Rosaria De Cicco: ritratto di artista

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Rosaria De Cicco: ritratto di artista
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Rosaria De Cicco: ritratto di artista
Autore : Lorenza Iuliano
Data : 13 aprile 2015
Intervista in esclusiva con la fata-janara
Attrice teatrale, televisiva e cinematografica, prestata alla tv per pubblicità nazionali, Rosaria De Cicco,
non solo è un’artista dal talento indiscusso, ma è, soprattutto, una persona che vale la pena incontrare,
solare, grintosa, ottimista. Sorriso contagioso, parlantina sciolta e profonda umanità.
Ci accoglie in casa con calore e spontaneità come fossimo amici da sempre. Mentre aspettiamo che esca
il caffè giochiamo con Brigida, l’esuberante ed adorata cagnetta che l’ha scelta come padrona da quasi
14 anni, seguendola, fino a casa, dal porto di Napoli.
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Che avremmo accorciato subito le distanze era chiaro già dal primo incontro al Teatro Match – Il gioco del
teatro, presso Spazio Nea il 23 marzo. Splendida interpretazione la sua; legge alcune pagine da La
vedova scaltra di Carlo Goldoni, voce profonda che ti scava dentro che è in grado, al contempo, di
passare, con assoluta naturalezza, ad acuti che emozionano, posa ineccepibile, sguardo sognante e fiero.
Ci avviciniamo per complimentarci e ci congediamo con un abbraccio, con tanto di promessa di risentirci
dopo Pasqua. Il tono della telefonata per accordarci sull’intervista è decisamente scherzoso. Parliamo
dell’intenzione di fare una chiacchierata informale, di “sequestrarla” per un’oretta; lei sta al gioco, rincara
la dose e fa “meglio arresti domiciliari, vi aspetto a casa”.
Rosaria De Cicco inizia a raccontarsi, senza veli. La mattinata l’ha trascorsa al Cinema Metropolitan per la
conferenza stampa dell’ultimo film cui ha partecipato, “Ci devo pensare”, opera prima del regista
napoletano Francesco Albanese, nelle sale dal 9 aprile, che tratta di lavoro, precarietà e amore in modo
allegro e divertente. Il film elogia l’arte di arrangiarsi partenopeo come capacità di reinventarsi ogni giorno
e non come lassismo in un’epoca in cui, con la scusante della profonda crisi economica, sarebbe più
comodo abbandonarsi alla sconfitta. Ne emerge una città solare, chiassosa, positiva, al di là delle
etichette fisse.
Ci parla poi del suo contributo al film “Janara” ispirato alla leggenda su una strega beneventana, ma che,
come si legge nella pagina Facebook dedicata, racconta di una donna indipendente ed emancipata. La
pellicola, girata nei comuni di San Lupo e Guardia Sanframondi, per la regia di Roberto Bontà Polito è
prodotta da Vargo. Il suo ruolo, ci spiega, è stato sì reale, ma anche evocativo ed inquietante. Per il film,
da lei stessa definito come horror popolare, Eugenio Bennato e Sandro Di Stefano hanno scritto il brano
"È na Janara", cantato da Bennato con Pietra Montecorvino, che narra, appunto, leggenda e dramma
della strega.
Attualmente è protagonista di una divertentissima serie web, “Tarok”, in cui impersona Assunta,
napoletana ex dipendente delle poste travolta dalla riforma Fornero, che, per sbarcare il lunario, si
improvvisa cartomante su consiglio di un’amica. In realtà non crede affatto nell’arte divinatoria, eppure
riesce ad essere molto credibile e convincente con i clienti leggendo loro i tarocchi sul tavolo della cucina
nella sua casa affitto di Roma. Ogni puntata, di circa sei minuti, sviscera minuziosamente, ma in modo
leggero, le problematiche dell’Italia di oggi, tra crisi culturale, sociale ed economica.
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Il mese scorso, ci dice, ha recitato al Nuovo Teatro Sancarluccio di Napoli in “Almost famous - Ovvero io e
le donne”, spettacolo suo e di Vincenzo Coppola, una serie di monologhi incentrati sulla donna di
importanti autori italiani: Annibale Ruccello, Maurizio De Giovanni, Pasquale Ferro, Annapatrizia
Settembre e Massimiliano Virgilio. Con il sottofondo musicale di Mariano Bellopede, l’attrice ha raffigurato
più donne che, con coraggio e determinazione, hanno riacquistato in pieno la loro indipendenza ed
individualità, liberandosi dal giogo dei loro uomini. Rappresentazione riflessiva e drammatica sì, ma anche
assolutamente intelligente e comica.
