Fatti, personaggi e vita vicentina

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Fatti, personaggi e vita vicentina
Aim,
nomine
rivoluzionarie
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4
Droga e
riciclaggio,
la mafia è qui
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3
Giovani autogestiti,
centro Tecchio
isola felice
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22
n° 119
4 ottobre 2008
euro 0,50
0 50
Fatti, personaggi e vita vicentina
Direttore responsabile Luca Matteazzi
Spedizione in A.P. - 45% art. 2 comma 20/b legge 662/96 Filiale di Verona
Roma
padrona
NEL 2008 DOPO CRISTO TUTTA L’ITALIA È OCCUPATA... TUTTA?
NO. UN VILLAGGIO DEL VENETO RESISTE ANCORA
I poveri ingenui
Ciàcole
L
e prime informazioni, imprecise e frammentarie, dicevano che il Consiglio di Stato aveva
dichiarato non ammissibile il referendum che il Sindaco di Vicenza aveva indetto per chiedere
ai suoi cittadini cosa pensassero
dell’eventualità di costruire sul
loro territorio una seconda base
americana, la più grande d’Europa (un eventualità divenuta da
tempo certezza, tra l’altro, il che
dunque rendeva il referendum, da
un ‘certo’ punto di vista, manifestamente assurdo). Ma le ultime
notizie hanno meglio precisato
i termini della faccenda. Cinzia
Bottene verrà dunque deportata a Ventotene: “In fondo sarà
come andasse in vacanza”, pare
abbia commentato il Presidente del Consiglio. Il tendone del
Presidio No Dal Molin verrà nei
prossimi giorni abbattuto durante un’esercitazione che i Tornado
italiani faranno prima di partire
per andare a bombardare quegli
straccioni fetenti di afgani: così,
tanto per aggiustare il tiro. Per i
componenti del Presidio stesso,
invece, verrà requisito lo Stadio
Menti, dove i pericolosi sovversi-
vi verranno vigilati dalle Guardie
Padane, le quali recentemente
hanno sostituito il loro motto
fondativo “Paroni a casa nostra”
col più aggiornato e pragmatico
“Che ‘i fassa quel casso che ‘i vole,
basta che ghe sia da magnar anca
par noialtri”. Da cittadini – cioè
da fessi istituzionalizzati – avevamo sempre pensato che il livello
minimo (e forse anche massimo)
della libertà consistesse nel diritto di poter sempre e comunque
esprimere la propria opinione
sulla cosa pubblica. Evidentemente ci eravamo sbagliati.
editoriali
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numero
Dal tramonto all’alba
È
successo di tutto in questa
settimana. L’Aim ha, finalmente, un nuovo consiglio di amministrazione; un cda slegato dai
partiti e composto da persone che,
almeno a guardare i curricula,
hanno tutte le carte in regola per
guidare un’azienda come quella
di San Biagio. La Camera di Commercio ha, finalmente, un nuovo presidente. E anche in questo
caso la scelta è caduta su un nome
di tutto rispetto come quello di
Vittorio Mincato. Ma la cosa forse
più interessante è che Vicenza ha
rischiato di trovarsi con un nuovo
sindaco; o, meglio, con un sindaco
rinnovato. La sentenza del Consiglio di Stato che mercoledì ha
sospeso la consultazione prevista
per domenica 5, ha infatti riconsegnato ad un piazza dei Signori
affollata come non si vedeva da
anni un Variati agguerrito e quasi
barricadero. Ma la cosa è durata
poco, a quanto pare.
La scommessa
Sulla carta del referendum Variati
si giocava molto, in tutti i sensi.
Come ha scritto Ilvo Diamanti su Repubblica, “il referendum
avrebbe offerto all’amministrazione comunale e, in primo luogo,
al sindaco Variati uno strumento
per governare il malessere e le
tensioni sociali. Perché, qualsiasi
ne fosse stato l’esito, avrebbe ottenuto una delega a negoziare”.
Probabilmente era proprio questo
l’obiettivo del sindaco: incanalare il dissenso dentro la normale
dialettica politica. Per riuscirci,
doveva sperare che in tanti andassero a votare (se non proprio il
quorum dei 35 mila, almeno una
cifra vicina), e poi doveva trovare
il modo di gestire la delicata fase
del dopo voto. Cosa avrebbe fatto? Probabilmente avrebbe alzato
la voce a Roma, avrebbe sbattuto i
pugni sventolando i risultati della
consultazione, ma alla fine, visto
come la pensano Governo e opposizione sul Dal Molin, avrebbe
dovuto indorare la pillola e dire
alla città che lui ci aveva provato
in tutti i modi, ma ormai la decisione era presa e non ci si poteva
fare nulla. I rischi, però, non erano pochi, a cominciare da quello della scarsa partecipazione al
voto, che per Variati sarebbe stata
un clamoroso autogol. In questo
senso la sospensiva del Consiglio
di Stato, mettendo l’amministrazione di fronte ad una scelta obbligata, le toglie anche le castagne
dal fuoco.
La sorpresa
La sorpresa è stata la reazione a
caldo della giunta. In piazza dei
Signori, Variati ha parlato con
toni che hanno sorpreso più di
qualcuno. Lui, che ha sempre
detto che avrebbe fatto tutto il
possibile nei limiti imposti dalla legalità, ha usato parole dure
contro il Consiglio di Stato e ha
invitato tutti ad andare a votare
lo stesso, lanciando il referendum
autogestito. Proprio il tipo di consultazione fai da te che un anno fa
invocavano comitati ed esponenti
del Presidio.
Un Variati “ribelle” insomma,
protagonista di una svolta a sinistra che assicurava nell’immediato un forte ritorno di immagine,
ma che nel lungo periodo avrebbe
potuto avere conseguenze tutte da
valutare. E che probabilmente faceva anche il gioco dell’opposizione, che già gongolava nel vedere,
in una città tradizionalmente mo-
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derata come Vicenza, un sindaco
schierato sulle barricate a fianco
di no global e centri sociali. Forse
se ne è reso conto anche lui, che
già venerdì ha parlato con toni più
pacati, e pur ribadendo tutte le
critiche alla sentenza del consiglio
di stato, ha preso parzialmente le
distanze dalla consultazione. Cosa
saggia e giusta, ha detto, ma a cui
il Comune ovviamente non può
partecipare.
La previsione su cosa succederà
adesso è abbastanza facile, anche
se ci piacerebbe essere smentiti.
Domenica si andrà a votare fuori
dalla scuole, e andranno a votare
in tanti, probabilmente anche più
di quelli che ci sarebbero andati
senza la sentenza di mercoledì.
Ma poi tutto resterà lettera morta. E al Dal Molin cominceranno
i lavori.
Luca Matteazzi
Il Gran Consiglio e
le anime belle
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e c’è ancora qualcuno che
s’illude che l’Italia sia una
democrazia, dopo la sentenza del
Consiglio di Stato che ha bloccato la consultazione sul Dal Molin dovrebbe quanto meno farsi
venire un dubbio. Purtroppo, le
anime belle che credono alle favole sono ancora tante, troppe.
Sono coloro che pensavano che il
“sondaggio” promosso dal sindaco Variati fosse decisivo per capovolgere le sorti di una vicenda
di esclusivo monopolio, piaccia
o meno, di governo e Stati Uniti. Questo è stato il capolavoro di
Variati: farsi passare come strenuo difensore della sovranità dei
vicentini. E capolavoro rimane:
basta aver assistito alla sua glorificazione in Piazza dei Signori
la sera della cattiva novella, circonfuso di luce e sommerso di
applausi per aver deciso di resistere sulla linea del Piave del referendum a tutti i costi.
Sono coloro che s’indignano per
il voltafaccia delle camicie verdi
padane, un tempo secessionisti al
grido di “paròni a casa nostra!”.
Scusate, ma che novità è quella
di un partito che agli albori se
la prendeva con Roma ladrona e
che da un pezzo se ne sta col sedere incollato ai privilegi e alle
soperchierie di Roma padrona?
Sono coloro, ahi loro, che sognano un Paese democratico affidandosi alla Costituzione. Che
da sempre, e in misura ormai
sudamericana negli ultimi anni,
serve solo quando fa comodo, per
venire usata come carta straccia
quando è d’ostacolo.
Sono coloro, ahi noi, che considerano questa democrazia come
rappresentativa. Mentre è rappresentativa soltanto di lorsignori che dall’alto brigano, fanno
e disfano passando sopra le teste
delle comunità e dei cittadini.
A decidere su Vicenza dovrebbero essere solo i vicentini. Non il
Pd o il Pdl, non un governo di destra o sinistra, non un Gran Consiglio romano.
Alessio Mannino
il fatto
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Case, droga, finanza
La mafia è fra noi
Sottovalutata per decenni, Cosa Nostra opera anche nel Vicentino
“Va dove ci sono gli schei”, è l’allarme dell’Osservatorio sulla mafia
Il pericolo della corruzione nelle istituzioni
| Il presidente dell’Osservatorio Antimafia Veneto, Enzo Guidotto, a fianco di
Paolo Borsellino in un incontro con studenti di Bassano del Grappa nel 1989
di Alessio Mannino
T
era già mafia di per sé”. Ne aveva per
raffico di stupefacenti e riciclagintero il carattere specifico, così come
gio di denaro sporco: la mafia è
lo descrive l’articolo 416 bis del codice
qui. Grazie a una maxi operazione
penale: “intimidazione che produce
anti-droga fra Italia e Messico arrivaassoggettamento e omertà”, finalizzata fino a Trissino e un’indagine della
ta a qualsiasi reato ma soprattutto al
Dia palermitana su affari immobi“controllo e gestione di attività econoliari a Chioggia col coinvolgimento,
miche e appalti dal settore pubblico”,
fra gli altri, di un’impresa edile attiva
riassume Guidotto.
anche nel Vicentino, i riflettori sulle
infiltrazioni mafiose in Veneto e dalle
Imprese strozzate
parti di Vicenza si sono accesi ancora
Per capire a fondo l’invasione silenziouna volta. Le mafie (quella siciliana,
sa dei mafiosi in terra veneta, l’esperla ‘ndrangheta calabrese, la camorra
to ne illustra il modus operandi: “ Ci
campana) sono attive nelle ricche
sono tre diversi livelli: acquisizione di
zone del Nordest da un pezzo. Già
attività illecite, giro di denaro da un
negli Anni Ottanta, l’uomo-simbolo
conto bancario all’altro o fra banca
della lotta a Cosa Nostra, Giovanni
e banca o ancora, soprattutto, traFalcone, avvertiva che “nemmeno
mite società finanziarie, e infine con
voi, qui, potere permettervi il lusso
investimenti. In particolare, qui da
di essere disattenti”. Perché la Piovra
noi, acquistando immobili o società
allunga i suoi tentacoli dove trova
immobiliari, o ancor meglio rilevanhumus fertile per investire i capitali
done quote in modo da non apparire
illeciti e smerciare droga. Cioè dove
come gestori”. Nel Veronese, anche
l’economia è fiorente e girano tanti
“l’infiltrazione nei subappalti edilizi”.
soldi. Il Veneto, al riparo dai clamori
Campo
privilegiato,
di inchieste e denundunque, è il mercato
ce, è un terreno di
di edifici residenziali
conquista ideale. “Qui
e le costruzioni. “A Vil’attenzione dei media
cenza nel 2003 sono
è minore. E il risulta- A Cosa Nostra
stati riscontrati casi di
to è che ci si accorge
conviene
strozzamento di piccole
troppo tardi del proimprese edili, già visti
blema”, spiega Enzo che la si
nel Trevigiano”, fa preGuidotto,
siciliano sottovaluti,
sente Guidotto. Il mectrapiantato da decenni che ci sia poca
canismo funziona così:
a Castelfranco Veneto,
“l’imprenditore cerca
presidente dell’Os- attenzione
capitali per ingrandiservatorio regionale
re l’azienda. Li trova,
sulla mafia.
magari su consiglio di qualcuno, in
finanziarie controllate dalla mafia”.
Soggiorni pericolosi
A poco a poco, per far fronte ai deIn principio furono i “soggiornanti
biti, il titolare finisce “col cedere la
obbligati”, i mafiosi spediti al Nord
maggioranza della propria società ai
per toglierli dalla malavita dei luoghi
finanziatori, che così ne assumono il
d’origine e riavviarli a una vita legale
controllo”.
in contesti più sani. “Dal ’62 al ’71 in
tutta la penisola ce n’erano già 3260”,
Pane e cocaina
ricorda Guidotto. In realtà questi
Nel 1992 venne arrestato a Longare
uomini d’onore mandati a vivere in
il boss di Gela Giuseppe Madonia,
Italia settentrionale costituivano veri
secondo solo all’allora capo dei capi
e propri avamposti della criminalità
Totò Riina. Da mesi viveva indisturorganizzata del Sud, esportandone
bato a casa di parenti a poca distanza
gli interessi e dedicandosi allo spacda una caserma di carabinieri. Gli
cio. In Veneto ne erano presenti 143,
trovarono addosso marchi tedeschi
di cui 27 nel Vicentino. “La banda di
(segno che faceva affari in GermaFelice Maniero, già ben strutturata
nia) e dei santini. “I santini, bruciati
di suo, ebbe rapporti con gli affiliati
al momento del giuramento, sono
mafiosi provenienti dal Meridione.
l’oggetto rituale di affiliazione a Cosa
Ma la cosiddetta Mafia del Brenta
Nostra”, spiega Guidotto. Madonia insomma faceva proseliti a una
manciata di chilometri da Vicenza.
Nel 1999, dopo sette anni di latitanza, scattarono le manette in quel di
Bassano del Grappa per Pasquale
Messina, anche lui di Gela. Un pluriomicida della cosca di Madonia che
da tre anni gestiva tranquillo e beato
una lavanderia nel centro di Bassano. “E non si dimentichi che nel 1996
- puntualizza Guidotto - era stato
progettato un sequestro di persona a
danno di un orafo di Trissino, sempre da parte della cosca di Gela”. E
a Trissino, come ricordato all’inizio,
lavora in un noto panificio Domenico Varamo, che nella sua casa di
Cornedo ospitava un uomo di fiducia
della ‘ndrangheta, Diego Lamanna,
e due pregiudicati calabresi. Tutti finiti dentro l’inchiesta internazionale
di qualche settimana fa. Tra l’altro,
suo fratello Vincenzo, titolare della
panetteria, ha già una condanna per
spaccio di cocaina.
Zonin ricattato
E infine, sulla scia bianca della coca,
c’è l’opaco mondo delle banche. Nel
1994 vennero arrestati a Bassano
alcuni narcotrafficanti colombiani
(operazione “Unigold”). Racconta
Guidotto: “Il gruppo, dopo aver riciclato narcodollari per un valore di
varie centinaia di miliardi di vecchie
lire , era passato all’acquisto di ingenti
quantità di prodotti di imprese orafe
dislocate nel tratto Bassano-Vicenza.
Due dipendenti di un importante istituto di credito vicentino furono inquisiti per associazione di tipo mafioso
finalizzata al riciclaggio”. In quell’occasione, continua Guidotto, “la Procura di Vicenza emise decine di avvisi
di garanzia nei confronti di personaggi locali, alcuni dei quali imprenditori
del settore orafo, per contrabbando,
frode fiscale, false fatturazioni e, in
alcuni casi, riciclaggio”. L’immagine
delle imprese venete come immuni
dal contagio “meridionale” è perciò
falsa, chiosa Guidotto. Che cita anche
il caso delle tenuta vinicola siciliana di
Silvano Zonin, fratello di Gianni, presidente della Banca Popolare di Vicenza. L’indagine, tuttora in corso, è
partita dalla segnalazione di minacce
subite dall’azienda, e ha scoperto che
il clan dei Cammarata, di Riesi vicino
Caltanissetta, aveva perso il controllo
delle assunzioni e dei licenziamenti
della manodopera. A lavorare fra i vigneti dei Zonin, infatti, è stato anche
il fratello dello stesso capofamiglia.
“Gli Zonin insomma erano costretti
ad assumere mafiosi della zona, ma,
come ha accertato l’operazione Odessa del 2004, prima delle minacce non
avevano denunciato l’estorsione, anzi
Silvano Zonin l’aveva fatta passare
per richieste di interessamento che
non l’avrebbero mai infastidito”, dice
Guidotto.
Corruzione politica
Ma purtroppo, c’è chi minimizza.
Come il governatore Giancarlo Galan, che si è stupito dei titoloni e della paginate della stampa locale sul
recente caso di Chioggia. “Galan non
capisce che quando i mafiosi conquistano spazi di potere economico,
poi vogliono mantenerli. E per farlo
minacciano, intimidiscono, ammazzano. Che stia zitto, è meglio”, attacca Guidotto. Il quale, per spiegarsi
meglio, cita il più recente caso di
“inquinamento mafioso” del sistema
economico veneto: “Nei primi anni
2000 è avvenuta una maxi-inchiesta col rinvio a giudizio di decine di
persone fra Vicenza, Padova e Treviso, accusate di far parte di un’organizzazione internazionale dedita al
contrabbando di argento grezzo, con
relativi reati di bancarotta fraudolenta, frode fiscale e truffa aggravata ai
danni dello Stato, per un giro d’affari di 128 milioni di euro”. L’unica
differenza fra Vicenza e Palermo, insomma, è che qui non si spara per le
strade. “Sì, è così”, conclude Guidotto,
“a Cosa Nostra conviene che ci sia disattenzione, che si sottovaluti la sua
presenza. L’allarme va dato soprattutto sulla corruzione, che come diceva il giudice Borsellino, è l’anticamera
della mafia”. «Voi, oggi, qui in Veneto, dovete preoccuparvi soprattutto
della corruzione… Il motivo è facile
da capire: se un esponente delle organizzazioni mafiose va in cerca di punti
di riferimento per riciclare o investire
nell’economia legale capitali di origine illecita fuori dalla propria regione
non può che rivolgersi a politici o ad
amministratori corrotti, cioè a persone che hanno rivelato una certa inclinazione». Paolo Borsellino, maggio
1990, Castelfranco Veneto.
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Tribunale di Vicenza n. 1181
del 22 agosto 2008
primo piano
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numero
E Zuccato
fa il tris di successi
Aim, la svolta è cominciata
G
La promessa di Variati di un cda tecnico slegato dalla politica
è stata mantenuta. Fazioli presidente è la garanzia verso
un futuro senza svendite a privati o avventure finanziarie
di Alessio Mannino
A
chille Variati ha mantenuto la promessa: Aim ha un nuovo consiglio
d’amministrazione di tecnici senza alcuna lottizzazione partitica. Un cda di
cinque componenti (compreso il presidente). Fra i quali soltanto due sono
vicentini. Soprattutto, stando ai curricula, una squadra che promette di non
remare né verso il fagocitante progetto
di mega-utility caro alla Regione Veneto, né verso svendite a industrie private
dei settori più ricchi come il gas.
