scarica cykeln 05
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1 PANTONE 184 U Ogni due mesi facciamo uscire questo prodotto e ogni due mesi ci guardiamo indietro e capiamo che il lavoro da fare è ancora tanto, perché vogliamo rendere CYKELN qualcosa di completo, di divertente ma soprattutto interessante per molti lettori che amano la bici e non solo. Per questo cercheremo di implementare la rivista migliorando la veste ma principalmente i contenuti, e seguiremo la via della comunicazione, cercando di filmare e fotografare sempre di più ciò che ci Editor: accade e ciò che reputiamo possa essere interessante per la comunità di biker. Diamo il benvenuto Niccolò Poppi infatti a Massimo Bacci, che da questo numero entra di ruolo nel team di Cykeln per raccontare Art direction: le nostre storie attraverso la lente della macchina fotografica e che ci aiuterà nell’implementazione Claudio di Santo del sito internet che senza dubbio miglioreremo nei prossimi mesi. graphic/illustration: Ci saranno diverse migliorie nella rivista e nelle attività che seguiremo, compatibilmente con le Simone “duman” Marinelli risorse che abbiamo e parlo di quelle economiche ovviamente. Ad ogni modo l’importante è pedalare e cercare sempre nuove vie per poter comunicare questa On the cover: nostra passione. Approfittiamo per ringraziare tutti coloro che ci scrivono, e ci scusiamo se non Il Giardino - Simone “duman” Marinelli riusciamo a rispondere a tutte le proposte che ci vengono fatte di collaborazione, ma credeteci Info: siamo davvero molto presi nel cercare ogni mese di chiudere gli articoli e oltre al lavoro non esiste [email protected] molto altro tempo libero. Advertising: Parlando di questo numero, posso dire che ci sono diversi articoli interessanti e sono sicuro vi [email protected] divertirete a leggere quello che ci raccontano i nostri personaggi. PISTA: Riccardo Volpe Parlo senza dubbio di Serafino Tomi che di storie da raccontare ne avrebbe per un almanacco intero…ma anche del nostro amico Pier Lofrano che si destreggia tra la bmx e il bike polo!! RICETTE: Siamo strafelici di avere sulle nostre pagine Chas di Mash Sf, Gus Molina e Garrett Chow art Francesca Serani director di specialized che aprono sempre una bella finestra oltre oceano!! Ci spiace non aver occhio critico: potuto finalizzare l’intervista a Liz Hatch che per via delle sue molteplici gare non ha potuto finire Carlotta Patara l’intervista, ma senza dubbio la troveremo sul prossimo numero…chissà magari con uno speciale fotografico fatto proprio da noi di Cykeln!! PHOTO CREDITS: Insomma anche questa volta speriamo di avervi accontentato, vi auguriamo buona lettura! Peter Piper // Monia C. Pescatori // Garrett Chow // Mike Mash // Ride Safe Niccolò Poppi www.cykelnmag.altervista.org © 2012 by Cykeln Mag All rights reserved. No part of this document may be reproduced or transmitted in any form or by any means, electronic, mechanical, photocopying, recording, or otherwise, without prior written permission of Cykeln Magazine. 2 3 INDEX Andrew Romashiya Serafino Tomi 8 14 22 28 36 38 46 56 58 64 68 74 Gus Molina Occhio Critico Francesca’s Recipes Pietro Pier Lofrano Peter Piper Chas Christiansen 4 Riccardo Volpe Fixation Garrett Chow Instagrab 5 6 7 INTERVISTA DI: CLAUDIO DI SANTO FOTO DI: PETER PIPER Un italiano trapiantato in Inghilterra. Cosa fai per vivere? Lavoro da Brick Lane Bikes, sono shop manager abbandonare e passare ai freni. clienti, varie fiere a cui partecipiamo e tutte le Come vedi questa esplosione verso il ciclismo? moda o passione verso uno sport nobile? quotidianità che ogni negozio di biciclette ha. E’ incredibile, come ho detto prima, sono In teoria avrei un lavoro d’ufficio ma non esiste cresciuto in un paese in Emilia, quindi per me giorno in cui non torno a casa con le mani prive la bicicletta e’ sempre stata una cosa più che di grasso e olio! Oltre a Brick Lane Bikes sono naturale, mai abbandonata, anche durante i co-fondatore del 5th floor (the5thfloor.co.uk) e periodi in motorino o macchina, pero’ devo del 5th store (the5thstore.co.uk) il che significa ammettere che l’interesse verso il nostro che oltre che alla settimana anche il weekend e’ mondo e’ cresciuto incredibilmente negli e mi occupo principalmente della cura del sito, FB, Twitter ecc oltre che al classico servizio dedicato alle bici. ultimi anni. Quando mi trasferii a Londra qualche anno fa i ciclisti in bici fissa si contavano Come ti sei avvicinato al mondo della bici a scatto fisso? sulle dita di una mano, ora sono centinaio di migliaia e non solo i ciclisti fissi, i cosiddetti La bici a scatto fisso e’ stata parte della mia vita commuters si sono moltiplicati a vista d’oc- sin da piccolo, sono nato e cresciuto davanti ad chio, basti pensare che ogni mattina ci sono un velodromo, ho passato ore e ore al balcone a più o meno 1.2 milioni di ciclisti per le strade guardare amatori e professionisti allenarsi e gar- della citta! eggiare, ma non e’ stato fino a 5 anni fa che ho E questo non vale solo per Londra, lavorando deciso di provarne una per girare in citta, da li per un grande distributore europeo come non ho più smesso! Ho avuto un brutto inciden- Brick Lane Bikes - BLB Bigmama, sono a te 2 anni fa che mi ha lasciato con i legamenti conoscenza dell’aumento esponenziale che di un ginocchio a pezzi quindi il mio gear ratio ha avuto il ciclismo negli ultimi anni! al momento e’ quello che potrebbe usare un bambino (48x18), pero almeno non ho dovuto 8 9 Sportivo olimpionico preferito e perché. chio e puntano ad un buon piazzamento, poi ho il mio Per le ultime olimpiadi direi che Jason Kenny e’ grande amico Marc (Tokyo Fixed) che operazione al stato incredibile! ginocchio permettendo, dovrebbe fare molto bene. Sappiamo che sei una delle menti dietro 5th floor, ci vuoi parlare un pò di questo blog? dio, Frenk Martucci potrebbe rappresentarci bene! Ovviamente sarrebbe bello vedere un italiano sul po- Allora, il 5th floor nasce un po’ casualmente 3 anni Cosa ti manca dell’Italia (sempre se ti manca)? fa, sul tetto di un car-park nell’est di Londra. Sul Il sole! Per il cibo riesco a rimediare ottimi ingredienti quinto piano appunto di questo edificio ci si trovava e a cucinare quello che voglio anche qui, la cultura del ogni Martedi sera per birre, impennate e gare di skid cibo e’ sicuramente diversa ma trovare gli ingredienti sin dal lontano 2007 e ovviamente come succede di buoni e’ possibile e considerando che adoro cucinare solito da un gruppo di decine e decine di persone il tutto viene piu semplice, purtroppo per il sole non alcune vanno più d’accordo che con altre e fu così c’e molto che possa fare. Il fatto positivo e’ che qui che io insieme ad altri amici decidemmo di creare l’inverso e’ piuttosto mite e la temperatura va al di un blog per documentare le nostre pedalate varie. sotto dello 0 per una settimana ogni anno, ma l’estate Il tutto si e’ evoluto in un sito, in un web-shop, in un non supera quasi mai i 30gradi, per me l’ideale sareb- team che partecipa alle varie Criterium in giro per il bero 40!! mondo, l’unica cosa che non e’ cambiata e’ la nostra amicizia e il nostro modo di vedere il mondo del ciclismo urbano, divertimento e allegria, mettendo il pub e le feste prima degli allenamenti :) Apparte gli scherzi, io sono il più festaiolo di tutti, la maggior parte dei ragazzi del team si allenano Se dovessi dare dei consigli ad un nuovo arrivato all’interno del mondo della bici a scatto fisso, quali sarebbero i consigli che gli daresti? Non spendere una fortuna per la prima bici e usare un quotidianamente, pioggia neve o sole che sia. rapporto facile. Nonostante il mio lavoro sia vendere Tu che sei un italiano trapiantato a Londra, quali sono le sostanziali differenze nella scena Londinese rispetto a quella Italiana? po per la prima bici, trova qualcosa di usato per l’inizio E’ difficile rispondere non avendo mai vissuto appi- girato brakeless vuole usare un 48x13 perche vede eno la scena italiana, pero posso dire che la scena corridori in pista o in criterium con questi rapporti, poi Londinese e’ paragonabile a poche altre nel mondo, escono per il primo giro e capiscono che non possono forse solo a New York e Portland. Tutti le persone fermarsi! Non c’e nulla di male ad avere un rapporto che mi sono venute a trovare da Patrick e Jason di leggero, soprattutto in citta dove e’ piu un continuo Pedal Consumption a Josh di Macaframa a Frenk accelerare/frenare piuttosto che uno sfrecciare in e Matteo di Iride sono rimaste impressionate dalla strade aperte. bici, raccomando sempre a tutti di non spendere trope soprattutto evitare quelle cagate delle bici cinesi che sono piu pericolose che altro. Riguardo il rapporto, vedo gente che arriva in negozio e non evendo mai quantità’ enorme di bici fisse in giro per la citta, anche in questo momento, guardo fuori dalla finestra Ultima domanda, progetti futuri? e vedo 2 ciclisti fissi e 3 bici da pista parcheggiate Progetti futuri ce ne sono tanti, l’anno scorso si e’ chi- per strada! Mi ritengo fortunato a vedere tutto cio uso con collaborazioni con Levi’s e il Design museum, quotidianamente. quest’anno si e’ lavorato duro per la collaborazione BrickLaneBikes x H&M che verra’ lanciata a Marzo, il 10 Redhook criterium, secondo te quest’anno l’edizione Newyorkese da chi potrebbe essere vinta? 