Volantino teatro 06 - Comunità Collinare del Friuli
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Volantino teatro 06 - Comunità Collinare del Friuli
è arrivata la bella stagione* ...si faccia teatro! SAN DANIELE DEL FRIULI auditorium Alla Fratta • Stagione teatrale 2005/2006 il teatro ti aspetta! PRENDI POSTO ...e dopo un estate di pioggia, finalmente è arrivata la bella stagione... * Stagione teatrale 2005/2006 San Daniele del Friuli • Auditorium Alla Fratta Città di San Daniele in collaborazione con collinaEcultura Servizio associato cultura della Comunità Collinare 19 19 novembre 2005 ore 20.45 Auditorium Alla Fratta ALICE UNA MERVIGLIA DI PAESE di L. Costa, G. Gallione, M. Cirri, A. Sofri con Lella Costa regia di Giorgio Gallione musiche originale Stefano Bollani produzione: Irma Spettacoli a proposito di Alice La domanda, inevitabilmente, è e sarà: perchè? Perchè Alice? La risposta carrollianamente corretta potrebbe essere, ovviamente: “perchè sì”, o in alternativa “perchè no?” Ma questa Alice non viaggia soltanto nei paesi delle meraviglie e attraverso gli specchi della fantasia sfrenata e della totale libertà d’invenzione linguistica, questa Alice non è soltanto la bambina bionda e appena un filo saccente, croce e delizia di un signore geniale e visionario dalla reputazione, ahimè, fatalmente ambigua: è anche altro. È il salvacondotto per ogni possibile esplorazione delle parole, del linguaggio e del metalinguaggio, del gioco e del metagioco, della musica in ogni accezione. È il simbolo di qualcosa, di tante cose che hanno popolato i sogni e i viaggi di tanti esploratori contemporanei; e di tante avventure. È la radio che da Bologna negli anni Settanta raccontava in diretta il mondo che esplodeva. È quella che si faceva il whisky distillando i fiori, che non abita più qui (se mai qui è stata), quella nel cui ristorante stasera nessuno è felice (e d’altra parte, nel suo ristorante si può avere tutto quello che si vuole, a parte lei, no?), quella che guarda i gatti e viaggia nelle città. È il nome che oggi si ritrovano addosso tante giovani donne che sono nate quando i loro genitori pensavano che il mondo si potesse cambiare, o almeno colorare in un altro modo. È il più visionario (e meno infantile) dei film di Walt Disney. È tutte noi ragazze che a ogni età e in ogni situazione ci sentiamo vagamente a disagio, o fuori posto, troppo grandi o troppo piccole o magre o grasse, comunque inadeguate, comunque incapaci di scegliere la parte giusta del fungo, la cosa giusta da fare. È il nonsense, il surreale come sublime piacere del paradosso, ma anche come grimaldello per esplorare e raccontare alcuni luoghi dell’indicibile contemporaneo: per esempio il carcere, per esempio la sofferenza psichica. Per accompagnare la mia Alice in questa meraviglia di paese ho chiesto l’aiuto sapiente di Giorgio Gallione, che la insegue praticamente da sempre, e di Antonio Marras, che crea poesia e ironia in forma di abiti. Per farla danzare, ho pensato a Stefano Bollani. Non so se sono riuscita a spiegare il perchè di questa scelta: ci proverò sul palcoscenico. Adesso, per dirla con Tom Waits – e chi meglio di lui? – “all that I can think of is Alice”. L.C. 17 17 dicembre 2005 ore 20.45 Auditorium Alla Fratta ITALIANI CÌNCALI! PARTE PRIMA: MINATORI IN BELGIO di Nicola Bonazzi e Mario Perrotta diretto e interpretato da Mario Perrotta Voci amichevolmente registrate da Peppe Barra, Ferdinando Bruni, Ascanio Celestini, Laura Curino, Elio De Capitani produzione: Compagnia del Teatro dell’Argine Uno spettacolo poetico e duro che ambisce a raccontare le esistenze marginali, le speranze tradite, la fatica e il sudore degli emigranti nelle miniere del Belgio dopo il secondo