Noi in poche pagine - scuola media virgilio

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Noi in poche pagine - scuola media virgilio
Noi in poche pagine
Giornale degli Alunni della Scuola Media "Virgilio"
Sede di Via Trebbia
XVI EDIZIONE ~ ANNO 2014 - 2015
22 aprile 2015
SOMMARIO
CLASSE 3ªD
1. Fiume Sand Creek
2. “Ambiente Scienze alla Scuola
Virgilio
3. Twelfth Night
Le diversità tra i popoli e gli individui
sono solo sfumature colorate dell’esistenza umana
e non possono legittimare, mai, pretese superiorità
Noi in poche pagine
Giornale degli Alunni della Scuola Media "Virgilio"
Sede di Via Trebbia
XVI EDIZIONE ~ ANNO 2014 - 2015
FIUME SAND CREEK di Fabrizio De’ André
Si son presi il nostro cuore sotto una coperta scura
sotto una luna morta piccola dormivamo senza paura
fu un generale di vent’anni
occhi turchini e giacca uguale
fu un generale di vent’anni
figlio d’un temporale
c’è un dollaro d’argento sul fondo del Sand Creek
I nostri guerrieri troppo lontani sulla pista del bisonte
e quella musica distante diventò sempre più forte
chiusi gli occhi per tre volte
mi ritrovai ancora lì
chiesi a mio nonno è solo un sogno
mio nonno disse sì
a volte i pesci cantano sul fondo del Sand Creek
Sognai talmente forte che mi uscì il sangue dal naso
il lampo in un orecchio nell’altro il paradiso
le lacrime più piccole
le lacrime più grosse
quando l’albero della neve
fiorì di stelle rosse
ora i bambini dormono nel letto del Sand Creek
Quando il sole alzò la testa tra le spalle della notte
c’erano solo cani e fumo e tende capovolte
tirai una freccia in cielo
per farlo respirare
tirai una freccia al vento
per farlo sanguinare
la terza freccia cercala sul fondo del Sand Creek
Si son presi il nostro cuore sotto una coperta scura
sotto una luna morta piccola dormivamo senza paura
fu un generale di vent’anni
occhi turchini e giacca uguale
fu un generale di vent’anni
figlio d’un temporale
ora i bambini dormono sul fondo del Sand Creek
22 aprile 2015
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XVI EDIZIONE ~ ANNO 2014 - 2015
22 aprile 2015
Ultimamente ho avuto l’occasione di soffermarmi a riflettere sul testo della canzone “Fiume
Sand Creek”, di Fabrizio de’ André. Si tratta della perfetta fusione tra poesia e musica
perché ogni forma d’arte ha lo stesso scopo: emozionare.
La canzone è uno dei capolavori del cantautore, oggi anche riportato su alcuni libri di
antologia.
L’autore si immedesima in un ingenuo ragazzino che
sogna un episodio a cavallo tra incubo e antiche atrocità,
purtroppo realmente avvenute ...
Il suo cuore era tranquillo, sotto il cielo scuro illuminato
soltanto da una piccola luna innocente.
Un generale dagli occhi e dalla giacca turchesi, il quale
aveva un carattere brusco e violento, venne a rubare le
loro anime. De’ André, col colore azzurro, si riferisce alla
“Giacche Blu”, cioè i Nordisti.
I guerrieri del villaggio erano a caccia di bisonti, mentre la
“musica” dei cavalli e della furia dei cavalieri avversari si
faceva sempre più vicina, più concreta.
Il bambino “sognò talmente forte” che gli pareva di essere nella terra del Sand Creek: gli
sanguinò il naso e gli venne da piangere quando vide, nell’incubo, la pace notturne a gli
alberi innevati macchiarsi di “stelle rosse”, ovvero di sangue.
Piccoli corpi, senza vita, “dormivano” nel letto del fiume, che tagliava quelle zone del Far
West. De’ André – bambino si sente da una parte coinvolto direttamente nel sogno (“il
lampo in un orecchio”) e dall’altra ancora protetto nel suo letto di casa (“nell’altro il
paradiso”).
