Gods and Generals e Gettysburg Al cinema con don Raimondo

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Gods and Generals e Gettysburg Al cinema con don Raimondo
Gettysburg
Gods and Generals
Al cinema
con don Raimondo
di Marco Leofrigio
© Società Italiana di Storia Militare
Gods and Generals
e Gettysburg
Al cinema con don Raimondo
di Marco Leofrigio
Gods and Generals (2003) è stato, dieci anni dopo Gettysburg (1993),
il tributo cinematografico più recente e importante all’epopea dea
Confederazione sudista. I due film sono
del resto collegati, perché si basano su
due romanzi scritti da padre e figlio:
Gods and Generals di Jeff Shaara
(1996) e The Killer Angels di suo padre
Michael. Diretto e sceneggiato da
Ronald F. Maxwell (1949), Gods and
Generals narra gli ultimi due anni di
vita di Thomas Jonathan “Stonewall”
Jackson, comandante dell’Armata della
Virginia, morto il 3 maggio 1863. Quei
due anni furono ‘l’ora più bella’ della
Confederazione, che inanellò vittorie su
vittorie sui campi di battaglia della
Virginia, fino, appunto, alla decisiva
sconfitta del generale Lee a Gettysburg
(1-3 luglio 1863).
A differenza di Gettysburg, Gods and Generals non è mai uscito in
Italia e difatti la copia da me analizzata è in lingua originale. Le scene
sono state girate in Maryland, Virginia e West Virginia, essendo
quest’ultimo Stato molto adatto per ricostruire i boschi virginiani del
Wilderness dove si svolse la battaglia di Chancellorsville. Come per
Gettysburg è stato possibile ricostruir (“re-enact”) con davvero grande
accuratezza le battaglie di Bull Run (1861), Fredericksburg (1862) e
Chancellorsville (1863) con un larghissimo impiego di uomini, cavalli,
batterie, carriaggi, traini di artiglieria, insegne reggimentali, grazie alla
fondamentale e preziosa collaborazione dei tantissimi gruppi,
organizzatissimi e appassionati, di re-enactors americani, che tengono
viva la storia del tragico conflitto civile in tutti i suoi aspetti. Gods and
Generals costituisce l’eccellente prequel al film sulla battaglia di
Gettysburg, pur uscendo esattamente dieci anni dopo e testimonia come
tutto il team guidato da Maxwell abbia ulteriormente messo a frutto
l’esperienza acquisita in questo tipo di produzioni. Gods and Generals fa
parte di un progetto di trilogia sulla Guerra Civile di cui il terzo film
avrebbe dovuto chiamarsi The last full measure, dal titolo del romanzo
di Jeff Shaara dedicato al biennio dopo Gettysburg. Purtroppo il progetto
di realizzazione della terza
pellicola è in forte dubbio
poiché la Ted Turner
company è rimasta molto
delusa
dalla
scarsa
performance di Gods and
Generals al box office.
Il film inizia con il rifiuto
del colonnello Robert E. Lee,
il 18 aprile 1861, di accettare
l’incarico
di
comando
dell’esercito, in via di
affrettata costituzione, che
avrebbe dovuto invadere il
Sud e reprimere la ribellione
del
Sud.
L’abbandono
dall’Unione
era
stata
dichiarata il 9 febbraio 1861 dalla Convenzione secessionista tenutasi in
Alabama. Il 17 aprile anche la Virginia aveva votato per la secessione.
