Regno Animalia Linnaeus 1758

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Regno Animalia Linnaeus 1758
Regno Animalia Linnaeus 1758
Classificazione scientifica
Natura
Mundus Plinius
Biota
Dominio Eukaryota Chatton 1925
Amorphea Adl et al. 2012
Opisthokonta Cavalier-Smith 1987
Holozoa Lang et al. 2002
Regno Animalia Linnaeus 1758
Un sinonimo del regno Animalia è Metazoa Haeckel 1874.
Il regno Animalia si suddivide in 2 sottoregni:
1. Parazoa
2. Mesozoa
3. Eumetazoa
Generalità
Animalia (Linnaeus 1758) o Metazoa (Haeckel 1874), sono un regno del dominio degli eucarioti.
Comprendono circa 1.800.000 specie di organismi classificati, presenti sulla Terra dal periodo
ediacarano.
Sono inclusi nel regno animale tutti gli eucarioti con differenziamento cellulare, eterotrofi e mobili
durante almeno uno stadio della loro vita. Sono estesi per livello di complessità dai placozoi
all'uomo. Il numero di specie via via scoperte è in costante crescita e alcune stime portano fino a 40
volte superiore la numerosità reale.
Il regno animale raggruppa i propri appartenenti in categorie tassonomiche definite dal sistema di
classificazione scientifica. Il phylum più numeroso è quello degli Artropodi che conta circa un
1.500.000 specie note, di cui 900 000 appartenenti alla classe degli Insetti.
La disciplina biologica che studia gli animali viene detta zoologia. Altre discipline studiano singoli
aspetti scientifici, così la medicina veterinaria studia tutto ciò che riguarda la salute degli animali
diversi dall'uomo e, principalmente, quelli in rapporto con esso, la fisiologia animale, i meccanismi
alla base del funzionamento dell'organismo, la psicologia animale, insieme all'etologia il
comportamento.
Nella vastità e diversità delle specie appartenenti al regno animale, possiamo generalizzare alcuni
aspetti. Con diverse eccezioni, in particolare parazoi, placozoi, e mesozoi, gli animali hanno un
corpo differenziato in quattro tessuti distinti:
1. epiteliale,
2. connettivo,
3. muscolare e
4. nervoso.
In genere, c'è anche una cavità interna digerente, con una o due aperture. Gli animali con questo
tipo di organizzazione sono chiamati eumetazoi
Tutti gli animali hanno cellule eucariotiche, circondate da una caratteristica matrice extracellulare
composta di collagene e glicoproteine elastiche.
Questa può essere mineralizzata a formare strutture come conchiglie, ossa e spicole. Durante lo
sviluppo, secondo un quadro relativamente flessibile ma definito, le cellule possono muoversi e
riorganizzarsi, realizzando strutture complesse. Altri organismi pluricellulari come piante e funghi
hanno cellule tenute in posizione da pareti cellulari rigide, sviluppando una crescita progressiva.
Inoltre, le cellule animali possiedono le giunzioni intercellulari seguenti: occludenti, aderenti e
comunicanti.
Tegumento, scheletro e muscoli
In tutti gli animali, escludendo quelli più primitivi da un punto di vista evolutivo, il tegumento e il
sistema muscolare sono variamente in rapporto tra loro e dipendono strettamente dall'ambiente in
cui gli organismi vivono. Il tegumento, oltre alla funzione di protezione dell'ambiente interno da
eventuali pericoli provenienti dall'ambiente esterno all'animale, può nei vari taxa svolgere varie
altre funzioni.
Apparato digerente e metabolismo
Gli animali, come già ricordato sono organismi eterotrofi, non sono cioè in grado di fabbricarsi da
soli l'alimento come le piante, ma devono procurarselo nutrendosi di piante, altri animali o resti di
altri animali. Così come per gli altri sistemi e apparati, varie sono le modalità sviluppate dai vari
phyla riguardo alle abitudini alimentari, alla digestione delle sostanze ingerite e ai propri processi
metabolici.
