diapositive e materiali commentati a lezione
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02/04/2011 Modulo A: Origini delle letterature romanze: culture, testi, generi. PARTE PRIMA: TESTI DELLE ORIGINI DIAPOSITIVE E MATERIALI COMMENTATI A LEZIONE Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani I materiali qui raccolti sono stati presentati e discussi durante le lezioni relative alla prima parte del MODULO A - Origini delle letterature romanze: culture, testi, generi del corso di Filologia romanza I-Z dell’a.a. 2010-11 (prof. R. Tagliani) avente per oggetto l’analisi di testi delle Origini romanze. Tali materiali NON SOSTITUISCONO, ma INTEGRANO i contenuti inerenti la preparazione dell’esame relativo al modulo in oggetto, sono il frutto di un’ampia e libera rielaborazione di alcuni temi nodali della linguistica romanza, affrontati nel manuale in adozione (M. L. MENEGHETTI, Le origini delle letterature romanze medievali, Bari-Roma, Laterza, 20066). I materiali iconografici sono tratti dalla rete internet e impiegati in questo documento esclusivamente a titolo didattico ed esemplificativo, senza scopo di lucro. Lo studio di queste diapositive NON SOSTITUISCE IN ALCUN MODO la preparazione delle parti del manuale indicate nel programma ufficiale, pubblicato sul sito, allegato alla dispensa e qui riprodotto nella diapositiva seguente. Milano, 31 marzo 2011 R.T. Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani 1 02/04/2011 FREQUENTANTI: M. L. MENEGHETTI, Le origini delle letterature romanze medievali, Bari-Roma, Laterza, 20066: studio approfondito delle pp. 3-17; 19-41; 53-80; 86-92; 132-233 e lettura orientativa delle parti rimanenti (N.B.: l’appendice iconografica è parte integrante del programma) I NON FREQUENTANTI AGGIUNGERANNO tutte le restanti parti del volume sopra citato. Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani Introduzione Coordinate di partenza Luoghi della conservazione Latino della parola: definizione e testi Testi delle origini di area iberica Testi delle origini di area francese Testi delle origini di area italiana Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani 2 02/04/2011 “ Le letterature romanze sono il frutto, spesso straordinario, di una scelta – linguistica e ancor più culturale – che avrebbe anche potuto non aver luogo, o almeno non aver luogo nei tempi e nelle forme in cui effettivamente è avvenuta. ” (M.L. Meneghetti, Le origini delle letterature medievali romanze) Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani Letterature romanze e letteratura mediolatina Prestigio romanzo Litterati latino e scelta del volgare e illitterati Universalità imperiale e sviluppo delle culture nazionali Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani 3 02/04/2011 Lunga gestazione ed esplosione artistica. mediolatina Emulazione e competizione con la letteratura mediolatina. Superiorità delle letterature romanze acquisita in tempi brevissimi (tra XII e XIV sec.). Au. Roncaglia, Le origini (1965) riconosce una “continuità di fondo” (la tradizione latina) dentro una “discontinuità di livello” (innovazione volgare): prolungano g il corso dell’antica “ Le moderne civiltà romanze non p civiltà classica secondo uno sviluppo rettilineo sullo stesso piano, ma attraverso una fase di ripiegamento e di faticoso recupero (in cui s’inseriscono anche apporti esterni), rappresentato da quello che chiamiamo appunto ‘medio evo’ romanzo”. Contaminazione reciproca e simbiosi culturale. Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani La “zona grigia”: dalla caduta dell’Impero romano d’Occidente (476 d.C.) alla Sequenza di Sant’Eulalia (881) Il Cristianesimo elemento unificante di lingua, cultura e formazione Sacrae Scripturae / sermo humilis La “grande pausa”: dall’inizio del VII alla fine del IX secolo “non c’è un pubblico letterario né una lingua letteraria generalmente comprensibile” comprensibile (E. Auerbach) Emergenza del volgare: il Concilio di Tours dell’813 Nuovi luoghi dell’elaborazione culturale: i grandi monasteri Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani 4 02/04/2011 IN ITALIA: Vivarium (Squillace) B bbi Bobbio Nonantola Montecassino Pomposa IN FRANCIA: Luxeuil Fleury Limoges IN GRAN BRETAGNA: Jona Lindisfarne IN IRLANDA: Kells B Bangor Derry IN GERMANIA: Fulda, San Gallen Reichenau Scuole cattedrali episcopali: Monza Verona Poitiers Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani Il modello culturale carolingio Il latino e la scuola Le artes liberales: • TRIVIUM: g grammatica, retorica, dialettica • QUADRIVIUM: aritmetica, geometria, astronomia, musica Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani 5 02/04/2011 Definizione e o e funzionale: provinciale o e letteratura e e p o c e e pratica che, noncurante della tradizione classica, ha spesso come unico punto di riferimento la Bibbia, e che trova la sua espressione nelle vite di santi locali, negli scarni annali regi o monastici, nelle collezioni di leggi, negli statuti ecclesiastici. Testimoniale Orale vs. didattico vs. parlato Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani Iscrizione della basilica di San Marco a Roma ((metà IX sec.)) + De dono Dei et sancti Marci Ioannes presbiter fierogabit omnesitiente venite be vite ad aqua et si quis de sta aqua pretio tuleri anathema sit. Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani 6 02/04/2011 Glosse di Reichenau, VIII-IX sec., Francia del Nord (forse dall’abbazia merovigica di Corbie, Somme) PRIMO CODICE SECONDO CODICE 44. ITERUM: alia vice 60. SEMEL: una vice 107. ISPIDUS: pilosus 212. REUS: culpabilis 266 COTURNICES: quacoles 266. 433. SCURRIS: ioculator 544. UVAS: racemos 997. MINAS: manaces 1044. PINCERNA: scantio 23. PINCERNA: butillarius 47. IECORIS: figido 63. NOCTUA: corvus nocturnus vel cavannus 66. CORCODRILLUS: bestia in flumine similis lacerte, sed grandis 73. NOVERCA: matrastra Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani Cantilena di San Farone (seconda metà del IX sec.) De Chlotario est canere rege Francorum, qui ivit pugnare in gente Saxonum, quam grave provenisset missis Saxonum si non fuisset inclitus Faro de gente Burgundiorum. […] Quando veniunt missi Saxonum in terra Francorum,, Q Faro ubi erat princeps, instinctu Dei transeunt per urbem Meldorum, ne interficiantur a rege Francorum. Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani 7 02/04/2011 Montpellier, Bibliothèque de l’Ecole de Médicine, ms. 409, c. 344 Adriano su(m)mo pon/tifice & uniuersa/le p papae ( ) p p uita. / Redemptor mundi / tu lo iuua. / S(anct)e p&re tu lo iuua. / U(e)l alius s(anct)os qua/les uolueris / Exaudi ch(rist)e. / Karolo excellentis/simao & a d(e)o coro/nato magno & paci/fico rege francoru(m) / & langobardorum / ac patricio roma/norum uita & uic/toria. / Saluator mundi / tu lo iuua. / S(anct)e iohannis tu lo / iuua. U(e)l alius / s(anctu)s qual(is) uol(ueris) / Exaudi ch(rist)e. / Pipino & karolo / nobilissimis filiis / eius uita. S(anct)i illius / qual(is) uolueris tu los / iuua. / Exaudi ch(rist)e. / Pipino rege longo/bardorum uita uita. / S(anct)i mauricii / tu lo iuua. iuua U(e)l ali/us s(anct)os qual(is) uoluer(is) / Exaudi ch(rist)e. / Chlodouio rege / aequitanioru(m) uita. / S(anct)ae martinae / tu lo iuua. u(e)l alius / s(anctu)s qual(is) uolueris / Exaudi ch(rist)e. / Fastradane regi/na salus & uita. / Alias uirgines ch(rist)i / qual(is) uolueris / Exaudi ch(rist)e. / Omnib(us) iudicibus / u(e)l cuncto exercitui / ... Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani Verona, Biblioteca Capitolare, ms. LXXXIX, c. 3 + se pareba boues alba pratalia araba & albo versorio teneba & negro semen / seminaba / + gratias tibi agimus omnip(oten)s sempiterne d(eu)s Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani 8 02/04/2011 711: conquista araba della penisola iberica (Al-Andalus) VIII-XI secolo: predominio culturale dell’arabo sul latino, relegato all’uso sporadico nei regni cristiani del Nord (NB: aree isolate => uso del latino visigotico, che non risente del rinnovamento della rinascenza carolina). La religione cristiana, così come quella ebraica, sono tollerate in Al-Andalus in quanto religioni monoteiste, fino all’avvento della dominazione fondamentalista e intransigente degli Almoravidi, Almoravidi dinastia berbera di origine marocchina => la successiva persecuzione e diaspora diffonderà verso nord la letteratura mozarabica (Galizia, León, Castiglia, Francia meridionale). Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani A metà del IX secolo si attesta, con piena coscienza dei contemporanei, un volgare mozarabico, varietà arabo-romanza dell’uso pratic, definita dal geografo arabo Ibn Hurdadbih di Bagdad andalusiyya (“lingua di AlAndalus”), messa sullo stesso piano di ifrangiyya (“lingua dei Franchi”, estensivo per “lingue romanze”), del greco, del persiano, dello slavo e dello stesso arabo non letterario. Varie testimonianze ci informano che il califfo ’Abd al-Rahman II (912961) era solito gareggiare con i cortigiani nell’improvvisazione di versi arabi la cui rima era costituita da un’espressione mozarabica che doveva essere intercalata più volte nella composizione composizione. Menéndez Pidal e Dámaso Alonso ricordano testimonianze delle antiche cronache iberiche che biasimano la diffusione, anche nei regni cristiani del nord (e in particolare sulle vie dei pellegrinaggi) di carmina amatoria et turpia, di cantica puellarum e di cantus saecularium. Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani 9 02/04/2011 Le muwassahat sono poesie in arabo o in ebraico letterario costituite da strofe di versi monorimi, monorimi detti letterario, bayt, con rime che cambiano per ogni strofa, seguita da una seconda parte, a rima fissa, detta qufl (schema: aaax, bbbx, cccx…). Nell’ultima strofa del componimento il qufl prende il nome di harga g , ed è scritto in arabo p parlato ((o mozarabo), ossia in un arcaico idioma romanzo parlato dai cristiani rimasti in Al Andalus dopo la conquista araba, e scritto in caratteri arabi o ebraici. Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani Le muwassahat sono poesie a tema vario: amoroso (eterosessuale o omosessuale) omosessuale), panegiristicoencomiastico, bacchico (elogio dei banchetti e del vino), e spesso uniscono insieme i diversi temi. Sono componimenti di stile colto, barocco, raffinato e di tono aulico, a voce maschile; La harga g è invece di tematica esclusivamente amorosa, a voce femminile, di norma introdotta da un verbum dicendi, di tono semplice e naturale (talora solo apparente): il trattatista del XII sec. Ibn Sana’al-Mulk la definì “maliziosa, acuta e tagliente”. Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani 10 02/04/2011 Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani 11 02/04/2011 Madrid, Bibl. Real Academia de la Historia, ms. Emilianense 39, c. 245 (da San Millán de la Cogolla) In era DCCCXVI, venit Carlus rex ad Cesaragusta. In his diebus habuit duodecim neptis; p ; unusquisque q q habebat tria milia equitum q cum loricis suis. Nomina ex his Rodlane, Bertlane, Oggero Spatacurta, Ghigelmo Alcorbitunas [opp.: Alcorbitanas], Olibero et episcopo domini Torpini. Et unusquisque singulos menses serbiebat ad regem cum scolicis suis. Contigit ut regem cum suis ostis pausabit in Cesaragusta. Post aliquantulum temporis, suis dederunt consilium ut munera acciperet multa, ne a ffamis periret exercitum, sed ad propriam rediret. Quod factum est. Deinde placuit ad regem, pro salutem hominum exercituum, ut Rodlane, belligerator fortis, cum suis posterum veniret. At ubi exercitum portum de Sicera transiret, in Rozaballes a gentibus Sarrazenorum fuit Rodiane occiso. «Nell’anno 778 [lett.: ‘816 dell’era’, e cioè dell’era ispanica: nel Medioevo, in Spagna gli anni erano computati a partire dal 38 a.C., supposta data di fondazione, da parte di Giulio Cesare, delle province romane in terra iberica] re Carlo venne a Saragozza. In quei tempi aveva dodici nipoti, e ciascuno di loro aveva tremila cavalieri tutti corazzati. I nomi di alcuni erano: Rolando, Bertrand, Uggieri Spadacorta, Guglielmo ‘dal curvo naso’, Olivieri e il vescovo messer Turpino. E ciascuno serviva il re un mese all’anno con quelli del suo seguito. Avvenne che il re con le sue schiere si accampò davanti a Saragozza. Dopo un po’ di tempo, i suoi lo consigliarono di accettare i doni offerti [dagli abitanti di Saragozza], perché l’esercito non rischiasse di morire di fame, ma [poi] di tornare in patria. E così fu fatto. Piacque poi al re che Rolando, forte guerriero, restasse alla retroguardia con i suoi, per l’incolumità degli uomini delle altre schiere. Ma mentre l’esercito transitava per il passo di Cize, a Roncisvalle Rolando fu ucciso dalle genti saracene». Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani Il codice di più iù antico ti della tradizione della Chanson de Roland: Oxford, Bodleian Library, Digby 23, part 2, c. 1r.; ms anglonormanno ms. (1140-1170), posteriore di circa un secolo alla Nota Emilianense. Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani 12 02/04/2011 Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani “Pro Deo amur et pro christian poblo et nostro commun salvament, d’ist di in avant, in q quant Deus savir et podir me dunat, si salvarai eo cist meon fradre Karlo, et in aiudha et in cadhuna cosa, si cum om per dreit son fradra salvar dift, in o quid il mi altresi fazet, et ab Luther nul plaid numquam prindrai qui, meon vol, cist meon fradre Karle in damno sit.” tr. Per l’amore di Dio e per la salvezza del popolo cristiano e nostra comune, comune da questo giorno in avanti, avanti in quanto Dio mi conceda sapere e potere, procurerò io aiuto e qualunque altra cosa a questo mio fratello Carlo, così come secondo giustizia ciascuno deve procurarli al proprio fratello, a condizione che egli faccia altrettanto con me, e mai prenderò con Lotario qualsiasi accordo che, per mia volontà, sia di danno a questo mio fratello Carlo”. Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani 13 02/04/2011 [1] Cum pisce in acqua fregit sua ala et resolde, si resold ista mans qui desloge desloge. [2] Tomida femina in tomida via sedea; tomid infant in falda sua tenea; pes tomidas carnes tomides mans et tomidas pes, que est colbe recebrunt; tr. Come un pesce in acqua ruppe tomide fust et tomides fer que istæ colbe la sua pinna e guarì rinsaldandola, donerut. allo stesso modo ci sia la saldatura Exsunt en dolores di questa mano che si è lussata. d’os en polpa <de polpa en curi> De curi in pel De pel en erpa. Tærra æ a madre ad e susipiat sus p at dolores. do o es tr. Una donna gonfia sedeva su una gonfia via; teneva in grembo un bambino gonfio; gonfie le mani e gonfi i piedi; gonfie le carni, che ricevettero questo colpo; gonfio il legno e gonfio il ferro che diedero questo colpo. Se ne escono i dolori d’osso in polpa, di polpa in pelle, di pelle in capello (opp. pelo), di capello (opp. pelo) in erba. La madre terra riceva i dolori. Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani <Ailas>, als p poins batraunt sos caus, Et ab escarn diraunt sos laus, Et en la crux l’apenderaunt, Et ab l’azed lo potaraunt, Si greu est a parlar, Et en la crux l’apenderaunt. con i pug pugni co colpiranno guance, con sc scherno gli renderanno ttr. Ahimè è ((*), ), co p a o le e sue gua ce, e co e og e de a o omaggio, e alla croce l’appenderanno, e con l’aceto gli daranno da bere – è così penoso a parlarne – e alla croce l’appenderanno. (*) l’interiezione è aggiunta dell’editore moderno, per sopperire all’ipometria del verso. Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani 14 02/04/2011 Phebi claro nondum orto iubare fert aurora lumen terris tenue spiculator pigris clamat: surgite. L’alba par umet mar atra sol poypas abigil miraclar tenebras. Phebi claro nondum orto iubare; Fert aurora lumen terris tenue / Spiculator pigris clamat: surgite; L’alba par um& mar atra sol / Poypas abigil miraclar tenebras; En incautos ostium insidie / Torpentesq(ue) gliscunt intercipere; Quos suad& preco, clamat surgere. / L’alba part um& mar atra sol; Poypas abigil miraclar tenebras. / Ab arcturo disgregat(ur) aquilo; Poli suos condunt astra radios / Orienti tendit(ur) septemtrio; L’alba part um& mar atra sol; Poypas abigil En incautos ostium insidie torpentesque gliscunt intercipere quos suadet preco clamat surgere. L’alba part umet mar atra sol tenebras poypas abigil miraclar tenebras. Ab Arcturo disgregatur Aquilo Poli suos condunt astra radios Orienti tenditur Septemtrio. L’alba par umet mar atra sol poypas abigil. p g tr. Non essendo ancora sorto il chiaro astro di Febo, / l’aurora porge alle terre un tenue lume. / La scolta chiama i pigri: `Alzatevi!’ / [...] // Ecco che le insidie dei nemici / ardono dalla voglia di catturare gli incauti, e i sonnolenti / che l’araldo lusinga [e] invita ad alzarsi. / [...] // L’Aquilone si separa da Arturo, / gli astri del cielo nascondono i loro raggi; / il Grande carro si protende verso Oriente. / [...]. Ph A Becker il primo verso della terza strofa andrebbe interpretato NB: secondo Ph.-A. come: «La Stella polare [Aquilo] si separa da Arturo». Tuttavia, nella tradizione latina classica e mediolatina, Aquilo identifica soltanto ‘il vento del Nord’, o al massimo, per estensione, il Nord inteso come punto cardinale; considerarlo sineddoche per ‘Stella polare’ è, a giudizio di M.L. Meneghetti, una forzatura. 15 02/04/2011 Negazione della natura volgare del refrain e proposte ricostruttive: Ph.-A. Becker: Alba paret, tumet mare, sol assurgens attrahit tenebrasque post hic passim mire clarus abigit. [tr. L’alba appare, gonfia il mare, il sole, sorgendo, lo attira / poi dappertutto meravigliosamente chiaro scaccia le tenebre] A. Camilli: Alba p paret,, tumet mare,, attrahit solem;; post hic passim abigit mire clarus tenebras» [tr. L’alba appare, solleva il mare, richiama il sole; / poi questo dappertutto disperde, mirabilmente chiaro, le tenebre]. P. Rajna, «canzone d’alba»: L’alba part umet mar atras ol poy pasa bigil miraclar tenebras. [tr. L’alba, al di là dell’umido mare, dietro il poggio / passa vigile a spiare per entro le tenebre]. E. Gorra, «canto di vedetta»: L’alba par lune el mar, atras el poy pasa ‘1 vigil: mira clar las tenebras. [tr. L’alba appare lungo il mare, dietro il poggio; / passa la scolta: «Mira, chiare sono le tenebre]. G. Hilty, «forma di ḫarǧa»: L’alba par, u me mar, atra·s sol; po y pas, a bigil, mira clar tenebras. [tr. L’alba appare. Oh madre! Egli si avvicina solo. / poiché io passo a lui, ahimé, scolta, guarda il chiarore come se fosse tenebre]. L. Lazzerini , «canzone pasquale»: L’alba par, tumet mar; atras sol poypas abigit miraclar tenebras. [tr. L’alba appare, si gonfia il mare (per l’incipiente sorgere del sole); il sole si reca nelle nere fortezze a sconvolgere le tenebre]. 