L’offerta di questo prestigioso incarico gli fu fatta prima dal il suo
grande amico personale il generale Winfield Scott,comandante
dell’esercito federale, e poi da Francis Blair (colloquio che compare nel
film) amico stretto collaboratore del presidente Abramo Lincoln. Cosa
rispose Lee? riportiamo le stesse parole di Lee così come le riporta il
massimo esperto italiano del conflitto in terra americana, il compianto
Professore Raimondo Luraghi nel suo ultimo scritto postumo: ”Lee
rispose che egli non poteva ‘condurre una guerra contro la sua gente, i
suoi parenti, i suoi figli, il suo paese’. E il suo paese non erano gli Stati
Uniti: era la Virginia.”1
Il Sud quindi si prepara alla guerra ed in questo momento entra in
scena il principale protagonista: Thomas Jackson, questi dopo aver
combattuto in Messico aveva lasciato la divisa nel 1851, per andare a
1
R. Luraghi. La Guerra Civile Americana. Le ragioni e i protagonisti del primo
conflitto industriale, pag.87,BUR Storia, Milanoprima edizione 2013.
insegnare filosofia naturale presso il prestigioso Virginia Military
Institute: ”Colà egli era stato considerato un insegnante piuttosto
monotono e grigio, solo distinto da qualche stranezza di carattere, cosa
che l’aveva fatto soprannominare il vecchio pazzo Tom”. “Ma egli
aveva: una volontà indomabile, una intelligenza acuta e penetrante, un
coraggio fisico e morale a tutta prova.”2 Successivamente viene
ricostruita la genesi del soprannome “Stonewall”. Durante la prima
battaglia di Bull Run (21 Luglio 1861) Jackson è al comando della
Prima Brigata del generale Johnston: per il
comportamento freddo e impassibile durante
l’assalto federale alla collina detta di Henry
House, nel momento più sfavorevole per i
sudisti, il brigadier generale Barnard Elliott
Bee griderà rivolto ai suoi uomini per incitarli
a resistere: ”Look ! He is Jackson, stand like a
stonewall !” è la genesi del famoso e
immortale soprannome “Stonewall”. Luraghi
scrive: ”[…] il generale Bee lo vide, e
commentò con qualcuno che gli era vicino che
Jackson stava là come un ‘bastione di
pietra’.”3Lo scontro di Bull Run è anche
rappresentato con dettagli che non sfuggono a
chi è appassionato di quegli eventi, per esempio si mostrano moltissimi
confederati indossavano ancora con le divise blu dell’Unione (tra cui lo
stesso Jackson); cosa che compare nelle sequenze che mostrano Jackson
nella Valle di Shenandoah quando addestra i suoi uomini, anzi alcune
reclute indossano le uniformi della guerra d’Indipendenza.
La parte centrale della pellicola si sofferma soprattutto sul tremendo
scontro di Fredericksburg che viene anch’esso ricostruito in modo
superbo: l’assalto coraggiosissimo della famosa Iron Brigade composta
da irlandesi viene riprodotto in modo anche commovente,. In questa
parte del film si esalta l’eroismo dei federali che per tutta la giornata del
13 dicembre 1862 condurranno innumerevoli ma inutili sanguinosissimi
assalti al muro di pietra e alla strada incassata dietro la quale Il generale
Lee con grande sagacia tattica ha trincerato i suoi soldati. L’impressione
è che …quasi gli sceneggiatori, per riprodurre il disperato attacco al
muro di pietra della Iron Brigade, abbiano mandato a memoria le parole
di Luraghi, il quale illustrando vividamente (come se noi fossimo
2
R. Luraghi, Storia della Guerra Civile Americana p.355 cap.VI, Rizzoli Milano,
prima edizione 1966.
3
Ibidem parte Seconda, cap. VI p. 356.
presenti lì quel giorno) questo attacco scrive magistralmente:”[…]Era
mezzogiorno quando le dense colonne federali emersero dalle case
sventrate di Fredericksburg e si avanzarono a passo di carica su per il
leggero pendio che porta verso la ‘strada in trincea’: ma l’assalto non
durò che qualche minuto. […]Tosto il generale Sumner scagliò su per il
pendio un’altra divisione, quella del generale Hancock: alla sua testa si
avanzava, sfidando la morte che
spazzava il terreno, la magnifica
brigata irlandese del generale
Meagher, che inalberava accanto
alle stelle e strisce della nuova
patria la verde bandiera della terra
natale. Il fuoco dei confederati
divenne addirittura spaventevole:
tra le fiamme e il fumo degli spari
gli irlandesi avanzarono subendo
perdite terrificanti…Cento metri,
cinquanta, quaranta metri: era
troppo anche per degli uomini di
ferro quali essi erano.”4
Nella sequenze dell’attacco della Iron Brigade si mette l’accento sullo
scontro(ancor più) fratricida tra irlandesi con la divisa grigia e irlandesi
con la divisa blu5, che si ritrovano ad uccidersi ad appena pochi passi gli
uni dagli altri.
