nascere, a distanza
di dieci anni in Molise è più facile
incrociare gente che cavalca muli
piuttosto che bici griffate dal logo
regionale.
A voler porre rimedio a questa
situazione a dir poco imbarazzante è
l’Unione dei Comune del Basso Biferno
con il progetto "Medpaths". L’obiettivo
generale è quello di valorizzare il
patrimonio naturalistico e culturale
locale con finalità di tipo turistico. A
detta della coordinatrice, la dottoressa
Giovanna Lepore direttrice del Gal
Innova Plus, sono già stati fatti il
censimento, la catalogazione e
digitalizzazione del patrimonio locale,
comprese le realtà che si occupano di
ospitalità e ricettività, l’individuazione
di percorsi da destinare alla cosiddetta
«mobilità lenta», la realizzazione di un
portale. Fatto importante è che la sua
realizzazione non peserà sulle casse
dell’Unione. Infatti i 458 mila euro
sono stati messi a disposizione per
l’85% dall’Unione europea e il restante
15% dal governo nazionale.
Il progetto è stato presentato alla Fiera
d’ottobre di Larino, occasione in cui il
presidente dell’Unione dei Comuni
Franco Pallotta ha spiegato che «viene
realizzato in collaborazione con la
Croazia che ha città e comuni simili a
quelli molisani, ed è stato creato
essenzialmente per lo sviluppo
turistico e culturale delle due sponde».
Tutto bello, Ma anche tutto
funzionante? Non proprio.
Essendo Medpaths un progetto
finanziato direttamente dall’Europa
deve rispondere a certi parametri come
quello della rendicontazione delle
spese sostenute. In caso contrario, il
finanziamento viene bloccato. A oggi,
stando ai dati in nostro possesso, dei
458 mila euro ne è stata investita poco
più della metà, 225.134 euro e di questi
nessuno per realizzare, ad esempio,
sentieri o percorsi da destinare alla
«mobilità lenta».
Più della metà di questi duecento e
passa mila euro sono stati spesi tra
personale interno (22.000 euro),
collaboratori esterni (90.533,98 euro),
spese generali quali telefono, affitto
(4.600 euro). Il resto, 108.000 euro, in
investimenti per la progettazione. Una
progettazione che evidentemente non
contempla percorsi per gli amanti delle
due ruote. La cosa buffa è che gran
parte del percorso ciclabile dovrebbe
coinvolgere quei comuni che dieci anni
prima hanno usufruito del regalo di
Iorio.
Portocannone,
Guglionesi,
Campomarino,
Montecilfone,
Montenero di Bisaccia, Petacciato, San
Giacomo e Ururi ricevettero un totale
di 151 bici e 25 seggiolini.
Dopo dieci anni le bici e i seggiolini
sono finiti nello stanzino dell’uomo
nero. Mentre delle piste ciclabili, della
cartellonistica, dei box informativi
annessi neanche l’ombra. Il tutto
mentre
metà
dell’investimento
dell’Unione Europea è già bello che
terminato. ■
(Alessandro Corroppoli)
FORCHE CAUDINE – PAGINA 20
PAROLE
LOCAL
Aridatece l’acqua
Eolico
Luisa
Il primo male che ha colpito la
vostra regione più di ogni altra,
contro la Costituzione, contro il
buon senso e l'onestà delle
persone è l'inquinamento del
paesaggio con l'eolico. Nessun
delitto più grave negli ultimi anni
ha distrutto l'Italia e in particolare
il Molise. L'idea di installare nuovi
pali intorno a Sepino, a ridosso
dell'area archeologica di Altilia, è
un crimine contro l'umanità".
Oggi voglio ricordare Luisa, la tata
dei miei figli. Originaria di Tufara,
piccolo paese del basso Molise, si è
presentata a casa mia nel 1968,
avendo saputo che io cercavo una
baby sitter per mia figlia , nata da
pochi mesi; io dovevo tornare a
scuola dopo 56 giorni dalla nascita.
Entrò in casa e non andò più via.
Non bella, poliomelitica dall'età di 4
anni, orfana di madre, era cresciuta
maltrattata in casa, zoppa e anche
guercia, il viso rugoso di chi ha
faticato molto nei campi e si è
logorata la vita andando a giornata
da padroni non sempre esemplari
nel comportamento. Luisa infatti
era madre single di due belle
ragazze di cui una, Maria è ancora
amica nostra La donna, per sua
natura era litigiosa (a ragione) e
presso tutti gli uffici della città era
nota per le sue incursioni frequenti
durante le quali, brandendo un
bastone, chiedeva sempre danaro,
assistenza e pensione. Gli impiegati
dapprima ci ridevano su poi,
quando lei gridando rinfacciava le
corna a questo e a quello, citando
nomi di amanti a uomini e donne, il
personale degli uffici cominciò a
temerla, forse perché ciò che diceva
lei corrispondeva a verità. I miei figli
l'hanno adorata; la trovavano
bellissima e lei li ha sempre difesi
come una leonessa i suoi cuccioli
.100 scale all'epoca per arrivare
all'attico: lei se li faceva tutti
portando in braccio i bambini
pesanti e ben nutriti, protestando
così: "L'uosse rutte port'u sane,
l'uosse rutte port'u sane!"( l'osso
rotto porta il sano). Morì d'infarto
per strada nell'ottobre del 1990.
