Il Vallemaggia Magic Blues apre le danze con una Magic Beach
Transcript
Il Vallemaggia Magic Blues apre le danze con una Magic Beach
Comunicato Stampa 13 14 agosto 2015 Favolose Magic Blues nights: le migliori di sempre La ormai consolidata rassegna valmaggese manda agli archivi , senza ombra di dubbio, la migliore edizione di sempre. Grazie alle condizioni atmosferiche ideali e all'innegabile qualità del cartellone, il pubblico si è riversato nelle suggestive piazze della valle (mai così affollate) per vivere assieme nove serate di musica, che quest'anno spaziavano dal Country (una prima per il Magic Blues), passando per Blues, Soul e Funk, fino all'Hard rock degli Uriah Heep, che hanno fatto sì registrare il record di pubblico a Bignasco, ma non hanno offerto di sicuro il miglior concerto della rassegna, anzi! Il direttore artistico Hannes Anrig e il promoter Fabio Lafranchi possono da un lato essere molto soddisfatti del lavoro svolto e dell'incredibile risposta del pubblico, dall'altro dovranno riuscire nel non facile compito di allestire per il traguardo della quindicesima edizione un programma di almeno pari livello, sperando nei fattori incalcolabili come la meteo e l'umore del pubblico. La via è comunque tracciata e il successo dell'edizione 2015 darà loro le giuste indicazioni. Il bel tempo si vede dal mattino: la "Opening night" nell'incantevole scenario montano di Brontallo ha di fatto dato il là alla riuscita della manifestazione. Quanto offerto da Neal Black è fino ad oggi il top per la piccola località della Lavizzara. Alla testa di un super quartetto, con i funambolici Kris Jefferson (basso) e Mike Lattrell (tastiere) in forma smagliante, il trascendentale chitarrista texano ha offerto il meglio del suo repertorio, confermando la sua classe. Innovativo, seppur ancorato al Texas Blues, del concerto di Brontallo lasciano tracce indelebili l'omaggio a Hendrix e Duane Allman e il vero e proprio tour de force alla chitarra, lo strumentale "Chicken Shack cognac". Il lungo concerto di Brontallo è entrato nella Top 3 dell'edizione. In apertura il Blues di derivazione arcaica, rigorosamente acustico, del duo romando The Two, aliasThierry Jaccard e Yannick Nanette, vincitori dello Swiss Blues Award 2014, validi chitarristi e dotati di voci calibrate, capaci di creare il giusto bridge con il pubblico. Musica sincera,fresca e innovativa. Uno dei gruppi più intriganti del panorama svizzero. La prima serata di Giumaglio si è svolta nel segno dei Playing for Change, che hanno convogliato un numero di spettatori assolutamente inatteso, visto la contemporanea di Ben Harper e Bob Dylan a Moon & Stars! Il gruppo multietnico da anni, con la propria proposta musicale, intende lanciare un messaggio di pace e fratellanza per un mondo migliore e senza barriere La solida ed affiatata band ha snocciolato una nutrita serie di cover, spaziando per i diversi generi "black" per quella che possiamo considerare una sorta di World Music. Rivisitazioni di brani noti ("Pata pata" di Miriam Makeba, "Sitting on the dock at the bay" e "Stand by me"), trasformati e per nulla stucchevoli, grazie all'abilità nel creare ritmi semplici e accattivanti e alla grande presenza scenica di quattro mirabili vocalist, a cominciare da Grandpa Elliott Small, leader storico del gruppo. In apertura il British Blues del trio di Keith Thompson. Valido chitarrista, gli manca quella manciata di brani sopra la media per farlo riconoscere e ricordare. Viste le attese, di certo uno dei concerti meno riusciti, malgrado la presenza della sezione ritmica della Climax Blues Band. Il clou della seconda serata era naturalmente la Band of Friends, arricchita per l'occasione dalla presenza di un secondo chitarrista, il bravo Tolo Marton. Rispetto al concerto di due anni or sono a Maggia il trio è parso più affrancato e ne ha guadagnato in intensità lo show. Pura adrenalina e pubblico in visibilio con Ted McKenna (batteria) e il "master of ceremony" Gerry McAvoy (basso) a formare una delle miglior sezioni ritmiche rock-blues in circolazione e Marcel Scherpentzel sempre più bravo alla chitarra e alla voce. Set molto lungo con un finale memorabile, un duello all'ultima nota dei due chitarristi in Shadow play e Bad penny. A completare la grande serata di musica ha contribuito anche l'opening act, con gli ospiti teutonici dello scambio