“ALBERTO SPADOLINI ALLA SCUOLA DI GABRIELE D`ANNUNZIO

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“ALBERTO SPADOLINI ALLA SCUOLA DI GABRIELE D`ANNUNZIO
Comunicato stampa
“ALBERTO SPADOLINI ALLA SCUOLA DI
GABRIELE D’ANNUNZIO”
Intervista a Giordano Bruno Guerri
Giordano Bruno Guerri, Presidente del “Vittoriale degli Italiani”
Lago di Garda, agosto 2016
Proseguono le riprese del documentario dedicato all’artista
Alberto Spadolini, allievo ed amico del poeta – guerriero Gabriele
d’Annunzio.
A tal riguardo nell’intervista rilasciata da Giordano Bruno Guerri,
autore dell’interessante biografia “La mia vita carnale, amori e
passioni di Gabriele d’Annunzio” (Mondadori 2013), egli ricorda
la presenza al “Vittoriale” di Alberto Spadolini figura eclettica del
Novecento italiano, da poco riscoperto.
Pittore, danzatore, scenografo e attore, conobbe d’Annunzio nel
1924 mentre era addetto alle decorazioni di scena del primo
spettacolo all’aperto.
Grazie ad alcune lettere di presentazione del celebre Poeta,
all’inizio degli anni ’30 Spadolini entra nel prestigioso Atelier
parigino di Paul Colin.
Il suo eclettismo lo porta ai vertici dell’arte: danzatore con Serge
Lifar, attore con Jean Marais, cantante con Mistinguett, pittore
apprezzato da Jean Cocteau, conteso da Marlene Dietrich e da
Joséphine Baker.
“Il Vittoriale”, emblema del vivere inimitabile di d’Annunzio, 2016
“E adesso spogliati …”
Gabriele d’Annunzio, 1922
“Nel corso di una passeggiata nel parco con Gabriele d’Annunzio,
che lo intratteneva descrivendogli lo splendore delle statue greche,
Spadolini avrebbe ricevuto l’ordine di spogliarsi.
Alla replica: “Ma … i giardinieri …”, Gabriele avrebbe risposto:
“I giardinieri non vedranno quello che io vedo, io solo conto.
Guardami in faccia. Il peccato è guardare se ci guardano, poiché in
questo caso tu ti associ alla bassezza degli altri. Alza le braccia …
che bellezza!!!”
Dora Maar “Spadolini”, 1935
Il mistero della “Spada Invitta”
Al termine dell’intervista Marco Travaglini, nipote di Alberto
Spadolini ed i registi Riccardo De Angelis e Romeo Marconi,
hanno fatto dono al “Vittoriale” di una riproduzione dello stemma
con al centro la “Spada Invitta”.
E’ l’emblema di Alberto Spadolini, ritrovato nel 2015 ad Angers,
il quale getta nuova luce sul rapporto con Gabriele d’Annunzio.
Stemma Alberto Spadolini (coll. P. Oger)
In una lettera inviata nel 1929 al figlio Veniero, al fine di curare
la cara nipote gravemente ammalata, d’Annunzio raccomanda
l’uso di questo amuleto:
“Ti prego di mettere al collo di Anna Maria questa medaglia
veneziana del Peleponnesiaco, ove nel rovescio è la spada invitta.
Io la portai in tutta la guerra; e in tutti i pericoli fui preservato
miracolosamente, come sanno i miei soldati.”
G. d’Annunzio, “Carteggio inedito con il figlio Veniero”
Eroe della 1° Guerra Mondiale, Gabriele d’Annunzio considera il
fascismo un “figlio deludente”, aderendovi solo per convenienza:
Mussolini lo fa nominare principe di Montenevoso, presidente
dell’Accademia d’Italia, e gli garantisce enormi sovvenzioni per la
costruzione del “Vittoriale”.
“Il ridicolo Nibelungo truccato alla Charlot”
Il 9 ottobre 1933, quando Adolf Hitler arrivò al potere,
d’Annunzio scrisse a Mussolini dicendosi certo che:
‘tu stai per respingere fieramente il marrano … dall’ignobile
faccia offuscata sotto gli indelebili schizzi della tinta di calce e di
colla ond’egli aveva zuppo il pennello, o la pennellessa, in cima
alla canna, o alla pertica, divenutagli scettro di pagliaccio feroce
non senza ciuffo prolungato alla radice del naso nazi!’
Fino alla fine l’Orbo Veggente, come ama definirsi D’Annunzio,
cerca d’impedire l’alleanza dell’Italia con il nazismo: fra le
clausole contenute nel suo testamento c’è la richiesta che alla
morte gli venga amputato un orecchio da consegnare a Mussolini.
Quando al termine del funerale il Duce fu informato del macabro
dono, andò su tutte le furie, e come ricorda donna Rachele
“… riuscì a ripartire con le mani vuote. Era in stato di estrema
agitazione quando fece ritorno a Villa Torlonia.”
Eppure con quel dono Gabriele d’Annunzio voleva ammonirlo ad
imparare ad ascoltare con attenzione, a diffidare degli adulatori, a
discernere i buoni dai cattivi consigli.
D’Annunzio era profondamente contrario all’alleanza di Mussolini con Hitler
Alberto Spadolini, artista e 007
Coll. Atelier “A. Spadolini di Riccione”
Allo scoppio della 2° Guerra Mondiale Spadolini è arruolato
nei servizi segreti francesi così come Joséphine Baker.
Nell’ottobre 1940 danza all’Admiralspalast di Berlino nella
“Vedova Allegra” in occasione del 70° compleanno del
compositore Franz Lehar. Fra gli spettatori Adolf Hitler ed i
massimi gerarchi.
Conquistata la fiducia dei nazisti, nella primavera 1941 Spadolini
si reca in Svezia dove entra in possesso di codici cifrati che
trasporta a Marsiglia nascosti nel doppio fondo di un dipinto.
Inizia così il mito del più dannunziano degli artisti italiani.
Spadolini : Diploma Croix de Commandeur, 1955
www.albertospadolini.it

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