F1Tecnica.com
Transcript
F1Tecnica.com
In collaborazione con: F1Tecnica.com magazine N°1 Maggio 2013 Il sito degli appassionati dello Sport della F1 TUTTI I DETTAGLI ED I DUBBI SUL FRIC [1] F1Tecnica.com In collaborazione con: magazine N°1 Maggio 2013 Il sito degli appassionati dello Sport della F1 Sommario: Maggio a pag. 3 Come lavorano i gas di scarico Ferrari a pag 4 La feritoia sotto la F138 non puo’ esserci a pag.5 Il posteriore miniaturizzato della F138 a pag.6 Nessuna fessura sul fondo piano della Red Bull a pag.7 Il FRIC Mercedes ed i sistemi degli altri team a pag.8 I dubbi sul FRIC a pag. 10 L’olio usato nel sistema FRIC a pag. 11 La Minardi fu il primo team ad utilizzare il FRIC a pag. 13 Perche’ la Lotus ha ridotto i tunnel sotto gli scarichi a pag. 14 Che cos’e’ il T-Tray F1TECNICA.COM in collaborazione con F1Sport.it MAGGIO 2013 N°1 Redazione: Contatti: [email protected] tel.cell. 392.61.17.326 Antonio Granato Francesco Svelto Massimiliano Cucuzza In collaborazione con: F1Tecnica.com magazine N°1 Maggio 2013 Il sito degli appassionati dello Sport della F1 Come lavorano i gas di scarico Ferrari Roma, 15 aprile 2013 – La Ferrari F138 è stata progettata con particolare attenzione alla definizione degli spazi, alla funzionalità ed alla efficacia del diffusore. Un particolare questo che nella passata stagione non ha subito funzionato come i tecnici del cavallino speravano. A giudicare dalle prestazioni espresse, sia nei test invernali che in questa prima parte del campionato di F1 2013, sembra che la Ferrari abbia risolto le noie in quella zona e centrato un’ottima configurazione di funzionamento, garantendogli così, quel carico al posteriore, fondamentale per il raggiungimento di performance di rilievo. Utilizzando la foto successiva, scattata durante alcune fasi delle prove invernali a Barcellona, volevamo mostrarvi il comportamento dei gas di scarico sulla zona del piano che accompagna i flussi al diffusore. Questo è possibile osservarlo grazie allo speciale liquido rilevatore applicato dai meccanici Ferrari nella zona interessata. In questa immagine possiamo vedere come i gas di scarico vengano indirizzati dalla “rampa” nel punto desiderato, cerchiato di giallo. In quel punto il rilevatore è uniforme e non mostra le righe più chiare delle altre zone. Questo indica che quel punto è investito da un forte getto d’aria ad alta velocità e pressione. Il getto poi impatta sulla piccola paratia verticale che impedisce ai gas, ad elevata temperatura, di investire la gomma posteriore. Questi, quindi, scorrono e si allargano a ventaglio per poi continuare la loro corsa verso la zona d’uscita del diffusore. Interessante il “rigagnolo” evidenziato dalla freccia rossa che si crea anteriormente al punto d’impatto: da qui infatti, una modesta quantità di gas scivola verso l’esterno e viene raccolta ed eliminata dalle tre fessure create sulla parte esterna del piano davanti alla gomma. Questo ci aiuta anche a comprendere la funzione delle tre fessure che evidentemente hanno anche il compito di far passare nella parte inferiore del fondo questa parte di gas. [3] F1 | La feritoia sotto la Ferrari F138 non può esserci Roma, 20 aprile 2013 – Con questo articolo stagione invece questa canalizzazione non vorremmo fare chiarezza e rispondere a è mai apparsa. tutti coloro che ci stanno scrivendo Il condotto Quindi non avrebbe senso aprire la per avere il nostro parere sulla tanto della vecchia feritoia se poi non fosse presente la discussa feritoia sotto il muso della scocca non c’è canalizzazione per raccogliere l’aria Ferrari F138. più (sia che questa fosse utilizzata per In queste ore si sta innescando raffreddamento, sia che fosse utilizzata nuovamente una diatriba sulla riapparizione o per scopi aerodinamici). meno di questa feritoia sotto il muso della Rossa. C’è chi l’ha visto, che chi non l’ha visto e Nelle foto sopra è mostrata la zona in cui si c’è pure chi ò’ha visto