Quale ruolo per le nuove agenzie di rating? CRIF CREDIT

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Quale ruolo per le nuove agenzie di rating? CRIF CREDIT
Pubblicazione di CRIF / autunno 2015
Quale ruolo per le nuove agenzie di rating?
Intervista a Michael L. Buneman,
Senior Advisor di CRIF Rating Agency
CRIF CREDIT FRAMEWORK:
dove tutte le esigenze di credito trovano
risposte concrete attraverso un approccio
olistico, dalle strategie alle soluzioni
La potenza informativa
del SIC EURISC e gli “impatti
a conto economico”:
gli innovativi KPI per la fase di Origination
Cessione del Quinto:
Scania Finance Italy:
guida sicura e senza rischi
grazie a Sprint Leasing 2.0 di CRIF
Market Basket Analysis:
un’applicazione di successo in banca
L’esperienza di Sky Italia
sulla gestione strategica del recupero
Non Performing Loans, la soluzione
Value4NPL di CRIF per la valorizzazione
dei portafogli di crediti deteriorati
Recupero crediti e buone prassi:
il FORUM UNIREC-CONSUMATORI
sottoscrive il “Codice di Condotta per i
processi di gestione e tutela del credito”
CRIF Academy certifica le figure
professionali core presenti
nelle aziende di credito
CRIF Finance Meeting 2015
Solve. Evolve: dalle norme europee alle
opportunità di sviluppo
Flashnews
Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - 70% - DCB - Bologna - n. 41, 2015
Pitagora e CRIF delineano lo scenario
del mercato e le opportunità di una nuova
soluzione end-to-end
Pubblicazione di CRIF
QUALE RUOLO PER LE NUOVE AGENZIE DI RATING?
Intervista a Michael L. Buneman, Senior Advisor di CRIF Rating Agency
Come la crisi degli ultimi anni ha modificato i mercati del credito?
“Con la crisi finanziaria del 2007 si sono moltiplicati commenti e spiegazioni
delle sue cause, così come i tentativi di individuare rimedi che prevengano simili
crisi in futuro. Tuttavia, è innegabile che in tutte le crisi storicamente occorse nei
mercati mondiali del credito, vi sia un tema di fondo: i creditori mutano parere e
perdono fiducia nelle loro stesse decisioni in precedenza adottate circa il profilo
di credito dei debitori. In altre parole, si moltiplicano i timori sulla capacità dei
debitori di continuare a onorare il servizio del debito.
Una tale reazione di creditori e obbligazionisti è logica e prevedibile. Tuttavia, si
potrebbe al contrario argomentare che in queste crisi i profili di credito di molti
debitori non siano affatto mutati, e la capacità di fondo di un debitore di onorare
le proprie obbligazioni finanziarie si mantenga inalterata. Ma la sua capacità
di attingere a nuovo credito, o di rifinanziare le obbligazioni in scadenza, è
ostacolata dalla generale perdita di fiducia dei creditori. In altre parole, le crisi
non sono il risultato di profili di credito necessariamente deteriorantisi ma
semplicemente di crescenti disagi, instabilità e cautela dal lato dell’offerta”.
In questo scenario che ruolo hanno assunto le agenzie di rating?
“Il ruolo delle agenzie di rating è cruciale, ed è quello di fornire opinioni sulla
capacità degli emittenti obbligazioni, che vengano riconosciute dai mercati come
indipendenti, utili, predittive e credibili. Obiettivo di tali opinioni è valutare il rischio
d’inadempimento legato a un’obbligazione durante la sua intera durata, attraverso
l’apposizione lungo una scala di rischiosità relativa rispetto ad altre obbligazioni,
e far sì che tali opinioni accompagnino l’obbligazione in questione per tutta la sua
durata e possano essere aggiornate con regolarità per mostrare agli investitori i
cambiamenti e le dinamiche del rischio ad essa connesso. È, tuttavia, raro che
un emittente di debito su basi non continuative (ovvero, una media o piccola
impresa) trovi economicamente conveniente avvalersi dei servizi di una di queste
agenzie maggiori. Infatti, la loro configurazione di mercato è protesa verso
società che emettono debito in maniera frequente e considerevole. Questo stato
di cose non è certamente l’ideale per quei Paesi nei quali le PMI costituiscono
la stragrande maggioranza del tessuto economico e imprenditoriale - guarda
caso, il contesto geografico europeo, nel quale le istituzioni comunitarie stanno
attivando svariate soluzioni per sostenere il finanziamento delle imprese,
soprattutto in periodi di ristrettezza di credito bancario. È realistico che
un’impresa non grande che debba raccogliere, poniamo, € 50 milioni a 5 anni
una volta soltanto, debba soggiacere a condizioni economiche analoghe a
quelle corrisposte da una grande impresa, che emette ed emetterà sui mercati
internazionali in maniera continuativa e per volumi ben superiori?”
Perché risulta particolarmente importante la presenza di agenzie domestiche?
“Innanzi tutto le PMI, così fortemente radicate nelle economie locali, possono
ritenere che un’opinione maggiormente influenzata da valutazioni nazionali
fornisca una base più appropriata di valutazione del loro merito di credito.
Effettivamente, una tale impostazione può essere tranquillamente condivisa
anche dagli investitori domestici. Un’ulteriore, importante, caratteristica dei
mercati finanziari internazionali è che i primi emittenti, temporalmente parlando,
di debito sul mercato sono, di norma, quelli caratterizzati da profilo di rischio
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più mitigato. È assai probabile che le agenzie che assegnano rating a questi
emittenti, formulino opinioni che si situano sulla parte alta della scala di rating,
con questo penalizzando gli emittenti a profilo di credito inferiore. È una
questione di prospettiva. Da un’agenzia domestica si ci attende una profonda
conoscenza delle dinamiche di rischio di qualsiasi settore del paese in cui opera
e dunque che presenti, per ogni settore, l’intero spettro di rischio relativo. Per
contro, il punto per le agenzie maggiori è semplicemente che esse assegnano
rating a un numero ancora ridotto (se non ridottissimo) di emittenti e, pertanto,
dispongono di una base campionaria scarna, che non consente loro di fornire
una prospettiva ragionevole dell’intero spettro del rischio di credito”.
Quali potrebbero essere gli impatti per le imprese?
“Se pensiamo al mondo delle imprese non enormi (o PMI), ritengo che sulle
agenzie gravi un compito non indifferente: ogniqualvolta i sistemi bancari sono
sotto pressione, le PMI sono fra i primi soggetti a soffrire delle conseguenze.
Visto dal lato della banca, le PMI portano meno ricavi ma richiedono maggiore
analisi e maggiori investimenti nel monitoraggio, se paragonate alle imprese
maggiori o quotate in Borsa. Per contro, le PMI debbono attrezzarsi per
diversificare le fonti di finanziamento; ma questo significa interagire con
nuove tipologie di finanziatori che non hanno le stesse prerogative e obiettivi
delle banche. Parlo, ovviamente, di fondi d’investimento, assicurazioni, fondi
pensione, e molti altri soggetti non bancari che potremmo ricomprendere sotto
l’ampia e generica definizione di ‘shadow banking’: investitori che considerano
il prestar denaro (tramite l’acquisto di obbligazioni) come mera attività, appunto,
d’investimento, attendendosi unicamente il puntuale e regolare pagamento
delle cedole e il puntuale e integrale rimborso del capitale prestato a scadenza.
E più precisamente, questo tipo d’investitori è quello che si affida alle opinioni
delle agenzie di rating, non tanto per appaltare l’analisi di credito, quanto per
sostenere o corroborare le analisi condotte internamente. Il processo di rating
costringe ad adottare una disciplina di cui le imprese, spesso poco avvezze alla
comunicazione con l’ampia comunità finanziaria, possono beneficiare in vista del
dialogo con nuove classi d’investitori. Le agenzie di rating locali, generalmente
ben radicate nei contesti economici locali e regionali e con particolare
conoscenza delle consuetudini commerciali e finanziarie delle imprese non
enormi, sono straordinariamente ben posizionate per valutarne il merito di
credito e veicolare tutte queste preziose informazioni alla comunità finanziaria”.
Quali evidenze emergono relativamente all’ExtraMOT-PRO?
“Relativamente all’Italia, il mercato ExtraMOT-PRO è stato lanciato agli inizi del
2013 e ha raggiunto, a fine luglio 2015, volumi superiori a 4,5 miliardi di Euro
grazie a 117 emissioni da parte di 101 imprese - figure che in parte risentono
della presenza di alcuni prestiti obbligazionari di dimensioni importanti, collocati
e scambiati anche sull’Euromercato.