Il vertice ufficializzato il 30 settembre
scorso è composto da nomi di tutto rispetto. Il presidente è il bolognese Roberto Fazioli, professore di economia
dei servizi pubblici a Ferrara, forse il più
bravo manager di multiutility d’Italia.
Arriva dimettendosi dalla presidenza
delle multiservizi di Argenta (Soelia) e
San Giuliano Milanese (Genia), nonché
da quella della società Elettrogas (in cui
Aim, sotto il commissario Zanguio, ha
venduto la propria quota) e dalla carica
di amministratore unico di Adige Servizi. Massimo Nicolazzi, torinese, è stato
top manager di Agip e Eni, curando un
piano di trasporto idrocarburi in Russia
e Khazakhistan. Oggi è ad di Sources,
docente di diritto e politica degli scambi internazionali alla Luiss di Roma e
membro del comitato scientifico della
rivista Limes (orientata verso il centrosinistra). Uris Cantarelli, di Reggio
Emilia, già direttore generale e poi amministratore delegato della Agac della
città emiliana, ne ha seguito la fusione
con Amps di Parma e Tesa di Piacenza da cui è nata Enia, di cui è direttore
generale e amministratore delegato. I
vicentini sono Aldo Campesan, originario di Thiene, ex presidente dell’ordine
degli avvocati del capoluogo berico, a
capo dell’associazione Enalterna (energie alternative) e nel comitato scientifico
della rivista Energheia; e Alvise Rossi di
Schio, nato a Vicenza, nel cda di Banca
Popolare di Trieste, Banca Popolare
Udinese, Banca Nuova e Società Bancaria del Nordest.
Come si vede, a parte la nota “stonata”
rappresentata da quest’ultimo, in lizza
alle ultime elezioni comunali nella lista
civica di Lia Sartori “Vicenza Viva”, la
nuova testa di Aim non è sospettabile
di ragionare secondo schemi politici
o lobbistici. La svolta si è avverata. In
particolare se intendiamo come svolta
il pensiero del neopresidente riguardo
il modello di business di una ex municipalizzata come Aim. Fazioli conosce
bene la realtà di San Biagio. Nel 2000
con la società di consulenza emiliana
Nomisma (vicina all’ex premier Romano Prodi) ha firmato uno studio per il riposizionamento strategico dell’azienda
berica. L’anno scorso, dopo vari mesi a
preparare la fusione fra Ftv e Aim Trasporti, se n’è andato sbattendo la porta,
stanco di assistere a una farsa che non
ha partorito nulla. “Il mio progetto mirava ad aprire le porte a gestioni in house (affidate a utility pubbliche, ndr) per
coinvolgere altri Comune e Province ed
espandersi in aree più ampie”, diceva a
VicenzaPiù nel luglio 2007. Ma la Vicentina Trasporti Srl, il consorzio sorto solo
| Roberto Fazioli, il nuovo presidente di Aim
sulla carta, era solo una “scatola vuota”
per strappare una proroga alle scadenze del bando di gara. “Me ne catafotto
della complessità normativa che impone certe scadenze, sono un economista
industriale e io bado alla sostanza”, rimarcò Fazioli.
Un tipo tosto, dunque. E controcorrente. Un esperto con una visione delle
multiservizi dichiaratamente nemica
degli spezzatini finanziari. In poche parole, Fazioli rigetta il dogma che vuole
aziende pubbliche strutturate come
holding, cioè come gruppi ramificati in
tante controllate, partecipate e collegate
(strada scelta dall’ex cda di Beppe Rossi). Così come non crede alle aggregazioni su vasta scala, dando torto a tutta
quell’Italia del Centro-Nord che con Milano, Brescia, Torino, Bologna, Genova
e Roma ha puntato sull’incrocio azionario fra ex municipalizzate formando
vertiginose maxi-utility. Con Soelia e
Genia, invece, Fazioli ha dimostrato
che città medio-piccole possono andare orgogliose di avere servizi pubblici
gestendoli in house, cioè senza aprire
la proprietà ai privati e senza associarsi
ad altre multiservizi esponendosi alle
rischiose avventure di Borsa. I risultati
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pag
da lui ottenuti ad Argenta e San Giuliano Milanese parlano chiaro: fatturati
in crescita, bilanci in pareggio e, grazie
all’acquisizione di parte rilevante del patrimonio comunale, aumento degli investimenti con ricadute positive anche per
i subappaltatori privati. L’unica incognita del modello pubblico è la voracità
e l’orizzonte corto della politica. Fazioli,
sempre su queste colonne, ha però spiegato che “l’in house funziona quando ci
sono progetti concreti, e questo mette in
crisi la politica. È un sistema che richiede alla politica di esprimersi, e spesso il
problema è proprio che la politica non
ha chiari gli obiettivi. Con una metafora, si può dire che l’in house è un’ottima
macchina, ma bisogna saperla guidare e
bisogna sapere dove andare”.
Per adesso, Aim va nella direzione prescelta dal presidente degli industriali
vicentini Roberto Zuccato: un vertice
slegato da interessi politico-affaristici
locali. Anche i sindacati applaudono,
essendo da sempre per il ritorno alla soluzione in house. Fazioli ha già detto di
volersi concentrare sul piano industriale
e sulla valorizzazione dei lavoratori dell’azienda. Si può dire che per l’Aim sia
l’inizio di un’era felice.
ongola, Roberto Zuccato. Il
presidente di Assindustria Vicenza ha ottenuto tre successi in
tre giorni. Lunedì 29 settembre è
riuscito a far entrare nel consiglio
direttivo dell’associazione un uomo
a lui vicino, Giorgio Xoccato (Xacus Srl, camiceria di San Vito di
Leguzzano). La giunta lo ha eletto
in sostituzione di Egidio Scorzato, scomparso poco tempo fa. Con
grande scorno, almeno secondo
quanto filtra dai corridoi di Palazzo Bonin Longare, da parte del
“nemico” Michele Amenduni (Valbruna). Martedì 30 è stata la volta
delle nomine Aim, e anche qui Zuccato può ritenersi soddisfatto: la
sua richiesta di una presidenza tecnica è stata accolta, e non c’è neppure un consigliere riconducibile ai
suoi avversari interni. Mercoledì 1
ottobre, infine, i soci della Camera
di Commercio hanno acclamato all’unanimità Vittorio Mincato come
nuovo presidente. La soluzione alle
faide che l’anno scorso avevano
visto contrapposto Dino Menarin
e Massimo Calearo l’ha escogitata
lui, Zuccato. E porta il nome prestigioso e inattaccabile del manager di Torrebelvicino, ex Eni ed ex
Poste, oggi nel cda della Fiat. Pare
che Giuseppe Sbalchiero (Assoartigiani, dato per vicino all’attuale
minoranza confindustriale guidata dagli Amenduni) avesse in mente un’ultima mossa per mettere in
difficoltà Zuccato: proporsi, invece
che come vicepresidente della Camera di Commercio, come nuovo
responsabile di Vicenza Qualità
– un ramo dell’ente camerale –
mettendo l’attuale titolare, Sergio
Rebecca (commercianti) contro
Zuccato, regista del nuovo corso in
Camera di Commercio. Ma Sbalchiero non ha avuto il coraggio di
andare fino in fondo. E così oggi la
posizione di comando di Zuccato è
notevolmente più solida.
A.M.
primo piano
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Aim e poteri forti,
la replica di Alifuoco
Intervista all’ex consigliere comunale. Su Aim (“C’è un gioco sporco
per confondere le acque”), sui suoi rapporti con i vertici di Assindustria
(“farneticazioni”) e sulla sua attività politica (“Ho fatto tutto alla luce del sole”)
R
isponde per le rime ai dubbi
sollevati da Giglioli e Franzina
(vedi VicenzaPiù n.118) sulla sua
attività politica. Rivendica di aver
visto giusto sulla situazione di Aim
(e sostiene che il piano gas poteva
anche non essere una brutta idea).
E soprattutto ribadisce più volte un
concetto. “Ho fatto opposizione per
nove anni in modo trasparente, con
battaglie molto dure. Non avrei potuto farlo se avessi avuto degli scheletri dell’armadio. Anzi, è proprio
per quelle battaglie di legalità che
mi sono fatto un sacco di nemici, e
che sono state messe in giro calunnie
costruite ad arte”. Ubaldo Alifuoco
risponde così alle critiche e alle allusioni che l’hanno coinvolto dopo la
lettera di dimissioni dell’ex assessore, in cui era citato più volte insieme
a Manuela Dal Lago, Maurizio Borra
e Marco Zocca. Una lettera di cui,
dice, non ha “capito un gran ché. La
prosa è incerta e soprattutto riferisce cose non chiare con lo stile delle
allusioni e dei sottintesi, che per me
sono incomprensibili. La chiarezza
non pare essere la caratteristica di
quello scritto”.
Variati ha pubblicamente detto
di averla sondata per la presidenza Aim, senza che lei avesse chiesto nulla. Sperava in un
ruolo nella nuova dirigenza in
Aim?
“Io ho scelto di concludere la mia
esperienza politica istituzionale un
paio di anni fa, come ben sapeva Variati. Di conseguenza non mi sono
candidato a nulla, rispettando un
impegno che avevo preso quando ho
presieduto il tavolo di coordinamento tra Ds e Margherita per la fondazione del Pd. Quindi, se Variati ha
ricordato che io non ho chiesto nulla
ha solo detto la verità. Il tormentone
sulle nomine in Aim mi ha coinvolto
mio malgrado”.
A questo proposito, in un’intervista alla Domenica di Vicenza
del maggio scorso, lai ha detto
che avrebbe accettato l’incarico a patto di potersi rapportare direttamente con il sindaco,
mentre allora era ancora assessore con delega ad Aim Gianni
Giglioli, che lei attaccò con queste parole: “chiunque ha consigliato determinate operazioni,
poi portate avanti dal cda, ha
suggerito cose che hanno poi
prodotto il disastro di Aim”.
Quali operazioni? E quali sono
i suoi rapporti con Giglioli?
“I rapporti personali non c’entrano
nulla. Nell’intervista ho parlato per
ipotesi. Ho detto che avrei anche
potuto accettare (rivedendo il mio
progetto di vita che non prevedeva
certo l’Aim) con la garanzia di poter
voltare pagina veramente e di fare
chiarezza e pulizia nella gestione di
Aim. Ciò, ovviamente, con un gruppo di professionisti vicentini, seri e
competenti motivati solo dalla sfida
del rilancio di Aim”.
Giglioli sostiene di aver contribuito, come consulente di Aim,
a far bocciare il piano riguardante il settore del gas presentato dall’altro advisor Maurizio
Borra. Lei cosa pensa di quel
piano? Era una vera e propria
svendita del settore gas ai privati locali?
“Quel piano non fu mai esaminato
dal Consiglio comunale e non ci fu
nemmeno consegnato. Se si trattava
di fondare una società tra pubblico e
privati per abbassare i prezzi di acquisto del gas, poteva essere una proposta intelligente. I cittadini devono
sapere che acquistare un miliardo di
metri cubi di gas sul mercato internazionale, invece che i 250 milioni che
oggi acquista Aim, significa spuntare un prezzo più favorevole e quindi
far risparmiare l’Azienda e, alla fine,
i cittadini. Se Aim mantenesse il controllo societario (51% delle azioni),
la cosa porterebbe vantaggi a tutti.
Quindi non vedo proprio dove sia lo
scandalo”.
Sempre secondo Giglioli, lei
frequentava l’autore di quel
progetto, l’avvocato Borra. È
vero? Quali sono i suoi rapporti con lui?
“Da parte mia frequento chi voglio e
non devo rendere conto a nessuno, se
si tratta di persone per bene, circa gli
orientamenti politici. Secondo lei la
gente dovrebbe frequentarsi solo in
base alle comuni opzioni politiche?
Questa è evidentemente una stupidaggine. Considero Maurizio Borra
una persona seria e dotata di quella
competenza e visione etica che non
è diffusa negli ambienti della politica. Non è mica detto che chi ha la
tessera di Forza Italia non sia una
persona seria. Se qualcuno ha fatti
concreti che possano far pensare il
contrario, lo dica apertamente”.
In questi anni lei ha prodotto
una grande mole di dati e osservazioni molto critiche della
gestione dell’ex cda di Aim. Che
fonti aveva? E non trova che i
conti in rosso rispecchino lo
sviluppo di un’azienda che ha
investito e si è ingrandita, seppur con degli errori?
“Le mie fonti erano e sono i bilanci
| Alifuoco parla in consiglio
volge un ragionamento ben diverso.
che, ovviamente, bisogna saper legAlcuni di noi hanno sostenuto che
gere bene. Non ho mai avuto qualbisognasse tentare di spaccare il
cuno all’interno di Aim che mi pasfronte del centro-destra il quale, se
sasse qualcosa in più di quello che
fosse rimasto compatto, avrebbe sic’era scritto nei bilanci. Nel corso di
curamente vinto. Per ottenere quel
questi anni abbiamo assistito ad un
risultato bisognava incoraggiare la
progressivo scivolamento di Aim da
formazione di una o più liste civiche
una situazione di forza a condizionell’ambito appunto del centro-deni pietose. Indebitamento, calo del
stra. Al secondo turno, si sarebbe così
fatturato e degli utili, pagamento di
potuto cercare un accordo volto a
altissimi oneri bancari, investimensconfiggere il candidato della destra.
ti sbagliati sono ormai chiaramente
In qualche modo, è avvenuto qualesposti davanti alla città. Confroncosa del genere anche senza accordi.
tando la mole di documenti che ho
Infatti, un bel pezzo dell’elettorato
prodotto in questi anni, molti dei
di centro-destra (oltre 15.000 voti)
quali con il collega Marino Quaresinon è andato a votare al ballottaggio.
min, si constata che si è trattato di un
E questo ha favorito il candidato del
disastro annunciato.
PD. Se non si è capito questo, non si
Ora si conferma che avevamo raè capito un bel nulla di ciò che è avgione da vendere, e se ci fosse un
venuto a Vicenza”.
minimo di onestà intellettuale si dovrebbe riconoscere che se si fossero
È vero che quel disegno poliascoltate le nostre critiche si sarebbe
tico era guardato con favore
potuto intervenire prima ed evitare
dai vecchi vertici
i danni. Invece è in atto
dell’Associazione
uno sporco gioco per
industriali?
capovolgere le parti e
“Farneticazioni”.
far passare quelli che in
questi anni hanno de- Il piano gas
Sono noti i buoni
nunciato errori e malgova esaminato
rapporti persoverno come i responsanali con l’ex prebili. Oppure per mettere senza
sidente della Protutti sullo stesso piano. pregiudizi:
vincia. Deve alla
Questo comportamento potrebbe far
Dal Lago il suo
è vergognoso. Così come
risparmiare
posto all’Ufficio
è vergognoso che alle
Europa Balcaniprecise critiche da svolca?
te da me e Quaresimin,
“Anche questa l’ha raccolta nella
con una massa di dati di supporto, si
spazzatura del gossip politico? La
risponda con calunnie, illazioni, frasi
storia dello Sportello Area Balcanica
anonime. Uomini senza volto e sennasce molto più lontano nel tempo e
za coraggio raccolgono pettegolezzi
con altri protagonisti. E’ una storia di
nella discarica del gossip politico.
cui vado fiero perché mi ha portato,
Cercano di livellare tutto nel tritagià dal 1991, su tutti i fronti di guerra
carne al fine di poter confondere le
dei Balcani con più di quaranta misresponsabilità individuali. A questo
sioni umanitarie. Ho partecipato a
gioco sporco voi giornalisti non doprogetti dell’Unione Europea e del
vreste prestarvi”.
Governo Italiano volti a riportare
pace tra i belligeranti e opportunità
Lei ha sostenuto un accordo
di cooperazione. La persona con cui
politico con Lega e centristi,
l’idea è decollata è stata Danilo Lonsempre che Manuela Dal Lago
ghi. La Provincia aderì allo Sportello
fosse stata candidata sindaco,
già a metà degli anni novanta.
stimandola quale esempio di
amministratore
riformista.
A proposito di rapporti con i
Accordo bocciato dal suo partigruppi industriali, Maurizio
to, che con Variati ha scelto di
Franzina cita due casi specifici
presentarsi da solo. Secondo
a esempio di suoi presunti legalei l’ipotesi di un accordo con
mi con gli interessi del Gruppo
Manuela Dal Lago è ancora
Amenduni e del Gruppo Ingui:
una prospettiva valida?
un sub-emendamento a favore
“Nella discussione pre-elettorale il
di un terreno dell’industriale
PD non ha mai esaminato un proFerretto in zona industriale, e
getto del genere. Anche qui si stra-
un voto diverso dalla sua stessa
parte politica sul piano Pomari,
in cui è prevalente l’interesse
del Gruppo Ingui. Può chiarire
questi due episodi?
“La scarsa credibilità del signor
Franzina, quando parla di urbanistica, è ben nota. Basti ricordare che
fu cacciato dall’assessorato all’urbanistica dal suo stesso sindaco. Ora
confonde ancora le acque scambiando rapporti normali di reciproca stima con “legami” non meglio precisati. Quali siano stati gli interessi di
Amenduni non ho mai capito visto
che delibere che riguardassero il suo
gruppo non ne ho mai viste. Cosa
c’entri Ferretto con Amenduni poi
è un vero mistero. Lo stesso dicasi
per Ingui, visto che in nove anni di
Consiglio comunale l’unica delibera
che lo riguardasse è stata quella dei
Pomari. Delibera che, pur essendo
assolutamente in regola, come hanno dimostrato le sentenze di Tar e
Consiglio di Stato, come gruppo DS
decidemmo di non votare. Su quel
piano, se Franzina ritiene che ci siano state scorrettezze, abbia il coraggio di denunciarle, in modo che poi
si possa denunciare lui. Ma lo dica
chiaramente. Altrimenti, in modo
altrettanto generico, io potrei dire
che con lui assessore si è creata una
situazione in cui ha preso piede una
serie di abusi edilizi”.
I suoi rapporti con la famiglia
Amenduni e con l’architetto Ingui quali sono?
“Conosco Michele Amenduni da
quando ero presidente della Camera
del Lavoro, lui come decine e decine
di altri imprenditori. Quanto ad Ingui, l’ho incontrato per una riunione
sul progetto Pomari a cui ha partecipato tutto il centrosinistra ancora
nel 1999. Da allora non l’ho più visto per riunioni o altre questioni di
lavoro”.
