Fatti, personaggi e vita vicentina
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Fatti, personaggi e vita vicentina
Aim, nomine rivoluzionarie pag 4 Droga e riciclaggio, la mafia è qui pag 3 Giovani autogestiti, centro Tecchio isola felice pag 22 n° 119 4 ottobre 2008 euro 0,50 0 50 Fatti, personaggi e vita vicentina Direttore responsabile Luca Matteazzi Spedizione in A.P. - 45% art. 2 comma 20/b legge 662/96 Filiale di Verona Roma padrona NEL 2008 DOPO CRISTO TUTTA L’ITALIA È OCCUPATA... TUTTA? NO. UN VILLAGGIO DEL VENETO RESISTE ANCORA I poveri ingenui Ciàcole L e prime informazioni, imprecise e frammentarie, dicevano che il Consiglio di Stato aveva dichiarato non ammissibile il referendum che il Sindaco di Vicenza aveva indetto per chiedere ai suoi cittadini cosa pensassero dell’eventualità di costruire sul loro territorio una seconda base americana, la più grande d’Europa (un eventualità divenuta da tempo certezza, tra l’altro, il che dunque rendeva il referendum, da un ‘certo’ punto di vista, manifestamente assurdo). Ma le ultime notizie hanno meglio precisato i termini della faccenda. Cinzia Bottene verrà dunque deportata a Ventotene: “In fondo sarà come andasse in vacanza”, pare abbia commentato il Presidente del Consiglio. Il tendone del Presidio No Dal Molin verrà nei prossimi giorni abbattuto durante un’esercitazione che i Tornado italiani faranno prima di partire per andare a bombardare quegli straccioni fetenti di afgani: così, tanto per aggiustare il tiro. Per i componenti del Presidio stesso, invece, verrà requisito lo Stadio Menti, dove i pericolosi sovversi- vi verranno vigilati dalle Guardie Padane, le quali recentemente hanno sostituito il loro motto fondativo “Paroni a casa nostra” col più aggiornato e pragmatico “Che ‘i fassa quel casso che ‘i vole, basta che ghe sia da magnar anca par noialtri”. Da cittadini – cioè da fessi istituzionalizzati – avevamo sempre pensato che il livello minimo (e forse anche massimo) della libertà consistesse nel diritto di poter sempre e comunque esprimere la propria opinione sulla cosa pubblica. Evidentemente ci eravamo sbagliati. editoriali 119 del4 ottobre 2008 numero Dal tramonto all’alba È successo di tutto in questa settimana. L’Aim ha, finalmente, un nuovo consiglio di amministrazione; un cda slegato dai partiti e composto da persone che, almeno a guardare i curricula, hanno tutte le carte in regola per guidare un’azienda come quella di San Biagio. La Camera di Commercio ha, finalmente, un nuovo presidente. E anche in questo caso la scelta è caduta su un nome di tutto rispetto come quello di Vittorio Mincato. Ma la cosa forse più interessante è che Vicenza ha rischiato di trovarsi con un nuovo sindaco; o, meglio, con un sindaco rinnovato. La sentenza del Consiglio di Stato che mercoledì ha sospeso la consultazione prevista per domenica 5, ha infatti riconsegnato ad un piazza dei Signori affollata come non si vedeva da anni un Variati agguerrito e quasi barricadero. Ma la cosa è durata poco, a quanto pare. La scommessa Sulla carta del referendum Variati si giocava molto, in tutti i sensi. Come ha scritto Ilvo Diamanti su Repubblica, “il referendum avrebbe offerto all’amministrazione comunale e, in primo luogo, al sindaco Variati uno strumento per governare il malessere e le tensioni sociali. Perché, qualsiasi ne fosse stato l’esito, avrebbe ottenuto una delega a negoziare”. Probabilmente era proprio questo l’obiettivo del sindaco: incanalare il dissenso dentro la normale dialettica politica. Per riuscirci, doveva sperare che in tanti andassero a votare (se non proprio il quorum dei 35 mila, almeno una cifra vicina), e poi doveva trovare il modo di gestire la delicata fase del dopo voto. Cosa avrebbe fatto? Probabilmente avrebbe alzato la voce a Roma, avrebbe sbattuto i pugni sventolando i risultati della consultazione, ma alla fine, visto come la pensano Governo e opposizione sul Dal Molin, avrebbe dovuto indorare la pillola e dire alla città che lui ci aveva provato in tutti i modi, ma ormai la decisione era presa e non ci si poteva fare nulla. I rischi, però, non erano pochi, a cominciare da quello della scarsa partecipazione al voto, che per Variati sarebbe stata un clamoroso autogol. In questo senso la sospensiva del Consiglio di Stato, mettendo l’amministrazione di fronte ad una scelta obbligata, le toglie anche le castagne dal fuoco. La sorpresa La sorpresa è stata la reazione a caldo della giunta. In piazza dei Signori, Variati ha parlato con toni che hanno sorpreso più di qualcuno. Lui, che ha sempre detto che avrebbe fatto tutto il possibile nei limiti imposti dalla legalità, ha usato parole dure contro il Consiglio di Stato e ha invitato tutti ad andare a votare lo stesso, lanciando il referendum autogestito. Proprio il tipo di consultazione fai da te che un anno fa invocavano comitati ed esponenti del Presidio. Un Variati “ribelle” insomma, protagonista di una svolta a sinistra che assicurava nell’immediato un forte ritorno di immagine, ma che nel lungo periodo avrebbe potuto avere conseguenze tutte da valutare. E che probabilmente faceva anche il gioco dell’opposizione, che già gongolava nel vedere, in una città tradizionalmente mo- 2 pag derata come Vicenza, un sindaco schierato sulle barricate a fianco di no global e centri sociali. Forse se ne è reso conto anche lui, che già venerdì ha parlato con toni più pacati, e pur ribadendo tutte le critiche alla sentenza del consiglio di stato, ha preso parzialmente le distanze dalla consultazione. Cosa saggia e giusta, ha detto, ma a cui il Comune ovviamente non può partecipare. La previsione su cosa succederà adesso è abbastanza facile, anche se ci piacerebbe essere smentiti. Domenica si andrà a votare fuori dalla scuole, e andranno a votare in tanti, probabilmente anche più di quelli che ci sarebbero andati senza la sentenza di mercoledì. Ma poi tutto resterà lettera morta. E al Dal Molin cominceranno i lavori. Luca Matteazzi Il Gran Consiglio e le anime belle RIVOLGETEVI AL CAF UIL S PER LA COMPILAZIONE 730 INTEGRATIVO UNICO - ICI ISE - RED PAGHE COLF BADANTI VICENZA-CAF Tel. 0444 564265 ARZIGNANO Tel. 0444 671640 BASSANO Tel. 0424 227593 ALTE CECCATO Tel. 0444 490703 DUEVILLE Tel. 0444 360211 LUGO DI VICENZA Tel. 0445 325146 NOVENTA VICENTINA RECOARO TERME Tel. 0445 780905 SCHIO Tel. 0445 670900 THIENE Tel. 0445 362259 VALDAGNO Tel. 0445 401843 e c’è ancora qualcuno che s’illude che l’Italia sia una democrazia, dopo la sentenza del Consiglio di Stato che ha bloccato la consultazione sul Dal Molin dovrebbe quanto meno farsi venire un dubbio. Purtroppo, le anime belle che credono alle favole sono ancora tante, troppe. Sono coloro che pensavano che il “sondaggio” promosso dal sindaco Variati fosse decisivo per capovolgere le sorti di una vicenda di esclusivo monopolio, piaccia o meno, di governo e Stati Uniti. Questo è stato il capolavoro di Variati: farsi passare come strenuo difensore della sovranità dei vicentini. E capolavoro rimane: basta aver assistito alla sua glorificazione in Piazza dei Signori la sera della cattiva novella, circonfuso di luce e sommerso di applausi per aver deciso di resistere sulla linea del Piave del referendum a tutti i costi. Sono coloro che s’indignano per il voltafaccia delle camicie verdi padane, un tempo secessionisti al grido di “paròni a casa nostra!”. Scusate, ma che novità è quella di un partito che agli albori se la prendeva con Roma ladrona e che da un pezzo se ne sta col sedere incollato ai privilegi e alle soperchierie di Roma padrona? Sono coloro, ahi loro, che sognano un Paese democratico affidandosi alla Costituzione. Che da sempre, e in misura ormai sudamericana negli ultimi anni, serve solo quando fa comodo, per venire usata come carta straccia quando è d’ostacolo. Sono coloro, ahi noi, che considerano questa democrazia come rappresentativa. Mentre è rappresentativa soltanto di lorsignori che dall’alto brigano, fanno e disfano passando sopra le teste delle comunità e dei cittadini. A decidere su Vicenza dovrebbero essere solo i vicentini. Non il Pd o il Pdl, non un governo di destra o sinistra, non un Gran Consiglio romano. Alessio Mannino il fatto 119 del4 ottobre 2008 numero 3 pag Case, droga, finanza La mafia è fra noi Sottovalutata per decenni, Cosa Nostra opera anche nel Vicentino “Va dove ci sono gli schei”, è l’allarme dell’Osservatorio sulla mafia Il pericolo della corruzione nelle istituzioni | Il presidente dell’Osservatorio Antimafia Veneto, Enzo Guidotto, a fianco di Paolo Borsellino in un incontro con studenti di Bassano del Grappa nel 1989 di Alessio Mannino T era già mafia di per sé”. Ne aveva per raffico di stupefacenti e riciclagintero il carattere specifico, così come gio di denaro sporco: la mafia è lo descrive l’articolo 416 bis del codice qui. Grazie a una maxi operazione penale: “intimidazione che produce anti-droga fra Italia e Messico arrivaassoggettamento e omertà”, finalizzata fino a Trissino e un’indagine della ta a qualsiasi reato ma soprattutto al Dia palermitana su affari immobi“controllo e gestione di attività econoliari a Chioggia col coinvolgimento, miche e appalti dal settore pubblico”, fra gli altri, di un’impresa edile attiva riassume Guidotto. anche nel Vicentino, i riflettori sulle infiltrazioni mafiose in Veneto e dalle Imprese strozzate parti di Vicenza si sono accesi ancora Per capire a fondo l’invasione silenziouna volta. Le mafie (quella siciliana, sa dei mafiosi in terra veneta, l’esperla ‘ndrangheta calabrese, la camorra to ne illustra il modus operandi: “ Ci campana) sono attive nelle ricche sono tre diversi livelli: acquisizione di zone del Nordest da un pezzo. Già attività illecite, giro di denaro da un negli Anni Ottanta, l’uomo-simbolo conto bancario all’altro o fra banca della lotta a Cosa Nostra, Giovanni e banca o ancora, soprattutto, traFalcone, avvertiva che “nemmeno mite società finanziarie, e infine con voi, qui, potere permettervi il lusso investimenti. In particolare, qui da di essere disattenti”. Perché la Piovra noi, acquistando immobili o società allunga i suoi tentacoli dove trova immobiliari, o ancor meglio rilevanhumus fertile per investire i capitali done quote in modo da non apparire illeciti e smerciare droga. Cioè dove come gestori”. Nel Veronese, anche l’economia è fiorente e girano tanti “l’infiltrazione nei subappalti edilizi”. soldi. Il Veneto, al riparo dai clamori Campo privilegiato, di inchieste e denundunque, è il mercato ce, è un terreno di di edifici residenziali conquista ideale. “Qui e le costruzioni. “A Vil’attenzione dei media cenza nel 2003 sono è minore. E il risulta- A Cosa Nostra stati riscontrati casi di to è che ci si accorge conviene strozzamento di piccole troppo tardi del proimprese edili, già visti blema”, spiega Enzo che la si nel Trevigiano”, fa preGuidotto, siciliano sottovaluti, sente Guidotto. Il mectrapiantato da decenni che ci sia poca canismo funziona così: a Castelfranco Veneto, “l’imprenditore cerca presidente dell’Os- attenzione capitali per ingrandiservatorio regionale re l’azienda. Li trova, sulla mafia. magari su consiglio di qualcuno, in finanziarie controllate dalla mafia”. Soggiorni pericolosi A poco a poco, per far fronte ai deIn principio furono i “soggiornanti biti, il titolare finisce “col cedere la obbligati”, i mafiosi spediti al Nord maggioranza della propria società ai per toglierli dalla malavita dei luoghi finanziatori, che così ne assumono il d’origine e riavviarli a una vita legale controllo”. in contesti più sani. “Dal ’62 al ’71 in tutta la penisola ce n’erano già 3260”, Pane e cocaina ricorda Guidotto. In realtà questi Nel 1992 venne arrestato a Longare uomini d’onore mandati a vivere in il boss di Gela Giuseppe Madonia, Italia settentrionale costituivano veri secondo solo all’allora capo dei capi e propri avamposti della criminalità Totò Riina. Da mesi viveva indisturorganizzata del Sud, esportandone bato a casa di parenti a poca distanza gli interessi e dedicandosi allo spacda una caserma di carabinieri. Gli cio. In Veneto ne erano presenti 143, trovarono addosso marchi tedeschi di cui 27 nel Vicentino. “La banda di (segno che faceva affari in GermaFelice Maniero, già ben strutturata nia) e dei santini. “I santini, bruciati di suo, ebbe rapporti con gli affiliati al momento del giuramento, sono mafiosi provenienti dal Meridione. l’oggetto rituale di affiliazione a Cosa Ma la cosiddetta Mafia del Brenta Nostra”, spiega Guidotto. Madonia insomma faceva proseliti a una manciata di chilometri da Vicenza. Nel 1999, dopo sette anni di latitanza, scattarono le manette in quel di Bassano del Grappa per Pasquale Messina, anche lui di Gela. Un pluriomicida della cosca di Madonia che da tre anni gestiva tranquillo e beato una lavanderia nel centro di Bassano. “E non si dimentichi che nel 1996 - puntualizza Guidotto - era stato progettato un sequestro di persona a danno di un orafo di Trissino, sempre da parte della cosca di Gela”. E a Trissino, come ricordato all’inizio, lavora in un noto panificio Domenico Varamo, che nella sua casa di Cornedo ospitava un uomo di fiducia della ‘ndrangheta, Diego Lamanna, e due pregiudicati calabresi. Tutti finiti dentro l’inchiesta internazionale di qualche settimana fa. Tra l’altro, suo fratello Vincenzo, titolare della panetteria, ha già una condanna per spaccio di cocaina. Zonin ricattato E infine, sulla scia bianca della coca, c’è l’opaco mondo delle banche. Nel 1994 vennero arrestati a Bassano alcuni narcotrafficanti colombiani (operazione “Unigold”). Racconta Guidotto: “Il gruppo, dopo aver riciclato narcodollari per un valore di varie centinaia di miliardi di vecchie lire , era passato all’acquisto di ingenti quantità di prodotti di imprese orafe dislocate nel tratto Bassano-Vicenza. Due dipendenti di un importante istituto di credito vicentino furono inquisiti per associazione di tipo mafioso finalizzata al riciclaggio”. In quell’occasione, continua Guidotto, “la Procura di Vicenza emise decine di avvisi di garanzia nei confronti di personaggi locali, alcuni dei quali imprenditori del settore orafo, per contrabbando, frode fiscale, false fatturazioni e, in alcuni casi, riciclaggio”. L’immagine delle imprese venete come immuni dal contagio “meridionale” è perciò falsa, chiosa Guidotto. Che cita anche il caso delle tenuta vinicola siciliana di Silvano Zonin, fratello di Gianni, presidente della Banca Popolare di Vicenza. L’indagine, tuttora in corso, è partita dalla segnalazione di minacce subite dall’azienda, e ha scoperto che il clan dei Cammarata, di Riesi vicino Caltanissetta, aveva perso il controllo delle assunzioni e dei licenziamenti della manodopera. A lavorare fra i vigneti dei Zonin, infatti, è stato anche il fratello dello stesso capofamiglia. “Gli Zonin insomma erano costretti ad assumere mafiosi della zona, ma, come ha accertato l’operazione Odessa del 2004, prima delle minacce non avevano denunciato l’estorsione, anzi Silvano Zonin l’aveva fatta passare per richieste di interessamento che non l’avrebbero mai infastidito”, dice Guidotto. Corruzione politica Ma purtroppo, c’è chi minimizza. Come il governatore Giancarlo Galan, che si è stupito dei titoloni e della paginate della stampa locale sul recente caso di Chioggia. “Galan non capisce che quando i mafiosi conquistano spazi di potere economico, poi vogliono mantenerli. E per farlo minacciano, intimidiscono, ammazzano. Che stia zitto, è meglio”, attacca Guidotto. Il quale, per spiegarsi meglio, cita il più recente caso di “inquinamento mafioso” del sistema economico veneto: “Nei primi anni 2000 è avvenuta una maxi-inchiesta col rinvio a giudizio di decine di persone fra Vicenza, Padova e Treviso, accusate di far parte di un’organizzazione internazionale dedita al contrabbando di argento grezzo, con relativi reati di bancarotta fraudolenta, frode fiscale e truffa aggravata ai danni dello Stato, per un giro d’affari di 128 milioni di euro”. L’unica differenza fra Vicenza e Palermo, insomma, è che qui non si spara per le strade. “Sì, è così”, conclude Guidotto, “a Cosa Nostra conviene che ci sia disattenzione, che si sottovaluti la sua presenza. L’allarme va dato soprattutto sulla corruzione, che come diceva il giudice Borsellino, è l’anticamera della mafia”. «Voi, oggi, qui in Veneto, dovete preoccuparvi soprattutto della corruzione… Il motivo è facile da capire: se un esponente delle organizzazioni mafiose va in cerca di punti di riferimento per riciclare o investire nell’economia legale capitali di origine illecita fuori dalla propria regione non può che rivolgersi a politici o ad amministratori corrotti, cioè a persone che hanno rivelato una certa inclinazione». Paolo Borsellino, maggio 1990, Castelfranco Veneto. www.vicenzapiu.com [email protected] Direttore Responsabile LUCA MATTEAZZI [email protected] Editore MANY MEDIA SRL corso Padova, 12 – Vicenza tel. 0444 923362 fax 0444 926780 Redazione corso Padova, 12 – Vicenza tel. 0444 923362 fax 0444 926780 [email protected] ALESSIO MANNINO [email protected] ILARIO TONIELLO [email protected] TOMMASO QUAGGIO [email protected] PAOLO MUTTERLE [email protected] Collaborano: ANDREA ALBA ALBERTO BELLONI MARTA CARDINI FRANCESCO CAVALLARO FEDERICA CEOLATO GIULIANO CORÀ FRANCESCA DANDA FRANCESCO DI BARTOLO GIOVANNI MAGALOTTI MATTEO RINALDI Pubblicità PIÙ MEDIA SRL corso Padova, 12 – Vicenza tel. 0444 923362 fax 0444 926780 [email protected] Stampa PENTAGRAPH SRL via Tavagnacco, 61 – Udine Autorizzazione Tribunale di Vicenza n. 1181 del 22 agosto 2008 primo piano 119 del4 ottobre 2008 numero E Zuccato fa il tris di successi Aim, la svolta è cominciata G La promessa di Variati di un cda tecnico slegato dalla politica è stata mantenuta. Fazioli presidente è la garanzia verso un futuro senza svendite a privati o