Un po’ ovunque Rosaria De Cicco continua con regolarità le letture dei testi di Annapatrizia
Settembre “Caterina scappa scà” e “Caterina e il mondo fuori” che riportano proprio la forza spirituale di
chi, non accettando più di essere sottomessa al compagno, ritrova il suo vero io. Il suo timbro vocale è
interessante, inconfondibile, unico; forse proprio il fatto che legga pagine così dense di emotività rende
ancora più bello ascoltarla. Il vero attore, ci dice, deve infatti ‘saper leggere’, cioè capire, interpretare,
interiorizzare, usare la sua creatività per proiettare lo spettatore di fronte ad uno scenario spesso solo
immaginario.
Recentemente nella sala consiliare di Qualiano, Rosaria De Cicco si è esibita nella performance teatrale
“Solo Io! Monologo sulle donne per le donne…e non solo…” Assolo di circa un’ora, scritto dalla stessa
attrice che tratteggia, nel corso del tempo, diversi personaggi femminili fino alla sua donna, moderna,
brillante e comica, che dopo una serie di insuccessi amorosi, ironizza su di sé piuttosto che compiangersi.
Altra fatica teatrale che la vede tuttora impegnata con Cinzia Mirabella, con cui è co-regista, è “Vacanze
turche”. La commedia, dopo aver debuttato al Nuovo Teatro Sancarluccio di Napoli, toccherà le maggiori
città di Italia. La pièce racconta di due amiche che si ritrovano in un viaggio in Turchia dove condividono la
stessa camera d’albergo con un turco. Ancora una volta, l’indiscusso protagonista è l’universo femminile
scevro di luoghi comuni ormai desueti. Ritratto divertente in cui emergono nevrosi e solitudini di due
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donne che fanno un bilancio delle loro vite, turbate come sono dalla presenza di un uomo attraente.
Pian piano ripercorriamo la sua carriera tra risate e riflessioni più serie. Non capita proprio tutti i giorni di
stare comodamente seduti sul divano di un’artista così valida da essere stata diretta da registri del calibro
di Ferzan Özpetek in “Le fate ignoranti”, “La finestra di fronte” e “Un giorno perfetto”; Antonio Capuano in
“Pianese Nunzio, 14 anni a maggio” e “La guerra di Mario”; Paolo Sorrentino in “L’uomo in più”. Di tutti e
tre conserva bellissimi ricordi; ognuno di loro le ha insegnato qualcosa di importante e ha contribuito a
completarla professionalmente. Ma è con Özpetek che ha creato un rapporto molto più intenso e,
nonostante la vita inevitabilmente allontani, riesce, per quanto può, a tenere il legame ben saldo.
Aggiunge che, a luglio scorso, in occasione di un’asta solidale per la Libreria "IoCiSto", il regista è
intervenuto volentieri e, per incrementarne il valore, ha firmato con lei il copione del film “Le fate
ignoranti”. Rosaria De Cicco è un’attrice di sostanza che, peraltro, non gioca affatto a far la star, anzi!
Racconta un episodio simpaticissimo che la descrive ancora più anti-diva, alla mano. A Roma ha
incontrato il suo idolo, il grande Giancarlo Giannini, per lei l’attore italiano più bravo in assoluto. Lo ha
avvicinato, non da collega, ma da fan, subissandolo di domande, coprendolo di elogi, “ubriacandolo” di
particolari. L’attore, molto cordialmente, ha risposto a tutte le sue domande e, quando è andato via, lei,
tutta presa dalla frenesia del momento, ha continuato per qualche istante a parlare a raffica, come se lui ci
fosse ancora. Un’ammissione così candida da farla apparire ancor più deliziosa!
