1 Roma, Nuovi Musei Capitolini (cortesia: Ilti Luce)
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1 Roma, Nuovi Musei Capitolini (cortesia: Ilti Luce)
le forme del progetto 1 Roma, Nuovi Musei Capitolini (cortesia: Ilti Luce) 54 n.2/2008 English abstract on page 142 Progettazione Luce e beni culturali Fibre ottiche: meglio se il problema è complesso Chi lavora nel campo della conservazione e allestimento espositivo dei beni culturali conosce i problemi che si pongono al progettista in termini di illuminazione, sia artificiale sia - forse ancora di più - naturale delle superfici fotosensibili Adriana Annunziata*; Corrado Terzi** La progettazione degli allestimenti espositivi in ambito museale e per i beni culturali porta con se la necessità di risolvere al meglio numerose problematiche, prime fra tutte quelle legate alla conservazione degli oggetti esposti, così come le questioni poste in essere dalla manutenzione degli impianti, o dalla corretta visibilità da parte dei fruitori. Per ciò che concerne i temi della conservazione di solito ci si concentra sui danni che si incontrano più spesso e che sono provocati dalle radiazioni nella banda dell’ultravioletto e in quella dell’infrarosso, ma in molti casi la salvaguardia e la conservazione pongono problemi anche di altra natura, come ad esempio la protezione dall’aggressione chimica e biologica in presenza di condizioni microclimatiche sfavorevoli dell’ambiente nel quale i beni sono conservati (è il caso dei luoghi ipogei dove l’umidità atmosferica è particolarmente elevata, e sono tutte le situazioni dove un’ altissima frequenza di visitatori in luoghi chiusi genera un eccesso di particelle organiche in sospensione nel pulviscolo atmosferico, si pensi ad ambienti come la Cappella Sistina in Vaticano). le forme del progetto 1 *arch. Adriana Annunziata; **arch. Corrado Terzi Studio Associato Terzi-Annunziata - Roma 55 n.2/2008 2 In casi come quelli citati vengono realizzate, o si dovrebbero realizzare, compartimentazioni climatizzate, teche a chiusura ermetica, e soluzioni similari. La luce in genere, come fenomeno fisico - e in particolare il sistema tecnico impiantistico che supporta l’illuminazione elettrica - interagiscono con queste criticità e possono diventare concause di danni al patrimonio. A questi fatti, va aggiunta l’ulteriore problematica per il progettista costituita dalla difficoltà di rispondere in misura adeguata alla richiesta di minimo impatto visivo avanzata dai responsabili dell’allestimento museografico. In un quadro di questo tipo, l’uso della fibra ottica si è imposta sostanzialmente come una soluzione efficace per molti di questi problemi. Possiamo elencarne i principali: - collocazione remota dell’illuminatore contenente la sorgente primaria; - eliminazione delle radiazioni UV e IR; - flessibilità nella distribuzione dei punti luce; - minimo ingombro fisico e visivo del sistema nell’area d’intervento; - alta precisione e versatilità dei terminali ottici; - bassissima manutenzione del sistema fibre. L’isolamento della sorgente primaria in posizione remota consente non solo di eliminare le radiazioni termiche della sorgente dall’ambiente che si deve illuminare, ma anche di liberarlo dall’ingombro della componentistica tecnica e dalle interferenze delle operazioni di manutenzione e sostituzione che queste richiedono. le forme del progetto Le applicazioni standard La fibra ottica resta un sistema relativamente costoso se confrontato con le soluzioni offerte dagli apparecchi convenzionali: è inevitabile pertanto che 56 n.2/2008 3 3a (Progetto architettonico delle Nuove Sale: Studio Ajmonino - Roma; Progetto illuminotecnico e controllo luce naturale: Studio Annunziata&Terzi - Roma;Committente: Zetema S.r.l. - Roma) 3 3a Scavi Archeologici di Pompei, Palestra Grande. Dettagli del posizionamento delle fibre ottiche all’interno delle teche di protezione degli affreschi (Progetto degli allestimenti espositivi, di illuminazione architettonica e del programma multimediale degli affreschi di Murecine: Studio Annunziata & Terzi - Roma; Impianto di fibre ottiche: Ilti Luce;Committente: Soprintendenza Archeologica di Pompei - Napoli) le forme del progetto 2 Roma, Nuovi Musei Capitolini - Reperti fittili dell’epoca regia rinvenuti nell’area capitolina. Teca espositiva con illuminazione da fibre ottiche (Ilti Luce sistema con puntamenti opposti up and down) 57 n.2/2008 4 Roma, Necropoli Vaticane. Controsoffitto in pannelli in alveolare di alluminio frattazzati a pozzolana per la mimetizzazione delle fibre ottiche e delle componenti di impianto 5 e 6 Illuminazione con fibre dell’interno della Necropoli Vaticana. (lighting design concept: ing. Pietro Palladino) 4 le forme del progetto entri nel progetto laddove non esistano alternative accettabili sul piano della qualità prestazionale ed estetica. In ambito museale, il suo utilizzo standard è fondamentalmente quello per l’illuminazione degli oggetti protetti all’interno delle teche. Ovviamente l’impiego delle fibre ottiche deve tenere conto - oltre che della natura e delle dimensioni degli oggetti - anche delle caratteristiche delle strutture espositive in cui queste si trovano inserite. Nel caso in cui gli oggetti esposti siano di piccole dimensioni e la teca abbia una profondità molto ridotta, si nota spesso la tendenza a risolvere l’illuminazione con una serie di accenti indiscriminati utilizzando puntamenti concentrati sui dettagli di