amoeba mosfet repair

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amoeba mosfet repair
laiboratorio
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AMOEBA MOSFET
A cura dello staff tecnico
con la supervisione di
Andrea “Muttley” Fiorini
In queste foto possiamo osservare i danni
incorsi all’esemplare di Amoeba AM-009
all’inizio dei test. Sotto, il punto di contatto
tra i denti del settoriale e la cremagliera del
pistone in cui si sono avute le rotture. Foto a
sinistra, veduta d’insieme.
REPAIR
Ricorderete che, durante la prova tecnica
descritta nel numero di aprile della rivista, il
primo esemplare di Amoeba da noi sottoposto
a test – precisamente l’AM-009 – era sgranato
alle prime raffiche, mandando tra l’altro in
cortocircuito l’elettronica, per cui sia il Mosfet
che il diodo di protezione erano bruciati. Da
quanto ci scrivono i lettori, pare che il proble-
B
A sinistra, il lato destro del gear-box con la
scatola dei circuiti aperta. Il dispositivo si
compone di una parte chiamata “logica”
(A), amovibile e dotata di sensore, ed una
definita “elettronica di potenza” (B), fissa e
comprendente lo switch, il Mosfet e il diodo di
protezione. La prima è il “cervello”, contenente le istruzioni di funzionamento, la seconda
ha il compito di trasmettere i comandi (dal
programmatore esterno o dallo switch alla
logica e dalla logica al Mosfet). Foto a destra,
il lato destro dell’elettronica di potenza con le
connessioni dei cavi, il Mosfet (C), il diodo (D)
e il selector plate (E). Quest’ultimo, a quanto
è dato sapere, serve come protezione da
eventuali inversioni di polarità
A sinistra, la cremagliera del pistone è sprofondata nella sottostante parete in plastica
nel punto indicato dalla freccia. Foto sotto, il
settoriale privo del primo dente.
C
E
D
Constatati i danni subiti alla meccanica,
abbiamo verificato la funzionalità dell’elettronica servendoci di un multimetro (foto a
destra), che ha confermato il cortocircuito
del Mosfet e del diodo.
A
ma dei cortocircuiti sia frequente nei modelli
Amoeba, indipendentemente da eventuali
avarie meccaniche, tanto da spingere l’Ares a
rivedere l’elettronica della serie rendendo più
resistente e affidabile quella degli esemplari
di nuova produzione.
Abbiamo dunque deciso di riparare la replica
sostituendo i componenti danneggiati e ripri-
stinando i circuiti. Vista
l’occasione, ne abbiamo
approfittato per effettuare
un tuning generale della
meccanica.
Come spiegato nel summenzionato articolo di prova, i
modelli Amoeba sono dotati
di meccanica di seconda generazione con
elettronica integrata. Quest’ultima si compone
di una parte chiamata “potenza”, in cui sono
inseriti il Mosfet e il diodo di protezione, e
di una “logica”, contenente le istruzioni di
funzionamento, il tutto programmabile per
mezzo di una centralina esterna.
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A destra, per poter sostituire i componenti
bruciati, smontiamo il selector plate (A).
Notare il minuscolo magnete (B) che serve
a dare il segnale al sensore del circuito (C).
Abbiamo riparato la meccanica e l’elettronica dell’esemplare di AM-009
andato in avaria durante la prova tecnica documentata nel precedente numero della rivista
C
B
A
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Amoeba Mosfet repair
Stacchiamo il Mosfet e il diodo dal pannello.
Dato che lo stagno con cui essi sono fissati
al supporto non è in vista, per sciogliere le
saldature utilizziamo un getto d’aria calda.
A sinistra, sempre servendoci della mola montata
sul Dremel, procediamo
alla finitura del taglio
rimuovendo le bave.
Prima di rimuovere i componenti bruciati, stacchiamo i cavi elettrici dal circuito per assicurarci
spazio di lavoro ed evitare interferenze con l’intervento successivo (vedi prossima foto). Allo
scopo, ci serviamo di un saldatore a stagno e di una pinzetta.
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A destra, accorciamo il dado della
testa pistone col Dremel dotato di
mola per ridurre la possibilità che
la replica vada overjoule.
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Sotto e a destra, concludiamo l’intervento
livellando col solito Dremel il primo dente
della cremagliera per impedire al pistone di
andare fuori fase col rischio di sgranature.
TEST finali
Mosfet e diodo sono facilmente reperibili in rete nei siti dei venditori specializzati.
In questa foto vediamo un blister a nastro con cui i diodi del tipo usato sull’Amoeba
vengono commercializzati.
Il Mosfet e il diodo nuovi (rispettivamente a sinistra e a
destra nella foto), pronti per essere applicati.
Per ritardare l’aggancio e anticipare lo sgancio del settoriale alla cremagliera rendendo
più efficiente il lavoro del pistone, vanno
rimossi il primo e l’ultimo dente dell’ingranaggio. Dato che il primo è già mancante,
tagliamo via l’ultimo.
1°
2°
3°
4°
5°
6°
7°
8°
9°
10°
94,01
94,64
93,02
95,11
93,21
93,91
93,93
93,25
93,94
94,67
m/s
m/s
m/s
m/s
m/s
m/s
m/s
m/s
m/s
m/s
11°
12°
13°
14°
15°
16°
17°
18°
19°
20°
94,48
93,94
94,97
94,63
93,97
94,21
93,55
93,47
93,09
96,35
m/s
m/s
m/s
m/s
m/s
m/s
m/s
m/s
m/s
m/s
Differenza picchi: 3,33 m/s
Velocità iniziale media: 94,05 m/s
Potenza media: 0,88 Joule
Rilevazione Rof: 17,4 colpi/sec.
Cadenza di tiro: 1044 colpi/min.
Sempre servendoci del getto d’aria
calda, saldiamo il Mosfet e il diodo
al pannello del circuito, quindi riattacchiamo i cavi elettrici.
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Ora passiamo al ripristino del gruppo aria sostituendo il pistone
di serie danneggiato con un full steel teeth della Pirate Arms.
Per ottimizzare il lavoro del pistone nuovo migliorando la precisione della replica, decidiamo di
sostituire la testa pistone di serie
con una Marui di recupero.
A sinistra, prima di richiudere il gear-box,
ingrassiamo le guide di scorrimento e gli
ingranaggi con un prodotto specifico e montiamo una molla M100 Guarder al posto di
quella di serie. Lo spessoramento originale è
valido quindi non viene toccato. Nella tabella
sopra, i risultati dei test finali, effettuati con
una batteria LiPo da 11,1 V/800 mAh 20C
e pallini bio da 0,20 g.
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