Cosa ne pensa del nuovo cda di
Aim?
“Non conosco le persone e non parlo
a vanvera. Mi auguro che prima di
tutto si mettano a disposizione per
chiarire il perché di certi errori di
gestione e che rilancino una azienda
che è stata l’orgoglio dei lavoratori e
dei cittadini di Vicenza”.
Luca Matteazzi
(ha collaborato
Alessio Mannino)
FITNESS E BENESSERE
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riservato soci ASI
119 del4 ottobre 2008
mi hanno rimasto solo
numero
7
pag
Centrosinistra,
impara da
Hüllweck
Dopo un avvio promettente la squadra di Variati
è caduta nel grigio. Per lasciare il segno bisogna
tirar fuori coraggio e passione
convinto mezza città fondando il suo
regno su un progetto a) faraonico,
b) costoso, c) poco stimolante come
il teatro - ma portandolo a testa bassa fino in fondo - perché Variati non
prova a conquistare l’altra metà fissando a sua volta un obiettivo, addidi Matteo Rinaldi
rittura più semplice, e cominciando
a lavorarci davvero?
L’impressione è che il sindaco abbia
intenzione di portare avanti il suo
he sta combinando oggi il cenprogetto (quale però non ci è dato
trosinistra vicentino, solo posapere) confidando su un sistema
chi mesi fa grande vincitore delle
collaudato: muoversi coi piedi di
elezioni? Passata la sbornia delle
piombo, non forzare mai, tenere un
prime settimane, quando Variati
profilo basso. Il problema è che queaveva raggiunto il picco della poposto sistema, una specie di pax delarità nominando testimone del suo
mocristiana, oggi non
giuramento una scofunziona più.
nosciuta cittadina che
Andava bene quacamminava lungo il
rant’anni fa, quando
Corso, l’idillio è finito.
mettere d’accordo tutti
Dopo i fuochi d’artifi- Servono
era più semplice. Bella
cio, il grigio. Un paio
scelte decise
forza, le pretese erano
di belle dichiarazioni
minori: un appalto
d’intenti e l’ordinaria e futuribili,
al costruttore X, una
amministrazione non a costo di
presidenza a Y e un
sono abbastanza per scontentare
favore a K. Ma come si
stimolare una città
tutti
fa oggi? Al costruttoche, perfettamente
re X un solo appalto
in linea con il resto
non basta più, ne
d’Italia, continua a
pretende tre. Non è mica colpa sua,
sentirsi infelice. E pazienza se non
poveraccio: è stato abituato bene e
saprebbe mai spiegare il perché.
adesso spiegategli voi che bisogna
tirare la cinghia.
Colpo di teatro
Eppure Variati dovrebbe essersene
Sarà che di politica capisco poco,
accorto che le cose non vanno. Da
ma il segreto per governare oggi mi
qualche tempo tra i suoi assessori
sembra semplice. Se Hüllweck ha
C
va in scena un festival di dimissioni,
polemiche e scambi di poltrone che
potrebbe ispirare altre cento puntate agli sceneggiatori di Beautiful.
Lui si ostina a sistemare le cose con
la pax democristiana. Vediamo se
c’è modo di fargli cambiare idea.
Il metodo sbagliato
“Problema traffico e smog: lo stop ai
vecchi diesel non mi piace, mi sembrano più democratiche le targhe alterne” spiega in questi giorni l’assessore all’ecologia Antonio Dalla Pozza. Se questo è quello che il centrosinistra ha in mente, quasi rimpiango
la faccia tosta di Sorrentino & soci.
Che avevano avuto la sfrontatezza di
dire che la lotta allo smog era inutile
e conveniva lasciar perdere in attesa
di “interventi dallo Stato”. Dimostrando di non capire un accidenti
della situazione e soprattutto dello
Stato. Perché è vero che chiudere al
traffico quattro domeniche l’anno è
stupido. Ma ignorare il problema è
semplicemente criminale.
Morale: se Dalla Pozza pensa di
convincere 120 mila vicentini che
smog e traffico si combattono con
la buffonata delle targhe alterne, è
totalmente fuori strada.
“Sono scettico di fronte all’ipotesi di
fermare solo alcune categorie di veicoli” ha anche detto l’assessore. Fin
qui siamo d’accordo. Poi ha aggiunto: “In questo modo si finisce per colpire gli anziani e coloro che non pos-
la arricchiscano con il coraggio che
sono permettersi di acquistare auto
l’ex sindaco non ha avuto. Il coragnuove”. No assessore, replichiamo:
gio di mettersi contro tutti, anche
in questo modo si finisce per colpire
gli amici. Per esempio chiudendo al
gli anziani, i giovani, i giovanissimi,
traffico l’intero centro, portando il
gli infanti, i pensionati, i moribondi.
limite di velocità a 30 all’ora in tutContinuando a limare il problema
ti i quartieri - con multe da lasciar
si finisce per colpire chiunque viva
secchi chiunque sgarri - e cominin questa città. Mentre il dovere a
ciando subito a realizzare percorsi
cui voi politici siete chiamati e per
riservati e veloci per i mezzi pubcui siete pagati è prendere decisioni
blici e percorsi sicuri e rapidi per
vere e coraggiose. Anche a costo di
biciclette e pedoni.
mettersi contro tutti quanti.
E a chi sbraiterà sulla “morte del
Leggo che il centrosinistra cittadicentro” chiudano la bocca con inino vorrebbe premiare chi opta per
ziative a getto continuo - dalla mumotori a basso impatto, come quelli
sica alla gastronomia, dall’arte alla
alimentati a gas metano, gpl, o eletcultura - che portino finalmente i
trici. Ci tengo a far loro sapere che,
vicentini fuori dalle
da cittadino con un
case e col naso all’inauto a metano, non
sù. Costerebbe molto
voglio assolutamente
poco (meno di un solo
essere premiato. Chiecavalcavia, per intendo proprio il contra- Contro
dersi) e porterebbe
rio: mi obblighino a
lo smog
Vicenza a farsi ammilasciare l’auto in gararare per qualcosa che
ge, metano o non me- chiudiamo
non sia sempre e solo
tano. Strepiterò, mi tutto il centro
Palladio. Idea meralamenterò, criticherò. a tutte
vigliosa, il Palladio.
Ma alla lunga impale auto
Ma ne aspettiamo
rerò a vivere meglio.
da cinquecento anni
Scommettiamo che
una di nuova.
alla fine sarò perfino
Provateci. Tanto la storia italiana
soddisfatto?
parla chiaro: il politico è destinato
a lasciare insoddisfatti, comunque
Un’idea per cominciare
vada. Ma che meraviglia se ci laSe Variati - e Dalla Pozza, e tutti gli
sciaste insoddisfatti dopo un’espealtri - vogliono lasciare davvero il
rienza davvero coraggiosa e futurisegno, partano da un’idea semplibile.
ce, come ha fatto Hüllweck. In più,
focus
119 del4 ottobre 2008
numero
Bottene: “Ribelliamoci
Cattaneo. “Decisione
scontata, pensiamo
alle compensazioni”
alla deriva antidemocratica”
La consigliere comunale No Dal Molin
considera quella del Consiglio di Stato una
sentenza “politica”. E attacca il Pd: “Una sua
parte pensa di sbarazzarsi del problema”
Uno dei promotori del ricorso:“Il Comune ha
sbagliato strategia. Invertiamo la rotta prima
che sia troppo tardi”
R
di Alessio Mannino
| Cinzia Bottone
P
er Cinzia Bottene la democrazia è in pericolo. La donna simbolo del fronte No Dal
Molin si fa portavoce della delusione che mercoledì 1 ottobre ha
raggelato la Vicenza contraria
alla base Usa al Dal Molin dopo
lo stop del Consiglio di Stato alla
consultazione-sondaggio
promossa dalla giunta Variati. Che
ora si affida all’extrema ratio del
referendum autogestito.
C’è un’emergenza democratica in Italia?
Sì, in questo Paese si stanno
tagliando gli spazi di democrazia. Questo è stato solo l’ultimo
anello di una lunga catena di
pressioni messe in atto per chiudere la bocca ai vicentini. E faccio presente che non si trattava
nemmeno di un referendum decisionale, ma soltanto della ri-
chiesta di un parere alla popolazione. E’ una sentenza politica,
basta leggersi le motivazioni che
non entrano neppure nel merito giuridico, ma riprendono le
posizioni politiche del governo
Berlusconi.
Il sindaco Variati ha fatto tutto quello che poteva
fare?
Variati sta mostrando di avere coraggio. Diventato sindaco
avevo apprezzato le sue lettere
pubbliche, poi ha avuto un momento di tiepidezza, ora è tornato coraggioso. Non lo stesso posso dire di altri settori del Partito
Democratico.
Non pensa che il Pd a Roma,
e anche qualcuno a Vicenza,
sia contento di un esito che
toglie un grave imbarazzo al
partito d’opposizione?
8
pag
E’ un pensiero malizioso che mi
viene abbastanza spesso. Sicuramente una certa parte del Pd
può vedere bene un esito che toglie il problema di torno. Della
serie: “abbiamo fatto il possibile, ma qui ci fermiamo”.
Che valore avrà la consultazione autogestita di domenica 5 ottobre? E come continuerete la battaglia contro
la base?
Avrà un grande valore politico,
anzi più grande di prima. Questa
città difenderà la democrazia da
chi vuole negarla. Dimostrando
che il caso non è chiuso. Vicenza
si ribella a una decisione dall’alto, e lo fa nel momento in cui c’è
un gran parlare di autonomia e
federalismo. Noi, a differenza di
altri, li stiamo difendendo concretamente.
oberto Cattaneo, uno dei
promotori del comitato de
sì alla costruzione del Dal Molin e del ricorso contro la consultazione di domenica, cerca di
spostare l’attenzione sulle compensazioni per la costruzione
della nuova base. E rispedisce
al mittente le accuse di chi parla
di attacco alla democrazia: “Non
capisco perché quando il Tar o il
Consiglio di Stato emettono una
sentenza che va contro qualcosa, queste devono sempre essere sentenze politiche. In questo
caso il Consiglio di Stato non ha
fatto che esplicitare un principio
elementare, che era già contenuto anche nelle motivazioni del
Tar, e cioè che il Comune non
può esprimersi su una questione
di interesse nazionale”.
Insomma, il referendum
non si doveva fare fin dall’inizio.
“Io non sono contro il referendum in sé, ma era chiaro che
questa modo di procedere, con
questo quesito, e queste spese
non sarebbero state praticabili. Il Comune avrebbe potuto
promuovere fin dall’inizio una
consultazione autogestita come
quelle che ci sarà domenica, perché no. Però deve essere chiaro
che qui si sta discutendo di una
questione che coinvolge interessi nazionali, e che è stata approvata da due diversi governi: se
vogliamo mettere in discussione
tutte le decisioni di questo tipo
facciamolo, però è una strada
minata. E ci conduce alla logica
del no a tutto”.
Secondo lei, che valore avrà
la consultazione di domenica?
“Zero. Sarà come una raccolta
firme. Andranno anche a votare in tanti, credo. Però quello
che davvero bisognerebbe fare è
cominciare a sedersi attorno ad
una tavolo per discutere dei possibili ritorni economici del Dal
Molin. Perché se discutiamo di
aria fritta, va a finire che ci troviamo con il Dal Molin fatto – e
infatti il Dal Molin è già deciso
– e senza nessun beneficio”.
Come giudica l’operato di
Variati?
“Io non accuso Variati per aver
sostenuto il no al Dal Molin.
Però, contemporaneamente, poteva attivarsi per vedere le eventuali compensazioni: questo non
l’ha fatto, e intanto il tempo
passa. È qui che ha sbagliato:
su questo punto avrebbe dovuto
tenere un profilo più istituzionale e al di sopra delle parti. Sapeva che il referendum in questo modo non si sarebbe potuto
fare, e avrebbe dovuto muoversi mettendo in conto che il Dal
Molin venisse fatto. Per cercare
di ottenere comunque qualche
beneficio per la città, in termini
di infrastrutture o altre compensazioni come l’università”.
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L. M.
focus
119 del4 ottobre 2008
numero
9
pag
Seicento milioni per un ospedale.
Unico
Al via i lavori per la realizzazione del nuovo polo sanitario dell’Alto Vicentino,
voluto tra le polemiche dalla Regione. La replica del dg Mantoan
| A sinistra il direttore generale dell’ Ulss 4 Domenico Mantoan
di Andrea Alba
Q
servizi e la fornitura di un capitale
iniziale di 35 milioni di euro più Iva
(altri 71 li ha messi la Regione). La
domanda a questo punto è duplice:
«Ne valeva davvero la pena?». E la
seconda: «Per l’Usl, è conveniente?». Le perplessità sono state esposte al direttore generale dell’azienda
sanitaria altovicentina, Domenico
Mantoan e al rappresentante di
Summano Sanità Andrea Zanon.
uattordici milioni 693mila
euro per 24 anni. Più quattro
La premessa
milioni 232mila; più due milioni
Il polo unico di Santorso è stato al
568mila; più un milione 321 mila,
centro di un infuocato dibattito a
più 583mila, tutti da moltiplicare
livello locale e anche regionale, in
per 24. Più altri 3 milioni 428mila
questi anni. Il progetto è stato avper otto anni: più Iva. Uguale, il nuoviato in tempi da record: la proposta
vo polo unico dell’Usl 4: per pagare
di sostituire i due ospedali di Schio
a soggetti privati il futuro ospedale
e Thiene, Del Lellis e
unico per acuti di SanBoldrini, con un polo
torso, primo policliniunico intermedio è
co della regione reastata presentata come
lizzato con il project
fulmine a ciel sereno
financing e di cui proa fine dicembre 2003
prio questa settimana
dal precedente dg
è stata posata la prima In 24 anni
Sandro Caffi alla Conpietra, l’azienda sani- l’Ulss verserà
ferenza dei sindaci
taria altovicentina si 588 milioni
dell’Ulss 4. Riscontraappresta a spendere
più Iva
ta la sola opposizione
nell’arco del prossimo
del comune di Schio,
quarto di secolo uqal- ai privati
l’azienda sanitaria
cosa come 588 milioha proceduto a marni 952mila euro, non
ce forzate in Regione superando
ivati e da integrare con aggiornain tempi brevissimi tutti i passagmenti Istat sull’aumento del costo
gi burocratici che in Italia spesso
del denaro.
comportano anni e anni di tempo
Il mezzo miliardo e più di euro sarà
perso, e che in altre province venela “paga” della cordata di privati
te hanno fatto sì che per posare la
realizzatori - Summano Sanità Spa
prima pietra di un nuovo ospedale
costituita tra le altre dalle società
passassero più di vent’anni. Emessi
Gemmo, Palladio Finanziaria, Seree superati in tempi da record i bandi
nissima Ristorazione, Studio Altieeuropei (con qualche polemica ha
ri e altri – sia per il finanziamento
vinto proprio la cordata di promoiniziale per la costruzione dell’opera
tori iniziali, Summano Sanità), per
sia per la fornitura nel polo unico
la nuova opera sono stati effettuati
di Santorso di una serie di servizi
con successo anche gli espropri sui
non sanitari nel prossimo quarto di
terreni agricoli ai confini con Zanè
secolo: servizi commerciali, mensa,
e Schio. Non altrettanto successo
mobilia e arredi, “hardware”, forsi è avuto contro il municipio sclenitura di attrezzature biomedicali
dense, che per il nuovo polo aveva
come macchinari per la Tac e altro. I
presentato un progetto alternativo
588 milioni – in realtà di più, consi– il piano Plicchi – che prevedeva
derata l’Iva – rimborseranno questi
il riutilizzo e l’ampliamento di parte
dell’ospedale De Lellis: il progetto
scledense era stato, secondo la giunta di centrosinistra Dalla Via, valutato insufficientemente dal dg Caffi,
e su questo il comune ha presentato
e vinto un ricorso al Tar. Di fatto,
però, questo non ha bloccato l’iter
burocratico. In ultima analisi, va ricordato che da più parti la paternità
del progetto e la velocità con cui ha
superato i vari scogli burocratici è
stata attribuita all’euro-onorevole
(thienese) Amalia Sartori: l’ex esponente della corrente lombardiana
del Partito Socialista, oggi all’opposizione nel comune di Vicenza
ma a livello regionale molto vicina
a Giancarlo Galan, veniva indicata
dai più anche per la sua passata vicinanza allo Studio Altieri (è stata per
anni compagna di Vittorio Altieri,
oggi deceduto).
Un primo punto interrogativo sono i posti letto. 460 nel
nuovo polo, al posto degli oltre 600 attuali ripartiti nei due
ospedali.
Risponde Domenico Mantoan.
“I posti letto dell’ospedale, che vorrei operativo per l’inizio del 2012,
sono posti letto per acuti. Il rapporto di 2,5 posti letto ogni mille abitanti, cui l’ospedale risponde, sono la
media fissata a livello europeo. Forse
sarà il rapporto più basso, fra tutti gli
ospedali italiani, ma questa è un’Ulss
che sta curando molto gli ospedali
di comunità. Intendiamo investire
molto sulle Utap, medicine di gruppo, ovvero le unità territoriali di cure
primarie gestite da medici di base e
i centri di ricovero extra ospedaliero per cronici e terminali. Nell’Alto
Vicentino sono attualmente attive
le Utap di Zugliano e Arsiero, si sta
partendo con Malo. Di ospedali di
comunità in regione ce ne sono due,
uno dei quali a Valdagno. Le strutture deputate potrebbero essere gli ex
ospedali di Schio e Thiene: si parla di
qualche decina di posti letto”.
