Relazione idraulica finale 2013_01
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Relazione idraulica finale 2013_01
SOMMARIO 1. Premessa.........................................................................................................................- 5 2. Descrizione dell’intervento ............................................................................................- 7 3. Descrizione delle caratteristiche dei luoghi ...................................................................- 9 Caratteristiche idrografiche ed idrologiche.................................................................................- 9 Caratteristiche geomorfologiche, geotecniche e geologiche con individuazione della permeabilità dei terreni ........................................................................................................- 13 Caratteristiche delle reti fognarie .............................................................................................- 15 4. Valutazione delle precedenti caratteristiche in riferimento ai contenuti del progetto..- 16 Valutazione della criticità idraulica, del rischio e della pericolosità idraulica del territorio ...............................................................................................................................- 17 5. Proposta di misure compensative e/o di mitigazione del rischio .................................- 19 Indicazioni per l’attenuazione del rischio idraulico .................................................................- 19 Valutazione ed indicazione degli interventi compensativi.......................................................- 20 6.a Metodo di calcolo, dimensionamento e verifica dell’invaso.....................................- 22 6.b Suddivisione in zone .................................................................................................- 26 6.c Dimensionamento e verifica per zone dell’invaso ....................................................- 28 Area A – Zona Nord-est...........................................................................................................- 28 Area B – Zona Sud-ovest .........................................................................................................- 29 7. Metodo di calcolo, dimensionamento e verifica dei manufatti di controllo.................- 31 8. Conclusioni...................................................................................................................- 34 ALLEGATI ......................................................................................................................- 36 - -3- -4- RELAZIONE E STUDIO DI COMPATIBILITA’ IDRAULICA 1. Premessa Per la redazione della presente relazione si fa riferimento particolare alle disposizioni dettate dall’Allegato A alla Deliberazione della Giunta Regionale del Veneto n. 1841 del 19.06.2007 Valutazione di compatibilità idraulica per la redazione degli strumenti urbanistici – Modalità operative e indicazioni tecniche, che disciplina le caratteristiche e i principali contenuti dello studio, fornendo inoltre indicazioni operative atte alla elaborazione dei relativi calcoli. Indispensabile risulta poi il testo Valutazione di compatibilità idraulica - Linee guida, a cura del Commissario Delegato per l’emergenza concernente gli eccezionali eventi meteorologici del 26 settembre 2007 che hanno colpito parte del territorio della Regione Veneto, datato 3 agosto 2009, in particolare per la determinazione dei metodi di calcolo da utilizzare per il dimensionamento dei dispositivi di compensazione, relativamente alle diverse classificazioni dell’intervento. Scopo del presente studio è la dimostrazione che, per effetto dell’intervento in progetto, non sia aggravato l’esistente livello di rischio idraulico, nè sia pregiudicata la possibilità di riduzione di tale livello, in particolare dimostrando che la trasformazione dell’uso del suolo (con la conseguente variazione di permeabilità superficiale) viene compensata dall’attuazione di misure compensative atte a mantenere costante il coefficiente udometrico secondo i principi dapprima dell’invarianza idraulica ed in seguito della limitazione del rischio idraulico. Lo studio, al fine di evitare l'aggravio delle condizioni del regime idraulico, deve quindi prevedere la realizzazione di idonee misure che abbiano funzioni compensative dell'alterazione provocata dalle nuove previsioni urbanistiche. Le misure compensative consistono sostanzialmente nella individuazione e progettazione di volumi e modalità di gestione di essi in modo che l’area interessata da intervento di trasformazione del suolo non modifichi la propria risposta idrologico-idraulica in termini di portata generata, garantendo quindi che la portata di efflusso rimanga costante. Il tipo di indagine idraulica da svolgere e le tipologie dei dispositivi da adottare (la superficie di riferimento è quella per la quale è prevista la modificazione di uso del suolo), secondo quanto previsto dal citato allegato A alla DGRV n. 1841, dipendono dalla seguente classificazione dimensionale degli interventi di trasformazione delle superfici: Tabella 1 Classe di intervento Definizione 1 - Trascurabile impermeabilizzazione potenziale intervento su superfici di estensione inferiore a 0,1 ha intervento su superfici comprese fra 0,1 e 1 ha intervento su superfici comprese fra 1 e 10 ha; interventi su superfici di estensione oltre 10 ha con Imp<0,3 intervento su superfici superiori a 10 ha con Imp>0,3 2 - Modesta impermeabilizzazione potenziale 3 - Significativa impermeabilizzazione potenziale 4 - Marcata impermeabilizzazione potenziale dove Imp = Impermeabilizzazione -5- Per la prima classe (trascurabile impermeabilizzazione potenziale per superfici interessate di estensione minore di 1000 mq) la norma consente di produrre una asseverazione nella quale viene dichiarata l’ininfluenza degli effetti ai fini idraulici ed idrologici nel territorio interessato (adottando buoni criteri costruttivi per ridurre le superfici impermeabili, quali le superfici dei parcheggi). L’approfondimento tecnico che deve essere prodotto è via via crescente con il crescere dell’estensione dell’intervento come segue: − nel caso di modesta impermeabilizzazione, oltre al dimensionamento dei volumi compensativi cui affidare funzioni di laminazione delle piene è opportuno che le luci di scarico non eccedano le dimensioni di un tubo di diametro 200 mm e che i tiranti idrici ammessi nell’invaso non eccedano il metro; − nel caso di significativa impermeabilizzazione, andranno dimensionati i tiranti idrici ammessi nell’invaso e le luci di scarico in modo da garantire la conservazione della portata massima defluente dall’area in trasformazione ai valori precedenti l’impermeabilizzazione; − nel caso di marcata impermeabilizzazione, è richiesta la presentazione di uno studio di dettaglio molto approfondito. Si precisa che le N.T.A. vigenti del Comune di Mogliano Veneto prescrivono, all’art. 6, obblighi in relazione al rispetto del disposto delle ordinanze n. 2, 3, 4, 6/2008 del Commissario Delegato per l’Emergenza concernente gli eccezionali Eventi Meteorologici del 26 settembre 2007 e della D.G.R.V. 3637 del 13.12.2002 (oltre chiaramente al disposto di tutte le successive normative regionali emanate e vigenti alla data odierna). Si precisa inoltre che le cartografie di