ordine: antiossidanti e diete troppe ore davanti al computer fanno

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ordine: antiossidanti e diete troppe ore davanti al computer fanno
Anno III – Numero 437
AVVISO
Ordine
1.
BLSD: uso del
defibrillatore
Notizie in Rilievo
Scienza e Salute
2. Lavoratori esposti
all’amianto: si può
prevenire il
mesotelioma coi
carciofi?
3. In futuro smartphone
analizzeranno Dna
Domande e
Risposte
4. Che fare in caso di
continui dolori
addominali?
5. Perché ho la bocca
secca e bruciore alla
lingua?

Prevenzione e
Salute
6. Troppe ore davanti al
computer fanno seccare
gli occhi
7. Stress, memoria a
rischio

Alimenti e Salute
8. Conserve fatte in casa e
rischio botulino:
ecco le linee guida
Martedì 24 Giugno 2014, S. Giovanni Battista
Proverbio di oggi……..
'A verità è figlia d’ ‘o tièmpo
ORDINE: ANTIOSSIDANTI E DIETE
Nutrizione, diete, alimenti e attività fisica. Quello che serve
sapere per una buona salute. Due eventi organizzati dall’Ordine
su tematiche attuali.
Ruolo e importanza degli antiossidanti alimentari nella salute dell’uomo,
Ruolo dei radicali liberi: sono dannosi e perché?
Obesità, cos'è e come si affronta. Quando si è obesi o in sovrappeso. Diete per
dimagrire, diete dimagranti, le diete efficaci, le diete veloci, peso forma,
consigli e trucchi per dimagrire. Sfatiamo molti miti alimentari e quelli legati
alle diete veloci. Grande spazio alla dieta mediterranea. Di tutto ciò si parlerà
nei due eventi organizzati dall’Ordine presso la nostra sede.
Mercoledì 2 Luglio “Antiossidanti: dalla Natura alla
Prof. Orazio
Ore 21.00
Farmacia, ovvero che Bio ci aiuti” Taglialatela Scafati
Lunedì 7 Luglio
Dr Franco
I Falsi Miti Alimentari!
Ore 21.00
De Chiara
TROPPE ORE DAVANTI AL COMPUTER
FANNO SECCARE GLI OCCHI
A causa della minore produzione di lacrime la vista si offusca
Stare troppe ore davanti al computer secca gli occhi riducendone il film
protettivo fino a renderli irritati o addirittura offuscare la
vista. Davanti allo schermo si tende, infatti, a spalancare di
più gli occhi e a sbattere meno di frequente le palpebre.
Ciò riduce le lacrime che servono a tenere gli occhi umidi e
in salute, portando a una condizione detta dell'occhio
secco. E' quanto dimostra uno studio pubb. su Jama Ophthalmology.
Lo studio - I ricercatori hanno osservato che gli occhi dei lavoratori che
trascorrono troppe ore al pc hanno poco film lacrimale che li dovrebbe
proteggere e mantenere umidi. Inoltre, sono carenti della proteina che
costituisce l'ingrediente principale di questo film che serve a trattenere il
liquido delle lacrime. Una buona parte del campione, lamentava occhi irritati,
bruciore e vista appannata, sintomi tipici della patologia. (Salute, Tgcom24)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno III – Numero 437
DOMANDE E RISPOSTE
PERCHÉ ho la BOCCA SECCA e BRUCIORE alla LINGUA?
Domanda: egregio Dottore le chiedo un consulto per un problema alla bocca. i sintomi sono: bocca secca e
bruciore sulla lingua e sul palato. Leggendo i siti medici, penso di aver
contratto la xerostomia. Prendo da alcuni anni UROREC 8 mg, LOSAPREX 50
mg, SIVASTIN 20 mg. Ho letto che questo problema è una conseguenza dei
farmaci che giornalmente assumo. Oppure c' entra la gastroduodenite con
reflusso gastrico? che ho da tanto tempo ma non prendo farmaci a parte
quando non ne posso fare a meno il gastro protettore (ANADIR o NEXIUM).
Cosa fare?
Risposta: non penso che la sintomatologia riferita, s. della bocca urente o xerostomia, sia imputabile
ai farmaci che assume, è molto raro. La sua storia clinica manca di numerosi dettagli, ad es. non mi
dice se il disturbo peggiora con gli alimenti o le bevande, se è presente o peggiora nel corso del giorno
o della notte, se ha lesioni nel cavo orale, se fuma o se assume alcolici e tanto altro.
Le consiglierei una valutazione odonto-stomatologica che è fondamentale successivamente se
necessario la visita internistica. Doserei eventualmente la vitamina B12 e folati nel sangue.
