pistole - Big Archery

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pistole - Big Archery
Pistol e
X-FIVE
X-FIVE
la nuova generazione SIG
N
ata per partecipare al programma XM9, lanciato nel
1984 dallo U.S. Army per
selezionare la nuova pistola semiautomatica d’ordinanza delle
forze armate degli stati Uniti in vista
del pensionamento della leggendaria M1911A1, la SIG Sauer P226 si
è nel corso degli ultimi tre decenni
affermata come una delle migliori e
più popolari armi della sua categoria. Nonostante abbia dovuto – non
senza qualche polemica – cedere
l’alloro (e i lucrosi contratti di fornitura…) alla Beretta Modello 92 F/FS,
l’arma elvetico-teutonica ha conquistato infatti posizioni di tutto rilievo
sia in campo professionale sia presso l’utenza civile, venendo adottata
da un impressionante numero di corpi militari e di polizia di tutto il mondo, dal Bangladesh agli Stati Uniti, e
scelta per impieghi difensivi o sportivi da innumerevoli privati cittadini nei
cinque continenti.
Naturalmente, com’è sempre il caso
per un’arma baciata da un successo
di tali proporzioni, la P226 è stata
oggetto di un continuo e costante
processo di evoluzione e perfezionamento, volto a ottimizzarne ai massimi livelli funzionalità e flessibilità:
essa ha di conseguenza dato origine
a una corposa gamma di varianti in
grado di soddisfare ogni esigenza
non solo della clientela istituzionale, ma anche di quella sportiva.
Quest’ultimo segmento produttivo fu
affrontato per la prima volta qualche
anno fa con il modello X-Five, una
riprogettazione della P226 condotta
al fine di offrire ai tiratori più esigenti
un’erede della mitica P210, fruibile tanto nell’ambito delle discipline
di impostazione classica quanto in
quello delle competizioni più dinamiche, in particolare nell’ambito go-
Non vogliamo parlare del famoso SUV
tedesco, ma della pistola semiautomatica
sua connazionale della SIG Sauer, derivata
dall’apprezzato modello P226 e pensata come
erede della leggendaria P210. Delle diverse
varianti in cui viene oggi proposta la P226 X-Five
esaminiamo la recente ed elegante Match
di Paolo Orsitto
vernato dalla IPSC. In breve tempo
questo particolare versione è stata
a sua volta presentata in diverse e
specifiche configurazioni, poi confluite nella recente (2013) X-Series, che
raggruppa tutte le incarnazioni agonistiche della P226; l’articolazione
di questa serie è teutonicamente assai complessa e comprende diversi
modelli, caratterizzati da allestimenti
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Pistol e
La X-Five fu anche la prima P226 realizzata
completamente in acciaio, oltretutto
inossidabile. Come in tutte le SIG Sauer a
decorrere dal 1996, il carrello è di costruzione
monolitica: questo permette di impiegare in
tutta sicurezza anche calibri assai vigorosi,
come il .40 S&W e il .357 SIG
Le belle guancette nere in legno stratificato sono accuratamente
sagomate e trattenute mediante viti Torx, funzionali e alla moda.