conflitto mondiale, proprio mentre l’Italia si preparava a un clamoroso boom economico, tacendo per vergogna l’epopea di quei figli esuli per povertà di mezzi economici e intellettuali. SPETTACOLO FINALISTA PREMIO UBU 2004 NELLA CATEGORIA NUOVO TESTO ITALIANO Quasi un anno di testimonianze, un anno di memorie rispolverate a fatica. Ho preso la macchina e ho girato senza un luogo preciso dove andare, eppure il Sud è tutto uguale, non hai bisogno di sapere dove qualcuno ha preso le valigie ed è partito: basta entrare in un bar, un bar della provincia e chiedere. La risposta è sempre la stessa: « qui tutti siamo emigrati ». Me lo racconta? – Si fanno pregare, un attimo soltanto, poi partono con la loro storia, infinita, che reclama ascolto. Anche il Sud è infinito. Me lo insegna la mia macchina che mi porta di paese in paese, sempre per caso, e s’inerpica tra i paesi montani del nord-est produttivo ed è ancora Sud. Sì! Per i Belgi, gli Svizzeri, i Tedeschi che chiedevano braccia dopo la seconda guerra mondiale, Sud era la Puglia, la Sicilia, la Calabria e Sud era il Veneto, il Friuli: « siamo emigrati tutti qui ». Quattro parole, sempre le stesse. « Sì, sì io ci ero amico con quelli del Sud, ma noi veneti ci trattavano meglio di loro, all’estero » e giù così fino a Lecce confine ultimo ad Est, che non ha un Sud, e allora il cerchio si chiude: « noi leccesi lavoravamo meglio e di più di quelli del Nord perciò eravamo rispettati ». Non è vero purtroppo, nè per gli uni nè per gli altri, ma ognuno ha bisogno di un proprio Sud. Negli archivi pubblici e privati trovo lettere, diari salvati per miracolo ma loro non hanno più nulla, « ho bruciato tutto… » mi confessa qualcuno « meglio dimenticare... Meglio dimenticare ». Non la penso esattamente così ma accetto la loro posizione di esuli perenni, di zingari della memoria, senza una terra da chiamare “casa”: « stavo meglio al Belgio… » mi dicono in Italia. « Qui si sta bene, ma il paese è il paese… » mi dice chi è rimasto fuori. Non è vero purtroppo, loro una “casa” non l’hanno più. Alcuni mi indicano qualcun’altro come se fosse la loro “casa” « … chiedi a lui, a lui! Lui conosce tutte le nostre storie… ». Lui, il postino. Il postino ricorda tutto, il postino sì che ha memoria! 17 17 gennaio 2006 ore 20.45 Auditorium Alla Fratta MELANINA E VARECHINA di Giobbe Covatta e Paola Catella con Giobbe Covatta e con Ugo Gangheri regia di Giobbe Covatta produzione: Sosia & Pistoia Melanina e varechina Una partita a Monopoli è uguale in tutto il mondo? Nel gigantesco Monopoli che primeggia nella scena dello spettacolo la risposta a questa domanda è “NO”. Infatti le regole sono diverse, diversi gli imprevisti e le probabilità almeno quanto diversi sono i giocatori del mondo occidentale e del continente africano. Nello spettacolo questi due mondi, il continente nero e quello bianco si osservano, sono posti l'uno di fronte all'altro per scrutarsi dai rispettivi punti di vista, dando modo a Giobbe di affrontare, con quella comicità intelligente e leggera ironia che gli è propria, alcuni problemi scottanti per tutta l'umanità e particolarmente cari all'attore. Scanzonato ed acuto, Covatta analizza in modo lucido ed impietoso i problemi del Terzo mondo, le responsabilità della sua decadenza e povertà, i vizi e virtù dell'umanità. Il suo umorismo fantasioso e la sua incontenibile “napoletanità” sono immerse in temi e riflessioni di impegno civile sulle terribili (e pericolosissime) disparità tra paesi ricchi e poveri. E nonostante il gran divertimento lo spettatore capisce benissimo che Giobbe gioca a Monopoli come un esperto, supportato da dati reali ed inequivocabili, mettendoci di fronte ad una realtà ben poco divertente e che purtroppo oltrepassa spesso i limiti dell'immaginazione. 