(Vittorio Sgarbi)
Corde
La
famiglia
è
accerchiata,
massacrata, calpestata, derisa
(perché tutti i "politici" parlano
sempre di aiuti alle famiglie),
umiliata, emarginata dalle tasse.
Sicuramente vi sarete accorti che
da dicembre sono arrivate decine
di bollette; oltre alle solite (lucegas; telefono; condominio) a
gennaio si sono aggiunte la Mini
Imu, la Tares, il canone Rai (che
elegantemente chiamano imposta
per far credere che non è una
tassa). Lo Stato (Lo sceriffo di
Nottingham) si è scatenato contro
i cittadini per garantire i privilegi
della
"Casta".
Il
flusso
espropriativo è il seguente:
Governo>Agenzia
delle
Entrate>Equitalia. Non è finita: a
Roma
stanno
arrivando
dall'Agenzia delle Entrate avvisi di
accertamento catastale... altre
tasse in un momento di grande
difficoltà. Attenzione la corda si
sta per spezzare.
(Salvatore Mattiacci)
(Maria Delli Quadri)
La Campania paga l’acqua al
Molise appena 4 centesimi al metro
cubo contro i 22 euro che pagano
gli stessi comuni molisani.
E’ l’acqua del Biferno ad essere
venduta alla Campania per quattro
centesimi a metro cubo. Mentre,
appunto, i Comuni molisani la
pagano cinque volte tanto.
A ciò si aggiunge altra acqua
molisana che prende la strada della
Puglia: è quella dell’invaso di
Occhito.
Causa di queste vere e proprie
regalie è un vecchio accordo con la
Cassa
per
il
Mezzogiorno,
nell’ambito del programma di
costruzione
degli
acquedotti
meridionali. Rivisto in parte con un
Accordo di programma firmato nel
2000 dalle Regioni Molise e
Campania, ratificato dai rispettivi
Consigli nel 2003. Perché prima si
pagava
ancora
meno,
due
centesimi a metro cubo. Oggi,
appunto, quattro centesimi. Ma è
un prezzo ridicolo.
«Sulla base di questa intesa –
spiega il manager di Molise Acque
Giorgio Marone – la Campania non
paga per i costi di gestione e per le
spese di captazione e depurazione
delle acque, che incidono non poco
sui prezzi a carico dei nostri
comuni, ma versa solo una quota di
partecipazione. E’ da rivedere,
prevedendo un contributo di
solidarietà per la tutela delle acque
e delle ambiente, una sorta di
ristoro. Possiamo pensare anche a
40 centesimi».
Due terzi delle acque delle sorgenti
del Biferno finiscono in Campania,
solo un terzo rimane in Molise. In
termini numerici 2.000 litri di
acqua al secondo che lasciano il
Biferno e i suoi affluenti per finire
fuori regione. Per la cronaca,
anche l’acqua del San Bartolomeo
a Venafro e dei pozzi di Campopino
a Sesto Campano finisce in
Campania, fino a 5.000 litri al
secondo. Gratis, visto che non c’è
nessun contratto,
FORCHE CAUDINE – PAGINA 21
TRADIZIONI
Foto scoprimolise.it
Torna
Foto Valerio Rufo
puntuale come le stagioni
l’appuntamento con la pantomima
dell’Uomo-Cervo,
promossa
dall’associazione culturale “Il Cervo” di
Castelnuovo al Volturno.
Maschera
zoomorfa
molisana
per
eccellenza, l’antica rappresentazione che
attinge linfa nel primitivismo ancestrale e
oggetto costante di studi antropologici,
rivedrà la luce a partire dalle 17.15 di
domenica 2 marzo 2014 nell’abituale piazza
del paese, raccolto e suggestivo
palcoscenico naturale contornato dalla
sagoma selvaggia di monte Castelnuovo,
che accoglierà ancora una volta le urla
della Bestia feroce, il Cervo caracollante dai
monti per recare scompiglio e terrore nella
piccola, operosa comunità.
Pochi i personaggi (Il Cervo, la Cerva,
Martino, il Cacciatore, la Popolana, gli
zampognari, il Maone e le Ianare), esile ma
avvincente l’intreccio, che vede il Cervo e
la Cerva sconvolgere la tranquilla giornata
invernale del borgo.
L’associazione
“Il
Cervo”
sta
predisponendo eventi collaterali che
allieteranno il pubblico in attesa del rito.
Musiche con gli zampognari di
Castelnuovo intratterranno il pubblico che
giunge anche da fuori regione.
Non mancherà il piatto tipico del paese:
polenta e salsiccia. Regia e musiche a
cura di Ernest Carracillo, presidente
dell’associazione “Il Cervo”.
Il rito dell'Uomo Cervo, o meglio de
"Gl'Cierv", si ripete l'ultima domenica di
carnevale, da un tempo immemorabile,
a Castelnuovo al Volturno. Dopo il
tramonto, l'unica piazza del paese che
ha come cornice i monti Marrone e
Castelnuovo, appartenenti alla catena
delle Mainarde, diventa il pittoresco
palcoscenico di una pantomima che
coinvolge molti abitanti, sia come
protagonisti sia come figuranti.