Mantoan: “I canoni che si vanLa rapidità con cui è stata suno a pagare di fatto sono circa gli
perata la fase burocratica non
stessi costi che l’Ulss paga oggi,
è comune. Come mai?
peraltro già ad esterni. Non vi sa“I tempi sono stati molto veloci perranno aggravi notevoli. In sostanché a livello regionale questo progetza, sono anche le stesse ditte con
to, calato in questa realtà, è risultato
cui l’azienda sanitaria lavora oggi.
molto credibile. L’Ulss 4, esempio di
Inoltre, la costruzione dell’ospeefficienza a livello regionale, ha fatto
dale affidata a privati consentirà
scelte difficili, ha chiuso l’ospedale di
tempi certi, cosa non di poco conto
Malo e fatto un ospedale unico sulle
trattandosi di edilizia pubblica. Ridue piattaforme di Schio e Thiene,
cordo che in Veneto vi sono ospepoi ha sviluppato e investito su medali la cui realizzazione ha richiedicina territoriale e cure primarie.
sto anche decenni. L’impiego del
La Regione aveva ed ha tutti i motivi
soggetto privato come fornitore
per tenere gli occhi puntati su quee come “incaricato” del ricambio
st’area: l’Ulss 4 è un prototipo”.
della strumentazione biomedica,
I privati avranno in gestione
poi, consentirà risparmi notevoli.
anche la fornitura di attrezFaccio l’esempio della Tac: di fatto
zature biomediche, oltre che
quando deve acquidi mense e servizi
starne una, l’azienda
non sanitari. Cosa
sanitaria
pubblica
succederà se vi
se agisce in prima
fosse necessità di
persona è costretta
cambiare
prima
a fare un bando. Esdel tempo un macsendo che i venditori
chinario, per un Il dg:
di tali apparecchiainatteso progresso sono gli stessi
ture sono, in pratica,
tecnologico?
costi che
due o tre in tutto il
Risponde Andrea
sosteniamo
mondo, con i bandi
Zanon:
“All’intergli enti pubblici non
no del contratto di oggi
conseguono
mai
fornitura sono prereali risparmi, anzi
visti anche i tempi
si hanno rincari di circa il 40 per
di ricambio delle apparecchiature
cento rispetto a quando lo stesso
biomediche. Il concedente, l’ente
acquisto viene effettuato da un
sanitario, può sempre chiedere un
soggetto privato. In economia lo
cambio anticipato e normalmente
chiamano “cartello”. Se l’azienda
sarà comunque il concessionario a
pubblica delega l’acquisto a un pripagare, anche in questi casi”.
vato, al contrario, questi può intaSu che fascia qualitativa ci si
volare una vera trattativa e consecollocherà per l’acquisto degli
guire risparmi notevoli. Nell’Ulss
strumenti?
di Arzignano, per ovviare a questo
Zanon: “La qualità degli strumenti
problema e consentire all’azienda
è garantita perché noi, concessionasanitaria di acquistare macchinari
rio, abbiamo il massimo interesse,
a prezzi ragionevoli e non ricorrere
economico, che siano ben funzioal bando, eravamo ricorsi a un acnanti e durevoli nel tempo. L’onere
cordo fatto con aziende locali, che
delle riparazioni è infatti a nostro
avevano costituito una fondazione
carico”.
che, come tale, poteva acquistare
Da un punto di vista finanziaper l’Ulss. Un “escamotage” che
rio la somma pagata dall’aziennell’azienda sanitaria altovicentida sanitaria, nel tempo, è assai
na non sarà necessario”.
elevata. Ne valeva la pena?
focus
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Troppo stress,
manager a lezione di yoga
Sessanta dirigenti in coda per scoprire come sconfiggere ansia e
mal di testa. Molta curiosità, ma anche qualche perplessità
“Difficile ritagliarsi tempo tra ordini e reclami”
di Andrea Genito
“N
essuna utopia. Migliorare
la qualità della vita si può,
ritagliando un po’ di spazio per se
stessi. Le avversità non si possono
evitare, anzi vanno affrontate, ma
quello che conta è l’atteggiamento
col quale ci poniamo”. Il dottor
Roberto Sanlorenzo, direttore esecutivo per l’Italia di Aivu, organizzazione consultiva presso il Consiglio Economico delle Nazioni Unite, introduce così il progetto “Yoga
Village”, che la settimana scorsa
ha fatto tappa anche a Schio, con
oltre 3000 visitatori in due giorni. “Si tratta di una manifestazione itinerante, a scopo puramente
dimostrativo, attraverso la quale
portiamo nel mondo i principi e
le tecniche di questa arte che ha
5000 anni, ma è sempre attuale.
Accorgimenti che si adattano a
tutte le situazioni quotidiane e che
ci permettono di non farci schiacciare dagli eventi. In poche parole
a combattere lo stress e, quindi,
a rafforzare le difese immunita-
rie. Perché è provato oramai che
queste tensioni debilitano il nostro organismo o meglio minano
il suo equilibrio energetico, dando
origine al male del secolo, cioè la
depressione, ma aprendo la porta
anche a tutte le patologie. In pratica lo yoga non è una medicina, ma
sicuramente un’ottima prevenzione”.
Dopo le tappe nell’isola diAlderney, nella Manica, di Bruxelles,
Città del Messico e di Milano,
Sanlorenzo ha portato lo YogaVillage a Schio, concentrando in due
giorni una serie di conferenze e
dimostrazioni pratiche, affidati ad
altri allievi del maestro Sri Ravi
Shankar. A conferma del Dna imprenditoriale dell’Alto Vicentino,
il momento più seguito e con maggiori adesioni è stato il corso di
“stress management”, ossia della
gestione dello stress da responsabilità aziendali, tenuto da Beatrice
Cori, lei stessa dirigente per quasi
vent’anni, prima di convertirsi al
nuovo modus vivendi. “Ovviamente ne ho sperimentato i benefici io
stessa - spiega-. Poi ho deciso di
lasciare tutto per farne un vero e
proprio lavoro, decisamente molto
più piacevole e gratificante del precedente.. Cerchiamo di interessare
questo target molto numeroso,
soprattutto nel frenetico Nordest,
insegnando esercizi semplici che
posso tranquillamente ripetere da
soli. L’importante è ritagliarsi almeno un ora al giorno per questa
terapia senza medicine”.
Una sessantina, le persone che
sono riuscite ad iscriversi alle due
prove dimostrative. Di rigore i piedi scalzi ed un tappetino, mentre
erano assolutamente banditi e bonariamente sequestrati cellulari,
palmari e orologi. Alla fine, pareri
discordi e qualche commento scettico: non sull’efficacia degli esercizi (un paio di persone si sono pure
rumorosamente
addormentate
durante il rilassamento), ma sulla
loro applicabilità quotidiana. “Se
serve a ridurre cachet o pastiglie
contro il mal di testa, proverò ad
usare queste tecniche- commenta Giorgio Bottene, imprenditore
di Schio -; ora mi sento bene e le
sensazioni sono piacevoli, ma non
è semplice prendersi una pausa tra
telefonate, ordini o reclami. Ripeto, ci proverò perché mi sembra
un metodo semplice e senza effetti
collaterali”. Più entusiasta Paolo
Righele, agente di commercio di
Thiene: “Andrò ad altri incontri
del genere, credo possano migliorare la qualità della mia vita, ma
soprattutto l’approccio con gli imprevisti. Se si riuscisse ad affrontare ogni giornata con un sorriso
credo si sarebbe più lucidi e ci si
stancherebbe di meno. Bisogna
però crederci veramente”.
Il partecipante che arrivava da più
lontano è stato il pavese Roberto
Florindi, responsabile vendite di
un’azienda lombarda. “Sinceramente sono venuto per pure curiosità e perché spinto da un amico fa presente -. Non avevo mai sentito parlare di questa associazione e
francamente si fa fatica a stare die-
tro a tante sigle con nomi spesso
improbabili. Mi interessava però
l’aspetto dello stress management
e così sono entrato. Alcuni esercizi li conoscevo già, perché mia
moglie pratica da anni Ata Yoga.
Inoltre sono nuotatore agonista
ed alcuni esercizi di rilassamento
hanno punti in comune con quelli che già adotto prima delle gare.
Pur trovando buffe le espressioni
mimiche che l’insegnante ci ha
proposto per sciogliere i muscoli
facciali, questa parte del corso la
reputo importante. Questa millenaria filosofia si basa sul sorriso,
gesto splendido che dovremmo
imporci più spesso”.
Alla domanda se ripeterebbe
l’esperienza, però, Florindi risponde così. “Sinceramente? Su
un’isola deserta o in un monastero
indiano magari sì. Non credo sia
proponibile altrove”.
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quartieri
119 del4 ottobre 2008
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12
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ViPiù
quartieri
Metti una sera all’opera
Pardon, al cinema
Santa Bertilla
Musica lirica in diretta dai grandi teatri d’Italia. L’iniziativa
dal cinema Primavera ha subito conquistato uno zoccolo duro
di appassionati.“Abbiamo un pubblico di nicchia, ma molto esigente e critico”
di Giulio Todescan
N
on vi siete ancora abituati alla
musica sul computer, ai film
sullo schermo dell’iPod, ai videogiochi tratti da Matrix, ai giornali trasformati in cumuli di bit da
scorrere on line? Bene, una nuova
rivoluzione è probabilmente già
accaduta senza che ve ne siate accorti: l’Opera al cinema. A Vicenza
si può vedere, in un piccolo cinema
parrocchiale, nel quartiere di Santa
Bertilla: il Primavera di via Ozanam.
«Una proprietà dei media, un servizio, una storia o un’esperienza
distribuiti su piattaforme tecnologiche che utilizzano diversi formati»: così Wikipedia definisce la
“crossmedia communication”, che
in italiano si traduce nel cacofonica termine “comunicazione crossmediale”. E’ esattamente quanto
avviene nel caso dell’opera lirica
proiettata sullo schermo. Riuscite
a immaginare qualcosa di più accademico, elitario, costoso – almeno
stando al senso comune diffuso
– dell’Opera? E qualcosa che sia
più pop, di massa, di puro intrattenimento di gran parte del cinema
che passa per i grandi circuiti? Il
corto circuito fra questi due circuiti
e pubblici molto diversi è stata la
scintilla che ha fatto partire Microcinema, il primo network di cinema
digitali collegati da trasmissioni satellitari in Italia. Il 20 aprile 2007
si proiettava in 25 sale italiane la
“prima” in diretta dal Teatro dell’Opera di Roma de “La Traviata”
di Giuseppe Verdi, con la regia e
le scene di Franco Zeffirelli. E fra i
primi cinema ad adeguarsi a questo nuovo sistema di proiezione c’è
stato il Primavera, che anche quest’anno propone una vera e propria
“stagione operistica”.
«L’accordo con Microcinema ci
permette di trasmettere contenuti
diversi dai film tradizionali – dice
Paolo Guerra, responsabile di sala
–. Una di queste possibilità è la
proiezione di opere, sia in diretta
dai teatri italiani, sia in differita.
| Il cinema Primavera
Le riprese sono eseguite da RaiTrade e Dvcinema, di altissimo livello
professionale. L’audio è in qualità
digitale, Dolby Sorround al alta definizione».
La scommessa del piccolo cinema
parrocchiale (trecentotrenta posti
in sala, schermo da 9 metri) non è
facile, ma piano piano si sta creando uno zoccolo duro di frequentatori: «L’anno scorso abbiamo
avuto un incremento sorprendente
– continua Guerra –. Dai trenta
spettatori della prima proiezione
siamo passati a un centinaio nelle
successive. C’è un problema di comunicazione: purtroppo ma non
abbiamo il budget per pubblicizzare l’iniziativa come si dovrebbe».
Un pienone, però, c’è stato: l’otto
dicembre del 2007, quando si è
proiettata la “prima” della Scala,
il “Tristano e Isotta” di Wagner,
diretto da Daniel Barenboin per la
regia di Patrice Chereau. Ingresso
a 12 euro (non proprio pochissimo,
ma parte dell’incasso se ne va per i
diritti dei teatri da cui si trasmette),
sala piena. Che si tratti di opere in
diretta o in differita, la “magia” è
la stessa: dalla sala di controllo di
Torino, che monitora tutti i cinema
collegati, il segnale satellitare arriva al proiettore digitale di Gorgonzola, Sciacca, Palermo, Vo di Brendola e un’altra cinquantina di sale
aderenti al circuito.
Per noi è un’attività di promozione
culturale – racconta Paolo Guerra
–. Per ora abbiamo un pubblico di
nicchia, ma anche molto esigente e
critico. Per questo è una gran soddisfazione sentire i commenti soddisfatti di chi esce dalla sala». Ma
non c’è solo l’Opera: nei piani del
cinema Primavera c’è anche la tra-
smissione di concerti di musica leggera, e persino un torneo a premi
di Playstation sul grande schermo.
L’apoteosi del crossmediale.
PROGRAMMA
“LA SONNAMBULA” di Vincenzo
Bellini
dal Teatro Lirico di Cagliari
(in diretta)
15 ottobre ore 20.15
“CARMEN” di Georges Bizet
dallo Sferisterio di Macerata per la
direzione di Carlo Montanaro.
11 novembre
“AIDA” di Giuseppe Verdi
dal Teatro Massimo di Palermo (in
diretta)
3 dicembre ore 18.15
Ingresso unico: € 12,00
Riservato ai soci del
Circolo Primavera: € 10,00
speciale
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ViPiùtavole del mondo
Centro storico
Giardini Salvi,
la riapertura slitta a Natale
La fine dei lavori era prevista per ottobre. Invece, a causa di alcuni
interventi “dimenticati” dal progetto iniziale, bisognerà aspettare
fino a dicembre. E mamme e anziani protestano
Mutilato. Mentre i genitori degli aluntivi, per i quali è prevista una spesa
ni delle scuole di piazzale Giusti sono
supplementare di 70.000 euro, siaora costretti ad aspettare i bambini
mo in ordine - conferma l’architetto
concentrandosi lungo il marciapiede
Cesare De Munari, direttore dei ladi corso S. Felice anziché all’interno
vori - Riusciremo a finire il tutto in
di Andrea Fasulo
del parco. “I cittadini si lamentano
tempo per il mercato di Natale”.
ma non sanno a chi rivolgersi - conAspettando di trovare giardini nuovi
tinua Pilan -, e questo si verifica per
di zecca come regalo sotto l’albero, i
iardini Salvi, un piccolo polmoeffetto dell’abolizione delle circoscripiccoli disagi per i residenti della zona
ne verde nel pieno centro della
zioni. Sono sicuro che l’assessore Tosi protraggono. E si riaccende il coro
città. Luogo che per tanti cittadini,
setto sia disposto ad ascoltare, ma è
di critiche per la scelta, considerata
anziani e famiglie con bambini, si è
difficile che trovi tempo da dedicare
infelice, di intervenire proprio dusempre caratterizzato come punto di
a tutti i quartieri e alle loro esigenze.
rante il periodo estivo. “Molti anziani
ritrovo e di socializzazione; in estate
Oltretutto c’è il problema di Campo
che usufruivano regolarmente delle
poi, essenziale per le tante persone
Marzo dove lavori di riqualificazione
panchine non hanno più potuto farlo”
che cercano riparo dalla calura. I
sono iniziati, anche se con grave ritarspiega Mattia Pilan, ex consigliere cirsuoi cancelli sono chiusi al pubblido, ma si stanno trascinando ormai
coscrizionale di Sinistra Democratica.
co, come è noto, dal 14 aprile, per
da mesi”.
“La scelta della giunta precedente di
lavori di riqualificazione che si erano
C’è anche chi, come l’ex presidente
far partire i lavori in aprile è stata una
resi improrogabili. Lavori per i quali
della circoscrizione 1 Maurizio Finileggerezza e ha provocato molte lasono stati stanziati in due stralci circa
zio, si chiede se non sia
mentele tra i residenti.
360.000 euro. E che ora, pur essenutile prevedere, una
I giardini sono sempre
do trascorsi i 180 giorni previsti per
volta riaperti i cancelli,
stati luogo di ristoro
il completamento, dovranno essere
un servizio permanenestivo per gli anziani o
prorogati. Opere aggiuntive che non
te di custodia: “Il pasper chiunque non pos- La bonifica
erano state previste nel progetto inisaggio occasionale di
sieda un condizionato- della Seriola
ziale si sono rese necessarie e faranvigili non serve a nienre in casa. Ma anche chi
no slittare il termine ultimo, secondo
non era
te. C’è bisogno di qualabbia semplicemente
Amcps, alla metà di dicembre. Tra le
cuno che sia sempre
un cane da portare a prevista.
altre cose si è dovuto procedere ad
presente, che garantispasso ora è costretto E ha portato
una indagine sistematica su tutto il
sca sicurezza ai bama percorrere le vie del via più tempo
fondale della roggia Seriola per sconbini, che curi il prato,
centro”.
giurare il rischio della presenza di orche faccia manutenAltro problema: i giardigni bellici; quindi si è dato il via al
zione, altrimenti si
dini sono un punto di
risanamento dell’alveo dei due bracci
rischia il degrado del giardino. Ma
passaggio importante per chi, come
della roggia stessa, alla demolizione
sento ventilare l’ipotesi che, per nestudenti e viaggiatori che arrivano
di una passerella in cemento e alla
cessità di risparmio, si voglia ridurre
dalla stazione, vuole evitare percorsi
pulizia delle statue. “Metà ottobre è
la presenza dei custodi anche in altri
tortuosi per arrivare in piazzetta del
stato sforato ma con i lavori aggiunparchi”. Intanto l’assessore ai Lavori
Pubblici Ennio Tosetto si dice disponibile a ragionare su un servizio di
custodia ma sui ritardi dei lavori attacca la giunta di centro-destra: “Nel
progetto iniziale non era prevista la
bonifica della roggia, opera che si è
resa necessaria e che considero grave
non aver previsto sin dall’inizio. Ma
possiamo dire di essere a buon punto: l’illuminazione e la pulizia dei vialetti sono quasi completati. Se la passata amministrazione avesse inserito
nel progetto tutto quello che andava
fatto, avremmo chiuso sicuramente
| L’alveo della roggia dragato dall’acqua durante la riqualificazione
in tempo”.
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speciale
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15
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La piazza della
Solidarietà
Torna il salone del volontariato
Sotto la Basilica, stand e gazebo
delle associazioni della città e della provincia
T
orna in piazza domenica 4 ottobre il mondo del volontariato
vicentino. Per tutta la giornata, infatti, piazza dei Signori sarà invasa
dal “Salone della solidarietà”, la
tradizionale rassegna del mondo
del non profit organizzata dal Centro Servizi per il Volontariato che
chiama a raccolta, nel cuore del
centro storico, associazioni di volontariato, fondazioni e cooperative. E che costituisce per le migliaia
di persone che sono attive in questo campo una vetrina importante,
ricca di spunti, possibilità di confronto e opportunità di contatto. La
manifestazione parte alle 9,30, con
l’apertura degli stand e dei gazebo delle associazioni, e continuerà
fino alle 17,30, allietata anche dallo
stand gastronomico gestito dall’As-
sociazione Nazionale Alpini e da
momenti di gioco e divertimenti
pensati apposta per i più piccoli.
