Divisione Cargo di Trenitalia, il punto della situazione

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Divisione Cargo di Trenitalia, il punto della situazione
Elezioni Rappresentanze Sindacali Unitarie e
Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza Gruppo FS
24 - 25 - 26 - 27 novembre 2015
Divisione Cargo
di Trenitalia,
il punto della situazione
Dopo una lunga sospensione, la Capogruppo FS e Trenitalia hanno proposto per il prossimo 19
novembre la ripresa del confronto con il Sindacato in sede nazionale sul riassetto organizzativo
e produttivo della Divisione Cargo e sulla più complessiva ipotesi di riassetto societario ed industriale del Gruppo FS nelle attività di logistica e di trasporto merci attraverso la costituzione di un
apposito Polo societario.
Divisione
Cargo
in Trenitalia:
il quadro
Divisione
Cargo
in Trenitalia:
il quadro finanziario
finanziario
Il riassetto organizzativo e produttivo di Divisione Cargo e, in prospettiva, la costituzione del “Polo
Logistica e Trasporto Merci” del Gruppo FS muovono sostanzialmente da due fatti che accelerano
la necessità di decisioni strategiche.
Il primo riferito alla perdurante situazione di perdite in conto esercizio prodotte per Trenitalia
da Divisione Cargo, ancora attestate nel 2014 intorno ai 110 mln di euro, malgrado gli interventi
straordinari attivati in corso d’anno sul versante dei costi e qualche timido segnale positivo sul
versante dei ricavi.
Il secondo , conseguenza diretta della Legge di Stabilità 2015, riferito all’azzeramento dal 1° gennaio di quest’anno del contratto universale di trasporto merci tra Stato e Trenitalia (del valore di
quasi 140 mln di euro/anno per collegamenti nord/sud) ed il ritardo nell’emanazione, non ancora
avvenuta, del DM che avrebbe dovuto ridefinire entro lo scorso mese di marzo la strumentazione
alternativa al pre-esistente contratto (attraverso una contribuzione pubblica a RFI per abbattere
i costi del pedaggio sull’infrastruttura a tutte le imprese ferroviarie merci e comunque entro un
impegno massimo di spesa di 100 mln/anno, secondo criteri di ripartizione però tuttora incerti)
cui si aggiunge la svalutazione di alcuni asset immobiliari di FS Logistica imposta da recenti provvedimenti normativi interessanti il settore.
Due fatti che sui conti del 2014 di FS e, in quota parte, di Trenitalia hanno complessivamente gravato per quasi 275 mln di euro.
Due fatti che, qualora il predetto DM non dovesse essere, una volta emanato, a valere già per
quest’anno, potrebbero complessivamente gravare anche sui conti del 2015 di FS e di Trenitalia per
una somma stimabile intorno ai 150 mln di euro.
trasporto
ferroviario
merci
e la liberalizzazione
IlIltrasporto
ferroviario
merci e la
liberalizzazione
Il processo di liberalizzazione del trasporto merci ferroviario in Italia, avviato nel 2001, registra
nell’ultimo triennio una sostanziale stabilizzazione delle quote di mercato con una presenza di
imprese ferroviarie diverse da Trenitalia attestata intorno al 30% (13 mln di tr x km contro i poco
meno di 30 di FS), ma con una contrazione complessiva del trasportato su ferro pari aggi a circa il
30% rispetto al 2008.
I forti incentivi pubblici che continuano a sostenere, nel nostro Paese, l’autotrasporto merci, nonché le diffuse distorsioni competitive e gli scarsi controlli che caratterizzano quella modalità di
trasporto, hanno reso il trasporto merci su rotaia una modalità “residuale” in Italia.