Il rito de "Gl'Cierv" ha sicuramente due
significati reconditi:
1. Parafrasi del significato primordiale
del carnevale, l'antichissimo mito
dionisiaco, nel quale il passaggio delle
stagioni viene simboleggiato in maniera
cruenta, dove, per la rinascita della
natura, risulta indispensabile una morte
sacrificale;
2. La figurazione di tutto quello che da
sempre sconvolge l'animo umano: le
radicate paure per l'irragionevole,
l'incomprensibile, la violenza selvaggia
della natura che sovrasta e, a volte,
travolge.
L'origine di questo carnevale,
nonostante
ogni
possibile
supposizione, resta oscura. Solo sulla
genesi dei personaggi si avanza una
qualche ipotesi, Tra essi, sono
senz'altro il Cervo, il Martino e il
Cacciatore i protagonisti del rito,
nonostante la presenza della Cerva,
evidentemente assimilabile al suo
alter ego maschio, e delle comparse
che completano la schiera degli
interpreti della pantomima.
INFO
- http://sito.innatura.net/index.html
contatti tel. 340.9206262 (vitto e
alloggio);
- www.locandabelvedere.eu (vitto e
alloggio);
- www.facebook.com/NoceSpagnola
(B&B);
www.facebook.com/pages/ParcoTuristico-Oasi-DelleMainarde/605867569451923?fref=ts
(sosta camper area attrezzata);
- Bar di Castelnuovo , contatto tel.
3463225655 (Nicola) sosta camper,
area non attrezzata.
FORCHE CAUDINE – PAGINA 22
APPUNTAMENTI
Torna “Cammina, Molise!” e festeggia la
ventesima edizione. La manifestazione,
che riunisce ogni estate centinaia di
“camminatori” da tutta Italia per
scoprire un itinerario del territorio
regionale, quest’anno propone il Molise
centrale. Il percorso 2014 include, oltre al
suggestivo scenario ambientale, anche
molti aspetti culturali: l’arte romanica
del Santuario della Madonna di Canneto
a Roccavivara; l’archeologia sannita di
Pietrabbondante; il centro storico di
Trivento, antica città sannita e poi
municipio romano, sede di una delle più
importanti diocesi italiane; il castello
d’Evoli a Castropignano, il castello di
Torella ed il Palazzo ducale di Oratino;
la chiesa rupestre di Pietracupa, la
Cattedrale di Trivento con la cripta di
San Casto, la chiesa di San Silvestro a
Civitanova del Sannio, quella di Santa
Vittoria a Poggio Sannita, di Maria
Assunta a Oratino e Santi Simone e
Giuda a Castelverrino; il paesaggio del
Medio Sannio magnificato dall’alto dei
1.440
metri
della
Montagnola;
l’artigianato caseario e quello dei coltelli
a Frosolone; l’arrivo a Duronia.
Inoltre l’itinerario sarà contraddistinto
dall’attraversamento di alcuni tratti dei
tratturi molisani, per denunciarne gli
scempi e testimoniare l’importanza della
loro tutela.
Terre comprese tra le valli di Trigno e
Biferno, apprezzate per la bellezza dei
luoghi e per la presenza di
testimonianze artistiche: la marcia
partirà da Castropignano, sul tratturo
Castel di Sangro-Lucera, e dopo cinque
giorni, attraversando ben quattordici
paesi, finirà a Duronia. Si pone come
obiettivo primario la lettura di un
territorio, in larga parte poco conosciuto
fuori dai rispettivi confini regionali, che
comprende
paesaggi
incantevoli,
emergenze naturalistiche e storicoculturali che solo camminando si
riescono ad evidenziare.
I paesaggi, i guadi di fiumi e torrenti,
l’attraversamento dei sentieri contadini
e dei tratturi, la visita ai centri storici,
l’ospitalità della gente del Sannio, e
tante curiosità costituiscono gli elementi
accattivanti di un itinerario turistico e
culturale unico. La lunghezza del
percorso, stimabile in 110 chilometri,
permette di affrontare la marcia con
maggiori
tempi
a
disposizione,
sfruttabili sia per le visite guidate sia per
gli incontri con le varie cittadinanze. Di
certo tempi più elastici ed in alcuni casi
l’uso del bus garantiranno una certa
precisione negli orari, condizione
essenziale in previsione del maggior
numero di partecipanti rispetto alle
edizioni precedenti.
Le tappe sono state pensate per offrire
una suddivisione degli sforzi. La
percorribilità delle tappe non è
continua, per via delle distanze e per la
natura del territorio. Ogni paese
attraversato preparerà l’accoglienza ai
marciatori, nello spirito genuino della
tradizionale ospitalità della gente
molisana. Durante la manifestazione
visite mirate, mostre, incontri ed altre
manifestazioni culturali coglieranno gli
aspetti più significanti della conoscenza
e delle problematiche del territorio
attraversato.
Informazioni: associazione culturale “La
Terra”, tel. 0874-769262, 06-630734632828, [email protected].
IL PROGRAMMA
MERCOLEDÌ 6 AGOSTO
Castropignano – Torella – Pietracupa
GIOVEDÌ 7 AGOSTO
Oratino – Agro dei comuni di Baranello,
Busso e Campobasso – Ferrazzano
VENERDÌ 8 AGOSTO
Trivento - Roccavivara
SABATO 9 AGOSTO
Poggio
Sannita
Pietrabbondante
–
Castelverrino
–
DOMENICA 10 AGOSTO
Sant’Egidio (Colle dell’Orso - Frosolone) –
Civitanova del Sannio – Duronia
FORCHE CAUDINE – PAGINA 23
RASSEGNA STAMPA
Il Molise: panorami e sapori
di una regione da scoprire
▼
Sul numero di gennaio 2014
della rivista “Gambero Rosso”
un bell’articolo sul Molise
a cura di Massimiliano Rella.