Non vi è nessun dettame formale per le imprese emittenti di dotarsi di rating, o
di dotare di rating la singola emissione obbligazionaria anche se la percentuale
di emittenti sprovvisti di rating è superiore, ad esempio, a quella degli analoghi
mercati in Germania e Spagna. L’evidenza mostra che le emissioni superiori a
100 milioni di Euro sono corredate dal rating di una delle tre maggiori agenzie
globali, mentre le imprese emittenti obbligazioni d’importo inferiore tendono ad
avere il rating di una delle due agenzie domestiche”.
autunno 2015
CRIF CREDIT FRAMEWORK:
DOVE TUTTE LE ESIGENZE DI CREDITO TROVANO RISPOSTE CONCRETE
ATTRAVERSO UN APPROCCIO OLISTICO, DALLE STRATEGIE ALLE SOLUZIONI
Da oltre 25 anni, la mission che guida le persone di CRIF è creare sempre
più valore per i clienti, accompagnandoli nel loro percorso di crescita, dalle
strategie alle soluzioni.
La proposta di CRIF si fonda sulla CRIF Credit Framework, una visione
integrata delle esigenze di banche, società finanziarie e confidi che consente
loro di affrontare in modo olistico ed efficiente la gestione del credito e della
relazione con i clienti.
Le soluzioni CRIF consentono di ottenere processi e valutazioni affidabili,
ottimizzati e compliant in ogni fase del credito: dal customer engagement
all’origination del credito, dallo sviluppo e monitoraggio del portafoglio clienti
fino alla collection e alla gestione degli NPL.
I fattori distintivi di CRIF: end-to-end knowledge company
CRIF mette a disposizione un mix di fattori unico in Italia:
• CRIF Information Core, il patrimonio informativo del Gruppo, che
comprende oltre 40 fonti sia pubbliche che proprietarie ed esclusive di CRIF.
• Know how, capacità analitiche, formative e di compliance normativa di
professionisti ed esperti di livello internazionale, e tecnologie e conoscenze
IT all’avanguardia.
• Soluzioni complete, con big data analytics, risk & management consulting,
piattaforma end-to-end per la gestione del credito.
• Outsourcing & processing, con servizi e team specializzati nella Business
Process Optimization, nella collection e nelle valutazioni immobiliari.
• CRIF Rating Agency, la prima agenzia di rating italiana registrata in UE,
anche riconosciuta ECAI.
Perché CRIF
• fa parte della prestigiosa FinTech 100, la classifica delle più importanti realtà
a livello mondiale in grado di fornire soluzioni tecnologiche verticali per i
financial services;
• Gartner, Forrester, CEB TowerGroup e altre società di ricerca indipendenti
di standing internazionale hanno riconosciuto e accreditato le soluzioni CRIF;
• opera in 4 continenti e conta oltre 2.500 dipendenti e collaboratori nel
mondo;
•conta 4 data center, 500+ installazioni software, 500+ milioni di decisioni
di credito supportate e recupero crediti su oltre 1,5 milioni di posizioni
ogni anno, 550+ mila valutazioni immobiliari e data quality su 300+ mila
fascicoli di mutuo;
• mette a disposizione una conoscenza unica del mercato, con le evidenze
del CRIF Market Outlook riprese nei principali osservatori di settore;
• è l’energia “made in Italy” che ogni giorno fa evolvere la gestione del
credito di oltre 3.100 istituti finanziari e di 25.000+ imprese che utilizzano
direttamente i servizi CRIF in 50 paesi.
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brinare le aree di intervento con assessment e consulenza di esperti di livello internazionale
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fondere in un mix unico benchmarking, compliance, risk management e soluzioni software
evaporare costi e impatti IT con outsourcing, tecnologie cloud e Solutions as a Service
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autunno 2015
LA POTENZA INFORMATIVA DEL SIC EURISC E GLI “IMPATTI A CONTO ECONOMICO”:
gli innovativi KPI per la fase di Origination
Azienda di credito: Findomestic Banca
Soluzione: CRIF Information Core, PERFORM il Credit Bureau Score di CRIF - e consulenza
per la revisione del processo di origination.
Esigenze: riduzione del cost to income e
ottimizzazione dei processi di accettazione con
riduzione dei costi operativi.
Risultati: incremento dei tassi di esitazione
automatica delle pratiche, saving in termini di
FTE, miglioramento degli SLA e riduzione del
costo del rischio complessivo.
Findomestic Banca è
una società finanziaria
leader del mercato
italiano del credito al
consumo. Costituita
nel 1984 su iniziativa di
istituti di credito italiani
e francesi, è oggi parte
del gruppo francese
BNP Paribas,
operatore di primo
piano a livello
mondiale nei servizi
bancari e finanziari. Vicina al territorio, al sociale e
alla cultura, mette a disposizione dei clienti italiani
una gamma completa di servizi e prodotti di qualità.
Le esigenze di Findomestic
Nell’ambito di un’iniziativa corporate che
interessava l’intero Gruppo BNP Paribas fu definita
l’esigenza di ridurre il cost to income. A fronte di
tale indirizzo Findomestic intraprese un percorso
volto alla ottimizzazione dei processi di
accettazione. In particolare, l’obiettivo principale
era l’individuazione di spazi di efficientamento in
ottica di riduzione dei costi operativi
preservando la rischiosità del credito erogato.
Findomestic si è sempre distinta per avere al
proprio interno una forte competenza e un team di
lavoro di elevato standing, in grado di governare i
processi decisionali e operativi e di individuare le
aree di ottimizzazione mettendo in pratica le
opportune misure correttive. Tuttavia, a fronte dello
scenario critico del mercato italiano e dei forti
cambiamenti in atto, Findomestic si è avvalsa sia
del supporto dei dati del CRIF Information Core (il
patrimonio informativo del Gruppo CRIF) sia della
consulenza di CRIF Credit Solutions, la business
line di CRIF per le aree di Consulenza, Predictive
Analytics, Risk Management e Sistemi Gestionali
del credito, per accompagnare il progetto di
ottimizzazione dei processi di origination
apportando know how specialistico esterno e
competenze maturate nelle principali aziende di
credito.
Il progetto
Tra i principali obiettivi del progetto era stato
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identificato come prioritario l’incremento del
tasso di esitazione automatica della
produzione, garantendo allo stesso tempo un
congruo equilibrio tra volumi erogati e
rischiosità delle richieste accettate. Con il
supporto consulenziale di CRIF Credit Solutions e
la profondità del patrimonio informativo del Gruppo
CRIF, il CRIF Information Core, Findomestic ha
individuato nuove opportunità di evoluzione delle
proprie policy decisionali. Inoltre, all’interno dei
processi di origination le informazioni creditizie
sono strategiche al fine di abbattere il costo del
rischio integrandole all’interno dei modelli e delle
logiche decisionali per incrementarne il potere
discriminante.
In particolare, il progetto è stato articolato in due
differenti fasi:
• la prima, focalizzata sul segmento prestiti
personali, ha visto l’evoluzione dell’utilizzo delle
“informazioni elementari” di EURISC nelle
strategie decisionali;
• la seconda, relativa ai prestiti finalizzati, si è
basata sull’introduzione/sofisticazione
dell’impiego del Credit Bureau Score di CRIF
(PERFORM).
Nell’ambito della prima fase progettuale sono state
in primo luogo individuate le aree di intervento a
maggiore potenziale, mediante un’analisi della
produzione e della riclassificazione delle pratiche
rinviate (quelle per cui è richiesta una valutazione
da parte degli analisti credito) in differenti aggregati
tra loro assimilabili secondo determinate
caratteristiche.
Inoltre, per ciascun cluster aggredibile è stata
identificata l’azione più opportuna in termini di
rifiuto o accettazione automatica, da effettuare
mediante l’affinamento del contributo apportato dai
dati EURISC. A tal fine, è stato sviluppato sull’intera
popolazione rinviata uno score custom che si basa
sull’elaborazione delle informazioni creditizie di
CRIF. Lo score individua gli elementi predittivi di
rischio sulle variabili non interne a Findomestic e
affina l’utilizzo di PERFORM su uno specifico
segmento in portafoglio, definendone l’applicazione
e gli opportuni cut-off mediante tecniche statistiche
mirate (chaid analysis).
Gli interventi introdotti sul segmento prestiti
finalizzati, già fortemente automatizzato, si sono
basati invece sulla valorizzazione del Credit Bureau
Score, introducendo o sofisticando logiche basate
sull’utilizzo di PERFORM su specifiche sotto aree
differenziate - per tipo cliente, importo in richiesta,
ecc. - e tarando gli opportuni cut-off di
accettazione, rifiuto e rinvio mediante l’adozione di
un modello di NPV (Net Present Value).
Le performance di un processo o una strategia
decisionale sono tipicamente misurate sulla base di
KPI o indici statistici (ad es. bad rate, tempo di
risposta ecc.). Nel corso del progetto sono emerse
le seguenti novità: i consulenti CRIF Credit
Solutions hanno proposto un approccio basato sul
concetto di “Impatto a Conto Economico” con
l’obiettivo principale di mettere in stretta
correlazione KPI operativi e statistici a driver di tipo
economico. La misurazione di benefici raggiungibili
attraverso gli interventi fatti si è basata su un
indicatore innovativo, unico sul mercato italiano,
ottenuto attraverso l’utilizzo combinato di due
modelli: calcolo della redditività e saving degli FTE.
Tramite tale metodologia è stato così possibile
comprendere gli effetti di un utilizzo specializzato
ed esteso delle informazioni di EURISC mettendo in
relazione diversi elementi per definire la bontà della
soluzione ipotizzata o selezionare la migliore
alternativa.