5th floor ha in programma di farsi qualche viaggetto Beh, ho parecchi amici che andranno a gareggiare i Il 5th floor sta lavorando ad alcune nuove stampe e ragazzi del 5th floor a New York si allenano parec- nuovi prodotti che verranno lanciati in primavera per in Europa e New York, poi c’e Bespoke Bristol, Eurobike la London Nocturne criterium e le Red Hook. 11 non dimenticare il nuovo team kit che sara’ disponibile tra pochissimo. Il kit e’ stato testato per mesi e mesi e siamo pochi giorni fa arrivati al design finale che e’ in produzione al momento, non vedo l’ora che arrivi ed andare per la prima pedalata :) Peter Piper www.the5thfloor.co.uk 12 13 INTERVISTA DI: CLAUDIO DI SANTO Andrew è un passionale ciclista e bike messenger di Toronto in Canada. Uno dei più veloci corrieri delle strade della città. E’ membro del team “Bike on Wheel” e rider per la YNOT una favolosa ciclofficina di bici a scatto fisso con base a Toronto. Andrew è un veterano quando si parla di traffico, alleycat race e più recentemente di Criterium race.Noi di Cykeln amiamo sinceramente il suo modo di girare in fissa e abbiamo pensato di fargli qualche domanda. A voi Andrew Romashyna. C iao Andrew, prima di tutto grazie per essere qui sulle pagine virtuali di Cykeln. Chi è Andrew Romashyna e perché si trova su una rivista che parla di bici? Sono un bike messenger di Toronto, lo faccio da circa 5 anni ( per molti sono ancora un novizio ), e adoro gareggiare alleycats, sprints, mini dromes e senza dubbio il CMWC. Quando non corro, di solito cazzeggio in giro con la mia ragazza, facendo foto o prendendo cibo indiano take away. Credo di dover ringraziare i ragazzi di Bikes on Wheels e di Ynot per l’esposizione che mi danno e per i quali forse sono in questa rivista. Adoro questi ragazzi. In che modo hai iniziato a girare in bici e soprattutto a fare il bike messenger? Un amico mi prestò la sua bici da corsa un giorno d’estate di qualche anno fà e da allora sono stato accalappiato. Il lavoro di messenger pensavo fosse qualcosa di temporaneo, mentre decidevo dove mettere su casa. Anni dopo come si vede posso dire che rappresenta la mia intera vita e sono fortunato ad amare così tanto il lavoro che faccio. Come è Toronto come città dal punto di vista della bici? Descrivici il movimento dello scatto fisso dalle tue parti! Toronto è davvero interessante e senza dubbio molto impegnativa come città da girare. GIRO PRIVATEER SHOES Abbiamo strade fatte per le macchine le linee della strada per altro possono trarre in inganno. Ci sono alcune piste ciclabili e sentieri intorno al lago, ma la città è così affollata che durante la bella stagione le piste sono sovraccariche e quindi è meglio correre sulla strada. I taxi sono pazzi e un sacco di automobilisti hanno un’avversione per i ciclisti. Toronto è ancora molto indietro nel riconoscere l’importanza delle bici e quanto più sana potrebbe essere la città se ci fossero progetti e infrastrutture dedicate al suo utilizzo. C’è un grande seguito sulla scena 14 15 fixed qui, ma è molto vaporosa. Le persone stanno lentamente capendo l’importanza di organizzare competizioni di gruppo e sprints. Potresti descriverci il perfetto set up che dovrebbe avere la tua bici per: La città, le alleycat e le criterium? Penso che la Crit sarà un bel test sulle mie rea- Perché secondo te il lavoro del bike messenger ha avuto questa crescente attenzione in questi anni? Senti qualche differenza dall’inzio? li abilità. Anche perché non ci sono ostacoli da Molto difficile dire perché tutta questa attenzione solo la velocità che puoi mantenere all’interno di su i messenger. Noi certamente non abbiamo visto uno spazio e se riesci a tenere il ritmo. Per quanto alcun benefit in termini di soldi dall’incremento di riguarda il mio set up perfetto te l’ho già detto. attenzione. Penso che le persone ci vede un po’ ribelli, liberi di guidare la nostra bici come pazzi tutto il giorno sotto il sole forse..? La verità è che devi essere organizzato, responsabile e auto motivato se vuoi guadagnare lavorando come bike messenger. Davvero non so come mai alcune persone pensino che sia un lavoro così figo, ma certo io lo adoro sinceramente più gente inizia a girare in bici e meglio è!!!Quindi direi molto bene. Cosa preferisci: Alleycat o Criterium? Non ho mai partecipato ad una criterium quindi mi è difficile rispondere a questa domanda. Adoro le Alley e tutto il caos che c’è anche se è davvero molto pericoloso e alle volte mi sento male anche io ad essere così spericolati nel traffico. ( diciamo affrontare come il gatto che spunta fuori dal vicolo. Nessuna macchina, pedoni, strisce pedonali o sperduti check points da affrontare. Nella Crit c’è Ci piacerebbe davvero molto averti in Italia per qualche bel giro insieme, hai qualche ipotesi di venire a trovarci? Adoro fare i viaggi in bici! Girare in bici per nuove città e altri paesi è davvero un ottimo modo per sentire davvero il viaggio e la città che visiti. Avevo una bici da corsa con me in Brasile quando vivevo li. Inoltre ho fatto diversi viaggi in bici lungo gli States, con la mia ragazza e altri messenger di Toronto. Venire in Italia a girare in bici sarebbe un sogno!! Davvero!!In questo momento devo trovare un po’ di soldi per il viaggio da Toronto alla Svizzera per i prossimi CMWC di quest’estate. Senza dubbio pianifico di fare un salto da voi in un prossimo futuro. aspetto di poter correre la prossima RedHook di Ci sono dei riders in America o in Canada che ti hanno ispirato? NY e dopo vi farò sapere cosa preferisco. Ci sono davvero molti riders che ammiro sia qui che mi sento malino…poco poco ). Ad ogni modo a Toronto che nel Nord America. In Toronto, devo Dicci qualcosa di più sulla prossima RedHook di NY 2013, ti senti pronto? dire che Kevin Barnhorst ( decimo ai Campionati La RHC vuol dire guidare una bici da pista senza un alleycat se non hai visto spingere uno come freni facendo dei giri all’interno di un percorso Kev! E anche Lewis Ciddor ( Ottavo ai campionati chiuso a Brooklyn. Ci sono circa 100 riders e il del mondo in Australia ) entrambi sono messenger percorso è di circa 33 km. Ho mancato per poco la di Toronto e spingono ogni giorno, sono davvero registrazione dello scorso anno, ma mi sono premunito di iscrivermi in tempo quest’anno. Farò la AllCity Thunderdome grazie ai ragazzi di Bike on Wheels che mi daranno una loro bici, dopo alcune sfortunate altre bici che ho usato. E’ una fottuta bici da corsa!!Ancora grazie ai ragazzi di Bikes on Wheels. Mi sento pronto fisicamente per gareggiare, mi alleno tutti i giorni per lavoro, oltre che sui rulli e il fine settimana esco ad allenarmi. Inoltre la mia ragazza mi ha introdotto allo Yoga di recente. Sono davvero concentrato nel fare una bella gara, del mondo a Chicago ). Non puoi dire di aver visto molto molto veloci! Austin Horse è una macchina che vince quasi tutte le competizioni! Jeff Oneil di Philly, grande persona e dannatamente veloce!! Ad ogni modo la cosa importante è che devi amare pedalare e fissare i tuoi traguardi e cercare di farlo divertendosi!! Ultimi commenti per i lettori e riders di Cykeln? Davvero fighissimo essere qui con voi ragazzi. Spero davvero di avervi fatto capire come vivo la mia vita in bici e come la percepisco. Spero davve- ma davvero non so cosa aspettarmi. Dai diciamo ro di poter fare questo viaggio in Italia prima o poi. che sono pronto per l’avventura! Grazie ancora di tutto. Pedalate con attenzione ragazzacci!!! 16 Andre Romashyna www.facebook.com/andrew.romashyna 17 Andrew Romashiya 18 19 20 21 INTERVISTA DI: NICCOLO’ POPPI Gus Molina Non tutti i trick master sono magri e super muscolosi. P rima di tutto chi è Gus Molina? Di dove sei e quanti anni hai? Gus Molina è un uomo che nasce nelle profondità del grande paese dell’Honduras nell’anno 1988 Gus Molina Come sei approdato al mondo della bici e quali sono le cose che hanno maggiormente influenzato il tuo modo di pedalare? Ho iniziato con una Bmx quando avevo circa 13 anni, mio papà me ne comprò una veramente pessima, una mongoose della quale ricordo molto bene il manubrio sul quale battevo delle botte assurde sullo stomaco. Sono abbastanza sicuro di avere ancora qualche cicatrice . La creatività è ciò che realmente influenza il mio modo di girare. Ti ho visto recentemente in DVD su “Can’t fool the youth “ e mi sono detto: “Cazzo voglio conoscere questo ragazzo perché è davvero il primo rider “in carne” capace spararsi dei trick assurdi !” Come giudichi il tuo modo di guidare? E cosa rappresenta per te il concetto di FIXED GEAR? Basso e lento ecco come considero il mio modo di girare ahhaha, John Prolly si avvicinò a me con quel termine e dal quel giorno praticamente sono legato ad esso ahahahaha; ad ogni modo il mio concetto di fixed gear è proprio quello di essere tutt’uno con la bici credo! Quale tipo di trick adori fare durante le session? Qualsiasi cosa veramente perchè adoro andare in bicicletta, ma mi piacciono 22 23 Gus Molina 24 25 le combo soprattutto quelle dove impenno. Può descrivere il perfetto set up della tua bici? Semplice, 4 peg oppure nessun peg Come consideri la scena dello scatto fisso dopo tutti questi anni da