tappato da dello scotch. vedrebbe o meno la tanto discussa feritoia. Nelle foto che invece vi mostriamo sotto è Ma insomma la feritoia c’è o non c’è? possibile vedere il condotto sulla scocca che và Noi crediamo che osservando non tanto il ad accoppiarsi con la feritoia quando questa è musetto della vettura ma la scocca si possa realmente presente, e nella seconda immagine, trovare la risposta. Infatti durante i test invernali la scocca utilizzata in questi primi GP della quando la feritoia era presente, era presente stagione in cui il condotto non c’è più. Da anche una canalizzazione sulla scocca della questo si può evincere che la feritoia sotto il monoposto che si andava ad accoppiare muso della Ferrari F138 al momento non è stata perfettamente con la feritoia stessa. Sulla applicata o aperta. vettura impegnata in questi primi GP della [4] F1 | Il posteriore miniaturizzato della Ferrari F138 Roma, 25 Marzo 2013 – Un aspetto che ha molto abbiamo cerchiato di giallo, è visibile anche la parte impressionato quest’anno della nuova Ferrari terminale dello scarico motore e tutto il tortuoso F138 è senza dubbio la miniaturizzazione del percorso che esso compie prima di arrivare alla posteriore della vettura. Impressionante è la rampa. In questo percorso compie anche riduzione dell’ingombro che gli ingegneri una stretta curva a gomito (protetta da un di Maranello sono riusciti ad ottenere per piccolo lamierino) che genera poi il dove si trova migliorare gli scarichi dei gas del piccolo “bozzetto” sulla fiancata della la camera di motore. Interessante è capire da alcune F138, vedi foto sotto. Questo lamierino Helmholtz foto come questo sia stato ottenuto. serve proprio a distanziare la curva a gomito, che raggiunge temperature elevatissime, dalla copertura delle pance Dalle foto che vi mostriamo è possibile vedere che altrimenti sarebbe bruciata dal condotto di come Tombazis ed il suo team sia riuscito, in uno scarico. spazio così ristretto della zona posteriore della vettura, a sistemare tutte le parti interne con un complesso lavoro di progettazione. In quest’opera di Infine si può vedere il condotto “cieco” della camera miniaturizzazione ha sicuramente partecipato molto di risonanza di Helmholtz, subito dopo la curva a l’Ingegner Marmorini, responsabile dei Motori gomito, che si protrae davanti al radiatore posto Ferrari, che ha dovuto ridisegnare il complesso nella fiancata. Ricordiamo che questa camera di sistema dei tubi di scappamento, sia per risonanza viene utilizzata per incamerare i gas di minimizzare gli ingombri, sia per per rivedere il tanto scarico in fase d’accelerazione, pressurizzando studiato scarico ad effetto Coanda. (Nel caso Ferrari questo condotto “cieco”, per poi essere rilasciati nel semi-effetto Coanda). condotto di scappamento nel momento in cui il pilota alza il piede dall’acceleratore. Questo per In questa foto è possibile apprezzare molti prolungare il tempo di soffiaggio dei gas di scarico particolari interessanti: innanzitutto l’ultima nella zona del diffusore. versione di rampa dello scarico motore, molto più ripida rispetto alle precedenti. Qui è possibile vedere Twitter: @antoniogranato la “rampa”prima che venga installata la copertura della zona posteriore delle pance. Al suo interno, lo [5] LE FOTO Nessuna fessura sul piano posteriore della Red Bull Roma, 19 aprile 2013 – In un nostro articolo pubblicato giovedì, avevamo descritto la nuova soluzione introdotta dalla Red Bull sul piano posteriore, formata da due piccole paratie laterali davanti alle gomme posteriori. Nell’articolo che potete rileggere [qui] avevamo affermato che: “Sono state aggiunte due paratie verticali ai lati di quella che, dalle immagini, sembra una fessura.” In realtà da nuove fotografie che mostrano meglio il dettaglio, è possibile osservare come tra le due paratie non esista nessuna fessura. In effetti, la tipologia di fessura che sembrava presente tra le