Sistema circolatorio
L'apparato circolatorio svolge la funzione di distribuire le sostanze nutritive alle cellule del corpo.
Può eventualmente contenere anche cellule e pigmenti respiratori (emoglobina, emocianina), e
quindi distribuire l'ossigeno. Può essere chiuso (Anellidi, Vertebrati, molluschi Cefalopodi) o aperto
(Insetti, gli altri Molluschi), o addirittura mancare del tutto, come in alcuni Phyla.
Apparato respiratorio ed escretore
La funzione svolta dall'apparato respiratorio è la respirazione.
La finalità di questo processo è rifornire i tessuti di ossigeno e liberarli dall'anidride carbonica,
prodotto di scarto dell'attività cellulare.
Una qualsiasi superficie sottile, umida, è in grado di adempiere a questa funzione; riconosciamo
branchie e polmoni a seconda che l'animale sia acquatico o meno.
L'apparato escretore si occupa di eliminare cataboliti, principalmente prodotti azotati,
dall'organismo, sotto forma di ammoniaca, urea o acido urico.
Sistema nervoso e organi di senso
Gli organismi unicellulari sono in grado di rispondere a uno stimolo esterno con una reazione,
dimostrandosi eccitabili o irritabili.
Dal passaggio alle forme pluricellulari nasce la necessità di un sistema nervoso capace di gestire e
coordinare le funzioni dei vari tessuti, apparati e sistemi in modo che essi agiscano come un'unità.
Troviamo neuroni sensoriali e neuroni motori, spesso collegati fra loro attraverso neuroni
associativi.
Riproduzione e sviluppo
La riproduzione può avvenire sessualmente o asessualmente. La riproduzione asessuale, tipica dei
Batteri e dei Protozoi, è nel regno animale molto meno diffusa e, sostanzialmente, presente solo nei
phyla meno evoluti, dove comunque si può avere anche una riproduzione sessuale. A volte è
presente l'alternanza di generazioni (metagenesi).
Ecologia
Per biodiversità si intende l'insieme di tutte le forme viventi, geneticamente dissimili e degli
ecosistemi ad esse correlati. Quindi biodiversità implica tutta la variabilità biologica: di geni,
specie, habitat ed ecosistemi. L'anno 2010 è stato dichiarato dall'ONU l'Anno internazionale della
biodiversità
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È ormai accertato che la nascita della vita è avvenuta nell'ambiente acquatico.
Ancora oggi, dei circa 70 phyla di animali viventi conosciuti, la maggioranza abita prevalentemente
quest'ambiente. Addirittura esistono phyla che possono essere considerati endemici dell'ambiente
marino (13 phyla su 28 che vivono in tale ambiente) mentre nessun phylum viene considerato
endemico dell'ambiente delle acque dolci.
Dall'acqua, nel corso delle ere geologiche, vari gruppi hanno saputo conquistare spazio
nell'ambiente terrestre (1 phylum endemico, gli Onychophora), mentre altri hanno optato per una
vita di simbiosi o parassitismo (4 phyla endemici).
Il passaggio dall'ambiente acquatico a quello terrestre è avvenuto grazie all'azione fotosintetica
delle alghe unicellulari prima e delle piante poi, che hanno via via arricchito l'atmosfera di ossigeno.
Mentre l'acqua infatti è in grado di contenere una bassissima concentrazione di O2 al suo interno,
nell'ambiente fuori da queste, le concentrazioni arrivavano addirittura al 20-30% del totale; questo
ha sicuramente favorito un graduale spostamento degli animali da un ambiente sommerso,
scarsamente ossigenato, ad uno emerso, ricco di tale gas.
Nella tabella 1 sono indicati gli habitat dei phyla del regno animale e la loro origine endemica.
