Bach Ho - Qwan Ki Do di Somma Lombardo

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Bach Ho - Qwan Ki Do di Somma Lombardo
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Bach Ho - Qwan Ki Do di
Somma Lombardo
di Antonio Saponaro
di Antonio Saponaro
Bach Ho - Qwan ki Do, Somma Lombardo
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di Antonio Saponaro
Ai miei allievi:
Massimo
Pier
Luca
Marco
Che la Vita vi sorrida sempre
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di Antonio Saponaro
Indice
Introduzione
Marco
Luca
Pier
Massimo
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di Antonio Saponaro
Introduzione
Nel raccontare e analizzare un gruppo come quello che si è costituito presso la Palestra
Bach Ho – Qwan Ki Do di Somma Lombardo è necessario partire dal descrivere quali è il
sistema di valori che guida le scelte o che accomuna tutte le persone che condividono e
perseguono il medesimo obiettivo.
Il QKD è sempre stato inteso non un mero apprendimento di tecniche di autodifesa, ma
come attività educativa di per sé, con un rilevante contenuto emozionale e relazionale per
chi pratica questa attività sportiva. Per dirla con parole conosciute a chi pratica QKD
«considerare la pratica dei combattimenti marziali e di gara come un mezzo per progredire
e non come un fine a sé»1.
Le cinture nere rappresentano le figure educative con cui i bambini, i ragazzi e gli adulti
che partecipano alle attività che si svolgono nella palestra si relazionano costantemente. In
tale contesto si capisce quanto sia mai necessario che il Maestro e le gli allenatori sportivi
rappresentino un punto di riferimento valoriale da seguire, in quanto sono i primi che
tendono verso uno stile di vita corretto, improntato sul rispetto reciproco e sulla osservanza
delle regole fondamentali del QKD: fiducia in sé, rispetto degli altri, cura del corpo e dello
spirito, praticare delle virtù morali (rettitudine, probità, semplicità, modestia, tolleranza).
Il maestro è quindi prima di tutto un maestro di vita da tenere ad esempio, dopodiché è
colui che organizza le attività e insegna affinché tutti possano apprendere il massimo
livello di sviluppo delle tecniche di lotta.
Gli istruttori e i loro aiutanti sono consapevoli dell’importanza del ruolo, costantemente
ribadito durante i diversi incontri, nei confronti dei bambini, adolescenti e giovani, ma
anche nei confronti degli atleti adulti. Non meno importante , specialmente a livello
amatoriale, ed infine ai genitori, che affidano i loro figli alle società sportive. Quindi di
valorizzare l'evento sportivo come risorsa per la persona.
Come di vedrà durante la descrizione della varie componenti e della struttura, vi è uno
spirito solidaristico e collaborativo che nel corso degli anni si è progressivamente
consolidato. Basterebbero i numeri a descrivere ciò che c’è: 136 atleti iscritti alle attività
della palestra, tra cui circa 50 bambini e altrettanti ragazzi. Per non parlare di circa 100
soci non praticanti, di frequente amici o genitori dei bambini e dei ragazzi.
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http://www.qwankido.org
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1. Palestra Bach Ho di Somma Lombardo, storia, valori e
organizzazione
Una breve cronistoria
Nel 1988 a Somma Lombardo nasce, all’interno di una piccola palestra privata, il primo
gruppo di QKD della provincia di Varese. L’istruttore di allora, Roberto De Pasquale,
inizia con un gruppo di circa 20 allievi, molti dei quali avevano conosciuto il QKD grazie
ad una dimostrazione delle tecniche andate in onda grazie al format Domenica In condotta
da Mino Damato.
Per circa quattro anni il gruppo,composto in prevalenza solo da adulti, rimane pressocchè
quello, anche se successivamente ci si trasferisce in una palestra di maggiori dimensioni.
Il punto di svolta lo si ha quando nel 1996 io e il mio fratello di armi Paolo Lunardi
proponiamo all’istruttore della palestra di istituire un turno specifico per i bambini. L’idea
ha un grande successo. In poco tempo il numero di iscrizioni si triplica, tanto che la
palestra comincia ad essere “troppo stretta” rispetto alle esigenze sportive.
A questo si deve aggiungere che l’ambiente della palestra è poco confacente allo spirito
sportivo del QKD e le rette mensili risultano troppo alte, oltre al fatto che è prevista una
doppia iscrizione annuale.