16 02/04/2011 Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani In hoc anni circulo vita datur seculo, nato nobis parvulo de Virgine Maria. [Verbum caro factum est de Virgine Maria] Mei amic e mei fiel, laisat estar lo gazel: aprendet u so noel de Virgine Maria. [Verbum caro ecc.] Fons de suo rivulo nascitur pro populo, fracto mortis vinculo de Virgine Maria. [Verbum caro ecc.] Lais lo·m dire chi non sab qu’eu lo·l dirai ses nul gab: mout n em issit a bo chab n’em de Virgine Maria. [Verbum caro ecc.]. Eu soi 1’ angel Gabriel aport vos salut fiel: Deus [descen] de sus deu cel in te, Virgo Maria. tr. In questo volger dell’anno, / al mondo vien data la vita, / essendo per noi nato un bimbo / dalla Vergine Maria. / Il Verbo si è incarnato / dalla Vergine Maria Maria. // Miei amici e miei fedeli fedeli, / lasciate stare il gazel: / imparate una nuova melodia / sulla Vergine Maria. / II Verbo [...] // La fonte dal proprio ruscello / nasce per il genere umano, / spezzato il vincolo della morte / per opera della Vergine Maria. / Il Verbo [...] // Me lo lasci dire chi non lo sa / e io glielo dirò senza scherzi: / siamo giunti davvero a buon fine / [partendo] dalla Vergine Maria. / Il Verbo [...] Io sono l’angelo Gabriele / ti porto un ossequiente saluto: / Dio discende dall’alto del cielo / in te, Vergine Maria. Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani 17 02/04/2011 METAFORA DELL’AMANTE-SPARVIERO Lettera amorosa a voce femminile, prima metà XII sec: «O si nutu Dei acciperem volucris speciem, quantocius volando te visitarem!» (tr. Oh, se per volontà di Dio prendessi la forma di uccello, al più presto volando ti visiterei!) I. Las, qui non sun sparvir astur, qui podis a li vorer, la sintil imbracher se buch schi duls baser, dussirie repasar tu dulur. tr. Infelice, perché non sono uno sparviero-astòre, / che potesse volare da lei, / la gentile abbracciare, / baciare la sua dolce bocca, / addolcire e quietare ogni dolore. MOTIVO DEL “CUORE SEPARATO” Pier Damiani, lettera ad Agnese di Poitiers imperatrice: «Dum tuam mestus absentiam cotidie lugeo, ne ipsum mecum non esse, immo cor meum a me procul abesse novo merore suspiro.» (tr. Mentre ogni giorno mi rattristo della tua assenza, sento di non essere in me; anzi, sospiro per un’inusitata tristezza, perché il mio cuore è lontano da me.) Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010 0-11 – prof. R. Tagliani 18 02/04/2011 [exin]de non haberet, nec talia secund(um) lege co(m)p(ro)bare poteret. Ideo nos q(ui) s(upra) iudex iudicabimus et p(er) n(ost)ru(m) / [iu]diciu(m) eos guadiare fecimus tali tenore quatenus ipse q(ui) s(upra) rodelgrimus plicaret se cu(m) lege, et ipse / [qui] s(upra) aligernus benerabilis abb(a)s p(ro) pars (suprascrip)ti sui monast(erii) faceret ci p(er) testes tale(m) consignatione(m) se/[cun]d(um) lege, ut singulo ad singulos ipsi testes ei(us) teneat in manu(m) supradic(tam) abbrebiatula(m) qua(m) ipse rodel/[grim]us hostenserat et testificando dicant: Sao ko kelle terre per kelle fini que ki contene / [t]re(n)ta anni le possette parte s(an)c(t)i benedicti. et firmarent testimonia ipsa secund(um) lege per / [sa]cramenta. et de taliter inter se co(m)plendu(m), mediatores inter se posuerunt et abierunt. In / Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani Non dicere ille secrita a bboce Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani 19 02/04/2011 Navata centrrale della chiesa inferiore di S.Clemente e, parete di sinistra: storrie di S.Clemente e Sisinnio, particolare e (copia ottocentesca a ad acquarello di