▲
Era
la Cenerentola delle regioni
italiane e oggi si scopre meta gourmet
grazie al lavoro di tanti giovani che
hanno creduto e investito sul Molise:
olio, vini, salumi, e poi ancora
ristoranti e pasticcerie. I tesori del
Molise, una regione tutta da scoprire.
Una nuova generazione di produttori
d’olio, vino e salumi, ma anche di chef
e pasticceri, cerca di far conoscere
attraverso i sapori e l’ospitalità una
regione dimenticata come il Molise.
Puntando sulla qualità, i prodotti
tipici e l’accoglienza dei molisani, solo
inizialmente un po’ chiusi, vuole
accendere attorno alla regione
l’attenzione che manca. Finora terra
di passaggio, il Molise ha realmente
tutto il potenziale di una destinazione
vera, da scoprire e assaporare
lentamente.
Il nostro viaggio comincia in provincia
di Isernia, a Monteroduni - uno dei
primi
paesi
che
incontriamo
provenendo dalla Roma-Napoli – con
una tappa nella cantina Valerio,
proprietà dell’architetto quarantenne
Antonio Valerio, che ha il merito di
aver riportato in vita l’unica
denominazione
d’origine
della
provincia, la Doc Pentro. Entrato nel
mondo del vino da pochi anni, Valerio
fa 6 etichette (60mila bottiglie) con la
consulenza di Riccardo Cotarella. La
qualità, però, da sola non basta. E così
nel 2011 ha aperto anche il ristorante
Vale, con bella vista sulle vigne e
sapori genuini. “Lo abbiamo pensato
soprattuto per presentare in modo
appropriato i nostri vini” ci dice
Valerio “colmando il vuoto di un
territorio con una ristorazione
carente”.
In effetti per trovare una ristorante che
superi i limiti della genuina trattoria
camapagnola dobbiamo addentrarci
fino a Campobasso, una delle città più
fredde d’Italia. Che merita una visita sia
per la generosa gastronomia che per le
bellezze del centro medievale.
In cima ai locali importanti della città
c’è Miseria e Nobiltà, della famiglia
Palazzo, con una cucina di sole donne
guidata da Maria Assunta e mamma
Rosa. In sala il fratello Pasquale, il
sommelier di casa, che propone chicche
dai ricarichi onesti e una batteria di vini
molisani; ideali accompagnatori di una
cucina sincera ma raffinata. Provate ad
esempio lo gnocco tricolore (di spinaci,
concentrato di pomodoro e bianco) con
asparagi, pancetta affumicata e ricotta
di scorza nera; oppure le delicate
lombatine di coniglio alle mele
annurche.
Insieme ad altri ristoranti di
Campobasso la famiglia Palazzo ha
fondato l’associazione I Ristorici.
“L’iniziativa nasce per fare sistema e
rispondere alla crisi”ci spiega la giovane
Simona De Castro, proprietaria di un
altro ristorante, il Monticelli, e del
raffinato B&B Palazzo Vecchio. “Siamo
uniti dal lavoro che facciamo” continua
“sia per valorizzare la cucina molisana
che per animare il centro storico con
manifestazioni gastronomiche” .
Ed è in centro, infatti, che troviamo il
B&B della De Castro, in un palazzo
d’epoca arredato in modo eclettico, tra
liberty e rustico, curato nel dettaglio e
collegato al ristorante dove la stessa
Simona la sera veste i panni della chef
proponendoci una cucina alleggerita e
rivisitata. E pensare che, laureata in
Economia, voleva fare altro.
Ma un po’ perché in Molise mancano le
occasioni, un po’ per passione e
curiosità, si è dedicata a tempo pieno
alla cucina e all’accoglienza. “Un lavoro
che mi piace e che mi dà
soddisfazione” racconta la De Castro
“ma anche un modo per valorizzare la
nostra terra”.
Proseguendo verso la costa la tappa
successiva è Larino, una delle prime
città dell’olio d’Italia. La cattedrale
romanico-gotica di San Pardo ci
accoglie con una deliziosa facciata
decorata di leoni, grifi e fiori, invece la
pasticceria Pantheon con irresistibili
dolci della sposa e un soffione ripieno
di ricotta, vanto della pasticcera
Antonietta Gentile. “Vorrei fare
qualche dolce più sperimentale” ci dice
Antonietta “ma con una clientela
tradizionalista non possiamo spingerci
troppo in là”.
Però su idea di Pasquale Di Lena, ex
direttore di Enoteca Italiana di Siena,
tornato a Larino, la Gentile ha ampliato
l’offerta di dolci e creazioni tipiche,
valorizzando gli ingredienti locali sotto
nuova forma. Come nella Dolce
Tintilia, che celebra il vino autoctono
molisano, il Tintilia Doc, un rosso
riscoperto e valorizzato da cantine
come Di Majo Norante, Borgo di
Colloredo e D’Uva. Il dolce viene fatto
con uova, farina e un ripieno di
mostarda di pinoli, mandorle, noci,
fichi secchi, vino e miele. Tra le altre
specialità ottimi gelati alla Tintilia e
all’extravergine d’oliva gentile di
Larino.