L’ultima parte di Gods and Generals si incentra sulla clamorosa e
grande vittoria di Chancellorsville, dove brillerà al massimo la stella
militare di Jackson, però per l’ultima volta poiché, proprio a
Chancellorsville, Thomas “Stonewall” Jackson troverà la sua prematura
fine. In questo frangente emerge l’abilissima pianificazione tattica del
generale Lee e la perfetta esecuzione di “Stonewall” della manovra
aggirante sotto il naso dei federali. Lee intuisce esattamente le mosse
dell’avversario
Hooker.
Luraghi
lucidamente
analizza:”[…]
inequivocabilmente il colpo principale del nemico doveva arrivare da
Chancellorsville: quella di Fredericksburg era solo una finta.”6 E ancor
di più: ”Dunque il fronte del nemico era imprendibile, ma la sua ala
destra era esposta. La decisione fu presa, ed ancora una volta di una
4
Op.cit. parte Terza, cap.13 p.693.
5
P.T. Tucker Irish Confederates, cap. 3 The Celtic-Gaelic brothers’war: The 24th
Georgia meets Irish Brigade at Fredericksburg McWhiney-Press 2006(Texas-USA)
6
Op.cit. p. Quarta, cap. 2 p.772
audacia da sbalordire: Lee avrebbe ulteriormente diviso la sua Armata e
il generale Jackson, con parte di essa, avrebbe compiuto un largo
movimento aggirante e sarebbe caduto sul fianco scoperto degli
unionisti”.”[…] Jackson […] indicò a Lee le strade che egli si proponeva
di compiere per l’aggiramento dichiarando che intendeva portare seco
l’intero suo corpo d’armata. L’audace movimento concepito da Lee era
così reso da Jackson ancora più ardito […]”7 Il film ci riporta a tutti quei
momenti straordinari di intesa perfetta tra i due grandi comandanti
confederati in maniera molto convincente e capace: la pianificazione del
piano di attacco, la ricerca di un percorso nei boschi del Wilderness al
riparo dagli occhi dei nemici, l’esecuzione della manovra, lo
schieramento silenzioso ai margini del bosco a poche centinaia di metri
dagli accampamenti dei federali, il via libera di Jackson ai suoi
comandanti di brigata di entrare in azione. E’ una sequenza eccellente e
che trasmette sia l’energia messa da Jackson nella riuscita
dell’aggiramento sia la tensione degli istanti finali che precedono
l’ordine di attacco. Come delle furie le tre brigate del corpo di
“Stonewall” (trentamila uomini) guidate da Rodes, Colston e A.P. Hill
caricano a testa bassa sugli ignari federali dell’XI Corpo, rigettandoli in
una fuga precipitosa. Spettacolare ed emozionante.8 Riprendiamo il testo
di Luraghi:”[…]In silenzio reggimento dopo reggimento, i confederati
presero posizione coperti dai densi boschi. Erano da poco passate le 17
quando Jackson, rivolgendosi al generale Rodes che comandava la prima
linea, gli chiese: ’siete pronto generale?’ ‘Sì, signore’ fu la risposta.
‘Potete andare avanti, allora’.
L’enorme linea si pose silenziosamente in marcia.”[…] poi
repentinamente, uscendo dalla foresta, la poderosa massa del generale
Jackson si rovesciò sugli isolati reggimenti travolgendoli.”9
La vita di Jackson viene ricostruita nel film anche negli aspetti privati,
che ci paiono ben riusciti, con ampi squarci della vita con la moglie, la
nascita della loro figlia, che Jackson però si godrà per pochissimo tempo
e la messa in risalto della sua profonda religiosità.