Ne deriva che le numerose imprese ferroviarie operanti in Italia (ormai una trentina) risultano:
scarsamente patrimonializzate; disinteressate a significativi investimenti; piccole dal punto di vista
organizzativo (attualmente soltanto DB Schenker, SBB Cargo Italia e Rail Traction Company superano i cento dipendenti) e, conseguentemente, specializzate nel solo trazionismo, condizione questa
favorita dal dumping contrattuale determinato dalla persistente assenza su questo tema di qualsiasi
norma di regolazione legislativa di settore; dislocate prevalentemente in particolari “nicchie” di mercato (valichi alpini, Pianura Padana e, più raramente, nei traffici da e per i porti dell’Italia Settentrionale), dove di solito operano una spregiudicata competizione sulle tariffe tra di loro e con Trenitalia.
Divisione
Cargo
Polo
FS:
quale
Divisione
Cargo
e PoloeFS:
quale
progetto?
progetto?
Le linee guida di riassetto. Lo scorso 8 maggio i vertici di FS e di Trenitalia presentarono al
Sindacato le linee guida fondamentali, definite allora dalla stessa delegazione aziendale in corso di
ulteriore progressiva messa a punto, del progetto di riassetto societario industriale e produttivo del
Gruppo FS nell’insieme della propria filiera trasportistica e logistica.
L’ipotesi presentata in quell’occasione si articola in due fasi temporali ed è ispirata alla produzione
di un’offerta integrata di trasporto e di logistica.
La prima fase, ad orizzonte 2018 (coincidente quindi con l’attuale Piano di Impresa del Gruppo
FS); la seconda al 2020.
L’avvio della prima fase, allora ipotizzata ad inizio 2016, avrebbe visto la costituzione di una
“subholding” controllata dal Gruppo FS, con FS logistica nel ruolo di capogruppo, e nell’ambito
della quale si collocano le società di logistica TI Log.Fr, Cemat, FS Jit Italia, SGT, Teralp, l’impresa
ferroviaria Tx Logistik, nonché la nuova impresa ferroviaria nascente dallo scorporo di Divisione
Cargo da Trenitalia.
Alla luce delle informazioni fornite allora, per buona parte o, addirittura, per l’intero arco temporale della prima fase riorganizzativa, gli otto soggetti societari citati mantengono personalità giuridica propria. Sempre in quell’occasione, da parte aziendale fu chiarito che lo scorporo di Divisione
Cargo da Trenitalia darebbe vita ad una nuova società con la funzione di trazionista ferroviario,
prevalentemente sulle relazioni nazionali, con la medesima funzione svolta invece da Tx logistik
sulle relazioni internazionali.
L’ipotesi aziendale presentata l’8 maggio precede inoltre investimenti in materiale rotabile per 573
mln di euro, la quasi totalità collocati, però, nella seconda fase del progetto di riassetto ed in relazione ai risultati conseguiti nel corso della prima fase.
Lavoro: troppe incertezze. Divisione Cargo totalizza attualmente un dato occupazionale pari
a circa 4 mila addetti.
Trenitalia è il titolare della licenza ferroviaria e di tutte le certificazioni di sicurezza richieste per
l’esercizio operativo di trasporto ferroviario. Ne deriva che, scorporata da Trenitalia, la nuova società è priva di titoli propri per lo svolgimento dell’attività di trazione, per cui la continuità dell’attività dovrebbe comunque essere transitoriamente assicurata da Trenitalia fino al rilascio di detti
titoli alla nuova società.
Lo studio aziendale presentato l’8 maggio individua nel periodo di Piano (quindi al 2020) progressivi incrementi fino al 15% delle ore di condotta/agente, all’11% della produttività del personale
operativo a terra, al 33% del rapporto indiretti/totale addetti e al 25% del coefficiente di impiego
dei mezzi di trazione.
Su questi temi si sarebbe dovuto sviluppare il confronto negli incontri programmati successivamente,
ma già il 29 maggio, dopo il solo terzo incontro, quel percorso è stato sospeso dalla stessa delegazione
aziendale, impreparata ad affrontare i temi da approfondire relativi al lavoro proposti dal Sindacato.