riferimento utilizzate per l’analisi dei dati, salvo più precise e puntuali indicazioni, risultano essere quelle dell’Integrazione al Piano delle Acque del Comune di Mogliano Veneto (datate dicembre 2011) allegate alla fase di Analisi – parte idraulica, preliminari alla redazione del Piano di Assetto del Territorio (P.A.T.) del Comune di Mogliano Veneto, mentre relativamente alle fonti di dati si è fatto uso del Rapporto ambientale Preliminare relativo alla Valutazione Ambientale Strategica (V.A.S.) dello stesso, oltrechè della documentazione prodotta dal Consorzio di Bonifica Dese-Sile (sino al 2009 competente per territorio, poi accorpato nel nuovo Consorzio Acque Risorgive) e da altri enti pubblici del territorio di interesse. -6- 2. Descrizione dell’intervento L’intervento di cui al presente progetto è relativo all’area ricompresa dallo strumento urbanistico vigente nel centro storico di Marocco – Ambito 2M (sola parte nord) di proprietà della ditta Immobiliare Sarasar S.r.l., sito nel comune di Mogliano Veneto in via Marocchesa (S.P. 75) n. 1, a destinazione residenziale; classificata dal PRG vigente in zona A-Centro storico; essa è soggetta a Strumento urbanistico attuativo obbligatorio; il tutto insiste su un’area con una superficie di mq. 3.433. Si precisa che l’intero Ambito 2M è già stato oggetto di autorizzazione, anche idraulica (nulla osta prot. 4517/DS/CC/DD del 07/06/2011), in sede di conferenza dei servizi n. 2 del 01/02/2011 con elaborati prot. 40216 in data 23/12/2010 e che l’area a sud di via Marocchesa (indipendente ed autonomamente funzionale, per il passaggio della canaletta Peseggiana al di sotto della sede stradale intermedia) non viene interessata da alcuna variazione rispetto a quanto già autorizzato. L’area di progetto (sola parte nord dell’ambito 2M) è censita al N.C.E.U. alla sezione unica, foglio 49, Mappali 79, 117, 270, 378, 380. L’accesso all’area avviene attualmente da via Marocchesa (S.P. 75) in vicinanza dell’incrocio con la S.S. 13 del Terraglio, mediante cancello metallico su un scoperto interno, e su di essa insistono un edificio residenziale, un grande piazzale in asfalto ed un campo da tennis perimetrato da ampia fascia a verde alberato. Vista del fabbricato esistente e area di intervento (zona ovest)– 2011 (Fonte: Google Street View) -7- L’intervento di trasformazione si estrinseca nella demolizione di un corpo di fabbrica esistente, nella nuova costruzione di due edifici plurifamiliari a due piani fuori terra, e nella generale ricomposizione organica dell’intorno, con spazi a verde, viabilità pedonale, viabilità carraia di manovra e parcheggio. Tralasciando la descrizione sia della composizione architettonico distributiva degli edifici che della classificazione tipologicocostruttiva dei materiali utilizzati, oggetto di apposita relazione tecnico-illustrativa, si espone nel seguito una descrizione delle composizione degli spazi esterni, e della tipologia dei relativi materiali utilizzati, al fine, in particolare, della definizione dei valori di deflusso dopo la trasformazione. L’intervento si articola nella realizzazione dei suddetti due edifici, perimetrati da spazi a verde (piantumato a tappeto erboso ed arbusti), serviti da percorsi di accesso pedonale, in prossimità del loro perimetro, con pavimentazione impermeabile. Per contro gli ampi spazi a parcheggio e viabilità di manovra saranno realizzati con elementi modulari altamente drenanti tipo Greenpark, e gli spazi della viabilità carraia di accesso saranno realizzati con pavimentazione drenante (ghiaia e/o betonella drenante su sottofondo filtrante). La pavimentazione in asfalto sarà utilizzata per un limitato tratto in corrispondenza del nuovo accesso carraio, posto a sud lungo via Marocchesa. Relativamente alla globalità dell’intervento, la tipologia di pavimentazioni utilizzate permette di assicurare un buon coefficiente medio di deflusso delle acque meteoriche. Il nuovo sistema di raccolta ed invaso delle acque meteoriche si collega ai punti di scarico sulla canaletta Peseggiana, individuati negli elaborati planimetrici. Resta in ogni caso separata la rete di scarico dei reflui civili provenienti dai corpi di fabbrica, che si collega alla pubblica dorsale di rete nera. E’ da rilevare che questa, costituita da tubazione interrata in gres del diametro di cm. 60, attraversa (presumibilmente in servitù) il lotto in adiacenza est in direzione sud-nord, passando a circa 15 ml. ad est dell’area di intervento. Resta inteso che, salvaguardando la rete ed il tracciato, l’innesto dello scarico privato verrà effettuato a sud-est verso il confine del l’area, su apposito pozzetto di ispezione ed allacciamento, previa realizzazione di pozzetto con sifone ispezionabile tipo Firenze. -8- 3. Descrizione delle caratteristiche dei luoghi Caratteristiche idrografiche ed idrologiche L’area di interesse si sviluppa nel territorio individuato dal Bacino Idrografico dei fiumi Dese-Sile, ubicata nella bassa pianura veneta, alcuni chilometri a Sud del limite meridionale della fascia delle risorgive. E’ caratterizzata da un articolato reticolo idrografico composto da una fitta rete di fiumi, canali, fossi, scoline e collettori. Il primo acquifero, quello freatico, è collocato nei livelli sabbiosie localmente sabbioso-ghiaiosi che si registrano nei primi metri dal piano campagna (generalmente a profondità tra 1,5 e 3 metri). Su ampia scala propone una fondamentale continuità anche se localmente, ove si evidenziano superficialmente terreni impermeabili, può risultare imprigionato e debolmente in pressione. Il gradiente di falda è generalmente ridotto, con escursione avente valori limite annuali sull’ordine di 1-1,5 metri relativamente ai vari periodi stagionali. Un secondo acquifero, debolmente artesiano è individuato a profondità indicative tra i 25 ed i 55 metri. Il terzo ed il quarto acquifero, artesiani, si trovano a profondità superiori ai 100 metri. Figura 1 – Corografia del territorio con reticolo idrografico principale di competenza del Consorzio di Bonifica Dese-Sile – 2009 (Fonte: Consorzio di Bonifica Dese-Sile) – L’area di intervento è cerchiata in rosso. -9- I due corsi d’acqua principali del territorio comunale di Mogliano Veneto sono i fiumi Dese e Zero, entrambi originanti da E-N-E e sfocianti nella Laguna di Venezia. Il primo è un fiume di risorgiva, che nasce tra Resana e Castelfranco Veneto e attraversa, nell'ordine, le provincie di Treviso, Padova e Venezia. Dopo la confluenza dello Zero, si diparte una sua diramazione, il canale di Santa Maria, che lo mette in comunicazione col canale Siloncello e quindi col Silone, sfociando poco più avanti nella Laguna Veneta. In laguna è prolungato dal canale Dese che termina nel canale Silone, a sua volta prolungazione del Sile. Il secondo, pure di risorgiva, nasce tra San Marco e Campigo, non lontano da Castelfranco Veneto. Scorre attraverso la bassa provincia di Treviso (anche se un breve tratto iniziale è sotto quella di Padova), entrando infine nella provincia di Venezia a Quarto d'Altino e innestandosi nel Dese praticamente in corrispondenza della sua foce nella Laguna Veneta, poco a sud-est dell'odierna Altino. Il fiume Sile, posto più a nord, pur facendo parte dello stesso bacino idrografico non interessa invece la nostra zona relativamente ai collegamenti idrici minori. Altri importanti corpi idrici del territorio di interesse risultano invece gli scoli Bazzera Alta, Peseggiana (nuova inalveazione) e Pianton, il Rio Storto e, nell’ambito dei ricettori immediatamente nei pressi dell’area di intervento, il fosso Marocchesa. E’ da rilevare inoltre la presenza di numerosi canali scolmatori e collettori (necessari a garantire la sicurezza idraulica soprattutto nei contesti geografici più a rischio di esondazioni come la gronda lagunare), anche di rilevante dimensione, che rendono il territorio intensamente irriguo. Figura 2 – Estratto della tavola 1 - Carta della rete idrografica allegata alla fase di Analisi – parte idraulica, preliminare alla redazione del Piano di Assetto del Territorio comunale (P.A.T.)