Swiss e German Blues Award: i Cologne Blues Club dell'ottimo chitarrista Timo Gross, dotato anche di una voce interessante. I quattro hanno proposto un solido set di Blues urbano, con passione e brani rigorosamente originali, stile Chicago con leggere influenze Stax. Chi lo ricordava qualche anno fa con la Royal Southern Brotherhood aveva già intuito le potenzialità di Mike Zito, da molti critici considerato una delle migliori proposte rock-blues in circolazione. Lo splendido concerto di Maggia lo ha confermato in tutto e per tutto. Tecnica sopraffina alla chitarra, assolo da deliziosi a vibranti, nei quali prevale la melodia, gran voce, scrittura musicale di alto livello, poche cover ben calibrate (un medley in chiusura di "Bootleg" e "Born on the bayou" dei Creedence Clearwater Revival), componenti del quartetto all'altezza del leader (un grande Jimmy Carpenter al sassofono) hanno creato il miglior concerto di questa edizione. Non manca veramente nulla a Zito per sfondare definitivamente, forse solo la fortuna di trovare le persone giuste per un battage degno del personaggio. Musica intrisa di Southern rock, ritmi funky e radici Texas boogie per un concerto tiratissimo dall'inizio alla fine, con quell'intenso "Pearl river", vincitore di un Blues award, "condito" da un assolo di chitarra di bellezza cristallina. A scaldare i motori Philip "Bluedög" Gerber con il suo potente quartetto Dözg, con alla batteria Freddy Steady, già con i Krokus. "Loud and dirty blues", con torridi brani del leader per un sound hard rock-blues, con un ospite a sorpresa: Leo Leoni, chitarrista dei Gotthard. La seconda serata offriva il concerto del trio del pluripremiato Laurence Jones, considerato da molti critici il volto innovatore del British Blues, erede designato di Rory Gallagher e Jimi Hendrix ( "All along the watchtower" di Dylan, reso nella versione di Hendrix), con però un occhio di riguardo anche oltreoceano: Stevie Ray Vaughan e Buddy Guy i mentori. Stile "ruvido" e impressionante velocità sul manico hanno entusiasmato il pubblico, al pari dei lunghi assolo al vitriolo, ben supportato dalla sezione ritmica, nella quale spicca il fenomenale bassista Roger Inniss. Simpatici e divertenti i siparietti tra i due, a conferma di un'intesa perfetta. Da considerare peccati giovanili la ricerca dell'effetto a tutti i costi apparso qua e là durante lo show. Il brano migliore: "Fall from the sky" un lento che via via si infiamma, grazie al suo assolo migliore. Lungo bis con omaggi a Rory Gallagher e a B.B. King. Altro concerto che entra, completandola, nella Top 3. In apertura dalla South Carolina la simpatia di Wes Mackey, gentleman del Blues, che ha diviso il palco con mostri sacri quali Muddy Waters, Jimmy Reed e John Lee Hooker, dei quali porta avanti con coerenza il discorso. Con il suo Blues Train (ottima spalla l'armonicista Kreso Oremus) ci siamo immersi nel Chicago Blues e grazie ad una scaletta ben calibrata ed un crescendo fino al conclusivo "I'm a man" di John Lee Hooker , egli ha conquistato tutto il pubblico presente. Bignasco alias rock duro. Quest'anno è toccato ai pochi noti Quireboys e agli Uriah Heep tenere alto il vessilllo dell'Hard rock. Non tutto è filato liscio. I loro tecnici del suono (soprattutto per gli Uriah Heep), incapaci di "leggere" la dimensione della pur capiente piazza, hanno sparato il sound a mille, rovinando in modo marcato il piacere all'ascolto di un genere già di per sé rumoroso. I Quireboys, con trent'anni di carriera alle spalle, hanno saputo divertirsi e divertire il pubblico, presente in buon numero, con uno Sleaze metal compatto. E' comunque un sound già ascoltato in contesti più consoni negli anni settanta. Il sestetto si rifà, oltre che ai Rolling Stones, a gruppi come i Guns'n'Roses e ai Faces di Rod Stewart, al quale si ispira il frontman Spike, sulle cui "ruvide" qualità vocali e di showman poggia la band. Ad aprire la serata un musicista di casa nostra, il bravissimo Andrea Bignasca, chitarrista e songwriter, vincitore di "Palco ai giovani 2014". Brani composti dall'artista stesso, molto incisivi. Gran voce "nera", riffs secchi alla chitarra e ritmo incalzante alla grancassa sanno trasformare la One man band in un gruppo vero e proprio. Un musicista coi fiocchi, che assieme ai locarnesi Pink Jelly Bean il giorno successivo, ha confermato che la