28 28 gennaio 2006 ore 20.45 Auditorium Alla Fratta UNA STANZA TUTTA PER ME ovvero: se Shakespeare avesse avuto una sorella di Laura Curino in collaborazione con Michela Marelli con Laura Curino ricerche bibliografiche Luca Scarlini progetto Roberto Tarasco regia di Claudia Sorace produzione: Fondazione Teatro Stabile di Torino Una stanza tutta per sè è forse uno dei più famosi testi di Virgina Woolf. Scritto nel 1929, come manifesto contro la discriminazione sessuale, a favore di un femminismo politico e culturale di cui la Woolf fu esponente di spicco, Una stanza tutta per sè è un tragicomico viaggio immaginario nella vita delle “sorelle minori” di Shakespeare. Che sarebbe successo – si chiede la Woolf – se la famiglia Shakespeare avesse avuto una figlia molto più dotata del pur bravo William? Alla povera ragazza non sarebbe bastato il talento: il fatto di essere nata donna escludeva ogni possibilità di carriera e di successo. Laura Curino affronta il mondo di Virginia Woolf con la consapevolezza che oggi l’arte è negata a molti: non più e non solo una questione di maschile e femminile, ma di libertà di espressione generazionale. Raccontando, con garbo ed ironia, il mondo affascinante della Woolf e del Circolo Bloomsbury, Laura Curino porta in scena – come sempre nel suo percorso artistico – i tanti volti del contemporaneo. «Mi piace pensare – scrive Laura Curino – ad Una stanza tutta per sè di Virginia Woolf, perchè attorno a quel libro si raccolgono infinite suggestioni. Ma quel che mi interessa è If Shakespeare had a sister. Ovvero quel che Virginia Woolf inventa con Una stanza tutta per sè. Se Shakespeare avesse avuto una sorella: una prospettiva dirompente e divertente, un’idea, comunque, che apre a numerose riflessioni». 24 24 febbraio 2006 ore 20.45 Auditorium Alla Fratta SEXMACHINE BISOGNI DESIDERI CRIMINI BUGIE uno studio teatrale sulla domanda di prostituzione di e con Giuliana Musso musiche in scena Igi Meggiorin regia di Massimo Somaglino collaborazione al soggetto Carla Corso produzione: Teatro Club Udine Ci sono delle donne che offrono sesso a pagamento. Ci sono degli uomini che lo comprano. Le prostitute si possono chiamare in molti modi: meretrici, fallofore, puttane, cocottes, passeggiatrici, belle di notte, lucciole, troie, sex-workers, donnacce, donne facili, donnine leggere... I clienti si chiamano clienti. L'argomento della nostra indagine Mentre quella delle prostitute è una categoria numericamente ristretta, indagabile ed indagata, dei clienti non si sa nulla, non si indaga, nulla viene messo in discussione. Perchè? Perchè i clienti siamo noi. Tutti noi: impiegati, operai, artigiani, imprenditori, mariti, liberi professionisti, calciatori, commercianti, fratelli, singles ed ammogliati, VIP e comuni mortali, fidanzati, belli e brutti, brutti ceffi e insospettabili, giovani e vecchi. Noi italiani: figli mammoni e amanti focosi, noi, con le donne più belle del mondo (ah... la Loren!) e il sacro vincolo del matrimonio e la famiglia al primo posto e i figli che son pezz'e core. Amanti delle cose belle e della buona cucina, amanti. Ammiratori. Corteggiatori. Un po' gelosi chè "se no che amore è?!", e anche un po' possessivi e bigotti "copriti svergognata...". Noi! Popolo di santi, poeti, navigatori e uomini che vanno a puttane. Sexmachine ci vuole parlare di noi, e di noi in rapporto a sesso e potere. Oggi. Eccoci qua, ci siamo tutti, basta sapersi riconoscere, basta sospendere il giudizio, basta ammettere di essere inclusi... Eccoci a pensare che una donna che vende il proprio corpo non è normale, perlomeno non è naturale, o è una pazza o è una poveretta... mentre il maschio ha degli istinti da sfogare, è normale, ha dei bisogni fisici da soddisfare, è la sua natura in fondo. Lui è pulito: paga. Lei è sporca: guadagna. Lui si vanta con gli amici. Lei vive nell’ombra. Se beccati: lui prende una multa, lei va in galera. Sexmachine. Eccoci qua. La macchina è la nostra, il sesso pure. Sesso e denaro fanno girare il mondo e noi giriamo come impazziti su una giostra... 