– 2011 (Fonte: Comune di Mogliano Veneto) – L’area di intervento è cerchiata in rosso. - 10 - Il territorio di interesse era amministrato dal Consorzio di Bonifica Dese-Sile (43.464 ha) che, a seguito della promulgazione da parte della Regione Veneto della legge regionale 8 maggio 2009 n. 12 “Nuove norme per la bonifica e la tutela del territorio” è stato accorpato al Consorzio Sinistra Medio Brenta, formando il nuovo Consorzio Acque Risorgive, con una superficie di 100.430 ha, un’estensione della rete di bonifica di 1.687 km con densità media di 1,68 km/km2, e la presenza di 15 impianti idrovori per una portata sollevata di circa 130 m3/s. Il comprensorio, degradando uniformemente da nord-ovest in direzione sud-est, si sviluppa su terreni sostanzialmente pianeggianti. Facendo riferimento all’Atlante dei consorzi veneti, si evince come il 48% della superficie del comprensorio originario del Dese Sile sia idraulicamente sofferente (percentuale molto alta, superata soltanto dal consorzio Polesine Adige-Canalbianco). Inoltre, è significativo notare come il 79,7 % del territorio consortile sia giudicato dalla stessa fonte “a rischio di inondazione da tracimazione di arginature”, un rilevamento che mette in risalto la fragilità ambientale dell’entroterra veneziano. La difficile gestione idraulica dell’area in oggetto, caratterizzata dall’abbondanza di acque superficiali e dalla presenza di punti morfologicamente depressi e potenzialmente sommergibili, è stata ulteriormente complicata dal fenomeno dell’urbanizzazione diffusa che ha interessato tutto il Veneto centrale a partire dagli anni sessanta. Dall’Atlante dei consorzi veneti è infine possibile dedurre un’ulteriore specificità del territorio del Dese-Sile: quasi il 24% della sua superficie (10.437 ettari) è urbanizzata e questo valore, oltre ad essere il più alto fra tutti i consorzi, si pone ben al di sopra della media regionale, che corrisponde all’11,5%. - 11 - - 12 - Caratteristiche geomorfologiche, geotecniche e geologiche con individuazione della permeabilità dei terreni Al fine della caratterizzazione dell’area interessata e dei terreni soggiacenti, si può evidenziare come la zona di Mogliano Veneto, secondo la progressione litologica ricade nell’ambito della bassa pianura veneta alluvionale, e presenta depositi alluvionali superficiali recenti ed attuali, con sedimento fortemente calcareo. E’ attraversata da diversi dossi fluviali sia poco pronunciati che rilevati secondo direzioni divergenti. E’ frequente la sovrapposizione fra i dossi e le fasce sabbiose e ghiaiose che si allungano nella bassa pianura prevalentemente formata da sedimenti fini. Geomorfologicamente l’area si sviluppa ad una quota media di 8 m.s.l.m.m. (palazzo municipale), con morfologia tipica della pianura alluvionale, con aspetto declinante pianeggiante (quota minima 2- quota massima 16 m.s.l.m.m.), e non è interessata da dissesto geomorfologico. Secondo la Carta dei suoli del Veneto, l’inquadramento pedologico identifica la zona come sovrapposta a suoli di provincia BA – Bassa pianura antica, calcarea, a valle della linea delle risorgive, con modello deposizionale a dossi sabbiosi e piane alluvionali a depositi fini (Pleistocene) e sistema BA2 - – Suoli della pianura alluvionale (pianura modale del Brenta ) indifferenziata di origine fluvioglaciale, formatisi da (materiale parentale) limi, da fortemente ad estremamente calcarei. Dal punto di vista idrogeologico , l’area è ubicata in bassa pianura, al di sotto della linea delle risorgive. La zona è quindi interessata da falda idrica a debole profondità (come detto da 1,5-3 ml da p.c.), sovrapposta ad una serie di falde in pressione contenute entro livelli più permeabili e separate tra loro da strati a bassa conducibilità idraulica. A livello locale l’area è caratterizzata da permeabilità media e da una soggiacenza della falda superficiale. Stratigraficamente, l’area è interessata in prevalenza da terreni con tessitura franco argillosa con scheletro abbondante, intervallata da zone più limitate a tessitura franco sabbiosa con scheletro abbondante. - 13 - - 14 - Figura 6 - Estratto della Carta Geologica d’Italia – Fg. 51 - Anno 1954 – Rilevatore Dott. Bruno Zanettin L’area in oggetto risulta inserita in un contesto densamente urbanizzato, ancorchè con ampi scoperti, e solo lambito dalle aree agricole perimetrali al centro abitato di Mogliano Veneto. Nell’area in esame non sono presenti strutture nè vasche od altri manufatti interrati. Caratteristiche delle reti fognarie Relativamente alle reti fognarie presenti, i centri abitati comunali sono normalmente dotati di impianto fognario separato (acque bianche/meteoriche + acque nere/bionde), con la fognatura nera che viene trattata da idoneo depuratore comunale a Campalto, gestito da Veritas - Spim. La rete fognaria comunale, sia bianca che nera, non presenta criticità strutturali rilevanti. Relativamente all’intervento edilizio di cui alla presente pratica, la rete di fognatura nera si allaccia alla pubblica dorsale esistente presso l’angolo sud-est dell’area di intervento, mentre la rete di raccolta ed allontanamento delle acque meteoriche (adeguata rispetto alla soluzione urbanistico-edilizia, e sovradimensionata per le considerazioni più sotto esposte), le canalizza mediante tubazione interrata in cls e pvc sino ai due punti di scarico (previa futura realizzazione di manufatto di controllo a bocca tassata, peraltro non obbligatorio ai sensi delle norme vigenti per la dimensione areale interessata, ove è solo necessaria l’installazione di una valvola di non ritorno a clapet), prima dell’immissione nella rete fognaria esistente. - 15 - 4. Valutazione delle precedenti caratteristiche in riferimento ai contenuti del progetto L’allegato A citato prescrive che siano definiti i contributi specifici delle singole aree oggetto di trasformazione dell’uso del suolo e confrontati con quelli della situazione precedentemente valutati con i rispettivi parametri anche in relazione alla relativa estensione superficiale. La Regione Veneto stabilisce che "Per trasformazione del territorio ad invarianza idraulica si intende la trasformazione di un'area che non provochi un aggravio della portata di piena del corpo idrico ricevente i deflussi superficiali originati dall'area stessa". L’analisi puntuale delle trasformazioni delle superfici sulle aree interessate, in termini di impermeabilizzazione, rimanda alla seguente tabella riassuntiva: Tabella 2 Superficie lotto Superficie coperta edifici Piazzali e percorsi in materiali impermeabili Superfici drenanti (ghiaia e tout venant) Parziale Scoperto a verde Totale Esistente Progetto Differenza 3.471,35 81,53 1.193,70 3.471,35 