avventure finanziarie di Alessio Mannino A chille Variati ha mantenuto la promessa: Aim ha un nuovo consiglio d’amministrazione di tecnici senza alcuna lottizzazione partitica. Un cda di cinque componenti (compreso il presidente). Fra i quali soltanto due sono vicentini. Soprattutto, stando ai curricula, una squadra che promette di non remare né verso il fagocitante progetto di mega-utility caro alla Regione Veneto, né verso svendite a industrie private dei settori più ricchi come il gas. Il vertice ufficializzato il 30 settembre scorso è composto da nomi di tutto rispetto. Il presidente è il bolognese Roberto Fazioli, professore di economia dei servizi pubblici a Ferrara, forse il più bravo manager di multiutility d’Italia. Arriva dimettendosi dalla presidenza delle multiservizi di Argenta (Soelia) e San Giuliano Milanese (Genia), nonché da quella della società Elettrogas (in cui Aim, sotto il commissario Zanguio, ha venduto la propria quota) e dalla carica di amministratore unico di Adige Servizi. Massimo Nicolazzi, torinese, è stato top manager di Agip e Eni, curando un piano di trasporto idrocarburi in Russia e Khazakhistan. Oggi è ad di Sources, docente di diritto e politica degli scambi internazionali alla Luiss di Roma e membro del comitato scientifico della rivista Limes (orientata verso il centrosinistra). Uris Cantarelli, di Reggio Emilia, già direttore generale e poi amministratore delegato della Agac della città emiliana, ne ha seguito la fusione con Amps di Parma e Tesa di Piacenza da cui è nata Enia, di cui è direttore generale e amministratore delegato. I vicentini sono Aldo Campesan, originario di Thiene, ex presidente dell’ordine degli avvocati del capoluogo berico, a capo dell’associazione Enalterna (energie alternative) e nel comitato scientifico della rivista Energheia; e Alvise Rossi di Schio, nato a Vicenza, nel cda di Banca Popolare di Trieste, Banca Popolare Udinese, Banca Nuova e Società Bancaria del Nordest. Come si vede, a parte la nota “stonata” rappresentata da quest’ultimo, in lizza alle ultime elezioni comunali nella lista civica di Lia Sartori “Vicenza Viva”, la nuova testa di Aim non è sospettabile di ragionare secondo schemi politici o lobbistici. La svolta si è avverata. In particolare se intendiamo come svolta il pensiero del neopresidente riguardo il modello di business di una ex municipalizzata come Aim. Fazioli conosce bene la realtà di San Biagio. Nel 2000 con la società di consulenza emiliana Nomisma (vicina all’ex premier Romano Prodi) ha firmato uno studio per il riposizionamento strategico dell’azienda berica. L’anno scorso, dopo vari mesi a preparare la fusione fra Ftv e Aim Trasporti, se n’è andato sbattendo la porta, stanco di assistere a una farsa che non ha partorito nulla. “Il mio progetto mirava ad aprire le porte a gestioni in house (affidate a utility pubbliche, ndr) per coinvolgere altri Comune e Province ed espandersi in aree più ampie”, diceva a VicenzaPiù nel luglio 2007. Ma la Vicentina Trasporti Srl, il consorzio sorto solo | Roberto Fazioli, il nuovo presidente di Aim sulla carta, era solo una “scatola vuota” per strappare una proroga alle scadenze del bando di gara. “Me ne catafotto della complessità normativa che impone certe scadenze, sono un economista industriale e io bado alla sostanza”, rimarcò Fazioli. Un tipo tosto, dunque. E controcorrente. Un esperto con una visione delle multiservizi dichiaratamente nemica degli spezzatini finanziari. In poche parole, Fazioli rigetta il dogma che vuole aziende pubbliche strutturate come holding, cioè come gruppi ramificati in tante controllate, partecipate e collegate (strada scelta dall’ex cda di Beppe Rossi). Così come non crede alle aggregazioni su vasta scala, dando torto a tutta quell’Italia del Centro-Nord che con Milano, Brescia, Torino, Bologna, Genova e Roma ha puntato sull’incrocio azionario fra ex municipalizzate formando vertiginose maxi-utility. Con Soelia e Genia, invece, Fazioli ha dimostrato che città medio-piccole possono andare orgogliose di avere servizi pubblici gestendoli in house, cioè senza aprire la proprietà ai privati e senza associarsi ad altre multiservizi esponendosi alle rischiose avventure di Borsa. I risultati 4 pag da lui ottenuti ad Argenta e San Giuliano Milanese parlano chiaro: fatturati in crescita, bilanci in pareggio e, grazie all’acquisizione di parte rilevante del patrimonio comunale, aumento degli investimenti con ricadute positive anche per i subappaltatori privati. L’unica incognita del modello pubblico è la voracità e l’orizzonte corto della politica. Fazioli, sempre su queste colonne, ha però spiegato che “l’in house funziona quando ci sono progetti concreti, e questo mette in crisi la politica. È un sistema che richiede alla politica di esprimersi, e spesso il problema è proprio che la politica non ha chiari gli obiettivi. Con una metafora, si può dire che l’in house è un’ottima macchina, ma bisogna saperla guidare e bisogna sapere dove andare”. Per adesso, Aim va nella direzione prescelta dal presidente degli industriali vicentini Roberto Zuccato: un vertice slegato da interessi politico-affaristici locali. Anche i sindacati applaudono, essendo da sempre per il ritorno alla soluzione in house. Fazioli ha già detto di volersi concentrare sul piano industriale e sulla valorizzazione dei lavoratori dell’azienda. Si può dire che per l’Aim sia l’inizio di un’era felice. ongola, Roberto Zuccato. Il presidente di Assindustria Vicenza ha ottenuto tre successi in tre giorni. Lunedì 29 settembre è riuscito a far entrare nel consiglio direttivo dell’associazione un uomo a lui vicino, Giorgio Xoccato (Xacus Srl, camiceria di San Vito di Leguzzano). La giunta lo ha eletto in sostituzione di Egidio Scorzato, scomparso poco tempo fa. Con grande scorno, almeno secondo quanto filtra dai corridoi di Palazzo Bonin Longare, da parte del “nemico” Michele Amenduni (Valbruna). Martedì 30 è stata la volta delle nomine Aim, e anche qui Zuccato può ritenersi soddisfatto: la sua richiesta di una presidenza tecnica è stata accolta, e non c’è neppure un consigliere riconducibile ai suoi avversari interni. Mercoledì 1 ottobre, infine, i soci della Camera di Commercio hanno acclamato all’unanimità Vittorio Mincato come nuovo presidente. La soluzione alle faide che l’anno scorso avevano visto contrapposto Dino Menarin e Massimo Calearo l’ha escogitata lui, Zuccato. E porta il nome prestigioso e inattaccabile del manager di Torrebelvicino, ex Eni ed ex Poste, oggi nel cda della Fiat. Pare che Giuseppe Sbalchiero (Assoartigiani, dato per vicino all’attuale minoranza confindustriale guidata dagli Amenduni) avesse in mente un’ultima mossa per mettere in difficoltà Zuccato: proporsi, invece che come vicepresidente della Camera di Commercio, come nuovo responsabile di Vicenza Qualità – un ramo dell’ente camerale – mettendo l’attuale titolare, Sergio Rebecca (commercianti) contro Zuccato, regista del nuovo corso in Camera di Commercio. Ma Sbalchiero non ha avuto il coraggio di andare fino in fondo. E così oggi la posizione di comando di Zuccato è notevolmente più solida. A.M. primo piano 119 del4 ottobre 2008 numero 5 pag Aim e poteri forti, la replica di Alifuoco Intervista all’ex consigliere comunale. Su Aim (“C’è un gioco sporco per confondere le acque”), sui suoi rapporti con i vertici di Assindustria (“farneticazioni”) e sulla sua attività politica (“Ho fatto tutto alla luce del sole”) R isponde per le rime ai dubbi sollevati da Giglioli e Franzina (vedi VicenzaPiù n.118) sulla sua attività politica. Rivendica di aver visto giusto sulla situazione di Aim (e sostiene che il piano gas poteva anche non essere una brutta idea). E soprattutto ribadisce più volte un concetto. “Ho fatto opposizione per nove anni in modo trasparente, con battaglie molto dure. Non avrei potuto farlo se avessi avuto degli scheletri dell’armadio. Anzi, è proprio per quelle battaglie di legalità che mi sono fatto un sacco di nemici, e che sono state messe in giro calunnie costruite ad arte”. Ubaldo Alifuoco risponde così alle critiche e alle allusioni che l’hanno coinvolto dopo la lettera di dimissioni dell’ex assessore, in cui era citato più volte insieme a Manuela Dal Lago, Maurizio Borra e Marco Zocca. Una lettera di cui, dice, non ha “capito un gran ché. La prosa è incerta e soprattutto riferisce cose non chiare con lo stile delle allusioni e dei sottintesi, che per me sono incomprensibili. La chiarezza non pare essere la caratteristica di quello scritto”. Variati ha pubblicamente detto di averla sondata per la presidenza Aim, senza che lei avesse chiesto nulla. Sperava in un ruolo nella nuova dirigenza in Aim? “Io ho scelto di concludere la mia esperienza politica istituzionale un paio di anni fa, come ben sapeva Variati. Di conseguenza non mi sono candidato a nulla, rispettando un impegno che avevo preso quando ho presieduto il tavolo di coordinamento tra Ds e Margherita per la fondazione del Pd. Quindi, se Variati ha ricordato che io non ho chiesto nulla ha solo detto la verità. Il tormentone sulle nomine in Aim mi ha coinvolto mio malgrado”. A questo proposito, in un’intervista alla Domenica di Vicenza del maggio scorso, lai ha detto che avrebbe accettato l’incarico a patto di potersi rapportare direttamente con il sindaco, mentre allora era ancora assessore con delega ad Aim Gianni Giglioli, che lei attaccò con queste parole: “chiunque ha consigliato determinate operazioni, poi portate avanti dal cda, ha suggerito cose che hanno poi prodotto il disastro di Aim”. Quali operazioni? E quali sono i suoi rapporti con Giglioli? “I rapporti personali non c’entrano nulla. Nell’intervista ho parlato per ipotesi. Ho detto che avrei anche potuto accettare (rivedendo il mio progetto di vita che non prevedeva certo l’Aim) con la garanzia di poter voltare pagina veramente e di fare chiarezza e pulizia nella gestione di Aim. Ciò, ovviamente, con un gruppo di professionisti vicentini, seri e competenti motivati solo dalla sfida del rilancio di Aim”. Giglioli sostiene di aver contribuito, come consulente di Aim, a far bocciare il piano riguardante il settore del gas presentato dall’altro advisor Maurizio Borra. Lei cosa pensa di quel piano? Era una vera e propria svendita del settore gas ai privati locali? “Quel piano non fu mai esaminato dal Consiglio comunale e non ci fu nemmeno consegnato. Se si trattava di fondare una società tra pubblico e privati per abbassare i prezzi di acquisto del gas, poteva essere una proposta intelligente. I cittadini devono sapere che acquistare un miliardo di metri cubi di gas sul mercato internazionale, invece che i 250 milioni che oggi acquista Aim, significa spuntare un prezzo più favorevole e quindi far risparmiare l’Azienda e, alla fine, i cittadini. Se Aim mantenesse il controllo societario (51% delle azioni), la cosa porterebbe vantaggi a tutti. Quindi non vedo proprio dove sia lo scandalo”. Sempre secondo Giglioli, lei frequentava l’autore di quel progetto, l’avvocato Borra. È vero? Quali sono i suoi rapporti con lui? “Da parte mia frequento chi voglio e non devo rendere conto a nessuno, se si tratta di persone per bene, circa gli orientamenti politici. Secondo lei la gente dovrebbe frequentarsi solo in base alle comuni opzioni politiche? Questa è evidentemente una stupidaggine. Considero Maurizio Borra una persona seria e dotata di quella competenza e visione etica che non è diffusa negli ambienti della politica. Non è mica detto che chi ha la tessera di Forza Italia non sia una persona seria. Se qualcuno ha fatti concreti che possano far pensare il contrario, lo dica apertamente”. In questi anni lei ha prodotto una grande mole di dati e osservazioni molto critiche della gestione dell’ex cda di Aim. Che fonti aveva? E non trova che i conti in rosso rispecchino lo sviluppo di un’azienda che ha investito e si è ingrandita, seppur con degli errori? “Le mie fonti erano e sono i bilanci | Alifuoco parla in consiglio volge un ragionamento ben diverso. che, ovviamente, bisogna saper legAlcuni di noi hanno sostenuto che gere bene. Non ho mai avuto qualbisognasse tentare di spaccare il cuno all’interno di Aim che mi pasfronte del centro-destra il quale, se sasse qualcosa in più di quello che fosse rimasto compatto, avrebbe sic’era scritto nei bilanci. Nel corso di curamente vinto. Per ottenere quel questi anni abbiamo assistito ad un risultato bisognava incoraggiare la progressivo scivolamento di Aim da formazione di una o più liste civiche una situazione di forza a condizionell’ambito appunto del centro-deni pietose. Indebitamento, calo del stra. Al secondo turno, si sarebbe così fatturato e degli utili, pagamento di potuto cercare un accordo volto a altissimi oneri bancari, investimensconfiggere il candidato della destra. ti sbagliati sono ormai chiaramente In qualche modo, è avvenuto qualesposti davanti alla città. Confroncosa del genere anche senza accordi. tando la mole di documenti che ho Infatti, un bel pezzo dell’elettorato prodotto in questi anni, molti dei di centro-destra (oltre 15.000 voti) quali con il collega Marino Quaresinon è andato a votare al ballottaggio. min, si constata che si è trattato di un E questo ha favorito il candidato del disastro annunciato. PD. Se non si è capito questo, non si Ora si conferma che avevamo raè capito un bel nulla di ciò che è avgione da vendere, e se ci fosse un venuto a Vicenza”. minimo di onestà intellettuale si dovrebbe riconoscere che se si fossero È vero che quel disegno poliascoltate le nostre critiche si sarebbe tico era guardato con favore potuto intervenire prima ed evitare dai vecchi vertici i danni. Invece è in atto dell’Associazione uno sporco gioco per industriali? capovolgere le parti e “Farneticazioni”. far passare quelli che in questi anni hanno de- Il piano gas Sono noti i buoni nunciato errori e malgova esaminato rapporti persoverno come i responsanali con l’ex prebili. Oppure per mettere senza sidente della Protutti sullo stesso piano. pregiudizi: vincia. Deve alla Questo comportamento potrebbe far Dal Lago il suo è vergognoso. Così come risparmiare posto all’Ufficio è vergognoso che alle Europa Balcaniprecise critiche da svolca? te da me e Quaresimin, “Anche questa l’ha raccolta nella con una massa di dati di supporto, si spazzatura del gossip politico? La risponda con calunnie, illazioni, frasi storia dello Sportello Area Balcanica anonime. Uomini senza volto e sennasce molto più lontano nel tempo e za coraggio raccolgono pettegolezzi con altri protagonisti. E’ una storia di nella discarica del gossip politico. cui vado fiero perché mi ha portato, Cercano di livellare tutto nel tritagià dal 1991, su tutti i fronti di guerra carne al fine di poter confondere le dei Balcani con più di quaranta misresponsabilità individuali. A questo sioni umanitarie. Ho partecipato a gioco sporco voi giornalisti non doprogetti dell’Unione Europea e del vreste prestarvi”. Governo Italiano volti a riportare pace tra i belligeranti e opportunità Lei ha sostenuto un accordo di cooperazione. La persona con cui politico con Lega e centristi, l’idea è decollata è stata Danilo Lonsempre che Manuela Dal Lago ghi. La Provincia aderì allo Sportello fosse stata candidata sindaco, già a metà degli anni novanta. stimandola quale esempio di amministratore riformista. A proposito di rapporti con i Accordo bocciato dal suo partigruppi industriali, Maurizio to, che con Variati ha scelto di Franzina cita due casi specifici presentarsi da solo. Secondo a esempio di suoi presunti legalei l’ipotesi di un accordo con mi con gli interessi del Gruppo Manuela Dal Lago è ancora Amenduni e del Gruppo Ingui: una prospettiva valida? un sub-emendamento a favore “Nella discussione pre-elettorale il di un terreno dell’industriale PD non ha mai esaminato un proFerretto in zona industriale, e getto del genere. Anche qui si stra- un voto diverso dalla sua stessa parte politica sul piano Pomari, in cui è prevalente l’interesse del Gruppo Ingui. Può chiarire questi due episodi? “La scarsa credibilità del signor Franzina, quando parla di urbanistica, è ben nota. Basti ricordare che fu cacciato dall’assessorato all’urbanistica dal suo stesso sindaco. Ora confonde ancora le acque scambiando rapporti normali di reciproca stima con “legami” non meglio precisati. Quali siano stati gli interessi di Amenduni non ho mai capito visto che delibere che riguardassero il suo gruppo non ne ho mai viste. Cosa c’entri Ferretto con Amenduni poi è un vero mistero. Lo stesso dicasi per Ingui, visto che in nove anni di Consiglio comunale l’unica delibera che lo riguardasse è stata quella dei Pomari. Delibera che, pur essendo assolutamente in regola, come hanno dimostrato le sentenze di Tar e Consiglio di Stato, come gruppo DS decidemmo di non votare. Su quel piano, se Franzina ritiene che ci siano state scorrettezze, abbia il coraggio di denunciarle, in modo che poi si possa denunciare lui. Ma lo dica chiaramente. Altrimenti, in modo altrettanto generico, io potrei dire che con lui assessore si è creata una situazione in cui ha preso piede una serie di abusi edilizi”. I suoi rapporti con la famiglia Amenduni e con l’architetto Ingui quali sono? “Conosco Michele Amenduni da quando ero presidente della Camera del Lavoro, lui come decine e decine di altri imprenditori. Quanto ad Ingui, l’ho incontrato per una riunione sul progetto Pomari a cui ha partecipato tutto il centrosinistra ancora nel 1999. Da allora non l’ho più visto per riunioni o altre questioni di lavoro”. Cosa ne pensa del nuovo cda di Aim? “Non conosco le persone e non parlo a vanvera. Mi auguro che prima di tutto si mettano a disposizione per chiarire il perché di certi errori di gestione e che rilancino una azienda che è stata l’orgoglio dei lavoratori e dei cittadini di