La minigonna facilita l’inserimento del serbatoio caricatore
ed è realizzata in lega di alluminio, anodizzata in modo da
amalgamarsi alla finitura satinata dell’acciaio
Tutte le armi della X-Series sono costruite e assemblate con
grande cura e cospicui interventi manuali: notare la perfetta
esecuzione dei settori zigrinati e il grilletto scheletrato, come
peraltro il cane. Il pulsante di svincolo del serbatoio caricatore è
di tipo maggiorato, al pari dell’elsa dell’impugnatura
La guida tipo Picatinny è oramai presente in tutte le pistole
SIG Sauer di grosso calibro e consente di equipaggiare ogni
arma con i numerosi strumenti finalizzati all’illuminazione e
alla designazione del bersaglio. Gli intagli di presa anteriori sul
carrello sono un’altra connotazione inequivocabilmente sportiva
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X-FIVE
La X-Five fu la prima 226 elaborata per uso
sportivo. La sua principale differenza rispetto al
modello base risiede nella canna e nel carrello
allungati di mezzo pollice, cui si aggiunge una
componentistica dedicata di peculiare disegno
ulteriormente perfezionata nelle nuove versioni
della X-Series, come la Match
Il fusto delle X-Five presenta peculiari modifiche
rispetto a quello della P226 primigenia, tutte
volte a esaltare l’ergonomia dell’arma: notare a
questo proposito l’incavo praticato alla radice
del paragrilletto, su cui è altresì visibile il foro
attraverso il quale si può agire su una delle viti
di regolazione del grilletto
Anche il massiccio fondello del serbatoio
caricatore è in alluminio. L’astuccio contiene
diciannove cartucce calibro 9x21 IMI e
quattordici in .40 S&W, altra cameratura in
cui la pistola viene prodotta
Il mirino, inserito in una sede a coda
di rondine fresata sul dorso del
carrello, presenta una efficace quanto
esteticamente pregevole lavorazione
quadrettata che, insieme al suo disegno,
elimina la possibilità di fastidiosi riflessi
della luce ambientale
La tacca di mira, ovviamente regolabile
in altezza e scostamento tramite viti
micrometriche, è ben incassata ed
è prodotta dalla LPA. Nell’ambito
dell’impostazione modulare che
caratterizza la X-Series, può essere
sostituita con altri due elementi, uno
dei quali fisso
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Pistol e
La funzionalità della P226 X-Five Match è assicurata
dall’accurata esecuzione di ogni minimo particolare,
il che rassicura tanto il tiratore impegnato nelle
competizioni più impegnative nell’abito delle discipline
di tiro dinamico quanto l’appassionato del poligono
tradizionale
e specificità meccaniche in grado di
soddisfare qualsivoglia esigenza nelle varie discipline. Qui prenderemo
in esame una variante che ha ottenuto un’accoglienza favorevole anche nel nostro paese, la Match, che
ci sembra particolarmente equilibrata e dotata di una vasta latitudine di
impiego nell’ambito del tiro sportivo.
Ma, prima di esaminarla, permetteteci di rievocare le basi tecniche e
meccaniche delle moderne pistole
semiautomatiche realizzate dalla
SIG Sauer.
Un impianto attuale
Essendo munita di catena di scatto in sola
singola azione, la X-Five integra un sistema
di sicura manuale riconducibile a quello –
oramai universale – della 1911, familiare a
ogni utilizzatore di pistole semiautomatiche di
grosso calibro da almeno tre decenni
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L’organizzazione meccanica di base
delle SIG Sauer deriva da quello del
modello primigenio P220, adottato
dalla Confederazione Elvetica nel
1975 con la sigla P75 (“Pistole 75”)
in sostituzione della P49, ovvero la
P210. Tra le due armi le uniche similitudini erano, in pratica, il calibro
9x19 mm Parabellum e il sistema di
chiusura geometrica a corto rinculo
di canna di derivazione Browning,
questo però modificato e semplificato. Infatti, laddove la P49 seguiva
lo schema della variante Petter –
quindi con i classici risalti anulari di
vincolo al carrello e l’asola a piano
inclinato in luogo della bielletta – la
P220, costruita oltretutto con metodologie all’epoca veramente innovative, utilizzava una configurazione
non certo nuova ma sino ad allora
vista assai raramente. L’unione tra
canna e carrello è qui assicurata dal
contrasto tra la massiccia culatta, in
cui ha sede la camera di cartuccia, e
l’ampia finestra di espulsione, mentre l’appendice inferiore della canna
presenta una semplice fresatura a
piano inclinato aperta. Questo disegno, di realizzazione meno costosa
rispetto a quello originariamente
concepito da Browning ma altrettanto funzionale, era stato anticipato – per quanto concerne il vincolo
tra canna e carrello - in armi come le
Webley Automatic Pistol calibro .455
Auto della Prima Guerra Mondiale
e l’ordinanza francese M1935S; la
P220 ne decretò peraltro la piena
accettazione e una larga diffusione,
tanto che esso è ancor oggi estremamente diffuso.