rider? Voglio dire, pensi che il modo girare sia cambiato rispetto all’inizio? Nel freestyle sono cambiate un sacco di cose come il passaggio dalle ruote skinny e dai telai in carbonio/alluminio super stretti a quelli con geometrie più simili alla bmx, con manubri e pedali più larghi e ruote più grosse. Mai girato per altri paesi? Qualche idea di venire in Italia per un viaggio in bici altri piani di viaggio futuri? Vorrei aver avuto più opportunità di viaggiare, ma purtroppo non si è presentata l’occasione. Al momento direi che non ho niente in programma. Cosa ne pensi dei “Video clip” in generale? Puoi descrivere la tua parte su “Can’t Fool The Youth” dvd? Penso che i video aiutino molto lo sport e fa capire alle persone cosa accade nel mondo Fgfs. EHEHEH la mia parte in “cfty” è stata girata in circa 2 anni e non sapevo che Zane in realtà ne stava facendo un DVD e, quindi vederlo uscire fuori è stata una grande sorpresa per me, anzi se sapevo che il suo progetto era quello di farne un serio DVD, mi sarei impegnato più duramente nelle mie session ma è comunque molto figo vedere cosa sono riuscito a fare. Guardando i tuoi video sul web, ho capito che ami i party e ti piace godere dei momenti con gli amici. Ci puoi dire tre parole per descrivere il tuo fine settimana perfetto? Biciclette, spiaggia, casino con gli amici Qualche ultima parola? Voglio solo ringraziare Nicco per avermi intervistato e tutti i miei sponsor : Skylmt, us versus them, wrahw, burro bags, Csk e tutti i ragazzi che ho conosciuto andando in bici in questi anni. Lunga vita a Roma Gus Molina www.twitter.com/eyelurk 26 27 SERAFINO INTERVISTA DI: SIMONE ”DUMAN” MARINELLI FOTO DI: MONIA C. PESCATORI P arlare di Serafino Tomi, significa parlare anche della storia di Cinelli, al quale Tomi è molto legato e per il quale ha lavorato più di 5 anni. Nelle parole dell’artigiano telaista, si sente il profondo rispetto per il grande amico Cino Cinelli dal quale ha imparato tantissimo, prima di andare via da Milano per sperimentare i propri telai sotto il nome di TOMI. Oggi lo incontriamo nella sua Viterbo, città nella quale ha imparato a costruire e saldare i primi telai e proviamo a scoprire qualcosa in più della sua vita e dei suoi rapporti con la famiglia Cinelli. 28 29 Anche lo stesso Cino costruiva telai? Noooo, Cino li disegnava. Aveva sempre sul suo banco fogli con disegni di congiunzioni, forcellini... e poi al tempo, quando arrivai aveva già i suoi buoni 70 anni. In quel periodo Cinelli era leader nel professionismo, creava telai per molti anche se non avevano lo stesso marchio. Le innovazioni più originali alle quali hai partecipato? Ne passavano tante...ed erano tutte delle vere opere. Quando finivo un telaio doveva piacere a me prima di tutto, altrimenti non lo vendevo. Spesso appena ne finivo uno, lo montavo ancora quando era grezzo e lo provavo. Un giorno con il pantografo disegnai il marchio Cinelli sul fronte del telaio e la scritta nei lati, poi tornai a Viterbo e la sera, mentre ero a cena con mia moglie, lo misi sulla tavola e pensai: E se colorassi il simbolo la C con ‘la coda’ tipo la bandiera italiana?, avevo a disposizione arancio, verde e giallo... ci passai una notte intera. Dopo poco la riportai a Milano e la misero in produzione colorata. Secondo te in quegli anni cosa rendeva speciale i telai costruiti da Cinelli? Quando si diceva Cinelli a quel tempo si diceva tutto, era il “top”, dall’ abbigliamento ai piani di riscontro, chiedevano tutti il parere a Cino. Si parla di Subappalti dati negli anni ‘80 ad altre aziende, ti risulta? Brrrrrrr...i subappalti erano nella normalità, sono usciti tanti telai: per professionisti, per negozianti che poi li montavano e mettevano gli adesivi del proprio marchio... Q ual’ è il ricordo più vivido dei tuoi anni a contatto con Cino Cinelli e come sei arrivato a lavorare per lui? È stata un’esperienza magnifica: prima di andare a Milano già provavo a fare dei telai qui a Viterbo, producevo e vendevo le mie bici. Un giorno ebbi l’occasione di contattare la Cinelli perché mi avevano spedi- to un pezzo sbagliato, ed è così che conobbi Cino. Da lì a poco gli chiesi se avessi potuto mostrargli i miei telai per sapere se li facevo “bene o male” e magari rimanere a Milano ad imparare questa magnifica arte; lui rispose: “ Venga quando vuole”. Tutto questo è successo nel 1975, io avevo 35 anni. La prima cosa che mi chiese appena arrivai fu: “Ma il piano di riscontro ce l’hai?”.Io non sapevo neanche cosa fosse (ride). Iniziai quindi a fare il pendolare. Cino era una uomo con un cuore grandissimo appena arrivai a Milano mi portò da Valsassina, che negli anni ‘30-’40 era stato capo officina della Bianchi, al tempo 76enne (quando Cino creò la sua azienda lo chiamò come suo telaista fino alla pensione negli anni ‘80). Cino gli disse “insegna a fare i telai a questo mio amico” e da l’ iniziai a lavorare con la lima. Ho letto che dopo il 1983, i telai sono stati fatti da Giovanni Losa, tu sai qualcosa a riguardo? Fino al 1985, periodo in cui ci sono stato io, non mi risulta. Forse dava un mano da esterno: essendo un buon telaista tutt’ora i suoi pezzi sono molto ricercati. Acciaio o carbonio? L’acciaio è migliore per me, ha il suo fascino tutto ora. Ma oggi si cerca la leggerezza. Al tempo riuscivo a fare delle bici molto leggere in acciaio, usavo spesso i tubi Columbus PL (pista leggero) per bici da strada e saldavo tutto a bassa temperatura in modo da non perdere i gradi. Mai avuto rotture ancora, camminano molto bene! E il peso arrivava a 9kg montata. 30 31 Costruisci ancora? Da poco ho creato un paio di telai per dei clienti americani. Dovrei ri-crearmi un officina tutta per me, ci penso spesso, ma qui a Viterbo non c’è molta richiesta sull’acciaio. Avrei potuto organizzarmi e fare una fabbrica lavorando carbonio, alluminio con 4 figli tutti in officina; ma non era il luogo... forse se fossi rimasto a nord. Dopo 60 anni non ti sei stancato di andare in bicicletta? Mai...starei sempre sulla bici (tanto ora ci sono i miei 4 figli che mandano avanti i negozi (ride) Pensi che il mestiere di telaista, nel senso più classico del termine, sia un mestiere in via di estinzione o che la nuova ondata di interesse nel mondo della bici possa risollevare quest’ arte un po’ accantonata negli anni passati? Il mestiere di telaista si è estinto da tempo, spero che qualcuno ci riesca, ci vuole tanta tanta passione e notti “in panne”! Hai per i lettori di Cykeln (che sono tutti molto giovani), qualche notizia particolare relativa ai campioni del ciclismo di quegli anni e che nessuno ha mai detto? Adorni, Bitossi... tutti della mia età, ci ho corso pure! Al tempo era difficile girare e fare le gare specialmente vivendo a Viterbo, nel centro Italia, in edicola non arriva nemmeno “TUTTO CICLISMO”. A Milano stavano molto più avanti di noi. Ho corso che ero grande: a 28 anni, e già avevo 3 figli. Quando ero ragazzo bisognava lavorare altrimenti il pane non lo portavo a casa! Ti ringraziamo del tempo che ci hai dedicato e ti lasciamo con la richiesta di un messaggio a tutti i ragazzi che vogliono tornare a fare il mestiere di telaista. Cosa puoi dire loro? Prima di tutto ringrazio voi di Cykeln e vi auguro presto di arrivare nelle edicole con la vostra rivista! Per quanto riguarda il mestiere di telaista, è duro, bisogna avere tanta passione. Auguro ai giovani che vogliono fare questo mestiere tutto il bene del mondo e per concludere vi racconto un breve storia: una sera vicino casa mia c’era la campagna dei miei suoceri ed una casina, che avevo adibito per verniciare i miei telai; stavo lavorando lì, quando intorno alle 11,45 sentii dei rumori forti, spari (boomburuboomm) continui... indovinate un pò cosa erano quegli spari? Capodanno. 32 33 34 35 OCCHIO CRITICO didiCarlotta CarlottaPatara Patara Sotto Sotto la la barba barba Niente Niente 36 37 ciò condividere quello che era stato registrato INTERVISTA DI: CLAUDIO DI SANTO con il resto degli amici fuori dalla nostra cerchia. In breve tempo, Benny disegnò il logo di FOTO DI: GARRETT CHOW MASH e lo scudo, e io ho continuato a plasmare l’aspetto esteriore e il design di quello che poi è diventata la marca MASH. Il mio background è quello della grafica e dell’illustrazione che si semplicità, purezza del movimento, tutte cose che mi calzavano a pennello. Al tempo vivevo in L’uomo dietro al design di Specialized & Mash A llora prima di tutto dicci un po’ chi sei e perché sei su un magazine di bici a scatto fisso? Sono senza dubbio un uomo in bici e come puoi immaginare…corro in bici. Progetto, disegno e lavoro con le bici. Pensare, meditare su tutto quello che la mia vita rappresenta , all’inseguimento di un sogno a due ruote. Il movimento Olanda e anche il tempo inclemente ( soprattutto nei mesi invernali ) è stata una delle ragioni per le quali mi sono costruito una scatto fisso. In seguito mi sono buttato a correre nel velodromo di Sloten fuori Amsterdam. Io e il mio amico eravamo gli unici a girare in velodromo con la stessa bicicletta e poi ad andarcene via sopra questa. Passavamo tantissimo tempo a pulire la bici e gli ingranaggi ed eravamo davvero meticolosi, specialmente a non sporcarla e non danneggiarla. focalizza proprio sulla brand identity. Ho lavora- in