Acqua dolce
Porifera
Cnidaria
Platyhelminthes
Nemertea
Nematoda
Rotifera
Gastritricha
Tardigrada
Mollusca
Kamptozoa
Annellida
Arthropoda
Bryozoa
Chordata
Ambiente marino *
Porifera
Placozoa
Cnidaria
Ctenophora
Platyhelminthes Gnathostomulida
Nemertea
Kynorhiyncha
Nematoda
Loricifera
Rotifera
Priapulida
Gastritricha
Pogonophora
Tardigrada
Ecniura
Mollusca
Chaetognatha
Kamptozoa
Phoronoda
Annellida
Brachiopoda
Arthropoda
Echinodermata
Bryozoa
Hemichordata
Chordata
Sipuncula
N. totale phyla
N. totale phyla
14
28
phyla endemici
phyla endemici
0
13
* in verde sono indicati i phyla endemici
Simbiotici *
Porifera
Cnidaria
Platyhelminthes
Nemertea
Nematoda
Rotifera
Mollusca
Kamptozoa
Annellida
Arthropoda
Chordata
Orthonectida
Dichiemida
Nematomorpha
Acanthocephala
N. totale phyla
15
phyla endemici
4
Ambiente terrestre*
Platyhelminthes
Nemertea
Nematoda
Rotifera
Tardigrada
Mollusca
Sipuncula
Annellida
Arthropoda
Chordata
Onichophora
N. totale phyla
11
phyla endemici
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Classificazione
Diverse classificazioni degli animali, così come quella degli altri regni, sono state proposte nel
corso degli anni.
Le prime classificazioni si basavano perlopiù su caratteristiche morfologiche, prendendo in
considerazione, a seconda dell'autore un numero più o meno grande di caratteri.
Successivamente si è passati a raggruppare gli organismi considerando anche il loro sviluppo
embrionale. Negli ultimi anni, così come avviene per gli altri regni, si cerca una classificazione
basata su studi di genetica molecolare, in base al principio che determinati geni si conservano
pressoché uguali nei vari raggruppamenti e il numero di variazioni nelle basi del Dna può essere
correlato col tempo trascorso dall'allontanamento da un antenato comune (Orologio Molecolare).
Cronologicamente si fanno risalire ad Aristotele le prime osservazioni tassonomiche, raccolte nei
vari scritti scientifici come "Ricerche sugli animali", "Le parti degli animali" e "Sulla generazione
degli animali". Sebbene venga spesso considerato il padre fondatore della Zoologia moderna,
3
Aristotele non propose mai un sistema tassonomico esaustivo e scientifico. I suoi studi erano per lo
più annotazioni di carattere ora scientifico, ora fisiologico ora etologico, senza applicare in nessun
caso un mero progetto tassonomico teorico.
Dalle sue notazioni emerge comunque una primitiva suddivisione del regno Animale affine per certi
aspetti a quella moderna. Aristotele suddivideva gli animali in due primi gruppi, gli Enaima
(Animali con sangue) ed Anaima (Animali senza sangue).
Al primo gruppo appartenevano l'Uomo, i Quadrupedi, i Cetacei, i Pesci e gli Uccelli. Al secondo
appartenevano la maggior parte dei Crostacei decapodi, dei Molluschi e quelli che Aristotele
definiva Entoma, vale a dire un insieme più o meno confuso degli attuali Insetti, Miriapodi,
Aracnidi, Anellidi e Vermi parassiti.
Il criterio di classificazione che Aristotele adottò per gli Entoma fu la suddivisione del corpo degli
animali in più segmenti ben individuabili, sulla faccia ventrale, dorsale o entrambe. Se si escludono
gli Anellidi e i Vermi parassiti la definizione aristotelica di Entoma si avvicina molto a quella
contemporanea degli Artropodi.
Aristotele si interessò, seppure marginalmente, anche dei Vegetali. Le sue intuizioni al riguardo non
furono vicine a quelle moderne come invece è stato per gli Animali.
Aristotele sosteneva infatti che le Piante si fossero originate a partire da animaletti dalle dimensioni
modeste provvisti di un gran numero di zampe che, a causa di una vita sempre più immobile e
sedentaria, avrebbero perso le articolazioni finali andando a sostituire le funzioni vitali svolte dalla
bocca.