Il risultato è uno spaccato su una realtà che nella società vicentina ha un
peso rilevante, anche se difficilmente
quantificabile. Tanto per dare un’idea,
le associazioni iscritte al registro regionale e censito dal Centro servizi
di contrà Mure San Rocco sono oltre
350, e spaziano in tutti i settori della
vita quotidiana. Si va dai gruppi degli
alcolisti anonimi alle associazioni per
la difesa del malato, dalle associazioni dei genitori ai gruppi di protezione
civile, dagli alpini ai volontari dell’antincendio, dai donatori di organi
ai donatori di sangue, dai gruppi per
l’assistenza ai disabili a quelli per il recupero dei tossicodipendenti o per la
cura degli anziani e dei malati termi-
nali. E si potrebbe continuare con gli
amici dei parchi, gli amici dei musei, i
radioamatori, le case famiglia e i centri di aiuto alla vita, le associazioni che
si impegnano nel campo dell’integrazione e del confronto con i migranti, e
molto altro ancora.
Dalla sanità all’assistenza sociale,
dallo sport al mondo della cultura,
sarebbe difficile immaginare la nostra provincia senza la presenza e il
contributo del volontariato. Che negli
ultimi anni deve però fare i conti con
problemi vecchie e nuovi.
Da un lato l’eterna questione della raccolte dei finanziamenti è diventata ancora più complicata: la
situazione difficile delle finanze
pubbliche ha costretto molti enti a
stringere i cordoni della borsa. Con
tagli che si sono fatti sentire anche,
se non soprattutto, nel settore del
sociale e nelle attività “accessorie”
come lo sport e la cultura. Cioè proprio dove il volontariato è più attivo.
Dall’altra parte c’è la difficoltà, anche questa ricorrente, nel reclutare forze nuove. Molte associazioni
sono guidate e animate ormai da
anni sempre dalle stesse persone, e
da più parti si lamenta la mancanza di forze fresche. Infine, è sempre
più urgente l’esigenza di un salto di
qualità dal punto di vista organizzativo e gestionale: le gestioni familiari senza un progetto definito o uno
straccio di bilancio, le riunioni nello
scantinato di casa, non bastano più.
Sono queste, probabilmente, le sfide
che il terzo settore dovrà affrontare
per continuare a recitare il ruolo che
ha avuto finora.
speciale
119 del4 ottobre 2008
numero
16
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Dal fatturato ai volontari
tutte le cifre
dell’economia
sociale
Presentato il primo rapporto nazionale
sul terzo settore: 220 mila organizzazioni,
3 milioni di volontari, 38 miliardi di fatturato
E pochi contributi pubblici
| Piazza dei Signori in festa per il “Salone della Solidarietà”
O
visto che si basano sul censimento
ltre 200 mila associazioni,
del 2001, ma che costituiscono la
5 mila cooperative, 3 mila
prima fotografia completa di un
fondazioni e altrettanti comitati.
mondo in continua crescita.
Per un totale di oltre 220 mila organizzazioni, in cui
Il Rapporto distinsono impegnati più
gue tra associazioni
di tre milioni di vonon riconosciute, che
lontari, con un fatsono 140.746 (pari
turato complessivo Oltre
al 63% del totale) e
superiore ai 38 mila metà delle
quelle riconosciute
liardi di euro. Sono
che sono 61.313 (il
i dati del primo rap- associazioni
27,7%); poi tra cooporto sull’economia di volontariato
perative sociali, che
sociale italiana, cioè sono
4.651, pari al
sul mondo del vonel Nord Italia sono
2,1% (sempre dati
lontariato e del non
ufficiali del censiprofit, presentato
mento), fondazioni
nei giorni scorsi da
(3.008, pari all’1,4%) e comitati
Cnel (Consiglio nazionale dell’eco(3.833, l’1,7% del totale). In più
nomia e del lavoro) e Istat. Dati
ci sono le “istituzioni che avevanon aggiornatissimi, a dire il vero,
no dichiarato l’adozione di forme
giuridiche diverse da quelle previste” (e tra queste ci sono enti ecclesiastici civilmente riconosciuti,
istituti scolastici e ospedalieri e
società di mutuo soccorso), che
erano altre 7.861 unità, costituendo il 3,6% dell’insieme. Andando
più nel dettaglio, si scopre che
oltre la metà delle organizzazioni
sono concentrate nel Nord Italia
(Lombardia, Veneto ed Emilia le
regioni più rappresentate, mentre se si considera il numero di
associazioni ogni 10 mila abitanti, in vetta si collocano Trentino,
Valle d’Aosta e Umbria); il settore
più rappresentato è invece quello
della cultura, sport e tempo libero, seguito dall’assistenza sociale,
dalla rappresentazione di interes-
Nel Rapporto infine, come ha fatsi (sindacati e associazioni di cateto notare oggi il presidente del
goria) istruzione e sanità.
Cnel, Marzano, si sottolinea che
Per quanto riguarda nello specila maggior parte delle entrare
fico il volontariato, il Rapporto
delle varie istituricorda che nel 2003
zioni del nonprofit
le organizzazioni di
ha una provenienza
volontariato erano 21
privata (donazioni,
mila, mentre due anni
beneficenza, attività
dopo, alla fine del
dirette come impre2005, le cooperative Il grosso
sa sociale, ecc). Si
sociali erano 7 mila.
smentisce così uno
Sempre nel 2005, le delle entrate
dei luoghi comuni
fondazioni erano cir- arriva da
sul settore che parla
ca 5 mila e, oprattut- finanziamenti
di un nonprofit soto grazie al processo
privati
stanzialmente asdi privatizzazione di
sistito dallo Stato.
alcuni enti pubblici,
Secondo Marzano,
stanno iniziando ad
più dell’80% delle entrate delle
affermarsi come soggetti non solo
non profit derivano dai finanziafinanziatori, ma anche erogatori
menti privati.
di servizi alla cittadinanza.
speciale
119 del4 ottobre 2008
numero
17
pag
L’esercito dei 150 mila
i numeri del Veneto
Una miriade di organizzazioni, capaci di mobilitare oltre
900 mila abitanti. Ecco una sintesi del rapporto di ricerca
sul volontariato organizzato nella nostra regione
I
l mondo della solidarietà organizzata del Veneto è in grado di mobilitare oltre 900 mila
abitanti (1 residente su 20, compresi donatori e soci) e può contare sull’apporto di circa 87 mila
volontari, la maggior parte dei
quali vi opera assiduamente. Il
lavoro gratuito di questi produce
complessivamente un monte ore
settimanale equivalente a quello di 6.170 persone impegnate a
tempo pieno.
Nel 2000 le organizzazioni di
volontariato venete si sono fatte
carico di oltre 150 mila persone
in stato di bisogno nei settori di
supporto al Welfare, ma importante è la loro presenza e azione
anche nei settori della vita civica
(ambiente, cultura, educazione,
protezione civile, solidarietà internazionale) dove stimolano la
consapevolezza dei cittadini e
ne promuovono e organizzano la
partecipazione sui problemi del
territorio e sui temi della qualità
della vita.
E’ una realtà sempre meno connotata da appartenenze collettive
a matrici culturali o ideologiche
(in particolare di tipo confessionale); la condivisione tra i
membri dei gruppi avviene, più
che altrove, sugli obiettivi e sui
risultati da raggiungere e quindi
sulla comune tensione alla mission specifica, piuttosto che sulle
premesse culturali dell’agire collettivo.
Continua a concretizzarsi nel-
l’impegno di piccoli gruppi (in
genere tra le 5 e le 10 persone)
ben radicati nel territorio di riferimento (il comune in primis)
e capaci di coinvolgere, in relazione a particolari necessità, una
vasta tipologia di risorse complementari (circa 7 organizzazioni
su 10 si avvalgono, ad esempio,
di volontari non continuativi). I
volontari più assidui mantengono caratteristiche di età matura
(prevalgono le classi anagrafiche
degli
ultraquarantacinquenni)
con una leggera prevalenza di
donne, pur penalizzate nel ruolo
apicale (il 70% delle unità in esame ha un presidente uomo) e con
una disponibilità media settimanale di tempo donato pari a 5 ore
pro-capite. Naturalmente questi
dati rimandano ad un importante interrogativo, se cioè il mondo
delle giovani generazioni possa
configurarsi ancora come adeguato serbatoio di nuovi attivisti.
Solo il 6% delle organizzazioni è
composto in maniera prevalente
da volontari continuativi al di
sotto dei 29 anni.
Vicenza: questa provincia presenta la più bassa densità di
organizzazioni di volontariato,
particolarmente
concentrate
nel comune capoluogo; tuttavia
operano in misura superiore in
un raggio d’azione distrettuale o
zonale. Le unità operative sono
costituite in più larga misura da
un atto pubblico e sono più massicciamente iscritte al registro
regionale del volontariato. Rappresentano pertanto le organizzazioni mediamente più grandi
(oltre 40 operatori). Pur essendoci una componente leggermente
| In alto: volontari di Legambiente anche tra i più piccoli. Qui sopra: l’indispensabile aiuto offerto da Croce Rossa e Protezione Civile
più ampia di unità in cui prevale
il contributo operativo del personale remunerato, troviamo in
questa provincia la maggior quota di compagini composte da solo
volontari (1 su 4). Vi sono altresì
le organizzazioni più in linea con
la loro specifica missione del volontariato, in quanto orientato a
terzi e con finalità quali la tutela e
promozione dei diritti, la promozione sociale e l’educazione alla
solidarietà nelle sedi formative.
Un’attenzione particolare viene
dedicata alle famiglie e proprio
dal tessuto di relazione esistente tra queste nascono in questa
provincia più organizzazioni che
altrove (16 su 100). Questo spiega anche la prevalente presenza
femminile in una cospicua quota
di esse.
Estratti della relazione di
Renato Frisanco
Settore Studi Ricerche
e Documentazione
Fondazione Italiana
per il Volontariato
SE.FA.MO.
Conforme alle norme del codice di deontologia medica ed alla allegata linea guida
Telefono 0444 320333
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cultura
119 del4 ottobre 2008
numero
19
pag
ViPiù
cultura
Freddolini,
uno scatto metafisico
sul paesaggio
di Luca Matteazzi
V
enti scatti per immortalare
un mare invernale, rarefatto e quasi metafisico, tra poltrone semiabbandonate sulla
spiaggia deserta, file di cabine
senza uno straccio di presenza
umana, impronte lasciate nella
sabbia e una canna da pesca lasciata lì da chissà quale pescatore. “Tranne due o tre immagini,
sono tutti scatti fatti nel nostro
mare, attorno alla Laguna”, racconta Renato Freddolini, il fotografo vicentino che questo fine
settimana inaugura, alla libreria Pangea di Padova, una mostra dedicata appunto al mare.
“Ho scelto il mare d’inverno
le immagini”), con i lavori sulle
– aggiunge -, libero da contadimore storiche e sui vecchi meminazioni antropomorfe, per
stieri di Brendola, il paese in cui
scoprirlo in un modo diverso da
è stato docente per anni. “Ho
quello a cui siamo abituati, caoiniziato dopo a fotografare – ritico e affollato. E ho scelto il nocorda -. Io non sono un creativo
stro mare, preferendolo a mete
puro. Piuttosto, sono un tecnico
più esotiche, perché se uno è
sensibile”.
un bravo cuoco riesce a cucinare piatti buoni anche con quel
La strada per esprimere quepoco che ha in cucina”.
sta sensibilità, Freddolini l’ha
A giudicare dal ritrovata in una fosultato, la ricetta
tografia che per lui
sembra essere giuresta legata al classta. Le venti immasico bianco e nero,
gini esposte a Pado- Non ci sono
e più recentemente
va, del resto, sono il
ad una particolare
solo case e
punto d’arrivo di un
tecnica di stampa
percorso di ricer- colline
detta lith printing,
ca lungo ormai due Nei paesaggi
con cui ottiene delle
decenni e comincia- aleggia
immagini di un sinto quasi per caso,
golare color seppia.
la memoria
come ammette lo
“È una tecnica fastesso Freddolini
ticosa, laboriosa,
sul sito dell’Ossima affascinante”.
diana, il centro culturale in cui
Sempre, comunque, tutto reail fotografo tiene dei corsi fin
lizzato rigorosamente in anadai primi anni ‘90. E in effetti la
logico. “Non ho nulla contro il
sua carriera comincia con la didigitale, anzi – spiega -. Lo uso
dattica, con i corsi fatti a scuola
anch’io, quando sono in viaggio
con i ragazzi delle medie (“Mi
e faccio delle foto turistiche. Ma
sembra assurdo che non si insono due mondi diversi, e quansegni come vengono costruite e
do lavoro a tema scelgo sempre
come vanno lette le immagini in
l’analogico. E il bianco e nero:
un mondo che è dominato dalil colore secondo me distrae.
A tu per tu con il fotografo: la scelta del bianco
e nero, la passione per le vedute della città e dei suoi colli,
il gusto per l’insegnamento
| A destra Renato Freddolini, a sinistra una delle sue foto
Forse soddisfa subito, ma a me
interessa sottrarre, cercare l’essenziale, una sintesi tra forma e
comunicazione. Non sono un pasdaràn, e ho il massimo rispetto
per chi lavora con il colore: ma
secondo me alla fine il bianco e
nero ti lascia anche maggiore libertà espressiva”.
Se il punto d’arrivo della sua ricerca visiva, per ora, è il mare,
il punto di partenza del Freddolini fotografo è stato il lago
di Fimon, un classico per ogni
vicentino che provi ad imbracciare una reflex. Poi è toccato a
Quinto, il suo paese natale, dove
nel giardino di villa Tacchi ha
cercato di ricreare le immagini
e le atmosfere della sua infanzia; quindi al libro ispirato dagli
scritti di Guido Piovene, con gli
scatti di una Vicenza bianca e innevata (“A Vicenza vale la pena
di concentrarsi sulla luce, sulla
dolcezza dei paesaggi, e sui dettagli dei monumenti, che vanno
più che altro raccontati”). Paesaggi, quasi sempre paesaggi.
“Ho cominciato come paesaggista, come fanno tanti, e sono rimasto paesaggista – aggiunge -.
Mi rifaccio a quello che ha detto
un grande geografo; e cioè che
di spiegare che quando scatti
devi sapere cosa stai facendo e
perché lo stai facendo: non puoi
sempre contare sul fatto di avere
una scheda di memoria da otto
giga. I corsi, inoltre, sono anche
un’occasione per stare assieme, per creare un momento di
socialità: in un mondo sempre
più sovraffollato, in cui passano
un sacco di informazioni ma in
cui non si parla più
delle cose, la gente
ha anche bisogno
di stare insieme
Quando scatti per un obiettivo comune”. Magari per
Dietro ad uno scatdevi sapere
imparare a scoprito, dunque, c’è un
re, anche in un paepercorso di ricerca cosa stai
saggio sempre più
spesso lungo e sof- facendo
rovinato (“ormai i
ferto. E delle scel- e perché
campi esistono solo
te consapevoli. È
lo fai
per essere coltiquesto che tenta di
vati”), la capacità
spiegare ai tanti aldi trovare i segni
lievi dei suoi corsi,
della bellezza. “Siamo troppo
giovani e meno giovani. “Il digidistratti, arriviamo a sera che
tale ha avvicinato tanti alla fotoabbiamo fatto duecento cose, e
grafia, perché è facile, immediatutte distrattamente”, conclude
to, e se sbagli butti via. Però se
Freddolini. Lui, il suo prossimo
poi la cosa ti piace devi divenobiettivo, l’ha puntato sull’Altare padrone del mezzo, e allora
geria, terra di deserti e di spidevi tornare alle basi classiche.
ritualità. Per cercare di darne,
Per questo c’è un ritorno ai corsi
come sempre, un’immagine non
di fotografia. Io do le basi tecstereotipata.
niche, e poi cerco soprattutto
il paesaggio non è solo fatto di
case, strade e colline, ma anche
di memorie che vi aleggiano sopra, e l’uomo lo costruisce fin da
piccolo. Questo mi ha fatto capire perché cerco certe immagini
e certe atmosfere. Poi, la fotografia di paesaggio, oltre a raccontare un luogo, deve avere un
valore metaforico, comunicare
un qualcosa che possa avere
un valore universale. Ed è soprattutto
questo che bisogna
cercare”.
cultura
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20
pag
La città scomparsa:
Santa Lucia,
anarchica e socialista
Osterie, botteghe artigiane e personaggi da film
Storia di uno dei quartieri più popolari e vivaci della città
| Porta Santa Lucia
di Luca Matteazzi
R
era che qua avevano tutti un lavoro
in proprio, non dovevano rispondere a nessun padrone. Era una specie di limbo in cui si viveva liberi e
tranquilli”.
ossi, anarchici e goderecci. Fino
Un’autonomia rivendicata con oralla metà del Novecento, attragoglio, a volte anche con qualche
versare ponte degli Angeli voleva
eccesso: “Un amico di mio nonno
quasi dire cambiare città. Lasciare
si vantava di non aver mai attrala Vicenza palladiana, aristocratica
versato Ponte degli
e un po’ ingessata del
Angeli. C’era un po’ di
centro storico, per avastio verso i nobili del
venturarsi tra bande
centro, che da parte
di monelli in calzonloro ci guardavano
cini corti, massaie incon fastidio”. Un’audaffarate nei lavatoi Qua erano
tonomia che si basava
lungo il fiume e una tutti artigiani
sulla granmiriade di piccole
Ed erano tutti soprattutto
de concentrazione di
botteghe. Era così
attività
artigianali.
a Santa Lucia, che liberi, senza
“Gran mestiere quello
oggi vivacchia come padroni
dell’artigiano – contitranquilla via resinua Busato -. Se vuoi,
denziale con qualche
puoi mettere sulla
negozio di pregio, e
porta il cartellino magico con scritto
che invece è stata per secoli, con il
‘Torno subito’, e andare a guardare
vicino rione di Trastevere, uno dei
quelli che pescano nel Bacchiglione.
motori della Vicenza che lavora e
Peccato che oggi di artigiani veri, di
produce. “Esagerando un po’, si può
quelli che producono qualcosa con
dire che qua è nato il Nordest – racil lavoro delle loro mani, non ce ne
conta Giuliano Busato, che a Santa
siano più. E questo non solo qui a
Lucia ha la stamperia di famiglia e
Santa Lucia, è così dappertutto”.
che tra quelle strade ci è cresciuto -.
C’è un modo di dire, secondo cui a
A Santa Lucia, però la cosa è forse
Vicenza ci sono più conti che a Veun po’ più evidente. Almeno per
nezia ponti. Ecco, qua non c’era bichi si ricorda com’era la contrada
sogno del conte, del nobile. Questa
fino ad una cinquantina di anni fa,
era una contrada libera, e il motivo
con la sua successione ininterrotta
di botteghe e botteghette. “Sotto i
portici c’era la sarta, che vendeva
anche stoffe; poi il fruttivendolo, il
fornaro, la saonara, il lattaro, uno
che vendeva carne, lo scarparo.