paratie sembrava sollevare anche qualche dubbio sulla sua regolarità. Il regolamento tecnico infatti vieta quelle fessure che guardando la vettura da sotto il fondo piatto, permettono di vedere il “cielo”, o meglio uno spazio aperto. come una “palpebra” che copre la fessura e non permette, da una vista ortogonale, il passaggio di “luce”. La fessura sul piano della Red Bull sembrava essere proprio non rispettasse questa descrizione tecnica, ma era solo un impressione, poiché in effetti,la fessura in quel punto non c’era. Nelle foto sotto le due fotografie; la prima che ha tratto in inganno, e la seconda (foto di Mario Keszeli) che mostra come invece non sia presente nessuna fessura sul piano della Red Bull RB9. Tutte le fessure poste sul piano delle altre scuderie, hanno infatti Era solo un impressione, poiché in effetti,la fessura in quel punto non c’era. [6] Il FRIC Mercedes ed i sistemi degli altri team Roma, 29 aprile 2013 – Il FRIC “Front and Rear Interactive Control” sta continuando a far parlare di se, anche in questi giorni in cui la F1 è ferma e in attesa di riapprodare in europa il prossimo 10 maggio per il GP di Spagna a Barcellona. Continuano i dibattiti degli appassionati sui forum e su i social network, a contibuire anche un recente articolo pubblicato da Auto Motor and Sport, firmato da Craig Scarborough, sul funzionamento del sistema FRIC della Mercedes e sugli aspetti che lo differenzierebbero dai presunti sistemi presenti anche sulle altre monoposto. - Cerchiamo però di fare chiarezza su cosa realmente sia il FRIC, e cosa effettivamente da molti anni è presente sulle altre vetture di F1. Tutto nasce nel 2009 con la Renault che introduce per prima in F1 un sistema idraulico sulle sospensioni anteriori e posteriori. Il sistema era composto da un “semplicissimo” collegamento idraulico che metteva in comunicazione l’anteriore con il posteriore della monoposto. Questo, alle variazioni d’altezza nelle fasi di frenata ed accelerazione, sfruttando l’aumento e la diminuzione della pressione idraulica correggeva l’assetto sull’asse del pitch. Questo sistema d’interconnessione “semplice” fronte-retro della Lotus veniva poi ripreso dalla Mercedes nel 2011 per svilupparne un sistema completamente integrato, che sostituisce totalmente le sospensione tradizionale della vettura. In questa foto del 2011 una delle prime immagini del sistema integrato della Mercedes. In questa foto del 2011 una delle prime immagini del sistema integrato della Mercedes. Nel 2013 è stata la stampa tedesca, per prima, a “rilanciare” il sistema che già da tempo la Mercedes aveva rivisto, ribattezzandolo con il nuovo termine di FRIC. Questo però non và confuso con il sistema introdotto dalla Renault nel 2009. Il sistema del team francese infatti, prevedeva solo un collegamento della sospensione anteriore e posteriore attraverso degli elementi idraulici che andavano poi ad agire sulla parte meccanica convenzionale, contrastando l’abbassamento del muso in frenata o l’innalzamento durante l’accelerazioni. Il tutto essendo una soluzione abbastanza “semplice” è stata ampiamente ripresa e copiata; la maggior parte dei team attualmente lo impiegano. Il sistema FRIC della Mercedes è invece completamente diverso (termine coniato dalla stampa tedesca e non dal team), agisce infatti su tutti i quattro angoli della monoposto, correggendo oltre al beccheggio (pitch), anche il rollio (roll). Sia sull’anteriore che sul posteriore sono applicati tre elementi idraulici: due elementi sono collegati al bilanciere push/pull per controllare il rollio della vettura, ed un altro elemento centrale è collegato sistema per il controllo del beccheggio. [7] Maecenas aliquam maecenas In questa immagine: il collegamento anteriore-posteriore e gli elementi che controllano le variazioni d’altezza in frenata, sono mostrati in giallo. Gli elementi “extra” (rispetto alla versione originaria Reanult 2009) per il controllo