I benefici ottenuti
L’approccio adottato dai consulenti CRIF Credit
Solutions ha consentito l’introduzione di un utilizzo
evoluto dei dati EURISC nelle strategie
decisionali di Findomestic, volto a massimizzare
la conoscenza del cliente, grazie alla profondità
informativa del dato. In particolare, EURISC
insieme alle robuste metodologie analitiche
adottate ha permesso una valutazione della
rischiosità del cliente allo scopo di incrementare il
tasso di esitazione automatica, ottenendo un
risparmio in termini di costi di studio delle pratiche
e garantendo allo stesso tempo la bontà e la
redditività della clientela in ingresso.
In relazione agli specifici obiettivi del progetto di
ottimizzazione dei costi legati ai processi di
origination, sul segmento prestiti personali sono
stati individuati interventi che hanno permesso di
apportare potenziali benefici quantificabili in:
• incremento del 14,4% del tasso di esitazione
automatica;
• riduzione del 27% del numero potenziale di FTE
dedicati allo studio di tale tipologia di pratiche;
• riduzione del costo del rischio annuo stimato in
un 4,3%.
Inoltre, le iniziative identificate sul segmento prestiti
finalizzati consentono, a parità di costo del rischio,
di realizzare:
• incremento del 5,1% del tasso di esitazione
automatica;
• riduzione del 41% del numero potenziale di FTE
dedicati allo studio di tale tipologia di pratiche.
“Da tale esperienza” - commenta Angelo Piazza,
Chief Risk Officer di Findomestic Banca - “è
emerso come attraverso all’utilizzo evoluto e
integrato dei dati EURISC, insieme al know how e
gli innovativi approcci dei consulenti CRIF Credit
Solutions, sia stato possibile raggiungere benefici
consistenti e misurabili. Ciò si è tradotto infatti in
una riduzione del costo del rischio a vantaggio dei
processi operativi di origination e nell’abbattimento
dei costi di studio delle pratiche, quali quelli legati
alla valutazione del merito creditizio da parte degli
analisti. In particolare, gli interventi di
ottimizzazione delle strategie decisionali, definiti
nell’ambito della collaborazione tra Findomestic e i
consulenti CRIF hanno consentito un
efficientamento traducibile in un potenziale
risparmio di oltre 1 milione di euro annuo per
quanto riguarda i costi operativi” - conclude
Piazza.
Per maggiori informazioni: [email protected]
Pubblicazione di CRIF
CESSIONE DEL QUINTO: PITAGORA E CRIF DELINEANO LO SCENARIO DEL MERCATO
E LE OPPORTUNITÀ DI UNA NUOVA SOLUZIONE END-TO-END
Keywords: Credito al consumo, Valutazione ATC, Risk Based Pricing, Responsible Lending
Nell’ambito dei segnali di ripresa del comparto complessivo del credito al
consumo, anche i finanziamenti contro cessione del quinto dello stipendio/
pensione (CQS/CQP) sono tornati a mostrare una crescita dei flussi finanziati.
In particolare, nei primi tre mesi del 2015 hanno segnato un incremento del
+6,1%, grazie al deciso recupero delle erogazioni ai pensionati, che pesano
per il 45%, e all’accelerazione dei prestiti erogati ai dipendenti pubblici, cui fa
riferimento il 40% dei flussi (fonte: Osservatorio Credito al Dettaglio Assofin,
CRIF, Prometeia – vol. 38).
La Cessione del Quinto presenta ampi margini di crescita e sta raccogliendo
un rinnovato interesse da parte di banche e investitori per le sue caratteristiche
di minor rischiosità, di elevata affidabilità del prodotto e appetibilità del buon
rendimento che le è riconosciuta come asset class nel confronto con altre
cartolarizzazioni. Inoltre, la vicinanza alle esigenze dei pensionati potrebbe
consentire, in futuro, di esportare questa tipologia di finanziamento anche in altri
Paesi europei. Esiste già un’iniziativa in tal senso da parte di ABI e Assofin.
Abbiamo incontrato Paolo Rossi, Direttore Direzione Partnership e Marketing di
Pitagora, per approfondire con lui l’analisi del contesto di mercato e le sfide da
affrontare per gli istituti in materia di CQ.
“Se in passato la CQ era esclusiva di un target preciso, che possiamo definire
‘sub-prime’, oggi le minori commissioni e i tassi appetibili la fanno scegliere dai
consumatori non solo per esigenze di liquidità ma anche per la sua convenienza.
I nostri dati evidenziano come, nel 2014, il 22% dei clienti si è rivolto alla CQ
per comprare o ristrutturare casa, il 17% per acquistare un’auto o una moto,
un altro 6% per finanziare spese mediche. Parliamo quindi di un prodotto che
viene scelto in risposta a bisogni primari delle famiglie. Inoltre, l’attuale liquidità
del mercato finanziario sta agevolando la nascita e il riaffacciarsi sul mercato di
nuovi e vecchi player, e l’entrata in vigore della Circolare Banca d’Italia n. 288
con la creazione dell’Albo delle società di intermediazione finanziaria (art. 106
TUB) determinerà un’ulteriore razionalizzazione del comparto” - afferma Rossi.
“Attualmente è in corso un processo di standardizzazione dei prodotti in
linea con quanto avviene per gli altri comparti del credito al consumo, con
conseguente adeguamento delle metodologie di valutazione del rischio e di
gestione. Il prodotto Cessione del Quinto ha visto di conseguenza modificare
le proprie leve competitive: dalla tradizionale competizione sui canali e sulle
reti di distribuzione, alla concorrenza di prodotto che tiene in considerazione
l’efficienza operativa. La corretta valutazione del merito creditizio, del livello di
indebitamento e della sostenibilità finanziaria dell’operazione del soggetto - in
ottica Responsible Lending - si sono ormai affiancati ai temi delle coperture
assicurative e di un’attenta valutazione all’Amministrazione Terza Ceduta (ATC)” continua Rossi.
“In questo ambito, le aziende che si occupano di Cessione del Quinto dovranno
fronteggiare la sfida dell’efficientamento dei livelli di servizio e dei tempi di
erogazione, con l’automazione dei processi di pre e post vendita e della gestione
delle reti distributive”.
La soluzione end-to-end per la CQ di CRIF
Per rispondere a queste esigenze CRIF ha studiato un servizio che permette
di standardizzare l’iter di istruttoria e approvazione di una pratica di CQ e
supporta le aziende di credito nella corretta valutazione delle operazioni di
finanziamento. La soluzione per la CQ di CRIF è una soluzione modulare che,
in modalità SaaS senza impatti IT per l’istituto, consente di valutare in modo
complessivo tutti gli attori coinvolti - ATC, soggetto, richiedente, componente
assicurativa - grazie all’integrazione dei dati creditizi provenienti dal SIC e dalle
business information di CRIF con indicatori sintetici e modelli quantitativi.
“Le informazioni creditizie del SIC EURISC di CRIF risultano fondamentali
all’interno del processo di erogazione di una pratica di CQ” - spiega Paolo
Rossi - “in quanto determinanti per la gestione del rischio e la limitazione del
pricing, favorendo l’accesso al credito in forme e condizioni compatibili con le
esigenze di tutela del consumatore dai rischi di un eccessivo indebitamento”.
Nello specifico, la soluzione CRIF si occupa di avviare una serie di controlli e
verifiche sull’ATC e sul richiedente, quali:
• verificare che l’ATC non presenti protesti o pregiudizievoli o segnali di
anomalia in ottica antifrode e antiriciclaggio;
• effettuare una valutazione qualitativa e patrimoniale dell’ATC, attraverso
le informazioni esclusive del CRIF Information Core e gli indicatori sintetici
sull’andamento del settore/territorio in cui l’Amministrazione opera e, grazie al
CRIF Management Score, misurare la bontà della governance e il profilo del
management;
• controllare il merito creditizio e la sostenibilità finanziaria del soggetto in
ottica Responsible Lending.
Tali informazioni concorrono a determinare il prezzo espresso dal TAEG finale
dell’operazione in linea con i costi di accantonamento, la politica di rischio
dell’istituto e la valutazione della redditività delle linee di credito attive e in
erogazione.
Inoltre, la soluzione per la CQ di CRIF consente all’istituto di implementare
rapidamente processi sofisticati di monitoraggio dei propri canali di erogazione e
delle reti di vendita.
Più nel dettaglio, il modulo di reporting “cruscotto direzionale” permette di
monitorare sia le opportunità commerciali della propria quota di mercato e delle
performance della rete, sia del portafoglio acquisito, dei sistemi di accettazione
e delle politiche decisionali. Il modulo “Monitoring e Collection” si occupa invece
di inviare alert sull’ATC (ad esempio in caso di fusione in altra società) e sul
prenditore (ad esempio in caso di variazione dell’indirizzo abitativo) e attivare e
gestire in maniera strutturata l’intero flusso di lavorazione delle pratiche, dal post
vendita al recupero crediti.