Nel 1996 l’Unione Italiana Qwan Ki Do mi affida la responsabilità tecnica della
conduzione del gruppo di Somma Lombardo. Il mio primo pensiero è quello di istituire un
vero e proprio “gruppo”, unito, spinto dallo spirito e dalla voglia di crescere e imparare,
dove ognuno risulta essere protagonista non solo della propria crescita sportiva, ma anche
di un progetto di sviluppo comune.
Con i miei allievi più anziani decidemmo di costituire una Associazione no profit,
l’Associazione Bach Ho
La palestra si apre ad iniziative ed attività non solo interni, ma anche a collaborazioni di
altre persone che potevano fornire, grazie al loro spirito collaborativi o alla loro esperienza,
un possibile sviluppo della palestra. L’associazione comincia a strutturarsi ed a definire un
suo profilo. E’ nominata la Presidente Flora Baravelli (in carica fino al 2008), il
Vicepresidente Pier Prealta (cintura nera II dang) e il Segretario Massimo Lodi (cintura
nera II dang).
Massimo e Pier realizzano di fatto il mio progetto, si impegnano su tutti i fronti e su tutti
gli aspetti. Tutti quanti sosteniamo lo sviluppo dell’Associazione non solo attraverso il
nostro lavoro e la nostra disponibilità, ma spesso anche attraverso il diretto esborso
economico per l’acquisto di materiale utile.
Già in questa fase di pongono solide basi per la realizzazione di uno “spirito di gruppo”.
Alle iniziative, alle attività collaborano sempre più soggetti. Di fatto l’Associazione si basa
su un sistema di valori che vengono da tutti condivisi: amicizia, lealtà, disponibilità.
Nel 1999 è raggiunto il primo grande obiettivo: il trasferimento in una palestra del Comune
di Somma Lombardo. Tutte le cinture nere della palestra divengono i soci fondatori
dell’Associazione Bach Ho.
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di Antonio Saponaro
Alla crescita dell’Associazione si deve far fronte con una nuova struttura organizzativa.
Nello spirito che anima tutte le attività ad ognuno viene attribuita una specifica
responsabilità, sempre nell’ambito della propria disponibilità e in linea con gli impegni
lavorativi e scolastici di ognuno.
Marco Casalucci è il responsabile del settore bambini, Pier e Massimo hanno con me le
responsabilità di coordinamento delle attività
La mia esperienza
In più parti ho sottolineato quanto la mia esperienza oramai ventennale Praticante di QKD
è sempre stata caratterizzata da forti e significative relazioni affettive e amicali con le
persone che hanno partecipato alla costruzione di un importante progetto. Dagli allievi
(grandi o piccoli), sino ad arrivare a coloro che partecipano alle attività dell’Associazione.
Per questo motivo dopo tanti anni di insegnamento sono arrivato a pensare che
l’insegnamento della sola tecnica, anche se fondamentale e importante, non era di per sé
sufficiente. Di fatto l’ergere l’Associazione su un sistema di valori importanti e di crescita
era una condizione necessaria a fondare solidi basi per una crescita umana, affettiva,
sportiva.
Ho sempre pensato che uno dei valori fondanti del QKD, come “Praticare le virtù morali
che sono alla base del Qwan-Ki-Do: rettitudine d'animo, probità, semplicità, modestia e
tolleranza”, siano elementi educativi su cui basare l’insegnamento dell’arte marziale. Come
allo stesso modo sono stati assunti i valori come la lealtà, l’altruismo, la disponibilità e
l’esempio, che, se in apparenza potrebbero apparire antisonanti, di fatto sono elementi su
cui ho basato tutto il mio percorso educativo in questi anni.
Inoltre ho sempre pensato che tali responsabilità educative abbisognassero di vari supporti
di professionisti ed esperti anche esterni alla struttura. L’Istruttore non può e non deve
essere solo. Ha bisogno sempre di confrontarsi con le tecniche di QKD più professionali ed
evolute; spesso mi sonno trovato a chiedere ai miei stessi allievi di perfezionare una
tecnica. Ha bisogno di chiedere consigli a medici per la organizzazione della preparazione
atletica; spesso chiedo a fisiatri e ortopedici quali accorgimenti tecnici adottare per
migliorare le prestazioni o per risolvere eventuali problemi di funzionamento.