626,29 412,03 0,00 + 544,76 - 781,67 679,65 (tennis) 1.954,88 1.516,47 3.471,35 1.675,79 2.714,11 757,24 3.471,35 + 996,14 + 759,23 - 759,23 0,00 Il coefficiente di deflusso medio ponderato, prima e dopo l’intervento deriva dalla seguente tabella: Tabella 3.a Si Stato di fatto Φi 679,65 1.193,70 1.516,47 81,53 Stot = 3.471,35 0,8 0,9 0,2 0,9 Φm = 0,57462 Φi x Si 543,72 1.074,33 303,29 73,38 1.994,72 Descrizione Spazi drenanti in tout venant Parcheggi inerbiti Greenpark Campo da tennis Strade, marciapiedi, piazze imper Verde privato Superficie coperta Stato di progetto Si Φi Φi x Si 764,10 0,4 305,64 911,69 0,3 273,51 412,03 757,24 626,29 Stot = 3.471,35 0,9 0,2 0,9 Φm = 0,47966 370,83 151,45 563,66 1.665,09 dove: Si = superficie dell’i-esimo sottobacino Φi = coefficiente di deflusso dell’i-esimo sottobacino come definito dall’Allegato A alla DGRV 1841 Φm = coefficiente di deflusso medio ponderato pari a Σ (Si x Φi ) / Stot Poichè l’intervento avviene in ambito edificato, che viene trasformato con il presente progetto d’intervento, la procedura di valutazione che si ritiene corretta dovrebbe essere la seguente: 1) valutazione del coefficiente di afflusso medio calcolato per la situazione esistente nello stato di fatto (utilizzando quindi i coefficienti di deflusso medi ponderati suddivisi per le diverse tipologie di permeabilità delle superfici) e, in funzione del - 16 - coefficiente udometrico imposto allo scarico, dimensionamento del volume di invaso corrispondente; 2) valutazione del coefficiente di afflusso medio calcolato per la situazione di progetto, secondo le modalità suesposte, e dimensionamento del volume di invaso corrispondente; 3) calcolo del volume di invaso dovuto all’intervento di trasformazione che, per effetto di quanto suesposto, dovrebbe essere pari alla differenza tra i precedenti due valori. (Nel caso in esame è di tutta evidenza che l’intervento, abbassando notevolmente il coefficiente medio di deflusso dell’area, non aggrava ma diminuisce i deflussi superficiali, e quindi non abbisognerebbe di alcun invaso per assicurare l’invarianza). Purtuttavia, in accordo con quanto previsto dal Consorzio di Bonifica Acque Risorgive (già Consorzio Dese-Sile) competente per territorio ed (ampiamente) a favore di sicurezza, si provvede ad operare considerando come area sottoposta ad intervento di trasformazione la superficie del lotto, per le aree soggette a modificazione di utilizzo, con esclusione quindi delle aree la cui destinazione (originaria e successiva all’intervento) non varia, qualificabili queste ultime essenzialmente in porzioni di superfici a verde indisturbato. Per effetto di quanto descritto, la nuova tabella di calcolo, relativa allo scenario di valutazione, risulta essere la seguente: Tabella 3.b Superfici trasformate Si Φi Φi x Si 764,10 0,4 305,64 911,69 0,3 273,51 412,03 0,9 370,83 388,41 0,2 77,68 626,29 0,9 563,66 Stot = Φm = 0,51291 1.591,32 3.102,52 Descrizione Spazi drenanti in tout venant Parcheggi inerbiti Greenpark Strade, marciapiedi, piazze impermeabili Verde privato Superficie coperta Valutazione della criticità idraulica, del rischio e della pericolosità idraulica del territorio L’elevata urbanizzazione del territorio impone cautela nella valutazione dei rischi idraulici di Mogliano Veneto anche perché in molti casi le aree interessabili sono quelle più densamente popolate. Per quanto riguarda il rischio causato da fiumi, scoli e canali esistenti (con particolare riguardo alla rete di bonifica), esso risulta presente in varie zone del territorio comunale, ancorchè non interessante l’area di nostro interesse, come dimostrato dall’estratto della Carta delle criticità che si riporta nel seguito (figura 7). Alcune zone del territorio comunale possono essere comunque considerate a rischio idraulico sia per avvenute inondazioni “storiche”, sia per essere aree a rischio rigurgito del flusso di piena dalla rete ricevente, sia infine per essere semplicemente a rischio di ristagno idrico per motivazioni legate alla morfologia locale. - 17 - Figura 7 – Estratto della tavola 5 - Carta delle criticità, allegata alla fase di Analisi – parte idraulica, preliminare alla redazione del Piano di Assetto del Territorio comunale (P.A.T.)– 2011 (Fonte: Comune di Mogliano Veneto) – L’area di intervento è cerchiata in rosso. - 18 - 5. Proposta di misure compensative e/o di mitigazione del rischio Indicazioni per l’attenuazione del rischio idraulico La portata scaricata verso la rete esterna dalla nuova rete di smaltimento delle acque piovane dovrà essere non superiore a quella corrispondente al valore della portata specifica generata da un terreno agricolo (tenuto conto anche del coefficiente udometrico della zona (10 l/s/ha) fornito dalle norme e dal Consorzio di Bonifica), con riferimento a un tempo di ritorno di 50 anni; tutto il sistema, con un adeguato dimensionamento dei volumi di laminazione (il cui valore per le aree urbanizzate dipende dal grado di impermeabilità, dalla entità e distribuzione delle pendenze, dal regime pluviometrico, dall’entità dell’area, dal tipo di terreno, e dal tipo di uso del suolo preesistente), dovrà essere configurato in modo che tramite opportuni accorgimenti e dispositivi il valore di portata indicato non venga ecceduto qualsiasi sia la durata dell’evento considerato. I volumi di invaso potranno essere ottenuti sovradimensionando le condotte per le acque meteoriche, realizzando nuove fossature e zone a temporanea sommersione nelle aree a verde od in alternativa altre soluzioni da valutare e concordare con gli Enti competenti. Al fine di garantire un effettivo riempimento degli invasi realizzati ed il loro conseguente utilizzo per la moderazione delle portate, nella sezione terminale della rete d’acque bianche, prima dello scarico, si è ritenuto opportuno (pur non essendovi l’obbligo) posizionare un manufatto di controllo dello scarico, che dovrà tener conto della quota di massima piena del corso d’acqua che funge da ricettore finale. Si precisa infatti che, ai sensi delle Linee guida regionali 3 agosto 2009 precitate (ed in particolare del paragrafo 4.4 – Considerazioni generali conclusive), i volumi di laminazione calcolati con il criterio 1 metodo dell’invaso, e quindi per superfici interessate sino ad ha 1,00 “non necessitano di manufatto di regolazione delle portate ma è sufficiente che siano protetti in sezione di chiusura da valvole di non ritorno di tipo a clapet”. Qualsiasi sia la tecnica utilizzata per “recuperare invaso”, il sistema utilizzato dovrà avere i requisiti per essere tenuto in manutenzione nel tempo, dovrà prevedere la possibilità che i solidi sedimentabili siano separati in modo da ridurre intasamenti nella fase di smaltimento o nella fase di dispersione, dovrà permettere la parzializzazione della portata, il libero transito del flusso eccedente e poter fronteggiare eventuali rigurgiti da valle. Le aree a verde dovranno assumere una configurazione che attribuisca loro la duplice funzione di ricettore di una parte delle precipitazioni defluenti lungo le aree impermeabili limitrofe, e nel contempo quella di bacino di laminazione del sistema di smaltimento delle acque piovane: tali aree dovranno quindi essere poste ad una quota inferiore rispetto al piano stradale circostante ed essere ad esso idraulicamente connesse tramite opportuni collegamenti; inoltre la loro configurazione