C’era tutto”. In mezzo, c’erano anche i laboratori del nonno di Busato, che prima di aprire la stamperia faceva materassi, di un fabbro,
di un falegname, di un ceramista, e
un deposito di legna da ardere custodito da un cane soprannominato “Pronto”, perché lì c’era l’unico
telefono di tutta la via. Non è un
caso se i primi fondatori dell’associazione artigiani di Vicenza, nomi
come Tosin, Zanchetta, Tognato e
Busato, vengono tutti da qui. “Era
tutta brava gente, gran lavoratori, ma anche attenti all’impegno
sociale – aggiunge lo stampatore
-. Qua erano tutti socialisti, anzi
anarchici. La domenica, però, tutti
a messa dai frati, magari di nascosto”.
Non mancavano i personaggi folcloristici. Come Romano, l’elettricista alto poco più di un metro che
girava sempre con la scala in spalla.
“Sembrava uno gnomo”. O quella
coppia di fratelli, uno alto e magro
e l’altro basso e tondeggiante, che
il giorno della Liberazione, alla fine
della seconda guerra mondiale,
pensarono di festeggiare issando
Gli uomini, invece, si trovavano in
osteria: nel giro di un centinaio di
metri ce n’erano ben sette, di cui due
sotto la porta. Oggi è rimasto solo Pitanta a tenere alta la tradizione. Le altre, dal Verdi alla Bella Vicenza, sono
tutte scomparse. Uccise dall’apertura, nel 1928, di via IV Novembre:
fino a quel momento la porta santa
Lucia era un passaggio obbligato per
chi voleva entrare in
città arrivando da nord
La vita, così scor(le uniche alternative
reva tranquilla. Tra
erano San Bortolo o
lo sferragliare del
porta Padova, menfabbro e il martellatre all’incrocio tra via
re del falegname, le Lungo la via
IV Novembre e Borgo
donne si davano una c’erano sette
Scroffa c’erano ancora
mano con i lavori, e
osterie
le mura). Di lì passavai ragazzini improvno tutti, piacesse o no.
visavano giochi che Oggi ne è
Con l’apertura del nuoadesso fanno sorride- rimasta una
vo asse stradale via
re. “Rubavamo qualIV novembre – Borgo
che chiodo di quelli
Scroffa – viale Trielunghi da falegname
ste, invece, Santa Lussia è andata
– ricorda Busato -, e lo portavamo
incontro al declino. Botteghe, osterie
fuori dalla porta, dove passavano
e laboratori hanno chiuso. E con loro
i binari della Vaca Mora. Il trenise ne è andato anche il gusto di stare
no, passando, li appiattiva, e così
insieme e lo spirito che animava la
avevamo dei bei pugnali per giovecchia borgata. “Adesso hanno fatto
care. Oppure si faceva il bagno
tanti restauri, e ci è venuta a vivere
nel Bacchiglione, si navigava con
tanta brava gente – conclude Busale barche. E quando si vedeva una
to -. Però, non si conosce nessuno.
pantegana in mezzo alla strada, si
Si vive meglio, sicuro, ma non so se
gridava “sorse” e si correva a chiuci abbiamo guadagnato davvero, in
dere i tombini per impedirgli di
questo cambio”. Non lo sappiamo
scappare. Giochi semplici, ma che
neanche noi.
ti svegliavano fuori”.
una bandiera sulla colonna di piazza XX settembre. “Uno salì, e non
riusciva più a scendere; dovemmo
chiamare i pompieri”. O ancora, la
“Maria Bona”, detta così non per
una particolare bontà d’animo, ma
per la facilità con cui concedeva
le sue grazie. “Ma alla fine questo
non era un problema per nessuno,
nemmeno per le mogli”.
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cultura
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numero
21
pag
Vinacce e caldaie fumanti
La settimana della grappa
ViPiùmente&corpo
RIVER CLUB
Visite guidate tra alambicchi e botti
Torna Distillerie Aperte, la tradizionale rassegna per scoprire
uno dei prodotti di punta del made in Vicenza
P
rofumo di vinacce, ribollir di
caldaie, distillar di tini. Nella
settimana che va dal cinque al 12
ottobre torna l’appuntamento con
Distillerie aperte, la tradizionale
rassegna che Vicenza Qualità organizza in collaborazione con l’Associazione Artigiani e la Provinicia
per promuovere e far conoscere
grappe e liquori, cioè alcuni dei
prodotti più legati alla cultura e
alla tradizione del territorio.
e tonneaux. E alla fine non manIl periodo scelto, non a caso, è quelcherà la possibilità di assaggiare
lo in cui le distillerie sono nel pieno
le varie tipologie di prodotto, dalle
dell’attività (la grappa si fa dall’8
grappe monovitigno
settembre ai Morti,
a quelle invecchiate,
ripetono spesso gli
dai distillati d’uva ai
addetti ai lavori): i
liquori di frutta.
visitatori potranno
Alla rassegna partecosì seguire i mastri
cipano sei distillerie:
distillatori in tutte le Degustazione
le distillerie Dal Toso
fasi della produzio- di grappe
e figlio di Ponte
ne, dalla selezione e
monovitigno, Rino
di Barbarano, la dilavorazione delle vistilleria Fratelli Brunacce al passaggio in invecchiate e
nello di Montegalda,
caldaie e alambicchi, distillati
la distilleria Li.dia di
dal taglio di testa
Villaga, Poli Distile coda (la prima e
lerie di Schiavon, la
l’ultima parte di didistilleria Schiavo di Costabissara
stillato ad uscire dall’alambicco,
e la distilleria Cavazza di Alonte.
generalmente non adatte ad essere
La visita è possibile dalle ore 10 alle
bevute) all’invecchiamento in botti
Corsi di tennis
Bambini, ragazzi e adulti
Il River Club assieme alla Sirio Tennis Accademy organizza corsi di tennis
per bambini, ragazzi dai 5 ai 18 anni e adulti.
Per ogni informazione rivolgersi alla segreteria orario 11,00-19,00
Tel 0444-569227
RIVER CLUB
18 di domenica 5 e domenica 12,
mentre nel resto della settimana in
orario pomeridiano. In ogni caso, è
preferibile prenotare presso la distilleria. Anche in questa edizione,
sarà inoltre possibile effettuare la
“Ronda della grappa”: chi visiterà
tutte e sei le distillerie e timbrerà l’apposito coupon, riceverà in
omaggio dei prodotti enogastronomici offerti dal Consorzio “Sapori
del Palladio”.
Completa il programma, infine,
l’iniziativa “Metti la Grappa nel
Menù” (in collaborazione con Confcommercio), che presso alcuni
ristoranti permetterà di gustare
quotidianamente piatti che prevedono l’utilizzo o l’abbinamento con
la grappa vicentina.
Dame, cavalieri, armi e amori
Rinascimento thienese
Nuovo fine settimana di rievocazioni storiche nell’Alto Vicentino
In piazza la ricostruzione dell’antico mercato franco
Visite inedite alle stanze segrete di palazzo Colleoni
D
opo la battaglia di Rovereto, il
mercato franco rinascimentale.
Il centro di Thiene torna a riempirsi
di cavalieri, armigeri, sbandieratori, mercanti, artigiani, contadini e
saltimbanchi, dame e gioclieri. La
settimana scorsa c’era stata la rievocazione della storica battaglia in cui i
soldati thienesi aiutarono i veneziani
a sconfiggere Sigismondo del Tirolo,
con la partecipazione di qualcosa
come 1300 figuranti; questo fine
settimana invece la strade intorno
al Castello Colleoni ospiteranno la
riedizione del mercato franco che
Thiene ottenne proprio dopo quella
battaglia. Il piatto forte della manifestazione è la carrellata di bancarelle e botteghe artigiane, ma ad arricchire il tutto ci sarà un coloratissimo
e festoso contorno fatto di artisti in
piazza e spettacoli di strada, di taverne e stand con prodotti gastronomici tipici dell’Alto vicentino.
In più, sarà possibile effettuare delle
visite inedite al castello dei Colleoni,
uno dei più importanti esempi di
architettura civile tardo quattrocentesca di tutto il Veneto. Oltre all’itinerario classico, nei saloni affrescati
e carichi di opere d’arte del piano
terra e del piano nobile, e alla visita
a quel piccolo gioiello architettonico
che sono le scuderie, saranno infatti visibili luoghi finora mai aperti al
pubblico, come le cucine e il sotterraneo cinquecentesco con la ghiacciaia. “Sono moltissime le persone
che da tutta Italia e dall’estero chiedono informazioni per trascorrere a
Thiene questi due weekend, attratti
dall’incanto della manifestazione
– sottolineano gli organizzatori del
doppio weekend di immersione nel
passato -. Un’occasione speciale, che
permette anche ai numerosi visitatori stranieri di scoprire le bellezze
della città in una veste particolare,
tra storia e tradizione, gastronomia
tipica e arte”.
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movida
119 del4 ottobre 2008
numero
22
pag
ViPiù
Più
Tecchio
per tutti
Il centro giovanile di viale San Lazzaro
è un cantiere di attività
e concerti autogestiti dai ragazzi
foto marcomunich.com
movida
P
ing pong, playstation e Internet. Ma anche gruppi sportivi,
corsi di danza e musica. Il tutto
all’insegna della partecipazione e
del protagonismo dei più giovani.
Questo ed altro offre il Tecchio,
centro giovanile nato nel 1994
grazie alla lungimiranza della Circoscrizione 6 e alla progettualità
della cooperativa “Il Mosaico”,
che tutt’ora lo gestisce. Nei locali
di una vecchia scuola In viale San
Lazzaro 112, il Centro Tecchio
costituisce da anni un punto di
riferimento per i giovani di una
zona considerata “difficile”. Un
quartiere che, tra urbanizzazione selvaggia, boom demografico,
alto tasso d’immigrazione e prostituzione, non ha saputo (o potuto) mantenere un tessuto sociale
14 ai 30 anni che, attraverso un
compatto, con appositi spazi decomitato ad hoc, si organizzano
dicati all’accoglienza, allo scamin modo autonomo. Ed è proprio
bio e all’integrazione.
questo lo spirito del centro: ofAl Tecchio i ragazzi ci vanno per
frire spazi e aiuto (anche buropartecipare al gruppo di lettura,
cratico) affinchè chiunque possa
esercitarsi alla palestra di roccia,
mettersi in gioco e avere l’opporballare la pizzica salentina e imtunità di socializzare
parare ad arpeggiare
e divertirsi.
le corde di una chiIl Tecchio, in passatarra. Oppure, semto, è stato laboratoplicemente, per non
rio di progettazione
starsene in strada
per gli organizzatori
e guardare un film Oggi accoglie
dell’indimenticato
tutti assieme. «Qui
una delle
Villazza, prima fesi viene anche a persta rock vicentina,
der tempo, ma in un poche sale
o la fucina creativa
contesto protetto», prove rimaste
che ha dato i natali
racconta
Tomma- in città
a band del calibro
so, che coordina la
dei Dufresne. Oggi
vita del centro per
accoglie una delle
conto della coopepoche sale prove rimaste in città
rativa. «In realtà noi educatori
(con una lunghissima lista d’attesiamo solo dei supervisori con,
sa, visti i prezzi concorrenziali e la
all’occorrenza, ruoli di supporto
recente chiusura del Giò Music)
e incentivazione» precisa. A geed un grande spazio adibito a sala
stire infatti il centro sono i suoi
concerti, che viene messo a dispostessi frequentatori, giovani dai
Gli appuntamenti
| xxx
sizione di tutti: le band che animano abitualmente il Tecchio, ma
anche gruppi esterni come il Free
Mosh Team, una squadra di amici
(già partner di alcuni club quali
Yourban e Sabotage) che spesso
propone concerti punk rock e hardcore negli spazi del centro.
Un paio di volte al mese qui si
entra in un vero e proprio locale
serale, con una programmazione musicale che il più delle volte
fa centro. «Abbiamo registrato
anche 200 ingressi in una sera»
conclude Tommaso, il che è una
vittoria per chi si cimenta con
l’organizzazione di eventi senza
particolari professionalità.
Per i curiosi che ancora non lo conoscono, il Tecchio ospiterà una
data di tutto rispetto il 3 novembre, con in scaletta i Die Young
(Texas), i Dead Vows (Svezia) ed
i Confronto (Brasile): un concerto hardcore e metallo puro che
promette scintille.
Francesca Danda
sabato 4
ROCKTEK
Quartiere Cattane - area verde in
Via Cavalieri Vittorio Veneto, ore 21
Rassegna musicale – serata
metal con Hide, Metal Masters e
Evilmind
Free entry
lunedì 6
KICCA & INTRIGO
Il Borsa Caffè – piazza dei Signori
26, ore 19
Concerto aperitivo – concerto jazz
soul
Free entry
sabato 4
GENERATIÖN CRÜE
Sabotage Bar – viale dell’Industria
12, ore 21
Concerto tributo Mötley Crüe
Free entry
martedì 7
NELLE STREGHE E NELLE
SIRENE
Il Borsa Caffè – piazza dei Signori
26, ore 20
Rassegna “Aperitivi oltre la
musica” – performance teatrale
di Livio Pacella con studenti del
laboratorio ITC Piovene
Free entry
sabato 4
THE ZEN CIRCUS + CASA
Lynx club – via Quadri 75, ore 22
Serata musicale indie rock
Riservato soci Arci
sabato 4
ALCSTONES + OBSCURE STEEL
Frenetica Rock Cafe - via Dante
91 (San Valentino di Brendola),
ore 22
Rassegna “Rock No Limits”
– concerto rock + concerto metal
Free entry
sabato 4
ENJOINT + 3 ABBONDANTE
Yourban Music Lab – via 51°
Stormo 3 (Thiene), ore 22
Concerto ska reggae + concerto
ska punk rock
Riservato soci Arci
domenica 5
MUSICA BALCANICA
Panic Jazz Club – piazza degli
Scacchi (Marostica), ore 20
Concerto folk con Mirco Maistro,
Lorenzino Pignattari e Mamo
Marcante
Free entry
venerdì 10
BACK TO BLACK
Bar Sartea - Corso SS. Felice e
Fortunato 362, ore 21
Dj set music & vision
Free entry
venerdì 10
MASTICO
Movida Music Cafè – via Aldo
Moro 304, ore 22
Concerto rock italiano
Free entry
venerdì 10
ELISEUM + O.P.P.O.I.S.E.R.
Frenetica Rock Cafe - via Dante
91 (San Valentino di Brendola),
ore 22
Rassegna “Rock No Limits”
– concerto gothic metal + concerto
hard rock
Free entry
movida
119 del4 ottobre 2008
numero
23
pag
ViPiùbollicine
Una finestra sul cortile
E si scopre il mondo
Popcorn
Malato di cuore, un ballerino riscopre la vita spiando
i vicini dalle finestre di casa. Un film che sembra non
parlare di nulla e invece racconta tutto
di Giuliano Corà
| Romain Duris e Juliette Binoche, protagonisti del film di Klapisch
P
ierre è un ballerino, ma una
notizia lo spezza: il suo cuore
è malato, urge un trapianto, e le
probabilità di successo sono basse. Pierre si chiude in casa, perché nulla più lo interessa. Solo lo
affascina guardare dalla finestra,
spiare le vite degli altri, immaginarne le esistenze, sognarne i
sogni. Poco a poco Klapisch tesse
attorno all’appartamento di Pierre
una trama di esistenze che alla sua
sono legate in modo assolutamente particolare. Se narrativamente il
legame è casuale e non strutturale,
esso è soprattutto ‘esistenziale’. La
vita di Pierre è importante perché
forse sta per finire, ma soprattutto
perché è la vita di un essere umano, e così lo sono le vite di questa
galassia di umanità, importanti
perché ognuna ha i suoi sogni e i
suoi dolori, ma soprattutto perché esistono e fanno parte di un
intreccio complesso che si chiama
mondo.
Pian piano comprendiamo come
Pierre non sia solo. Lo scopre
anche lui, dai messaggi muti che
giungono da sguardi e fortuiti incontri, e ciò dà un senso alla sua
vita, quale che ne possa essere la
conclusione. Quando ringrazia la
sorella prima di partire per l’ospedale, non è per l’assistenza che gli
ha dato, ma per averlo tolto dalla
solitudine e restituito alla comunità delle esistenze. E il suo dolcissimo sorriso, mentre attraversa una
Parigi caotica e ‘arrabbiata’, ma
viva, è l’estasi felice di chi finalmente si sente parte dell’univer-
so, e ride, ‘illuminato’ da questa
scoperta. Meraviglie del cinema
francese, questi film, che sembrano non parlare di nulla e invece
raccontano tutto. Accanto a Pierre
(un bravo Romain Duris, attoreicona di Klapisch), una bravissima
Juliette Binoche, scarmigliata e
coi segni dei suoi “quarant’anni”
sul volto, e dunque viva, e un cast
tutto di delicata e speciale umanità. Brilla tra tutti Fabrice Luchini,
apparentemente ormai ‘specializzato’ in parti di uomini in crisi, da
disegnare in sottotoni e vibrazioni
di cui è maestro (vedi Confessioni
troppo intime, Patrice Leconte,
Francia, 2003).
Selezione di oltre cento birre
italiane, tedesche e belghe
Aperto tutte le sere dalle 18,00 alle 2,00
Chiuso il martedì
THE DRUNKEN DUCK
via degli Eroi 77, Quinto Vicentino (Vi) Tel 328 1019771
Paris, Cédric Klapisch,
Francia, 2008
Gianni Mura, Pantani, il Tour
Il fascino della fiamma rossa
Sul comodina
Tra paesaggi da fiaba, grandi vini e personaggi curiosi,
tutti gli articoli scritti sulla Grande Boucle
dall’inviato della Gazzetta e di Repubblica
di Giovanni Magalotti
I
n Italia oggi esistono alcuni giornalisti sportivi la cui “vocazione
letteraria” è piuttosto evidente: la
loro scrittura non è del tutto prigioniera delle esigenze della cronaca che pure offre loro una misura
espressiva inevitabile. Due di questi giornalisti lavorano per il quotidiano “Repubblica” e sono Gianni
Clerici, che si occupa di tennis ed è
autore anche di un paio di romanzi,
e Gianni Mura che scrive di calcio e
di ciclismo e ha pubblicato un paio
d’anni fa un giallo ambientato nel
Tour de France.
“La fiamma rossa. Storie e strade dei miei Tour” raccoglie i pezzi scritti da Mura come inviato al
Tour de France per la “Gazzetta
dello sport” dal 1967 al 1972, e poi
per “Repubblica” dal 1991 a oggi.