particolare pregio. A parte l’obiezione di Tanizaki contro la troppa luce che umilia l’intimo valore di oggetti nati per essere utilizzati nella penombra o alla luce delle candele, è un fatto che quando 58 n.2/2008 si parla di superfici dipinte, di tessuti colorati e simili la pratica dell’accento superspot può rivelarsi estremamente dannosa, dal momento che l’aver eliminato le radiazioni UV e IR e l’aver isolato le emissioni termiche della lampada non impedisce alla radiazione luminosa diretta di provocare - oltre determinati livelli di intensità - i danni che ben conosciamo. In alcune applicazioni all’interno di teche installate a Roma nei nuovi Musei Capitolini si è cercato, ad esempio, di bilanciare i modesti livelli di illuminamento sui pezzi di maggior valore documentario (reperti dell’area capitolina dei sec. VI e VII) con una illuminazione diffusa all’interno del contenitore (vedi apertura, e figura 2). Le applicazioni speciali Sono tuttavia possibili applicazioni delle fibre ottiche - sia di diametro standard sia microfibre - per l’illuminazione uniforme di grandi superfici particolarmente delicate. In questi casi le difficoltà maggiori nascono dall’angolo di incidenza dell’asse di emissione rispetto alla superficie da illuminare e dalle proprietà di riflessione di quest’ultima: con l’aumentare dell’angolo di incidenza cresce la distanza fra il punto di emissione e la superficie e diminuisce pertanto la quantità di flusso per unità di superficie. Il risultato è ovviamente una notevole differenza di illuminamento della superficie fra la zona più vicina all’installazione delle fibre e quello della zona più lontana. E questo è quanto avviene con qualsiasi altro tipo di apparecchio. Il sistema delle fibre tuttavia, per la grande quantità di punti di emissione in cui può essere suddiviso il flusso della sorgente primaria e per l’ampia gamma di correttori ottici disponibili per i terminali, permettono soluzioni abbastanza sofisticate per limitare l’inconveniente e ripristinare livelli di uniformità accettabili. Inoltre le fibre ottiche permettono un’ integrazione ottimale con le strutture espositive e - dove occorra - una mimetizzazione pressochè totale dell’apparato tecnico dell’illuminazione. 5 le forme del progetto In questa direzione, un esempio di progetto - attualmente in corso di appalto - può essere quello relativo all’illuminazione dei grandi affreschi di Murecine nella loro sede definitiva , nella Palestra Grande di Pompei, messo a punto dallo Studio Annunziata & Terzi nel 2005-6. Le 9 teche che contengono i 9 affreschi, di circa 5 x 3 m ognuno, hanno una profondità di 70 cm, utile sia per offrire un passo d’uomo interno per le operazioni di manutenzione sia per disporre di una distanza minima sufficiente fra il fronte di puntamento dei punti luce e la superficie pittorica. 59 n.2/2008 6 Struttura di distribuzione a soffitto delle fibre per l’illuminazione delle facciate dei mausolei romani (II-IV sec) (Progetto delle integrazioni architettoniche e design dei supporti: Studio Annunziata & Terzi - Roma; Impianto di fibre ottiche: Ilti Luce; Committente: Enel - Sole) 7 Grotte Vaticane. 6 le forme del progetto Le teche prevedono l’utilizzo di fibre standard (della Ilti Luce da 6 e da 4,3 mm, ad incasso orientabile), con illuminatori dotati di sorgenti HIT da 150 W a 3000 K. Considerando l’obiettivo di ottenere anzitutto un buon grado di uniformità, si è distribuita l’installazione su due linee, una superiore nascosta nel cieletto della teca e una inferiore inserita nella pavimentazione in prossimità dei cristalli (figura 3, 3a). Questa metodica ha consentito di disporre di puntamenti con angoli di incidenza ragionevoli. Per compensare la disparità di flusso luminoso sulle varie zone degli affreschi, sono stati utilizzati, per i diversi puntamenti, tipi differenti di terminali ottici dotati di aperture e dispositivi correttori specifici. 60 n.2/2008 Tomba di Giovanni XXIII in S.Pietro (Progetto illuminotecnico: Studio Annunziata & Terzi - Roma; Progetto del sarcofago: Prof. Sandro Benedetti) 7 Il tema dell’integrazione dell’illuminazione a fibre ottiche con l’architettura trova due applicazioni limite in altri due progetti realizzati nella Basilica di San Pietro. Il primo riguarda l’illuminazione della Necropoli Vaticana e il secondo l’illuminazione interna del sarcofago in lastre sigillate di cristallo in cui è conservato il corpo imbalsamato di Papa Giovanni XXIII. Nel primo caso, l’interesse progettuale è quello di evidenziare come l’uso delle fibre abbia richiesto la progettazione di strutture apposite che ne permettono la migliore funzionalità con il minore impatto visivo nel rispetto della sacralità del luogo (figure 4-5-6). Nel secondo caso è stato invece necessario trovare il modo di permettere una visibilità discreta del corpo del Pontefice senza evidenziarne con accenti impropri alcun dettaglio (figura 7). In conclusione, soltanto nei prossimi anni si potrà capire quale potrà essere il futuro applicativo della fibra ottica nell’illuminazione in ambito espositivo, a fronte dell’evoluzione dei LED che offrono ormai soluzioni alternative a molti dei problemi che finora hanno privilegiato la fibra: probabilmente una strada da percorrere sarà quella che vede l’integrazione di quest’ultima con il LED ad alta potenza nel ruolo di sorgente, che promette sistemi a basso consumo e a bassissima manutenzione dotati di elevatissima flessibilità d’uso.