Ma un istruttore è spesso messo di fronte a problemi più o meno gravi, più o meno
rilevanti, caratteristici anche dell’età evolutiva. Le risposte non possono essere
naturalmente tecniche, per questo ci sono i professionisti nel settore, ma comunque risulta
il più delle volte necessario “saper ascoltare”. La fiducia che adulti, giovani, ragazzi e
bambini hanno nei confronti dell’Istruttore è molto mediata dalla sua capacità di sapere
capire i diversi problemi, anche senza dare apparentemente nessun tipo di soluzione. E’
una operazione di constante conquista di fiducia.
E’ tutto questo che ho sempre ricercato nel mio essere istruttore: non sentirsi mai
completo, approfondire sempre le proprie conoscenze, avere l’umiltà di chi è consapevole
dei propri limiti e li affronta con coraggio per espandere i propri confini.
Si potrebbe dire una fusione di tecnica e umanità. Da un lato la costante ricerca di un
miglioramento tecnico, delle competenze sportive, del miglior modo per insegnare l’uso di
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un’arma, della costante programmazione delle lezioni. Dall’altro la reale consapevolezza
che un istruttore non può e non deve essere solo questo, in quanto la base solida di un buon
insegnamento è data soprattutto dalla capacità di entrare in comunicazione con l’altro, di
saper cogliere i bisogni non espressi/espressi con difficoltà.
E’ quindi l’idea che l’essere o meno istruttore, essere o meno tecnicamente dotati, non è
solo dato dalla “carica istituzionale” attribuita bensì dalla capacità di essere riconosciuto
tale non solo dagli stessi allievi, ma anche dalle famiglie o dagli amici che fanno parte
dell’Associazione Bach Ho.
La filosofia del lavoro di gruppo è alla base del progetto che abbiamo costruito in questi
anni. Il grande gruppo costituito oggi si regge su una serie di valori e principi importanti,
quali la fiducia, il rispetto reciproco, l’altruismo, l’onestà, la chiarezza. E’ una ricchezza,
una fortuna, condividere il lavoro e le esperienze con persone che non hanno nulla da
guadagnare se non lo stare bene insieme e condividere le esperienze per/con gli altri.
In tutto questo contesto, il merito che mi sento attribuirmi è la passione per il QKD, che
rende molto facile superare tutte le difficoltà che si incontrano nel percorso.
L’organizzazione delle attività
Nel corso degli anni si sono consolidate una serie di attività sia per quanto riguarda
l’organizzazione dei turni e delle modalità di svolgimento delle esercitazioni in palestra
durante la settimana, sia relativamente alle attività annuali.
Alle attività tipicamente sportive sono sempre affiancate delle attività che coinvolgono
anche le famiglie o gli amici dell’Associazione.
Sostanzialmente sono quattro i momenti importanti che caratterizzano le attività
dell’Associazione:
- Attività settimanale/mensile
- Attività sociali
- Dimostrazione annuale
- Campeggio estivo
Attività settimanale/mensile
I contenuti e le modalità di svolgimento delle attività settimanali sono programmate
all’inizio dell’anno sociale. Ogni lezione è attentamente preparata soprattutto sui contenuti,
prestando attenzione alla necessità che ognuno definisca i propri obiettivi di crescita in
base alle proprie aspirazioni, interessi e capacità.
La programmazione settimanale segue un piano organizzato a livello mensile: ogni mese è
dedicato allo specifico lavoro sullo sviluppo di tecniche differenti. Ad esempio, un mese
dedicato alle tecniche che comportano gli esercizi di gambe, quali spazzate, calci o forbici,
un alto mese alle proiezioni, le leve, tecniche a coppia, ecc..
Alla base di ogni lezione vi è comunque sempre la cura delle forme e posizioni di base,
mentre una lezione al mese è dedicata allo studio delle armi.
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Le attività settimanali sono programmate in modo da essere coerenti con gli impegni
scolastici per i bambini, ragazzi e adolescenti – che per principio devono essere coerenti
con le attività del QKD - e per le attività familiari e lavorative degli adulti. Gli allenamenti
si tengono due giorni alla settimana, il martedì e il venerdì, dalle ore 17 alle ore 20,30
articolando i turni in questo modo:
- bambini dalle 17 alle 18
- ragazzi dalle 18 alle 19
- Adulti dalle 19 alle 20,30.