gare come le criterium? to per molte agenzie design in cui il focus era I due tipo di gara sono entrambi su due ruote. appunto il brand building, quindi ero in grado Escluso questo, ci sono davvero pochissime di offrire le basi per aspetto unico e compatto, cose in comune tra le due discipline. La strate- e per aiutare i ragazzi a dirigere MASH nella gia di gara, le tattiche di team, gli stimoli e le direzione giusta presentandosi al mercato nel dinamiche con le quali si svolgono le gare sono quale è cresciuto. Il mio coinvolgimento precoce davvero dissimili tra loro. Sono pochissimi gli con il progetto, sia come rider che attraverso atleti che competono a livello professionistico alcune delle abilità e talenti che ho potuto con- e che riescono a bilanciare bene il fitness di dividere con loro, non strettamente legati alla allenamento delle due discipline durante una bici, significa, che sono stato in grado di costru- stagione di gare. Concentrarsi su una delle due ire qualcosa con Mike di incredibile, un lavoro e usare però l’altra come allenamento fisico fatto di passione che come sempre accade si bilanciandola con la psicologia di gara potrebbe sviluppa nel suo corso naturale perché fatto da risultare molto utile. amici che condividono la stessa passione. Ci sono secondo te delle connessioni tra il ciclocross ( mountainbike ) e le criterium? Pensi che allenarsi durante l’inverno con il ciclocross possa migliorare le tue abilità come ciclista Recentemente sei stato protagonista di un evento artistico chiamato “The Bicycle art and design of Garrett Chow”. Hai in programma altri eventi simili? lotte che sono state fatte, la libertà e l’indip- Noi tutti sappiamo che sei il cofondatore di MASH, come è iniziato il tutto? endenza che rappresenta il ciclismo, per tutte Ma, non posso accreditarmi come co-fonda- queste ragioni penso di aver dedicato la mia tore di Mash. Ero tornato a San Francisco a far vita alla bici. La mia storia d’amore con le bici New York, a Portland e perfino a Londra. Spero visita ai miei da Amsterdam, quando sono stato è arrivata in età molto precoce, ed è un sport e che questo accada nel futuro, ma al momento introdotto da un mio caro amico Benny Weiner uno stile di vita farò fino alla fine dei miei giorni. niente è stato pianificato. Ciò nonostante la ( Benny Gold ) a Mike Martin e Gabe Morford ( i Contemporaneamente e parallelamente al mio collezioni di bici di Michael Embacher, che figura due reali fondatori di MASH ). amore per la bici, sono stato preso da altri nel libro e nell’E-book Cyclopedia, verrà esposta Mike e Gabe, stavano iniziando a filmare un passioni come disegnare e fare roba tipo zaini, al Portland Art Museum in giugno e ho chiesto gruppo di amici come semplice maniera di magliette, volantini e anche in questo caso devo di poter esporre in tale occasione alcune delle dimostrare come ognuno di loro scendesse a ammettere che sono diversi anni che ho queste mie opere e biciclette. capofitto giù dalle discese della città e girasse passioni. Il mio campo di studio è il graphic de- per la strada. Mike e Gabes no entrambi metico- sign e illustrazione, quindi credo che sia logico losi come documentaristi di vita sia che tu sia in lavorare su due tempi che si sposano perfetta- bici o no; non c’era quindi una conscia decisione mente come bici e design. di fare un lungo filmato e di renderlo un film. storico che è stato, il superamento di alcune Quando e perché hai iniziato a girare in scatto fisso? Mi sono costruito la prima nel 2002. Mi ero pre- Ad ogni modo nel momento in cui iniziarono le varie riprese e montaggi, anche la scena della C’erano delle voci sul fatto di portare lo show in giro al San Francisco al Rapha Cycle club, a Molti dei nostri lettori ti conoscono per il coinvolgimento in MASH, ma tu sei anche e soprattutto una delle splendide menti che sono dietro alla direzione grafica di un brand mondiale come quello di Specialized. Ci spieghi fissa cominciò a crescere. Divenne naturale per- so una pausa dalle gare in bici per concentrarmi su un progetto di design legato alla street art chiamato “The London Police”. Quasi in contemporanea però mi sono costruito una single speed da città. La fissa è stato lo step successivo. Le ragioni possono essere svariate: Appeal, 38 39 40 41 di una macchina. Ad ogni modo penso che la Diciamo che coniugo entrambi e che sono bici sia realmente il mezzo più democratico di entrambi lavori nei quali investo tutto me trasporto. Detto questo, nelle società dove l’au- nostri lettori per migliorare i loro programma di allenamento. Hai qualche consiglio o consigli da darci? stesso. L’uno è aiuta l’altro. Il mio lavoro to ha un rapporto in USA, di uno ad uno, a volte, Prendete un allenatore. Se vi state allenando primario, ciò che mi paga la giornata, diciamo quando i prezzi del gas aumentano US$ 4,50/ seriamente, perché non fare riferimento a qual- è l’essere il Graphic designer per Specialized gallone, il mercato di bici vendute maggiore cuno davvero esperto che possa aiutarvi con al nella linea Performance di bici da corsa, ruote e l’uso della macchina va giù. Possiamo solo sua professionalità. Sarebbe stupendo potersi e componenti. Focalizzo le mie energie anche sperare che coloro che hanno preso una bici dedicare solo all’allenamento, a correre e gar- sul design delle bici da corsa dei pro rider come per necessità, a prescindere quindi dal prezzo eggiare. Ma purtroppo molti di noi non pos- Cavendish, Contador, Boonen ad esempio. del Gas, decida di mantenerla a tempo pieno sono permettersi questo lusso. Ad ogni modo Come ti dicevo prima, lavorare con Mash è accorgendosi di quali siano i benefici in termine cercate di essere efficenti e di focalizzare il un labor-love qualcosa che faccio per amore. di salute e di rispetto ambientale. In città cme vostro allenamento quanto più possibile durante Penso che avere qualcosa di primario che ti Portland, Oregon la bici è quasi la regola piutto- il tempo che avete a disposizione. Avere un motiva contrapposto a qualcosa di simile che sto che l’eccezione. C’è sempre speranza! rigido programma di allenamento e lavorare per quale è il tuo lavoro principale? ti ripaga dello sforzo che metti, può aiutare a incrementare il valore intrinseco dei progetti, che si basano solo su aspetti ecomici. Passione, purezza nel cuore e amore sono motiatori più forti dei soldi. Pensi che la bici possa diventare in un prossimo futuro qualcosa che soppianterà la macchina in toto? Ma perché non lo è già? Potrei argomentare dicendo che ci sono molti paesi nei quali la bici è già il mezzo prevalente rispetto alla macchina. Anche se questo è dovuto principlamente ad una questione economica per la quale non tutti possono permettersi di affrontare la spesa Il tuo campione olimpico su pista preferito? migliorare i vostri singoli obbiettivi, massimizza intelligentemente il tempo che passate in sella. Sono un vero fan dei rider che tentano il record Tempo per i ringraziamenti. dell’ora ma che sono dei campionissimi anche in Mio padre,Ivan che mi ha mostrato e insegnato bici da corsa: Mercks, Moser, Indurain, Rominger. il valore di lavorare duramente ed essere umili. Bici da corsa o da pista? Entrambe. In ugual misura e con lo stesso amore. Mi piace il fatto che molti siano stati introdotti all’una perché hanno iniziato con l’altra. Alla fine il vero amore per la bellezza estetica del ciclismo è quello che sento di più. Di solito diamo qualche consiglio ai Garrett Chow www.facebook.com/garrett.chow.75 Devo molto a tutti e due, sia a lui che a mia madre. Ho tanti di quei ringraziamenti da fare alla mia famiglia ( ciclistica ): MASH, Specialized, Rapha, Cinelli. Mi sento onorato di essere considerato vostro amico e di condividere la vita con un gruppo così incredibile di persone che mi guida e mi ispira e con i quali posso condivdere lo stesso amore che ho per la bici. Grazie, Claudio! Respect to those respected. 