Infine, la disponibilità di informazioni e KPI consente di strutturare i processi
di intervento in base alla segmentazione delle pratiche, - dipendenti pubblici,
dipendenti privati - che prevedono successive strategie operative disegnate su
casistiche definite e sul valore del cliente. È possibile, infatti, integrare le attività
di collection con attività collaterali di post vendita - interne ed esterne - come,
ad esempio, la verifica della corretta quadratura degli incassi, la richiesta del
conteggio estintivo per il riscatto del TFR, il reperimento della documentazione
per attivare in maniera tempestiva i sinistri temporanei e il recupero delle quote
parziali.
Con la soluzione per la CQ di CRIF gli istituti possono quindi standardizzare
e automatizzare l’iter di istruttoria e approvativo di una pratica di Cessione
del Quinto e beneficiare di considerevoli risparmi di tempo e costi, per poter
offrire il prodotto a tassi più appetibili, con tempi di servizio abbreviati e,
al contempo, mantenendo un efficace presidio delle politiche e dei canali
di erogazione attraverso l’ottimizzazione dei processi di post vendita e di
collection. Inoltre, grazie alla standardizzazione dei processi e alle funzionalità
di workflow management, la soluzione CRIF semplifica e ottimizza le operazioni
propedeutiche alle operazioni di cartolarizzazione.
Per maggiori informazioni: [email protected]
Soluzione CRIF per la Cessione del Quinto
Valutazione
Assumibilità ATC
Policy
rules
Valutazione
Controparte e
Sostenibilità Finanziaria
«CORE SYSTEM»
Valutazione
Sostenibilità e Pricing
operazione
AZIONI SUGGERITE
6
Informazioni
socio-demografiche
Componente
assicurativa
CR Bankit
Workflow
e strategie
Monitoraggio
ATC e controparte
Indicatori statistici
e algoritmi
quantitativi
Post Vendita
e Collection
WORKFLOW DI PROCESSO
autunno 2015
SCANIA FINANCE ITALY: GUIDA SICURA E SENZA RISCHI
GRAZIE A SPRINT LEASING 2.0 DI CRIF
Azienda di credito: Scania Finance Italy SpA
Soluzione: Sprint Leasing 2.0
Esigenze: gestire una valutazione del rischio
uniforme, rapida e strutturata, mantenendo
l’equilibrio tra le esigenze commerciali e quelle del
credito.
Risultati: prescreening all’ingresso, valutazione e
tempi di risposta veloci, maggiore orientamento al
cliente e revisione del processo in ottica di un
miglioramento costante.
Scania, società di
veicoli industriali,
opera in circa 100
Paesi e conta oltre
35.000 dipendenti. La
finanziaria Scania
Finance Italy SpA è
presente in 52 Paesi,
con un portafoglio di
5,8 miliardi di euro e
oltre 29 mila veicoli
finanziati nel 2014.
Negli ultimi 10 anni il
ROE medio si è attestato intorno all’11%.
Le esigenze di Scania Finance Italy
“A dicembre 2013 ci siamo rivolti a CRIF per
effettuare un’analisi sullo stato del nostro
portafoglio clienti da cui emerse una composizione
eterogenea, tra società di capitali, società di
persone e ditte individuali. Si trattava di un
portafoglio mediamente ‘sano’ con un tasso di
default al 4,8%, nettamente inferiore rispetto al
5,9% medio del settore di riferimento
dell’autotrasporto. Nonostante un’analisi priva di
situazioni di rischio e senza alcuna esigenza
normativa cogente, dovevamo riprogettare il
processo di credito affinché diventasse più
strutturato e volano di crescita a supporto delle
vendite. Bisognava trovare un equilibrio tra gli
obiettivi di vendita richiesti della casa madre e
quelli di contenimento del rischio di credito.
Vi era quindi una forte motivazione a strutturare un
processo che avesse al centro una migliore
conoscenza del cliente e delle opportunità/rischi ad
esse collegate.
Portando all’interno dell’organizzazione un
processo di valutazione del portafoglio che fosse
uniforme, rapido, strutturato e oggettivo al fine di
coniugare il contenimento del rischio con l’esigenza
commerciale” - spiega Fabrizio Previdi, Credit
Manager di Scania Finance Italy.
Il progetto sviluppato con CRIF
“In risposta alle nostre esigenze abbiamo trovato in
CRIF la soluzione giusta: Sprint Leasing 2.0, il
sistema di application processing progettato per la
valutazione delle richieste di leasing.
Infatti, se con il precedente processo di credito
dovevamo interrogare quattro sistemi differenti, con
la soluzione CRIF in un solo clic otteniamo il 90%
delle informazioni utili per valutare la richiesta di
leasing. In un unico report sintetico abbiamo a
disposizione tutte le informazioni CRIF necessarie
per la valutazione: EURISC - il SIC di CRIF -,
business information, lo score di default e
l’indicazione dell’azione da fare.
Grazie all’integrazione di Sprint Business 2.0
all’interno dei nostri sistemi siamo riusciti a gestire
tre processi differenti, coerentemente con le nostre
esigenze”- sottolinea Previdi.
1. Prescreening, per fornire all’area commerciale
uno strumento di valutazione dei clienti
potenzialmente interessati (prospect) a una
richiesta di finanziamento.
2. Processo standard, per la valutazione “classica”
delle richieste di credito.
3. Processo di revisione del credito, concordata
una modalità di interrogazione più snella.
“Già consolidata sul mercato da ormai 15 anni e
utilizzata quotidianamente da oltre 250 aziende di
credito italiane” - spiega Maria Ricucci, Marketing
Manager di CRIF - “la nuova soluzione Sprint
Leasing 2.0 offre una ‘vista fronte-retro’ sulle
aziende in quanto vengono effettuati controlli
congiunti su dati di natura pubblica, creditizia e
commerciale integrati in logiche parametriche
originali e innovative.
Sprint Business 2.0 rappresenta oggi il ‘luogo
fisico’ in cui accedere a tutto il know how di CRIF
per la gestione del rischio di credito e per la
valutazione delle imprese, beneficiando delle
elevate competenze metodologiche e tecnologiche
di CRIF e dei vantaggi della fruizione della
soluzione in SaaS (Software as a Service), senza
alcun impatto IT”.
“Inoltre, all’interno della soluzione è presente il
nuovo standard di mercato per la valutazione del
rischio di default di un’azienda, il CRIF Business
Default Index, che coniuga il CRIF Information Core
- il patrimonio informativo del gruppo CRIF - con il
know how e le expertise del Gruppo.
Sono stati sviluppati innovativi modelli di score
utilizzando le tecnologie statistiche di ultima
generazione, che hanno portato all’identificazione
di 13 algoritmi matematici non lineari, con oltre
1000 indicatori calcolati, sviluppati sulla totalità
delle imprese italiane (e non su campioni)
differenziati per settore, dimensione e forma
giuridica. Il tutto in coerenza con le logiche della
CRIF Rating Agency e in applicazione del rigoroso
processo di CRIF per lo sviluppo e la validazione
dei modelli statistici” - conclude Ricucci.
“In risposta alle nostre esigenze” - continua
Previdi - “con i consulenti CRIF abbiamo definito
policy rules mirate, legate al CRIF Business Default
Index. Abbiamo così ottenuto nuove classi di rating
interno, che ci hanno permesso di identificare
immediatamente i default che prima erano invece
distribuiti in tutte le classi di rating. Le imprese già
a default, che rappresentavano l’1,6% delle imprese
analizzate durante le fasi di analisi, presentavano
ad esempio un livello di bad rate pari a 10 volte
quello medio di portafoglio e pertanto si rendeva
necessario individuarle per poter gestirle al meglio”.
I risultati ottenuti
“Grazie al lavoro svolto insieme ai consulenti
CRIF abbiamo ottenuto una maggiore capacità
discriminante in fase di pre-valutazione, che ha
alleggerito la pressione sui nostri commerciali.
Inoltre, anche il processo di valutazione è
diventato più snello e rapido, grazie a un maggiore
orientamento al cliente e un costante processo di
revisione di tutte le informazioni di credito durante il
ciclo di vita del contratto.
Il nuovo approccio ci ha permesso di coniugare
le regole di credito con quelle commerciali,
intensificando l’azione di pre-valutazione e
selezionando le richieste, nonché riducendo la
pressione sul credito per poter crescere in modo
‘sano’. Se dovessimo sintetizzare in una frase
l’esperienza di successo messa in campo con CRIF
sarebbe ‘mettiti alla guida di uno Scania senza
rischi, usa Sprint’” - conclude Previdi.
Per maggiori informazioni: [email protected]
Rinnovo dei fidi? Sorpassalo con Sprint
Vorresti disporre di informazioni più fresche e aggiornate e indici sintetici di rischio
nel “rivedere una posizione”?
Devi revisionare i fidi delle aziende affidate e hai bisogno di informazioni aggiornate
per fare una valutazione puntuale della relazione fiduciaria?
• Azioni suggerite dal processo automatico conformi alle policy interne.