Vicenza”. Luca Matteazzi (ha collaborato Alessio Mannino) FITNESS E BENESSERE WINJOY SRL Soc. Sportiva Dilettantistica - Ss Marosticana 24, Vicenza - Tel. 0444 921694 - [email protected] riservato soci ASI 119 del4 ottobre 2008 mi hanno rimasto solo numero 7 pag Centrosinistra, impara da Hüllweck Dopo un avvio promettente la squadra di Variati è caduta nel grigio. Per lasciare il segno bisogna tirar fuori coraggio e passione convinto mezza città fondando il suo regno su un progetto a) faraonico, b) costoso, c) poco stimolante come il teatro - ma portandolo a testa bassa fino in fondo - perché Variati non prova a conquistare l’altra metà fissando a sua volta un obiettivo, addidi Matteo Rinaldi rittura più semplice, e cominciando a lavorarci davvero? L’impressione è che il sindaco abbia intenzione di portare avanti il suo he sta combinando oggi il cenprogetto (quale però non ci è dato trosinistra vicentino, solo posapere) confidando su un sistema chi mesi fa grande vincitore delle collaudato: muoversi coi piedi di elezioni? Passata la sbornia delle piombo, non forzare mai, tenere un prime settimane, quando Variati profilo basso. Il problema è che queaveva raggiunto il picco della poposto sistema, una specie di pax delarità nominando testimone del suo mocristiana, oggi non giuramento una scofunziona più. nosciuta cittadina che Andava bene quacamminava lungo il rant’anni fa, quando Corso, l’idillio è finito. mettere d’accordo tutti Dopo i fuochi d’artifi- Servono era più semplice. Bella cio, il grigio. Un paio scelte decise forza, le pretese erano di belle dichiarazioni minori: un appalto d’intenti e l’ordinaria e futuribili, al costruttore X, una amministrazione non a costo di presidenza a Y e un sono abbastanza per scontentare favore a K. Ma come si stimolare una città tutti fa oggi? Al costruttoche, perfettamente re X un solo appalto in linea con il resto non basta più, ne d’Italia, continua a pretende tre. Non è mica colpa sua, sentirsi infelice. E pazienza se non poveraccio: è stato abituato bene e saprebbe mai spiegare il perché. adesso spiegategli voi che bisogna tirare la cinghia. Colpo di teatro Eppure Variati dovrebbe essersene Sarà che di politica capisco poco, accorto che le cose non vanno. Da ma il segreto per governare oggi mi qualche tempo tra i suoi assessori sembra semplice. Se Hüllweck ha C va in scena un festival di dimissioni, polemiche e scambi di poltrone che potrebbe ispirare altre cento puntate agli sceneggiatori di Beautiful. Lui si ostina a sistemare le cose con la pax democristiana. Vediamo se c’è modo di fargli cambiare idea. Il metodo sbagliato “Problema traffico e smog: lo stop ai vecchi diesel non mi piace, mi sembrano più democratiche le targhe alterne” spiega in questi giorni l’assessore all’ecologia Antonio Dalla Pozza. Se questo è quello che il centrosinistra ha in mente, quasi rimpiango la faccia tosta di Sorrentino & soci. Che avevano avuto la sfrontatezza di dire che la lotta allo smog era inutile e conveniva lasciar perdere in attesa di “interventi dallo Stato”. Dimostrando di non capire un accidenti della situazione e soprattutto dello Stato. Perché è vero che chiudere al traffico quattro domeniche l’anno è stupido. Ma ignorare il problema è semplicemente criminale. Morale: se Dalla Pozza pensa di convincere 120 mila vicentini che smog e traffico si combattono con la buffonata delle targhe alterne, è totalmente fuori strada. “Sono scettico di fronte all’ipotesi di fermare solo alcune categorie di veicoli” ha anche detto l’assessore. Fin qui siamo d’accordo. Poi ha aggiunto: “In questo modo si finisce per colpire gli anziani e coloro che non pos- la arricchiscano con il coraggio che sono permettersi di acquistare auto l’ex sindaco non ha avuto. Il coragnuove”. No assessore, replichiamo: gio di mettersi contro tutti, anche in questo modo si finisce per colpire gli amici. Per esempio chiudendo al gli anziani, i giovani, i giovanissimi, traffico l’intero centro, portando il gli infanti, i pensionati, i moribondi. limite di velocità a 30 all’ora in tutContinuando a limare il problema ti i quartieri - con multe da lasciar si finisce per colpire chiunque viva secchi chiunque sgarri - e cominin questa città. Mentre il dovere a ciando subito a realizzare percorsi cui voi politici siete chiamati e per riservati e veloci per i mezzi pubcui siete pagati è prendere decisioni blici e percorsi sicuri e rapidi per vere e coraggiose. Anche a costo di biciclette e pedoni. mettersi contro tutti quanti. E a chi sbraiterà sulla “morte del Leggo che il centrosinistra cittadicentro” chiudano la bocca con inino vorrebbe premiare chi opta per ziative a getto continuo - dalla mumotori a basso impatto, come quelli sica alla gastronomia, dall’arte alla alimentati a gas metano, gpl, o eletcultura - che portino finalmente i trici. Ci tengo a far loro sapere che, vicentini fuori dalle da cittadino con un case e col naso all’inauto a metano, non sù. Costerebbe molto voglio assolutamente poco (meno di un solo essere premiato. Chiecavalcavia, per intendo proprio il contra- Contro dersi) e porterebbe rio: mi obblighino a lo smog Vicenza a farsi ammilasciare l’auto in gararare per qualcosa che ge, metano o non me- chiudiamo non sia sempre e solo tano. Strepiterò, mi tutto il centro Palladio. Idea meralamenterò, criticherò. a tutte vigliosa, il Palladio. Ma alla lunga impale auto Ma ne aspettiamo rerò a vivere meglio. da cinquecento anni Scommettiamo che una di nuova. alla fine sarò perfino Provateci. Tanto la storia italiana soddisfatto? parla chiaro: il politico è destinato a lasciare insoddisfatti, comunque Un’idea per cominciare vada. Ma che meraviglia se ci laSe Variati - e Dalla Pozza, e tutti gli sciaste insoddisfatti dopo un’espealtri - vogliono lasciare davvero il rienza davvero coraggiosa e futurisegno, partano da un’idea semplibile. ce, come ha fatto Hüllweck. In più, focus 119 del4 ottobre 2008 numero Bottene: “Ribelliamoci Cattaneo. “Decisione scontata, pensiamo alle compensazioni” alla deriva antidemocratica” La consigliere comunale No Dal Molin considera quella del Consiglio di Stato una sentenza “politica”. E attacca il Pd: “Una sua parte pensa di sbarazzarsi del problema” Uno dei promotori del ricorso:“Il Comune ha sbagliato strategia. Invertiamo la rotta prima che sia troppo tardi” R di Alessio Mannino | Cinzia Bottone P er Cinzia Bottene la democrazia è in pericolo. La donna simbolo del fronte No Dal Molin si fa portavoce della delusione che mercoledì 1 ottobre ha raggelato la Vicenza contraria alla base Usa al Dal Molin dopo lo stop del Consiglio di Stato alla consultazione-sondaggio promossa dalla giunta Variati. Che ora si affida all’extrema ratio del referendum autogestito. C’è un’emergenza democratica in Italia? Sì, in questo Paese si stanno tagliando gli spazi di democrazia. Questo è stato solo l’ultimo anello di una lunga catena di pressioni messe in atto per chiudere la bocca ai vicentini. E faccio presente che non si trattava nemmeno di un referendum decisionale, ma soltanto della ri- chiesta di un parere alla popolazione. E’ una sentenza politica, basta leggersi le motivazioni che non entrano neppure nel merito giuridico, ma riprendono le posizioni politiche del governo Berlusconi. Il sindaco Variati ha fatto tutto quello che poteva fare? Variati sta mostrando di avere coraggio. Diventato sindaco avevo apprezzato le sue lettere pubbliche, poi ha avuto un momento di tiepidezza, ora è tornato coraggioso. Non lo stesso posso dire di altri settori del Partito Democratico. Non pensa che il Pd a Roma, e anche qualcuno a Vicenza, sia contento di un esito che toglie un grave imbarazzo al partito d’opposizione? 8 pag E’ un pensiero malizioso che mi viene abbastanza spesso. Sicuramente una certa parte del Pd può vedere bene un esito che toglie il problema di torno. Della serie: “abbiamo fatto il possibile, ma qui ci fermiamo”. Che valore avrà la consultazione autogestita di domenica 5 ottobre? E come continuerete la battaglia contro la base? Avrà un grande valore politico, anzi più grande di prima. Questa città difenderà la democrazia da chi vuole negarla. Dimostrando che il caso non è chiuso. Vicenza si ribella a una decisione dall’alto, e lo fa nel momento in cui c’è un gran parlare di autonomia e federalismo. Noi, a differenza di altri, li stiamo difendendo concretamente. oberto Cattaneo, uno dei promotori del comitato de sì alla costruzione del Dal Molin e del ricorso contro la consultazione di domenica, cerca di spostare l’attenzione sulle compensazioni per la costruzione della nuova base. E rispedisce al mittente le accuse di chi parla di attacco alla democrazia: “Non capisco perché quando il Tar o il Consiglio di Stato emettono una sentenza che va contro qualcosa, queste devono sempre essere sentenze politiche. In questo caso il Consiglio di Stato non ha fatto che esplicitare un principio elementare, che era già contenuto anche nelle motivazioni del Tar, e cioè che il Comune non può esprimersi su una questione di interesse nazionale”. Insomma, il referendum non si doveva fare fin dall’inizio. “Io non sono contro il referendum in sé, ma era chiaro che questa modo di procedere, con questo quesito, e queste spese non sarebbero state praticabili. Il Comune avrebbe potuto promuovere fin dall’inizio una consultazione autogestita come quelle che ci sarà domenica, perché no. Però deve essere chiaro che qui si sta discutendo di una questione che coinvolge interessi nazionali, e che è stata approvata da due diversi governi: se vogliamo mettere in discussione tutte le decisioni di questo tipo facciamolo, però è una strada minata. E ci conduce alla logica del no a tutto”. Secondo lei, che valore avrà la consultazione di domenica? “Zero. Sarà come una raccolta firme. Andranno anche a votare in tanti, credo. Però quello che davvero bisognerebbe fare è cominciare a sedersi attorno ad una tavolo per discutere dei possibili ritorni economici del Dal Molin. Perché se discutiamo di aria fritta, va a finire che ci troviamo con il Dal Molin fatto – e infatti il Dal Molin è già deciso – e senza nessun beneficio”. Come giudica l’operato di Variati? “Io non accuso Variati per aver sostenuto il no al Dal Molin. Però, contemporaneamente, poteva attivarsi per vedere le eventuali compensazioni: questo non l’ha fatto, e intanto il tempo passa. È qui che ha sbagliato: su questo punto avrebbe dovuto tenere un profilo più istituzionale e al di sopra delle parti. Sapeva che il referendum in questo modo non si sarebbe potuto fare, e avrebbe dovuto muoversi mettendo in conto che il Dal Molin venisse fatto. Per cercare di ottenere comunque qualche beneficio per la città, in termini di infrastrutture o altre compensazioni come l’università”. Scuola di Scienza ed Arte della Legatura Associazione Giovanni Olivotto Corsi 2008-2009 Restauratore di libri antichi (300 ore ) (solo il sabato da Ottobre a Giugno) Legatoria base (20 ore) Libro d’artista I, II e III livello (40 ore -inizio 27/09/08) Conservazione e tutela del libro (10 ore) Decorazione della carta (16 ore) Cartonaggio (12 ore) Corsi monografici di specializzazione: Restauro in sito (40 ore) Restauro di grandi formati (40 ore) Informazioni: Scuola di Scienza ed Arte della Legatura Porta Padova, 63 (Vi) • Tel 0444 503302 • Fax 0444 550268 • www.assolivotto.com • [email protected] L. M. focus 119 del4 ottobre 2008 numero 9 pag Seicento milioni per un ospedale. Unico Al via i lavori per la realizzazione del nuovo polo sanitario dell’Alto Vicentino, voluto tra le polemiche dalla Regione. La replica del dg Mantoan | A sinistra il direttore generale dell’ Ulss 4 Domenico Mantoan di Andrea Alba Q servizi e la fornitura di un capitale iniziale di 35 milioni di euro più Iva (altri 71 li ha messi la Regione). La domanda a questo punto è duplice: «Ne valeva davvero la pena?». E la seconda: «Per l’Usl, è conveniente?». Le perplessità sono state esposte al direttore generale dell’azienda sanitaria altovicentina, Domenico Mantoan e al rappresentante di Summano Sanità Andrea Zanon. uattordici milioni 693mila euro per 24 anni. Più quattro La premessa milioni 232mila; più due milioni Il polo unico di Santorso è stato al 568mila; più un milione 321 mila, centro di un infuocato dibattito a più 583mila, tutti da moltiplicare livello locale e anche regionale, in per 24. Più altri 3 milioni 428mila questi anni. Il progetto è stato avper otto anni: più Iva. Uguale, il nuoviato in tempi da record: la proposta vo polo unico dell’Usl 4: per pagare di sostituire i due ospedali di Schio a soggetti privati il futuro ospedale e Thiene, Del Lellis e unico per acuti di SanBoldrini, con un polo torso, primo policliniunico intermedio è co della regione reastata presentata come lizzato con il project fulmine a ciel sereno financing e di cui proa fine dicembre 2003 prio questa settimana dal precedente dg è stata posata la prima In 24 anni Sandro Caffi alla Conpietra, l’azienda sani- l’Ulss verserà ferenza dei sindaci taria altovicentina si 588 milioni dell’Ulss 4. Riscontraappresta a spendere più Iva ta la sola opposizione nell’arco del prossimo del comune di Schio, quarto di secolo uqal- ai privati l’azienda sanitaria cosa come 588 milioha proceduto a marni 952mila euro, non ce forzate in Regione superando ivati e da integrare con aggiornain tempi brevissimi tutti i passagmenti Istat sull’aumento del costo gi burocratici che in Italia spesso del denaro. comportano anni e anni di tempo Il mezzo miliardo e più di euro sarà perso, e che in altre province venela “paga” della cordata di privati te hanno fatto sì che per posare la realizzatori - Summano Sanità Spa prima pietra di un nuovo ospedale costituita tra le altre dalle società passassero più di vent’anni. Emessi Gemmo, Palladio Finanziaria, Seree superati in tempi da record i bandi nissima Ristorazione, Studio Altieeuropei (con qualche polemica ha ri e altri – sia per il finanziamento vinto proprio la cordata di promoiniziale per la costruzione dell’opera tori iniziali, Summano Sanità), per sia per la fornitura nel polo unico la nuova opera sono stati effettuati di Santorso di una serie di servizi con successo anche gli espropri sui non sanitari nel prossimo quarto di terreni agricoli ai confini con Zanè secolo: servizi commerciali, mensa, e Schio. Non altrettanto successo mobilia e arredi, “hardware”, forsi è avuto contro il municipio sclenitura di attrezzature biomedicali dense, che per il nuovo polo aveva come macchinari per la Tac e altro. I presentato un progetto alternativo 588 milioni – in realtà di più, consi– il piano Plicchi – che prevedeva derata l’Iva – rimborseranno questi il riutilizzo e l’ampliamento di parte dell’ospedale De Lellis: il progetto scledense era stato, secondo la giunta di centrosinistra Dalla Via, valutato insufficientemente dal dg Caffi, e su questo il comune ha presentato e vinto un ricorso al Tar. Di fatto, però, questo non ha bloccato l’iter burocratico. In ultima analisi, va ricordato che da più parti la paternità del progetto e la velocità con cui ha superato i vari scogli burocratici è stata attribuita all’euro-onorevole (thienese) Amalia Sartori: l’ex esponente della corrente lombardiana del Partito Socialista, oggi all’opposizione nel comune di Vicenza ma a livello regionale molto vicina a Giancarlo Galan, veniva indicata dai più anche per la sua passata vicinanza allo Studio Altieri (è stata per anni compagna di Vittorio Altieri, oggi deceduto). Un primo punto interrogativo sono i posti letto. 