42 43 Oakley Jawbone riding glasses Cinelli single speed cyclocross frame Giro mash gloves Specialized Mtb road shoes Enve 60mm Rims 44 45 INTERVISTA DI: NICCOLO’ POPPI FOTO DI: PAOLO MOTTADELLI Pietro Pier Lofrano 46 47 Pier è un ragazzo che ho conosciuto a Milano in una di quelle sere pre - estive in colonne di S. Lorenzo, e che mi è subito stato simpatico, non solo perché va in bici, ma perché è uno della vecchia guardia di hardcore di cui anche io mi sento parte, un po’ nostalgici di band come Deftones e Glassjaw tanto per intenderci. Non a caso sulla sua pagina facebook tra le sue citazioni preferite troverete “Everything you ever wanted to know about silence”. Chiaramente Pier è un rider, ed è uno che spinge parecchio sui pedali! Dopo esserci visti più volte sempre a Milano, e aver chiacchierato di musica, sono finalmente riuscito a beccarlo mentre si sparava dei trick assurdi in strada e poi anche al BFF di quest’anno al park!! E’ si…Pier è un BMXer con i contro cazzi! Ma qui viene il bello, perché essendo un tipo molto curioso, il ragazzo si è dedicato anche al Bike Polo e quindi lo vedrete girare sia sulla sua BMX che con una convertita, mazza e lenticolari!! A llora chi è Pietro Pier Lofrano e perché si trova sulle pagine di una rivista di bici? Sono un ragazzino di 32 anni, sono di Milano e mi trovo su una rivista di bici perché praticando diverse “discipline” su due ruote avevo maggiori possibilità di finirci. Ti ringrazio per la bella introduzione e confermo la reciproca simpatia. Come ti sei avvicinato alla BMX e che emozioni ti ha dato in questi anni? Era all’incirca il 2002, vidi dei ragazzi a Parigi che facevano flat e rimasi estasiato dalle evoluzioni che riuscivano a fare. Mi sono documentato (documentarsi al tempo non era cercare su internet ma farsi i km per andare agli eventi) e ho scoperto che la BMX comprendeva diverse “discipline” (street-dirt-flat-vert-park). Non avendo strutture a disposizione cominciai a girare per strada e in maniera naturale sono diventato uno street rider. Le emozioni che si provano girando sono varie, tutte uniche e difficilmente descrivibili. Quella che più ricerco è l’armonia fisica tra me, la bici e la strada! Trovarla vuol dire godere, perderla vuol dire farsi male! Hai avuto modo di confrontarti con rider dall’estero? Cosa ne pensi della scena BMX in Italia? Non ho mai partecipato a contest internazionali o cose del genere. In primis perché non sono mai stato all’altezza, poi perché per quanto mi riguarda la competizione non deve essere tra i rider ma tra il rider e la sua BMX. Sono stato parecchie volte all’estero con la 20 pollici: Toronto, Montreal, Barcellona, Monaco, Valencia e ho avuto modo di girare con diversi amici stranieri che vivono l’andare in BMX come me. La scena italiana è cresciuta moltissimo negli 48 ultimi anni su questo versante, definiamolo del “chills not skills”: Stefan Lantschner, Simone Barraco sono tra i rider più rispettati al mondo, costantemente all’estero per editing video e road trip! Le nuove generazioni invece risento un po’ troppo del bombardamento di materiale via internet e si concentrano di più sul diventare forti piuttosto che divertirsi. Commercialmente siamo invece gli ultimi della lista: ci sono un paio di distributori a livello nazionale che fanno il possibile per tenere viva la situazione, mentre brand “tecnici” italiani non ce ne sono. Ci sono stati in passato ma hanno avuto vita breve purtroppo. …e Milano com’è? Ci sono delle rivalità tra rider? Milano è strana. Dal 2005 al 2008 c’è stata a mio parere la golden age: pochi rider, super affiatati, molta amicizia, tanto divertimento e zero paranoie da ghetto star, zero crew, nessun territorialismo stupido! Ultimamente c’è stata una super esplosione nei numeri, e quindi con essa si è sia alzato il livello, sia, passami il termine, il “poserismo”. A Milano ci saranno quasi 100 possessori di bmx, 20 di questi girano veramente, pochi girano per divertirsi. Gli altri sono più interessati ai contorni inutili della cosa, il prodotto figo e leggero (per poi non usarlo mai), rivalità, competizione, faide, confraternite e tutte quelle cazzate che si generano quando ciò che era underground diventa mainstream. Da qualche tempo ti sei avvicinato al bike polo, perché? E’ stata anche qui una cosa naturale. Ho conosciuto i ragazzi di Milano Bike Polo e ho apprezzato fin da subito la loro attitudine. Al milionesimo invito a provare a giocare ho accettato. Mi sono divertito parecchio, la cosa mi riusciva 49 50 51 52 53 abbastanza bene e ho continuato. Ci trovate tutti i mercoledì al Leoncavallo ad allenarci e far cagnara! a skateboard doesn’t make you a skateboarder, being unable to stop riding a skateboard is what makes you a skateboarder”. Che tipo di competitività troviamo nel Polo? Similitudini con la Bmx? Ad oggi ti senti più legato alla bmx o più al bike polo? La scena polistica attuale ricorda quella BMX di una decina di anni fa, o almeno questo è il mio sentore. Il polo mi pare fortemente in crescita, ma ancora a livelli del “ci si conosce tutti”. C’è affiatamento nazionale e anche internazionale. La competitività è alta, diluita sulla squadra piuttosto che sul singolo. In comune con la bmx c’è l’equilibrio sulla bici (anche se sulla BMX questo aspetto è portato all’estremo), molto diverso è invece l’approccio al gioco che è di squadra e come tale richiede tattica e allenamento in gruppo. Un altro aspetto comune a entrambe è quello del viaggio. Sportivamente alla BMX, umanamente al Bike Polo. Dacci tre aggettivi per definire la Bmx e tre aggettivi per definire il Bike Polo! Ultime parole per ringraziare o mandare a fare in culo qualcuno? Ringrazio te per l’opportunità concessami con questa intervista, ringrazio Paolo Mottadelli per le foto, Carletto e tutta la vecchia guardia bmxer di Milano, Alessandro Civera e Federico Vezzoli di Nosoccer, Alberto Pepe di Southfresh, Davide “Bozo” Storelli per avermi iniziato al Bike Polo e con lui tutti i ragazzi di Milano Bike Polo, la mia famiglia per non avermi mai comprato il motorino obbligandomi ad inseguire con la Graziella i miei amichetti con il Booster! Vaffanculo alla viabilità di Milano! BMX = fedele, tagliente, irresistibile. Bike Polo= coinvolgente, tattico, rude. Cosa pensi di tutto questo Hype sulla bici a scatto fisso per cui tra l’altro Milano si è fatta davvero notare ? Bohhh! Ahahaha! No guarda davvero non lo so. Non ho una bici a scatto fisso e non conosco molto la scena. Pedalo parecchio anche con la bici da corsa, e sinceramente avere dei rapporti dietro è una bella comodità. Posso dirti due parole generiche sul hype, che credo valgano per scatto fisso, bmx, polo, skateboard e tutte quelle discipline che si sviluppano da culture underground: la prima è la netta distinzione tra chi pratica veramente e chi possiede il mezzo ma non pratica: e già qui seghiamo un’alta percentuale di milanesotti. La seconda, alzando nettamente l’asticella radical, la descrive benissimo questa frase di Lance Mountain: “Riding Pier Pietro Lofrano www.facebook.com/pier.lofrano 54 55 PARMIGIANA LIGHT Ingredienti per 2 persone 2 melanzane 1 scalogno 250 g di salsa di pomodoro 60 g di parmigiano 100 g di mozzarella basilico sale olio Preparazione: Iniziate preparando il sugo: mettete in una padella un filo d’olio e lo scalogno tagliato finemente su fuoco basso; una volta dorato aggiungete la salsa di pomodoro con mezzo bicchiere d’acqua e un pizzico di sale, e fate cuocere per almeno 20 minuti a fuoco medio. Quando il sugo si sarà addensato, spegnete il fuoco e profumate con qualche foglia di basilico. A parte lavate le melanzane, tagliate la parte superiore e quella inferiore e poi tagliate delle fette di circa 1cm. Fatele cuocere poi su una piastra rovente, da entrambi i lati, per alcuni minuti. Grattugiate poi il parmigiano finemente e fate la mozzarella a dadini piccoli. In una teglia mettete un filo d’olio e uno strato di pomodoro, sopra di esso le melanzane e sopra ancora il parmigiano e la mozzarella; ripetete l’operazione fino all’esaurimento degli ingredienti, e concludete con un filo d’olio. Preriscaldate il forno a 180° ventilato, la parmigiana deve cuocere in forno, coperta dalla stagnola per 20 minuti, poi scoperta per altri 10 minuti. Livello di difficoltà: Costo: Livello di difficoltà: 56 Costo: BASSO ECONOMICA MEDIO NORMALE ALTO CARA Francesca’s Recipes www.francescasrecipes.blogspot.it 57 CHAS FOTO DI: MIKE MASH C H R I S T I A N S E N L’uomo con la frequenza di pedalata impossibile INTERVISTA DI: CLAUDIO DI SANTO P rima di tutto, chi è Chas Christiansen? Chas Christiansen Chas Christiansen è un vecchio tizio di 28 anni che vive a San Francisco con la sua signora e un cane chiamato Bucket e un gatto Shovel. Parlare in terza persona è troppo strano. Corro per la TCB courier e faccio il rider per MASH. Nel mio tempo libero mi piace mangiare i Toast da caffè Trouble, esplorare gli edifici abbandonati, leggere i romanzi d’avventura e viaggiare per il mondo in cerca di avventura. Quando hai iniziato ad andare in bici a scatto fisso? Nel 2004 vivevo in una casa di punk nel profondo sud-est di Portland Oregon, avevo solo la mia bici CX per correre e andare a lavoro. Un amico mi ha dato una “Suicide Wheel” (vecchio mozzo libero da strada con un ingranaggio incollato su) e ho convertito la mia prima bici spazzatura nella cantina della casa punk. Era una 52 cm della Peugeot con un 50 x 15, non sapevo come skiddare abituato alla bici da corsa. Inutile dire che sono caduto molte volte quando ho iniziato a andare fisso. Ho convertito qualche altra bici poi finalmente ho trovato un telaio da pista vero un anno più tardi. Molti dei nostri lettori sono grandi fan della squadra MASH, vuoi dirci di più, su questo team? Il team di MASH è un gruppo di amici che gira insieme, siamo abbastanza fortunati da avere il supporto di un gran numero di aziende ma anche 58 di singole persone che sono entusiaste di ciò che facciamo. MASH nasce dalle corse su strada e si è evoluto in molte direzioni dal ciclocross alle corse e perfino al touring. Noi tutti usiamo la bici come un modo per raggiungere i nostri obiettivi e divertirsi come gruppo. Che cosa ne pensi di DVD e video-clip sul mondo dello scatto fisso? Pensi che siano utili a diffondere la cultura di questo movimento? Penso che sia grande, ma anche una lama a doppio taglio. Una clip breve, se ben fatta può farti sballare e prenderti per un lungo periodo. D’altra parte non tutti possono guidare come fanno nei video di Lucas Brunelle, le persone a volte si spingono davvero oltre i propri