planoaltimetrica dovrà prevedere la realizzazione di invasi superficiali adeguatamente disposti e integrati con la rete di smaltimento delle acque meteoriche in modo che i due sistemi possano interagire. Dovranno essere limitate al minimo necessario le superfici impermeabili, lasciando ampia espansione alle zone a verde; le pavimentazioni destinate a parcheggio, con possibilità di deroga per quelle prospicienti la viabilità principale o destinate ai portatori di handicap, dovranno essere di tipo drenante, o comunque permeabile, realizzate su opportuno sottofondo che ne garantisca l’efficienza. - 19 - Dovrà essere ricostituito qualsiasi collegamento con fossati e scoli di vario tipo eventualmente esistenti, che non dovranno subire interclusioni o comunque perdere la loro attuale funzione in conseguenza dei futuri lavori. I fossi in sede privata devono essere tenuti in manutenzione, non possono essere eliminati, non devono essere ridotte le loro dimensioni se non si prevedono adeguate misure di compensazione. Per le zone classificate a rischio idraulico, è sconsigliata la realizzazione di locali posti al di sotto della quota del piano campagna o in ogni caso alla quota della falda, anche se solo parzialmente; saranno comunque da realizzare adeguati ed efficienti sistemi di impermeabilizzazione, di drenaggio e di sollevamento delle acque atti a preservare tali locali da pericoli di allagamento (per esempio: prevedere dossi di sicurezza nelle corsie di ingresso, usare tecniche di impermeabilizzazione di pavimenti e muri d’ambito, verificare la compatibilità fra l’acqua di falda - durezza dell’acqua - e materiale da costruzione, porre particolare attenzione alle quote di imposta di bocche di lupo e accessi pedonali e verificare l’opportunità di vietare collegamenti “diretti” fra volumi interrati e volumi al piano terreno). Il piano di imposta dei fabbricati, dovrà essere fissato ad una quota superiore di almeno 20 cm rispetto al piano stradale o al piano campagna medio circostante. Il progetto dell’opera, dopo aver esaminato l’assetto idraulico dell’area, potrà aumentare il valore sopra indicato in funzione di una quota di sicurezza riferita alla quota di massima piena del corso d’acqua principale. La realizzazione di nuovi interventi di tombinamento della rete di scolo superficiale risulta in contrasto con quanto previsto e disposto dagli strumenti di pianificazione urbanistica regionali, specificamente con i contenuti del Piano Generale di Bonifica, e non saranno quindi da prevedere interventi di tombinamento o di chiusura di affossature esistenti, di qualsivoglia natura esse siano, a meno di evidenti e motivate necessità attinenti alla sicurezza pubblica o ad altre giustificate motivazioni, e comunque a meno che non si provveda alla loro ricostituzione secondo una idonea nuova configurazione che ne ripristini la funzione iniziale sia in termini di volumi di invaso che di smaltimento delle portate (il volume profondo ottenuto con tombinatura deve essere dello stesso ordine di grandezza di quello perso a pelo libero – nell’ipotesi di massima sommersione e quindi di annullamento di qualsiasi franco). Valutazione ed indicazione degli interventi compensativi In conformità con quanto più sopra esposto, gli interventi compensativi previsti dal progetto risultano essere i seguenti: - realizzazione, relativamente ai nuovi spazi pavimentati, di superfici quasi totalmente drenanti, prevedendo la formazione di tutta la viabilità carrabile con pacchetto drenante a finitura in ghiaia o betonella drenante, mentre gli spazi di sosta e manovra saranno realizzati con pacchetto altamente drenante a finitura in grigliato alveolare inerbito tipo Greenpark; - maggiorazione della sezione della tubazione di raccolta e smaltimento delle acque meteoriche; - formazione conseguente di adeguato volume di invaso, secondo quanto derivante dal calcolo; - installazione nelle sezioni di chiusura della richiesta valvola di non ritorno del tipo a clapet o, per maggior sicurezza e controllo, di apposito manufatto di controllo; - 20 - - previsione progettuale senza formazione di alcun locale interrato, con quota di imposta del piano terra pari a cm. 30 rispetto all’intorno ed alla viabilità pubblica prospiciente; - le aree a verde circostanti le zone urbanizzate saranno adeguatamente profilate in modo da raccogliere anche lo sgrondo degli spazi pavimentati esterni; - il sistema di invaso e controllo, per la sua semplicità costruttiva, permetterà una facile manutenzionabilità prolungata nel tempo. I seguenti interventi compensativi sono comunque meglio descritti ed evidenziati negli elaborati grafici allegati, oltrechè nelle seguenti calcolazioni dei manufatti fondamentali. - 21 - 6.a Metodo di calcolo, dimensionamento e verifica dell’invaso Nello studio per il dimensionamento delle opere atte a contrastare gli allagamenti risulta di fondamentale importanza la definizione il più precisa possibile dei seguenti elementi che concorrono alla determinazione dell’evento di piena di progetto: − la precipitazione − la probabilità dell’evento − la durata dell’evento in riferimento al tempo di risposta del bacino di riferimento L’allegato A alla DGRV 1841 fa riferimento ai tre modelli di trasformazione afflussideflussi più diffusi nella letteratura tecnica, ossia: - il metodo razionale; - il metodo Curve Numbers; - il metodo dell’invaso. Rimandando alla letteratura tecnica specifica per le ipotesi che stanno alla base dei modelli, il citato Valutazione di compatibilità idraulica - Linee guida prevede la seguente classifica: Tabella 4 Classe di intervento 1 - Trascurabile impermeabilizzazione potenziale 2 - Modesta impermeabilizzazione 3 - Modesta impermeabilizzazione potenziale 4 - Significativa impermeabilizzazione potenziale 5 - Marcata impermeabilizzazione potenziale Definizione intervento su superfici di estensione inferiore a 200 mq intervento su superfici comprese fra 200 mq e 0,1 ha intervento su superfici comprese fra 0,1 e 1 ha intervento su superfici comprese fra 1 e 10 ha; interventi su superfici di estensione oltre 10 ha con Imp<0,3 intervento su superfici superiori a 10 ha con Imp>0,3 Metodologia non necessita volume d’invaso metodo dell’invaso – criterio di dimensionamento n. 1 metodo dell’invaso – criterio di dimensionamento n. 1 metodo delle piogge – criterio di dimensionamento n. 2 studio dedicato a livello di bacino – criterio di dimensionamento n. 3 dove Imp = Impermeabilizzazione Il progetto in esame, per le trasformazioni delle superfici interessate in termini di impermeabilizzazione, si colloca nella classe 3 di intervento – Modesta impermeabilizzazione potenziale, e rende ammissibile quindi il dimensionamento del volume d’invaso con il metodo omonimo. L’allegato A alla DGRV 1841 stabilisce che, oltre al dimensionamento dei volumi compensativi cui affidare funzioni di laminazione delle piene, sia opportuno che le luci di scarico non eccedano le dimensioni di un tubo di diametro 200 mm e che i tiranti idrici ammessi nell’invaso non eccedano il metro. Le suddette Linee guida, come pure gli indirizzi del Consorzio di Bonifica Acque Risorgive (già Dese-Sile), impongono per il calcolo una portata scaricata non superiore a quella desumibile da un coefficiente udometrico di 10 l/s per ettaro. Il valore di riferimento del tempo di ritorno da assumere negli studi idraulici - 22 - di