La fiamma rossa del titolo è la bandierina che al Tour segnala l’inizio
dell’ultimo chilometro di
ogni tappa. Il giornalista
restituisce con curiosità e
passione i dettagli della corsa e si sofferma con piacere
anche sui paesi attraversati,
sui piccoli personaggi che li
abitano, sui piatti e sui vini
locali. Ma spesso è proprio nel racconto dell’ultimo slancio, quello innescato dalla “fiamma rossa”, che
la sua prosa si anima di un lirismo
ben temperato. Come dimostrano
queste righe in cui si racconta il
trionfale arrivo di Marco Pantani
a Parigi il 1° agosto 1998 (Mura
chiama Pantani “il Fossile”, perchè
“ha una forza che viene da molto
lontano e non appartiene a questo ciclismo in cui tutto è studiato,
programmato, quasi previsto”): “È
la vittoria del coraggio. Sui Campi Elisi, e chi se ne frega se tante
persone importanti sono altrove, il
Fossile sarà un fiore giallo, una luce
forte, una promessa mantenuta.
Sarà anche, come lungo le strade
Vicenza
e
Viale Trieste 431
Tel. 0444-303330
[email protected]
di questo Tour devastato e
immenso, un cuore in bicicletta. Una stella-cuore, di
quelle che è bello seguire
per vedere dove vanno, fin
dove andranno a finire”.
Pantani, purtroppo, non
finirà bene. E vale anche la
pena di ricordare, allora, le righe
con cui si conclude il ricordo del ciclista romagnolo firmato da Mura
il 14 febbraio 2004: “Gli sia lieve la
terra, al fondo di questa lunga discesa. Diventerà un mito probabilmente. Come quelli che muoiono
troppo presto, come quelli che non
si sa perché muoiono. Avrei preferito vederlo invecchiare, e bere un
bicchiere di Sangiovese con lui, da
qualche parte sulle sue colline”.
Gianni Mura
La fiamma rossa. Storie e
strade dei miei Tour
a cura di Simone Barillari,
minimum fax, 464 pp., €
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contrà Pescherie Vecchie 16, Vicenza
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E MESTIERI
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formazione dal 1858
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(compresi i testi scolastici), rivolto ad allievi, in uscita dalla terza media, maggiormente propensi a percorsi formativi brevi
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lavoro e soprattutto il settore orafo. Una
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Le iscrizioni sono ancora aperte fino ad esaurimento posti.
sport
119 del4 ottobre 2008
numero
25
pag
ViPiù
sport
L’onda lunga di
Pechino
di Francesco Cavallaro
A
l Circolo della Spada di Vicenza si sono già iscritti 80
bambini: 40 in più di un anno fa,
+ 100%. Numeri da capogiro, davvero. E non è solo perché il primo
mese, ottobre, è gratuito. A Vicenza c’è tanta voglia di far provare ai
propri figli uno sport che non sia
sempre e solo calcio. Gian Giacomo
Sani, presidente del Circolo della
Spada, si frega le mani. E ne ha
ben donde. “Succede spesso dopo
le Olimpiadi – precisa il dirigente
-; tuttavia un numero del genere
non ce lo aspettavamo nemmeno
noi. Si vede che ha avuto effetto
anche la campagna pubblicitaria
che abbiamo organizzato nei mesi
scorsi. Abbiamo tappezzato la città
di cartelloni e inserito gli annunci
su alcune testate della provincia;
educa molto. Occorre anche tiraoltre, naturalmente, agli inviti prere fuori tutto il carattere, chiaro.
senti sul nostro sito ufficiale. Le riPerò il punto di partenza è uno stisposte sono arrivate. E pure tante.
le di vita leale; inseOra non ci resta che
gnamenti che vanno
lavorare con i nostri
bene pure fuori dal
piccoli allievi”. Che
palazzetto, soprattutsignifica insegnare le
per i più piccoli”.
tecniche di attacco
C’è tanta voglia to
Chiediamo a Sani se
e di difesa. Ma non
il Circolo della Spasolo, come sottoli- di far provare
da di Vicenza è annea lo stesso presi- ai propri figli
cora una fucina di
dente: “La scherma uno sport
campioni. La rispoè uno sport difficile,
sta? Scontata. “Certo
chi lo pratica deve che non sia
che sì - commenta
fare i conti con sé il solito calcio
il presidente -; in
stesso e basta. Non
questo momento sta
c’è una squadra che
facendo bene Marco
ti supporta. E poi
Lain, 13 anni, che ha vinto per il
serve una gran dose di rispetto,
secondo anno consecutivo il titolo
prima di tutto per l’avversario. In
italiano nella specialità del fioretquesto senso è una disciplina che
Boom di iscrizioni per il Circolo della Spada:
merito delle Olimpiadi, ma anche di uno sport affascinante
ed “educativo”. Il presidente Gian Giacomo Sani:
“Serve carattere, rispetto, e uno stile di vita leale”
to. Così come i coetanei Claudia
Ferrari, prima nel ranking nazionale e Gianluca Martini, anche lui
ai primi posti della classifica. Per
quanto riguarda la spada Chiara Genovese e Lisa Centofante
si sono qualificate per i prossimi
campionati nazionali. Le soddisfazioni non mancano proprio”. Sempre in tema di risultati, lo stesso
Circolo della Spada vicentino è
secondo in Veneto, dietro solo alla
più blasonata Padova Scherma. “E
poi siamo una delle poche società
sportive vicentina a gestire un impianto in proprio – precisa con un
pizzico d’orgoglio Sani -; all’epoca
il Coni ha lasciato al Comune il
palazzetto di via Riello. Lo stesso
municipio a sua volta lo ha ceduto
alla nostra società. Anche questo è
federale Giorgio Scarso in occaun motivo d’orgoglio. Con i tempi
sione della festa della scherma che
che corrono disporre di un imsi è tenuta a Verona; era più che
pianto tutto nostro è oro colato”.
soddisfatto della spePresidente, e le ultidizione azzurra”. Ci
me Olimpiadi? “Sono
sta un’ultima battuta
andate benissimo –
su Valentina Vezzali
risponde -; non solo
che nei giorni scorper l’effetto boom che
Chi pratica
si ha detto testualhanno portato al nomente al presidente
stro Circolo. La squa- scherma
del Consiglio Silvio
dra azzurra ha con- deve
Berlusconi: “Da lei
quistato dei successi fare i conti
mi farei toccare” duimportantissimi con
rante il programma
il veneto Matteo Ta- con se stesso
“Porta a porta”.
gliariol, primo atleta e basta
Sani è perentorio:
italiano ad aver con“Che stupidaggine,
quistato la medaglia
se la poteva anche
d’oro a Pechino, e
risparmiare un’uscita del genel’intramontabile Valentina Vezzali.
re”. Per la serie: anche i campioLo scorso 25 settembre ho parlato
ni ogni tanto sbagliano l’attacco.
personalmente con il presidente
sport
119 del4 ottobre 2008
numero
Pallavolo rosa ai nastri
di partenza
Volley
di Paolo Mutterle
È
l’ultimo weekend di riposo per
le pallavoliste di A1, biancorosse e non solo. Sabato 11 ottobre
prende il via il 64° Campionato di
Serie A Femminile, che da qui al
26 dicembre proporrà le prime 12
giornate del girone di andata senza
Sabato 11 ottobre parte il 64° Campionato di Serie A Femminile
possibilità di tirare il fiato e con (alSi torna a 14 squadre, per un torneo mai così equilibrato
meno) due partite di Coppa Italia
infrasettimanali. Un vero tour de
force per le atlete, una manna per
gli appassionati di volley rosa, che
18.00 a fine marzo, in coincidenza
mento già in corso tra le squadre di
corpo non saranno sanzionate se
per il secondo anno consecutivo
con l’ora legale. Dovranno essere
seconda fascia. Come dire che non
non influiscono nell’azione di giopotranno gustarsi un paio di inconalmeno 6 le atlete italiane a referto
ci saranno squadre materasso, e che
co. Allo stesso modo l’invasione a
tri alla settimana su Sky. Giovedì 9
delle quali almeno 3 su 7 (sestetto +
dalla zona rossa ai play-off il passo
rete sarà tollerata se non influirà col
ottobre è in programma la presenlibero) sempre in campo.
sarà breve.
gioco (vale a dire senza vantaggio
tazione ufficiale della nuova stagioper chi la compie o danno per l’avne, ancora una volta con la denoJoy Volley nelle scuole vicenIl regolamento. Le quattordici
versario). Le invasioni
minazione del main
tine. Anche quest’anno la Minetti
squadre partecipanti disputeranno
saranno invece ritenusponsor Findomestic
Vicenza torna nelle scuole cittadine.
un girone unico all’italiana con parte influenti nell’azione
Volley Cup, nel SaloAlcuni tecnici del gruppo Joy Volley
tite di andata e ritorno. La regular
se giocando la palla
ne d’Onore del CONI
affiancheranno gratuitamente i doseason avrà inizio nei giorno 11-12
viene toccata la parte
a Roma, dove il presicenti degli istituti interessati duranottobre 2008 e si concluderà l’11
superiore della rete.
dente di Lega PallavoAnche
te le lezioni di educazione motoria.
aprile 2009. Saranno otto come di
Come si vede la nuova
lo (il vicentino Mauro
Le scuole coinvolte potranno così
consueto le formazioni ad accedere
regola, se pur chiara,
Fabris, da poco ricon- quest’anno la
avere istruttori specializzati per inai Play-Off Scudetto e due invece le
introduce un ampio
fermato) consegnerà Minetti torna
tegrare l’offerta scolastica tradiziocompagini che dovranno scendere
margine di discrezioi premi individuali a fare lezione
nale. Il progetto è stato presentato
di categoria, ovvero le ultime della
nalità. Se ne vedranno
alle giocatrici protanelle scuole
nei giorni scorsi dagli assessorati
graduatoria al termine della regular
delle belle.
goniste della passata
allo sport, all’istruzione e del decenseason. L’unica sospensione è previL’altra grande novità,
stagione.
tramento del Comune di Vicenza e
sta l’8 febbraio 2009 per la disputa
annunciata da tempo
ha lo scopo di sostenere l’attività ludella Final Eight di Coppa Italia.
e i cui effetti si sono visti nello scorLe novità. La principale novità a
dico-motoria nella scuola primaria.
Alla domenica e in giorno festivo le
so campionato, è il passaggio da 12
livello regolamentare riguarda la
Tra le otto discipline per ora inserite
partite avranno inizio alle ore 17.30,
a 14 squadre. Si tratta di un ritorno
modifica delle norme che regolano il
c’è anche la pallavolo con il coinvolsalvo esigenze televisive. L’orario
(l’ultima volta era stata nella stafallo di invasione. Le invasioni sotto
gimento di Minetti Vicenza e Volley
delle partite alla domenica e in giorgione 1992/93) che probabilmente
rete verranno ravvisate se effettuate
San Paolo.
no festivo viene posticipato alle ore
darà un’ulteriore spinta al livellacol piede; con tutte le altre parti del
| Zanuso srl | Via Palazzetto 1, Creazzo (VI) | Tel 0444.349283 | Fax 0444.349193 | www.zanuso.com
26
pag
Diavoli sui
pattini artistici
Hockey in line
S
ono riprese nel mese di settembre le attività anche della sezione
pattinaggio artistico dell’H.C. Diavoli
Vicenza al Pattinodromo comunale di
Viale Ferrarin.
Dal lunedì al venerdì dalle 17 alle 19,
hanno ripreso i corsi di pattinaggio
artistico suddivisi in vari livelli a seconda dell’età e della preparazione sui
pattini che coinvolgono una cinquantina di atlete dai tre ai vent’anni.
A partire dalle più piccole e i più piccoli, con il gruppo pulcini che si rivolge
ai bambini e alle bambine della scuola
materna, dai tre ai sei anni, al gruppo
primi “passi” che comprende le nuove
iscritte che hanno già compiuto i sei
anni, al gruppo preagonistico, con
atleti dai sei anni in su, al gruppo agonistico con atlete dai sei ai dodici anni,
fino al gruppo di pattinaggio spettacolo composto dalle atlete più grandi,
con un età compresa fra gli undici e i
vent’anni.
La parte tecnica, come lo scorso anno,
è curata da Giovanni Rigo e da Federica Savio, atleti di grande levatura.
Per informazioni ci si può rivolgere
al Pattinodromo durante gli orari dei
corso.
Per i Diavoli dell’hockey in line invece la nuova stagione si apre con due
appuntamenti amichevoli: torneo a
Trieste domenica 5 ottobre e incontro/allenamento a Vicenza contro il
Montebelluna venerdì 10 ottobre, e
poi con il primo appuntamento ufficiale con i quarti di finale di Coppa
Italia domenica 12 ottobre alle ore
18.00 al pattinodromo di Viale Ferrarin contro una delle big del campionato Milano 24.
S. N.
sport
119 del4 ottobre 2008
numero
27
pag
Oro di casa nostra
Atletica Vicentina
di Luca Cracco
P
rovate ad immaginare una soA Cesenatico, gli “orange” del presidente Zovico
cietà sportiva che scende in
campo tra le “big” del campionapromossi nella massima finale nazionale
to nazionale basandosi esclusiva“Un percorso di crescita che non ha conosciuto soste”
mente su atleti provenienti dalla
propria città. Un sogno? Niente
affatto. Realtà pura, ma soprattutto attuale e vicina, in quanto si
tratta dei nostri “orange”, i ragazzi
dell’Atletica Vicentina. La squadra, composta soltanto da atleti di
| La squadra dell’Av festeggia la vittoria
Vicenza e provincia, si è aggiudile e internazionale. “All’inizio c’era
ci competenti, capaci di preparare
il saltatore Paolo Noaro, sponsor e
cata la finale “Argento” di società
sia i più giovani, perché con uno
una sorta di atmosfera mistica nei
atleti che in gara gettano anima e
capitano della formazione. A quetenutasi a Cesenatico - competiziospirito del genere non si può non
loro riguardi - Commentano Noacorpo oltre l’ostacolo. In poco temsti esaltanti momenti seguono la
ne alla quale hanno preso parte le
essere motivati”. Ed è con questo
ro e Zordan. -. Durante il lancio del
po si è giunti a un gruppo talmente
premiazione e un’ora di festeggiaseconde dodici formazioni assoluspirito che la squadra di atletica
peso, per esempio, volevamo tutti
solido e competitivo da costituire
menti comprendenti il giro d’onore
te d’Italia - guadagnando così per
della nostra città intende prosetifare per Dal Soglio e Mottin, ma
una realtà sportiva invidiata in
in pista e la rincorsa - un’autentica
la prima volta l’accesso alla finale
guire l’irresistibile cavalcata che
ognuno era come bloccato da una
tutta la nazione. “Un percorso di
caccia - all’amato presidente Chri“Oro”.
l’ha portata a figurare tra le misorta di timore reverenziale. Poi
crescita che non ha conosciuto sostian Zovico, concluStadio Moretti, ore
gliori d’Italia, perché, come rivela
però gli stessi si sono dimostrati
ste, portandoci in tre stagioni dalla
sasi peraltro con il
17.18 di domenica 28
Zovico: “I presupposti per il futuro
dei maestri, non solo in ambito tecquarta finale nazionale alla prima”,
tuffo di quest’ultimo
Settembre, lo speaker
ci vedranno, a mio avviso, ancora
nico, ma anche in quello umano”.
spiega lo stesso Zovico.
e del citato Noaro alannuncia la classifica
in netta crescita perché margini di
In queste condizioni gli “orange”
I presupposti per centrare un buon
l’interno della riviera
definitiva che premia In casa Atletica
miglioramento ne abbiamo ancora
hanno disputato un’eccellente fase
risultato anche nelle qualificazioni
delle siepi.
la società berica. Nel
molti”.
Vicentina
regionale e nella finaalle nazionali 2008 erano presenti
In casa Atletica Vicampo di atletica e sule nazionale “Argennel Dna del team. Complice, però,
centina si è scritta
gli spalti, tra i ragazzi si è scritta
to” hanno dominato
una rivoluzione della federazione
una pagina memorain casacca arancione una pagina
dalla prima all’ultima
nazionale che ha lasciato fuori dal
bile di storia, frutto
eplode l’euforia. La memorabile
gara. “Siamo entrati
campionato le squadre militari,
del grande impegno
staffetta 4x400 femdi storia
in campo con la consala formazione targata Noaro si è
mostrato
dall’inminile, ultima gara
pevolezza della grande
trovata a poter disporre anche detera società negli
in programma, fatisquadra e con lo spirigli atleti azzurri Matteo Galvan e
ultimi anni. Sin dal
ca a trovare il silento del grande gruppo”,
Sergio Mottin, e degli olimpionici
momento dell’entrata in carica, il
zio necessario allo start, in quanto
spiega il presidente.
Diego Fortuna e Paolo Dal Soglio.
presidente Zovico si è prodigato
è la gioia e l’esultare dei vicentini
E Noaro e Zordan agAlla grinta e al cuore dei ragazzi
per risollevare l’immagine e proad imporsi. “Ho ferma in testa
giungono: “Eravamo
dell’Atletica Vicentina si è aggiunta
muovere lo spirito della squadra,
l’immagine del nostro fondista
tutti in forma, sia noi
la capacità e l’esperienza di vere e
valorizzando il vivaio di casa. NelAndrea Zordan che mi stringe le
della vecchia guardia | Al centro, Cristian Zovico
proprie icone dell’atletica nazional’opera, è stato affiancato da tecnibraccia e urla dalla gioia”, racconta
Se 6 Goloso
di Musica e Notizie
CI PUOI
ASCOLTARE
13 notiziari locali e
16 notiziari nazionali
al giorno
tutto quello che succede
a vicenza e provincia
tutte le partite del vicenza calcio in diretta
100.300
Vicenza, Bassano,
Rosà, Marostica.....
105.600
Schio
104.700
Vallata dell’Astico
99.800
Altopiano di Asiago
107.750
Vallata dell’Agno
salute redazionale in collaborazione con CMSR
119 del4 ottobre 2008
numero
28
pag
Tumore al seno, l’importanza della diagnosi precoce
D
a alcuni anni le aziende sanitarie si sono attivate per offrire alla popolazione l’opportunità
di sottoporsi ad indagini preventive volte alla diagnosi precoce di
patologie tumorali.
Il cancro della mammella è il tumore più frequente fra le donne:
ogni anno in Italia si registrano
circa 32000 nuovi casi con oltre
12000 decessi. Da qui l’importanza di riconoscere la malattia
prima della comparsa di sintomi
evidenti.
Diagnosi precoce: questo è
l’obbiettivo cui bisogna tendere in quanto, se precocemente
scoperto, il tumore del seno può
essere guarito fino nel 90% dei
casi, senza mutilazioni, talora con
l’asportazione del solo nodulo.