limiti. Detto questo personalmente mi piace guardare la gente in giro per il mondo che ci conosce, ed è un modo figo poter mostrare le nostre avventure. Come è stata la collaborazione con il progetto FIXATION the Movie? Abbiamo visto il dvd e amato la regia! Dicci di più su questo dvd! Ad per essere onesti non ho avuto molto a che fare con la creazione del DVD. Fixation ha catturato l’infanzia di TCB couriers. Penso che abbia fatto un lavoro incredibile nel narrare TCB e lasciare che le persone potessero dare un occhio alla nostra vita e al nostro lavoro. Ho inviato assolutamente una copia a mia mamma e lei lo ama! Quali sono i rischi principali del tuo lavoro? Ribaltarsi di faccia…No davvero!! però, taxi e autobus sono i peggiori. Quando piove qui le strade diventano super scivolose. Sono appena andato a Minneapolis per il Super Bowl e quei ragazzi giocano a -13, così freddo, che potrebbero congelare a morte. Io mi tengo a riparo e cerco di stare attento, è un lavoro e una consegna non vale un viaggio nella stanza di emergenza. Se potessi dare un consiglio ad un principiante che sta iniziando a lavorare per la prima volta come bike messenger che cosa ti piacerebbe raccomandargli ? Quanto appena detto prima, tenere il lato gomma verso il basso. È un lavoro e l’idea è di farlo in modo coerente, se ti fai male, non si può andare a lavorare e quindi non hai lavoro. Non importa che cosa ti fa felice in quel momento, devi vivere cosi tanti momenti casuali e strani o la strada. Scattare foto, spingersi un po’ oltre tutti i giorni per diventare più furbo e più veloce. 59 Sappiamo tutti che sei uno dei rider più forti di questa comunità, come ti alleni? Io giro molto con gli amici. Veramente non ho un programma di allenamento, provo solamente a variare quanto più possibile. Giri bello lunghi su strada, percorsi in bicicletta CX, martedì mattina bici da pista. È importante mangiare bene se si desidera andare più veloci e spingersi oltre, infatti nessuno ha mai detto che sia facile. Divertirsi è sempre importante, trovare nuove strade da percorrere, nuove colline da salire, viaggiare e correre più spesso possibile. Che tipo di gara preferisci, criterium o alleycat race? Entrambe, ho iniziato facendo le alleycat e sarà sempre una sensazione meravigliosa essere la cosa più veloce sulla strada della città. La sensazione di scivolare attraverso la città con un gruppo di altri rider, niente ti può fermare, ognuno sta creando un flusso attraverso il traffico, ed è quasi come tu fossi invincibile. Le Criterium offrono ordine nel caos, velocità pura e tattiche. È come un gioco di scacchi a 50 km/h con 50 altre persone. Sono entusiasta di poter vedere una formazione della “World Cup”. Tutte le RedHook, Fijate in Puerto Rico, la the Hunt a Londra. Giron in Spagna, fixed Fest a Jakarta e molti altri. Questi eventi legittimano le Criterium come eventi tosti e seri, competitivi, questo a sua volta porta più sponsor, piloti di calibro superiore e in definitiva altri grandi eventi. Così io amo entrambe le competizioni, a loro modo sono speciali, ma le mie radici sono con la strada, chiunque può diventare un buon crit racer, non tutti possono competere in alleycat. Chas Christiansen Attualmente con che rapporto giri ? E quali sono le specifiche della tua bici? Giro con un telaio pista è un prototipo di Cinelli, e stò lavorando per qualcosa di nuovo nel il 2013!. Flangia bassa Dura Ace fisso/fisso mozzi e Mavic CXP 12 con pneumatici continental. Pedivella Sugino 75 e BB con una corona da 44RN 47T. Attacco manubrio Thomson e reggisella PRO ergo a goccia, San Marco Zoncolan Saddle e TIME ATAC. Se dovessi scegliere un rider dal dvd “ Fixation “ chi sceglieresti ? Devo essere onesto..non ho visto tutto il film, perciò non saprei. Se proprio dovessi scegliere tra alcuni riders dai quali sono motivato direi Mamad “ Mr. Mad “ da Jakarta, Francesco Martucci dall’Italia e 60 61 Dave Yoha che è di qui di SF. Questi ragazzi sono incredibili. Pensi che la bici possa essere considerata, una rivoluzione rispetto alla macchina? Non credo che la bici possa essere considerata più importante della macchina. Girare in bici significa avere la responsabilità del prorpio mezzo di trasporto e fare quello sforzo in più per fare 1 km extra. Ci sono un sacco di persone pigre la fuori che non hanno voglia di fare quel km in più. Il chè direi che è anche meglio, visto che secondo me la bici è per molti ma non per tutti. Un duro senza dubbio, chiunque vincerà il world championship della RedHook, dovrà essere in grado di viaggiare e di fare tutte le gare al top. Correre dopo un volo aereo di 12 ore non è mai facile e dato che ci sono be 2 gare Europe e due gare negli Stati Uniti, chiunque gareggi deve scrollarsi di dosso le ore di aereo dalle gambe. Martucci era molto forte a Milano, Neil potrebbe farcela se il viaggio non interferisce con la sua prestazione. Penso ne vedremo delle belle comunque! Possiamo aspettarci di vederti alla RedHook di Milano? Ci puoi dire qualcosa in più su TBC courier? TBC curiers è la mia famiglia in pratica. È diventato più che un lavoro. E’ il mio network di supporto che mi permette di viaggiare, fare gare intorno al mondo. TCB è un incredibile collezione di individui motivati che si sono trovati per creare una grande compagnia. Lavoriamo insieme, facciamo festa insieme, condividiamo la stessa mentalità e modo di vivere, e di adattarci al cambiamento del mondo e dell’economia cercando di fare ciò che più ci piace. Cresciamo sempre più, siamo a quota 45 rider e contiamo di espanderci in altri paesi entro il prossimo anno. 62 Chi è secondo te il favorito per diventare campione alla prossima RedHook? Spero proprio di farmi tutte le Redhook quest’anno, staremo a vedere. I biglietti aerei sono davvero cari e ho diverse altre gare in lista per quest’anno. Vuoi ringraziare qualcuno in particolare? Mi piacerebbe ringraziare TCB, MASH, a la mia lady Lindsey, tutti voi mi date la possibilità di affrontare questa incredibile vita. Girò e Oakley perché mi danno sempre il meglio sul mercato. Tutti coloro con i quali ho condiviso la strada la fuori. Tutti voi mi motivate ad andare avanti e spingermi oltre. Chas Christiansen www.tcbcourier.com 63 INSTAGRAB DAYLIFE VISTO CON L’OCCHIO DEL VOSTRO CELLULARE Invia le tue foto a: [email protected] 64 65 adv SAUSAGE LOCKS 66 P A R T Y F R A N K —— K A B A N A —— K R A N S K Y 67 C iao Alex, prima velocissima domanda…ti senti più ciclista o regista? Devo dire che prima di tutto sono un filmmaker e poi sono ciclista. Anche se ho iniziato ad andare in bici molto prima di iniziare a fare film. La passione che ho messo filmando e dirigendo Fixation è perchè volevo fare qualcosa di creativo e cinematografico su un argomento che ritenevo non fosse relamente capito. Quando e come è nata la passione per la bici ? Quando ero piccolo andavo di frequente con mio papa in mountain bike, poi nel 2003 ho iniziato a lavorare a Livermore Cyclery, un bike shop appunto di Livermore in California. Quello è stato il momento in cui ho iniziato ad apprezzare realmente e a capire il ciclismo e la cultura che si porta dietro. Lavorare in quel negozio mi ha dato il reale stimolo per andare a documentare il movimento ciclistico dello scatto fisso. C’era davvero una pessima considerazione dei ciclisti in fissa e non capivo perchè. Ho visto un sacco di ragazzi in fissa, entrare nel negozio, ma purtroppo la maggior parte delle persone del negozio erano ciclisti nel senso più classico e appena possibile parlavano male dei fissati, dicendo che si trattava solo di ragazzini che seguivano una moda. Altri parlavano della purezza della semplicità e altri solo che la usavano per allenamento in velodromo. Perciò c’erano opinioni contraddittorie dietro il movi68 mento dello scatto fisso. Ho iniziato con una single speed e poi su scatto fisso e devo dire che l’eccitazione e la semplicità da dato senso a tutto. Cosa ti ha portato a dirigere un docufilm sulla scena fixed ? Puoi raccontarci le difficoltà dietro un progetto del genere? Diciamo che sono nuovo nel mondo della cinematografia ma che sapevo di voler dirigere qualcosa quanto prima, qualcosa che avrei anche potuto editare da me. Dopo aver lavorato in un bike shop per 5 anni, sapevo che potevo contare su una serie di amici, contatti chemi avrebbero potuto aiutare a completare questo progetto.Fare un film è estremamente costoso, quindi capivo di dover usare qualsiasi risorsa possibile. Dovevo far si che tutto ciò capitasse. Nick Hart è uno dei ciclisti che ho filmato in Fixation e abbiamo lavorato spalla a spalla per 2 anni. Quando gli parlai di Fixation, fu il primo disponibile a darmi il suo punto di vista. Infatti devo dire che sono persone come lui che mi hanno motivato nel completare Fixation. Sai è papa, ed è uno che rispetta la strada, è educato e adora visceralmente il ciclismo. Fixation ha avuto diverse difficoltà durante le riprese, prima di essere completato. Ho lavorato con un grande regista come Justin Gamboa e abbiamo collaborato insieme per il design delle scene da filmare, immaginando come filmare questi riders e inserire quante più angolature di ripresa possi- 69 Fixation bile. Tenendo a mente che era il primo verofilm su un movimento ciclistico. Tutto