dimensionamento delle opere atte a contrastare gli allagamenti è stato poi incrementato a 50 anni, come stabilito dall’Allegato A alla DGRV n. 1841. A seguito delle suddette indicazioni, ed in considerazione che per le classi 2 e 3 è ammesso per il calcolo l’utilizzo diretto delle tabelle e degli abachi individuati dallo studio Analisi regionalizzata delle precipitazioni per l’individuazione di curve segnalatrici di possibilità pluviometrica di riferimento redatto nel 2009 per conto della Regione Veneto, si può così dimensionare il volume minimo di invaso da reperire all’interno dell’insediamento. Nel seguito si presentano l’abaco (figura 8) e la tabella (figura 9) relative alla zona costiero-lagunare di interesse, dove l’altezza di precipitazione viene calcolata sulle CPP (Curve di Possibilità Pluviometrica) a tre parametri, che meglio rappresentano un arco temporale ampio. - 23 - Figura 8 – Abaco di calcolo del volume necessario per ottenere l’invarianza idraulica (metodo dell’invaso) 2009 (Fonte: Regione Veneto – estratto da Linee guida 3 agosto 2009 per la valutazione di compatibilità idraulica, pg. 25) - 24 - Figura 9 – Tabella di calcolo del volume di invaso specifico necessario per ottenere l’invarianza idraulica 2009 (Fonte: Regione Veneto – estratto da Linee guida 3 agosto 2009 per la valutazione di compatibilità idraulica, pg. 26) - 25 - Ai sensi in particolare del precedente abaco, interpolando i valori relativi ai coefficienti di afflusso medio inferiori e superiori al valore medio calcolato relativamente allo scenario di valutazione si ottengono i valori relativi al volume specifico di invaso ed al volume minimo d’invaso per la superficie d’intervento. In considerazione, inoltre, delle ipotesi fondamentali del metodo dell’invaso, operano attivamente come invaso utile tutti i volumi a monte del recapito, compreso l’invaso proprio dei collettori della rete di drenaggio ed i piccoli invasi (rappresentati in buona sostanza dal velo idrico e dalle caditoie). In fase di progettazione esecutiva, il valore di invaso determinato può essere depurato del valore corrispondente ai piccoli invasi, secondo la seguente tabella ponderata: Tabella 5 Coeff. di afflusso 0,10 25 10 35 velo idrico (mc/ha) caditoie etc. (mc/ha) piccoli invasi (mc/ha) 0,20 23 13 36 0,30 22 16 37 0,40 20 18 38 0,50 18 21 39 0,60 17 24 41 0,70 15 27 42 0,80 13 29 43 0,90 12 32 44 1,00 10 35 45 oppure mediante calcolo analitico dei singoli valori. 6.b Suddivisione in zone Per effetto della conformazione plano-altimetrica dell’intervento di progetto, si è scelto di suddividere (ai fini della raccolta, smaltimento ed invaso delle acque meteoriche) il lotto in due aree funzionali: - area A: posta a nord-est, a quota altimetrica più elevata, è caratterizzata dalla presenza dei due edifici plurifamiliari e dalle rispettive aree di accesso e di pertinenza. Le relative acque meteoriche, convogliate su idonea rete di invaso ed allontanamento, saranno indipendenti e dotate allo sbocco di idoneo controllo separato; - area B: posta a sud-ovest, a quota altimetrica inferiore, è caratterizzata dalla presenza del grande parcheggio pubblico/privato. Le relative acque meteoriche, convogliate su idonea rete di invaso ed allontanamento, saranno indipendenti dalle precedenti e dotate allo sbocco di idoneo controllo separato. A seguito della suddetta differenziazione, si esporranno nel seguito i valori di calcolo e dimensionamento, estrapolati separatamente per le suddette aree, secondo le modalità di calcolo e verifica già più sopra esposte. Tralasciando il minuto calcolo, le superfici di studio suddivise per le suddette aree si possono così riepilogare Tabella 6 Si 424,74 Area A Φi 0,4 304,07 0,3 91,22 251,91 0,9 226,72 196,86 612,04 Stot = 1.789,62 0,2 0,9 39,37 550,84 1.078,05 Φm 0,60239 Φi x Si 169,90 = Descrizione drenanti in Spazi tout venant Parcheggi inerbiti Greenpark Strade, marciapiedi, piazze impermeabili Verde privato Superficie coperta - 26 - Si 339,36 Area B Φi 0,4 607,62 0,3 182,29 160,12 0,9 144,11 191,55 14,25 Stot = 1.312,90 0,2 0,9 38,31 12,83 513,28 Φm 0,39095 Φi x Si 135,74 = Ai sensi in particolare del precedente abaco, interpolando i valori relativi ai coefficienti di afflusso medio inferiori e superiori al valore medio calcolato relativamente ai due scenari di valutazione, tralasciando il minuto calcolo, si ottiene: Area A Coefficiente di deflusso medio ponderato Φm=0,60239 Volume specifico di invaso = 646,00 mc/ha e quindi: Volume minimo di invaso = (Volume specifico di invaso) x (Superficie di intervento) = 646,00 mc/ha x 0,178962 ha = 115,61 mc La dimostrazione della correttezza dei dati sovviene anche dal riscontro dei dati ottenuto mediante l’utilizzo dello strumento di calcolo ideato dal Consorzio di Bonifica Dese-Sile, che nel seguito si riporta: Figura 10.a – SCENARIO DI VALUTAZIONE - Dimostrazione di corrispondenza dei valori ottenuti mediante l’utilizzo dello strumento di calcolo ideato dal Consorzio di Bonifica Dese-Sile ora Acque Risorgive (Fonte: stessa) Area B Coefficiente di deflusso medio ponderato Φm=0,39095 Volume specifico di invaso = 368,00 mc/ha e quindi: Volume minimo di invaso = (Volume specifico di invaso) x (Superficie di intervento) = 368,00 mc/ha x 0,131290 ha = 48,31 mc - 27 - La dimostrazione della correttezza dei dati sovviene anche dal riscontro dei dati ottenuto mediante l’utilizzo dello strumento di calcolo ideato dal Consorzio di Bonifica Dese-Sile, che nel seguito si riporta: Figura 10.b – SCENARIO DI VALUTAZIONE - Dimostrazione di corrispondenza dei valori ottenuti mediante l’utilizzo dello strumento di calcolo ideato dal Consorzio di Bonifica Dese-Sile ora Acque Risorgive (Fonte: stessa) 6.c Dimensionamento e verifica per zone dell’invaso Area A – Zona Nord-est Si prevede di attuare il predetto invaso mediante realizzazione di una condotta dorsale in scatolare prefabbricato, ubicata al di sotto dei percorsi impermeabili di accesso ai fabbricati, opportunamente maggiorata nella sezione (diam. minimo cm. 50), in considerazione dello sviluppo della stessa; così come più avanti precisato, il volume di invaso derivante può essere calcolato dalla somma degli apporti derivanti dalla rete dorsale, dai pozzetti di ispezione e derivazione, dalle caditoie e dal velo idrico. Questo garantisce la creazione di un invaso adatto a permettere il momentaneo accumulo ed il successivo sgrondo degli eventi meteorici eccezionali, conformemente ai disposti normativi e secondo i dati numerici che più sotto si espongono: a) apporto derivante dalla rete si tralascia in questa fase (demandandone il computo analitico agli elaborati grafici allegati alla presente) la valutazione dell’invaso accumulato dalla totalità della rete di - 28 - scarico meteorica, che sarà realizzata con metodologie tradizionali, e con un dimensionamento della tubazione (con diametro minimo DN 500 secondo le indicazioni di cui alla circolare 09.04.2008 prot. 191991 del Commissario delegato per l’Emergenza), tale da assicurare, in funzione dello sviluppo totale della rete dorsale privata, un invaso pari a = 101,02 mc b) apporto derivante dai pozzetti si tralascia parimenti in questa fase la valutazione dell’invaso accumulato dai pozzetti insistenti sulla rete dorsale di scarico meteorica, riportata negli elaborati grafici. Il volume da questi accumulato è pari a: = 14,17 mc c) apporto derivante dai piccoli