“Cerchiamo di valorizzare l’olio in tanti
modi, non a caso Larino è stato un
paese fondatore dell’associazione Città
dell’Olio, nel 1994” sottolinea Di Lena,
oggi diventato produttore con l’azienda
olearia Le Terre del Vento. “In questo
territorio
vantiamo
tre
varietà
autoctone: la gentile, la salegna e la san
Pardo; quest’ultima anche da mensa”.
L’altro polo dell’extravergine molisano
è Colletorto, dove negli anni più
produttivi si raccolgono oltre 50mila
quintali di olive.
FORCHE CAUDINE – PAGINA 24
RASSEGNA STAMPA
Vecchia Trattoria da Tonino |
Campobasso | corso Vittorio Emanuele
II,
8
|
tel.
0874.415200
|
www.vecchiatrattoriadatonino.com
Sono
una decina i produttori a
marchio e 120mila gli ulivi, dei quali
18mila nell’oliveto del Comune,
affidato in gestione a tante di
famiglie locali. In questo paese di
1.700 persone, infatti, tutti coltivano
un oliveto e producono il loro olio.
Poteva dunque, Colletorto, passare
inosservata alla nostra Guida agli
Extravergini d’Italia? Certo che no,
soprattutto se rappresentata da un
produttore come Giorgio Tamaro
che vanta 3 foglie nel 2013 per la
monocultivar di rumignana e 2
foglie per la nera di Colletorto.
Dopo l’oliva, il comparto più
interessante è quello del vino,
prodotto in larga parte sulla costa
molisana. E proprio qui, a
Campomarino, ci aspettano i fratelli
Di Giulio, proprietari di Borgo di
Colloredo e del casale di charme
Masseria Le Piane, alimentati da
fotovoltaico. Sono proprietari di 70
ettari di vigne, fanno 11 etichette e
puntano
sul
turismo,
con
degustazioni e ospitalità, con
camere ben arredate, una bella
piscina tra le vigne e colazioni fatte
in casa. “In generale il Molise
enologico ha fatto passi avanti sia
nella qualità che nell’enoturismo”
sostiene Enrico Di Giulio (nella foto
di apertura), che continua “anche
noi crediamo in questo territorio e
vogliamo farlo scoprire nel migliore
dei modi”.
Ha invece puntato sulla ristorazione
di campagna la cantina Terre Sacre,
sulle colline di Montenero di
Bisaccia, il paese della Ventricina,
salume locale realizzato con carni
selezionate di suini italiani, tagliate
a
coltello
a
grana
grossa,
aromatizzate con peperoncino, olio
extravergine
d’oliva,
sale
e
finocchietto selvatico e insaccate in
un budello.
L’azienda è collegata alla società
agricola Il Quadrifoglio, proprietaria
di 400 ettari (43 di vigne), con
agriturismo, ristorante, piscina
panoramica, camere, campi di
ortaggi, allevamento di suini,
produzione di salumi e vino.
“Riceviamo 3mila visite l’anno, i
numeri crescono e ora abbiamo una
persona dedicata all’accoglienza”ci
informa il giovane Alfredo Pallavino.
CANTINE
“Fare degustazioni in abbinamento
al cibo e alla cucina è una formula
che funziona”.
Anche in una regione un po’
dimenticata
come
il
Molise,
aggiungiamo noi, se la passione,
l’iniziativa e l’energia dei giovani
riescono
a
farlo
uscire
dall’anonimato.
Testi e foto di Massimiliano Rella
SCHEDA
INDIRIZZI
RISTORANTI
Il Quadrifoglio | Montenero di
Bisaccia (Cb) | Contrada Montebello
|
tel.
0875.960191
|
www.agriturismoilquadrifoglio.net
Miseria e Nobiltà | Campobasso |
via Sant’Antonio Abate, 16 | tel.
0874.94268
|
www.ristorantemiseriaenobilta.it|
Ristorante Monticelli | Campobasso
| via Monticelli, 6 | tel. 0874.418460
| www.ilpalazzovecchio.it
Trattoria Nonna Maria | Termoli
(Cb) | via Oberdan, 14 | tel.
0875.81585 | www.nonnamaria.it
Ribo | Guglionesi (Cb) | contrada
Malecoste, 7 | tel. 0875.680655 |
www.ribomolise.it
Trattoria Da Filomena | Bojano (Cb)
| via Limpilli, 119 | tel. 0874.773078
Borgo di Colloredo | Campomarino
(Cb) | contrada Zezza, 8 | tel.
0875.57453
|
www.borgodicolloredo.com
Cantina Valerio | Monteroduni
(Isernia) | loc. Selvotta | tel.
0865.493043 | www.valeriovini.it
Terresacre | Montenero di Bisaccia
(Cb) | contrada Montebello | tel.
0875.960191 | www.terresacre.net
DORMIRE
Agriturismo I Dolci Grappoli | Larino
(Cb) | contrada Ricupo, 13 | tel
0874.822320 | www.cantineduva.com
Masseria Le Piane | Campomarino (Cb)
| contrada Zezza, 8/b | tel. 0875.57453 |
www.masserialepiane.it
Masseria La Guardata | Termoli (Cb) |
c.da Guardata | tel. 0875.689225 |
www.laguardata.it
Il Palazzo Vecchio | Campobasso | via
Sant’Antonio Abate, 32 | tel.