quello che stavamo facendo era davvero nuovo per noi e volevamo farlo al meglio. Per esempio abbiamo avuto molte difficoltà nel seguire i riders per le strade di S.Francisco. Originariamente, abbiamo provato a seguirli in macchina, poi in moto e questo ha certamente aiutato le riprese. Alcune scene erano state previste a tavolino, mentre altre le abbiamo filmate al momento, quando la fortuna ci dava l’ opportunità di cogliere l’attimo. In post produzioe ho avuto una serie di sfighe come l’har drive rotto, parti di riprese in file corrotte, diritti musicali da prevedere, ma alla fine siamo riusciti nell’intendo! Una volta che il film era completato, ho dovuto affrontare un’altra serie di problemi. Trovare un distributor per il film e che fosse coerente nel produrre un film sullo scatto fisso, spingere il dvd su tutti I canali e tenere conto di tutte le problematiche sui diritti d’autore e la parte legale, cosec he non avevo mai realmente immaginato di fare prima di fare un film. Quando sono partito con Fixation non avevo idea di cosa volesse dire promuovere qualcosa come un DVD tipo Netlix e Itunes, Volevo far conoscere alle persone la scena Fixed e aiutare a debellare I soliti stereotipi che l’accompagnano. Puoi descriverci meglio il concetto dietro un film come Fixation? Il mio obbiettivo primario in Fixation era fare intrattenimento, cinematico dando una sensazione positive sulla scena Fixed. Volevo riprendere I riders in ambientazioni spettacolari, su e giù per la California. La prima cosa che ho detto alla mia crew prima delle riprese è stat ache volevo assolutamente dare un taglio spettacolare al film, catturando questi ciclisti nella maniera più artistica possibile, mentre raccontavano e spiegavano le loro storie e la varietà di ciclisti fixed. Qualche progetto di venire in italia e fare un film sulla storia del ciclismo? Niente mi renderebbe più felice che poter catturare la storia e le immagini del ciclismo italiano. La ragione principale di un film fatto in California è solo definite dal budget a disposizione. Siamo tutti di Los Angeles e ci siamo spostati solo a San Francisco Bay, perchè avevamo contatti che ci hanno permesso di farlo. Metà 70 di Fixation mostra la nostra città. Ho provato a cogliere la personalità delle città: ogni ciclista si sente molto in connessione con la propria città e volevo essere sicuro di disegnare un ritratto onesto di come fosse la loro storia. Ogni ciclista ha una sua visione sulla scena fixed che si basa sul posto in cui pedala. Qualche trucco per I filmmakers che vogliono iniziare a dirigere un primo video sulla scena fixed? Filmate tutto, non saprete mai cosa vi tornerà utile durante un montaggio. Siate creative con le angolature e la selezione delle riprese, provate a capire cosa hanno fatto altri prima di voi per capire le differenze e trovare una vostra strada per filamre. Selezionate delle location con saggezza: inquadrare in velocità un rider giù da una collina della periferia, oppure scalare una collina con alle spalle un bellissimo panorama, oppure una L.A costipata dal traffico può fare la differenza tra una scena emozionante oppure pallosa. Il mio rammarico nelle registrazioni di Fixation è stata l’impossibilità di visitare tutte le location che avrei volute. Con così pochi fondi e tempo a disposizione abbiamo fatto del nostro meglio. Ma spero di poter viaggiare di più in future. Se state per dirigere un film come questo siate preparati ad avere un cameraman, un produttore, un pubblicitario, un editore e qualsiasi cosa vi serva per poter fare delle ottime riprese. Qualche ultimo suggerimeto per I nostri lettori e filmmaker? Mentre registravo Fixation, ho sentito moltissime storie di rider che raccontavano la loro connessione con la bici o sulla libertà mentre pedalano: Devo dire che sono daccordo. La bici può essere molto di più di un semplice mezzo di trasporto. Ho provato a non essere eccessivamente profondo nella descrizione di questo, ma solo di uscire a godermi questa sensazione. Da filmmaker cercate di impegnarvi con la massima dedizione alla riuscita del film e sarete sorpresi del risultato. Quando stavo editando Fixation, non mi sono mai preso un giorno libero e la mia mente non riusciva a fermarsi dal pensare a come essere creative e trovare la miglior soluzione per un finale di scena e penso di esserne uscito vincente. Ultimissimo consiglio, lavorate con persone che 71 sono motivate come lo siete voi, perchè non potrete mai fare un film da soli. Fare un film significa collaborazione. Alex T. Viriato www.vimeo.com/atviriato 72 73 74 Alle porte di Torino, quasi primavera 2013. Ciao Octavio, mi racconti in breve il tragitto che dall’Argentina ti ha portato qui, vicino a Torino? Ancora non focalizzo bene il signore di mezza età che mi sta di fronte, in piedi, mi guarda negli occhi con una fierezza e sfrontatezza che a volte mi disorientano. Se fossi un appassionato di calcio avrei di fronte a me l’equivalente di Gabriel Batistuta, ovvero magari non il più grande di tutti, ma uno la cui carriera è costellata di gemme preziose e che forse, se la sorte gli fosse stata meno avversa, avrebbe un posto riservato nell’olimpo dello sport. Invece qui, come sempre, parliamo di ciclismo, magari su pista, e allora ecco che di fronte a me ho il grande Octavio Dazzan. Singolare proprio ora che un abbiamo un papa argentino di origini italiane, oggi ho il privilegio di fare quattro chiacchiere con un grande argentino naturalizzato italiano da tantissimi anni (per i più curiosi aggiungo che sì, Dazzan ha conosciuto anni fa Jorge Mario Bergoglio aka papa Francesco, mi immagino il suo sussulto davanti alla tv questo recente 13 marzo). Parliamo di un campione da nove titoli italiani, tre ori europei, quattro argenti mondiali andando solo per sommi capi, con una carriera lunga 13 anni. Arrivo alla sua officina-negozio-deposito in un pomeriggio che sa già di primavera nonostante l’aria frizzante, la prima sensazione è quella di entrare più in un rifugio che in uno di quei asettici “atelier della bicicletta” che oggi vanno per la maggiore, specie qui al nord. Qui no, sono in una officina prima di tutto, polverosa come deve essere, zeppa di pezzi e pezzettini il cui ordine è noto solo al padrone, io non posso far altro che ammirare incantato le rastrelliere di telai appesi con sopra il nome Dazzan, c’è ancora tanto tanto acciaio qui a farla da padrone che sia esso strada, mtb (poche) e qualche vera gemma da pista. Octavio inizia a parlare ed è davvero un fiume in piena, maledico il non avere con me un registratore, ma prendo qualche appunto e focalizzo al massimo la mia attenzione sulle sue parole e sui gesti di quelle mani callose e intrise di grasso che solo i veri meccanici hanno. Questa che segue è solo la prima parte dell’intervista, continuerà al prossimo numero con, tra le altre cose, l’incredibile storia di “come ugo de rosa mi fece perdere l’olimpiade a Mosca nel 1980”, quindi direi che conviene seguirci! La mia carriera inizia presto e subito alla grande, a 17 anni nel 1975 (chi scrive doveva ancora nascere n.d.t.) vinco il campionato del mondo juniores correndo per la nazionale argentina, l’anno successivo passo a correre per la nazionale italiana e subito mi ritrovo anche campione nazionale. Le olimpiadi sono quasi alle porte (Mosca 1980) ed è subito un traguardo ambizioso, ma a cui non voglio rinunciare per nulla al mondo. Arrivo a quell’appuntamento preparatissimo e punto subito in alto, la forma è quella giusta e tutto faceva ben sperare. Andò diversamente, e scoprii più tardi anche il perché (nella seconda parte). L’anno successivo passai professionista e iniziò la stagione delle vittorie che contano, in giro per l’europa e nel mondo, Giappone compreso. Oc� TAVIO Hai corso anche nel keirin giapponese, hai voglia di raccontarci qualcosa? Beh, lì fu una scelta oculata dettata dal bisogno i rinascita del Giappone post Hiroshima. Per legge furono istituite le gare keirin e le scommesse ad esso legate, oggi in Giappone ci sono circa settanta (sì, avete letto bene, settanta) velodromi e tutto segue una stretta regimentazione a metà tra i monaci shaolin e l’esercito. Se un torneo di keirin dura tre giorni gli atleti stanno lì, chiusi in velodromo per quattro giorni, senza vedere nessuno, senza parlare con nessuno. Se durante l’ingresso Ora ti racconto di quella volta del velodromo un corridore si permette anche solo che De Rosa… (parte 1) di alzare la testa è squalificato: potrebbe aver fatto un cenno ad uno scommettitore in combutta con lui. La scuola di keirin dura quattro anni, è durissima ed estremamente orientata a quella precisa disciplina, un buon corridore giapponese di keirin quasi mai è un ciclista completo, patirà sicuramente in tutte le altre discipline, compresa la stessa velocità. DAZ� ZAN di Riccardo Volpe Quindi sono molto considerati quei corridori, una specie di eroi? Al contrario, in tutta onestà sono considerati come da noi i fantini, nulla più che un numero su cui scommettere con più o meno probabilità di vittoria. Vengono più maledetti in caso di sconfitta che osannati quando vincono. Dalla loro hanno che i premi sono ottimi e non è così difficile vivere bene solo con le corse anche se non sei un campione, proprio perché il tutto è funzionale alle scommesse. Pensi sia una via di rilancio per il ciclismo anche qui da noi? Assolutamente no, non ci sono i presupposti e ormai, nemmeno più gli spazi. Ok, raccontami un po’ di come curavi gli aspetti tecnici della bicicletta prima delle gare. Guarda, i miei avevano una fabbrica di bici in argentina, son nato lì in mezzo, la bici me la sono sempre controllata io in tutto e per tutto. Le poche volte che ho delegato l’aspetto meccanico ho solo beccato delle gran fregature, come quella volta in un torneo di velocità a Berlino, dove ad inizio volata mi si piegò indietro il manubrio perché quel fesso di …. (n.d.r. nome rimosso, ve lo dico poi in privato) si era dimenticato di stringere il bullone della pipa. Ma ho fatto comunque la mia volata, perdendo di mezza ruota. 