E’ da rimarcare la notevole performance interpretativa di Jackson,
difatti “Stonewall” è interpretato in modo notevolissimo, appassionato e
7
Op.cit.p. Quarta, cap. 2 p.777
8
Può essere paragonata come impatto emotivo e visivo all’assalto a sorpresa condotto
dagli arabi guidati da Lawrence ai danni della guarnigione turca di Aqaba (6 luglio
1917) rappresentato magnificamente nel film Lawrence d’Arabia di David Lean del
1962.
9
Op.cit.parte Quarta, cap. 2 p.781
partecipe, dall’attore Stephen Lang (1952), che nelle stesse sue parole
ha considerato il Jackson di Gods and Generals “la sua migliore
performance come attore”. Si capisce che Lang ha studiato e si è
documentato con professionalità sul comandate sudista. Viene ricostruito
in maniera accurata il ferimento (che poi si rivelerà mortale) di
“Stonewall” da parte dei suoi stessi uomini a causa della fitta oscurità
dei boschi del Wilderness: Jackson e il suo staff, al ritorno da una lunga
ricognizione, vennero scambiati per un gruppo di cavalleggeri nordisti
dagli uomini della divisione di A.P. Hill, i quali gli riversarono addosso
un fuoco di moschetti, purtroppo, molto preciso e intenso. Da questo
episodio si svolge l’ultima parte del film che vede l’amputazione del
braccio di Jackson, l’apparente inizio di recupero e l’agonia a causa del
subentro repentino di una infezione polmonare. Anche la ricostruzione
del delirio finale di Jackson cerca di attenersi ai fatti storici, laddove
poco prima di spirare griderà alcuni ordini ai suoi soldati, agli uomini
della Brigata “Stonewall”.
Appena venuto a conoscenza della morte di “Stonewall” il generale
Lee risponderà con la famosa espressione: “Lui ha perso il suo braccio
sinistro, io ho perso il mio braccio destro”. Tra gli altri attori spicca
sicuramente Robert Duvall che interpreta il Generale Robert Edward Lee
mettendo in campo tutta la sua immensa bravura di attore, un Duvall/Lee
intenso e partecipe forse anche per il fatto che ha legami familiari
proprio con il generale Lee per il tramite del ramo materno. Il film cerca
anche di rappresentare chi era la gente del Sud, lo spirito che li animava,
l’atmosfera in cui vivevano, le motivazioni che li spinsero alla
secessione e a prendere le armi. In questo ambito è molto suggestiva la
scena in cui viene presentata a Lee e al suo stato maggiore la canzone
dedicata alla bandiera confederata “single star”, la Bonnie Blue Flag,
canzone presente anche nella colonna sonora del notissimo Via col
Vento (1936).
Gettysburg: “ l’alta marea della Confederazione “
Questo secondo film analizzato è un classico di guerra, a differenza di
Gods and Generals che affronta non solo gli aspetti bellici ma anche
cerca di darci una rappresentazione di quello a cui aspiravano le genti
del Sud. Come già accennato Gettysburg precede la produzione di Gods
and Generals: questa pellicola del 1993 ricostruisce in modo davvero
notevole e accurato le più importanti e significative vicende della
notissima battaglia di Gettysburg,verificatasi in Pennsylvania dal 1 al 3
Luglio 1863 tra l’Armata
della Virginia Settentrionale
al comando di Robert E. Lee
e l’Armata del Potomac al
comando
del
generale
George Meade subentrato ad
Hooker, pochi giorni prima
dell’epico
scontro.