W. Ewing, realizzata subito dopo la scoperta deg gli affreschi) Tutti i diritti riservati, pubblic cato per solo uso scientifico-did dattico, riproduzione vietata FALITE DERETO / COLO PALO / CARVON/CELLE DVRI/TIAM CORDIS / V(EST)/RIS // SAXA / TRAERE / MERVI/S/TIS // ALBERTEL / TRAITE / GOS/MARI / SISIN/IVM / FILI / DE LE / PVTE / RA/I/TE Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani Item eodem anno castrum Landredi ceperunt, ceperunt ibi vero plures homines interfecerunt et .XXVI. Inter milites et pedites atque arcatores secum in vinculis duxerunt et totum castrum combusserunt et funditus distruxerunt. De Castel d’Ard avi li nostri bona part. I lo getà tutto intro lo flumo d’Ard, e sex cavaler de Tarvis li plui fer d li nostre t cavaler. l con se duse tr. Nello stesso anno presero il castello di Landreis, uccidendovi molti uomini; condussero via prigionieri 26 tra cavalieri, fanti e arcieri, bruciarono e distrussero completamente il castello: «Di Castel d’Ardo ebbero i nostri buon partito, / lo fecero rovinar tutto dentro il fiume Ardo, / e sei cavalieri di Treviso, i più fieri, / i nostri cavalieri condussero con sé.» Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani 20 02/04/2011 EDIZIONE DIPLOMATICA De castel dard aui li n(ost)ri bona part, j lo geta tutto jntro lo flumo / d’Ard, e sex caualer d(e) taruis li plui fer co(n) se duse li nostre / caualer. EDIZIONE RICOSTRUITA IN DECASILLABI (Castellani) EDIZIONE INTERPRETATIVA (Meneghetti) De castel d’Ard av li nost bona part; I lo getà tut intro lo flum d’Ard. Sex cavaler de Tarvis li plui fer con sé duxé li nostre cavaler. De Castel d’Ard avi li nostri bona part. I lo getà tutto intro lo flumo d’Ard, e sex cavaler de Tarvis li plui fer con se duse li nostre cavaler. Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani Eras quan vey verdeyar consta di cinque strofe, ciascuna in una diversa lingua romanza: occitano, italiano, lingua d'oil, guascone, galego): Io son quel que ben non aio Ni jamai non l’averò, Ni per april ni per maio, Si per ma donna non l’ò; Certo que en so lengaio Sa gran beutà dir non sò, çhu fresca qe flor de glaio, Per qe no m’en partirò. (vv. 9-16) Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani 21 02/04/2011 Domna, tant vos ai preiada, si·us plaz, q’amar me voillaz, q’eu q eu sui vostr’endomenjaz, vostr endomenjaz, car es pros et enseignada e toz bos prez autreiaz; per qe·m plai vostr’amistaz. Car es en toz faiz cortesa, s’es mos cors en vos fermaz plus q’en nulla Genoesa, per q’er merces si m’amaz; e pois serai meilz pagaz qe s’era mia·ill ciutaz, ab l’aver q’es ajostaz, dels Genoes. Genoes Jujar, voi no sei corteso qe me chaidejai de zo, qe negota no farò. Ance fossi voi apeso! Vostr’amia non serò. Certo, ja ve scanerò, Provenzal malaurao! Tal enojo ve dirò: sozo, mozo, escalvao! Ni ja voi non amerò, q’eu chu bello marì ò qe voi no sei, ben lo so. Andai via, frar’, eu temp’ò meillaurà! tr. Signora, tanto vi ho pregata, di grazia, di volermi amare, che sono il vostro servo, perché siete valente e saggia e confermate tutti i buoni pregi; perciò mi piace la vostra amicizia. Giacché siete in tutto cortese, il mio cuore si è fissato in voi più che qualsiasi altra genovese; sarà una grazia se mi amate; allora sarò più rimeritato che non fosse mia la città dei Genovesi, con tutto l’avere che vi è ammassato. / Giullare, non siete cortese a importunarmi così: non farò proprio niente. Piuttosto foste impiccato! Non sarò vostra amica, anzi vi scannerò, sciagurato provenzale! Così vi insulterò: sozzo, pazzo, rapato! Mai vi amerò, perché ho un marito più bello di voi, ben lo so. Andate via, fratello, ho tempo più avventurato. Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani 22