75 Sperimentavate molto negli anni 80, qual è la tua esperienza? (mentre parliamo ci avviciniamo ad un capolavoro di bicicletta, sviluppata da Dazzan stesso in collaborazione con Sannino, ad oggi ne rimangono cinque esemplari). Sì cercavamo sempre nuove soluzioni, in pochi avevamo intuito che l’essenziale era la rigidità unita all’aerodinamica, tutto questo in epoca antecedente al record dell’ora di Moser e tutto quanto ne seguì, eravamo dei pionieri. Fui tra i primi ad adottare i cerchi araya con profilo a “V”, tra i primi ad adottare le lenticolari quando ancora il carbonio era sconosciuto ai più. Questa bici fu un progetto tutto mio con Sannino, i rinforzi che vedi (qualcuno ha detto Cinelli Laser?) Sono in realtà delle anime in acciaio assiali al telaio, poi carenate con la vetroresina, ottieni un mix di grande rigidità ed una perfetta resa aerodinamica, senza concedere troppo al peso. Tutti spunti ed idee dalla quale poi i grandi marchi costruttori hanno attinto una volta passati alla fibra di carbonio ed al concetto di monoscocca, solo che noi eravamo nel 1981! A proposito di costruttori, tu vendi bici marchiate col tuo nome, come si riesce a condurre l’attività di piccolo marchio oggi? Con fatica, con grande fatica. L’epoca del telaio in acciaio bello ed efficiente è finita da un pezzo, il ciclista amatoriale non è più attratto dal telaio in acciaio. Questi (siamo sovrastati da decine di esemplari in acciaio, alcuni telai con tubi particolarissimi a sezioni che ricordano lo “stellare” glico, fino all’ottagonale) non li vuole più nessuno, sono qui in svendita da anni ormai e se non c’è sopra il grande marchio non interessano a nessuno di quelli che si definiscono amatori, i quali non vogliono poi nemmeno sapere che il grande marchio a sua volta acquista anche lui in oriente ed aggiunge le sue grafiche. Alla fine, oggi come oggi, faccio così anche io, mi sono unito ad un gruppo d’acquisto e mi arrivano i telai praticamente pronti e io faccio assemblare, sia per i miei clienti, sia per la squadra agonistica giovanile che seguo da anni. Per questa prima parte ci fermiamo qui, il seguito al prossimo numero! Riccardo Volpe 76 www.riky76omnium.wordpress.com 77 L’ANGOLO DELLE RECENSIONI. Legenda Recensioni SUFFICIENTE BUONO ECCELLENTE Met Stradivarius Hes Oggi sono a recensirvi uno dei caschi da strada di Met Helmets. Il modello Fixation the movie Fixation è un Dvd nel quale sono incappato qualche tempo fa mentre ero alla ricerca di qualcosa in alta definizione da vedere. Avevo visto solo alcuni trailer su Vimeo e sono rimasto affascinato dalla qualità della produzione e la caratterizzazione dei rider presenti. Se leggete l’intervista fatta ad Alex Trudeau Virato, regista e produttore del film si può capire la passione messa nel girare questo DVD. Ad ogni modo non voglio dilungarmi sulla descrizione del DvD perchè molto di ciò che posso dire è già stato detto in questione è lo Stradivarius Hes Elite. Il casco ad una prima analisi (visi- durante l’intervista: posso però dirvi che è un progetto che merita l’acquis- va) si presenta molto bene, look total Black con congiunzioni nero lucido to perchè è uno di quei film che senza dubbio rivedrete più e più volte. Un ed il marchio Met su entrambi i lati in stampa UV. Al suo interno a differ- pò come succedeva per I VHS di skateboard e snowboard degli anni 90 enza degli altri caschi che presentano dei supporti in stoffa per il comfort ormai consumati dalle mille visioni, Fixation lascia quel sapore di esperien- con la testa lo Stradivarius presenta dei supporti in silicone che una volta za vissuta, che motiva chiunque va in fissa e vive questo movimento come a contatto con la testa rendono ultra stabile il casco inoltre nella parte qualcosa di intenso e di passionale. Le storie narrate dai Rider ( tutti noti e frontale del classico supporto di stoffa è stato soppiantato da un’unico di un certo livello ), fanno capire la reale connessione con la propria città e pezzo sagomato di silicone per garantire maggior stabilità al casco. Queste la moltitudine di situazioni che un rider in fissa può vivere. Dalla pista, alle accortezze si notano quando si esce in bici, il casco non accenna a mu- Alleycat passando per chi lavora come Curier nel traffico e chi si allena per oversi rimane ben saldo sulla testa anche girandosi, le prese d’aria frontali ci permettono di essere areati al massimo garantendo un enorme comfort. I lacci di allaccio sono molto resistenti e regolabili in base alle fattezze della nostra testa. Casco super leggero, sembra quasi di non averlo. Faccio i miei complimenti alla Met Helmets e vi consiglio vivamente l’acquisto. il semplice gusto di passare qualche ora di totale libertà evadendo dalla propria routine. Le ambientazioni sono favolose e variano dal caos di una Los Angeles incasinata, alla più sinuosa San Francisco che ci fa intravedere anche delle aree suburbane particolarmente emozionanti come la www.met-helmets.com Bay Area. Insomma, Fixation è un lavoro completo come difficilmente si trova in circolazione, infatti se date un occhio alla pagina di home del sito Knog Sausage Lock capirete dai premi vinti di cosa stò parlando. I ragazzi Australiani della Knog non hanno bisogno di essere presentati; i loro prodotti sono sempre al top e quasi tutti i rider hanno sulla propria bici almeno una luce della Knog o un computerino… Bè www.fixationdocumentary.com anche quest’estate hanno diverse soprese e noi intanto ve ne presentiamo un paio… Ecco in arrivo il Knog Party Coil inviatoci appositamente per essere testato e valutato. Come recita il loro press release, arriva lestate e con lei, la voglia di stare fuori tutta la notte a fare baldoria, quindi abbiamo bisogno di legare le nostre bici ed essere sicuri di trovarle di nuovo li anche dopo una serata di sbronze cosmiche. Il Party Coil è molto carino, partiamo da questo intanto. Ha diversi colori ed è quasi un bracciale se lo arrotolate al braccio. Lungo in estensione 1.3 mt, pesa circa 330 grammi ed ha un corpo in silicone che si adatta perfettamente alle forme della bici. I cavi di acciaio intrecciati sono coperti da una parte spessa di silicone e finiscono sulla parte della serratura che a sua volta e avvolta da pvc. Quello che rende piuttosto resistente questo Lock è il fatto di avere il nucleo in fibra che si schiaccia prima di tagliarsi, rendendo un po’ più rognoso al ladro inesperto la possibilità di portarvi via la bici. Chiaramente ci sono tutte le limitazioni del caso per questo oggetto che rimane a parer nostro l’oggetto in più, da portare con se per legare le ruote al telaio. La stessa Knog dà come valutazione di sicurezza un bel 30 su 100! Ad ogni modo è un oggetto davvero interessante per le dimensioni raccolte e per le infinità di colori in cui si trova che sono ben 12… Interessante per la sicurezza restano le 1000 combinazioni di chiavi che hanno fatto per questo oggetto e che dovrebbe rendere invece più difficile un eventuale clonazione di chiavette. www.knog.com.au Vulpine Harrington rain jacket Era da molto tempo che cercavo un rain jacket per l’inverno e surfando in giro per la rete mi sono imbattuto in Vulpine clothing, marchio inglese che vanta da anni una supremazia nell’abbigliamento di classe urbano. L’harrington jacket è la soluzione definitiva per quando d’inverno piove e sopra la nostra giacca tecnica vogliamo metterci qualcosa che ci ripari dall’acqua. La giacca presenta 4 tasche (2 zip frontali e due con bottoni una sul retro e una sul pettorale sinistro). Le chiusure al collo sono magnetiche e anche la tasca su retro è magnetica. Sulla schiena presenta una tasca che permette la traspirazione durante le uscite più intense. Se state cercando una giacca antipioggia questa è la giacca definitiva. Costo moderato, siamo sui 130 euro. Vale decisamente l’acquisto. www.vulpine.cc 78 79 SUPERIOR QUALITY UNPARALLELED STRENGTH HAND-MADE IN YORKSHIRE, ENGLAND TEAM RIDER Ric Bell 80 PHOTO Szymon Nieborak 81 PHOTO REPORT: MASSIMO “PH” BACCI 82 83 84 85 86 87 ORGANIZZATO DA 3 1 0 2 o giugnL E D I F O R A N O 6 1 / ZIONA 5 A 1 N R / E T 14 D R O M O I N VELO VEL OD EF ROM IXE D T. FES COM IN COLLABORAZIONE CON 88 89 Thanks. GRAZIE A TUTTI VOI, A TUTTI I NOSTRI COLLABORATORI, ESTERI E ITALIANI. GRAZIE A CHI HA ACQUISTATO SPAZI ADVERTISING SU QUESTO MAGAZINE. GRAZIE A TUTTI I BRAND CHE CI DANNO LA POSSIBILITA’ DI RECENSIRE I LORO PRODOTTI. GRAZIE A CHI CONTINUA A SCARICARE CYKELN MAGAZINE. SLAFA? 90