0874.198089 | www.ilpalazzovecchio.it|
Doppia e colazione 35-40€ a persona
PASTICCERIE
Caffè Pantheon | Larino (Cb) | via
Mazzini, 9 |tel. 0874.822666
Brisotti | Campobasso | corso Vittorio
Emanuele II, 45 | tel. 0874.787133 |
www.caffebrisotti.it
Molise,
un’altra Storia
IL DOCU-FILM
DELLA FESTA DI ROMA
Regia di Felipe Goycoolea
E’ qui
www.youtube.com/watch
?v=s8V1GEqcSAg&list=U
UVjLSeUdRSlli9YOEhs8d
Kw&fea
FORCHE CAUDINE – PAGINA 25
(copia e incolla…)
AMBIENTE
Duronia alle prese con il rischio antenne
E’ arrivato il momento di dire basta
agli scempi e di valorizzare i beni
culturali e ambientali di cui il
territorio molisano è ricco.
Il Comune di Duronia con delibera n°
79 del 28 ottobre 2013 ha manifestato
la volontà di concedere l’ospitalità alla
Wind Telecomunicazioni spa per la
realizzare di una stazione radio base
per la telefonia mobile sul terreno di
proprietà comunale, sito sul colle
della Pineta, a confine con l’unica
zona di espansione residenziale (C2)
prevista
dal
Programma
di
Fabbricazione vigente.
Il 13 dicembre 2013 la Wind ha
presentato al Comune una relazione
tecnico-illustrativa in cui viene
indicata la tipologia di intervento, che
da un punto di vista urbanistico e
percettivo
consisterà
nella
realizzazione di una stazione radio
base per telefonia cellulare, corredata
di tutti i dati relativi al suo
posizionamento (Montagnola), in
un’area di proprietà del Comune
(zona “Pineta”), su terreno in lieve
pendenza interessato da vincoli
idrogeologico e paesaggistico).
Dalla relazione si evince che la
stazione
sarà
sostanzialmente
costituita da un palo metallico di tipo
flangiato alto 30 metri + due metri di
pennone per un’altezza complessiva
di 32 metri, il tutto all’interno di
un’area appositamente recintata.
Con delibera n°80 del 28 ottobre 2013
lo stesso Comune ha manifestato la
volontà di concedere ospitalità anche
alla Telecom Italia spa per
l’installazione di infrastrutture per reti
di tele e/o videocomunicazioni nel
Comune di Duronia individuando un
terreno catastalmente censito al foglio
49 mappale 311 del Comune di
Duronia (nei pressi della zona
sportiva/ricreativa).
Un potenziamento ottimale della
“rete” non sarebbe di per sé
disastroso, anzi agevolerebbe quelle
interconnessioni utili alla crescita del
territorio, ma il progetto esecutivo
dell’opera depositato in Comune desta
perplessità
e
preoccupazione
soprattutto per le possibili gravi
conseguenze sulla salute dei residenti.
Wind ha scelto strategicamente di
installare la stazione sul colle della
Pineta, dove sarà issato un traliccio di
33 metri alla quota di 910 metri s.l.m,
andando a soddisfare con il segnale i
paesi del circondario: da un lato
Torella, Molise, Frosolone, Sant’Elena
ed altri più distanti, dall’altro
Civitanova, Bagnoli, Chiauci ecc.; per la
sola Duronia sarebbe invece bastato un
ripetitore meno imponente.
Nessun dubbio che per la società Wind
si
tratterebbe
di
un
ottimo
investimento, non certo per il comune
di Duronia che ne ricaverebbe solo
inquinamento paesaggistico e, cosa
ben
più
grave,
inquinamento
elettromagnetico
di
proporzioni
incommensurabili (il segnale emesso
dovrà avere una potenza molto elevata
per coprire distanze elevate), con la
beffa che, essendo il segnale troppo
vicino e concentrato, non renderebbe
alla
comunità
duroniese
quel
miglioramento
di
connessione
auspicato, esponendola di contro a seri
rischi per la salute.
Le motivazioni che ci spingono a
comunicare agli organi competenti
quanto la Wind intende realizzare a
Duronia, deriva esclusivamente dal
fatto che vengano effettuate le
opportune verifiche per accertare il
rispetto delle norme vigenti in materia
di installazione di impianti di
telecomunicazione e radiotelevisivi sia
per la tutela delle popolazioni
dall’inquinamento elettromagnetico,
che per la salvaguardia dei vincoli
paesaggistici.
A tal proposito va verificato se il
Comune di Duronia abbia adottato il
Regolamento citato nell’articolo 4 della
legge regionale n. 20 del 10 agosto 2006
in materia di “Norme per la tutela della
popolazione
dall'
inquinamento
elettromagnetico generato da impianti
di telecomunicazione e radiotelevisivi” e
come previsto ne abbia inviato copia
alla Regione ed ai paesi limitrofi e
inoltre che abbia classificato le diverse
zone in:
1) aree sensibili
2) zone di installazione condizionata
3) zone di attrazione
4) zone neutre
La medesima norma dispone inoltre,
all’articolo 3 comma 1 quanto segue: “La
progettazione e la realizzazione dei
sistemi fissi per le telecomunicazioni e
radiotelevisivi e l'adeguamento di quelli
esistenti devono avvenire in modo da
produrre
valori
di
campo
elettromagnetico più bassi possibili”,
Visionando il progetto approvato
sorgono molti dubbi in proposito.