Attività sociali
Le attività sociali svolte dall’Associazione Bach Ho hanno due obiettivi prioritari. Da un
lato essere un elemento di divertimento, svago, di valorizzazione dello stare insieme, di
ricercare e valorizzare le amicizie tra coloro che frequentano le attività sportive. Dall’altro
lato l’essere di supporto e sostegno nei confronti di chi ha bisogno, di chi, per la propria
particolare condizione ha difficoltà a superare/affrontare momenti o periodi particolari
della propria vita.
Le cene sociali e le attività di raccolta fondi per beneficenza sono i due tipi di momenti
organizzati durante il corso dell’anno associativo. Le cene sociali si svolgono all’apertura
dell’anno a settembre, prima di natale con le famiglie per scambiarsi gli auguri e alla fine
dell’anno verso giugno.
A febbraio è organizzato uno spettacolo di beneficenza anche attraverso il coinvolgimento
di personaggi famosi che gratuitamente prestano la loro opera in favore dell’associazione.
Nel corso degli anni hanno aderito personaggi famosi come Baz, Lauretta, Francesco
Rizzuto (vigile di Colorado Cafe), Timoteo, Moffa, Renato Converso, Spoto, Bruce Ketta
(il postino di Zelig), e tanti altri. I fondi ottenuti (14 mila euro ogni anno nelle due ultime
edizioni) sono stati devoluti ad associazioni quali,
- ANFAS di Somma Lombardo
- Medici senza frontiere
- Comunità Santa Maria che svolge attività in Africa.
Dimostrazione annuale
Nel periodo annuale, tra dicembre è organizzata una delle attività maggiormente attesa da
parte dei bambini e dai ragazzi: la dimostrazione annuale alla quale partecipano tutti i
praticanti.
Si tratta di un momento coinvolgente che emula la “festa del villaggio” tipica della
tradizione vietnamita, in occasione della quale ognuno mostra quello che ha imparato.
Proprio perché festa del villaggio viene aperta alle famiglie e ai cittadini interessati a
vedere le diverse dimostrazioni spettacolari.
Ad ognuno è attribuito un compito specifico a seconda della sua esperienza ed età. I
Bambini si cimentano sui giochi e sulla dimostrazione di esercizi, i ragazzi esprimono la
forza, la potenza e la spettacolarità dell’arte marziale, gli adulti la competenza e
l’esperienza.
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L’ex Presidente dell’Associazione durante la presentazione di una stagione sportiva.
Sig.ra Flora Baravelli
Campeggio estivo
Ogni anno è organizzato un campeggio estivo. E’ un momento importante per
l’Associazione in quanto si sperimenta un nuovo modo di stare insieme, giorno e notte e
non solo per le ore settimanali di palestra.
La vita nel campeggio è improntata nell’ottica dell’essenzialità, lontani dalle “comodità”,
da ciò che è futile, finalizzando tutto nello stare insieme, al dedicarsi per alcuni giorni
all’arte del QKD.
Gli ultimi campeggi si sono tenuti tutti nel mese di maggio e nella località Brinzio. Il
supporto dei familiari, che svolgono tutta l’attività logistica è utile per poter concentrare le
forze sulle attività.
La ricerca di una determinata atmosfera, il silenzio, la ricerca di nuove sensazioni, portano
ad organizzare anche alcuni allenamenti notturni:
− Bambini dalle 23,30 alle 00,30
− Ragazzi dalle 0,30 alle 01,30
− Adulti dalle 01,20 alle 3,00.
Collaboratori, atleti iscritti e alcuni risultati sportivi
Le attività messe in cantiere in questi anni hanno fatto si che molti bambini e bambine,
ragazzi e ragazzi e adulti e persone chiedessero di poter imparare le tecniche del QKD. Nel
corso degli anni sono fortemente aumentaste le richieste di iscrizione ai corsi, tanto che
oggi, considerando anche gli istruttori e gli aiutanti, l’Associazione conta 136 iscritti.
In modo particolare è notevole il numero di bambini sotto i 12 anni di età (49) e di ragazzi
e ragazze (48).
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Composizione e numero degli atleti alla palestra Bach Ho ad ottobre 2008.
Gruppi
Istruttori
Aiutanti istruttori
Bambini di età 5 -8 anni
Bambini di età 9 - 12 anni
Adolescenti di età 13 - 17 anni
Giovani e adulti (dai 18 anni in su)
Totale
Numero iscritti
2
7
25
24
48
30
136
Queste attività sono possibili grazie al contributo di persone che aderiscono alle attività
dell’Associazione - anche soci non praticanti – e atleti con esperienze significative che
prestano il loro tempo per le lezioni con i bambini, ragazzi e adulti.