460 nel nuovo polo, al posto degli oltre 600 attuali ripartiti nei due ospedali. Risponde Domenico Mantoan. “I posti letto dell’ospedale, che vorrei operativo per l’inizio del 2012, sono posti letto per acuti. Il rapporto di 2,5 posti letto ogni mille abitanti, cui l’ospedale risponde, sono la media fissata a livello europeo. Forse sarà il rapporto più basso, fra tutti gli ospedali italiani, ma questa è un’Ulss che sta curando molto gli ospedali di comunità. Intendiamo investire molto sulle Utap, medicine di gruppo, ovvero le unità territoriali di cure primarie gestite da medici di base e i centri di ricovero extra ospedaliero per cronici e terminali. Nell’Alto Vicentino sono attualmente attive le Utap di Zugliano e Arsiero, si sta partendo con Malo. Di ospedali di comunità in regione ce ne sono due, uno dei quali a Valdagno. Le strutture deputate potrebbero essere gli ex ospedali di Schio e Thiene: si parla di qualche decina di posti letto”. Mantoan: “I canoni che si vanLa rapidità con cui è stata suno a pagare di fatto sono circa gli perata la fase burocratica non stessi costi che l’Ulss paga oggi, è comune. Come mai? peraltro già ad esterni. Non vi sa“I tempi sono stati molto veloci perranno aggravi notevoli. In sostanché a livello regionale questo progetza, sono anche le stesse ditte con to, calato in questa realtà, è risultato cui l’azienda sanitaria lavora oggi. molto credibile. L’Ulss 4, esempio di Inoltre, la costruzione dell’ospeefficienza a livello regionale, ha fatto dale affidata a privati consentirà scelte difficili, ha chiuso l’ospedale di tempi certi, cosa non di poco conto Malo e fatto un ospedale unico sulle trattandosi di edilizia pubblica. Ridue piattaforme di Schio e Thiene, cordo che in Veneto vi sono ospepoi ha sviluppato e investito su medali la cui realizzazione ha richiedicina territoriale e cure primarie. sto anche decenni. L’impiego del La Regione aveva ed ha tutti i motivi soggetto privato come fornitore per tenere gli occhi puntati su quee come “incaricato” del ricambio st’area: l’Ulss 4 è un prototipo”. della strumentazione biomedica, I privati avranno in gestione poi, consentirà risparmi notevoli. anche la fornitura di attrezFaccio l’esempio della Tac: di fatto zature biomediche, oltre che quando deve acquidi mense e servizi starne una, l’azienda non sanitari. Cosa sanitaria pubblica succederà se vi se agisce in prima fosse necessità di persona è costretta cambiare prima a fare un bando. Esdel tempo un macsendo che i venditori chinario, per un Il dg: di tali apparecchiainatteso progresso sono gli stessi ture sono, in pratica, tecnologico? costi che due o tre in tutto il Risponde Andrea sosteniamo mondo, con i bandi Zanon: “All’intergli enti pubblici non no del contratto di oggi conseguono mai fornitura sono prereali risparmi, anzi visti anche i tempi si hanno rincari di circa il 40 per di ricambio delle apparecchiature cento rispetto a quando lo stesso biomediche. Il concedente, l’ente acquisto viene effettuato da un sanitario, può sempre chiedere un soggetto privato. In economia lo cambio anticipato e normalmente chiamano “cartello”. Se l’azienda sarà comunque il concessionario a pubblica delega l’acquisto a un pripagare, anche in questi casi”. vato, al contrario, questi può intaSu che fascia qualitativa ci si volare una vera trattativa e consecollocherà per l’acquisto degli guire risparmi notevoli. Nell’Ulss strumenti? di Arzignano, per ovviare a questo Zanon: “La qualità degli strumenti problema e consentire all’azienda è garantita perché noi, concessionasanitaria di acquistare macchinari rio, abbiamo il massimo interesse, a prezzi ragionevoli e non ricorrere economico, che siano ben funzioal bando, eravamo ricorsi a un acnanti e durevoli nel tempo. L’onere cordo fatto con aziende locali, che delle riparazioni è infatti a nostro avevano costituito una fondazione carico”. che, come tale, poteva acquistare Da un punto di vista finanziaper l’Ulss. Un “escamotage” che rio la somma pagata dall’aziennell’azienda sanitaria altovicentida sanitaria, nel tempo, è assai na non sarà necessario”. elevata. Ne valeva la pena? focus 119 del4 ottobre 2008 numero 10 pag Troppo stress, manager a lezione di yoga Sessanta dirigenti in coda per scoprire come sconfiggere ansia e mal di testa. Molta curiosità, ma anche qualche perplessità “Difficile ritagliarsi tempo tra ordini e reclami” di Andrea Genito “N essuna utopia. Migliorare la qualità della vita si può, ritagliando un po’ di spazio per se stessi. Le avversità non si possono evitare, anzi vanno affrontate, ma quello che conta è l’atteggiamento col quale ci poniamo”. Il dottor Roberto Sanlorenzo, direttore esecutivo per l’Italia di Aivu, organizzazione consultiva presso il Consiglio Economico delle Nazioni Unite, introduce così il progetto “Yoga Village”, che la settimana scorsa ha fatto tappa anche a Schio, con oltre 3000 visitatori in due giorni. “Si tratta di una manifestazione itinerante, a scopo puramente dimostrativo, attraverso la quale portiamo nel mondo i principi e le tecniche di questa arte che ha 5000 anni, ma è sempre attuale. Accorgimenti che si adattano a tutte le situazioni quotidiane e che ci permettono di non farci schiacciare dagli eventi. In poche parole a combattere lo stress e, quindi, a rafforzare le difese immunita- rie. Perché è provato oramai che queste tensioni debilitano il nostro organismo o meglio minano il suo equilibrio energetico, dando origine al male del secolo, cioè la depressione, ma aprendo la porta anche a tutte le patologie. In pratica lo yoga non è una medicina, ma sicuramente un’ottima prevenzione”. Dopo le tappe nell’isola diAlderney, nella Manica, di Bruxelles, Città del Messico e di Milano, Sanlorenzo ha portato lo YogaVillage a Schio, concentrando in due giorni una serie di conferenze e dimostrazioni pratiche, affidati ad altri allievi del maestro Sri Ravi Shankar. A conferma del Dna imprenditoriale dell’Alto Vicentino, il momento più seguito e con maggiori adesioni è stato il corso di “stress management”, ossia della gestione dello stress da responsabilità aziendali, tenuto da Beatrice Cori, lei stessa dirigente per quasi vent’anni, prima di convertirsi al nuovo modus vivendi. “Ovviamente ne ho sperimentato i benefici io stessa - spiega-. Poi ho deciso di lasciare tutto per farne un vero e proprio lavoro, decisamente molto più piacevole e gratificante del precedente.. Cerchiamo di interessare questo target molto numeroso, soprattutto nel frenetico Nordest, insegnando esercizi semplici che posso tranquillamente ripetere da soli. L’importante è ritagliarsi almeno un ora al giorno per questa terapia senza medicine”. Una sessantina, le persone che sono riuscite ad iscriversi alle due prove dimostrative. Di rigore i piedi scalzi ed un tappetino, mentre erano assolutamente banditi e bonariamente sequestrati cellulari, palmari e orologi. Alla fine, pareri discordi e qualche commento scettico: non sull’efficacia degli esercizi (un paio di persone si sono pure rumorosamente addormentate durante il rilassamento), ma sulla loro applicabilità quotidiana. “Se serve a ridurre cachet o pastiglie contro il mal di testa, proverò ad usare queste tecniche- commenta Giorgio Bottene, imprenditore di Schio -; ora mi sento bene e le sensazioni sono piacevoli, ma non è semplice prendersi una pausa tra telefonate, ordini o reclami. Ripeto, ci proverò perché mi sembra un metodo semplice e senza effetti collaterali”. Più entusiasta Paolo Righele, agente di commercio di Thiene: “Andrò ad altri incontri del genere, credo possano migliorare la qualità della mia vita, ma soprattutto l’approccio con gli imprevisti. Se si riuscisse ad affrontare ogni giornata con un sorriso credo si sarebbe più lucidi e ci si stancherebbe di meno. Bisogna però crederci veramente”. Il partecipante che arrivava da più lontano è stato il pavese Roberto Florindi, responsabile vendite di un’azienda lombarda. “Sinceramente sono venuto per pure curiosità e perché spinto da un amico fa presente -. Non avevo mai sentito parlare di questa associazione e francamente si fa fatica a stare die- tro a tante sigle con nomi spesso improbabili. Mi interessava però l’aspetto dello stress management e così sono entrato. Alcuni esercizi li conoscevo già, perché mia moglie pratica da anni Ata Yoga. Inoltre sono nuotatore agonista ed alcuni esercizi di rilassamento hanno punti in comune con quelli che già adotto prima delle gare. Pur trovando buffe le espressioni mimiche che l’insegnante ci ha proposto per sciogliere i muscoli facciali, questa parte del corso la reputo importante. Questa millenaria filosofia si basa sul sorriso, gesto splendido che dovremmo imporci più spesso”. Alla domanda se ripeterebbe l’esperienza, però, Florindi risponde così. “Sinceramente? Su un’isola deserta o in un monastero indiano magari sì. Non credo sia proponibile altrove”. EUROPEAN THERSICORE SCHOOL Anno Accademico 2008/2009 Scuola di Danza danza classica repertorio carattere contemporaneo neo - classico modern jazz A.S.D European Thersicore Company Contrà Mure Porta Nova, 8 - 36100 VICENZA Tel. 0444-524892 Fax 0444-235075 [email protected] www.europeanthersicorecompany.it SEDE MILLENNIUM NONSOLODANZA quartieri 119 del4 ottobre 2008 numero 12 pag ViPiù quartieri Metti una sera all’opera Pardon, al cinema Santa Bertilla Musica lirica in diretta dai grandi teatri d’Italia. L’iniziativa dal cinema Primavera ha subito conquistato uno zoccolo duro di appassionati.“Abbiamo un pubblico di nicchia, ma molto esigente e critico” di Giulio Todescan N on vi siete ancora abituati alla musica sul computer, ai film sullo schermo dell’iPod, ai videogiochi tratti da Matrix, ai giornali trasformati in cumuli di bit da scorrere on line? Bene, una nuova rivoluzione è probabilmente già accaduta senza che ve ne siate accorti: l’Opera al cinema. A Vicenza si può vedere, in un piccolo cinema parrocchiale, nel quartiere di Santa Bertilla: il Primavera di via Ozanam. «Una proprietà dei media, un servizio, una storia o un’esperienza distribuiti su piattaforme tecnologiche che utilizzano diversi formati»: così Wikipedia definisce la “crossmedia communication”, che in italiano si traduce nel cacofonica termine “comunicazione crossmediale”. E’ esattamente quanto avviene nel caso dell’opera lirica proiettata sullo schermo. Riuscite a immaginare qualcosa di più accademico, elitario, costoso – almeno stando al senso comune diffuso – dell’Opera? E qualcosa che sia più pop, di massa, di puro intrattenimento di gran parte del cinema che passa per i grandi circuiti? Il corto circuito fra questi due circuiti e pubblici molto diversi è stata la scintilla che ha fatto partire Microcinema, il primo network di cinema digitali collegati da trasmissioni satellitari in Italia. Il 20 aprile 2007 si proiettava in 25 sale italiane la “prima” in diretta dal Teatro dell’Opera di Roma de “La Traviata” di Giuseppe Verdi, con la regia e le scene di Franco Zeffirelli. E fra i primi cinema ad adeguarsi a questo nuovo sistema di proiezione c’è stato il Primavera, che anche quest’anno propone una vera e propria “stagione operistica”. «L’accordo con Microcinema ci permette di trasmettere contenuti diversi dai film tradizionali – dice Paolo Guerra, responsabile di sala –. Una di queste possibilità è la proiezione di opere, sia in diretta dai teatri italiani, sia in differita. | Il cinema Primavera Le riprese sono eseguite da RaiTrade e Dvcinema, di altissimo livello professionale. L’audio è in qualità digitale, Dolby Sorround al alta definizione». La scommessa del piccolo cinema parrocchiale (trecentotrenta posti in sala, schermo da 9 metri) non è facile, ma piano piano si sta creando uno zoccolo duro di frequentatori: «L’anno scorso abbiamo avuto un incremento sorprendente – continua Guerra –. Dai trenta spettatori della prima proiezione siamo passati a un centinaio nelle successive. C’è un problema di comunicazione: purtroppo ma non abbiamo il budget per pubblicizzare l’iniziativa come si dovrebbe». Un pienone, però, c’è stato: l’otto dicembre del 2007, quando si è proiettata la “prima” della Scala, il “Tristano e Isotta” di Wagner, diretto da Daniel Barenboin per la regia di Patrice Chereau. Ingresso a 12 euro (non proprio pochissimo, ma parte dell’incasso se ne va per i diritti dei teatri da cui si trasmette), sala piena. Che si tratti di opere in diretta o in differita, la “magia” è la stessa: dalla sala di controllo di Torino, che monitora tutti i cinema collegati, il segnale satellitare arriva al proiettore digitale di Gorgonzola, Sciacca, Palermo, Vo di Brendola e un’altra cinquantina di sale aderenti al circuito. Per noi è un’attività di promozione culturale – racconta Paolo Guerra –. Per ora abbiamo un pubblico di nicchia, ma anche molto esigente e critico. Per questo è una gran soddisfazione sentire i commenti soddisfatti di chi esce dalla sala». Ma non c’è solo l’Opera: nei piani del cinema Primavera c’è anche la tra- smissione di concerti di musica leggera, e persino un torneo a premi di Playstation sul grande schermo. L’apoteosi del crossmediale. PROGRAMMA “LA SONNAMBULA” di Vincenzo Bellini dal Teatro Lirico di Cagliari (in diretta) 15 ottobre ore 20.15 “CARMEN” di Georges Bizet dallo Sferisterio di Macerata per la direzione di Carlo Montanaro. 11 novembre “AIDA” di Giuseppe Verdi dal Teatro Massimo di Palermo (in diretta) 3 dicembre ore 18.15 Ingresso unico: € 12,00 Riservato ai soci del Circolo Primavera: € 10,00 speciale 119 del4 ottobre 2008 numero 13 pag ViPiùtavole del mondo Centro storico Giardini Salvi, la riapertura slitta a Natale La fine dei lavori era prevista per ottobre. Invece, a causa di alcuni interventi “dimenticati” dal progetto iniziale, bisognerà aspettare fino a dicembre. E mamme e anziani protestano Mutilato. Mentre i genitori degli aluntivi, per i quali è prevista una spesa ni delle scuole di piazzale Giusti sono supplementare di 70.000 euro, siaora costretti ad aspettare i bambini mo in ordine - conferma l’architetto concentrandosi lungo il marciapiede Cesare De Munari, direttore dei ladi corso S. Felice anziché all’interno vori - Riusciremo a finire il tutto in di Andrea Fasulo del parco. “I cittadini si lamentano tempo per il mercato di Natale”. ma non sanno a chi rivolgersi - conAspettando di trovare giardini nuovi tinua Pilan -, e questo si verifica per di zecca come regalo sotto l’albero, i iardini Salvi, un piccolo polmoeffetto dell’abolizione delle circoscripiccoli disagi per i residenti della zona ne verde nel pieno centro della zioni. Sono sicuro che l’assessore Tosi protraggono. E si riaccende il coro città. Luogo che per tanti cittadini, setto sia disposto ad ascoltare, ma è di critiche per la scelta, considerata anziani e famiglie con bambini, si è difficile che trovi tempo da dedicare infelice, di intervenire proprio dusempre caratterizzato come punto di a tutti i quartieri e alle loro esigenze. rante il periodo estivo. “Molti anziani ritrovo e di socializzazione; in estate Oltretutto c’è il problema di Campo che usufruivano regolarmente delle poi, essenziale per le tante persone Marzo dove lavori di riqualificazione panchine non hanno più potuto farlo” che cercano riparo dalla calura. I sono iniziati, anche se con grave ritarspiega Mattia Pilan, ex consigliere cirsuoi cancelli sono chiusi al pubblido, ma si stanno trascinando ormai coscrizionale di Sinistra Democratica. co, come è noto, dal 14 aprile, per da mesi”. “La scelta della giunta precedente di lavori di riqualificazione che si erano C’è anche chi, come l’ex presidente far partire i lavori in aprile è stata una resi improrogabili. Lavori per i quali della circoscrizione 1 Maurizio Finileggerezza e ha provocato molte lasono stati stanziati in due stralci circa zio, si chiede se non sia mentele tra i residenti. 360.000 euro. E che ora, pur essenutile prevedere, una I giardini sono sempre do trascorsi i 180 giorni previsti per volta riaperti i cancelli, stati luogo di ristoro il completamento, dovranno essere un servizio permanenestivo per gli anziani o prorogati. Opere aggiuntive che non te di custodia: “Il pasper chiunque non pos- La bonifica erano state previste nel progetto inisaggio occasionale di sieda un condizionato- della Seriola ziale si sono rese necessarie e faranvigili non serve a nienre in casa. Ma anche chi no slittare il termine ultimo, secondo non era te. C’è bisogno di qualabbia semplicemente Amcps, alla metà di dicembre. Tra le cuno che sia sempre un cane da portare a prevista. altre cose si è dovuto procedere ad presente, che garantispasso ora è costretto E ha portato una indagine sistematica su tutto il sca sicurezza ai bama percorrere le vie del via più tempo fondale della roggia Seriola per sconbini, che curi il prato, centro”. giurare il rischio della presenza di orche faccia manutenAltro problema: i giardigni bellici; quindi si è dato il via al zione, altrimenti si dini sono un punto di risanamento dell’alveo dei due bracci rischia il degrado del giardino. Ma passaggio importante per chi, come della roggia stessa, alla demolizione sento ventilare l’ipotesi che, per nestudenti e viaggiatori che arrivano di una passerella in cemento e alla cessità di risparmio, si voglia ridurre dalla stazione, vuole evitare percorsi pulizia delle statue. “Metà ottobre è la presenza dei custodi anche in altri tortuosi per arrivare in piazzetta del stato sforato ma con i lavori aggiunparchi”. Intanto l’assessore ai Lavori Pubblici Ennio Tosetto si dice disponibile a ragionare su un servizio di custodia ma sui ritardi dei lavori attacca la giunta di centro-destra: “Nel progetto iniziale non era prevista la bonifica della roggia, opera che si è resa necessaria e che considero grave non aver previsto sin dall’inizio. Ma possiamo dire di essere a buon punto: l’illuminazione e la pulizia dei vialetti sono quasi completati. Se la passata amministrazione avesse inserito nel progetto tutto quello che andava fatto, avremmo chiuso sicuramente | L’alveo della roggia dragato dall’acqua durante la riqualificazione in tempo”. G Japanese Restaurant Take Away & Delivery Piazzale Fraccon, 2 (di fronte alla scalette di Monte Berico) Tel 0444.54.37.65 www.zushi.eu | [email protected] RESTAURANTE MEXICANO HOT CACTUS CAFÉ La vera cucina mexicana Margaritas • Dos equis Chili con carne Enchilada • Fajita Mezcal Tel. 0444 500302 È gradita la prenotazione HOT CACTUS CAFÉ viale della Pace, 318 - Vicenza casa 119 del4 ottobre 2008 numero 14 pag ViPiù casa La tua nuova casa a portata di mano Miniappartamenti • Vic. nuovo tribunale, signorile ristrutturazione, luminoso miniappartamento ottimamente finito, spazioso soggiorno con zona cottura, disimpegno, camera matrimoniale, servizio, due terrazzini €. 100.000. 