X-FIVE
L’evoluzione della specie
Pur essendo costruito
in acciaio, il fusto
della X-Five mantiene
il blocchetto separato
in cui si impegna
la canna in fase di
apertura, risalente ai
modelli originali della
gamma 220 con fusto
in lega leggera
Se l’organizzazione di base delle pistole SIG Sauer con chiusura stabile
è rimasta inalterata negli anni, altrettanto non si può dire per le tecniche
di costruzione: in origine infatti esse
presentavano il carrello, ottenuto tramite piegatura e sagomatura di una
pesante lamiera di acciaio stampata,
alla cui sezione distale veniva quindi
saldata una piastra frontale recante
la boccola di volata e il foro per l’asta di guida della molla di recupero;
l’otturatore era invece un pezzo separato, macchinato e quindi brasato
e spinato al carrello. Nel 1994 nacque però il modello P229, camerato
per le robuste munizioni calibro .40
S&W e .357 SIG e munito quindi di
un nuovo e più resistente tipo di carrello monolitico, ottenuto per lavorazione su macchine CNC di una singola barra di acciaio inossidabile; con
l’estensione dei calibri summenzionati anche alla P226, venne deciso
nel 1996 di standardizzare l’impiego
del nuovo carrello a tutte le pistole
della gamma.
Per quanto riguarda il fusto, invece,
accanto all’originale in lega leggera
(che ospita un blocchetto centrale in
acciaio entro cui è ricavato il piano
inclinato deputato a interagire con
l’analoga superficie scavata nello
zoccolo della canna, al fine di indurre
l’abbassamento della sezione posteriore della stessa) è stata introdotta
una versione in acciaio, usata sia
nelle armi destinate alla difesa e al
servizio sia in quelle sportive, come
appunto la X-Five. La comparsa di
quest’ultima ha determinato anche
un’altra, significativa innovazione nel
panorama delle semiautomatiche
SIG Sauer: per la prima volta infatti una di queste armi è stata equipaggiata con una catena di scatto in
sola singola azione provvista, di conseguenza, di un sistema di sicurezza
manuale, prima assente.
La X-Five Match
Come abbiamo già anticipato, la SIG
Sauer ha presentato lo scorso anno
una gamma di pistole derivate dalla
P226 e caratterizzate da una marcata impronta sportiva: nella X-Series
sono presenti, a oggi, una decina
di modelli dalle diverse connotazioni, che offrono soluzioni ideali alle
esigenze degli atleti impegnati nelle
varie discipline e categorie del tiro
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Pistol e
L’organizzazione meccanica della X-Five
e delle altre pistole appartenti alla
X-Series è, a parte le variazioni del
sistema di scatto, immutata rispetto a
quella tradizionalmente usata nelle SIG
Sauer di grosso calibro, basata su una
razionale elaborazione dello schema con
chiusura geometrica a corto rinculo di
canna tipo Browning
dinamico nonché ai semplici appassionati del tiro non agonistico.
La X-Five Match presentata in queste
pagine si palesa come una elegante
elaborazione del modello originale, di
cui conserva la canna lunga 127 mm,
ovvero 5”: proprio da questa particolarità deriva la denominazione dell’arma, adottata per marcare la differenza rispetto alla versione originale con
canna da 112 mm (4 ½ “). Si ritrovano anche l’esecuzione completamente in acciaio inossidabile satinato e
il congegno di scatto in azione singola – o SAO, Single Action Only – che
ora è però regolabile in relazione allo
sforzo di trazione, alla corsa del grilletto e al contenimento del collasso;
il grilletto stesso è di tipo alleggerito,
al pari della cresta del cane. La nuova
architettura della catena di scatto ha
naturalmente comportato l’adozione
di un sistema di sicura facoltativa,
la cui leva di comando si trova nella
consueta posizione “stile 1911” ed
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è ambidestra; la sua finitura brunita
nera, condivisa anche dal pulsante
maggiorato di svincolo del serbatoio
caricatore e dalla leva di arresto del
carrello, crea un piacevole contrasto
con il nitore dell’arma conferendole
una teutonica eleganza corroborata
dalle belle guancette in legno multistrato, anch’esse nere e fissate con
quattro viti Torx. La base dell’impugnatura è corredata di un’ampia minigonna in alluminio anodizzato, che
sposa alla perfezione il peculiare fondello – realizzato anch’esso in lega
leggera - dei caricatori in dotazione.