Persone che collaborano alle attività dell’Associazione Bath Ho.
Nome
Attività in palestra
Ruolo
associativo
Presidente
Pierfranco Prealta
Antonio Saponaro
Massimo Lodi
Marco Casalucci
Gianluca Cavalleri
Marco Albano
Andrea Rizzotto
Luca Albano
Ignazio Squeo
Simona Gallo
Debora Gobbo
Edoardo Pinelli
Mirko Visentin
Emanuele Negro
Simone Valesella
Andrè Albini
Davide Mattiuzzo
Michele Barbera
Luca Zocchi
Fabio Baravelli
Aiutante istruttore
Istruttore
Istruttore
Segretario
Aiutante istruttore
Aiutante istruttore
Vice Presidente
Aiutante istruttore bambini
Aiutante istruttore bambini
Concetta Mirto
Socio non praticante
Anna Di Leo
Socio non praticante
Stefano Rampi
Socio non praticante
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Grado
Cintura nera II Dang
Cintura nera II Dang
Cintura nera II Dang
Cintura nera II Dang
Cintura nera I Dang
Cintura nera I Dang
Cintura nera I Dang
Cintura nera II Dang
Cintura nera I Dang
Cintura nera I Dang
Cintura nera I Dang
Cintura nera I Dang
Cintura nera I Dang
Cintura nera I Dang
Cintura nera
Cintura nera
Cintura nera
Cintura nera
Cintura nera
Cintura nera
Materiale e
relazioni
Relazioni
assistenza
Controllo
palestra
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Nel corso degli anni gli iscritti alla palestra hanno raggiunto degli importanti risultati
sportivi. Ma prima di passare in rassegna i risultati raggiunti (tabella) è necessario ribadire
quale è il comportamento degli istruttori in questo ambito.
L’aspetto delle competizioni, delle gare a cui le persone partecipano deve essere
preliminarmente collegato ad una serie di aspetti che sono stati più volte evidenziati nel
corso dello scritto. Agli atleti partecipanti alle attività sportive viene più volte ribadito
quanto la ricerca della vittoria fine a se stessa nelle gare non solo è un aspetto non solo da
evitare, ma lontano dalla cultura dell’Associazione. Nelle esperienze passate più volte la
competizione è stata vista come un momento in cui venivano giudicate le competenze
soprattutto da parte dei ragazzi, le attese del ragazzo erano tali che invece di un momento
di confronto con altri atleti sulle tecniche, sulle modalità di svolgimento di un esercizio,
diveniva un momento in cui era forte lo stress accumulato.
Le conseguenze si riflettevano sulla prestazione atletica - con risultati al di sotto rispetto
alle potenzialità individuali- , sulla vanificazione del momento socializzante, sulla
motivazione a continuare gli allenamenti di fronte ad un risultato scoraggiante, sulla stima
personale. In sintesi, abbiamo verificato che laddove l’attenzione è orientata sui risultati
sportivi, si producono risultati negativi su molti forniti e aspetti, mentre quando si sposta
l’asse sull’acquisizione di capacità, sul divertimento, sullo stare insieme i risultati sono
molto più positivi.
E’ logico in un tale approccio culturale i ragazzi e i giovani, come anche i bambini, non
vengono mai invitati a partecipare alle gare, si ritiene più che mai utile aspettare che siano
gli stessi ragazzi – nel momento in cui acquisiscono sicurezza - a proporsi per competere in
una gara. Il ruolo degli istruttori è comunque quello di valutare il grado di maturazione del
ragazzo a intraprendere una competizione anche di fronte ad una richiesta esplicita.
In breve, ci si è rifatti semplicemente ai principi basilari del QKD: “curare il corpo e lo
spirito per sé e per gli altri, e non per nutrire la propria vanità e il proprio orgoglio”.
Inoltre: “considerare la pratica dei combattimenti marziali e di gara come un mezzo per
progredire e non come un fine a sé”.
Alcuni risultati raggiunti dal 1998.
