Pag 33 - Lucio Dalla, popolare cantautore bolognese, muore a

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Voci dal Sud
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Anno VIII° nr. 3 Marzo 2012
Lucio Dalla, popolare cantautore
bolognese, muore a Montreau in
Svizzera per infarto
Si innamorò della Calabria quando interpretò Falvetti nella fiction televisiva “Artemisia
Sanchez” messa in onda da Rai 1 nel 2008 e scritta da Santo Gioffrè, noto storico e
scrittore di Seminara (RC)
Antonio Ligato - Gazzetta del Sud
Il funerale di Lucio Dalla si svolgerà oggi (n.d.r.: 4 marzo), giorno del suo compleanno, nella Basilica di San
Petronio di Piazza Maggiore a Bologna, alle 14,30.
Il Comune felsineo è pronto a gestire l’arrivo da tutta
Italia di migliaia di fan per l’ultimo saluto all’artista.
Anche a Seminara è stata grande la commozione e il
cordoglio per l’improvvisa scomparsa di Lucio Dalla.
Un legame quello dell’artista emiliano con la terra
calabrese, circonfuso alle musiche che lo stesso aveva
creato per la fiction televisiva “Artemisia Sanchez” messa
in onda da Rai Uno nel dicembre del 2008.
Non solo: Lucio Dalla ha partecipato all’ottima riuscita
della fiction, interpretando il personaggio del vescovo
Falvetti.
La storia, è stata tratta dall’omonimo romanzo del
seminarese Santo Gioffrè ed ha raccontato uno spaccato
di vita calabrese del 700 di quando Artemisia Sanchez lottava al fianco delle menti illuminate per provare a spezzare
l’immobilismo della società in cui viveva.
Una storia d’amore torbido, con abiti e parrucche che
adornavano il capo degli attori: Michelle Bonev, (Artemisia),
Fabio Fulco (Angelo Falsetti) Marco Cocci (Niccolò
Minerva), Fréderic Van Den Driessche (Principe Spinelli),
Ugo Dighero (Conte Grimaldi), Nicola Farron (Gaspare
Sanchez), Gaetano Amato(Liricio), Giuseppe Zeno(Gregorio
Muraca), Abraham Fontana (Casimiro Sanchez), Carlotta
Oleina (Teresa) e la partecipazione speciale di Lucio Dalla
nei panni di uno zio vescovo.
Dalla era un artista di poche parole, ma fantastico: la
parrucca gli stava così bene che se la voleva portare a casa.
L’intreccio di due temi - la lotta per la modernizzazione della
Calabria del ‘700 e quella storia d’amore dilaniata da mille
conflitti - ha rappresentato il cuore drammatico del romanzo di Gioffré.
Storia di uomini e donne, di passioni, di odi, di tradimenti, che svaniscono d’un colpo quando, nel febbraio del
1783, la terra comincia a tremare e un terribile terremoto
rade al suolo Seminara causando la morte di gran parte dei
suoi abitanti.
Le musiche che hanno accompagnato le quattro puntate
televisive erano state composte da Lucio Dalla.
In quell’occasione, lo scrittore, Dottore Santo Gioffré,
all’epoca Assessore provinciale alla Cultura, ebbe modo di
conoscere personalmente il grande artista bolognese ed
oggi, nell’apprendere la notizia della scomparsa ne traccia
un breve ricordo: «Avevo conosciuto Lucio Dalla sul set
della fiction televisiva “Artemisia Sanchez”, tratta dal
mio romanzo.
Umilissimo nella sua grandezza! il Maestro, mi aveva
chiesto quale fosse stato il mio “pathos” mentre ero intento nello scrivere il romanzo perchè cercava l’ispirazione per la canzone che stava componendo da usare
come colonna sonora di Artemisia.
Nacque così, “Come il Vento”, di cui riporto brevemente il testo: “Scivola nel mio pensiero l’immagine di
te.
Tu, piccola scintilla al vento che non si spegne mai
Quanti anni da quel giuramento che mi ha legato a te.
Se si capisse cosa sento dentro anche Dio andrebbe
via da me, fuggirebbe via da me.
Come il vento mi dai inferno e paradiso dentro.
Bene e male uniti in un momento.
Sangue e amore uniti insieme, stella sola in mezzo a un
cielo nero senza tempo, con le ali al buio e nel silenzio.
Da te io volerei, io ti raggiungerei, guglie alte e campanili che giocano col cielo, nubi basse nei cortili e attorno a me, dentro me, come piccole candele accese.
Accese contro il vento se la porta della chiesa rimane
aperta.
Mi spavento ma non ti spengo ... (segue il refrain)».
Il ricordo di Gioffrè continua: «Ci eravamo sentiti qualche giorno fa e mi ero congratulato per la sua partecipazione al Festival di Sanremo.
Dovevamo incontrarci la prossima estate in Calabria.
Non mi resta che salutarlo con immensa tristezza: addio dolce amico mio».