Duronia è il paese che offre uno dei
panorami
più
affascinanti
della
provincia di Campobasso, grazie
all’invidiabile posizione, 918 metri s.l.m.,
che permette una visione unica a 360
gradi su monti, valli e borghi circostanti.
Un patrimonio quindi da difendere, non
tanto per il culto della bellezza fine a se
stessa ma piuttosto perché il recupero
dei borghi e la tutela del territorio,
possono diventare un volano per uno
sviluppo
eco-sostenibile.
La
collocazione
del
traliccio
comprometterebbe irrimediabilmente
la situazione attuale, considerato che
sorgerebbe a ridosso del tratturo
Lucera- Castel di Sangro.
Pasquale Auciello
Presidente ass. “Casale Infinito”
FORCHE CAUDINE – PAGINA 26
AMBIENTE
Dalla parte di un mondo sconfitto
ma non ancora scomparso
I territori rurali italiani vengono violentati ogni
giorno. Occorre allora, con le parole di Alfonso
Pascale: “riscoprire le nostre radici per fare in
modo che alcune gemme che stanno
sbocciando in questi ultimi anni possano dare
nuove foglie e nuovi frutti”
Il messaggio che Alfonso Pascale ha lanciato nel Molise, con
la presentazione del suo libro “Radici & Gemme” a
Montemitro, piccolo delizioso paese di origine slava posto su
una collina che scende verso il Trigno per poi risalire quelle,
subito alte, dell’Abruzzo, è stato accolto da un numeroso
pubblico, molto attento. Un libro molto bello e interessante
nella sua capacità di raccontare la storia degli ultimi 150anni di
questo nostro Paese - ponendosi dalla parte di un mondo
sconfitto, quello dell’agricoltura e delle campagne del
dopoguerr - con le grandi emigrazioni, in ogni angolo del
mondo, che hanno colpito le campagne italiane, e la
industrializzazione, che ha preso il sopravvento dopo gli anni
’60 e colto l’attenzione sia della politica che del mondo della
cultura.
Il messaggio del libro “Riscoprire le nostre radici per fare in
modo che alcune gemme che stanno sbocciando in questi
ultimi anni possano dare nuove foglie e nuovi frutti” è un
messaggio che ha trovato terreno fertile in questa parte della
campagna del Molise, stretta tra due tratturi e segnata da
un’agricoltura in mano a coltivatori tenaci e capaci, e si va
diffondendo nelle altre parti del territorio di una Regione che
conserva ancora la gran parte dei valori della ruralità. Ben 136
paesi sparsi sui quattromila, poco più, chilometri quadrati di
superficie di cui oltre la metà considerati montagne e, le
rimanenti, colline, con le pianure non più grandi di un
fazzoletto che le statistiche non hanno ritenuto degne di
considerazione. Ben 136 paesi molti dei quali piccoli borghi,
circondati da vigne e olivi, orti e seminativi, boschi e foreste, a
significare il carattere di città-campagna del Molise che,
nell’anno appena trascorso, ha festeggiato il suo 50°
anniversario dopo il distacco, nel dicembre 1963, dall’Abruzzo
e il suo riconoscimento di ventesima regione italiana.
La presentazione del libro dell’amico Alfonso Pascale è stata
solo l’ultima di una serie d’iniziative, concentrate tutte sul
valore e il significato del territorio che, in mancanza di un
freno legislativo e, soprattutto, culturale, continua a essere
violentato, sprecato, perso, per colpa del cemento e, oggi, dei
rifiuti tossici. Nel caso del Molise (Teatro Naturale è stato il
primo a diffondere la notizia) per colpa di una “Stalla” di
12.000 manze, pensata dalla Granarolo e appoggiata dalle
forze di governo nazionale e locale, in una realtà piccola,
delicata, dove basta poco per stravolgerla, annientando le sue
conquiste e, così, cancellando la sua identità.
Per non parlare di una programmazione di altre mille e più
pale eoliche che si andrebbero ad aggiungere alle migliaia già
installate; cinque centrali a biomasse e la decisione presa dal
governo sotto la pressione dei parlamentari locali di
realizzare un’autostrada che, si badi bene, non avrà, per i
prossimi cinquant’anni, né un inizio né una fine, visto che il
primo tratto di poche decine di chilometri è quello centrale.
Il Molise, come del resto la gran parte dell’Italia, è colpito da
simili assurdità, che sono, poi, alla base di tante scelte fatte e
che, ancora si vanno facendo, tutte all’insegna dello spreco e
degli ingenti profitti.
Prima della presentazione a Montemitro di “Radici &
Gemme”, il libro che mi ha fatto rivivere i miei cinquant’anni
e più di vita spesi per l’agricoltura, il territorio, la
sostenibilità, ci sono stati altri interessanti eventi e incontri
dove ho avuto modo di porre al centro del discorso la
questione territorio, oggi per me primaria, convinto come
sono che solo partendo da questo scrigno e dal tesoro che
esso nasconde, si può ripartire e uscire dalla crisi profonda.