Anno
1998
Risultati raggiunti
Categoria bambini/e:
- 2° e 3° classificato del campionato regionale;
- 3° classificato campionato nazionale;
2000
Categoria bambini/e:
- 1° e 2° classificati del campionato regionale;
2004
Categoria bambini/e:
- 2° e 3° classificato del campionato regionale;
- 2° e 3° classificato campionato nazionale;
Categoria ragazzi/e:
- 1°, 2° e 3° classificato del campionato regionale – combattimento;
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2005
3° classificato del campionato regionale – tecnica;
1° e 3° classificato campionato nazionale - combattimento;
3° classificato campionato nazionale - tecnica;
Categoria bambini/e:
- 1° e 3° classificato del campionato regionale;
- 1° e 2° classificato campionato nazionale;
Categoria ragazzi/e:
- 1°, 2° e 3° classificato del campionato regionale – combattimento;
- 2° classificato del campionato regionale – tecnica;
- 1°, 2° e 3° classificato campionato nazionale - combattimento;
- 3° classificato campionato nazionale - tecnica;
2006
Categoria cinture nere:
- 3° classificato campionato nazionale – tecnica;
2007
Categoria bambini/e:
- 1°, 2° e 3° classificato del campionato regionale;
- 1°, 2° e 3° classificato campionato nazionale;
Categoria ragazzi/e:
- 1°, 2° e 3° classificato del campionato regionale – combattimento;
- 2° classificato del campionato regionale – tecnica;
- 1°, 2° e 3° classificato campionato nazionale - combattimento;
- 3° classificato campionato nazionale - tecnica;
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2. I gruppi di atleti
I bambini
Il progetto di insegnamento del QKD ai bambini si basa sulla considerazione della loro
fragilità, lo stato di crescita, la necessità i trasformare tutte le attività in funzione ludica
progettando un proposto adattato alla loro morfologia e alla loro età.
Il gioco, l’animazione, la fantasia sono i presupposti per creare un clima sereno e
produttivo per insegnare ai bambini il QKD. L’obiettivo è di iniziare e preparare i bambini
all’attività, considerando che la tecnica, anche se importante, passa in secondo piano
rispetto alla valorizzazione della corporeità, della capacità di acquisire un adeguato
equilibrio, di sapere gestire il proprio corpo. Attraverso il QKD i bambini entrano in
contatto con la propria aggressività, imparano a conoscerla e a gestirla, proprio in virtù
delle regole fondamentali richieste ai bambini.
Salti, cadute, corsa, ostacoli, percorsi, sono tutte elementi che vengono utilizzati per i
bambini più piccoli. Il corpo deve divenire anche un mezzo per esplorare, imparare e
comunicare. In sintesi, abbiamo verificato che il miglior modo per insegnare l’arte del
QKD ai bambini è fare in modo che essi si divertano durante gli esercizi.
Gli aspetti tecnici sono sempre alla base dell’insegnamento, basato su un programmazione
con obiettivi ben delineati, ma è utile inserirla sempre al giusto momento e con le giuste
modalità, quando vi sono dei prerequisiti di base avviati. Ai bambini vengono fornite sole
le indicazioni di base, spiegate con un linguaggio a loro accessibile, in quanto si ritiene
maggiormente utile privilegiare una auto-individuazione progressiva della giusta modalità
di svolgimento dell’esercizio attraverso l’accompagnamento dell’istruttore.
Ad esempio, per insegnare a dare un calcio è spiegato in linea generale la tecnica di base,
lasciando che i bambini e le bambine, attraverso l’ausilio e l’incoraggiamento
dell’istruttore, trovino la giusta tecnica da applicare.
E’ una modalità di insegnamento che deve essere giudicata soprattutto dai risultati che
produce: tutti i bambini acquisiscono delle ottime abilità tecniche nello svolgimento degli
esercizi e una elevata comprensione dei diversi passaggi che lo caratterizzano.
Per verificare lo stato di apprendimento della tecnica, le cinture nere a volte commettono
appositamente degli errori nello svolgimento dell’esercizio, i bambini e le bambine
divengono protagonisti in quanto spiegano quale è il corretto svolgimento dell’azione
attraverso “momenti di discussione”.
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Dimostrazione annuale dei bambini presso la palestra
La teoria è quella parte dell’insegnamento che nel corso degli anni ha subito maggiori
variazioni. Abbiamo verificato che la storia del M° Tong veniva appresa con grande
difficoltà da parte dei bambini e delle bambine.
Si è ritenuto utile variare sostanzialmente la modalità di racconto, lasciando intatti i
contenuti, ma modificando sostanzialmente le modalità di comunicazione. Attraverso la
collaborazione dei familiari e delle cinture nere è stato costruito un teatro della marionette,
aggiunto qualche personaggio di fantasia, riscritta la storia e i dialoghi.