invasi (velo idrico e caditoie) Dalla tabella 5, interpolando i valori relativi ai piccoli invasi medio inferiori e superiori relativamente al valore medio del coefficiente di deflusso dello scenario di valutazione calcolato (Φm=0,60239), si ottiene: Vol specifico piccoli invasi = 41,02 mc/ha e quindi: Volume dei piccoli invasi = (Volume specifico dei piccoli invasi) x (Superficie di intervento) = 41,02 mc/ha x 0,1790 ha = 7,34 mc d) apporto derivante da bacini di laminazione a cielo aperto Allo stato attuale, l’intervento non prevede la realizzazione di bacini di laminazione a cielo aperto Ne deriva che il volume di invaso di progetto è pari alla somma dei precedenti valori risultanti, e pertanto: Volume di invaso complessivo del sistema “Area A” = a + b+c = 101,02 + 14,17 + 7,34 = 122,53 mc Area B – Zona Sud-ovest Si prevede di attuare il predetto invaso mediante realizzazione di una condotta dorsale parte in scatolare prefabbricato e parte in tubazione circolare di cls, ubicata al di sotto della viabilità di accesso e manovra del parcheggio, opportunamente maggiorata nella sezione (diam. minimo cm. 50), in considerazione dello sviluppo della stessa; così come più avanti precisato, il volume di invaso derivante può essere calcolato dalla somma degli apporti derivanti dalla rete dorsale, dai pozzetti di ispezione e derivazione, dalle caditoie e dal velo idrico. Questo garantisce la creazione di un invaso adatto a permettere il momentaneo accumulo ed il successivo sgrondo degli eventi meteorici eccezionali, conformemente ai disposti normativi e secondo i dati numerici che più sotto si espongono: a) apporto derivante dalla rete si tralascia in questa fase (demandandone il computo analitico agli elaborati grafici allegati alla presente) la valutazione dell’invaso accumulato dalla totalità della rete di - 29 - scarico meteorica, che sarà realizzata con metodologie tradizionali, e con un dimensionamento della tubazione (diametro minimo DN 500 secondo le indicazioni di cui alla circolare 09.04.2008 prot. 191991 del Commissario delegato per l’Emergenza), tale da assicurare, in funzione dello sviluppo totale della rete dorsale privata, un invaso pari a = 37,35 mc b) apporto derivante dai pozzetti si tralascia parimenti in questa fase la valutazione dell’invaso accumulato dai pozzetti insistenti sulla rete dorsale di scarico meteorica, riportata negli elaborati grafici. Il volume da questi accumulato è pari a: = 8,68 mc c) apporto derivante dai piccoli invasi (velo idrico e caditoie) Dalla tabella 5, interpolando i valori relativi ai piccoli invasi medio inferiori e superiori relativamente al valore medio del coefficiente di deflusso dello scenario di valutazione calcolato (Φm=0,39095), si ottiene: Vol specifico piccoli invasi = 37,91 mc/ha e quindi: Volume dei piccoli invasi = (Volume specifico dei piccoli invasi) x (Superficie di intervento) = 37,91 mc/ha x 0,1313 ha = 4,98 mc d) apporto derivante da bacini di laminazione a cielo aperto Allo stato attuale, l’intervento non prevede la realizzazione di bacini di laminazione a cielo aperto Ne deriva che il volume di invaso di progetto è pari alla somma dei precedenti valori risultanti, e pertanto: Volume di invaso complessivo del sistema “Area B” = a + b + c = 37,35 + 8,68 + 4,98 = 51,01 mc ************** I valori più sopra esposti, risultando ampiamente superiori ai volumi minimi di invaso precedentemente calcolati, assicurano il rispetto delle normative vigenti, con particolare riguardo all’Allegato A della DGRV 1841. - 30 - 7. Metodo di calcolo, dimensionamento e verifica dei manufatti di controllo Il manufatto di controllo, atto a garantire il riempimento dell'invaso al verificarsi di eventi pluviometrici correlabili al tempo di ritorno assunto a dimensionamento, sarà costituito da uno stramazzo in parete sottile dotato di una o più luci di fondo dimensionate in modo da permettere lo scarico, ordinariamente, di una portata massima pari a 10 l/s/ha (come da indicazioni Regionali oltrechè del Consorzio di Bonifica Dese-Sile, valutando anche di utilizzare comunque un valore minimo di 0.01 m² da assegnare alla sezione delle luci di fondo, ai fini della funzionalità ed a garanzia della mancanza di intasamenti, e come consigliato da numerosi Consorzi di Bonifica); la quota dello stramazzo sarà tale da sfruttare l’invaso delle condotte e del serbatoio di laminazione senza pregiudicare la sicurezza idraulica dell’area servita (vedasi considerazioni precedenti) e la sua larghezza dovrà essere tale da permettere lo sfioro di portate d’acqua conseguenti ad eventi caratterizzati da tempi di ritorno superiori ai 50 anni mantenendo comunque la sicurezza idraulica dell’area. Conformemente a quanto predetto la sua installazione non è obbligatoria secondo le norme vigenti, bastando a protezione del sistema l’installazione del clapet di valle; se ne prevede comunque la messa in opera, provvedendo al dimensionamento dello stramazzo e della luce di fondo secondo le norme ed i coefficienti vigenti Figura 11 – Modello tridimensionale di manufatto di regolazione delle portate, a bocca tassata 7.1 Luce di fondo Con riferimento agli elaborati grafici di progetto, l’efflusso da una luce di fondo segue la seguente legge: Qlf = 0.611⋅ A ⋅ 2 ⋅ g ⋅ hL (1) con: Qlf (m³/s): portata scaricata dalla luce di fondo hL (m): carico d’acqua rispetto all’asse della luce di fondo (= quota stramazzo - quota asse luce di fondo); A (m²): area della luce; g (m/s²): accelerazione di gravità. - 31 - Area A Con i dati del caso in argomento, applicando la (1) si verifica che il valore della portata massima smaltita attraverso la luce di fondo del manufatto di controllo sia simile al limite massimo ammesso, pari a 10 l/s/ha per la superficie territoriale dell’area “A” di 0.1790 ha. Portata massima da smaltire: Q = 10 x 0,1790 = 1,790 l/s = 0.001790 m³/s Si prevede una luce di fondo di forma circolare di diametro 11,8 cm, costituita da spezzone di tubazione in PVC rigido PN6 cod. S20SDR41 dn 125 sp. 3,1 mm, con area A = 0.01 m² (valore minimo indicato normalmente dai Consorzi di Bonifica per evitare intasamenti; tale valore è stato comunque analizzato ed approvato dai tecnici competenti del Consorzio Acque Risorgive nell’incontro del 29 gennaio u.s.). Carico d’acqua a disposizione: hL = 0.80 m Dalla (3) si ricava la portata di progetto scaricata ordinariamente dal manufatto di controllo: Qlf = 0.02643 m³/s Tale valore risulta maggiore di quello massimo di progetto pari a 0.001790 m³/s ed è imposto dalle dimensioni minime da garantire alla luce di fondo per evitare intasamenti; si osserva comunque che la portata così scaricata risulta simile a quella ricavata dal calcolo per l’area con un coefficiente di deflusso pari a 0,30, proprio del suolo agricolo. Si ricorda inoltre che nell’ambito dell’area sulla quale insiste l’intervento, esso di fatto genera un abbassamento del coefficiente di deflusso medio ponderato rispetto alla situazione esistente, garantendo quindi un abbassamento delle portate scaricate rispetto alla situazione pregressa. Infine, la predisposizione del manufatto di controllo è dovuta a mera scelta progettuale, in quanto ai sensi delle norme vigenti per le superfici di intervento sarebbe stata sufficiente l’installazione di tubazione di scarico da cm. 20 (e quindi di ben più ampia sezione) con sola valvola di chiusura a clapet. Area B Con i