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E che costituisce per le migliaia di persone che sono attive in questo campo una vetrina importante, ricca di spunti, possibilità di confronto e opportunità di contatto. La manifestazione parte alle 9,30, con l’apertura degli stand e dei gazebo delle associazioni, e continuerà fino alle 17,30, allietata anche dallo stand gastronomico gestito dall’As- sociazione Nazionale Alpini e da momenti di gioco e divertimenti pensati apposta per i più piccoli. Il risultato è uno spaccato su una realtà che nella società vicentina ha un peso rilevante, anche se difficilmente quantificabile. Tanto per dare un’idea, le associazioni iscritte al registro regionale e censito dal Centro servizi di contrà Mure San Rocco sono oltre 350, e spaziano in tutti i settori della vita quotidiana. Si va dai gruppi degli alcolisti anonimi alle associazioni per la difesa del malato, dalle associazioni dei genitori ai gruppi di protezione civile, dagli alpini ai volontari dell’antincendio, dai donatori di organi ai donatori di sangue, dai gruppi per l’assistenza ai disabili a quelli per il recupero dei tossicodipendenti o per la cura degli anziani e dei malati termi- nali. E si potrebbe continuare con gli amici dei parchi, gli amici dei musei, i radioamatori, le case famiglia e i centri di aiuto alla vita, le associazioni che si impegnano nel campo dell’integrazione e del confronto con i migranti, e molto altro ancora. Dalla sanità all’assistenza sociale, dallo sport al mondo della cultura, sarebbe difficile immaginare la nostra provincia senza la presenza e il contributo del volontariato. Che negli ultimi anni deve però fare i conti con problemi vecchie e nuovi. Da un lato l’eterna questione della raccolte dei finanziamenti è diventata ancora più complicata: la situazione difficile delle finanze pubbliche ha costretto molti enti a stringere i cordoni della borsa. Con tagli che si sono fatti sentire anche, se non soprattutto, nel settore del sociale e nelle attività “accessorie” come lo sport e la cultura. Cioè proprio dove il volontariato è più attivo. Dall’altra parte c’è la difficoltà, anche questa ricorrente, nel reclutare forze nuove. Molte associazioni sono guidate e animate ormai da anni sempre dalle stesse persone, e da più parti si lamenta la mancanza di forze fresche. Infine, è sempre più urgente l’esigenza di un salto di qualità dal punto di vista organizzativo e gestionale: le gestioni familiari senza un progetto definito o uno straccio di bilancio, le riunioni nello scantinato di casa, non bastano più. Sono queste, probabilmente, le sfide che il terzo settore dovrà affrontare per continuare a recitare il ruolo che ha avuto finora. speciale 119 del4 ottobre 2008 numero 16 pag Dal fatturato ai volontari tutte le cifre dell’economia sociale Presentato il primo rapporto nazionale sul terzo settore: 220 mila organizzazioni, 3 milioni di volontari, 38 miliardi di fatturato E pochi contributi pubblici | Piazza dei Signori in festa per il “Salone della Solidarietà” O visto che si basano sul censimento ltre 200 mila associazioni, del 2001, ma che costituiscono la 5 mila cooperative, 3 mila prima fotografia completa di un fondazioni e altrettanti comitati. mondo in continua crescita. Per un totale di oltre 220 mila organizzazioni, in cui Il Rapporto distinsono impegnati più gue tra associazioni di tre milioni di vonon riconosciute, che lontari, con un fatsono 140.746 (pari turato complessivo Oltre al 63% del totale) e superiore ai 38 mila metà delle quelle riconosciute liardi di euro. Sono che sono 61.313 (il i dati del primo rap- associazioni 27,7%); poi tra cooporto sull’economia di volontariato perative sociali, che sociale italiana, cioè sono 4.651, pari al sul mondo del vonel Nord Italia sono 2,1% (sempre dati lontariato e del non ufficiali del censiprofit, presentato mento), fondazioni nei giorni scorsi da (3.008, pari all’1,4%) e comitati Cnel (Consiglio nazionale dell’eco(3.833, l’1,7% del totale). In più nomia e del lavoro) e Istat. Dati ci sono le “istituzioni che avevanon aggiornatissimi, a dire il vero, no dichiarato l’adozione di forme giuridiche diverse da quelle previste” (e tra queste ci sono enti ecclesiastici civilmente riconosciuti, istituti scolastici e ospedalieri e società di mutuo soccorso), che erano altre 7.861 unità, costituendo il 3,6% dell’insieme. Andando più nel dettaglio, si scopre che oltre la metà delle organizzazioni sono concentrate nel Nord Italia (Lombardia, Veneto ed Emilia le regioni più rappresentate, mentre se si considera il numero di associazioni ogni 10 mila abitanti, in vetta si collocano Trentino, Valle d’Aosta e Umbria); il settore più rappresentato è invece quello della cultura, sport e tempo libero, seguito dall’assistenza sociale, dalla rappresentazione di interes- Nel Rapporto infine, come ha fatsi (sindacati e associazioni di cateto notare oggi il presidente del goria) istruzione e sanità. Cnel, Marzano, si sottolinea che Per quanto riguarda nello specila maggior parte delle entrare fico il volontariato, il Rapporto delle varie istituricorda che nel 2003 zioni del nonprofit le organizzazioni di ha una provenienza volontariato erano 21 privata (donazioni, mila, mentre due anni beneficenza, attività dopo, alla fine del dirette come impre2005, le cooperative Il grosso sa sociale, ecc). Si sociali erano 7 mila. smentisce così uno Sempre nel 2005, le delle entrate dei luoghi comuni fondazioni erano cir- arriva da sul settore che parla ca 5 mila e, oprattut- finanziamenti di un nonprofit soto grazie al processo privati stanzialmente asdi privatizzazione di sistito dallo Stato. alcuni enti pubblici, Secondo Marzano, stanno iniziando ad più dell’80% delle entrate delle affermarsi come soggetti non solo non profit derivano dai finanziafinanziatori, ma anche erogatori menti privati. di servizi alla cittadinanza. speciale 119 del4 ottobre 2008 numero 17 pag L’esercito dei 150 mila i numeri del Veneto Una miriade di organizzazioni, capaci di mobilitare oltre 900 mila abitanti. Ecco una sintesi del rapporto di ricerca sul volontariato organizzato nella nostra regione I l mondo della solidarietà organizzata del Veneto è in grado di mobilitare oltre 900 mila abitanti (1 residente su 20, compresi donatori e soci) e può contare sull’apporto di circa 87 mila volontari, la maggior parte dei quali vi opera assiduamente. Il lavoro gratuito di questi produce complessivamente un monte ore settimanale equivalente a quello di 6.170 persone impegnate a tempo pieno. Nel 2000 le organizzazioni di volontariato venete si sono fatte carico di oltre 150 mila persone in stato di bisogno nei settori di supporto al Welfare, ma importante è la loro presenza e azione anche nei settori della vita civica (ambiente, cultura, educazione, protezione civile, solidarietà internazionale) dove stimolano la consapevolezza dei cittadini e ne promuovono e organizzano la partecipazione sui problemi del territorio e sui temi della qualità della vita. E’ una realtà sempre meno connotata da appartenenze collettive a matrici culturali o ideologiche (in particolare di tipo confessionale); la condivisione tra i membri dei gruppi avviene, più che altrove, sugli obiettivi e sui risultati da raggiungere e quindi sulla comune tensione alla mission specifica, piuttosto che sulle premesse culturali dell’agire collettivo. Continua a concretizzarsi nel- l’impegno di piccoli gruppi (in genere tra le 5 e le 10 persone) ben radicati nel territorio di riferimento (il comune in primis) e capaci di coinvolgere, in relazione a particolari necessità, una vasta tipologia di risorse complementari (circa 7 organizzazioni su 10 si avvalgono, ad esempio, di volontari non continuativi). I volontari più assidui mantengono caratteristiche di età matura (prevalgono le classi anagrafiche degli ultraquarantacinquenni) con una leggera prevalenza di donne, pur penalizzate nel ruolo apicale (il 70% delle unità in esame ha un presidente uomo) e con una disponibilità media settimanale di tempo donato pari a 5 ore pro-capite. Naturalmente questi dati rimandano ad un importante interrogativo, se cioè il mondo delle giovani generazioni possa configurarsi ancora come adeguato serbatoio di nuovi attivisti. Solo il 6% delle organizzazioni è composto in maniera prevalente da volontari continuativi al di sotto dei 29 anni. Vicenza: questa provincia presenta la più bassa densità di organizzazioni di volontariato, particolarmente concentrate nel comune capoluogo; tuttavia operano in misura superiore in un raggio d’azione distrettuale o zonale. Le unità operative sono costituite in più larga misura da un atto pubblico e sono più massicciamente iscritte al registro regionale del volontariato. Rappresentano pertanto le organizzazioni mediamente più grandi (oltre 40 operatori). Pur essendoci una componente leggermente | In alto: volontari di Legambiente anche tra i più piccoli. Qui sopra: l’indispensabile aiuto offerto da Croce Rossa e Protezione Civile più ampia di unità in cui prevale il contributo operativo del personale remunerato, troviamo in questa provincia la maggior quota di compagini composte da solo volontari (1 su 4). Vi sono altresì le organizzazioni più in linea con la loro specifica missione del volontariato, in quanto orientato a terzi e con finalità quali la tutela e promozione dei diritti, la promozione sociale e l’educazione alla solidarietà nelle sedi formative. Un’attenzione particolare viene dedicata alle famiglie e proprio dal tessuto di relazione esistente tra queste nascono in questa provincia più organizzazioni che altrove (16 su 100). Questo spiega anche la prevalente presenza femminile in una cospicua quota di esse. Estratti della relazione di Renato Frisanco Settore Studi Ricerche e Documentazione Fondazione Italiana per il Volontariato SE.FA.MO. Conforme alle norme del codice di deontologia medica ed alla allegata linea guida Telefono 0444 320333 • • • • • Analisi Cliniche Poliambulatorio Densitometria Ecografia Ecografia Ostetrica • • • • • Risonanza Magnetica Settoriale Ecocolordoppler Holter Cardiaci e Pressori Uroflussometria Test di Stamey Direttore del laboratorio Dr.ssa Francesca Zanetti Sede: VICENZA Stradella Cappuccini 49 Punto Prelievi: CREAZZO Largo Tiepolo 31/33 www.sefamo.it [email protected] cultura 119 del4 ottobre 2008 numero 19 pag ViPiù cultura Freddolini, uno scatto metafisico sul paesaggio di Luca Matteazzi V enti scatti per immortalare un mare invernale, rarefatto e quasi metafisico, tra poltrone semiabbandonate sulla spiaggia deserta, file di cabine senza uno straccio di presenza umana, impronte lasciate nella sabbia e una canna da pesca lasciata lì da chissà quale pescatore. “Tranne due o tre immagini, sono tutti scatti fatti nel nostro mare, attorno alla Laguna”, racconta Renato Freddolini, il fotografo vicentino che questo fine settimana inaugura, alla libreria Pangea di Padova, una mostra dedicata appunto al mare. “Ho scelto il mare d’inverno le immagini”), con i lavori sulle – aggiunge -, libero da contadimore storiche e sui vecchi meminazioni antropomorfe, per stieri di Brendola, il paese in cui scoprirlo in un modo diverso da è stato docente per anni. “Ho quello a cui siamo abituati, caoiniziato dopo a fotografare – ritico e affollato. E ho scelto il nocorda -. Io non sono un creativo stro mare, preferendolo a mete puro. Piuttosto, sono un tecnico più esotiche, perché se uno è sensibile”. un bravo cuoco riesce a cucinare piatti buoni anche con quel La strada per esprimere quepoco che ha in cucina”. sta sensibilità, Freddolini l’ha A giudicare dal ritrovata in una fosultato, la ricetta tografia che per lui sembra essere giuresta legata al classta. Le venti immasico bianco e nero, gini esposte a Pado- Non ci sono e più recentemente va, del resto, sono il ad una particolare solo case e punto d’arrivo di un tecnica di stampa percorso di ricer- colline detta lith printing, ca lungo ormai due Nei paesaggi con cui ottiene delle decenni e comincia- aleggia immagini di un sinto quasi per caso, golare color seppia. la memoria come ammette lo “È una tecnica fastesso Freddolini ticosa, laboriosa, sul sito dell’Ossima affascinante”. diana, il centro culturale in cui Sempre, comunque, tutto reail fotografo tiene dei corsi fin lizzato rigorosamente in anadai primi anni ‘90. E in effetti la logico. “Non ho nulla contro il sua carriera comincia con la didigitale, anzi – spiega -. Lo uso dattica, con i corsi fatti a scuola anch’io, quando sono in viaggio con i ragazzi delle medie (“Mi e faccio delle foto turistiche. Ma sembra assurdo che non si insono due mondi diversi, e quansegni come vengono costruite e do lavoro a tema scelgo sempre come vanno lette le immagini in l’analogico. E il bianco e nero: un mondo che è dominato dalil colore secondo me distrae. A tu per tu con il fotografo: la scelta del bianco e nero, la passione per le vedute della città e dei suoi colli, il gusto per l’insegnamento | A destra Renato Freddolini, a sinistra una delle sue foto Forse soddisfa subito, ma a me interessa sottrarre, cercare l’essenziale, una sintesi tra forma e comunicazione. Non sono un pasdaràn, e ho il massimo rispetto per chi lavora con il colore: ma secondo me alla fine il bianco e nero ti lascia anche maggiore libertà espressiva”. Se il punto d’arrivo della sua ricerca visiva, per ora, è il mare, il punto di partenza del Freddolini fotografo è stato il lago di Fimon, un classico per ogni vicentino che provi ad imbracciare una reflex. Poi è toccato a Quinto, il suo paese natale, dove nel giardino di villa Tacchi ha cercato di ricreare le immagini e le atmosfere della sua infanzia; quindi al libro ispirato dagli scritti di Guido Piovene, con gli scatti di una Vicenza bianca e innevata (“A Vicenza vale la pena di concentrarsi sulla luce, sulla dolcezza dei paesaggi, e sui dettagli dei monumenti, che vanno più che altro raccontati”). Paesaggi, quasi sempre paesaggi. “Ho cominciato come paesaggista, come fanno tanti, e sono rimasto paesaggista – aggiunge -. Mi rifaccio a quello che ha detto un grande geografo; e cioè che di spiegare che quando scatti devi sapere cosa stai facendo e perché lo stai facendo: non puoi sempre contare sul fatto di avere una scheda di memoria da otto giga. I corsi, inoltre, sono anche un’occasione per stare assieme, per creare un momento di socialità: in un mondo sempre più sovraffollato, in cui passano un sacco di informazioni ma in cui non si parla più delle cose, la gente ha anche bisogno di stare insieme Quando scatti per un obiettivo comune”. Magari per Dietro ad uno scatdevi sapere imparare a scoprito, dunque, c’è un re, anche in un paepercorso di ricerca cosa stai saggio sempre più spesso lungo e sof- facendo rovinato (“ormai i ferto. E delle scel- e perché campi esistono solo te consapevoli. È lo fai per essere coltiquesto che tenta di vati”), la capacità spiegare ai tanti aldi trovare i segni lievi dei suoi corsi, della bellezza. “Siamo troppo giovani e meno giovani. “Il digidistratti, arriviamo a sera che tale ha avvicinato tanti alla fotoabbiamo fatto duecento cose, e grafia, perché è facile, immediatutte distrattamente”, conclude to, e se sbagli butti via. Però se Freddolini. Lui, il suo prossimo poi la cosa ti piace devi divenobiettivo, l’ha puntato sull’Altare padrone del mezzo, e allora geria, terra di deserti e di spidevi tornare alle basi classiche. ritualità. Per cercare di darne, Per questo c’è un ritorno ai corsi come sempre, un’immagine non di fotografia. Io do le basi tecstereotipata. niche, e poi cerco soprattutto il paesaggio non è solo fatto di case, strade e colline, ma anche di memorie che vi aleggiano sopra, e l’uomo lo costruisce fin da piccolo. Questo mi ha fatto capire perché cerco certe immagini e certe atmosfere. Poi, la fotografia di paesaggio, oltre a raccontare un luogo, deve avere un valore metaforico, comunicare un qualcosa che possa avere un valore universale. Ed è soprattutto questo che bisogna cercare”. cultura 119 del4 ottobre 2008 numero 20 pag La città scomparsa: Santa Lucia, anarchica e socialista Osterie, botteghe artigiane e personaggi da film Storia di uno dei quartieri più popolari e vivaci della città | Porta Santa Lucia di Luca Matteazzi R era che qua avevano tutti un lavoro in proprio, non dovevano rispondere a nessun padrone. Era una specie di limbo in cui si viveva liberi e tranquilli”. ossi, anarchici e goderecci. Fino Un’autonomia rivendicata con oralla metà del Novecento, attragoglio, a volte anche con qualche versare ponte degli Angeli voleva eccesso: “Un amico di mio nonno quasi dire cambiare città. Lasciare si vantava di non aver mai attrala Vicenza palladiana, aristocratica versato Ponte degli e un po’ ingessata del Angeli. C’era un po’ di centro storico, per avastio verso i nobili del venturarsi tra bande centro, che da parte di monelli in calzonloro ci guardavano cini corti, massaie incon fastidio”. Un’audaffarate nei lavatoi Qua erano tonomia che si basava lungo il fiume e una tutti artigiani sulla granmiriade di piccole Ed erano tutti soprattutto de concentrazione di botteghe. Era così attività artigianali. a Santa Lucia, che liberi, senza “Gran mestiere quello oggi vivacchia come padroni dell’artigiano – contitranquilla via resinua Busato -. Se vuoi, denziale con qualche puoi mettere sulla negozio di pregio, e porta il cartellino magico con scritto che invece è stata per secoli, con il ‘Torno subito’, e andare a guardare vicino rione di Trastevere, uno dei quelli che pescano nel Bacchiglione. motori della Vicenza che lavora e Peccato che oggi di artigiani veri, di produce. “Esagerando un po’, si può quelli che producono qualcosa con dire che qua è nato il Nordest – racil lavoro delle loro mani, non ce ne conta Giuliano Busato, che a Santa siano più. E questo non solo qui a Lucia ha la stamperia di famiglia e Santa Lucia, è così dappertutto”. che tra quelle strade ci è cresciuto -. C’è un modo di dire, secondo cui a A Santa Lucia, però la cosa è forse Vicenza ci sono più conti che a Veun po’ più evidente. Almeno per nezia ponti. Ecco, qua non c’era bichi si ricorda com’era la contrada sogno del conte, del nobile. Questa fino ad una cinquantina di anni fa, era una contrada libera, e il motivo con la sua successione ininterrotta di botteghe e botteghette. “Sotto i portici c’era la sarta, che vendeva anche stoffe; poi il fruttivendolo, il fornaro, la saonara, il lattaro, uno che vendeva carne, lo scarparo. C’era tutto”. In mezzo, c’erano anche i laboratori del nonno di Busato, che prima di aprire la stamperia faceva materassi, di un fabbro, di un falegname, di un ceramista, e un deposito di legna da ardere custodito da un cane soprannominato “Pronto”, perché lì c’era l’unico telefono di tutta la via. Non è un caso se i primi fondatori dell’associazione artigiani di Vicenza, nomi come Tosin, Zanchetta, Tognato e Busato, vengono tutti da qui. “Era tutta brava gente, gran lavoratori, ma anche attenti all’impegno sociale – aggiunge lo stampatore -. Qua erano tutti socialisti, anzi anarchici. La domenica, però, tutti a messa dai frati, magari di nascosto”. Non mancavano i