Divisione
Cargo
Polo
FS: riprende
Divisione
Cargo
e PoloeFS:
riprende
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confronto?
FS e Trenitalia hanno convocato il Sindacato per il prossimo 19 novembre per la ripresa del confronto in sede nazionale.
A questo punto, si tratta in primo luogo di capire se questo confronto si baserà sull’architettura
dell’originario progetto presentato l’8 maggio, eventualmente aggiornato, visto il tempo nel frattempo trascorso, nella sequenza delle fasi di attuazione, oppure se, invece, l’elaborazione aziendale
di questi mesi introdurrà elementi di significativa modifica di quel progetto.
Poi, sia nel primo che nel secondo caso, questo confronto dovrà verificare compiutamente ricadute
e modalità di gestione del riassetto organizzativo, dei contenuti produttivi ed industriali e del modello operativo, compresi i conseguenti effetti sul lavoro.
Gli obiettivi di sviluppo dichiarati nel progetto aziendale presentato l’8 maggio sono molto impegnativi in relazione alle stime di crescita economica nazionale ed europea ipotizzabili nell’arco di
Piano (soprattutto quelli riferiti alla prima fase), al contesto competitivo nazionale ed internazionale del settore (inteso sia tra modalità ferro e gomma che nel solo campo ferroviario) e, soprattutto, all’attuale assenza in Italia di qualsiasi concreta iniziativa politica di sostegno al riequilibrio
modale (da strada ad altre modalità, a partire dal ferro) nel trasporto delle merci.
Si tratta, peraltro, di obiettivi di sviluppo talmente impegnativi da non poter non proporre la necessità di verificare, nell’ambito di una valutazione complessiva dell’operazione, l’adeguatezza del
management a cui affidare la conduzione operativa e gestionale del progetto e quindi, visti i risultati
di questi anni, quali elementi di discontinuità con il passato saranno finalmente previsti dai vertici di
FS e di Trenitalia.
D’altra parte, la possibile prospettiva di mantenimento, consolidamento e sviluppo di FS in questo
settore non può che passare attraverso la realizzazione di un’offerta basata su una forte ed efficiente integrazione tra servizi logistici e servizi di trasporto, in alternativa ad una competizione, esiziale
per FS, sul solo segmento trazionistico, soluzione verso cui inerzialmente tende, invece, in Italia il
mercato ferroviario merci.
Costruire questa alternativa richiede a sua volta, però, di affrontare problemi complessi di carattere organizzativo, industriale, commerciale e finanziario e di ricercare le soluzioni a questi problemi
anche attraverso un intenso e non superficiale confronto sindacale, sia in sede nazionale che territoriale, perché il lavoro e la sua riorganizzazione sono elementi fondamentali per la sua riuscita.
Quanto fin descritto evidenzia la necessità e l’importanza di una iniziativa sindacale che, in primo luogo, rappresenti l’interesse del lavoro nelle evoluzioni dei diversi fattori interni a Trenitalia
ed al Gruppo FS e dei fattori ad esse esterni, tra i quali ultimi, destano particolari preoccupazioni
gli altalenanti orientamenti del Governo sulla privatizzazione di FS.
Una iniziativa che la Filt-Cgil intende sviluppare con il contributo delle RSU e dei RLS.
Un contributo tanto più utile ed efficace quanto più, scegliendo tra le candidate e i candidati da
eleggere, le lavoratrici e i lavoratori di Divisione Cargo esprimeranno col voto rappresentanti autorevoli e preparati, capaci di mettere a disposizione, di concerto con le strutture sindacali, iniziative e proposte di contrattazione e di tutela in grado di orientare e governare il processo di riorganizzazione e di riassetto dell’attuale Divisione cargo, di Trenitalia e dell’insieme del Gruppo FS.
Roma 13 novembre 2015
Elezioni Rappresentanze Sindacali Unitarie e
Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza Gruppo FS
24 - 25 - 26 - 27 novembre 2015