Se è presente anche un coinvolgimento degli occhi con scarsa lacrimazione, allora saranno necessarie
alcune indagini immunologiche. La s. da reflusso gastro-esofageo comporta bruciore in gola, non bocca
secca. (OK, Salute e benessere, Prof. Riccardo Volpi)
CHE FARE IN CASO DI CONTINUI DOLORI ADDOMINALI?
Domanda: Sono 15 anni che soffro di terribili dolori addominali che sono andati peggiorando di anno in
anno e spesso è capitato che sono rimasta allettata per giorni. Ho solo 30 anni e ad oggi sono stata operata
prima di ernia inguinale bilaterale, appendicite, ernia ombelicale e
negli ultimi anni, tramite laparoscopia, mi hanno tolto delle
aderenze. Nel 2014 altro regalino dal mio corpo, sub-occlusione
intestinale con tanto di ricovero per una settimana in ospedale,
hanno tentato di risolvere con sondino gastrico e lasciandomi a
stecchetto, purtroppo non ho risolto dato che sono andata
peggiorando e adesso ho continui dolori addominali soprattutto sul
lato destro, crampi allo stomaco e nausea tant'è che sono alcuni
giorni che non riesco a ingerire quasi nulla. Da ieri ho notato che si è
formata alla base della lingua una patina gialla. Incontrato vari
specialisti e fatto tantissimi esami, con la colonscopia è uscito che ho una piccola infiammazione all’
intestino e con la gastroscopia che ho un'ernia iatale, gli esami del sangue sono nella norma tranne la vit
B12 che è
Risposta: il dolore addominale è spesso un sintomo non specifico che richiede pertanto molto tempo
prima di un corretto inquadramento diagnostico. Nel suo caso, lei segnala "una piccola infiammazione"
riscontrata alla colonscopia che andrebbe meglio etichettata. Ritengo pertanto indispensabile che in
casi come il suo sia osservato l'ileo endoscopicamente e se emergesse un'alterazione di test come crasi
ematica, VES, PCR e calprotectina fecale completare lo studio come un clisma-RM (cioè una risonanza
magnetica del piccolo intestino). (OK, Salute e benessere, Dr. S. Peralta)
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Anno III – Numero 437
SCIENZA E SALUTE
LAVORATORI ESPOSTI ALL’AMIANTO:
SI PUÒ PREVENIRE IL MESOTELIOMA COI CARCIOFI?
Ricercatori italiani: «Quattro pillole al giorno con estratto di carciofo per evitare il
tumore a chi è ad alto rischio. In laboratorio e su cavie funziona. Ora trial su
uomo»
Prevenire uno dei tumori più temibili e ancora letali, il mesotelioma, con i
carciofi. L’idea, tutta italiana, appare azzardata ma ha già dato buoni risultati
sia negli studi di laboratorio che sulle cavie. Tanto da far ottenere ai
ricercatori il via libera delle autorità per la sperimentazione sulle persone.
«Gli studi preclinici, condotti all’Ist. Tumori Regina Elena di Roma sia su
modelli cellulari di mesotelioma che su topi, hanno dimostrato che gli estratti di carciofo posseggono
attività antitumorali - spiega G. Blandino, resp. del Lab. di Oncogenomica Traslazionale del Regina
Elena. Se le nostre intuizioni venissero confermate anche sull’uomo apriremmo la strada a una
rivoluzione».
Il trial clinico, presentato Roma, durante l’International Workshop on metabolism, diet and chronic
disease, un appuntamento per fare il punto sulle evidenze scientifiche sui stili di vita e neoplasie.
Mesotelioma: ogni anno 2mila casi in Italia: Il mesotelioma ogni anno colpisce oltre duemila
persone solo in Italia, ma la sua incidenza è in continua crescita ed è atteso un picco di malati entro il
2020. È il tumore polmonare direttamente collegato all’esposizione da amianto, materiale bandito
dall’Italia da oltre vent’anni ma ancora diffusissimo (nell’ambiente ne restano circa cinque quintali
per cittadino, 32 milioni di tonnellate) e al centro del processo contro i dirigenti dell’Eternit. È una fra
le forme di cancro tutt’oggi letali, perché una volta diagnosticato non lascia scampo e la sopravvivenza
dei pazienti nella stragrande maggioranza de casi purtroppo non supera i 12 mesi. Ed è subdolo,
perché colpisce a distanza di anni: possono passarne perfino 40-45 tra l’inizio dell’esposizione
all’amianto e il momento in cui si manifesta la malattia. Colpa delle fibre di amianto inalate tanti anni
prima, che poi fanno ammalare soprattutto i lavoratori esposti: quelli delle fabbriche di cementoamianto e dei cantieri navali, ma è stato molto usato anche per costruire case, scuole, ospedali.