Le teorie zoologiche di Aristotele ricevettero molto successo nel corso del tempo rispetto a quelle
botaniche, tant'è che perdurarono per circa duemila anni; soprattutto grazie alle adesioni che i suoi
libri ricevettero da parte dei primi scrittori e teologi cristiani, come Origene, Sant’Agostino e San
Tommaso d'Aquino.
Viene riportata una sintesi della classificazione del regno Animalia:
Schema di classificazione del Regno animale
Sottoregno Parazoa (animali in cui non è presente l'organizzazione in tessuti organi e apparati).
phylum Poriferi (Spugne)
Sottoregno Mesozoa ( piccoli organismi parassiti di animali marini. Il corpo non presenta organi
differenziati)
phylum Mesozoa
Sottoregno Eumetazoa (vi appartengono la maggior parte degli organismi animali)
Animali a simmetria radiale:
phyla Cnidaria e Ctenophora
Animali a simmetria bilaterale
Acelomati (privi di cavità corporea) phyla: Platyheminthes, Gnathostomulida, Rhynchocoela
Pseudocelomati (animali con il tipo di cavità corporea detto pseudoceloma) phyla: Nematoda,
Nematomomorpha, Acantocephala, Kinorhyncha,
Gastrotricha, Loricifera, Rotifera, Entoprocta
Celomati (animali con il tipo di cavità corporea detto celoma)
Protostomi (animali in cui la bocca compare nelle vicinanze della prima apertura che si
forma nell'embrione in via di sviluppo) phyla: Mollusca, Anellida, Sipuncula, Echiura,
Priapulida, Pogonophora, Pentastomida, Tardigrada, Onychophora, Arthropoda
Lofoforati ( protostomi ma con alcune caratteristiche dei deuterostomi)
phyla Brachiopoda, Phoronida, Bryozoa
Deuterostomi (animali in cui l'ano compare in coincidenza o nelle vicinanze della
prima apertura che si forma nell'embrione in via di sviluppo)
phyla: Echimodermata, Chaetognatha, Hemichordata, Chordata.
Codice internazionale di nomenclatura zoologica
Il Codice internazionale di nomenclatura zoologica o International Code of Zoological
Nomenclature (denominazione ufficiale, in inglese), familiarmente detto The Code fra gli zoologi, è
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un insieme di regole nella zoologia che hanno l'intento fondamentale di provvedere alla massima
universalità e continuità nella classificazione di tutti gli animali, secondo giudizio tassonomico.
Il Codice è considerato una guida per la nomenclatura degli animali, ma lascia agli zoologi un certo
margine di libertà nel denominare e descrivere nuove specie.
Le regole all'interno del Codice determinano quali nomi sono potenzialmente validi, per qualunque
taxon, inclusi i livelli di sottospecie e di superfamiglia.
Le sue misure possono essere modificate o adattate a un particolare caso quando l'aderenza stretta
ad esse potrebbe causare confusione. Eccezioni di questo tipo non possono mai essere svolte ad
opera di un singolo scienziato (per quanto bravo e rispettato possa essere nel suo campo) ma solo
dalla Commissione internazionale di nomenclatura zoologica (ICZN), che agisce al di sopra di tutti
gli zoologi. La Commissione prende provvedimenti in conseguenza a questioni che le vengono
proposte.
Il Codice regolamenta i nomi dei taxa di animali (regno Animalia) e di altri cladi di eucarioti
tradizionalmente considerati "protozooi" e consta di Articoli (che sono obbligatori) e
Raccomandazioni. Gli Articoli vennero progettati con lo scopo di permettere agli zoologi di poter
far sì che i nomi dei taxa siano corretti in circostanze tassonomiche concrete.