del rollio, sono mostrati in rosso. Il sistema, come detto, sostituisce completamente i vecchi sistemi meccanici tradizionali. Nel sistema sospensivo non sono più presenti molle, ma tutto è composto solo da martinetti idraulici caricati con gas ed olio. Sulla Lotus, e su tutte le altre squadre, sono presenti ancora gli elementi meccanici che hanno contraddistinto le monoposto fino ad oggi, mentre solo sulla Mercedes è stato sostituito tutto da questo nuovo ed avanzatissimo sistema. Dubbi sul FRIC Lotus Roma, 26 aprile 2013 – Dopo la scoperta dell’impiego del sistema sospensivo FRIC da parte della Mercedes, si era pensato che anche la Lotus impiegasse un sistema analogo. Nel caso della Mercedes più volte si sono viste fotografie come questa sotto. che mostrano chiaramente come effettivamente sulla W04 fosse installato un sistema di sospensioni idraulico particolare e che richiedesse, come ben visibile, una manutenzione diversa da quelle delle altre monoposto. Per quanto riguarda la Lotus invece, non è mai stato possibile effettivamente, osservare operazioni sul presunto impianto FRIC. Solo negli ultimi giorni infatti sono cominciate a circolare fotografie [vedi sotto] mostrerebbero quello che per alcuni sarebbe un attuatore del sofisticato congegno. Certamente, anche noi, non abbiamo elementi sufficienti per capire a cosa questo attuatore o accumulatore possa servire, ma abbiamo provato ad analizzare le fotografie delle fiancate della Lotus delle ultime stagioni, ed abbiamo scoperto che un cilindro metallico in quella zona c’è sempre stato. [8] Anche noi nei giorni passati avevamo annunciato, fidandoci delle indiscrezioni fornite da James Allen, l’utilizzo da parte della Lotus del FRIC, lo potete leggere [qui]. Oppure fidandoci di quanto scrive anche il noto Gary Anderson che [in suo articolo] spiega fornisce ulteriori dettagli del FRIC Lotus. Ma va anche detto che analizzando le immagini che ad ogni GP sono state scattate qualche dubbio al riguardo è cominciato a nascere. I dubbi nascono anche perchè ad osservare bene proprio la fotografia che Anderson prende in esame si vede come l’attuatore o accumulatore viene ricaricato di olio uitilizzando una vaschetta di plastica ed un comunissimo tubo di gomma che per caduta libera immettono il liquido nel particolare. Niente a che vedere con il sistema della Mercedes in cui vengono utilizzati delle tubazioni dette “ad alta pressione” proprio perchè devono resistere a tali pressioni generate da una pompa che spinge il liquido dell’impianto. In entrambe le immagini è chiara la presenza di un cilindro metallico nella stessa zona in cui è stato visto il cilindro del presunto sistema FRIC. Sopra la foto della E20 del 2012 e sotto quella della R31 del 2011 Potrebbero essere sistemi diversi con evidenti filosofie di funzionamento e di ricarica, ma a noi sinceramente qualche dubbio sulla effettiva applicazione del FRIC in Lotus è cominciato a sorgere. Sia per l’inadeguatezza del sistema di carica, sia perchè il cilindro metallico (avvistato solo in questi giorni), nelle passate stagioni, è sempre stato lì. Che la Lotus utilizzasse il sistema già da un paio d’anni? Ci sembra francamente difficile, ma molto più probabile che invece il FRIC sulla Lotus non sia ancora arrivato. [9] L’olio usato nel sistema FRIC Roma, 14 aprile 2013 – Continuando essere ancor meno comprimibili degli altri oli (già l’osservazione della Mercedes nel tentativo di l’olio ricavare ancora maggiori informazioni sul “teoricamente” incomprimibile) e di poter resistere a dispositivo FRIC della Mercedes, (ma anche di pressioni elevatissime senza modificare quello Lotus) abbiamo trovato altre immagini minimamente il loro stato. Il grado della loro che ci mostrano alcune fasi della preparazione viscosità in genere non è tra i più elevati in quanto del sistema. devono scorrere con una certa velocità attraverso comune è considerato piccoli condotti ed orifizi. Alcuni