Non abbiamo altro per programmare il futuro nostro e delle
nuove generazioni. Sta qui la necessità di difenderlo questo
nostro territorio, non solo dal procedere incalzante delle
ruspe, ma anche dalla negligenza e dalla stupidità, per avere
così la possibilità di organizzarlo, raccontarlo e valorizzarlo.
Bisogna fare presto se si vuole conservare un bene che è
storia, cultura, ambiente, paesaggio, tradizioni, cioè un
insieme di valori e di risorse che - come scrive a chiusura del
suo libro, Alfonso Pascale - serve alle gemme per
riappropriarsi delle radici. Come per dire che non c’è futuro
senza il presente e senza il passato e che sta in questa
continuità la vita, ossia la rinascita di cui ha bisogno il Molise,
il Paese.
FORCHE CAUDINE – PAGINA 27
(Pasquale Di Lena)
DULCIS IN FUNDO
TeleMolise
anche a Roma
Molise “migliore”
nel libro di testo
Telemolise, la prima tv privata del
Molise, sbarca a Roma e nel Lazio. Sul
canale 749 è infatti possibile seguire
numerosi programmi, tra cui i notiziari
(ore 6, 14, 19,30 e 23) e l’interessante
trasmissione “Viaggio in Molise” (ore 18
e 19,30).
L'emittente, certificata Auditel, ha oltre
220 mila contatti netti (numero di
spettatori diversi tra loro, sintonizzati
per almeno un minuto sull'emittente
nel mese considerato),
Già molti molisani a Roma, soprattutto
grazie a “Forche Caudine” e
all’iniziativa “Molise, un’altra Storia”,
seguono gli appuntamenti con la tv
della terra d’origine, apprezzando
questo legame affettivo e culturale.
La prima trasmissione di Telemolise
avvenne nel 1975. Dagli anni Ottanta
l’emittente è passata alla famiglia
Pallante di Frosolone (Isernia),
divenendo un vero e proprio
strumento culturale e storico del
Molise, avendo raccolto una mole
infinita di immagini.
Oggi l’emittente è diretta da Manuela
Petescia, può contare su un centinaio
di collaboratori, tra cui una sessantina
di dipendenti, tra giornalisti, tecnici,
amministrativi, e operatori web (grazie
alla redazione internet le immagini
passano in streaming anche sulla rete
sul proprio sito).
Telemolise ha sviluppato in modo
particolare il settore dell'informazione,
con tre edizioni in diretta del
telegiornale (tutte seguite dal Tg
Sport), lo spazio "Buongiorno Molise"
con la rassegna stampa, un edizione
flash alle ore 15 ed una edizione da 100
secondi (TG100) che va in onda ogni
ora dalle 16 in poi.
Grazie ad una lunga collaborazione
tra la casa editrice Giunti e
l’associazione “Forche Caudine”, la
nuova edizione del libro “Nel
giardino
dei
saperi”,
testo
ministeriale nazionale per la scuola
primaria, conterrà una scheda
completamente rinnovata sul Molise.
Nello spot c’è
Umberto Di Ciocco
L’agnonese Umberto Di Ciocco è nella
pubblicità ufficiale su internet della
Coca Cola, Ha come tema il Taxi
Sharing. Per la pubblicità, quest’anno
la Coca Cola ha scelto Roma. E un
molisano ci è finito dentro.
Colli nel cuore:
il terzo libro
E’ uscito il terzo libro di “Colli nel
cuore”, dedicato a Colli a Volturno.
L’autore è Giuseppe D’Acchioli, nato a
Colli nel 1949 e residente in Lombardia
dal 1968. Ricordi, ricette, proverbi e
fotografia: un volume imperdibile !
Ancora successi
per Riserva Moac
Riserva Moac, band di Bojano, ha vinto
il concorso “Hit Music Awards”.
Attraverso una preselezione audio e
una live, due brani della Riserva Moac
sono stati selezionati dalla giuria per
far parte di uno dei dischi più venduti
nel panorama musicale italiano,
realizzato in una tiratura di oltre
30.000 copie. I brani selezionati sono
Jackpot e Mayday Midai, ultimi singoli
lanciati sul web che faranno parte del
nuovo album della band in uscita nella
prossima primavera.
L’associazione, sin dal 2012, aveva
rilevato nel testo una serie di
inesattezze riguardanti il Molise. Ad
esempio si riportava che Agnone
fosse circondata da mura o che
l’artigianato eccellesse per “lavori in
legno”. Tante carenze e omissioni.
La casa editrice, con grande
attenzione e professionalità, ha preso
atto delle giuste segnalazioni,
invitando l’associazione a collaborare
per la nuova stesura, che si sta
concretizzando in questi giorni con
l’uscita della nuova edizione 2014.
Tra le novità, un’ampia scheda
dedicata allo scavo paleolitico di
Isernia ed una, più piccola ma
significativa, per Agnone.
Riscritto
completamente
l’artigianato,
che
riportava
vagamente attività tessili e del legno:
entrano le lame di Frosolone, le
zampogne di Scapoli, i lavori in pietra
di Pescopennataro, il tombolo di
Isernia. Aggiornamenti significativi
anche per le attività produttive e per i
prodotti dell’agro-alimentare, con
l’ingresso
del
tartufo,
della
transumanza e dei tratturi.
FORCHE CAUDINE – PAGINA 28