Con
grande capacità il regista
Ronald F. Maxwell ha
ricostruito, con moltissimi dettagli, l’epocale sanguinosa collisione delle
due armate avversarie nella piccola cittadina della Pennsylvania. Come
noto questo scontro segnò, insieme alla contemporanea caduta
nell’Ovest di Vicksburg, la ‘Fortezza del Mississippi’, la fine delle
speranze del Sud di battere militarmente l’Unione in tempi rapidi ed
ottenere l’agognato riconoscimento internazionale che avrebbe cambiato
le sorti del conflitto. Infatti, tutte e due le sconfitte sia all’Est che
all’Ovest furono fatali per il futuro del Sud, come con la consueta
maestria e chiarezza Luraghi spiega nel volume postumo10.La
produzione ha impiegato sia le larghe ed entusiaste schiere di migliaia
re-enactors, assolutamente indispensabili, sia attori di nota fama per i
ruoli più importanti. Il lavoro, sia di sceneggiatura che della
realizzazione, è stato impegnativo dovendo riassumere in quattro ore i
tre fatidici giorni del Luglio 1863, impiegando cannoni, traini
d’artiglieria, cavalli, carri, riproducendo le bandiere di tutte le unità
coinvolte, le divise, le armi, le buffetterie.
10
R. Luraghi La Guerra Civile Americana. Le ragioni e i protagonisti del primo
conflitto industriale, cap. IV p.157 e segg. BUR Storia, Milano prima edizione 2013.
Gettysburg, pur essendo stato doppiato come da prassi nella nostra
lingua, non uscì mai nelle sale ma venne distribuito solo nei tradizionali
canali di vendita e nei circuiti di noleggio delle videocassette. In
particolare, il film visionato per la stesura di questo articolo, è nella
versione director’s cut, con le sequenze tagliate dalla produzione
riproposte nella lingua originale, e contiene, quindi, qualche piccolo
aspetto inedito rispetto a quella ufficiale. Indicheremo nel corso
dell’articolo quali sono state le sequenze eliminate rilevanti sono
secondo chi scrive.
La battaglia di Gettysburg rappresentò il culmine dello sforzo
offensivo dell’Armata della Virginia Settentrionale, per portare
l’offensiva a casa del nemico come già tentato senza successo nel 1862.
Luraghi dedica due stupendi capitoli alla campagna in Pennsylvania del
1863 scrivendo tra l’altro: ”[…] Ma per Lee la minaccia strategica nel
cuore della Pennsylvania aveva solo una funzione strumentale: in realtà
egli pensava a ben altro. Come un ragno, aveva teso la sua tela: e la
preda che doveva incapparvi era l’Armata del Potomac.” Pertanto, il
centro della trappola sarebbe stato il crocevia – “cruciale” come lo
definisce il generale Lee nel film - di strade che transitavano per la
piccola sconosciuta cittadina di Gettysburg.
La prima parte del film mostra come si arriva casualmente allo scontro.
Qui è stato tagliato il colloquio tra Lee e il suo aiutante di campo:
quest’ultimo gli riporta una
notizia fondamentale, cioè
che il generale Hill stava
inviando tutta la divisione di
Heth
alla
cittadina
di
Gettysburg per rifornirsi di
calzature, aggiungendo che
“si reputava che l’unica
opposizione che avrebbero
incontrato, sarebbero stati un
po’ di miliziani con dei fucili
da caccia”. Invece quel
1°Luglio 1863, in modo
inatteso, le forze opposte si
scontrano: da un lato le
brigate sudiste di Heth,
dall’altro
la
cavalleria
federale di Bill Buford
(interpretato da un bravo Sam Elliott), giunto a Gettysburg il giorno
prima. Buford, con notevole perizia tattica, sfrutta gli appigli del terreno
e resiste fino all’arrivo dei primi rinforzi di fanteria del Corpo di
Reynolds, facendo guadagnare tempo prezioso a Meade e influenzando i
meccanismi della trappola che stava facendo scattare il condottiero
virginiano. Interessante la scena del colloquio tra ufficiali federali e tre
prigionieri confederati - che sono rappresentati esattamente come nella
famosa foto dei tre soldati sudisti catturati a Gettysburg - laddove uno
dei tre motiva la scelta delle armi perché vuole ‘difendere la propria casa
e la propria famiglia’.