lettori ci hanno scritto chiedendoci che tipo di liquido idraulico fosse impiegato per la carica delle In genere questi oli vengono impiegati nei sistemi sospensioni idrauliche FRIC della Mercedes. Infatti ammortizzanti composti da due camere, una in alcune immagini si vede chiaramente, attraverso idraulica (ad olio) ed una pneumatica (a gas) ed un vetrino posto su una tubazione, il colore agendo sulla quantità di gas immesso si può rossastro del liquido che che viene immesso nel regolare la rigidità della sospensione, mentre sistema. generalmente la quantità d’olio è sempre la stessa. Questa sostanza rossastra è un olio idraulico, Nella foto seguente abbiamo evidenziato il vetrino utilizzato anche in campo aeronautico e militare e in cui è possibile osservare la colorazione e lo stato conosciuto sotto la specifica di Univis, che dell’olio, ed abbiamo indicato quale tubazione viene possiede delle caratteristiche molto particolari. utilizzata per la carica e svuotamento del sistema Sono oli innanzitutto che hanno la caratteristica di FRIC. [10] Che la tubazione di scarico sia quella di sinistra è confermato anche dalla foto a sopra destra che mostra la fase di svuotamento del sistema sospensivo mediante il contenitore di raccolta con la scritta “DUMP” collegata all’attacco rapido rosso. La Minardi fu il primo team ad utilizzare il FRIC Faenza, 2 maggio 2013 – La vera novità tecnica di questo 2013 è stata sicuramente quella sviluppata dalla Mercedes W04 di Hamilton e Rosberg, ovvero il FRIC (front and rear interactive control). Si tratta di un sistema idraulico che permette alle sospensioni ricreare in parte i benefici delle sospensioni attive. [11] Questa mattina la Minardi ha pubblicato sul suo sito un articolo che dimostra come un sistema analogo al tanto discusso FRIC fosse stato già sperimentato negli anni ’90 proprio dalla scuderia di Faenza. Il Minardi Team aveva dotato di questo sistema la sua M193 e per spiegarci meglio il sistema ha interpellato l’ingegnere Gabriele Tredozi, “papà” di numerose monoposto del team faentino. “Bisogna fare una premessa tornando indietro di circa vent’anni. Alla fine del ’92 spopolava una nuova tecnologia – sospensioni attive – che aveva la capacità di gestire elettronicamente la sospensione attraverso numerosi parametri come l’altezza da terra, il rollio e beccheggio. Tutto questo non veniva più fatto attraverso un sistema a molle, ma idraulicamente” introduce l’ingegnere di Brisighella “Il sistema era composto da attuatori posti sui puntoni. Il gruppo molla-ammortizzatore riceveva l’olio degli attuatori in pressione tramite una pompa e, attraverso i controllo elettronici, veniva gestita l’altezza da terra del posteriore, anteriore, il beccheggio e il rollio, ottenendo così un beneficio in termini aerodinamici. Tutto questo progetto si può scorporare in due parti: una parte passiva, con l’hardware delle sospensioni idrauliche, e quella attiva, ovvero elettronicamente” ci illustra Tredozi. idraulico passivo: non c’era una pompa esterna che metteva in pressione e gestiva automaticamente l’altezza da terra, ma era dotata di sospensioni tradizionali mandate in pressione idraulicamente. Lavorava sulle molle comandate da condotti idraulici con il puntone che mandava in pressione il circuito. Questo era il punto di partenza per poi rendere completamente attivo il sistema l’anno successivo. Purtroppo la FIA bandì il sistema e così ci trovammo con una sospensione molto avanzata ma non sfruttabile. Continuammo però ad usarla nel 1994 senza renderla attiva” Come funzionava il sistema “L’obiettivo era minimizzare le variazioni di altezza tra anteriore e posteriore in frenata e accelerazione. Per gestire in modo passivo il beccheggio della vettura mettemmo in comunicazione, con un collegamento incrociato – LINK – l’asse anteriore con il posteriore. In questo modo, quando la vettura in frenata schiacciava l’anteriore l’attuatore creava un