LA MORALE DI TARAS BULBA - THINK!

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LA MORALE DI TARAS BULBA - THINK!
E’ la morale delle mani addosso, quella di Taras Bulba (N. Gogol) che proclama al figlio:
“La vita, come te l’ho data così te la tolgo”, segue sangue che cola.
E’ una morale tanto crudele quanto stupida (logicamente), perché non esisteva alcun “tu” cui
potesse dare la vita.
Ma il delitto di Taras è minore (da cosaccone un po’ bestia) di quello più diffuso e generalmente
giustificato:
il mettere le parole addosso:
sta in questo la generale e “normale” violazione del principio di habeas corpus:
una violazione approvatissima dalla nostra cultura, in particolare psicologica (“madre-bambino”) e
pedagogica, e dalle vittime stesse.
Vero che, nella prima infanzia, i genitori mettono “le mani addosso” al bambino (la madre più
spesso, ma anche il padre) nelle pratiche più innocue (lavarlo, vestirlo, imboccarlo, medicarlo,
vezzeggiarlo),
ma da qui inizia un’autentica truffa:
il passaggio al mettergli le parole addosso con la menzogna di una omologia:
ed ecco i “Tu sei…” predicativi che il bambino si sente predicare addosso, senza difesa.
Il passaggio dalle mani alle parole dà il modello della violenza civilizzata, e inapparente solo per
chi non vuole vedere ciò che è perfino appariscente.
Ma quella di Taras Bulba era già la violenza delle parole addosso, ossia la frase di Taras.
Da adulti giustifichiamo la violenza del mettere le parole addosso:
sia attenuandola nella moderata fattispecie dell’“indiscrezione”,
sia giustificandola nella fattispecie amichevole della “confidenza” (“diamoci del tu”, “siamo
amici”).
In paragone risulta relativizzata la pedofilia come reato minore, perché perlomeno non mette le
parole addosso.
Non conosco fonte maggiore di danno individuale e collettivo, sempre economico (la psicologia è
economia):
danno monetizzabile.
Milano, 16 luglio 2008
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© Opera Omnia di Giacomo B. Contri
THINK! di Giacomo B. Contri
LA MORALE DI TARAS BULBA