La parte della ricostruzione del 2 Luglio, dopo una breve sequenza sui
duri scontri nel Devil’s Den (la tana del diavolo), si incentra tutta
sull’eroica resistenza dei federali sulla collinetta del Little Round Top:
rifulge la figura del colonnello Joshua Chamberlain/Jeff Daniels che, al
comando del 20° Maine Volunteers, ha l’ingrato compito di costituire
l’estrema ala sinistra dello schieramento federale. La solida resistenza
del fianco sinistro dell’Armata del Potomac si deve alla prontezza di
reazione, rispetto ai movimenti degli uomini del Corpo di Longstreet, da
parte del comandante del Genio G.K. Warren, che valutò giustamente la
valenza del Little Round Top come point d’appui per i federali11.I texani
e gli alabamiani di Hood si battono come leoni per tutto il pomeriggio
organizzando assalti su assalti su per il pendio tra i boschi del Little
Round Top, ma senza alcun risultato. Molto emozionante è la sequenza
finale sul Little Round Top che mostra il contrattacco all’arma bianca
organizzato da Chamberlain che ricaccia definitivamente i confederati.
Le scene che raccontano la notte tra il 2 e il 3 Luglio si soffermano sul
‘duello’ nella tattica da seguire, i dialoghi accesi tra Lee e Longstreet,
che ancora suscitano vivaci discussioni tra gli storici12. La tattica
migliore da usare con l’Armata del Potomac fa, comunque, anche da filo
conduttore in tutto il film, facendo forse trasparire, in una maniera
semplificativa, un James Longstreet ‘che sapeva’ quale fosse la tattica
migliore da adottare contro Meade, rispetto a un generale Lee che viene
rappresentato come poco aperto ad ascoltare gli altri, avendo già preso le
sue decisioni. Dal punto di vista interpretativo tutti hanno dato una
11
R. Luraghi Storia della Guerra Civile Americana parte Quarta, cap. V, p.854 Rizzoli
Milano, prima edizione 1966.
12
R. Luraghi La Guerra Civile Americana. Le ragioni e i protagonisti del primo
conflitto industriale, cap. II p.71 e segg. BUR Storia, Milano prima edizione 2013.
buona prova. Nelle vesti di George Pickett troviamo l’attore Stephen
Lang. Un Pickett:‘smanioso di menar le mani visto che i suoi uomini
non erano stati mai impiegati azione nelle ultime battaglie’ come fa
rilevare al generale Longstreet, in uno dei dialoghi tagliati. Sugli altri
attori principali spicca a livello recitativo Jeff Daniels/Joshua
Chamberlain che sta in pieno nel ruolo ed è molto convincente, mentre
al contrario ci paiono meno coinvolti e meno dentro la parte i due attori
Martin Sheene/Lee e Tom Berenger/Longstreet, soprattutto se
confrontati con Lang/Jackson e Duvall/Lee di Gods and Generals.
Nel film gli aspetti umani sono rappresentati nel tormento che
perseguita i soldati, amici
fraterni solo fino a pochi anni
prima, ed ora combattenti in
schieramenti nemici. In questo
contesto il film mette in risalto
le sofferenze personali dei due
generali-amici:
il
sudista
Armistead (a capo di una delle
tre brigate di Pickett), amico
fraterno del generale Hancock
che al comando del 2° Corpo
unionista che si trova, per il
volere del …Caso, proprio
schierato di fronte a lui il
fatidico giorno dell’assalto
finale alle robuste posizioni
federali sulla Cemetery Ridge.
Il terzo giorno della battaglia il
generale Armistead, come viene
molto ben ricostruito nel film, si troverà alla testa del tentativo di
sfondamento della linea federale durato pochi istanti lasciandoci la vita.