Come funziona l’estratto di carciofo: A fronte di un quadro così fosco, le speranze riposte
nell’estratto di carciofo crescono in modo esponenziale: «È appena partita la sperimentazione di fase
due condotta su lavoratori canadesi esposti all’asbesto.
L’obiettivo è dimostrare che l’estratto, realizzato in laboratorio semplicemente prendendo le foglie del
carciofo ed “elaborandole”, impedisce che le cellule esposte ad amianto esprimano a pieno il
potenziale cancerogeno, prolifichino e diano luogo a effettivamente un tumore.
I partecipanti, ad alto rischio di sviluppare il mesotelioma e già sofferenti di altre patologie benigne
dovute all’amianto, vengono trattati con 4 compresse di estratti di carciofo al giorno, del tutto prive di
effetti collaterali. E sono monitorati con cadenza trimestrale, attraverso biomarcatori sierici.
In particolare - la mesotelina è prodotta dal mesotelio, esposto a infiammazione, ed è molto
aumentata nel caso di esposizione all’asbesto e nel mesotelioma. L’ipotesi di questo trial è quella che il
carciofo sia in grado di ridurre il livello di mesotelina sierica. In sostanza, si tratta di usare la
mesotelina come biomarcatore di efficacia anti-cancerogena dell’estratto vegetale».
Se il trial clinico confermerà l’ipotesi si prevede un successivo trial di fase tre, su un numero molto
ampio di persone esposte all’asbesto e della durata di diversi anni. «Per adesso le premesse derivanti
dai dati sperimentali sono ottime, la speranza è che vengano confermate nell’uomo» concludono i
ricercatori. (salute, Corriere)
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PREVENZIONE E SALUTE
CONSERVE FATTE IN CASA E RISCHIO BOTULINO:
ECCO LE LINEE GUIDA
Regole pratiche dell’Istituto Superiore di Sanità per evitare brutte sorprese. In
Italia venti casi di botulismo all’anno, cinque sono letali.
È il veleno naturale più potente per l’uomo e in Italia la prevalenza di
intossicazione è più alta che altrove, perché abbiamo una tradizione di
conserve maggiore; tuttavia episodi di avvelenamento da botulino sono
rarissimi: circa 20 casi l’anno, 5 dei quali mortali».
A fare il punto è Fabrizio Anniballi del Centro nazionale per il Botulismo
dell’Ist. Superiore di Sanità, in occasione della presentazione delle Linee
Guida dell’Iss sul botulismo.
«In Italia, dal 1984 al 2013 - sono stati confermati solo 258 focolai che hanno coinvolto 391 pazienti.
Un numero molto più alto di casi si riscontrava negli anni ‘30, agli esordi dell’industria della
conservazione alimentare, ma allora spesso si moriva senza sapere la causa».
La parola «botulismo», quindi, suscita timore non tanto per la frequenza con cui si verifica la patologia
attualmente, ma piuttosto perché parliamo di una malattia letale anche per chi è giovane e forte. Basti
pensare, che «un grammo di tossina pura può provocare la morte di 14.000 persone se assunta per
ingestione». Oltretutto il veicolo è quanto di più innocuo si possa immaginare: conserve di carciofini,
melanzane e olive (non le marmellate grazie all’acidità della frutta unita allo zucchero).
«Il 43% dei casi deriva da sottolio - mentre il 26% da salomoie fatte con troppo poco sale o prodotti
imbarattolati senza altro trattamento oltre la bollitura, come capita per cicoria e fagiolini».
Le linee guida: Qualunque sia il tipo di conserva che si decide di fare in casa, ecco le regole pratiche
da seguire per evitare brutte sorprese:
Igiene personale e della cucina: Particolare riguardo deve essere posto all’igiene personale e della
cucina, la prima fonte di contaminazione, infatti, può essere rappresentata proprio da questi due
fattori. Il semplice lavaggio delle mani con sapone associato alla frizione meccanica asporta dalla pelle
gran parte dei microrganismi che vi sono presenti.
Attrezzature: per la preparazione delle conserve sono necessari diversi utensili. Il vetro è il materiale
migliore, anche se possono essere utilizzati contenitori in metallo.
Scelta degli ingredienti: Per ottenere conserve di frutta e di verdura che mantengano intatti i
sapori, gli aromi e le fragranze delle materie prime, è ideale scegliere sempre prodotti di stagione,
perché più ricchi di sali minerali, vitamine, e nutrienti. Il rischio che i vegetali possano contenere
residui di pesticidi e antiparassitari può essere superato scegliendo prodotti biologici. Se infine si riesce
a utilizzare i prodotti del proprio orto, è consigliabile preparare le conserve entro 6-12 ore dalla
raccolta. L’aceto deve essere di vino, meglio se bianco. L’olio deve essere di primissima qualità. Si
raccomanda l’utilizzo di olio extravergine di oliva. Per quanto riguarda lo zucchero, è consigliabile
usare quello semolato perché non altera il sapore e il profumo della frutta.