Erano rimasti solo cani e tende capovolte: il resto, nulla. Il ragazzo tira un freccia nel fumo
per far “respirare” il sole, ma il finale è molto triste. L’autore afferma che le altre frecce si
trovano nel fiume perché vi sono cadute insieme a chi le tirava ...
Il massacro di Sand Creek ha profonde radici storiche. Si tratta di uno dei tanti macelli
messi in atto dagli Americani dopo la conquista del “Lontano Ovest Californiano” per
sterminare i Pellirosse, la popolazione nativa, o per relegarla in riserve, come popolo
destinato all’estinzione.
Queste guerre, le guerre indiane, diventano guerre di sterminio tra il 1860 e il 1890.
La convivenza tra statunitensi e “Indiani d’America” era impossibile: il cantante-poeta
evidenzia la diversità tra le usanze e i costumi delle due popolazioni, citando le capanne, i
cani, i bisonti, le frecce e, in contrapposizione, gli occhi turchesi, la giacca e la violenza,
caratteristiche tipicamente europee-statunitensi.
L’episodio raccontato avvenne in una notte del lontano novembre del 1864, nel contesto
della Guerra di Secessione.
Il colonnello Chivington, dopo aver indetto una leva ne l Colorado, partì per annientare le
tribù dei Cheyenne e degli Arapaho, i quali, invece, erano pronti a trattative di pace. Così
si aprì una delle più terribili e vergognose pagine di storia americana: neonati massacrati,
vecchi fucilati, donne violentate pubblicamente. Soltanto dopo anni vennero riconosciute le
colpe degli assassini. Morirono circa 600 “civili” indiani e solo una ventina di soldati
statunitensi.
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Tuttavia, penso sia chiaro che non sono i numeri a fare la storia. Sono stati gli uomini che
hanno combattuto al fronte, le mamme che hanno tenuto stretto i figli nelle case distrutte,
fino a quando “le braccia della morte” non hanno strappato la vita a tutti, senza guardare
in faccia a nessuno.
Non c’erano buoni o cattivi, giovani o vecchi. Non ci sono mai
stati, davanti alla morte.
Eppure, i primi articoli delle Dichiarazioni dei diritti del cittadino o
del bambino, in tutto il mondo, si aprono con l’affermazione del
diritto alla vita.
L’uomo ha impiegato troppo tempo per capire e non ha ancora
capito del tutto! Quante volte si sono ripetute nella storia queste
stragi? Tuttora sentiamo notizie del genere ...
A mio parere l’autore si vuole chiedere perché alcuni bambini,
come lui, possano avere per tante notti il tepore del camino o una
parola rilassante del nonno, mentre altri, per egoismo e stupida
prepotenza dell’uomo, devono morire, rimanere senza una tomba
e senza il conforto del profumo della casa e della mamma.
Chi ha scelto coloro che non potranno più imparare, giocare e
crescere?
De’ Andrè usa il parallelismo tra chi dorme sereno nel lettino di casa e chi giace in un altro
letto, quello del fiume Sand Creek.
Le diversità tra i popoli e gli individui sono solo sfumature colorate dell’esistenza umana e
non possono legittimare, mai, pretese superiorità.
Letizia Vaccaro classe 3aD
“Ambiente Scienze” alla Scuola Virgilio
Sabato 7 febbraio e sabato 7 marzo il Circolo culturale “Ambiente Scienze” di Cremona ha
presentato alle classi terze della Scuola Media Virgilio un interessante progetto relativo
all’ambiente
dall’esplicito
titolo
“Ambiente
domani”.
L’ associazione si è posta come scopo informare e sensibilizzare i ragazzi sui problemi
ambientali con cui un giorno dovranno confrontarsi, quali l’inquinamento dell’aria, dovuto
in particolare alle polveri sottili, e i cambiamenti climatici, a causa della rottura degli
equilibri raggiunti in migliaia di anni nelle proporzioni dei gas che realizzano
l’indispensabile effetto serra, oggi caratterizzato, invece, dalla progressiva incapacità di
disperdere nello spazio il calore riflesso dalla Terra. In altre parole, gli attuali equilibri
realizzano per la Terra un effetto isolante sempre più efficiente, quindi le temperature
medie annuali si alzano con la conseguenza del pericolosissimo scioglimento dei ghiacciai
delle montagne e della banchisa polare.