Le parole di Luraghi ci fanno rivivere tutti quei fatali istanti:” […] Il
generale Armistead, a capo scoperto, il cappello innalzato sulla punta
della sciabola,[…]in un attimo la marea fu addosso al muricciolo,
proprio vicino al cosidetto ‘angolo’; si ruppe per un momento contro il
saliente, poi scavalcò il muretto e fu dentro. Il 71° Pennsylvania che
teneva ‘l’angolo’ fu travolto[…]Un pugno di confederati penetrò nel
‘piccolo gruppo di alberi’, lo traversò, sbucò dall’altra parte sulla Cresta
del Cimitero… Ma già un altro reggimento nordista, il 72° Pennsylvania,
veniva gettato entro la breccia[…],il generale Armistead, gravemente
colpito, era caduto morente[…], i cadaveri confederati giacevano sul
terreno segnando
Confederazione.”13
l’estremo
limite
dell’alta
marea
della
La giornata del 3 Luglio, è appunto quella della famosissima e tragica
Pickett’s charge, dove dodicimila confederati (secondo le ricerche più
recenti), segneranno con il disperato assalto alle posizioni federali al
centro della Cemetery Ridge ‘l’alta marea della Confederazione’ (the
high water mark of the Confederacy). La lunga preparazione di fuoco
dell’artiglieria confederata e la carica delle Divisioni di Pickett,
Pettigrew e Trimble chiudono la grandiosa rievocazione di Gettysburg:
sono delle sequenze straordinarie che cercano di riportarci a quei
momenti drammatici e tragici. Un lavoro davvero ben fatto che rivela
ancor di più lo studio e la preparazione che vi è stata dietro.
Concludo con un’ultima citazione di Luraghi: ”Perché il Sud scelse la
guerra? Forse perché sapeva di ‘perdere’ ed allora scelse
volontariamente di morire sul palcoscenico e perpetuare così facendo la
sua storia”.14
Altri famosi film sulla guerra civile americana
13
R. Luraghi Storia della Guerra Civile Americana p. Quarta, cap. V, pp. 867-868
Rizzoli Milano, prima edizione 1966.
14
Intervento di R. Luraghi alla Fondazione Costantino Dragan, 1 febbraio 1994, Roma.
Vogliamo infine accennare ad alcuni dei più noti film sulla guerra
civile americana, prodotti negli Stati Uniti ed usciti anche nel nostro
paese. Nel 1927 esce Come vinsi la guerra (The General 1926) con
Buster Keaton. Nel 1948 esce nelle sale il notissimo Via col Vento
(1936) di Victor Fleming in cui si parla anche della caduta di Atlanta del
1864, il film ebbe anche il Pulitzer nel 1937. Nel 1951 esce con il titolo
La prova del fuoco, il film di John Houston dal titolo originale The Red
Badge of Courage tratto dall’omonimo famoso romanzo di Stephen
Crane (1894); fu all’origine di una celebre causa legale tra Houston e la
Metro Goldwyn Mayer poiché ne ridusse la durata a soli 70 minuti. Nel
1959 esce Soldati a cavallo (The Horse Soldiers) di John Ford che
tornerà sull’argomento solamente in un episodio de La conquista del
West (1962). Nel 1965 esce poi Shenandoah - La valle dell'onore
diretto da A. McLaglen. In tempi più recenti abbiamo che nel 1989 viene
distribuito il bel film Glory: Uomini di gloria dove si mostrano le
vicende del primo reparto combattente unionista costituito da volontari
di colore. Nel 2003 esce Ritorno a Cold Mountain di A. Minghella, in
cui viene ricostruita (brevemente) nella primissima parte del film, la
“battaglia del Cratere” a Petersburg, la piazzaforte-chiave per scardinare
la resistenza confederata in Virginia, oggetto di un lunghissimo assedio.
Infine nel giro di poco di più di un anno escono ben due pellicole che
trattano, anche se in maniera differente, delle vicende di Lincoln: nel
2012 viene distribuito The conspirator di Robert Redford che tratta di un
avvocato che è chiamato a difendere davanti a un tribunale militare
Mary Surratt, accusata di complicità nell'assassinio di Abramo Lincoln.
Nel 2013 esce l’eccellente film Lincoln di Steven Spielberg.
© Società Italiana di Storia Militare