L’obiettivo principale è fornire un forte messaggio: l’arte marziale senza elementi sulla
cultura sulla quale si è sviluppata è solo una attività fisica senza senso. Il QKD ha una
storia che punta ai valori importanti anche a prescindere dalla mera fisicità.
I risultati possono essere valutati da diversi punti di vista. Attualmente, come in
precedenza evidenziato, vi sono 50 bambini iscritti ai corsi di QKD. E’ il numero massimo
che le risorse disponibili e la struttura può sopportare.
Adolescenti
Nei confronti dei teenager la tecnica acquisisce molto più rilevanza rispetto ai gruppi di
bambini. Resta sempre inteso che l’obiettivo è di proporre un progetto volto non alla
ricerca della vittoria a tutti i costi – che risultano anzi comportamenti disapprovati - ma alla
cooperazione della sfera fisica e sociale (aiuto reciproco, dialogo fisico non aggressivo).
L’attività con i ragazzi risulta essere molto più impegnativa rispetto a quanto avviene per i
gruppi dei bambini e degli adulti. E’ una fascia di età in cui la vulnerabilità risulta essere
molto più evidente; i ragazzi chiedono una maggiore attenzione, una maggiore capacità di
ascolto e, al contempo, incoraggiamento, sicurezza, voglia di protagonismo.
La fiducia che si ripone nei loro confronti è il perno su cui ruota la relazione con questi
ragazzi. Essere di esempio è un valore aggiunto a cui occorre non sottrarsi. Un buon
maestro deve avere la capacità di capire i diversi momenti: quando ascoltarli e quando è il
momento di fornire un consiglio.
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Seppure gli istruttori sono di fatto delle figure educative a pieno titolo, vi sono degli
argomenti che non rientrano nella “pertinenza” delle attività: affari di cuore, problemi
familiari, aspetti di stretta pertinenza della famiglia.
Ad ogni modo sono loro stessi che, nel momento in cui abbisognano di aiuto, si rivolgono
alle figure che maggiormente inspirano fiducia, che non deve essere mai “tradita”. Occorre
seguire la lealtà e sincerità, evitando di utilizzare “frasi fatte”, finti moralismi o costruire
castelli di sabbia su argomenti sui quali non si è competenti. Risulta più facile ascoltare
senza necessariamente dare consigli spesso non richiesti.
Dimostrazione annuale di adolescenti presso la palestra
La lezione tecnica viene svolta attraverso un lavoro adatto alla loro età. Vengono limitati
gli esercizi che comportano un eccessivo carico sulle articolazioni, ancora meno quelli che
caricano sulla colonna vertebrale, in quanto, come hanno consigliato i consulenti fisiatri
che prestano i loro consigli all’Associazione, le attività sportive quali judo, equitazione o
moto cross possono comportare a lungo andare serie problematiche alle colonna vertebrale.
Si nota spesso l’impazienza dei ragazzi e giovani di mettere a frutto le tecniche acquisite,
la voglia di impararne di nuove. Le cinture nere vengono in parte mitizzate, come dei
modelli a cui puntare. Ma da parte degli istruttori c’è sempre la reale consapevolezza che i
miti possano anche crollare.
Il confronto fisico, non scoraggiato, è più che altro orientato a sperimentare i propri
confini, le proprie possibilità di miglioramento, i punti di debolezza su cui lavorare per
acquisire nuove capacità.
Giovani e adulti
Il terzo turno l’arte marziale viene vissuta nel rispetto della sua viva tradizione, delle sue
regole e tradizioni culturali. E’ un gruppo abbastanza eterogeneo poiché è comprensivo di
giovanissimi (18 anni o più), giovani e adulti.
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La presenza degli adulti, a volte anche primi e secondi cap, spesso caratterizzati da uno
spessore culturale elevato, porta una certa serenità all’interno del gruppo.
Sovente accade che giovani ragazzi, che hanno acquisito esperienza negli anni, insegnino
ad un adulto le diverse tecniche del QKD. Proprio per il clima associativo instaurato vi è di
fatto uno scambio generazionale: da un lato i giovani che insegnano le tecniche, dall’altro
gli adulti che insegnano i valori.
A tutti quelli che nel silenzio e nell’ombra lavorano per questo
gruppo dando sapore e sostanza
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