scena ticinese è da tenere in considerazione anche in futuro. Folla oceanica per la seconda serata nel segno degli Uriah Heep, di ritorno al Magic Blues. Mick Box e soci hanno ribadito di attraversare un periodo di creatività. Oltre a brani tratti dall'ultima fatica non sono mancati i vecchi cavalli di battaglia, ormai degli standard del Prog hard rock! Come detto apertura con i Pink Jelly Bean, di chiara derivazione AC/DC. Gruppo in netto crescendo e recente secondo classificato a "Palco ai giovani". Tra le cover un interessante "All right now" dei Free, trasformato in un brano heavy! "Io suono solo il Blues vivo", parola di Mighty Mo' Rodgers. Già dalle prime note di "Blues is my wailing wall" l'esibizione del settantatreenne cantante e tasterista di Chicago, ben assecondato dal trio di Luca Giordano, ha convinto e deve essere catalogata tra le migliori di blues contemporaneo sentite al Magic Blues. Un melting pot fatto di blues anni '50, soul, boogie e addirittura reggae per un concerto che ha subito conquistato la piazza. Personaggio coerente e volitivo, Rodgers è assurto negli ultimi decenni a mentore e portabandiera di ciò che la "musica del diavolo" può ancora offrire di puro e duro. Si pensi ai testi delle canzoni, lucidi esempi di critica sociale e politica. Musica non sempre di facile ascolto, quasi "da meditare". Nella Top 3 a pari merito con Laurence Jones. A seguire una "curiosa" prima al Magic Blues: un tributo ad uno dei più importanti artisti country di tutti i tempi, Johnny Cash, "the man in black". Il pubblico ha risposto con incontenibile entusiasmo, trasformando Avegno in una novella Nashville, con tanto di musica, ballo, birra e sballo. Lo show è comunque risultato troppo monocorde, anche se costruito con rigore. E' pur sempre una cover band con tutto quel che ne consegue. A conti fatti il gruppo meno interessante. Altra fiumana di gente per la seconda serata tutta al femminile. L'hanno fatta da padrone il Blues del Delta con accenti raag e psichedelici della graziosa e brava Elli De Mon, grintosa one girl band e l'adrenalinico Soul-rock della band di Dana Fuchs, la regina del Magic Blues. Grande presenza scenica, unita ad una voce potente, molto graffiante, una sorta di miscuglio tra Janis Joplin ed Etta James, hanno giustificato appieno la scelta dei promotori di riproporre Dana Fuchs quale artista di chiusura della manifestazione. Non fosse che per il pubblico ci starebbe di certo un tris, chissà …. Sin da ora Anrig e Lafranchi sono al lavoro per la quindicesima edizione, che dovrà confermare che il Vallemaggia Magic Blues non è solo "the smallest big Blues festival", ma qualcosa in più. Arrivederci dunque a luglio 2016, sognando ancora nove serate "perfette" come quest'estate! Ricordiamo infine che “Vallemaggia Magic Blues” è promosso dall’omonima Associazione con il sostegno dell`Organizzazione Turistica Lago Maggiore e Valli (Area Vallemaggia), del Cantone con Swisslos, dei Comuni della Valle che hanno rinnovato il loro entusiastico sostegno all’iniziativa e dei numerosi sponsor che hanno creduto e continuano a credere in questo “piccolo grande festival”; lo sponsor principale Heineken, affiancato da Hans e Vivian Borter, Delea Vini & Distillati, Rapelli Sa, Henniez, Interroll, Blues`n`Jazz Rapperswil-Jona, Azienda Forestale di Cevio, Pro Brontallo, Azienda Forestale di Avegno, Elektroplan AG, Axa Winterthur Agenzia generale Davide Pilotti, Caffé Carlito, HolAp, Mondini SA Elettrigilà, Clear Channel, Ticketcorner e L-Sound. Sostengono la manifestazione pure il Policentro, la Società Elettrica Sopracenerina, le Salvioni Arti Grafiche, la Macelleria Valmaggese, la Tipografia Bonetti e Freidesign. I media partner sono LaRegione Ticino, Radio Fiume Ticino e TicinOnline. Giancarlo De Bernardi Informazioni più dettagliate sul sito: www.magicblues.ch Le foto dei musicisti, promozione, gallery, come pure tutto il materiale per i media (schede dei musicisti, contributi scritti, comunicati stampa, ecc.) si trovano al seguente link: https://www.dropbox.com/sh/qehnpnlv0ruzn2b/AABovKSevrXFjSKo8MCSGOJLa?dl=0 Le foto della manifestazione per la stampa, (ad alta risoluzione, saranno presenti, a partire dalla mattina seguente, al seguente link: https://www.dropbox.com/sh/66ryu0ospl4uas4/AACWvigfItNs1KZvH-JI_V5Pa?dl=0 (Byline: Vallemaggia Magic Blues/Loredana Mutta).