27 27 marzo 2006 ore 20.45 Auditorium Alla Fratta RADIO CLANDESTINA Roma, le Fosse Ardeatine, la Memoria scritto diretto e interpretato da Ascanio Celestini musica originale di Matteo D'Agostino produzione: Fabbrica s.r.l. Una donna si avvicina e chiede a qualcuno di leggerle i cartelli sui quali è scritto fittasi e vendesi. La donna è analfabeta. Qualcuno gli risponde che “al giorno d’oggi voi siete una rarità, ma durante la guerra c’era tanta gente che non sapeva leggere. E tanti andavano al cinema Iris di Porta Pia da mio nonno Giulio per farsi leggere i proclami dei tedeschi sui giornali ”. Il 25 marzo del ’44 se ne fanno leggere uno che annuncia la morte di 320 persone: è l’eccidio delle Fosse Ardeatine. “Questa dell’Ardeatine è una storia che uno potrebbe raccontarla in un minuto o in una settimana”. È una storia che comincia alla fine dell’Ottocento, quando Roma diventa capitale e continua negli anni in cui si costruiscono le borgate, continua con la guerra in Africa e in Spagna, con le leggi razziste del ’38, con la seconda guerra, fino al bombardamento di San Lorenzo, fino all’8 settembre. È la storia dell’occupazione che non finisce con la liberazione di Roma. È la storia degli uomini sepolti da tonnellate di terra in una cava sull’Ardeatina e delle donne che li vanno a cercare, delle mogli che lavorano negli anni ’50 e dei figli e dei nipoti che quella storia ancora la raccontano. il 23 marzo 1944 i Gruppi d’Azione Patriottica attaccano una colonna tedesca di polizia in Via Rasella. il 24 marzo per rappresaglia i nazisti uccideranno 335 persone in una cava sulla via Ardeatina. il 25 marzo sui giornali di Roma compaiono le parole dei nazisti che annunciano tanto l’azione dei partigiani quanto l’eccidio che seguì. Questa sembra una storia che inizia un giorno e termina due giorni dopo, che si consuma in poche ore. Ma nel libro “L’ordine è già stato eseguito” di Alessandro Portelli, vincitore del Premio Viareggio, questa storia di poche ore viene inserita nella storia dei 9 mesi di occupazione nazista a Roma, e poi in quella dei 5 anni della guerra, dei 20 anni del fascismo: nella storia orale di Roma che diventa capitale e inizia velocemente a cambiare. Il libro si fonda su circa 200 interviste a singole persone a testimoniare che questa non è la storia di quei tre giorni, ma qualcosa di vivo e ancora riconoscibile nella memoria di una intera città. a San Daniele 19 novembre 2005 ALICE UNA MERAVIGLIA DI PAESE 17 dicembre 2005 ITALIANI CÌNCALI! 17 gennaio 2006 MELANINA E VARECHINA 28 gennaio 2006 UNA STANZA TUTTA PER ME 24 febbraio 2006 SEXMACHINE 27 marzo 2006 RADIO CLANDESTINA Organizzazione e informazioni: Città di San Daniele Biblioteca Guarneriana Sezione Moderna tel. 0432 954934 e-mail: [email protected] tutti i giorni escluso il lunedì Abbonati a San Daniele • Ingresso unico a 6 spettacoli € 60; • Per gruppi aziendali (minimo 10 persone), iscritti UTE, anziani € 55; • Studenti (fino a 26 anni) € 50; Costo del biglietto Interi € 14 Ridotti € 11 Michele URTAMONTI La campagna abbonamenti avrà inizio mercoledì 2 novembre. Dall’2 al 5 novembre rinnovo degli abbonamenti della stagione 2004-05. Gli abbonamenti per gli altri posti disponibili verranno messi in vendita dall’8 novembre. Prevendita abbonamenti: San Daniele Biblioteca Guarneriana Sezione Moderna tel. 0432 954934