L`esempio di Simona Atzori l`ètoile del nuovo baricentro

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L`esempio di Simona Atzori l`ètoile del nuovo baricentro
L'esempio di Simona Atzori
l'ètoile del nuovo baricentro
di Claudio Libera
I TRENTO
Che cosa ti manca per essere felice? Una domanda difficilissima con una risposta facile facile
data con l'esempio da Simona
Atzori, l'ètoile della danza, (senza braccia), che su invito della
Fondazione Cassa Rurale di
Trento si esibirà domani sera alle 20.30 all'auditorium Santa
Chiara. Nello spettacolo che
porta appunto questa domanda
nel titolo. L'ingresso all'auditorium è libero e gratuito fino ad
esaurimento dei posti disponibili. L'evento conclude la due
giorni di "InternazionAbilità per andare oltre i propri confini", sul tema della solidarietà internazionale in rapporto alla disabilità. Sarà l'occasione di mettere a confronto metodi ed approcci tra le realtà trentine e le
organizzazioni di solidarietà internazionale che operano nel
settore della disabilità. Oggi, dalle 9.30 alle 17.30, la sala Belli del-
la Provincia, in piazza Dante,
ospita questo incontro che dimostra come nella crisi economica globale s'annidi un rischio
nella mente di molti: il "si salvi
chi può". Simona Atzori, danzatrice e grande pittrice, è personaggio che afferma: «Ci identifichiamo sempre con quello che
non abbiamo, invece di guardare quello che c'è. Il genere umano deve arrivare al limite per riuscire a costruire un decente
elenco di priorità. Perché dobbiamo arrivare fin lì per capire
alcune cose fondamentali?».
L'interrogativo, che non lascia
scampo, è contenuto nel suo libro "Cosa mi manca per essere
felice", pubblicato dalla Collezione Ingrandimenti di Mondadori (2011, 192 pagine). «Cerchiamo sempre i percorsi più
difficili per ottenere le cose ed
in parte è anche giusto - dice Simona in una recente intervista
pubblicata su Superabile Magazine a firma di Elisabetta Proiet-
ti - Ma puntiamo sempre al cosa
ci manca. Forse perché guardare davvero ciò che abbiamo è
più faticoso, dobbiamo scavare
più in profondità. E allora, ecco,
il limite è anche un alibi che ci
costruiamo. Ho questo limite,
quindi non posso fare, non posso osare. Buttarsi senza conoscere il risultato è difficile... Siamo pieni di scuse nella nostra vita, c'è sempre qualcosa che ci
impedisce. Lo sforzo è superare
la paura che ci frena». Ballerina
e pittrice nata senza braccia, Simona Atzori ha danzato davanti
a Papa Giovanni Paolo II ed in
occasione della cerimonia di
apertura delle Paralimpiadi di
Torino del 2006, al Festival di
Sanremo ed è sempre in tournée. Ed ha al suo attivo varie
mostre collettive e personali in
tutto il mondo. Simona Atzori
non ha le braccia da quando è
nata ma balla da quando ha sei
anni. L'ha fatto davanti al Papa,
per il Giubileo del 2000. Ed in
Kenya per i bambini disabili del-
la Fondazione Fontana di cui è
ambasciatrice. Nella quarta serata del Festival di Sanremo, le
hanno chiesto di portare in scena l'amore (assoluto) per la danza. Chi meglio di lei, che da piccola non poteva ascoltare un disco senza che le sue gambe iniziassero a muoversi, da sole. Alla domanda: Ha scritto un libro.
S'intitola "Che cosa ti manca
per essere felice?", che risposta
si dà? «Che non mi manca nulla.
E che guardiamo troppo a quello che non abbiamo». E nei momenti di difficoltà? «Ho iniziato
da bambina a spostare il mio baricentro, a usare le gambe e i
piedi come fossero le braccia e
le mani. Tutto è avvenuto in modo molto naturale. Solo l'adolescenza è stato un passaggio duro: vedevo le altre diventare
donne. E riesco anche ad abbracciare. Faccio tutto, lo stesso. Merito di mia mamma. Mi
diceva: forse questo non potrai
farlo così, però pensiamoci: in
quest'altro modo sì».