L'uso del Codice permette a uno zoologo di determinare il nome valido di qualsiasi taxon al quale
un animale appartenga in qualunque categoria delle gerarchie specie, genere e famiglia (includendo
sottospecie, sottogenere e categorie del livello famiglia tali come sottofamiglia e tribù).
Il Codice non regola interamente i nomi dei taxa in alto al livello famiglia (ordine, classe, phylum) e
non fornisce regole per l'uso sotto la categoria di sottospecie (varietà, aberrazione, nazio, ecc.),
poiché mancano di entità tassonomica.
La necessità dell'esistenza di un Codice Internazionale di Nomenclatura Zoologica accettato
internazionalmente è una conseguenza della confusione di nomi che presero posto nella letteratura
zoologica a partire da Carlo Linneo e durante il secolo XIX, in parte dovuto al principio di autorità,
per il quale il nome valido di una specie era quello che le attribuiva il massimo specialista del
tempo.
Il caos nella nomenclatura raggiunse tale dimensione che, nel 1842 il paleontologo inglese Hugh
Strickland promosse la formazione di un comitato di esperti per creare un codice di norme che
regolassero la nomenclatura zoologica, con membri così illustri come Charles Darwin o Richard
Owen.
Questo primo embrione del Codice Internazionale di Nomenclatura Zoologica, apparso nel 1843, si
conosce come Codice di Strickland.
A questo primo codice seguirono altri, dentro e fuori della Gran Bretagna.
Al momento della celebrazione del Terzo Congresso Internazionale di Zoologia (Leida, 1895)
esistevano tre complessi di regole nomenclaturali in uso, parzialmente incompatibili. In questo
congresso si prospettò la necessità di un consenso e nacque la Commissione Internazionale di
Nomenclatura Zoologica con lo scopo di riunire in un unico codice trilingue delle regole di
nomenclatura accettabili da tutti gli zoologi.
Il risultato dei suoi lavori vennero pubblicati, dopo numerose vicissitudini, nel 1905 con il titolo di
Regole Internazionali, essendo il primo Codice Internazionale di Nomenclatura Zoologica.
Nel 1961 venne pubblicata la seconda edizione del Codice e nel 1985 la terza edizione. Attualmente
la nomenclatura zoologica si dirige verso la quarta edizione del Codice Internazionale di
Nomenclatura Zoologica, pubblicata nel 1999 ed entrata in vigore il 1º gennaio del 2000, del quale
si ha, per la prima volta, una versione in spagnolo autorizzata ufficialmente dalla Commissione.
Nomenclatura e tassonomia
La parte della sistematica che si occupa dell'ordinamento degli organismi in differenti gruppi
chiamati taxa è la tassonomia.
La parte della tassonomia nella quale viene regolata l'aggiudicazione precisa e inequivocabile dei
nomi assegnati ai differenti taxa è quella che si chiama Nomenclatura.
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L'unità di base della classificazione è la specie. L'insieme delle specie con certe caratteristiche
comuni si raggruppano in una categoria tassonomica di maggior gerarchia denominata genere.
L'insieme di generi con caratteristiche similari si raggruppano in una categoria tassonomica di rango
superiore denominata tribù.
L'insieme di tribù somiglianti si raggruppano in una stessa famiglia. A loro volta, le famiglie si
raggruppano in ordini, questi in classe e, a loro volta, le classi in fili, tronchi o tipi di
organizzazione.
Secondo le necessità di classificazione possono intercalarsi altre categorie che usano i prefissi
super- (superfamiglia, superclasse), sotto- (sottordine, sottospecie) o infra- (infraclasse,
infraordine).
La nomenclatura zoologica richiede che ad ognuno dei nomi scientifici, indipendentemente dalla
loro origine linguistica, venga assegnato un nome in latino, per cui si usano le 26 lettere
dell'alfabeto latino (incluse j, k, w, y) e le norme grammaticali di questa lingua. Non possono usarsi
segni diacritici (accenti, dieresi, tildi).
Nomi scientifici
Il Codice Internazionale di Nomenclatura Zoologica stabilisce norme che riguardano i livelli specie,
genere e famiglia.