A partire dal 1° luglio 2015 Sprint Business 2.0 - la soluzione in SaaS (Software
as a Service) per la valutazione del credito business - è stata arricchita di nuove
funzionalità per supportare le aziende di credito anche nella fase di revisione
degli affidamenti.
Per maggiori informazioni: [email protected]
• Processo di ri-valutazione oggettivo della controparte grazie al
CRIF Information Core, il ricco patrimonio informativo di CRIF.
Grazie alla nuova funzione di “Revisione posizione anagrafica”, accessibile
online con un semplice click, l’azienda di credito beneficerà dei seguenti vantaggi:
• Metodologia di misurazioni del rischio creditizio e classi di rating coerenti con
le strategie di origination e le tecniche di controllo andamentale definite.
7
BUSINESS 2.0
Pubblicazione di CRIF
MARKET BASKET ANALYSIS:
UN’APPLICAZIONE DI SUCCESSO IN BANCA
Una visione strategica di marketing di tipo cliente-centrico si differenzia da
una tradizionale prodotto-centrica perché fonda i propri principi cardine
attorno al valore del cliente. In una visione cliente-centrica acquisisce massima
importanza la profonda conoscenza del cliente, delle sue caratteristiche
e peculiarità, per poi proporre il prodotto che gli garantisce la massima
soddisfazione costruendo le basi di un rapporto reciproco di fiducia e di
fedeltà duraturo nel tempo.
Gli strumenti principali di Marketing Analitico per perseguire questi obiettivi
sono la Segmentazione - della clientela e del mercato - e il Targeting sulle
caratteristiche dei clienti, per offrire il prodotto giusto al cliente giusto.
Su queste tematiche sono state sviluppate svariate metodologie di analisi.
Tra queste, l’analisi delle associazioni, o “Market Basket Analysis”, si è
consolidata nella Grande Distribuzione e da ultimo nella vendita al dettaglio
on-line.
Queste analisi tipicamente supportano il comparto commerciale nella
definizione di campagne promozionali, nella presentazione dei prodotti a
scaffale e sui cataloghi e, soprattutto, nello sviluppo di strategie di cross
selling. Non sono molto comuni le applicazioni in altri ambiti, come quello
bancario-assicurativo, che quindi rappresenta un’innovazione importante.
Di seguito viene presentata l’esperienza progettuale di CRIF per la Federazione
Banche di Credito Cooperativo Emilia Romagna, in cui è stata applicata con
successo la Market Basket Analysis, a servizio delle Banche socie.
Market Basket Analysis di prodotti bancari
Se i clienti della banca sono assimilati a un “carrello” (basket), si può osservare
la sua composizione per studiare le regole di associazione. Per chiarire il metodo
si riporta uno schema (a fondo pagina) con alcune numeriche esemplificative
(non da progetto). Nell’esempio si indaga quali sono i prodotti (condizionanti)
che hanno influenzato l’acquisto del prodotto Home Banking (condizionato),
considerando i “carrelli” di tipo 1, 2 e 3.
Nel progetto per la Federazione sono stati mappati 28 prodotti (come aggregati
di forme tecniche), in un bacino di alcune centinaia di migliaia di clienti privati
e imprese. Considerando nell’algoritmo fino a 3 prodotti condizionanti e 1
prodotto condizionato e costruendo per tutte le combinazioni di prodotti gli
indicatori Supporto, Confidenza e Lift, definiti come nell’esempio, si ottengono
3656 combinazioni di regole associative possibili! L’algoritmo “apriori” permette
di costruire gli indicatori Confidenza e Lift solo per le combinazioni che hanno
un Supporto minimo (tipicamente almeno il 5%), riducendone drasticamente il
numero, e di ordinarle per maggiore “intensità” associativa grazie ai punteggi
ottenuti. La soluzione ha previsto una batteria di report avanzati che elaborano
il portafoglio clienti-prodotti della banca e costruiscono gli indicatori per le
associazioni tra prodotti che risultano significative. Viene inoltre restituito un
ordine delle combinazioni di “migliore associazione”.
Utilizzi e benefici
L’esperienza progettuale
L’obiettivo era individuare, sull’intero attuale portafoglio clienti, il prodotto
bancario migliore da proporre alla clientela sulla base di quelli già acquistati.
Il richiamo comune è alle realtà on-line: Amazon, ad esempio, visualizza
sempre un pop-up in cui suggerisce un Next Product (“chi ha comprato il libro
xx, ha comprato anche yy”).
La soluzione sviluppata da CRIF si basa sul calcolo degli indicatori standard
che ruotano attorno alle analisi delle associazioni, a un algoritmo di “pruning”
(algoritmo “apriori”) per sfoltire l’albero delle combinazioni, e a regole di
prioritizzazione per ordinare le regole associative mediante gli indicatori
calcolati. Il tutto è applicato al portafoglio clienti-prodotti della banca con
profondità storica di 5 anni.
Una regola associativa può essere formalizzata come “l’acquisto del Prodotto
A ha implicato anche l’acquisto del prodotto B”. In tal modo, la regola identifica
i sotto-elementi di cui si compone: il Prodotto A è detto “condizionante”
mentre il Prodotto B è detto “condizionato”.
Il Marketing della Federazione BCC Emilia Romagna può contare su una
reportistica, aggiornata trimestralmente, che elenca e ordina sulla base degli
indicatori le combinazioni di prodotti maggiormente associati. Basandosi
su questo ranking, si possono quindi costruire delle mappe associative e
individuare, per ciascun cliente, il next best product. Gli utilizzi pratici di queste
analisi vanno dal cross selling, all’osservazione e monitoraggio dell’associazione
tra i prodotti, alla misurazione tempestiva dell’efficacia di politiche e campagne
di vendita. Anche la pianificazione strategica trova risposte a domande come
“qual è il ‘percorso tipo’ di acquisizione dei prodotti? Con quale sequenza?
Quali prodotti danno maggiore capacità ‘penetrativa’, cioè riescono a veicolare
l’acquisto degli altri prodotti?”
Nell’esperienza della Federazione BCC Emilia Romagna la reportistica aggregata
su cui confluivano le basi dati cliente-prodotto dell’intera federazione ha assunto
un ruolo importante fungendo da benchmark rispetto alla reportistica delle
singole BCC.
Per maggiori informazioni: [email protected]
Esempio di Market Basket Analysis applicata a prodotti bancari
TIPOLOGIE DI “CARRELLI” (BASKET)
(#15.000)
CC
HB
CP
CD
(#40.000)
HB
1
(#20.000)
CC
CP
CD
CC ..
2
CC
4
3
CC
CD
CP
5
TOTALE “CARRELLI” #200.000
CC = Conto Corrente
CP = Carta Prepagata
8
CD = Carta di Debito
HB = Home Banking
Nello schema sono mostrati a titolo esemplificativo i 3 indicatori di associazione,
avendo come prodotto condizionato l’Home Banking e come prodotti
condizionanti il Conto Corrente (CC), la Carta di Debito (CD) e la Carta
Prepagata (CP).
Supporto: numero di volte sul totale in cui sono stati messi insieme nel carrello HB,
CC, CD, CP. Basket di tipo 1. Supporto(1)=15.000/200.000=7,5%
Confidenza: probabilità di avere nel carrello HB, avendo acquistato anche CC, CD
e CP.
15.000
7,5%
Confidenza=Supporto(1)/Supporto(3)= 200.000
20.000 = 10% = 75%
200.000
Lift: avere CC, CD e CP nel carrello aumenta di 3,75 volte la probabilità di avere
anche HB, rispetto a comprare HB indipendentemente da CC, CD e CP. Se il Lift è
1, c’è completa indipendenza, cioè CC, CD e CP non sono associati con l’acquisto
anche del prodotto HB.
Lift=Confidenza/Supporto(2)= 75% = 75% = 3,75
40.000
20%
200.000
[Dati esemplificativi, non da progetto]
autunno 2015
L’ESPERIENZA DI SKY ITALIA SULLA GESTIONE STRATEGICA DEL RECUPERO
Azienda di credito: Sky Italia
Soluzione: CLever, la soluzione di recupero
credito della CRIF Credit Management Platform
Esigenze: automatizzare l’intera filiera operativa
del recupero crediti adattando in maniera rapida
e flessibile strategie e criteri di affidamento, al fine
di ottenere un monitoraggio costante e
tempestivo delle performance.
Risultati: incremento del 3,5% del tasso di
recupero sui clienti cessati, automatizzazione dei
processi di recupero crediti, flessibilità e rapidità
nelle modifiche alle strategie implementate e
semplificazione nella gestione delle Società di
Recupero con maggiore efficienza operativa
interna per il team Finance.
Sky è il gruppo leader
dell’intrattenimento in
Europa con 21 milioni
di abbonati in 5 paesi:
Italia, Germania,
Austria, Regno Unito e
Irlanda. Sky ha un
fatturato annuale di
oltre 11 miliardi di
sterline (14 miliardi di
Euro) ed è il principale
investitore in contenuti
televisivi in Europa con
un budget complessivo per la programmazione di
oltre 4,6 miliardi di sterline (5,7 miliardi Euro). Il
gruppo dà lavoro a oltre 31.000 persone ed è
quotato al London Stock Exchange.