dati del caso in argomento, applicando la (1) si verifica che il valore della portata massima smaltita attraverso la luce di fondo del manufatto di controllo sia simile al limite massimo ammesso, pari a 10 l/s/ha per la superficie territoriale dell’area “B” di 0.1313 ha. Portata massima da smaltire: Q = 10 x 0,1313 = 1,313 l/s = 0.001313 m³/s Si prevede una luce di fondo di forma circolare di diametro 11,8 cm, costituita da spezzone di tubazione in PVC rigido PN6 cod. S20SDR41 dn 125 sp. 3,1 mm, con area A = 0.01 m² (valore minimo indicato normalmente dai Consorzio di Bonifica per evitare intasamenti; tale valore è stato comunque analizzato ed approvato dai tecnici competenti del Consorzio Acque Risorgive nell’incontro del 29 gennaio u.s.). Carico d’acqua a disposizione: hL = 0.82 m Dalla (3) si ricava la portata di progetto scaricata ordinariamente dal manufatto di controllo: Qlf = 0.02676 m³/s Anche in questo caso valgono integralmente le precisazioni soprascritte per l’area A. 7.2 Stramazzo in parete sottile Con riferimento agli elaborati grafici di progetto, l’efflusso da uno stramazzo in parete sottile senza contrazione laterale segue la seguente legge: Qst = 2 ⋅ 0.611⋅ b ⋅ hS ⋅ 2 ⋅ g ⋅ hS 3 con: - 32 - (2) Qst (m³/s): portata scaricata hS (m): tirante d’acqua rispetto alla soglia sfiorante (= quota massima ammissibile acqua quota stramazzo); b (m): larghezza della soglia sfiorante (= larghezza manufatto di controllo); g (m/s²): accelerazione di gravità. Area A Con i dati del caso in argomento, dalla (2) si ricava il seguente valore per la portata massima scaricabile dallo sfioratore del manufatto di controllo mantenendo le condizioni di sicurezza (massimo riempimento del manufatto = massima altezza d’acqua sulla soglia sfiorante pari a 0.20 m) nel caso in cui l’evento abbia caratteri di eccezionalità superiori a quelli di progetto: Carico d’acqua massimo: hS = 0.20 m larghezza soglia sfiorante: b = 2.00 m Portata scaricata Qst = 0,32223 m³/s (a favore di sicurezza non si è considerato l’incremento della portata che defluisce dalla luce di fondo quando il carico hL aumenta di 0.20 m). Tale valore va confrontato con la portata massima generabile dal bacino in argomento che, determinata con il metodo razionale, ed assumendo un tempo critico della precipitazione pari a 20 minuti primi (determinato con la formula di Giandotti), è pari a Qc = φh(t ) S Tc = 0,012 mc/sec Area B Con i dati del caso in argomento, dalla (2) si ricava il seguente valore per la portata massima scaricabile dallo sfioratore del manufatto di controllo mantenendo le condizioni di sicurezza (massimo riempimento del manufatto = massima altezza d’acqua sulla soglia sfiorante pari a 0.38 m) nel caso in cui l’evento abbia caratteri di eccezionalità superiori a quelli di progetto: Carico d’acqua massimo: hS = 0.38 m larghezza soglia sfiorante: b = 2.00 m Portata scaricata Qst = 0,8439 m³/s (a favore di sicurezza non si è considerato l’incremento della portata che defluisce dalla luce di fondo quando il carico hL aumenta di 0.38 m). Tale valore va confrontato con la portata massima generabile dal bacino in argomento che, determinata con il metodo razionale, ed assumendo un tempo critico della precipitazione pari a 20 minuti primi (determinato con la formula di Giandotti), è pari a Qc = φh(t ) S Tc = 0,009 mc/sec - 33 - 8. Conclusioni Sulla base delle determinazioni precedenti si può affermare che l’incremento di portata derivante dall’urbanizzazione proposta (fittizio per le suddette ipotesi di calcolo iniziali assunte sulle aree in trasformazione, in quanto come più sopra precisato il coefficiente di deflusso medio ponderato del nuovo intervento è notevolmente inferiore a quello dello stato attualmente esistente nell’area, con una considerevole diminuzione quindi delle reali portate scaricate) con la realizzazione dei dispositivi di attenuazione sopra dimensionati viene completamente abbattuto per gli eventi caratterizzati da tempi di ritorno inferiori ai 50 anni, garantendo nel contempo condizioni di assoluta sicurezza idraulica sia alla parte di nuovo insediamento in ampliamento che a quella esistente; al verificarsi di eventi con caratteri di eccezionalità superiore a quella di progetto le condizioni di sicurezza dell’insediamento vengono ancora garantite, ma quota parte delle portate generate dall’evento viene immessa nella rete scolante principale, la quale comunque è caratterizzata da fenomeni di piena determinati dalle condizioni generali di tutto il bacino drenato dalla stessa (di dimensioni di scala ben maggiore) durante eventi meteorici di lunga durata (ben maggiore di quella che produce le massime portate locali). Abano Terme, lì gennaio 2013 Il Tecnico - 34 - Bibliografia e normativa di riferimento: - L.Da Deppo, C. Datei, “Fognature”, 1997 – Edizione Libreria Cortina, Padova - Paoletti et al, “Sistemi di fognatura - Manuale di progettazione”, 1997 Centro Studi Deflussi Urbani, Hoepli S.p.A., Milano - Consorzio di Bonifica Bacchiglione-Brenta, “Indirizzi per mitigare l’impatto idraulico delle trasformazioni del territorio”, marzo 2005 - L. Gavin, “Misure di salvaguardia idraulica”, Quaderni del Piano territoriale, n. 2, Provincia di Padova – Assessorato all’Urbanistica, Padova Cleup 2007 - Allegato A alla Deliberazione della Giunta Regionale del Veneto n. 1841 del 19.06.2007 “Valutazione di compatibilità idraulica per la redazione degli strumenti urbanistici – Modalità operative e indicazioni tecniche” - Ordinanze n. 2 , 3 e 4 del Commissario Delegato per l’emergenza concernente gli eccezionali eventi meteorologici del 26 settembre 2007 che hanno colpito parte del territorio della Regione Veneto, in data 22.01.2008 a seguito O.P.C.M. n. 3621 del 18.10.2007 - Primi indirizzi e raccomandazioni per l’applicazione delle ordinanze 2, 3 e 4 del 22.01.2008 in materia di prevenzione dal rischio idraulico, emanati dal Commissario Delegato per l’emergenza concernente gli eccezionali eventi meteorologici del 26 settembre 2007 che hanno colpito parte del territorio della Regione Veneto, con nota prot. 191991 del 09.04.2008 - V. Bixio, A. Fiume, “Analisi regionalizzata delle precipitazioni per l’individuazione di curve segnalatrici di possibilità pluviometrica di riferimento”, 2009 – xxxxx - Valutazione di compatibilità idraulica - Linee guida, a cura del Commissario Delegato per l’emergenza concernente gli eccezionali eventi meteorologici del 26 settembre 2007 che hanno colpito parte del territorio della Regione Veneto, datato 3 agosto 2009 - Linee guida per gli interventi di prevenzione dagli allagamenti e mitigazione degli effetti, a cura del Commissario Delegato per l’emergenza concernente gli eccezionali eventi meteorologici del 26 settembre 2007 che hanno colpito parte del territorio della Regione Veneto, datato 3 agosto 2009 - Consorzio di Bonifica Acque Risorgive (ex Dese-Sile) – Note teoriche e Strumenti di verifica del calcolo dei volumi da reperire per assicurare l’invarianza idraulica, secondo i metodi dell’invaso e delle piogge (a cura dell’Ing. Martino Cerni - uffici Tecnico ed Agrario-Ambiente del Consorzio), 2010 - 35 - ALLEGATI a) Stato di Fatto – Planimetria e dimensionamento b) Stato di Progetto – Planimetria e dimensionamento c) Individuazione delle aree indisturbate e superfici trasformate d) Manufatti di regolazione delle portate L01 ed L02 - 36 - - 37 - - 38 - - 39 -