Il livello specie include tutti i taxa nominali delle categorie specie e sottospecie (Art. 45.1).
Il livello genere abbraccia tutti i taxa nominali delle categorie genere e sottogenere (Art. 42.1); il
livello famiglia include tutti i taxa nominali delle categorie superfamiglia, famiglia, tribù, sottotribù,
e qualunque altra categoria sotto la superfamilia e sopra il genere che si desidera (Art. 35.1).
Per i livelli superiori esistono differenze secondo le diverse scuole o nazioni. I livelli sotto la
sottospecie non sono contemplati dal Codice, dato che fornire nomi scientifici a qualunque
variazione fenotipica, pratica frequente in alcuni gruppi (lepidotteri, coleotteri, ecc.), viene
considerata di nessuna utilità scientifica.
Le norme stabilite dal Codice devono essere assunte e rispettate da tutti gli zoologi, costituendo
qualcosa di simile a una grammatica che permetta a tutti di parlare uno stesso idioma scientifico
universale.
I nomi dei livelli famiglia e genere sono uninominali, vale a dire, constano di un'unica parola.
I nomi di livello famiglia sono plurali, devono iniziare sempre con maiuscola e devono presentare
terminazioni concrete per ogni categoria, che sono obbligatorie e specifiche di essa, affinché risulti
facile riconoscere a quale categoria tassonomica appartengano. Le terminazioni delle categorie del
livello famiglia sono:
•
Superamiglia: -oidea
•
Famiglia: -idae
•
Sottofamiglia: -inae
•
Tribù: -ini
•
Sottotribù: -ina
I nomi di livello genere sono sostantivi singolari di due o più lettere, nel caso nominativo.
Devono essere riferiti a uno dei generi grammaticali latini (maschile, femminile o neutro) e scritti
sempre con un tipo di carattere differente dal testo normale nel quale si trovano, in corsivo quando
il testo è scritto normale e normale quando il testo è scritto in corsivo.
Il genere deve avere associato almeno una specie, il nome della quale dovrà concordare con il suo
genere grammaticale. Il genere grammaticale è quello fornito dai dizionari usuali di latino e greco
classico.
Conviene consultare tali dizionari e non fidarsi delle apparenze; così, Felis è femmenile (e da qui il
nome Felis marginata - non marginatus, che sarebbe maschile), Lepisma è neutro e Sitona è
maschile.
I nomi sottogenerici si scrivono tra parentesi intercalate fra il nome del genere e quello della specie.
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Figura 1 - Buprestis (Yamina) sanguinea,un nome specifico che include anche il sottogenere.
Così, in Buprestis (Yamina) sanguinea (figura 1), Buprestis è il genere, Yamina è il sottogenere e
sanguinea è la specie (viene usato il corsivo sempre quando si scrive un nome scientifico).
I nomi dei taxa di livello specie sono binomiali per la specie e trinomiali per la sottospecie, vale a
dire, formati da due e tre parole rispettivamente.
Per i nomi delle specie, delle due parole citate, la prima corrisponde al nome del genere al quale
appartiene e si scrive sempre con l'iniziale maiuscola; la seconda parola è il nome specifico e deve
scriversi interamente in minuscolo e concordare grammaticalmente con il nome generico. Così, in
Mantis religiosa, Mantis è il nome generico, religiosa il nome specifico e il binomio Mantis
religiosa è il "nome scientifico" (figura 2), conferito a una certa specie di insetto dell'ordine
Mantodea.
Nel nome scientifico assegnato alle specie, il nome specifico non deve mai andare isolato dal
generico poiché manca di identità propria e può coincidere con specie differenti. Se si è citato
precedentemente il nome completo e non vi è alcun dubbio a quale genere ci si riferisce, il nome del
genere può abbreviarsi con la sua iniziale M. religiosa (figura 2).