personaggi folcloristici. Come Romano, l’elettricista alto poco più di un metro che girava sempre con la scala in spalla. “Sembrava uno gnomo”. O quella coppia di fratelli, uno alto e magro e l’altro basso e tondeggiante, che il giorno della Liberazione, alla fine della seconda guerra mondiale, pensarono di festeggiare issando Gli uomini, invece, si trovavano in osteria: nel giro di un centinaio di metri ce n’erano ben sette, di cui due sotto la porta. Oggi è rimasto solo Pitanta a tenere alta la tradizione. Le altre, dal Verdi alla Bella Vicenza, sono tutte scomparse. Uccise dall’apertura, nel 1928, di via IV Novembre: fino a quel momento la porta santa Lucia era un passaggio obbligato per chi voleva entrare in città arrivando da nord La vita, così scor(le uniche alternative reva tranquilla. Tra erano San Bortolo o lo sferragliare del porta Padova, menfabbro e il martellatre all’incrocio tra via re del falegname, le Lungo la via IV Novembre e Borgo donne si davano una c’erano sette Scroffa c’erano ancora mano con i lavori, e osterie le mura). Di lì passavai ragazzini improvno tutti, piacesse o no. visavano giochi che Oggi ne è Con l’apertura del nuoadesso fanno sorride- rimasta una vo asse stradale via re. “Rubavamo qualIV novembre – Borgo che chiodo di quelli Scroffa – viale Trielunghi da falegname ste, invece, Santa Lussia è andata – ricorda Busato -, e lo portavamo incontro al declino. Botteghe, osterie fuori dalla porta, dove passavano e laboratori hanno chiuso. E con loro i binari della Vaca Mora. Il trenise ne è andato anche il gusto di stare no, passando, li appiattiva, e così insieme e lo spirito che animava la avevamo dei bei pugnali per giovecchia borgata. “Adesso hanno fatto care. Oppure si faceva il bagno tanti restauri, e ci è venuta a vivere nel Bacchiglione, si navigava con tanta brava gente – conclude Busale barche. E quando si vedeva una to -. Però, non si conosce nessuno. pantegana in mezzo alla strada, si Si vive meglio, sicuro, ma non so se gridava “sorse” e si correva a chiuci abbiamo guadagnato davvero, in dere i tombini per impedirgli di questo cambio”. Non lo sappiamo scappare. Giochi semplici, ma che neanche noi. ti svegliavano fuori”. una bandiera sulla colonna di piazza XX settembre. “Uno salì, e non riusciva più a scendere; dovemmo chiamare i pompieri”. O ancora, la “Maria Bona”, detta così non per una particolare bontà d’animo, ma per la facilità con cui concedeva le sue grazie. “Ma alla fine questo non era un problema per nessuno, nemmeno per le mogli”. Selezione di vini sfusi di Conegliano • Ottimi vini in bottiglia • Tante specialità da gustare NUOVA GESTIONE • Corso Padova 116, Vicenza • Tel. 0444 303984 cultura 119 del4 ottobre 2008 numero 21 pag Vinacce e caldaie fumanti La settimana della grappa ViPiùmente&corpo RIVER CLUB Visite guidate tra alambicchi e botti Torna Distillerie Aperte, la tradizionale rassegna per scoprire uno dei prodotti di punta del made in Vicenza P rofumo di vinacce, ribollir di caldaie, distillar di tini. Nella settimana che va dal cinque al 12 ottobre torna l’appuntamento con Distillerie aperte, la tradizionale rassegna che Vicenza Qualità organizza in collaborazione con l’Associazione Artigiani e la Provinicia per promuovere e far conoscere grappe e liquori, cioè alcuni dei prodotti più legati alla cultura e alla tradizione del territorio. e tonneaux. E alla fine non manIl periodo scelto, non a caso, è quelcherà la possibilità di assaggiare lo in cui le distillerie sono nel pieno le varie tipologie di prodotto, dalle dell’attività (la grappa si fa dall’8 grappe monovitigno settembre ai Morti, a quelle invecchiate, ripetono spesso gli dai distillati d’uva ai addetti ai lavori): i liquori di frutta. visitatori potranno Alla rassegna partecosì seguire i mastri cipano sei distillerie: distillatori in tutte le Degustazione le distillerie Dal Toso fasi della produzio- di grappe e figlio di Ponte ne, dalla selezione e monovitigno, Rino di Barbarano, la dilavorazione delle vistilleria Fratelli Brunacce al passaggio in invecchiate e nello di Montegalda, caldaie e alambicchi, distillati la distilleria Li.dia di dal taglio di testa Villaga, Poli Distile coda (la prima e lerie di Schiavon, la l’ultima parte di didistilleria Schiavo di Costabissara stillato ad uscire dall’alambicco, e la distilleria Cavazza di Alonte. generalmente non adatte ad essere La visita è possibile dalle ore 10 alle bevute) all’invecchiamento in botti Corsi di tennis Bambini, ragazzi e adulti Il River Club assieme alla Sirio Tennis Accademy organizza corsi di tennis per bambini, ragazzi dai 5 ai 18 anni e adulti. Per ogni informazione rivolgersi alla segreteria orario 11,00-19,00 Tel 0444-569227 RIVER CLUB 18 di domenica 5 e domenica 12, mentre nel resto della settimana in orario pomeridiano. In ogni caso, è preferibile prenotare presso la distilleria. Anche in questa edizione, sarà inoltre possibile effettuare la “Ronda della grappa”: chi visiterà tutte e sei le distillerie e timbrerà l’apposito coupon, riceverà in omaggio dei prodotti enogastronomici offerti dal Consorzio “Sapori del Palladio”. Completa il programma, infine, l’iniziativa “Metti la Grappa nel Menù” (in collaborazione con Confcommercio), che presso alcuni ristoranti permetterà di gustare quotidianamente piatti che prevedono l’utilizzo o l’abbinamento con la grappa vicentina. Dame, cavalieri, armi e amori Rinascimento thienese Nuovo fine settimana di rievocazioni storiche nell’Alto Vicentino In piazza la ricostruzione dell’antico mercato franco Visite inedite alle stanze segrete di palazzo Colleoni D opo la battaglia di Rovereto, il mercato franco rinascimentale. Il centro di Thiene torna a riempirsi di cavalieri, armigeri, sbandieratori, mercanti, artigiani, contadini e saltimbanchi, dame e gioclieri. La settimana scorsa c’era stata la rievocazione della storica battaglia in cui i soldati thienesi aiutarono i veneziani a sconfiggere Sigismondo del Tirolo, con la partecipazione di qualcosa come 1300 figuranti; questo fine settimana invece la strade intorno al Castello Colleoni ospiteranno la riedizione del mercato franco che Thiene ottenne proprio dopo quella battaglia. Il piatto forte della manifestazione è la carrellata di bancarelle e botteghe artigiane, ma ad arricchire il tutto ci sarà un coloratissimo e festoso contorno fatto di artisti in piazza e spettacoli di strada, di taverne e stand con prodotti gastronomici tipici dell’Alto vicentino. In più, sarà possibile effettuare delle visite inedite al castello dei Colleoni, uno dei più importanti esempi di architettura civile tardo quattrocentesca di tutto il Veneto. Oltre all’itinerario classico, nei saloni affrescati e carichi di opere d’arte del piano terra e del piano nobile, e alla visita a quel piccolo gioiello architettonico che sono le scuderie, saranno infatti visibili luoghi finora mai aperti al pubblico, come le cucine e il sotterraneo cinquecentesco con la ghiacciaia. “Sono moltissime le persone che da tutta Italia e dall’estero chiedono informazioni per trascorrere a Thiene questi due weekend, attratti dall’incanto della manifestazione – sottolineano gli organizzatori del doppio weekend di immersione nel passato -. Un’occasione speciale, che permette anche ai numerosi visitatori stranieri di scoprire le bellezze della città in una veste particolare, tra storia e tradizione, gastronomia tipica e arte”. via Monte Zebio 42, Vicenza - www.webriverclub.com dal 1982 a Vicenza SOCIETA’ GENERALE DI MUTUO SOCCORSO CORSI DI INGLESE - SPAGNOLO TEDESCO - FRANCESE PORTOGHESE GIAPPONESE CINESE - RUSSO CROATO - ARABO GRECO MODERNO ITALIANO PER STRANIERI CORSI SERALI DI DIVERSA DURATA INGLESE E SPAGNOLO NELLA PAUSA PRANZO MATTUTINI E POMERIDIANI PER ADULTI DIVERSI LIVELLI DI PREPARAZIONE PICCOLI GRUPPI DI PERSONE INSEGNANTI MADRELINGUA LAUREATI INFORMAZIONI E SEDE DEI CORSI: CORSO PALLADIO 176-VICENZA TEL. E FAX (0444/546078) E-MAIL: [email protected] - SITO: WWW.SGMS.IT movida 119 del4 ottobre 2008 numero 22 pag ViPiù Più Tecchio per tutti Il centro giovanile di viale San Lazzaro è un cantiere di attività e concerti autogestiti dai ragazzi foto marcomunich.com movida P ing pong, playstation e Internet. Ma anche gruppi sportivi, corsi di danza e musica. Il tutto all’insegna della partecipazione e del protagonismo dei più giovani. Questo ed altro offre il Tecchio, centro giovanile nato nel 1994 grazie alla lungimiranza della Circoscrizione 6 e alla progettualità della cooperativa “Il Mosaico”, che tutt’ora lo gestisce. Nei locali di una vecchia scuola In viale San Lazzaro 112, il Centro Tecchio costituisce da anni un punto di riferimento per i giovani di una zona considerata “difficile”. Un quartiere che, tra urbanizzazione selvaggia, boom demografico, alto tasso d’immigrazione e prostituzione, non ha saputo (o potuto) mantenere un tessuto sociale 14 ai 30 anni che, attraverso un compatto, con appositi spazi decomitato ad hoc, si organizzano dicati all’accoglienza, allo scamin modo autonomo. Ed è proprio bio e all’integrazione. questo lo spirito del centro: ofAl Tecchio i ragazzi ci vanno per frire spazi e aiuto (anche buropartecipare al gruppo di lettura, cratico) affinchè chiunque possa esercitarsi alla palestra di roccia, mettersi in gioco e avere l’opporballare la pizzica salentina e imtunità di socializzare parare ad arpeggiare e divertirsi. le corde di una chiIl Tecchio, in passatarra. Oppure, semto, è stato laboratoplicemente, per non rio di progettazione starsene in strada per gli organizzatori e guardare un film Oggi accoglie dell’indimenticato tutti assieme. «Qui una delle Villazza, prima fesi viene anche a persta rock vicentina, der tempo, ma in un poche sale o la fucina creativa contesto protetto», prove rimaste che ha dato i natali racconta Tomma- in città a band del calibro so, che coordina la dei Dufresne. Oggi vita del centro per accoglie una delle conto della coopepoche sale prove rimaste in città rativa. «In realtà noi educatori (con una lunghissima lista d’attesiamo solo dei supervisori con, sa, visti i prezzi concorrenziali e la all’occorrenza, ruoli di supporto recente chiusura del Giò Music) e incentivazione» precisa. A geed un grande spazio adibito a sala stire infatti il centro sono i suoi concerti, che viene messo a dispostessi frequentatori, giovani dai Gli appuntamenti | xxx sizione di tutti: le band che animano abitualmente il Tecchio, ma anche gruppi esterni come il Free Mosh Team, una squadra di amici (già partner di alcuni club quali Yourban e Sabotage) che spesso propone concerti punk rock e hardcore negli spazi del centro. Un paio di volte al mese qui si entra in un vero e proprio locale serale, con una programmazione musicale che il più delle volte fa centro. «Abbiamo registrato anche 200 ingressi in una sera» conclude Tommaso, il che è una vittoria per chi si cimenta con l’organizzazione di eventi senza particolari professionalità. Per i curiosi che ancora non lo conoscono, il Tecchio ospiterà una data di tutto rispetto il 3 novembre, con in scaletta i Die Young (Texas), i Dead Vows (Svezia) ed i Confronto (Brasile): un concerto hardcore e metallo puro che promette scintille. Francesca Danda sabato 4 ROCKTEK Quartiere Cattane - area verde in Via Cavalieri Vittorio Veneto, ore 21 Rassegna musicale – serata metal con Hide, Metal Masters e Evilmind Free entry lunedì 6 KICCA & INTRIGO Il Borsa Caffè – piazza dei Signori 26, ore 19 Concerto aperitivo – concerto jazz soul Free entry sabato 4 GENERATIÖN CRÜE Sabotage Bar – viale dell’Industria 12, ore 21 Concerto tributo Mötley Crüe Free entry martedì 7 NELLE STREGHE E NELLE SIRENE Il Borsa Caffè – piazza dei Signori 26, ore 20 Rassegna “Aperitivi oltre la musica” – performance teatrale di Livio Pacella con studenti del laboratorio ITC Piovene Free entry sabato 4 THE ZEN CIRCUS + CASA Lynx club – via Quadri 75, ore 22 Serata musicale indie rock Riservato soci Arci sabato 4 ALCSTONES + OBSCURE STEEL Frenetica Rock Cafe - via Dante 91 (San Valentino di Brendola), ore 22 Rassegna “Rock No Limits” – concerto rock + concerto metal Free entry sabato 4 ENJOINT + 3 ABBONDANTE Yourban Music Lab – via 51° Stormo 3 (Thiene), ore 22 Concerto ska reggae + concerto ska punk rock Riservato soci Arci domenica 5 MUSICA BALCANICA Panic Jazz Club – piazza degli Scacchi (Marostica), ore 20 Concerto folk con Mirco Maistro, Lorenzino Pignattari e Mamo Marcante Free entry venerdì 10 BACK TO BLACK Bar Sartea - Corso SS. Felice e Fortunato 362, ore 21 Dj set music & vision Free entry venerdì 10 MASTICO Movida Music Cafè – via Aldo Moro 304, ore 22 Concerto rock italiano Free entry venerdì 10 ELISEUM + O.P.P.O.I.S.E.R. Frenetica Rock Cafe - via Dante 91 (San Valentino di Brendola), ore 22 Rassegna “Rock No Limits” – concerto gothic metal + concerto hard rock Free entry movida 119 del4 ottobre 2008 numero 23 pag ViPiùbollicine Una finestra sul cortile E si scopre il mondo Popcorn Malato di cuore, un ballerino riscopre la vita spiando i vicini dalle finestre di casa. Un film che sembra non parlare di nulla e invece racconta tutto di Giuliano Corà | Romain Duris e Juliette Binoche, protagonisti del film di Klapisch P ierre è un ballerino, ma una notizia lo spezza: il suo cuore è malato, urge un trapianto, e le probabilità di successo sono basse. Pierre si chiude in casa, perché nulla più lo interessa. Solo lo affascina guardare dalla finestra, spiare le vite degli altri, immaginarne le esistenze, sognarne i sogni. Poco a poco Klapisch tesse attorno all’appartamento di Pierre una trama di esistenze che alla sua sono legate in modo assolutamente particolare. Se narrativamente il legame è casuale e non strutturale, esso è soprattutto ‘esistenziale’. La vita di Pierre è importante perché forse sta per finire, ma soprattutto perché è la vita di un essere umano, e così lo sono le vite di questa galassia di umanità, importanti perché ognuna ha i suoi sogni e i suoi dolori, ma soprattutto perché esistono e fanno parte di un intreccio complesso che si chiama mondo. Pian piano comprendiamo come Pierre non sia solo. Lo scopre anche lui, dai messaggi muti che giungono da sguardi e fortuiti incontri, e ciò dà un senso alla sua vita, quale che ne possa essere la conclusione. Quando ringrazia la sorella prima di partire per l’ospedale, non è per l’assistenza che gli ha dato, ma per averlo tolto dalla solitudine e restituito alla comunità delle esistenze. E il suo dolcissimo sorriso, mentre attraversa una Parigi caotica e ‘arrabbiata’, ma viva, è l’estasi felice di chi finalmente si sente parte dell’univer- so, e ride, ‘illuminato’ da questa scoperta. Meraviglie del cinema francese, questi film, che sembrano non parlare di nulla e invece raccontano tutto. Accanto a Pierre (un bravo Romain Duris, attoreicona di Klapisch), una bravissima Juliette Binoche, scarmigliata e coi segni dei suoi “quarant’anni” sul volto, e dunque viva, e un cast tutto di delicata e speciale umanità. Brilla tra tutti Fabrice Luchini, apparentemente ormai ‘specializzato’ in parti di uomini in crisi, da disegnare in sottotoni e vibrazioni di cui è maestro (vedi Confessioni troppo intime, Patrice Leconte, Francia, 2003). Selezione di oltre cento birre italiane, tedesche e belghe Aperto tutte le sere dalle 18,00 alle 2,00 Chiuso il martedì THE DRUNKEN DUCK via degli Eroi 77, Quinto Vicentino (Vi) Tel 328 1019771 Paris, Cédric Klapisch, Francia, 2008 Gianni Mura, Pantani, il Tour Il fascino della fiamma rossa Sul comodina Tra paesaggi da fiaba, grandi vini e personaggi curiosi, tutti gli articoli scritti sulla Grande Boucle dall’inviato della Gazzetta e di Repubblica di Giovanni Magalotti I n Italia oggi esistono alcuni giornalisti sportivi la cui “vocazione letteraria” è piuttosto evidente: la loro scrittura non è del tutto prigioniera delle esigenze della cronaca che pure offre loro una misura espressiva inevitabile. Due di questi giornalisti lavorano per il quotidiano “Repubblica” e sono Gianni Clerici, che si occupa di tennis ed è autore anche di un paio di romanzi, e Gianni Mura che scrive di calcio e di ciclismo e ha pubblicato un paio d’anni fa un giallo ambientato nel Tour de France. “La fiamma rossa. Storie e strade dei miei Tour” raccoglie i pezzi scritti da Mura come inviato al Tour de France per la “Gazzetta dello sport” dal 1967 al 1972, e poi per “Repubblica” dal 1991 a oggi. La fiamma rossa del titolo è la bandierina che al Tour segnala l’inizio dell’ultimo chilometro di ogni tappa. Il giornalista restituisce con curiosità e passione i dettagli della corsa e si sofferma con piacere anche sui paesi attraversati, sui piccoli personaggi che li abitano, sui piatti e sui vini locali. Ma spesso è proprio nel racconto dell’ultimo slancio, quello innescato dalla “fiamma rossa”, che la sua prosa si anima di un lirismo ben temperato. Come dimostrano queste righe in cui si racconta il trionfale arrivo di Marco Pantani a Parigi il 1° agosto 1998 (Mura chiama Pantani “il Fossile”, perchè “ha una forza che viene da molto lontano e non appartiene a questo ciclismo in cui tutto è studiato, programmato, quasi previsto”): “È la vittoria del coraggio. Sui Campi Elisi, e chi se ne frega se tante persone importanti sono altrove, il Fossile sarà un fiore giallo, una luce forte, una promessa mantenuta. Sarà anche, come lungo le strade Vicenza e Viale Trieste 431 Tel. 0444-303330 [email protected] di questo Tour devastato e immenso, un cuore in bicicletta. Una stella-cuore, di quelle che è bello seguire per vedere dove vanno, fin dove andranno a finire”. Pantani, purtroppo, non finirà bene. E vale anche la pena di ricordare, allora, le righe con cui si conclude il ricordo del ciclista romagnolo firmato da Mura il 14 febbraio 2004: “Gli sia lieve la terra, al fondo di questa lunga discesa. Diventerà un mito