Di impronta squisitamente sportiva
sono anche gli organi di mira: la tacca, incassata a regola d’arte nella
sua sede fresata sul dorso del carrello, può infatti essere regolata sui
piani orizzontale e verticale agendo
sulle opportune viti micrometriche,
mentre il mirino a lama è incastrato
a coda di rondine. Data la vocazione agonistica della pistola non sono
presenti i riferimenti bianchi tipici
dei modelli da difesa e servizio, sostituiti opportunamente da accurate
lavorazioni antiriflesso.
E’ comunque presente anche l’attualissima rotaia tipo Picatinny integrale alla sezione distale del fusto
(per chi abbia perso dimestichezza con la lingua patria, intendiamo
il dust cover), che rende possibile
equipaggiare la X-Five con quasiasi
congegno accessorio per l’illuminazione o la designazione del bersaglio.
Il livello di lavorazione e finitura dell’arma è, semplicemente…
all’altezza del suo blasone.
La cura con cui essa è costruita e assemblata risulta del resto evidente
dalle immagini che corredano queste note: in particolare, invitiamo i
lettori a osservare l’esecuzione dei
pannelli zigrinati che interessano le
facce anteriori dell’impugnatura e
della guardia del grilletto…
X-FIVE
Scheda tecnica
Nonostante lo scatto in sola singola
azione, l’arma mantiene – saggiamente
– il blocco automatico di sicurezza del
percussore. Lo standard di lavorazione
e rifinitura è elevatissimo anche
all’interno
Produttore:
SIG Sauer GmbH & Co.
Eckenfoerde (RFT) www.sigsauer.de
Importatore:
Bignami Spa – Via Lahn n. 1
39040 Ora (BZ) www.bignami.it
Modello:
P226 X-Five Match
Tipologia:
pistola semiautomatica classificata
per uso sportivo
Calibro:
9x21 mm IMI
Sistema di Funzionamento:
chiusura geometrica a corto rinculo di
canna, sistema Browning modificato
Scatto:
azione singola, regolabile
Alimentazione:
serbatoio caricatore bifilare amovibile,
capacità 19 cartucce
Congegni di Mira:
tacca di mira regolabile mediante viti
micrometriche, mirino a lama in sede a
coda di rondine
Congegni di Sicurezza:
sicura automatica al percussore,
sicura manuale sul fusto
Lunghezza Canna:
127 mm
Lunghezza Totale:
223,5 mm
Peso:
1245 g
Materiali:
acciaio inossidabile,
guancette in legno stratificato
Finitura:
satinatura, comandi bruniti
Prezzo:
euro 2.890
Considerazioni finali
La canna della X-Five è lunga cinque pollici, caratteristica che – con teutonica mancanza
di fantasia ma con inequivocabile precisione – fornisce la denominazione specifica del
modello. Notare l’ammortizzatore montato sul complesso della molla di recupero
Bella, funzionale e, purtroppo quanto
inevitabilmente, costosa: questa la
sintesi delle qualità della SIG Sauer
P226 X-Five Match, emblematica di un
ottimo progetto capace di evolversi secondo linee guida attente alle esigenze di ogni settore del pubblico. Non
sono molte le pistole che, in assoluto
e in particolare negli ultimi decenni,
hanno dato vita a una progenie così
vasta e vigorosa: e il fatto che la P226
sia di natali svizzeri e tedeschi non è,
assolutamente, un caso.
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