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Nel primo incontro, i relatori ci hanno illustrato la storia del
nostro pianeta in rapporto al cambiamento primordiale
avvenuto nell’atmosfera inizialmente del tutto ostile alla
vita biologica che oggi conosciamo. Oltre tre miliardi di
anni fa, alcuni microrganismi primitivi, ad esempio i
cianobatteri tuttora esistenti, riuscirono a sfruttare la luce
solare per ricavare il carbonio di cui hanno bisogno
scindendolo dall’anidride carbonica (CO2), allora
abbondantissima nell’atmosfera, e liberando così l’ossigeno che in milioni di anni ha
creato un ambiente favorevole all’inizio della vita. L’attività di questi microrganismi
fotosintetici ha prodotto strutture sedimentarie, finemente laminate chiamate stromatoliti
reperibili ancora oggi in varie parti del mondo.
Dalla seconda metà del 1800, con la Seconda Rivoluzione Industriale, il grandissimo
fabbisogno di energia ha richiesto su larga scala l’impiego di combustibili fossili, causando
un progressivo aumento tra gli altri dell’emissione di anidride carbonica, che, per la sua
grande presenza in atmosfera, è il primo “gas serra” e quindi il primo responsabile del
cambiamento dei comportamenti dell’effetto serra. Mentre l’atmosfera è composta
principalmente dall’azoto (78%) e dall’ossigeno (21%), alcuni gas, pur rappresentando
solo una minima parte dell’1% rimanente, hanno un’alta capacità di trattenere
la radiazione infrarossa, ossia il calore, emessa sia in arrivo dal sole sia dalla superficie
terrestre. I maggiori responsabili, nell’ordine, sono il vapore acqueo (nei confronti del
quale l’attività industriale è pressoché ininfluente), l’anidride carbonica, il metano, i
perossidi di azoto. L’aumento delle temperature medie della Terra è portatrice di vari
problemi alla salute umana e all’habitat con sgradite migrazioni di specie animali, con la
riduzioni delle riserve idriche e la conseguente desertificazione, con la proliferazione di
organismi infestanti. Problemi particolarmente sentiti soprattutto nel continente africano, in
cui molte popolazioni, colpite da situazioni alimentari e sanitarie disastrose, sono costrette
a spostarsi frequentemente, dando origine a imponenti flussi migratori; basti pensare che
circa 22 milioni di persone all’anno emigrano per cause ambientali. Anche la Terra soffre
direttamente della rottura dell’equilibrio termico: il rapido scioglimento dei ghiacci ha
raggiunto dimensioni preoccupanti negli ultimi decenni. Per esempio, lo Stretto di Bering,
un tempo impraticabile, è ora facilmente navigabile.
Nel secondo incontro, invece, “Ambiente Scienze” ha presentato il problema delle polveri
sottili, una delle cause principali dell’inquinamento dell’aria e piaga della città in cui
viviamo.
Cremona, infatti, nel 2012 è stato il terzo capoluogo di provincia più inquinato d’Italia con il
maggior numero di giorni di persistenza della concentrazione di polveri sottili PM10 ed il
primo per le polveri ultrafini, le più pericolose PM2,5. Oltre alla Pianura Padana, una delle
cinque aree del mondo più inquinate, anche l’Africa contribuisce alla concentrazione con
le tempeste di sabbia, in particolare quelle del Sahara. Il Paese più colpito da questa
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“malattia ambientale” è però la Cina, che utilizza per il suo basso costo il carbone come
principale fonte energetica nella combustione,
che però è molto dannoso per la salute.
Purtroppo le condizioni peggiori si verificano
proprio nei paesi in via di sviluppo, mentre in
quelli
industrializzati, specie nella Comunità Europea,
già da qualche anno stanno cominciando a
prendere,
benché
timidamente,
dei
provvedimenti. Anche se poco ascoltata sta
svolgendo da anni un grande lavoro l’ONU
attraverso la sua Agenzia dell’OMS, Organizzazione Mondiale della Sanità, che a sua
volta dispone della IARC, Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro.