vuoto nel retro, occupato dall’ olio dell’attuatore posteriore in modo da far schiacciare a terra anche il posteriore. Così “La M193 di Martini e Fittipaldi f a c e n d o s i m a n t e n e v a era dotata di un sistema inalterata la differenza di altezza. Essendo incrociato [12] dava un aiuto in più in curva: quando il carico maggiore era sulla ruota posteriore esterna, interveniva sulla ruota anteriore interna limitando il rollio. Il medesimo funzionamento, ma opposto, avveniva in accelerazione: il carico si trasferisce dietro facendo alzare l’anteriore. La pressione degli attuatori evitava proprio questo schiacciando il muso a terra. Così facendo si diminuisce il sottosterzo in potenza.” “Alla fine del 1993 però il collegamento venne vietato. Con la M194 continuammo quindi con le sospensioni idrauliche, ma non più connesse. Una parte del beneficio venne quindi perso. Sulle Formula 1 di oggi invece è ricomparso questo Link, utilizzando quindi un sistema analogo al nostro di 20 anni fa.” Quali sono i suoi vantaggi. “Il vantaggio è di minimizzare la differenza tra l’altezza anteriore e posteriore in frenata o accelerazione. Avere una macchina molto stabile in frenata vuol dire avere una più alta velocità in ingresso e, di conseguenza, più carico. Inevitabilmente si sfruttano meglio le gomme. Il pneumatico scivola e patina di meno e l’anteriore strappa di meno. E’ certamente un sistema che richiede del tempo per essere messo a punto, che si gioca sui diametri dei tubi” conclude Tredozi. F1 | Perchè la Lotus ha ridotto i tunnel sotto gli scarichi Roma, 30 Marzo 2013 – Secondo l’ex progettista di F1 Gary Anderson, oggi analista tecnico per Autosport, la Lotus avrebbe modificato la sua configurazione di scarico dei gas motore dopo i chiarimenti della FIA riguardo le mappature delle centraline. Molti di voi ricorderanno come durante i test invernali di quest’anno a Barcellona si fosse diffusa l’opinione ed il sospetto che i team motorizzati dalla Renault utilizzassero delle mappature non conformi alle norme introdotte dalla FIA durante la stagione 2012. Alcuni team infatti pensavano che la normativa di luglio 2012 non avesse valenza anche nella stagione 2013, ma il chiarimento della FIA ha risolto ogni dubbio spiegando che le limitazioni alle mappature motore erano valide anche per il 2013. In pratica con queste mappature le squadre motorizzate Renault, avevano trovato il modo di riprodurre, durante le fasi in cui il pilota rilasciava il pedale del gas, un soffiaggio dei gas di scarico nel diffusore . Questo aumentava di conseguenza l’efficenza del diffusore, il quale veniva ovviamene attraversato da una quantità d’aria maggiore. Per favorire il passaggio di questa grossa quantità d’aria nel diffusore la Lotus aveva quindi realizzato delle rampe più allungate con dei “tunnel” più larghi, proprio per consentire un maggior passaggio d’aria proveniente dalle fiancate a “Coke-Bottle”. Il chiarimento regolamentare della FIA che vieta l’utilizzo di “mappature spinte”, ha reso di fatto sovradimensionati i tunnel sotto le rampe di scarico della Lotus, e si è dovuto ridisegnare i nuovi scarichi restringendo la larghezza di questi passaggi. Twitter: @antoniogranato [13] Nella foto a sinistra la nuova versione con la rampa più breve e più ripida ed il “tunnel” più piccolo; a destra la vecchia versione con il tunnel più largo ed una rampa più lunga e meno ripida. F1 | Che cos’è il T-Tray In questi giorni si sta parlando molto delle presunte irregolarità riscontrate dalla FIA al termine del GP della Malesia sulle vetture di tre team diversi nella zona del T-Tray. La notizia che a nostro avviso andrebbe ben verificata ci pare un pò dubbia poichè la Ferrari, unico dei top team ad essere pienamente nelle regole, avrebbe se tutto ciò fosse vero, già fatto sentire le proprie ragioni. Ma tralasciando l’aspetto della fondatezza o meno della notizia, vorremmo concentrarci sulla descrizione e