Affrontiamo discorsi più impegnativi che ci svelano la sua grande sensibilità. Sa di essere in debito con la
vita che le ha regalato, per ben due volte, la possibilità di ricominciare. Due gravissimi incidenti stradali, il
primo in moto nel 2001 che, per un casco non allacciato, le provoca un’emorragia celebrale cui seguirà
un delicatissimo intervento; il secondo in auto nel 2005, per cui dovrà subire 14 interventi di ricostruzione
al volto e all’occhio, per la palpebra completamente distrutta. Vita in bilico, coma, sofferenza e tanta
pazienza per tornare alla normalità la rendono ancora più profonda e consapevole di dover fare qualcosa
di concreto. Inizia così a testimoniare la sua gratitudine attraverso un adeguato impegno sociale. Quella
stessa intensità che traspare nelle sue interpretazioni di spot significativi e dal forte impatto emotivo. “Non
nasconderti, denuncia la violenza” racconta di una donna che, segnata dai maltrattamenti del suo uomo,
trova la forza di ribellarsi ai soprusi. Si guarda allo specchio ed acquisisce la consapevolezza di dover
ritrovare la sua dignità; si strucca, mostrando il suo occhio tumefatto ed esce di casa, con orgoglio, per
andare finalmente a denunciarlo.
https://www.youtube.com/watch?v=4RoXmKJoJPM
O ancora "Si scassa o non si scassa" lo spot del casco indistruttibile che lei prova a rompere invano in tutti
i modi. Con una splendida intonazione conclude con “’O casc’ nun s scassa, ‘a capa s’ scassa. Miett’t
‘o casc, scé!”
https://www.youtube.com/watch?v=54Dwr_CSjRw
Ci parla quindi della sua fede buddista come scelta convinta e percezione di perfetto equilibrio tra causa
ed effetto, come r
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icerca dell’illuminazione profonda. Traspaiono in lei un sentimento religioso molto radicato e una serenità
disarmante.
Torniamo ad argomenti più prettamente professionali. Indimenticabili le sue interpretazioni a
“Telegaribaldi” della vigilessa e della politica o i suoi contributi in famosi videoclip tra cui “Due destini” dei
Tiromancino e “Gocce di memoria” di Giorgia. La presentazione a Napoli di molte manifestazioni di
carattere nazionale come “Il Primo Maggio”, “La Festa Degli Studenti”, “Il Premio Massimo Troisi”. La
partecipazione nel 2005 al programma “Speciale per me – Meno siamo, meglio stiamo!”, condotto da
Renzo Arbore, per lei l’artista più completo del panorama italiano. La collaborazione nel 2007 al cast
di “Ragazzi C’è Voyager” come Miss Evelyn e dal 2009 come inviata. Come non citare poi i riconoscimenti
ottenuti con premi di satira e comicità, quali il “Premio Charlot” al Festival Nazionale del Cabaret in Rosa
di Torino e il “Premio Cabaret in pillole”?
Come non ricordare, io che sono una ‘upassina’ devota, il suo ruolo in Un posto al sole? In qualità di
responsabile della preparazione degli attori li guida per 8 anni insegnando loro la parte, li ascolta recitar
e correggendoli e suggerendo i trucchi del mestiere, poi, quasi per caso, ci dice, una sostituzione
all’ultimo minuto e passa davanti alle telecamere. Si stupisce che io ricordi appunto la sua interpretazione
di Vera, personaggio del 1999 rimasto nella soap per un tempo brevissimo. Vera è un’alcolista che ha
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perso l’affidamento della figlia Alice e che per riottenere la bimba si disintossicherà per poi trasferirsi con
lei a Padova. I fan più affezionati di UPAS la inquadrano, sicuramente, nelle vesti della spumeggiante,
vulcanica ed invadente Aida Testa, sorella di Otello. Il personaggio, prima secondario della soap, diventa
uno dei principali in Un posto al sole d’estate per poi tornare in UPAS. Aida è l’estetista un po’
strampalata che vive quasi in un mondo tutto suo, poco concreta e molto idealista. Non è affatto fortunata
in amore, ma continua sempre a sperare di incontrare la persona giusta. Poco prima del matrimonio lascia
il fidanzato e questo la porta ad acuire le acredini con il fratello, pesante e brontolone. La sua più grande
aspirazione è fare l’estetista, ma è costretta a chiudere il suo centro estetico perché incapace di tenere i
conti. Dopo una serie di vicissitudini ed incomprensioni troverà finalmente l’amore vero, Giangiacomo.
Ci interrompe Brigida alla ricerca di coccole e ci accorgiamo che il tempo è volato.
Ci salutiamo con un abbraccio sapendo di rincontrarci il lunedì successivo alla finale del Teatro Match – Il
gioco del teatro, stavolta al Nuovo Teatro Sancarluccio, lei, ovviamente, in qualità di attrice, noi di organo
di stampa, pronti a documentare dettagliatamente la serata.
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