Se una specie presenta due o più sottospecie, si formerá un trinomio. Per esempio, Felis silvestris
presenta numerose sottospecie, tra esse Felis silvestris silvestris, il gatto selvatico europeo e Felis
silvestris catus, il gatto domestico.
Se ci si riferisce in concreto al gatto selvatico, dobbiamo utilizzare la forma trinomiale Felis
silvestris silvestris, che significa Felis silvestris sottospecie silvestris, per cui ripetere la parola
silvestris non è ridondanza.
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Figura 2 - Mantis religiosa Linnaeus 1758. Si può abbreviare come M. religiosa
Quando si fa riferimento a un taxon del livello specie si raccomanda di indicare, dopo il binomio o
il trinomio, il nome dell'autore (senza abbreviazione) che lo descrisse, e l'anno della sua
pubblicazione, separati da una virgola. Per esempio, Sparedrus lencinae Vázquez, 1988.
Se il descrittore di una specie la collocò in un genere differente da quello che le viene assegnato
attualmente, il suo nome e la data devono andare fra parentesi. Così, il nome scientifico della tortora
comune deve scriversi Streptopelia turtur (Linnaeus, 1758); con questa parentesi si indica che la
specie citata non fu originalmente descritta dentro al genere Streptopelia, nella quale attualmente si
trova; in effetti, Carlo Linneo collocò questa specie nel genere Columba.
Tipi
Secondo il Codice Internazionale di Nomenclatura Zooloogica tutto il taxon di livello specie deve
avere almeno un esemplare dello stesso che serva come elemento di riferimento e confronto per altri
zoologi, che sarà il tipo o esemplare tipico della specie o sottospecie. L'insieme di esemplari sopra i
quali si basa la descrizione originale del taxón si chiama serie tipo o serie típica.
I tipi possono essere esemplari di qualunque sesso o fase di sviluppo (uovo, larva, adulto), completi
o parziali, fossili o no e, fino al 1930 una esibizione dell'opera di un animale (fossile o no), come
una branchia o un resto (icnofossile).
Il Codice riconosce i seguenti tipi:
•
Sintipi. Tutti gli esemplari della serie tipo.
•
Olotipo. Un esemplare unico, scelto tra i sintipi e designato esplicitamente
•
Alotipo. Campione designato dalla serie tipo che è del sesso opposto all'olotipo.
•
Paratipi. Il resto di esemplari della serie tipo, escluso l'olotipo.
•
Lectotipo. Se l'autore della descrizione originale non scelse un olotipo (pratica comune fino
alla metà degli anni quaranta o cinquanta del XX secolo), qualunque autore posteriore deve
designare esplicitamente tra i sintipi un esemplare unico che si converta nell'esempare tipico
della specie, e che riceva il nome di Lectotipo. Equivale all'olotipo quando esso non ebbe
designazione originale.
•
Paralectotipi. Il resto di esemplari della serie tipo, escluso il lectotipo. Equivalgono ai paratipi
quando non ebbero designazione originale.
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Neotipo. Un unico esemplare, designato esplícitamente che sostituisce l'olotipo, il lectotipo o i
sintipi perduti. Non hanno validità le designazioni di neotipi per taxa ampiamente conosciuti e
senza problemi tassonomici che le giustifichino.
Tutti i tipi devono essere intitolati adeguatamente con un'etichetta cospicua e sorvegliati in modo
speciale dalle persone o istituzioni che li sostengono, permettendo il loro studio a tutti gli zoologi,
poiché sono patrimonio della zoologia.
•
Principio di priorità e sinonimia
Frequentemente uno stesso taxon possiede più di un nome, il che può creare molta confusione tra la
comunità scientifica. Il Principio di autorità utilizzato prima dell'apparizione del Codice
Internazionale di Nomenclatura Zoologica contribuì alla proliferazione di nomi e all'uso interessato
degli stessi dai sostenitori di questo o quell'altro zoologo.
Dopo l'apparizione del Codice, tutti i nomi scientifici vigono con il principio di priorità, ovvero, il
nome valido di un taxon è il nome più antico. Tutti gli altri nomi che gli sono attribuiti si
considerano sinonimi.