probabilmente. Come quelli che muoiono troppo presto, come quelli che non si sa perché muoiono. Avrei preferito vederlo invecchiare, e bere un bicchiere di Sangiovese con lui, da qualche parte sulle sue colline”. Gianni Mura La fiamma rossa. Storie e strade dei miei Tour a cura di Simone Barillari, minimum fax, 464 pp., € 17,50 OVOSODO contrà Pescherie Vecchie 16, Vicenza SCUOLA D’ARTE E MESTIERI DI VICENZA formazione dal 1858 Via Rossini, 60 Vicenza Tel 0444/960500 Fax 0444/963392 [email protected] www.scuolartemestieri.org Se hai meno di 18 anni la Scuola d’Arte e Mestieri di Vicenza prepara il tuo futuro La Scuola d’Arte e Mestieri di Vicenza propone un corso di studi triennale, “Operatore dei processi orafi” per il settore moda, totalmente gratuito, (compresi i testi scolastici), rivolto ad allievi, in uscita dalla terza media, maggiormente propensi a percorsi formativi brevi e professionalizzanti. Il percorso formativo offre una preparazione pratica completata da lezioni teoriche, garantendo quindi l’assolvimento dell’obbligo formativo. Dal secondo anno gli allievi hanno la possibilità di fare esperienza di stage aziendale per conoscere da vicino il mondo del lavoro e soprattutto il settore orafo. Una grande occasione per tutti i giovani che, in una situazione protetta, possono avvicinarsi gradualmente ad un mestiere avvincente e ricco di opportunità per il loro futuro. La Scuola dispone di ulteriori servizi: il centro “Internos” con personale qualificato per aiutare gli allievi in difficoltà con l’apprendimento didattico o problematiche relazionali, il “Centro Sviluppo pedagogico e del lavoro” per seguire individualmente gli studenti nella fase di stage e di contatto con le aziende, consultazione gratuita della biblioteca rifornita di numerosi e prestigiosi volumi, aula di informatica con postazioni individuali per le lezioni al computer, aula creatività per seminari inerenti all’arte. Le lezioni pratiche si svolgeranno in locali ampiamente attrezzati quali: il laboratorio di gemmologia, i laboratori di oreficeria, incisione, incastonatura, modellazione in cera, smalti, per apprendere al meglio e nelle condizioni più idonee le principali tecniche orafe. Gli allievi più meritevoli avranno nel corso dell’anno scolastico il vantaggio di partecipare a concorsi riservati a scuole artistiche e prender parte a mostre itineranti in tutta Europa insieme ad altri studenti di scuole orafe appartenenti al Parlement Lyceen Europeen. Nella programmazione formativa sono previste: visite didattiche, seminari di approfondimento e uscite in occasione delle Fiere di Oreficeria, promosse dall’Ente Fiera di Vicenza durante l’anno. La Scuola è disponibile per visite alla struttura e informazioni tutti i giorni da lunedì a giovedì (mattino e pomeriggio) e nella mattinata di venerdì, oppure potete collegarvi al nostro sito www.scuolartemestieri.org, costantemente aggiornato. Le iscrizioni sono ancora aperte fino ad esaurimento posti. sport 119 del4 ottobre 2008 numero 25 pag ViPiù sport L’onda lunga di Pechino di Francesco Cavallaro A l Circolo della Spada di Vicenza si sono già iscritti 80 bambini: 40 in più di un anno fa, + 100%. Numeri da capogiro, davvero. E non è solo perché il primo mese, ottobre, è gratuito. A Vicenza c’è tanta voglia di far provare ai propri figli uno sport che non sia sempre e solo calcio. Gian Giacomo Sani, presidente del Circolo della Spada, si frega le mani. E ne ha ben donde. “Succede spesso dopo le Olimpiadi – precisa il dirigente -; tuttavia un numero del genere non ce lo aspettavamo nemmeno noi. Si vede che ha avuto effetto anche la campagna pubblicitaria che abbiamo organizzato nei mesi scorsi. Abbiamo tappezzato la città di cartelloni e inserito gli annunci su alcune testate della provincia; educa molto. Occorre anche tiraoltre, naturalmente, agli inviti prere fuori tutto il carattere, chiaro. senti sul nostro sito ufficiale. Le riPerò il punto di partenza è uno stisposte sono arrivate. E pure tante. le di vita leale; inseOra non ci resta che gnamenti che vanno lavorare con i nostri bene pure fuori dal piccoli allievi”. Che palazzetto, soprattutsignifica insegnare le per i più piccoli”. tecniche di attacco C’è tanta voglia to Chiediamo a Sani se e di difesa. Ma non il Circolo della Spasolo, come sottoli- di far provare da di Vicenza è annea lo stesso presi- ai propri figli cora una fucina di dente: “La scherma uno sport campioni. La rispoè uno sport difficile, sta? Scontata. “Certo chi lo pratica deve che non sia che sì - commenta fare i conti con sé il solito calcio il presidente -; in stesso e basta. Non questo momento sta c’è una squadra che facendo bene Marco ti supporta. E poi Lain, 13 anni, che ha vinto per il serve una gran dose di rispetto, secondo anno consecutivo il titolo prima di tutto per l’avversario. In italiano nella specialità del fioretquesto senso è una disciplina che Boom di iscrizioni per il Circolo della Spada: merito delle Olimpiadi, ma anche di uno sport affascinante ed “educativo”. Il presidente Gian Giacomo Sani: “Serve carattere, rispetto, e uno stile di vita leale” to. Così come i coetanei Claudia Ferrari, prima nel ranking nazionale e Gianluca Martini, anche lui ai primi posti della classifica. Per quanto riguarda la spada Chiara Genovese e Lisa Centofante si sono qualificate per i prossimi campionati nazionali. Le soddisfazioni non mancano proprio”. Sempre in tema di risultati, lo stesso Circolo della Spada vicentino è secondo in Veneto, dietro solo alla più blasonata Padova Scherma. “E poi siamo una delle poche società sportive vicentina a gestire un impianto in proprio – precisa con un pizzico d’orgoglio Sani -; all’epoca il Coni ha lasciato al Comune il palazzetto di via Riello. Lo stesso municipio a sua volta lo ha ceduto alla nostra società. Anche questo è federale Giorgio Scarso in occaun motivo d’orgoglio. Con i tempi sione della festa della scherma che che corrono disporre di un imsi è tenuta a Verona; era più che pianto tutto nostro è oro colato”. soddisfatto della spePresidente, e le ultidizione azzurra”. Ci me Olimpiadi? “Sono sta un’ultima battuta andate benissimo – su Valentina Vezzali risponde -; non solo che nei giorni scorper l’effetto boom che Chi pratica si ha detto testualhanno portato al nomente al presidente stro Circolo. La squa- scherma del Consiglio Silvio dra azzurra ha con- deve Berlusconi: “Da lei quistato dei successi fare i conti mi farei toccare” duimportantissimi con rante il programma il veneto Matteo Ta- con se stesso “Porta a porta”. gliariol, primo atleta e basta Sani è perentorio: italiano ad aver con“Che stupidaggine, quistato la medaglia se la poteva anche d’oro a Pechino, e risparmiare un’uscita del genel’intramontabile Valentina Vezzali. re”. Per la serie: anche i campioLo scorso 25 settembre ho parlato ni ogni tanto sbagliano l’attacco. personalmente con il presidente sport 119 del4 ottobre 2008 numero Pallavolo rosa ai nastri di partenza Volley di Paolo Mutterle È l’ultimo weekend di riposo per le pallavoliste di A1, biancorosse e non solo. Sabato 11 ottobre prende il via il 64° Campionato di Serie A Femminile, che da qui al 26 dicembre proporrà le prime 12 giornate del girone di andata senza Sabato 11 ottobre parte il 64° Campionato di Serie A Femminile possibilità di tirare il fiato e con (alSi torna a 14 squadre, per un torneo mai così equilibrato meno) due partite di Coppa Italia infrasettimanali. Un vero tour de force per le atlete, una manna per gli appassionati di volley rosa, che 18.00 a fine marzo, in coincidenza mento già in corso tra le squadre di corpo non saranno sanzionate se per il secondo anno consecutivo con l’ora legale. Dovranno essere seconda fascia. Come dire che non non influiscono nell’azione di giopotranno gustarsi un paio di inconalmeno 6 le atlete italiane a referto ci saranno squadre materasso, e che co. Allo stesso modo l’invasione a tri alla settimana su Sky. Giovedì 9 delle quali almeno 3 su 7 (sestetto + dalla zona rossa ai play-off il passo rete sarà tollerata se non influirà col ottobre è in programma la presenlibero) sempre in campo. sarà breve. gioco (vale a dire senza vantaggio tazione ufficiale della nuova stagioper chi la compie o danno per l’avne, ancora una volta con la denoJoy Volley nelle scuole vicenIl regolamento. Le quattordici versario). Le invasioni minazione del main tine. Anche quest’anno la Minetti squadre partecipanti disputeranno saranno invece ritenusponsor Findomestic Vicenza torna nelle scuole cittadine. un girone unico all’italiana con parte influenti nell’azione Volley Cup, nel SaloAlcuni tecnici del gruppo Joy Volley tite di andata e ritorno. La regular se giocando la palla ne d’Onore del CONI affiancheranno gratuitamente i doseason avrà inizio nei giorno 11-12 viene toccata la parte a Roma, dove il presicenti degli istituti interessati duranottobre 2008 e si concluderà l’11 superiore della rete. dente di Lega PallavoAnche te le lezioni di educazione motoria. aprile 2009. Saranno otto come di Come si vede la nuova lo (il vicentino Mauro Le scuole coinvolte potranno così consueto le formazioni ad accedere regola, se pur chiara, Fabris, da poco ricon- quest’anno la avere istruttori specializzati per inai Play-Off Scudetto e due invece le introduce un ampio fermato) consegnerà Minetti torna tegrare l’offerta scolastica tradiziocompagini che dovranno scendere margine di discrezioi premi individuali a fare lezione nale. Il progetto è stato presentato di categoria, ovvero le ultime della nalità. Se ne vedranno alle giocatrici protanelle scuole nei giorni scorsi dagli assessorati graduatoria al termine della regular delle belle. goniste della passata allo sport, all’istruzione e del decenseason. L’unica sospensione è previL’altra grande novità, stagione. tramento del Comune di Vicenza e sta l’8 febbraio 2009 per la disputa annunciata da tempo ha lo scopo di sostenere l’attività ludella Final Eight di Coppa Italia. e i cui effetti si sono visti nello scorLe novità. La principale novità a dico-motoria nella scuola primaria. Alla domenica e in giorno festivo le so campionato, è il passaggio da 12 livello regolamentare riguarda la Tra le otto discipline per ora inserite partite avranno inizio alle ore 17.30, a 14 squadre. Si tratta di un ritorno modifica delle norme che regolano il c’è anche la pallavolo con il coinvolsalvo esigenze televisive. L’orario (l’ultima volta era stata nella stafallo di invasione. Le invasioni sotto gimento di Minetti Vicenza e Volley delle partite alla domenica e in giorgione 1992/93) che probabilmente rete verranno ravvisate se effettuate San Paolo. no festivo viene posticipato alle ore darà un’ulteriore spinta al livellacol piede; con tutte le altre parti del | Zanuso srl | Via Palazzetto 1, Creazzo (VI) | Tel 0444.349283 | Fax 0444.349193 | www.zanuso.com 26 pag Diavoli sui pattini artistici Hockey in line S ono riprese nel mese di settembre le attività anche della sezione pattinaggio artistico dell’H.C. Diavoli Vicenza al Pattinodromo comunale di Viale Ferrarin. Dal lunedì al venerdì dalle 17 alle 19, hanno ripreso i corsi di pattinaggio artistico suddivisi in vari livelli a seconda dell’età e della preparazione sui pattini che coinvolgono una cinquantina di atlete dai tre ai vent’anni. A partire dalle più piccole e i più piccoli, con il gruppo pulcini che si rivolge ai bambini e alle bambine della scuola materna, dai tre ai sei anni, al gruppo primi “passi” che comprende le nuove iscritte che hanno già compiuto i sei anni, al gruppo preagonistico, con atleti dai sei anni in su, al gruppo agonistico con atlete dai sei ai dodici anni, fino al gruppo di pattinaggio spettacolo composto dalle atlete più grandi, con un età compresa fra gli undici e i vent’anni. La parte tecnica, come lo scorso anno, è curata da Giovanni Rigo e da Federica Savio, atleti di grande levatura. Per informazioni ci si può rivolgere al Pattinodromo durante gli orari dei corso. Per i Diavoli dell’hockey in line invece la nuova stagione si apre con due appuntamenti amichevoli: torneo a Trieste domenica 5 ottobre e incontro/allenamento a Vicenza contro il Montebelluna venerdì 10 ottobre, e poi con il primo appuntamento ufficiale con i quarti di finale di Coppa Italia domenica 12 ottobre alle ore 18.00 al pattinodromo di Viale Ferrarin contro una delle big del campionato Milano 24. S. N. sport 119 del4 ottobre 2008 numero 27 pag Oro di casa nostra Atletica Vicentina di Luca Cracco P rovate ad immaginare una soA Cesenatico, gli “orange” del presidente Zovico cietà sportiva che scende in campo tra le “big” del campionapromossi nella massima finale nazionale to nazionale basandosi esclusiva“Un percorso di crescita che non ha conosciuto soste” mente su atleti provenienti dalla propria città. Un sogno? Niente affatto. Realtà pura, ma soprattutto attuale e vicina, in quanto si tratta dei nostri “orange”, i ragazzi dell’Atletica Vicentina. La squadra, composta soltanto da atleti di | La squadra dell’Av festeggia la vittoria Vicenza e provincia, si è aggiudile e internazionale. “All’inizio c’era ci competenti, capaci di preparare il saltatore Paolo Noaro, sponsor e cata la finale “Argento” di società sia i più giovani, perché con uno una sorta di atmosfera mistica nei atleti che in gara gettano anima e capitano della formazione. A quetenutasi a Cesenatico - competiziospirito del genere non si può non loro riguardi - Commentano Noacorpo oltre l’ostacolo. In poco temsti esaltanti momenti seguono la ne alla quale hanno preso parte le essere motivati”. Ed è con questo ro e Zordan. -. Durante il lancio del po si è giunti a un gruppo talmente premiazione e un’ora di festeggiaseconde dodici formazioni assoluspirito che la squadra di atletica peso, per esempio, volevamo tutti solido e competitivo da costituire menti comprendenti il giro d’onore te d’Italia - guadagnando così per della nostra città intende prosetifare per Dal Soglio e Mottin, ma una realtà sportiva invidiata in in pista e la rincorsa - un’autentica la prima volta l’accesso alla finale guire l’irresistibile cavalcata che ognuno era come bloccato da una tutta la nazione. “Un percorso di caccia - all’amato presidente Chri“Oro”. l’ha portata a figurare tra le misorta di timore reverenziale. Poi crescita che non ha conosciuto sostian Zovico, concluStadio Moretti, ore gliori d’Italia, perché, come rivela però gli stessi si sono dimostrati ste, portandoci in tre stagioni dalla sasi peraltro con il 17.18 di domenica 28 Zovico: “I presupposti per il futuro dei maestri, non solo in ambito tecquarta finale nazionale alla prima”, tuffo di quest’ultimo Settembre, lo speaker ci vedranno, a mio avviso, ancora nico, ma anche in quello umano”. spiega lo stesso Zovico. e del citato Noaro alannuncia la classifica in netta crescita perché margini di In queste condizioni gli “orange” I presupposti per centrare un buon l’interno della riviera definitiva che premia In casa Atletica miglioramento ne abbiamo ancora hanno disputato un’eccellente fase risultato anche nelle qualificazioni delle siepi. la società berica. Nel molti”. Vicentina regionale e nella finaalle nazionali 2008 erano presenti In casa Atletica Vicampo di atletica e sule nazionale “Argennel Dna del team. Complice, però, centina si è scritta gli spalti, tra i ragazzi si è scritta to” hanno dominato una rivoluzione della federazione una pagina memorain casacca arancione una pagina dalla prima all’ultima nazionale che ha lasciato fuori dal bile di storia, frutto eplode l’euforia. La memorabile gara. “Siamo entrati campionato le squadre militari, del grande impegno staffetta 4x400 femdi storia in campo con la consala formazione targata Noaro si è mostrato dall’inminile, ultima gara pevolezza della grande trovata a poter disporre anche detera società negli in programma, fatisquadra e con lo spirigli atleti azzurri Matteo Galvan e ultimi anni. Sin dal ca a trovare il silento del grande gruppo”, Sergio Mottin, e degli olimpionici momento dell’entrata in carica, il zio necessario allo start, in quanto spiega il presidente. Diego Fortuna e Paolo Dal Soglio. presidente Zovico si è prodigato è la gioia e l’esultare dei vicentini E Noaro e Zordan agAlla grinta e al cuore dei ragazzi per risollevare l’immagine e proad imporsi. “Ho ferma in testa giungono: “Eravamo dell’Atletica Vicentina si è aggiunta muovere lo spirito della squadra, l’immagine del nostro fondista tutti in forma, sia noi la capacità e l’esperienza di vere e valorizzando il vivaio di casa. NelAndrea Zordan che mi stringe le della vecchia guardia | Al centro, Cristian Zovico proprie icone dell’atletica nazional’opera, è stato affiancato da tecnibraccia e urla dalla gioia”, racconta Se 6 Goloso di Musica e Notizie CI PUOI ASCOLTARE 13 notiziari locali e 16 notiziari nazionali al giorno tutto quello che succede a vicenza e provincia tutte le partite del vicenza calcio in diretta 100.300 Vicenza, Bassano, Rosà, Marostica..... 