Selezione e lavaggio dei prodotti: Lavare le materie prime sotto acqua corrente in modo da
eliminare le particelle di terra ed altri eventuali residui. L’immersione per qualche minuto in acqua
contenente il bicarbonato di sodio può essere utile per ridurre le tracce di pesticidi dalla superficie
esterna dei vegetali.
Sanificazione dei contenitori : Il termine sterilizzazione si riferisce a un trattamento in grado di
distruggere tutte le forme microbiche, comprese le spore. Le spore sono resistenti al calore e alla
temperatura di 100° C potrebbero essere necessari anche tempi di trattamento lunghi più di 5-6 ore.
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Anno III – Numero 437
Riempimento dei contenitori: I contenitori non vanno mai riempiti fino all’orlo, ma è necessario
lasciare uno spazio vuoto che, nel gergo tecnico, viene definito «spazio di testa», indispensabile
affinché all’interno del contenitore si generi il vuoto, inoltre, serve per contenere l’aumento del
volume della conserva durante il trattamento termico.
Pastorizzazione delle conserve: L’unico trattamento di stabilizzazione termica possibile in
ambiente domestico è la pastorizzazione. Si fa immergendo completamente i contenitori in acqua.
Coprire la pentola con il coperchio e portare l’acqua ad ebollizione. A questo punto l’erogazione del
calore può essere regolata a un livello più basso, ma comunque in grado di garantire sempre
un’ebollizione uniforme e vigorosa.
Verifica dei contenitori: Dopo la pastorizzazione, il contenuto dei vasetti sarà visibilmente diminuito
a causa dell’estrazione dell’aria. Trascorse 12-24 ore, quando i contenitori saranno ben raffreddati,
devono essere accuratamente ispezionati per valutare l’ermeticità della chiusura e il raggiungimento
del vuoto. I tappi o capsule di metallo dovranno apparire leggermente concavi (incurvati verso l’interno
del contenitore). Premendo con il dito al centro della capsula o del tappo non si deve udire un «click
clack». Un’ulteriore prova può essere fatta battendo con un cucchiaio sul tappo. Se il tappo emette un
suono metallico, la chiusura è ermetica e il contenitore sotto vuoto, se altrimenti emette un suono
profondo, il contenitore non è sottovuoto. (Salute, Corriere)
IN FUTURO SMARTPHONE ANALIZZERANNO DNA
In futuro lo smartphone potrebbe permettere di calcolare la temperatura corporea,
i livelli di zucchero nel sangue dei diabetici e persino analizzare il Dna.
La tecnologia che sfrutta la fotonica e' stata sviluppa da un team di ricercatori
del Polytechnique Montreal e descritta sulla rivista Optics Express.
Si tratta di un sistema fotonico laser trasparente, costituito da un sensore
della temperatura e un meccanismo inedito per l'autenticazione dello
smartphone che sfrutta la luce infrarossa e la tipologia di vetro attualmente in uso nella maggioranza
dei telefonini intelligenti. Oltre a possedere raffinati sensori biomedici, la tecnologia permetterà di
inserire il dispositivo in qualsiasi superficie di vetro, come finestre o tavoli, creando un touchscreen
trasparente come quello di film come Avatar e Iron Man. (Agi)
STRESS, MEMORIA A RISCHIO
Quando si prolunga nel tempo può far perdere i ricordi a breve termine
Quando si entra nella terza età la memoria non è minacciata solo dai naturali processi di
invecchiamento. Secondo uno studio pubb. sul Journal of Neuroscience anche lo stress gioca la sua
parte.
Gli esperimenti, hanno infatti dimostrato che livelli di ormoni dello stress superiori
alla norma sono associati alla diminuzione delle connessioni nervose nell'area del
cervello che controlla la memoria a breve termine e alla riduzione delle capacità
mnemoniche.
Questi risultati, uniti alla scoperta che livelli elevati di ormoni dello stress portano
alla perdita graduale delle sinapsi nella corteccia prefrontale del cervello,
suggerisce che un eccesso di stress nella terza età potrebbe portare a problemi di
memoria. “Gli ormoni dello stress sono uno dei meccanismi che riteniamo portino all'alterazione del
cervello– ha precisato Jason Radley, coautore della ricerca – Come un sasso sul bagnasciuga, dopo anni
e anni potrebbe rompersi e scomparire”. (salute, Sole 24ore)