Omonimia
Se due taxa dello stesso livello hanno lo stesso nome, sono omonimi. In tutti gli altri casi deve
applicarsi il principio di priorità che concede validità al nome descritto per prima rispetto a quelli
descritti posteriormente. La differenza in una lettera è sufficiente per disfare la omonimia (calidus
che significa caldo in latino e callidus che significa abile, non sono omonimi).
Per il livello genere, bisogna considerare che in esso vi sono incluse le categorie tassonomiche
genere e sottogenere e per tanto i nomi di entrambe le categorie possono cadere nell'omonimia.
Per esempio, Linneo (1758) denominò Bubo un genere di uccello della famiglia Strigidae; più tardi,
Rambur (1842) descrisse il genere Bubo, genere di insetti della famiglia Ascalaphidae. Entrambi i
nomi sono del livello genere ed entrano in omonimia. McLachlan (1898) scoprì l'omonimia e creò il
genere Bubopsis per sostituire il nome più recente (quello di Rambur); per tanto, il nome valido per
questo genere di insetti è Bubopsis McLachlan, 1898.
In definitiva, non possono esistere due nomi generici uguali in tutto il regno animale. Perciò, uno
zoologo che descriva un genere nuovo per la scienza deve assicurarsi che il nome che sceglie non
esista già. È, dunque, relativamente facile cadere nella omonimia. Uno strumento utile a questo
proposito è il Nomenclatore Zoologico on line, che raccoglie più di 340.000 nomi di livello genere
(generi e sottogeneri) del Regno Animale. Inoltre, è di consultazione obbligata Zoobank (con 1,5
milioni di nomi scientifici di animali).
Per ciò che si riferisce al livello specie, il sistema è lo stesso, ma possono aversi casi più complessi,
in cui si dà omonimia e sinonimia contemporaneamente. Per esempio, la mosca azzurra comune si è
chiamata per lungo tempo Calliphora erytrocephala (Meigen, 1826) e sotto questo nome sono stati
pubblicati la maggioranza dei lavori sopra la fisiologia di questa specie e specialmente alcuni molto
importanti sopra la sua metamorfosi.
In realtà, Meigen descrisse la sua specie sotto il nome generico di Musca, usato in un significato
ampio, linneano. Ma De Geer aveva descritto precedentemente (1776) una Musca erytrocephala
distinta dalla mosca azzurra comune. Due specie differenti avevano, dunque, lo stesso nome
(omonimi) e il principio di priorità obbligava che il nome più recente fosse cambiato.
Il nome di Meigen, sebbene oggi sia riferito ad altro genere distinto di Musca, doveva essere perciò
scartato. In tali casi, o si crea un nome nuovo o si utilizza il sinonimo più antico della specie in
questione.
Se la Calliphora erytrocephala (Meigen, 1826) non avesse avuto sinonimi più recenti, il primo
tassonomo che avesse constatato la omonimia avrebbe potuto ribattezzarla con un nome
appositamente selezionato, per esempio, Calliphora meigeni o Calliphora rubrocapitata. Ma
Robineau-Desvoidy aveva descritto nel 1830 una Musca vicina che realmente era la stessa specie di
quella di Meigen (la mosca azzurra comune). Per cui la situazione era la seguente:
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1776: Musca erytrocephala De Geer (non mosca azzurra)
1826: Musca erytrocephala Meigen (mosca azzurra)
1830: Musca vicina Robineau-Desvoidy (mosca azzurra)
Il nome di Meigen doveva, secondo il Codice, essere rifiutato e rimpiazzato con il primo sinonimo
valido, quello di Robineau-Desvoidy:
•
Calliphora vicina (Robineau-Desvoidy, 1830) = Musca erytrocephala Meigen, 1826, non De
Geer, 1776 (figura 3).
•
•
•
Figura 3 - Calliphora vicina. La mosca di cui si discusso sul nome e sull’autore.
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