105.600 Schio 104.700 Vallata dell’Astico 99.800 Altopiano di Asiago 107.750 Vallata dell’Agno salute redazionale in collaborazione con CMSR 119 del4 ottobre 2008 numero 28 pag Tumore al seno, l’importanza della diagnosi precoce D a alcuni anni le aziende sanitarie si sono attivate per offrire alla popolazione l’opportunità di sottoporsi ad indagini preventive volte alla diagnosi precoce di patologie tumorali. Il cancro della mammella è il tumore più frequente fra le donne: ogni anno in Italia si registrano circa 32000 nuovi casi con oltre 12000 decessi. Da qui l’importanza di riconoscere la malattia prima della comparsa di sintomi evidenti. Diagnosi precoce: questo è l’obbiettivo cui bisogna tendere in quanto, se precocemente scoperto, il tumore del seno può essere guarito fino nel 90% dei casi, senza mutilazioni, talora con l’asportazione del solo nodulo. Come giungere a questa diagnosi precoce? Il punto di partenza è l’autopalpazione finalizzata alla conoscenza del proprio seno per poter segnalare tempestivamente al proprio medico cambiamenti morfologici significativi o sintomi diversi dai fisiologici fastidi legati alle fase del ciclo mestruale. Tuttavia la semplice visita medica seppure effettuata presso un sanitario competente e scrupoloso non basta. Quello che permette di diagnosticare un’eventuale tumore in fase precoce e di curarlo con successo è il sottoporsi alla mammografia. Si tratta di un esame semplice: una radiografia del seno effettuata con un mammografo, un’apparecchiatura costruita appositamente per l’indagine della mammella che utilizza raggi x a basso dosaggio. Da qualche anno sono entrati in uso i mammografi digitali che Mammografia, ecografia e visite cliniche sono gli strumenti per individuare subito la malattia In base all’età, ecco quali sono gli esami più appropriati permettono di ottenere immagini di qualità elevata con riduzione della dosa radiante di circa un terzo. In ogni caso il rischi di eventuali danni da radiazione è bassissimo mentre molto alti e realmente valutabili sono i vantaggi di una diagnosi tempestiva. L’esame si effettua comprimendo il seno per migliorare la qualità dell’immagine e ridurre la dose di radiazioni somministrate. La compressione non danneggia la mammella, al massimo può arrecare un fastidio transitorio a donne particolarmente sensibili. Un ulteriore ausilio alla diagnostica viene dall’ecografia mammaria che integra la mammografia e non la sostituisce, permettendo per lo più di caratterizzare noduli evidenti in mammografia (cisti, noduli benigni). Una valutazione clinica e strumentale (mammografia + ecografia) effettuata con regolarità non dà l’immunità dal tumore ma permette di scoprirlo quando è ancora di piccole dimensioni, non rilevabile ad una semplice vi- sita. In questi casi la terapia potrà portare alla guarigione un’elevata percentuale di pazienti. Per allargare al massimo il numero di pazienti esaminati, le Ulss da alcuni anni si sono attivate con programmi di screening mammografico. Essi sono rivolti donne di età comprese tra i 50 e i 69 anni, la fascia di età di maggior rischio, hanno la finalità di fare la selezione di donne “probabilmente affette da tumore” e di raggiungere anche quelle che non si sono mai sottoposte ad indagini mammografiche. L’esame viene effettuato ogni 2 anni su chiamata ed è gratuito. La mammografia è eseguita dal tecnico sanitario di radiologia medica, mentre la lettura del radiogramma da parte del radiologo avviene in un secondo momento. In caso di risultato negativo è inviato alla paziente un referto standardizzato, altrimenti si procede ad un approfondimento delle indagini. Con questi programmi di screening non sono esaminate le pazienti della fascia di età compresa tra i 35 ed i 50 anni in cui purtrop- po le neoplasie non sono da escludere pur avendo una frequenza inferiore; per una diagnosi attendibile necessitano di tutte e tre le metodiche (visita, mammografia, ecografia) e non della sola mammografia. Al di sopra dei 70 anni il tumore al seno ha la massima frequenza, ma è meno aggressivo ed in genere il suo decorso è più lento. Per completezza si segnala che la mammografia non è indicata in caso di processi infiammatori e di traumi e che in gravidanza e durante l’allattamento le indagini preventive vanno sospese. Paolo Benvenuti Medico Radiologo Senologo del CMSR Percorsi diagnostici in donne asintomatiche Sotto i 40 anni: nessun controllo preventivo, valutazione clinica, eventuale ecografia Sopra i 40 anni: mammografia ogni 12-18 mesi, non oltre i 24 mesi;consigliata l’integrazione clinica ed ecografia Percorsi diagnostici per pazienti a rischio (Familiare di 1° grado affetto da tumore mammario) Sotto i 35 anni (e a partire dai 25 – 30 anni): Sopra i 35 anni: valutazione clinica ed ecografia mammografia, valutazione clinica ed ecografia ogni 12 mesi Vicenza – Altavilla Vicentina Centralino 0444 225111 – Prenotazioni 0444 341213 SANIMEDICA Segreteria 0444 341385 FISIOMED Segreteria 0444 326191 Segreteria 0444 322210 www.cmsr.it C.M.S.R. VENETO MEDICA Serie A1 della e l’azzurro della Nazionale con la il sogno diventa realtà MINI VOLLEY UNDER 12 UNDER 13 UNDER 14 Gli allenatori e gli istruttori del famoso vivaio del Joy Volley Vicenza vi invitano ai corsi di volley e minivolley riservati a ragazze e ragazzi nati tra il 1995 e il 2002 Inizio corsi: settembre 2008 Per informazioni contattare Diego Gorlin 348 7688874 o Dario Tagliabue 349 8193707 [email protected] Monica De Gennaro: la passione in Nazionale Sono tante le biancorosse di Vicenza che sono state lanciate in A1 con la Minetti Vicenza e molte di loro hanno realizzato anche il loro sogno azzurro. Tra queste Paola Paggi, Isabella Zilio, Valentina Fiorin e, ultime, ma non le ultime, Monica De Gennaro e Stefania Dall'Igna. Il club biancorosso da sempre investe nel vivaio, dalle squadre giovanili della Joy VolleySchool fino alla Novello di B femminile, alla Mosele Elettronica di C maschile e alla Minetti di A1 femminile. www.joyvolleyvicenza.it • [email protected] PalaRewatt tel 0444 925537 • fax 0444 937675 Corso Padova tel 0444 922766 • fax 0444 926780 F I PAV U18 Ottica Padrin Vicenza: le principesse della pallavolo CAMPIONI D’ITALIA UNDER 18 2007-08 Mini Joy Volley Vicenza, la pallavolo dei professionisti è un gioco dalla parte del torto 119 del4 ottobre 2008 numero 30 pag Democrazia deficiente Paolo Costa, commissario governativo per il Dal Molin, si fa portavoce di una strana teoria: l’«efficienza democratica» Un controsenso che fa gioco agli interessi economici. E in cui la gente non conta niente di Alessio Mannino U na volta Massimo D’Alema, intendendola come auspicio per l’Italia, coniò l’espressione “Paese normale”. Paolo Costa, il commissario prodian-berlusconiano del Dal Molin, in una lettera al Gazzettino del 21 settembre scorso ci ha spiegato finalmente che cosa diavolo significhi. Ovvero, una sorta di tecnocrazia dove le decisioni calano dall’alto, la gente è un ingranaggio del sistema e tutti eseguono con entusiasmo i diktat del Mercato. Chiaramente, ammantando il tutto con l’etichetta di democrazia. “Efficiente”, però. Chiamalo, se vuoi, Mercato Prendendo spunto dalla base americana di Vicenza, l’europarlamentare Pd scrive: “L’ampliamento della base Usa di Vicenza si caratterizza solo da due punti di vista: l’indiscutibilità della competenza esclusiva nazionale, che la nostra Costituzione, «federalista a metà del guado», non garantisce sempre negli altri casi, e la tracimazione internazionale degli effetti negativi della inefficienza della nostra democrazia”. Angosciante linguaggio da burocrate a parte, fa accapponare la pelle il concetto di democrazia inefficiente, che di seguito Costa riassume così: “il popolo Impregilo, Astaldi, il gruppo Fiat, il derubato del suo diritto/dovere di gruppo Benetton, Fintecna, Pizzarotti, decidere per l’incapacità delle istituzile Coop. Al Paese servono molto meno. oni deputate a prendere le decisioni Perché non rispondono a esigenze redi competenza in modi trasparenti e ali (meno costi, meno traffico, meno tempi certi”. Tali decisioni, spiega il inquinamento, meno cementificaziteorico efficientista, sarebbero ad esone, meno sprechi), ma solo al mecempio, oltre alla basi militari Usa, l’alta canismo perverso che fa costruire e velocità ferroviaria, i rigassificatori, lo produrre sempre di più per continuare snodo autostradale di Mestre e, ima sostenere la voracità di un’economia maginiamo, discariche e inceneritori, privata sempre più indebitata e perciò trafori, dighe, ponti sullo Stretto e via bisognosa del foraggiamento di Stato. devastando. Insomma, le grandi industrie, per soPer Costa, cioè, un sistema “democratipravvivere e lucrare, succhiano soldi ai co” si misura sulla velocità e la capacità cittadini, a tutti noi, usando la politica aziendalista di realizzare quelle Grandi come fonte di profitti (Alitalia docet). Opere spacciate per indispensabili, Altro che concorrenza e libero merquando altro non sono che un pozzo cato: tutte fandonie. senza fondo di denaro pubblico regaCom’è facile capire, la democrazia lato alle imprese costruttrici. Di qui il con tutto questo non c’entra niente. loro essere eterne incompiute. L’ex Viene svilita a pretesto, ministro dei lavori puba parolina magica per blici di Prodi, invece, incantare i polli. Una è un campione della democrazia dovrebbe vulgata dominante secessere efficiente in base ondo cui questi progetti Il referendum a quale principio? A infiniti non vedono mai era l’unico vantaggio di chi? Con la luce a causa del “localstrumento quali criteri? Secondo ismo”. Se la democrazia Costa, solo ed esclusinon funziona, è colpa per non vamente per spianare delle comunità locali essere muti e la strada al drenaggio di che si oppongono alla bastonati finanziamenti statali a distruzione sistematica favore dei privati. Per del proprio territorio. soprammercato, il Ma è la democrazia, solerte commissario confonde le acque a non funzionare, o non è per caso e arriva a sostenere l’insostenibile: i qualcos’altro? cittadini sarebbero privati del diritto a “prendere” le decisioni. Ma quando Popolo (non) sovrano mai le opere di cui parliamo sono state Questo qualcos’altro ha un nome: assoggettate all’approvazione popoMercato. Le infrastrutture di cui Costa lare? Dice: ma è col voto che si dà il via si fa portabandiera servono, in realtà, libera alla politica di metterle in canad alimentare gli affari di chi se le tiere. Salvo poi regolarmente assistere appalta. Che sono sempre gli stessi: | Il commissario Paolo Costa alla ribellione delle popolazioni locali contro lo scempio del proprio diritto alla vivibilità. E’ qui che il sistema “democratico” fa cilecca: non rappresenta più alcunché, ma solo se stesso e i suoi profittatori con l’aureola di lungimiranti uomini d’impresa. Italietta a 90 gradi Costa, non pago, ci fa dono di un’ultima chicca. Tradire le ripetute assicurazioni date dai “massimi livelli decisionali” italiani agli Usa riguardo alla Ederle 2 danneggerebbe “la credibilità internazionale dell’Italia”, sotto “esame speciale” a tal punto che “ogni segnale negativo - il mancato rispetto della parola data - esige almeno 20 segnali contrari per essere cancellato”. Capito? Se un’opera così cara all’alleato (e alle ditte di costruzioni) non dovesse essere fatta, noi italiani, fedifraghi e meschini, dovremmo escogitare ogni possibile modo per essere ancora ricevuti a Washington e non essere trattati da leccapiedi più di quanto già non siamo. Una vera professione di obbedienza canina al padrone. E questo sarebbe un parlamentare europeo del Partito Democratico, la nostra cosiddetta “sinistra”. Ci tiriamo su citando quanto detto da teste ben altrimenti lucide e pensanti: il generale Fabio Mini e l’ambasciatore Sergio Romano. Il primo, venuto a Vicenza a spiegare i risvolti militari e geopolitici del raddoppio della base, ha evidenziato come l’Italietta sempre in ginocchio da Zio Sam, fra i più importanti alleati degli Stati Uniti quanto a missioni militari d’appoggio alle loro guerre, un no possa anche dirlo. Romano, in una risposta di due settimane fa a un lettore del Corriere della Sera, ricorda che le basi e installazioni delle forze Usa nella penisola sono legate a un quadro internazionale superato, quello della Guerra Fredda. Oggi, insediamenti così massicci non hanno più ragion d’essere, se non nell’ottica scriteriata di avallare i piani planetari del Pentagono senza considerare, neppure per un istante, il nostro interesse, nazionale ed europeo. A farlo presente al prossimo presidente statunitense non sarà più neppure un “sondaggio a scopo esplorativo” quale doveva essere, se il Consiglio di Stato non l’avesse bocciato, lo pseudo-referendum di Variati. Una consultazione-parodia, in quanto assolutamente inutile ai fini pratici di far cambiare idea al PdL di Berlusconi e al Pd di Veltroni (e di Costa e, grande dilemma etico, dello stesso Variati). Ma anche l’unico, misero strumento che ai vicentini rimaneva per far sapere se vogliono essere “efficienti” o “deficienti” rispetto alla grottesca democrazia che ha in mente Costa. Meglio deficienti, che muti e bastonati. botta&risposta 119 del4 ottobre 2008 numero Attilio nome e cognome Attilio Pavin eta 62 luogo di nascita Grumolo delle Abbadesse titolo di studio Media inferiore professione Fotografo professionista insignito del Qualified European Photographer a Bruxelles nel 2001, tiene corsi per fotografi professionisti in Italia, Parigi e Canada. A Vicenza tiene periodici corsi per quanti si vogliono accostare alla fotografia. Tiene mostre di fotografia in tutta Italia. Sue opere si trovano al museo della fotografia Niece a Chalon sur Seine e al museo della fotografia di Bergamo. L’opera completa “Il muro di Berlino” è stata acquisita dal Centro Studi Archivio e Comunicazione entrando a far parte della collezione dell’Archivio Nazionale segni particolari Barba e capelli lunghi Pavin Il tratto principale del mio carattere La capacità di costruire i rapporti umani e quindi saper comunicare con gli altri. La qualità che preferisco in un uomo L’onesta e la sincerità. La qualità che preferisco in una donna L’onestà e la sincerità. Quel che apprezzo di più nei miei amici La profondità dei rapporti e l’aiuto reciproco. Il mio principale difetto Mi agito troppo. I miei pittori preferiti Tutte le avanguardie storiche: Mondrian, Kandinsky, Schiel, ecc I miei film preferiti Amo il cinema di Hitchcock, Dreyer, Chaplin e Kurosawa. Quel che detesto più di tutto La falsità. Il personaggio storico più ammirato Annibale. Il mio sogno di felicità Vivere in un mondo migliore. Stato attuale del mio animo Incazzato. Quale sarebbe, per me, la più grande disgrazia Perdere la capacità di fare il mio lavoro. Il mio prossimo impegno nella vita Poter dare ancora molto alla fotografia. Quel che vorrei essere Non mi sono mai posto questa domanda mi va bene essere quello che sono. Il mio credo politico o ideale La democrazia assoluta. Il piatto a cui non so rinunciare Formaggio grana. I miei libri della vita “Il giudice e il suo boia” di Durematt e qualche volta, per alleggerire, Ken Follet. I miei poeti preferiti Caproni e Alda Merini. I musicisti che mi piacciono di più Amo la musica in generale ma preferisco Mozart e Schubert. direzione artistica Monique Pepi ACCADEMIA VENETA PROFESSIONALE DI BALLETTO iscrizioni anno-accademico 2008/2009 Corso di formazione ad indirizzo professionale per giovani danzatori Il dono di natura che vorrei avere Saper dipingere. Come vorrei morire Vorrei morire sano. Il paese dove vorrei vivere Il paese di utopia. EUROPEAN THERSICORE e quello più disprezzato Hitler. La mia occupazione preferita La fotografia e l’arte in generale. Cosa mi piace e cosa non mi piace di Vicenza Mi piacciono le sue bellezze artistiche e non la cementificazione selvaggia. Cosa mi piace e cosa non mi piace dei vicentini Mi piace la capacità di discutere che questa città ha maturato negli ultimi due anni. Non mi piace il chiudersi nel proprio egoismo di una parte. Le colpe che mi ispirano maggiore indulgenza Peccati di gola. Il mio motto Impara l’arte e mettila da parte. 31 pag (età compresa tra i 16 e i 20 anni) Durata del corso 3 anni ammissione su audizione assegnazione di borse di studio e segnalazione di giovani danzatori per le produzioni della compagnia giovanile Scuola di Danza danza classica repertorio carattere contemporaneo neo - classico modern jazz EUROPEAN THERSICORE Company Junior EUROPEAN THERSICORE COMPANY Compagnia Stabile di Balletto di Vicenza audizioni per danzatori professionisti SEDE MILLENNIUM NONSOLODANZA A.S.D European Thersicore Company - Contrà Mure Porta Nova, 8 36100 VICENZA - Tel. 0444-524892 - Fax 0444-235075 [email protected] www.europeanthersicorecompany.it hanno detto Diciamo così: il sistema estero cerca buoni investimenti, il sistema italiano cerca buoni affari. Mi spiego: l’investimento si ha quando c’è un rischio molto importante e i ritorni sono legati a un medio-lungo periodo, l’affare è subito conveniente con pochi rischi. Matteo Arpe Il Sole 24 Ore 9 settembre 2008 Per due volte nel giro di otto giorni i giornalisti Gianluca De Feo e Emiliano Fittipaldi e la redazione de “L’Espresso” sono stati perquisiti su ordine della Procura di Napoli. (…) La Procura… persegue “L’Espresso” per le due inchieste di copertina… sul potere della camorra casalese e sulla devastazione ambientale della Campania. (…) Nei verbali ci sono accuse pesantissime contro due parlamentari, il sottosegretario all’Economia Nicola Cosentino e il leader campano del Pdl, Luigi Cesaro. (…) Per noi la cronaca non è un diritto ma un dovere. Perché in gioco c’è la libertà di stampa, che è l’essenza della democrazia. Daniela Hamaui L’Espresso 26 settembre 2008 BdP - Vicenzapiu.indd 1 Il silenzio delle autorità culturali della città sul caso Dal Molin è un fatto gravissimo. Mi riferisco al vescovo Nosiglia, ma anche al Cisa, agli ordini professionali e all’Accademia Olimpica, il cui presidente Fernando Bandini si è tirato subito indietro con la scusa di voler restare fuori da questioni politiche. Ma qui si tratta di politica nel senso di coscienza, non di partiti. Alberto Peruffo, editore Il Gazzettino 30 settembre 2008 3-10-2008 11:53:48 in questo numero La piovra nel Veneto: l’allarme dell’Osservatorio regionale sulla mafia [pag3] Aim e poteri forti, intervista ad Ubaldo Alifuoco [pag5] Centro storico: Giardini Salvi, la riapertura slitta a Natale [pag13] Amarcord di Santa Lucia: rossa, anarchica e godereccia [pag20] Centro Tecchio, un’isola felice [pag22] Effetto Olimpiadi sulla scherma: boom di iscrizioni[pag25]