Le esigenze di Sky Italia
“Nel corso degli ultimi anni la funzione di Credit
Management Sky ha focalizzato la propria
attenzione sulla gestione dei crediti in sofferenza,
con l’obiettivo di incrementare efficacia ed
efficienza delle azioni di recupero, nonché di
ottimizzare i processi di billing e incasso, in
particolare per quanto riguarda la componente
‘spese e penali’ - ci spiega Fabio Polselli,
Responsabile Credit Management di Sky Italia.
“Più nel dettaglio, sentivamo l’esigenza di
automatizzare maggiormente l’intera filiera
operativa, basata in larga parte su agenzie di
recupero esterne, dotandoci di strumenti in grado
di adattare in maniera rapida e flessibile le
strategie di recupero e i criteri di affidamento,
garantendo al contempo un monitoraggio costante
e tempestivo delle performance”.
Il progetto
“Per implementare la nuova piattaforma di gestione
del recupero crediti abbiamo scelto CRIF come
partner di riferimento, in quanto società leader nel
9
settore e interlocutore capace di supportarci tanto
sulle tematiche di business quanto attraverso la
fornitura di soluzioni tecnologiche specializzate” prosegue Polselli.
Il progetto è partito da una ricognizione critica dei
processi in uso, volta a identificare le aree di
miglioramento perseguibili attraverso l’automazione
e a rivedere le logiche di segmentazione della
clientela, tenendo in considerazione sia la natura
della controparte sia le cause che stanno all’origine
del mancato pagamento.
“Questa attività di analisi è stata condotta in
parallelo con il progetto tecnologico, attraverso il
quale abbiamo implementato la soluzione CLever,
integrandola con il nostro sistema di billing e con il
CRM” - spiega Polselli. “La capacità di ‘dialogare’
in maniera tempestiva e mirata con il resto del
sistema informativo aziendale rappresenta una
caratteristica fondamentale del sistema che
abbiamo scelto. Le nostre attività infatti,
specialmente nelle prime fasi del processo, sono
tese a recuperare la relazione con il cliente, motivo
per cui abbiamo l’esigenza di operare in
coordinamento con le strutture di customer care e
marketing”.
Automazione e controllo delle performance
sono due fattori chiave per migliorare i risultati del
recupero crediti: “Con l’introduzione della nuova
piattaforma abbiamo la possibilità di orchestrare il
processo in maniera più efficace, basandoci su dati
aggiuntivi e meglio strutturati rispetto all’operatività
precedente. La presenza di un vero motore
decisionale ci mette poi in condizione di adattare
regole e strategie in totale indipendenza dall’IT e dal
fornitore, con evidenti benefici dal punto di vista
della flessibilità e della reattività ai cambiamenti del
mercato”.
Inoltre la decisione di affiancare e integrare il
modulo di reporting Collection CreditBility è stata
vincente. La possibilità di analizzare le
performance del recupero attraverso dashboards
e reportistica su aree di analisi custom ha
migliorato il controllo e il governo dei processi di
collection a 360° permettendo una chiara visione
delle caratteristiche distintive del business di Sky.
Sky esternalizza presso società di recupero
specializzate sia le attività di sollecito telefonico
che le gestioni master legal e di recupero
giudiziale: “Con la nuova piattaforma siamo
sicuramente molto più rapidi nel gestire
l’onboarding delle nuove agenzie, nella modifica
degli schemi provvigionali e nella produzione delle
pre-fatture mensili, tutte attività che
precedentemente richiedevano molto lavoro
manuale e che adesso hanno liberato risorse per
attività a maggiore valore aggiunto. Ogni agenzia
dialoga con il sistema attraverso un set di
interfacce di scambio file bidirezionale, ricevendo
quotidianamente aggiornamenti sulle pratiche in
affido e caricando a sistema tutti i dati relativi alle
azioni intraprese, ai bollettini emessi, ai nuovi
recapiti telefonici reperiti e così via. Al termine del
mandato le pratiche vengono restituite corredate
da un esito finale di lavorazione, che in molti casi il
sistema è in grado di ‘validare’ sulla base degli
incassi effettivamente registrati in partitario.
L’intera filiera di affido alle agenzie di recupero
risulta adesso molto più snella, strutturata e
controllata, presupposto per un monitoraggio
efficace delle performance e per la messa a punto
di ogni singola fase del processo”.
CLever fornisce un supporto anche alle operazioni
di back office amministrativo, in particolar modo al
processo di contabilizzazione degli incassi non
immediatamente riconciliabili: “Attraverso
un’interfaccia dedicata, il nostro sistema di billing
interroga l’applicativo CLever per ottenere la
ripartizione dell’incasso tra le diverse voci contabili
che presentano un saldo impagato, determinata
secondo gerarchie di ‘spalmatura’ personalizzabili
e differenziabili in funzione del tipo di battuta e del
tipo di cliente. Contestualmente al riparto CLever
fornisce anche l’input a fatturare penali e spese
esattoriali, contribuendo all’ottimizzazione del
ciclo attivo relativamente a queste voci di entrata”.
Risultati ottenuti
Ad ormai quasi due anni dalla partenza in esercizio
della nuova soluzione è possibile fare un primo
bilancio dei risultati ottenuti e focalizzare le
prospettive di ulteriore miglioramento perseguibili
nell’immediato futuro: “Ad oggi abbiamo migrato su
CLever l’intera filiera del recupero crediti sui clienti
cessati, di qualunque segmento commerciale
(residenziale e business), affidando oltre 500 lotti a
circa 15 agenzie dislocate sul territorio, che si
collegano quotidianamente al sistema per ottenere
gli aggiornamenti e contribuire le proprie
lavorazioni.
La piattaforma ci ha consentito di acquisire
maggiore consapevolezza sull’intera filiera del
recupero, sposando gli aspetti strettamente
operativi con quelli più attinenti alle logiche di
segmentazione, di definizione del processo e di
quantificazione dei costi delle diverse lavorazioni.
Già dai primi mesi di utilizzo del sistema abbiamo
potuto apprezzare un miglioramento in termini di
efficacia rispetto alla precedente operatività, con
un incremento del tasso di recupero che ad oggi si
attesta nell’ordine del 3,5%, una percentuale
significativa considerando che facciamo riferimento
a lavorazioni che intervengono a valle della
disattivazione del servizio. Questo risultato poi, a
livello complessivo, ha contribuito alla generale
riduzione del rapporto perdite/fatturato. Siamo
adesso passati ad una ‘fase 2’, nell’ambito della
quale miriamo a recuperare anche in termini di
efficienza, attraverso il tuning delle tabelle
provvigionali e la revisione di strategie e criteri di
segmentazione, attività che ci aspettiamo
contribuiscano a migliorare ulteriormente le
performance complessive del recupero crediti” conclude Polselli.
Per maggiori informazioni:
[email protected]
Pubblicazione di CRIF
NON PERFORMING LOANS, LA SOLUZIONE VALUE4NPL DI CRIF
PER LA VALORIZZAZIONE DEI PORTAFOGLI DI CREDITI DETERIORATI
Il mercato finanziario italiano delle esposizioni non performing continua a
crescere, tanto che recentemente è stato quantificato in oltre 350 miliardi
di euro. In tale contesto le asimmetrie informative tra le aziende di credito e i
possibili acquirenti rendono difficile la cessione di portafogli di crediti deteriorati;
in termini percentuali Goldman Sachs ha indicato un gap sul prezzo pari al 29%.
Gli istituti si trovano pertanto a dover fronteggiare tali dinamiche intervenendo
sul miglioramento dei modelli di business e puntando, oltre che sulla qualità del
credito, anche sull’efficacia del processo, dei controlli e sulla variabilità dei costi.
Per rispondere alle nuove esigenze del settore bancario e finanziario, CRIF
ha sviluppato Value4NPL, una suite di servizi dedicati al miglioramento della
gestione dei crediti non performing che conta sul patrimonio informativo CRIF,
figure professionali altamente specializzate e investimenti tecnologici ad hoc.
Attraverso Value4NPL CRIF si propone come partner industriale degli istituti,
capace di supportare i player nella gestione end-to-end dei crediti non
performing. Il punto di forza dei servizi CRIF di gestione delle esposizioni
deteriorate (Non Performing Exposures) risiede nell’integrazione di diverse
competenze ed expertise - dal recupero crediti alle valutazioni immobiliari,
fino alla gestione di processi complessi in una logica di BPO evoluto - messe
al servizio di un unico obiettivo condiviso con l’azienda di credito: recuperare il
credito mediante lo strumento più opportuno e supportando il debitore senza
aggravarne la già difficile situazione.
Il modello CRIF si pone come obiettivo la valorizzazione del portafoglio di
crediti deteriorati, perseguita attraverso un supporto end-to-end, asset e
soluzioni integrate.
Il modello CRIF per la valorizzazione degli NPL
Supporto
«End to End»
I partner vengono accompagnati nel percorso di gestione
dall’identificazione della popolazione e segmentazione del
portafoglio fino alla messa a terra delle migliori strategie di
recupero.