Come giungere a questa diagnosi
precoce?
Il punto di partenza è l’autopalpazione finalizzata alla conoscenza
del proprio seno per poter segnalare tempestivamente al proprio
medico cambiamenti morfologici
significativi o sintomi diversi dai
fisiologici fastidi legati alle fase
del ciclo mestruale.
Tuttavia la semplice visita medica
seppure effettuata presso un sanitario competente e scrupoloso
non basta. Quello che permette di
diagnosticare un’eventuale tumore in fase precoce e di curarlo con
successo è il sottoporsi alla mammografia.
Si tratta di un esame semplice:
una radiografia del seno effettuata
con un mammografo, un’apparecchiatura costruita appositamente
per l’indagine della mammella
che utilizza raggi x a basso dosaggio. Da qualche anno sono entrati
in uso i mammografi digitali che
Mammografia, ecografia e visite cliniche
sono gli strumenti per individuare subito la malattia
In base all’età, ecco quali sono gli esami più appropriati
permettono di ottenere immagini
di qualità elevata con riduzione
della dosa radiante di circa un terzo. In ogni caso il rischi di eventuali danni da radiazione è bassissimo mentre molto alti e realmente valutabili sono i vantaggi di una
diagnosi tempestiva.
L’esame si effettua comprimendo
il seno per migliorare la qualità
dell’immagine e ridurre la dose
di radiazioni somministrate. La
compressione non danneggia la
mammella, al massimo può arrecare un fastidio transitorio a donne particolarmente sensibili.
Un ulteriore ausilio alla diagnostica viene dall’ecografia mammaria
che integra la mammografia e non
la sostituisce, permettendo per lo
più di caratterizzare noduli evidenti in mammografia (cisti, noduli benigni).
Una valutazione clinica e strumentale (mammografia + ecografia) effettuata con regolarità
non dà l’immunità dal tumore
ma permette di scoprirlo quando
è ancora di piccole dimensioni,
non rilevabile ad una semplice vi-
sita. In questi casi la terapia potrà
portare alla guarigione un’elevata
percentuale di pazienti.
Per allargare al massimo il numero di pazienti esaminati, le Ulss
da alcuni anni si sono attivate con
programmi di screening mammografico. Essi sono rivolti donne di
età comprese tra i 50 e i 69 anni,
la fascia di età di maggior rischio,
hanno la finalità di fare la selezione di donne “probabilmente affette
da tumore” e di raggiungere anche
quelle che non si sono mai sottoposte ad indagini mammografiche.
L’esame viene effettuato ogni 2
anni su chiamata ed è gratuito. La
mammografia è eseguita dal tecnico sanitario di radiologia medica,
mentre la lettura del radiogramma
da parte del radiologo avviene in
un secondo momento. In caso di
risultato negativo è inviato alla paziente un referto standardizzato,
altrimenti si procede ad un approfondimento delle indagini.
Con questi programmi di screening non sono esaminate le pazienti della fascia di età compresa
tra i 35 ed i 50 anni in cui purtrop-
po le neoplasie non sono da escludere pur avendo una frequenza
inferiore; per una diagnosi attendibile necessitano di tutte e tre le
metodiche (visita, mammografia,
ecografia) e non della sola mammografia.
Al di sopra dei 70 anni il tumore al
seno ha la massima frequenza, ma
è meno aggressivo ed in genere il
suo decorso è più lento.
Per completezza si segnala che
la mammografia non è indicata
in caso di processi infiammatori e di traumi e che in gravidanza e durante l’allattamento
le indagini preventive vanno
sospese.
Paolo Benvenuti
Medico Radiologo Senologo
del CMSR
Percorsi diagnostici in donne asintomatiche
Sotto i 40 anni:
nessun controllo preventivo, valutazione clinica, eventuale ecografia
Sopra i 40 anni:
mammografia ogni 12-18 mesi, non
oltre i 24 mesi;consigliata l’integrazione clinica ed ecografia
Percorsi diagnostici per pazienti a rischio
(Familiare di 1° grado affetto da tumore mammario)
Sotto i 35 anni
(e a partire dai 25 – 30 anni):
Sopra i 35 anni:
valutazione clinica ed ecografia
mammografia, valutazione clinica
ed ecografia ogni 12 mesi
Vicenza – Altavilla Vicentina
Centralino 0444 225111 – Prenotazioni 0444 341213
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Sono tante le biancorosse
di Vicenza che sono state lanciate
in A1 con la Minetti Vicenza
e molte di loro hanno realizzato
anche il loro sogno azzurro.
Tra queste Paola Paggi,
Isabella Zilio, Valentina Fiorin
e, ultime, ma non le ultime,
Monica De Gennaro
e Stefania Dall'Igna.
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Ottica Padrin Vicenza: le principesse della pallavolo
CAMPIONI D’ITALIA UNDER 18 2007-08
Mini Joy Volley Vicenza, la pallavolo dei professionisti è un gioco
dalla parte del torto
119 del4 ottobre 2008
numero
30
pag
Democrazia
deficiente
Paolo Costa, commissario governativo per il Dal Molin, si fa portavoce
di una strana teoria: l’«efficienza democratica»
Un controsenso che fa gioco agli interessi economici. E in cui la gente non conta niente
di Alessio Mannino
U
na volta Massimo D’Alema, intendendola come auspicio per
l’Italia, coniò l’espressione “Paese
normale”. Paolo Costa, il commissario prodian-berlusconiano del Dal
Molin, in una lettera al Gazzettino del
21 settembre scorso ci ha spiegato finalmente che cosa diavolo significhi.
Ovvero, una sorta di tecnocrazia dove
le decisioni calano dall’alto, la gente
è un ingranaggio del sistema e tutti
eseguono con entusiasmo i diktat del
Mercato. Chiaramente, ammantando
il tutto con l’etichetta di democrazia.
“Efficiente”, però.
Chiamalo, se vuoi, Mercato
Prendendo spunto dalla base americana di Vicenza, l’europarlamentare
Pd scrive: “L’ampliamento della base
Usa di Vicenza si caratterizza solo da
due punti di vista: l’indiscutibilità della
competenza esclusiva nazionale, che
la nostra Costituzione, «federalista a
metà del guado», non garantisce sempre negli altri casi, e la tracimazione internazionale degli effetti negativi della
inefficienza della nostra democrazia”.
Angosciante linguaggio da burocrate
a parte, fa accapponare la pelle il concetto di democrazia inefficiente, che di
seguito Costa riassume così: “il popolo
Impregilo, Astaldi, il gruppo Fiat, il
derubato del suo diritto/dovere di
gruppo Benetton, Fintecna, Pizzarotti,
decidere per l’incapacità delle istituzile Coop. Al Paese servono molto meno.
oni deputate a prendere le decisioni
Perché non rispondono a esigenze redi competenza in modi trasparenti e
ali (meno costi, meno traffico, meno
tempi certi”. Tali decisioni, spiega il
inquinamento, meno cementificaziteorico efficientista, sarebbero ad esone, meno sprechi), ma solo al mecempio, oltre alla basi militari Usa, l’alta
canismo perverso che fa costruire e
velocità ferroviaria, i rigassificatori, lo
produrre sempre di più per continuare
snodo autostradale di Mestre e, ima sostenere la voracità di un’economia
maginiamo, discariche e inceneritori,
privata sempre più indebitata e perciò
trafori, dighe, ponti sullo Stretto e via
bisognosa del foraggiamento di Stato.
devastando.
Insomma, le grandi industrie, per soPer Costa, cioè, un sistema “democratipravvivere e lucrare, succhiano soldi ai
co” si misura sulla velocità e la capacità
cittadini, a tutti noi, usando la politica
aziendalista di realizzare quelle Grandi
come fonte di profitti (Alitalia docet).
Opere spacciate per indispensabili,
Altro che concorrenza e libero merquando altro non sono che un pozzo
cato: tutte fandonie.
senza fondo di denaro pubblico regaCom’è facile capire, la democrazia
lato alle imprese costruttrici. Di qui il
con tutto questo non c’entra niente.
loro essere eterne incompiute. L’ex
Viene svilita a pretesto,
ministro dei lavori puba parolina magica per
blici di Prodi, invece,
incantare i polli. Una
è un campione della
democrazia dovrebbe
vulgata dominante secessere efficiente in base
ondo cui questi progetti Il referendum
a quale principio? A
infiniti non vedono mai era l’unico
vantaggio di chi? Con
la luce a causa del “localstrumento
quali criteri? Secondo
ismo”. Se la democrazia
Costa, solo ed esclusinon funziona, è colpa per non
vamente per spianare
delle comunità locali essere muti e
la strada al drenaggio di
che si oppongono alla bastonati
finanziamenti statali a
distruzione sistematica
favore dei privati. Per
del proprio territorio.
soprammercato,
il
Ma è la democrazia,
solerte commissario confonde le acque
a non funzionare, o non è per caso
e arriva a sostenere l’insostenibile: i
qualcos’altro?
cittadini sarebbero privati del diritto
a “prendere” le decisioni. Ma quando
Popolo (non) sovrano
mai le opere di cui parliamo sono state
Questo qualcos’altro ha un nome:
assoggettate all’approvazione popoMercato. Le infrastrutture di cui Costa
lare? Dice: ma è col voto che si dà il via
si fa portabandiera servono, in realtà,
libera alla politica di metterle in canad alimentare gli affari di chi se le
tiere. Salvo poi regolarmente assistere
appalta. Che sono sempre gli stessi:
| Il commissario Paolo Costa
alla ribellione delle popolazioni locali
contro lo scempio del proprio diritto
alla vivibilità. E’ qui che il sistema
“democratico” fa cilecca: non rappresenta più alcunché, ma solo se stesso e
i suoi profittatori con l’aureola di lungimiranti uomini d’impresa.
Italietta a 90 gradi
Costa, non pago, ci fa dono di un’ultima
chicca. Tradire le ripetute assicurazioni
date dai “massimi livelli decisionali”
italiani agli Usa riguardo alla Ederle
2 danneggerebbe “la credibilità internazionale dell’Italia”, sotto “esame
speciale” a tal punto che “ogni segnale
negativo - il mancato rispetto della
parola data - esige almeno 20 segnali
contrari per essere cancellato”. Capito?
Se un’opera così cara all’alleato (e alle
ditte di costruzioni) non dovesse essere fatta, noi italiani, fedifraghi e meschini, dovremmo escogitare ogni possibile modo per essere ancora ricevuti
a Washington e non essere trattati da
leccapiedi più di quanto già non siamo.
Una vera professione di obbedienza
canina al padrone. E questo sarebbe
un parlamentare europeo del Partito Democratico, la nostra cosiddetta
“sinistra”.
Ci tiriamo su citando quanto detto da
teste ben altrimenti lucide e pensanti:
il generale Fabio Mini e l’ambasciatore
Sergio Romano. Il primo, venuto a
Vicenza a spiegare i risvolti militari e
geopolitici del raddoppio della base,
ha evidenziato come l’Italietta sempre
in ginocchio da Zio Sam, fra i più importanti alleati degli Stati Uniti quanto
a missioni militari d’appoggio alle loro
guerre, un no possa anche dirlo. Romano, in una risposta di due settimane
fa a un lettore del Corriere della Sera,
ricorda che le basi e installazioni delle
forze Usa nella penisola sono legate a
un quadro internazionale superato,
quello della Guerra Fredda. Oggi, insediamenti così massicci non hanno più
ragion d’essere, se non nell’ottica scriteriata di avallare i piani planetari del
Pentagono senza considerare, neppure
per un istante, il nostro interesse, nazionale ed europeo. A farlo presente al
prossimo presidente statunitense non
sarà più neppure un “sondaggio a scopo esplorativo” quale doveva essere, se
il Consiglio di Stato non l’avesse bocciato, lo pseudo-referendum di Variati.
Una consultazione-parodia, in quanto
assolutamente inutile ai fini pratici di
far cambiare idea al PdL di Berlusconi
e al Pd di Veltroni (e di Costa e, grande
dilemma etico, dello stesso Variati).
Ma anche l’unico, misero strumento
che ai vicentini rimaneva per far sapere
se vogliono essere “efficienti” o “deficienti” rispetto alla grottesca democrazia
che ha in mente Costa. Meglio deficienti, che muti e bastonati.
botta&risposta
119 del4 ottobre 2008
numero
Attilio
nome e cognome
Attilio Pavin
eta
62
luogo di nascita
Grumolo delle Abbadesse
titolo di studio
Media inferiore
professione
Fotografo professionista insignito del
Qualified European Photographer
a Bruxelles nel 2001, tiene corsi per
fotografi professionisti in Italia, Parigi e
Canada. A Vicenza tiene periodici corsi
per quanti si vogliono accostare alla
fotografia. Tiene mostre di fotografia
in tutta Italia. Sue opere si trovano al
museo della fotografia Niece a Chalon
sur Seine e al museo della fotografia di
Bergamo.
L’opera completa “Il muro di Berlino”
è stata acquisita dal Centro Studi
Archivio e Comunicazione entrando a
far parte della collezione dell’Archivio
Nazionale
segni particolari
Barba e capelli lunghi
Pavin
Il tratto principale del mio
carattere
La capacità di costruire i rapporti
umani e quindi saper comunicare
con gli altri.
La qualità che preferisco in
un uomo
L’onesta e la sincerità.
La qualità che preferisco in
una donna
L’onestà e la sincerità.
Quel che apprezzo di più nei
miei amici
La profondità dei rapporti e l’aiuto reciproco.
Il mio principale difetto
Mi agito troppo.
I miei pittori preferiti
Tutte le avanguardie storiche:
Mondrian, Kandinsky, Schiel, ecc
I miei film preferiti
Amo il cinema di Hitchcock,
Dreyer, Chaplin e Kurosawa.
Quel che detesto più di tutto
La falsità.
Il personaggio storico più
ammirato
Annibale.
Il mio sogno di felicità
Vivere in un mondo migliore.
Stato attuale del mio animo
Incazzato.
Quale sarebbe, per me, la
più grande disgrazia
Perdere la capacità di fare il mio
lavoro.
Il mio prossimo impegno
nella vita
Poter dare ancora molto alla fotografia.
Quel che vorrei essere
Non mi sono mai posto questa
domanda mi va bene essere quello che sono.
Il mio credo politico o ideale
La democrazia assoluta.
Il piatto a cui non so rinunciare
Formaggio grana.
I miei libri della vita
“Il giudice e il suo boia” di Durematt e qualche volta, per alleggerire, Ken Follet.
I miei poeti preferiti
Caproni e Alda Merini.
I musicisti che mi piacciono
di più
Amo la musica in generale ma
preferisco Mozart e Schubert.
direzione artistica Monique Pepi
ACCADEMIA VENETA PROFESSIONALE DI BALLETTO
iscrizioni anno-accademico 2008/2009
Corso di formazione
ad indirizzo professionale
per giovani danzatori
Il dono di natura che vorrei
avere
Saper dipingere.
Come vorrei morire
Vorrei morire sano.
Il paese dove vorrei vivere
Il paese di utopia.
EUROPEAN THERSICORE
e quello più disprezzato
Hitler.
La mia occupazione preferita
La fotografia e l’arte in generale.
Cosa mi piace e cosa non mi
piace di Vicenza
Mi piacciono le sue bellezze artistiche e non la cementificazione
selvaggia.
Cosa mi piace e cosa non mi
piace dei vicentini
Mi piace la capacità di discutere
che questa città ha maturato negli ultimi due anni. Non mi piace
il chiudersi nel proprio egoismo
di una parte.
Le colpe che mi ispirano
maggiore indulgenza
Peccati di gola.
Il mio motto
Impara l’arte e mettila da parte.
31
pag
(età compresa tra i 16 e i 20 anni)
Durata del corso 3 anni
ammissione su audizione
assegnazione di borse di studio
e segnalazione di giovani danzatori
per le produzioni
della compagnia giovanile
Scuola di Danza
danza classica
repertorio
carattere
contemporaneo
neo - classico
modern jazz
EUROPEAN THERSICORE
Company Junior
EUROPEAN THERSICORE COMPANY
Compagnia Stabile di Balletto di Vicenza
audizioni per danzatori professionisti
SEDE MILLENNIUM NONSOLODANZA
A.S.D European Thersicore Company - Contrà Mure Porta Nova, 8
36100 VICENZA - Tel. 0444-524892 - Fax 0444-235075
[email protected]
www.europeanthersicorecompany.it
hanno detto
Diciamo così: il sistema estero
cerca buoni investimenti, il sistema italiano cerca buoni affari. Mi
spiego: l’investimento si ha quando
c’è un rischio molto importante e i
ritorni sono legati a un medio-lungo periodo, l’affare è subito conveniente con pochi rischi.
Matteo Arpe
Il Sole 24 Ore
9 settembre 2008
Per due volte nel giro di otto giorni i giornalisti Gianluca De Feo e
Emiliano Fittipaldi e la redazione
de “L’Espresso” sono stati perquisiti su ordine della Procura di Napoli. (…) La Procura… persegue
“L’Espresso” per le due inchieste
di copertina… sul potere della
camorra casalese e sulla devastazione ambientale della Campania.
(…) Nei verbali ci sono accuse pesantissime contro due parlamentari, il sottosegretario all’Economia Nicola Cosentino e il leader
campano del Pdl, Luigi Cesaro.
(…) Per noi la cronaca non è un
diritto ma un dovere. Perché in
gioco c’è la libertà di stampa, che
è l’essenza della democrazia.
Daniela Hamaui
L’Espresso
26 settembre 2008
BdP - Vicenzapiu.indd 1
Il silenzio delle autorità culturali
della città sul caso Dal Molin è un
fatto gravissimo. Mi riferisco al vescovo Nosiglia, ma anche al Cisa,
agli ordini professionali e all’Accademia Olimpica, il cui presidente
Fernando Bandini si è tirato subito
indietro con la scusa di voler restare fuori da questioni politiche. Ma
qui si tratta di politica nel senso di
coscienza, non di partiti.
Alberto Peruffo, editore
Il Gazzettino
30 settembre 2008
3-10-2008 11:53:48
in questo numero
La piovra nel Veneto: l’allarme dell’Osservatorio regionale sulla mafia [pag3]
Aim e poteri forti, intervista ad Ubaldo Alifuoco [pag5] Centro storico:
Giardini Salvi, la riapertura slitta a Natale [pag13] Amarcord di Santa Lucia:
rossa, anarchica e godereccia [pag20] Centro Tecchio, un’isola felice [pag22]
Effetto Olimpiadi sulla scherma: boom di iscrizioni[pag25]