Chiediamoci, però, da cosa siano causate queste particelle sospese che nella maggior
parte dei casi non si possono vedere ad occhio nudo, ma che più sono piccole più si
insinuano facilmente nel nostro corpo. Esse sono provocate da eventi naturali, come
incendi, tempeste di sabbia o eruzioni vulcaniche, ma anche dalle attività dell’uomo che
egli non può evitare, nonostante l’uso di filtri: dalle ciminiere, dai tubi di scarico degli
autoveicoli e persino dai caminetti delle case. Le polveri sottili, così, penetrano nel nostro
apparato respiratorio e nel nostro sistema sanguigno, provocando, annualmente, secondo
i rapporti della UE, circa 430mila le morti premature in Europa attribuibili alle PM2,5, di cui
ben 64mila in Italia. Per capire come poterci difendere da queste gravi minacce, sono stati
realizzati molti studi dall’UE e quello più importante è stato “E.S.C.A.P.E.” (“European
Study of Cohorts for Air Pollution Effects”), cioè una ricerca per analizzare gli effetti
dell’inquinamento atmosferico su un campione costituito da oltre 300 mila persone di nove
paesi europei seguite per circa 13 anni.
I relatori di “Ambiente Scienze” hanno concluso spiegando come la Natura abbia sempre
prodotto alluvioni, tempeste e uragani. Hanno, tuttavia, sottolineato come la maggior parte
dei problemi del nostro pianeta oggi dipenda dalle azioni e dagli errori degli uomini che,
travolti dal ritmo del progresso industriale e tecnologico, non si rendono conto di come lo
sviluppo non abbia solo costi economici, ma anche ambientali e in vite umane.
L’uomo, non si è ancora reso conto, dopo tanti anni, del valore dell’aria che respira e della
capitale importanza che essa non sia inquinata.
Elena Bertuccioli e Letizia Vaccaro classe 3aD
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TWELFTH NIGHT
On 18th March 2015 I watched, with my class 3^D, the representation of “Twelfth Night” or
“What you will”at the theatre Amilcare Ponchielli.
It is a comedy written by
William Shakespeare between 1599 and 1601 and it was
represented for the first time at the Middle Temple Hall, one of the most important theatres
in London, as an entertainment for Epiphany , the twelfth night after Christmas.
The opera plot centres on the adventurous story of the twins Viola and Sebastian, who are
shipwrecked, after a violent storm, on the coast of Illyria, an ancient region of the Western
Balkans.
Viola saves herself through the help of a captain and she believes that her twin is dead.
Then she disguises herself as a young man under the name of Cesario to enter the
service of Duke Orsino and start to work. The Duke falls in love with the wealthy Countess
Olivia, but she refuses to see suitors until seven years after her brother’s death. Orsino is
stubborn, so he uses Viola-Cesario as an intermediary to profess his passionate love to
Olivia.
Meanwhile “Viola” falls in love with Orsino and Olivia with “Cesario”, creating a love
triangle.
But maybe there’s a more significant comic subplot, whose protagonists are Sir Toby
Belch, who is Olivia’s uncle, Sir Andrew Aguecheek, who is a squire, and Feste, who is
countess’s fool. Sir Andrew and Feste would be Olivia’s suitors, but she refuses them.
They drink and revel until late at night, disturbing the peace of the court. So
Malvolio, who is countess’s butler, chastises them.
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22 aprile 2015
With the help of the waitress Maria, Sir Toby, Sir Andrew and Feste conspire to revenge
himself on the butler: they decide to write a
false letter to make Malvolio believe that
Olivia
has
fallen
in
love
with
him.
Pretending that he’s insane, they lock him
up in a dark chamber.
To add confusion to the farce, Sebastian,
who has saved himself through the help of
an other captain called Antonio, arrives on
the scene. Mistaking him for “Cesario”, Olivia secretly marries him.
Then Viola- Cesario meets the twin and reveals the truth.
Finally all characters are happy, except Malvolio: Viola marries Orsino and Sebastian
marries Olivia.
In this representation the scene dresses were very sumptuous.
The music had a very important role. In fact in Act I Duke Orsino says “If music be the food
of love, play on”.
This story of love and exchange of identities, with a touch of madness, proved still relevant
and, this way, eternal.
Letizia Vaccaro classe 3aD
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