Assets
Le informazioni del Credit Bureau e le informazioni pubbliche
oltre ai software sviluppati in house qualificano al massimo il
patrimonio informativo di partenza.
Integrazione
delle soluzioni
CRIF dispone di professionisti con competenze specialistiche
in ambito consulenziale (risk management, processi ed
analytics, PMO, Collection), Business Process Optimization
e valutazione immobiliare che supportano i propri clienti in
modo integrato.
CRIF garantisce inoltre, per tutta la durata del progetto, un presidio costante da
parte del Project Management Office (che consente di centralizzare e coordinare
la gestione dell’iniziativa progettuale) e dei Project Manager a supporto sia
delle attività interne (cantieri) che esterne (relazione con il cliente), garantendo
in tal modo un’attività di reporting continuativo mediante strumenti messi a
disposizione sullo Stato Avanzamento Lavori.
La valorizzazione del portafoglio NPL avviene attraverso un processo teso
all’identificazione della migliore combinazione di strategie di recupero
utilizzando leve esterne ed interne.
10
La valorizzazione del portafoglio NPL: il processo
Leve esterne:
Definizione strategica
di recupero:
Leve esterne
Leve interne
Analisi e
Segmentazione
del portafoglio
Ricezione
Portafoglio
• Cessione
• Collection
• Vendita Volontaria
Assistita (AVS)
Leve interne:
• Consulenza
Organizzativa e
Strategica;
• Analytics & Scoring;
• Benchmarking;
• Software
Per ogni singola posizione CRIF è in grado di produrre il Report NPL che
consente di fotografare con precisione la situazione del cliente, a partire dalla
quale viene definita la strategia di recupero più adatta.
Le informazioni fornite dal cliente vengono infatti rifinite e/o integrate, sia a livello
elettronico che a livello cartaceo con una operazione di Data Quality completa,
al fine di migliorare il patrimonio informativo a supporto della definizione finale
delle strategie di recupero.
Il loan tape del cliente, ovvero il database relativo alle esposizioni creditizie,
viene arricchito delle informazioni ritenute rilevanti permettendo di clusterizzare
le posizioni secondo un modello a matrice che fornisce le strategie di recupero
che CRIF propone di sviluppare insieme al cliente, per tipologia di controparte e
collateral.
L’esperienza di CRIF di analisi di portafoglio indica che quasi il 20% dei campi
del loan tape sono mancanti, incompleti o comunque non aggiornati.
L’attività di Data Quality eseguita con precisione utilizzando i dati del
CRIF Information Core - il patrimonio informativo del Gruppo CRIF - consente
di recuperare in maniera automatizzata quasi il 50% di queste informazioni.
In particolare, sono oltre 100 le informazioni del CRIF Information Core utilizzabili
in questi progetti e afferenti a tutte le figure coinvolte (prenditore, garanti e
imprese collegate). Si tratta infatti di informazioni di triplice dimensione/natura:
creditizia, relativa alle informazioni catastali, di rischio commerciale e legati ai
bilanci per le aziende.
La suite di servizi CRIF per la valorizzazione dei crediti non performing prevede
quindi la cessione di un portafoglio NPL o, in alternativa, la gestione
esternalizzata di tali crediti mediante l’attività di collection.
Le diverse competenze dei gruppi di lavoro di CRIF spaziano infatti dalla
possibilità di fornire un supporto alla segmentazione del portafoglio e alla stima
dell’Expected Collection Amount (ECA) su cui si basano le stime di pricing,
fino alla gestione in outsourcing delle attività di recupero crediti (phone & field
collection e recupero legale), passando per la vendita volontaria assistita,
ovvero la possibilità di evitare il ricorso alle aste immobiliari grazie alla vendita
dell’immobile a garanzia a condizioni di libero mercato.
La proposizione CRIF in ambito di Gestione NPL si completa con il supporto
decisionale per il ridisegno dei processi dell’azienda di credito, concretamente
applicabile grazie alla piattaforma proprietaria sviluppata per una flessibile
integrazione nei sistemi IT dell’istituto di credito.
Per maggiori informazioni: [email protected]
autunno 2015
RECUPERO CREDITI E BUONE PRASSI:
il FORUM UNIREC-CONSUMATORI sottoscrive il “Codice di Condotta per i processi di gestione e tutela del credito”
Il FORUM UNIREC-CONSUMATORI - fondato nel giugno 2014 e composto da
UNIREC, l’Unione Nazionale Imprese a Tutela del Credito e dalle Associazioni
Adiconsum, Cittadinanzattiva, Federconsumatori, Movimento Consumatori e
Movimento Difesa del Cittadino - mantiene alta l’attenzione e l’impegno verso il
tema delle buone pratiche nel settore del recupero crediti.
Nel suo primo anno di attività il Forum ha infatti siglato il Protocollo e
Regolamento di Conciliazione Paritetica, realizzato la “Guida del
Consumatore ai servizi di tutela del credito” e recentemente sottoscritto il
“Codice di Condotta per i processi di gestione e tutela del credito”.
“La firma di questo Codice, approvato all’unanimità dall’Assemblea di UNIREC
dello scorso maggio” - ha dichiarato il Presidente del FORUM Gianni Amprino “rappresenta un passaggio importante e significativo, in quanto imprese
e Associazioni dei Consumatori hanno realizzato insieme un documento
all’avanguardia in Europa, che risponde all’esigenza di sempre maggiore
compliance, sancendo nero su bianco le più appropriate modalità di gestione
e recupero del credito e le buone prassi affinché tutti gli attori coinvolti nei
processi di tutela del credito si muovano sulla base di regole certe e condivise”.
Il Codice di Condotta, infatti, si rivolge sia alle imprese che ai Consumatori in
difficoltà e si pone come buona prassi europea con l’obiettivo di garantire
trasparenza, correttezza e valore ai servizi di tutela del credito.
Inoltre, è in linea con i principi della Direttiva 2005/29/CE (art. 10), recepisce
le disposizioni del Regolamento del Garante Privacy del 2005 impegnando le
imprese associate e le Associazioni sottoscrittrici al rispetto delle direttive in
esso contenute.
La rilevanza del Codice di Condotta appare ancora più elevata se si considera
che nel 2014 le masse di crediti affidati alle imprese associate a UNIREC
hanno raggiunto i 56,2 miliardi euro, per un totale complessivo di 40 milioni
di posizioni, di cui 17 milioni risolte con soluzioni conciliative e sostenibili per il
Consumatore/Debitore. Inoltre, sempre nel 2014, si stima che circa 5 milioni di
famiglie italiane siano entrate in contatto con un operatore a tutela del credito
(Dati dal V Rapporto Annuale sui Servizi a Tutela del Credito).
Più nel dettaglio, il Codice di Condotta per i processi di gestione e tutela del
credito si pone l’obiettivo di:
• spiegare in cosa consiste l’attività di gestione del credito;
• illustrare le più corrette modalità di condotta delle imprese e degli
operatori in ogni fase di recupero, disciplinando nel dettaglio le attività di
sollecito telefonico ed epistolare, i contatti domiciliare e con i terzi;
• fornire una serie di informazioni utili per tutte le parti coinvolte nel
processo di gestione e tutela del credito;
• prevedere la Conciliazione Paritetica, procedura innovativa volta a dirimere
in via stragiudiziale eventuali controversie che dovessero insorgere tra le
imprese a tutela del credito e il Debitore/Consumatore.
“In un anno di attività il FORUM ha realizzato e sottoscritto tre documenti di una
valenza sociale strategica. Mi riferisco” - ha dichiarato Francesco Avallone
Vicepresidente del Forum UNIREC-CONSUMATORI - “al Protocollo di
Conciliazione Paritetica, alla Guida del Consumatore e al Codice di Condotta”.
“Segno concreto e tangibile” - ha proseguito Avallone - “dell’impegno e della
volontà delle Associazioni dei Consumatori e delle imprese a consolidare e
rafforzare il dialogo intrapreso su tematiche di comune interesse, ponendo
sempre più attenzione alla tutela del Consumatore”.
Per maggiori informazioni: [email protected]
Contatti FORUM UNIREC-CONSUMATORI:
www.forum-unirec-consumatori.it - [email protected]
Tel. 06.5923346
CRIF ACADEMY CERTIFICA LE FIGURE PROFESSIONALI CORE
PRESENTI NELLE AZIENDE DI CREDITO
L’introduzione nel mercato del lavoro dell’EQF - European Qualification
Framework - (Legge 92/2012 sulla riforma del mercato del lavoro e D.Lgs.
13/2013 sulla certificazione delle competenze) ha segnato l’inizio di una
trasformazione culturale: l’importanza dei titoli viene sostituita dal possesso di un
set di competenze e capacità valutabili. Rispetto a tale cambiamento l’accento si
sposta sulla necessità da parte dell’azienda di credito di programmare e investire
su una formazione continua, per adeguare le competenze alle evoluzioni dei
mercati.