spiegazione di questo particolare tecnico e aerodinamico. Il T-Tray conosciuto anche come splitter, nacque come conseguneza all’innalzamento dei musetti delle vetture della fine deglianni 80. La sua funzione infatti era quella di rispettare le misure del fondo piatto imposte dal regolamento tecnico sin dal 1983, anno in cui furono bandite le wing car, ovvero le vetture ad effetto Venturi. quell’anno infatti i team di F1 cominciarono sempre più a far assumere alle proprie monoposto assetti “rake”, ovvero assetti picchiati. Questo per avvicinare il più possibile l’ala anteriore al suolo ed incrementare l’effetto deportante, in quegli anni infatti i regolamenti tecnici imponevano delle ali anteriori molto sollevate dal suolo e pertanto le squadre cercavano con gli assetti picchiati di recuperare qualche centimetro. Il problema però era evitare che abbassando troppo la vettura all’anteriore si usurasse, per lo sfregamento con il suolo, il pattino di legno sotto lo splitter. Già all’epoca infatti veniva applicato sotto allo splitter (e per tutta la lunghezza del fondo vettura) un pattino di legno la cui eccessiva usura avrebbe portato alla squalifica della vettura e del pilota. Per scongiurare il rischio squalifica i team resero sempre più flessibili i T-Tray che piegandosi verso l’alto durante le fasi di frenata, riducevano l’usura del pattino e consentivano alle ali anteriori di avvicinarsi all’asfalto. Da allora la FIA ha introdotto in La prima vettura di F1 che utilizzò fase di verifica dei test per in maniera evidente uno splitter fu verificare la flessibilità di queste parti. Viene infatti applicato un la Tyrrel 019 del 1990. carico di 200Kg che spinge il TTray dal basso verso l’alto, il Lo splitter o T-Tray cominciò ad quale può piegarsi al massimo di essere un componente sottoposto soli 5mm. a verifiche tecniche dal 2001. Da [14] Nella foto sopra la Tyrrel 019 del 1990. Sotto un esempio di T-Tray Nella foto a sinistra gli assetti dei Red Bull e Ferrari a confronto. Quello della Red Bull è l’assetto picchiato per eccellenza dove l’ala anteriore è molto più vicina al suolo di quanto lo sia nel caso della Ferrari che invece conserva un assetto più equilibrato. Anche lo splitter è molto più vicino al suolo rischiando come detto di consumare parte del pattino in legno. Pur se limitato nella flessibilità e nel movimento lo splitter assolve ancora ad un ruolo importantissimo nel funzionamento generale della monoposto. Come suggerisce il termine “splitter” esso separa il flusso d’aria che passerà sopra e sotto il fondo, ma anche il flusso che passa sul lato destro e sinistro della monoposto. Come è facile capire questo si trova in un punto di estrema importanza per l’equilibrio aerodinamico di tutta la vettura. Da qui infatti vengono divisi i flussi che poi scorrendo lungo le fiancate raggiungeranno, insieme ai gas di scarico, la zona del diffusore per ricreare poi quell’indispensabile carico aggiuntivo al posteriore. In passato, molte volte sono nati dei dubbi riguardo alla regolarità di alcune soluzioni legate all’utilizzo del T-Tray, nel 2007 ad esempio sembra che la Ferrari lo utilizzasse per ricreare un effetto mass dumper. L’anno scorso invece fu la Red Bull che destò qualche sospetto quando il suo fondo cominciava a scintillare insistentemente. Infine i sospetti che in questi giorni riguarderebbero le vetture di tre team sono relativi al consumo del pattino di legno oltre il consentito. Ricordiamo che l’usura massima consentita è di soli 2 mm. Non vogliamo, come già detto, entrare nei dettagli di una storia che ci sembra quanto mai dubbia, ma ci auguriamo di aver chiarito almeno la funzionalità di un elemento di grossa importanza nelle monoposto di F1. Twitter: @antoniogranato Contatti: Social: [email protected] Twitter: @f1sportit [email protected] www.facebook.com/F1Sport.it [email protected] [email protected] [15] F1Tecnica.com in collaborazione con F1Sport.it