L’ABI, il Fondo Banche Assicurazioni (FBA) e le parti sociali hanno lavorato
alla codifica e alla standardizzazione dei profili professionali presenti nelle
banche commerciali. Ossia alla definizione di un set di conoscenze, capacità e
competenze necessari per ricoprirli e determinato il livello di approfondimento
per tale ruolo.
I corsi della business school di CRIF sono predisposti per garantire la
misurazione del ROI della formazione e la valutazione delle competenze acquisite
dai lavoratori e da un efficace piano formativo, grazie a esercitazioni qualitative
e KPI che certificano in modo trasparente il livello di possesso di competenze e
abilità, in conformità a quanto richiesto dai requisiti della professione.
In particolare FBA ha definito, nel Manuale di certificazione delle qualifiche
delle banche commerciali, i profili core per le banche e ha introdotto nei propri
“Avvisi” di finanziamento l’aspetto di misurazione e valutazione delle competenze
secondo i principi dell’EQF.
Grazie a questo approccio la formazione diventa quindi elemento attivo e leva di
business. Le performance vengono strettamente e quantitativamente correlate
allo sviluppo di quelle competenze che maggiormente concorrono alla creazione
e diffusione di una cultura del rischio.
In linea con quanto codificato dagli EQF e dal Manuale, CRIF Academy ha
strutturato dei percorsi formativi ad hoc per sviluppare e adeguare i requisiti di
conoscenza, capacità e competenza alle principali figure professionali delle filiali
e crediti dell’azienda di credito:
• Gestore portafoglio Retail;
• Gestore portafoglio Small Business;
• Addetto Fidi;
• Responsabile Monitoraggio Qualità Credito;
• Analista Qualità Credito (profilo 3.4);
• Addetto Credito (profilo 3.5).
I prossimi corsi CRIF Academy 2015:
21 ottobre: Nuovi modelli quantitativi per il Risk Management
28 ottobre: Antiriciclaggio 2015
11 novembre: Gestione e valorizzazione degli NPL
25 novembre: Best practice e processi antifrode consumer e small business
2 dicembre: La nuova vigilanza bancaria e i controlli di II Livello
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Per la misurazione e certificazione delle competenze CRIF Academy ha
sviluppato un approccio innovativo, unico sul mercato, che si basa sull’esperienza
di oltre 25 anni in campo analitico e progettuale di CRIF. Tale approccio si fonda
su un indicatore esclusivo di CRIF, il CRIF Credit & Competence Score, grazie
al quale è possibile, per esempio, misurare e confrontare tra loro le competenze
creditizie di due gestori small business operanti su due aree geografiche
differenti.
Per maggiori informazioni: [email protected]
Le date degli appuntamenti formativi in calendario possono essere soggette a variazioni.
autunno 2015
Pubblicazione di CRIF
CRIF FINANCE MEETING 2015 – SOLVE. EVOLVE:
DALLE NORME EUROPEE ALLE OPPORTUNITÀ DI SVILUPPO
Flashnews
Anche quest’anno il CRIF Finance Meeting si conferma momento di incontro
esclusivo e formativo per le sfide attuali e future dell’industria del credito.
Durante la giornata oltre 20 speaker e più di 300 professionisti si confrontano
sull’evoluzione che interessa il mercato del credito.
La plenaria del mattino è dedicata al nuovo assetto di vigilanza unico, lo stato
del credito in Italia e gli sviluppi futuri approfonditi attraverso i numeri del
CRIF Information Core, e la ricerca 2015 “Peer to peer lending: mito o realtà?”
realizzata da SDA-Bocconi insieme con CRIF, nonché gli interventi di prestigiosi
speaker nazionali e internazionali.
A seguire la tavola rotonda per approfondire scenari futuri post AQR, con i
necessari adeguamenti richiesti dalla nuova regolamentazione per una corretta
erogazione del credito e gestione del rischio da parte degli istituti di credito
italiani (Circolare Banca d’Italia n.272/2008).
Il pomeriggio è occasione per parlare di dati, processi, piattaforme tecnologiche
e outsourcing che consentono alle aziende di credito un approccio strutturato
alla pianificazione strategica, attraverso la valutazione della qualità del mercato
del credito, del proprio posizionamento e delle potenzialità di sviluppo presenti
sul territorio. Inoltre, la nuova vigilanza e le evoluzioni normative porteranno a un
ritorno ai fondamentali dell’erogazione del credito, accompagnati da nuove sfide
e responsabilità crescenti in merito all’antiriciclaggio e alla compliance.
A seguire interventi focalizzati sulla migliore gestione delle politiche creditizie e
l’ottimizzazione dei processi decisionali, la corretta determinazione del
loan-to-value nell’erogazione del mutuo e i possibili impatti sui principali
indicatori di rischio ed RWA, senza dimenticare l’importanza delle verifiche di
coerenza documentali per una migliore identificazione dei fenomeni fraudolenti.
Inoltre, un efficace monitoraggio del portafoglio crediti richiede di coniugare sia
aspetti normativi sia gestionali e operativi, ottimizzando l’allocazione del capitale
e la massimizzazione della redditività globale dell’Istituto. Gli adeguamenti
richiesti dalla nuova regolamentazione e la ridefinizione dinamica delle strategie
di controllo del rischio richiedono agli Istituti di approntare una gestione efficace
del proprio portafoglio, che sia compliant con quanto richiesto dall’Autorità di
Vigilanza ma allo stesso tempo sfrutti le innovazioni per raggiungere migliori
solve.
evolve:
Dalle norme europee
alle opportunità di sviluppo.
risultati di business. Infine, la sessione affronta le soluzioni più innovative per la
gestione dei crediti problematici, spaziando dalla segmentazione del portafoglio
fino alla ridefinizione delle strategie di recupero volte alla risoluzione degli NPL,
anche mediante la vendita volontaria assistita in ottica consulenziale.
Per richiedere gli atti del convegno: [email protected]
I progressi del sistema di informazioni creditizie sviluppato da CRIF in Giordania
Nel panorama creditizio giordano, il mercato del micro credito
rappresenta una quota considerevole con circa 185.000 prestiti
all’anno ed una crescita annuale del 20%.
L’economia del paese sta crescendo con un ritmo molto
sostenuto che dovrebbe raggiungere la quota del 4,5% nel 2017,
inoltre il tasso di inflazione è previsto in diminuzione nei prossimi
anni. Per sostenere la crescita economica del Paese, il sistema
di informazioni creditizie (SIC) sviluppato da CRIF in Giordania
raccoglierà dati sia positivi che negativi relativi a privati cittadini
e imprese, e sarà operativo entro la fine del 2015. In particolare,
avrà l’obiettivo di supportare gli operatori locali, aiutandoli a
fornire servizi più efficienti e ad erogare credito ad una platea
più ampia di richiedenti, con il conseguente aumento di prestiti
e mutui. Dopo aver ottenuto la licenza operativa da parte
della Central Bank of Jordan per sviluppare il primo sistema
di informazioni creditizie nel Paese nel marzo 2015, CRIF sta
ora eseguendo un’accurata fase di assessment per monitorare
i progressi del progetto, mettendo in campo tutte le risorse
necessarie per seguire con attenzione ogni fase e garantire che
i tempi di sviluppo siano in linea con la pianificazione. CRIF ha
già ottenuto una licenza provvisoria, e la domanda di licenza
permanente è già stata effettuata.
CRIF ha anche istituito un gruppo di lavoro congiunto con Arab
Bank, Housing Bank, Etihad Bank, Capital Bank, Giordania
Dubai Islamic Bank e Umniah per avviare la fase di assessment
del progetto. “L’esperienza di CRIF, nella progettazione e
nella gestione di credit bureau in diversi Paesi del mondo
saranno preziose per fornire al mercato giordano un nuovo
sistema di informazioni creditizie, sviluppato sulle esigenze dei
player locali e in linea con lo specifico quadro normativo”, ha
spiegato Ahmad Amoudi, General Manager di CRIF Jordan.
“Per dimostrare in modo tangibile il nostro impegno, CRIF
ha acquisito il 76% delle azioni del credit bureau giordano
diventandone così il principale azionista e ha aperto un ufficio di
rappresentanza con sede ad Amman per garantire una presenza
locale e un team di esperti dedicati al progetto”.
I vostri consigli per migliorare Sintesi
Gentile Lettore,
in questi 13 anni dalla prima pubblicazione, Sintesi ha sempre perseguito l’obiettivo
di fungere da utile strumento di informazione e condivisione sulle tendenze del
mercato del credito e sulle best practice nazionali e internazionali. Affinché possa
continuare a riscuotere l’interesse che avete sempre dimostrato, i suoi suggerimenti
sono particolarmente preziosi. Per questo le chiediamo pochi minuti del suo tempo
per farci conoscere la sua opinione sui contenuti della rivista ed eventuali spunti su
come migliorarla.
Grazie.
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CRIF partecipa all’evento ABI Credito al Credito, occasione di incontro, confronto e networking sul credito alle famiglie e alle
imprese.
Roma, Palazzo Altieri, 25-26 novembre 2015
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sintesi
Pubblicazione di CRIF
autunno 2015
Registrazione del Tribunale
di Bologna N. 7538 del
21/04/2005
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