IO SONO IL BUON PASTORE Adorazione Eucaristica
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IO SONO IL BUON PASTORE Adorazione Eucaristica
In diretta dalla Chiesa parrocchiale di santa Lucia in Lisiera, Giovedì 26 aprile 2012 - Ore 20.30 IO SONO IL BUON PASTORE Adorazione Eucaristica in preparazione alla quarta domenica di pasqua Giornata Mondiale di preghiera per le vocazioni Adorazione animata per Radio Oreb dal gruppo “Insieme per adorarlo” della parrocchia di Santa Lucia in Lisiera Questa settimana preghiamo: - Per le vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata; Per tutte le intenzioni di questa settimana della Banca della preghiera; Per la pace nel mondo, Per le necessità materiali, morali e spirituali di Radio Oreb; Perché possiamo uscire dalla crisi spirituale, morale ed economica; preghiamo in particolare per quanti sono duramente colpiti da questa crisi Per i cristiani perseguitati e in particolare per i cristiani di Terra Santa N CAMMINO DI PREGHIERA 34^ LEZIONE: PREGARE IL SILENZIO (2) Nella tradizione Ebraica, parlando della Bibbia, c'è un famoso detto Rabbinico conosciuto anche come Legge degli spazi bianchi. Dice così: “...Tutto è scritto negli spazi bianchi tra una parola e l'altra; il resto non conta...”. Oltre che al Libro Sacro, l' osservazione si applica alla preghiera. Il più, il meglio, viene detto, o piuttosto non detto, negli intervalli intercorrenti tra una parola e l'altra. Nel dialogo d'amore c'è sempre un non-dicibile che può essere consegnato esclusivamente ad una comunicazione più profonda ed affidabile di quella delle parole. Prega, dunque, NEL silenzio. Prega COL silenzio. Prega IL silenzio. “...Silentium pulcherrima caerimonia...” , dicevano gli antichi. Il silenzio rappresenta il rito più bello, la liturgia più grandiosa. E se proprio non puoi fare a meno di parlare, accetta tuttavia che le tue parole vengano inghiottite nella profondità del silenzio di Dio. Il sussurro di Dio Il Signore parla nel rumore o nel silenzio? Rispondiamo tutti: nel silenzio. E allora perchè non facciamo silenzio qualche volta? Perchè non ascoltiamo, appena si percepisce un qualche sussurro della Voce di Dio vicino a noi? E ancora: Dio parla all'anima agitata o all'anima quieta? Sappiamo benissimo che per tale ascolto deve esserci un po' di calma, di tranquillità; occorre un po' isolarsi da ogni eccitazione o stimolo incombenti. Essere noi stessi, da soli, essere dentro di noi. Ecco l'elemento essenziale: dentro di noi. Perciò il luogo dell'incontro non è fuori, ma all'interno. E' bene quindi creare nel proprio spirito una cella di raccoglimento perchè l'Ospite Divino possa incontrarsi con noi. (dagli Insegnamenti di Papa Paolo VI) 2 INVOCAZIONE ALLO SPIRITO SANTO: 1L. Tu che riempi il silenzio di Dio di una pienezza di amore, instaura questa pienezza anche nel nostro silenzio. Fa' che cerchiamo nel silenzio una adesione più tranquilla e più esclusiva al Signore. 2L. Riserva nella nostra vita quei momenti di riposo, in cui possiamo avere l'opportunità di far silenzio soprattutto dentro di noi per ascoltare la voce divina. 3L. Non permettere che il nostro silenzio sia un ripiegarci su noi stessi, ma mettici di fronte al Signore per intavolare un dialogo con lui. 4L. Poiché una presenza silenziosa è un modo per esprimere l'amore, aiutaci, quando non sappiamo dir nulla a Colui che pur vogliamo amare, a fargli dono semplicemente di questa nostra impotenza. 5L. Insegnaci a percepire, in ogni ora di silenzio, i passi del Diletto che si avvicina, e a rallegrarci della solitudine che ci permette di appartenergli. Donaci di sperimentare sempre di più, nel silenzio, la soavità di Dio e facci penetrare sempre più avanti nella divina intimità. 6L. Fa 'che scopriamo la ricchezza del silenzio, l'abbondanza di beni spirituali che vi nascondi, l'energia divina che tu puoi suscitare nell'anima che, vuotandosi di se stessa, si lascia riempire da te. 3 INTRODUZIONE: 3S. L’annuncio pasquale può espandersi in noi e trasformarci solo tenendo lo sguardo fisso su Gesù, autore e perfezionatore della nostra fede. Gesù è il pastore delle nostre anime. Un pastore paziente e misericordioso, disposto a sacrificare la sua vita per noi. Siamo chiamati a rinnovare la fiducia, l’accoglienza, l’adesione a Cristo che spalanca a noi la porta del Suo Cuore per ammetterci alla gioia ed alla pace che non hanno fine. Mentre guardiamo a Lui, che offre la Sua vita per noi, Suo gregge, presentiamogli il profumo della nostra preghiera perché confermi tutti i battezzati nella loro vocazione sacerdotale, profetica e regale, e perché doni alla Chiesa, sparsa nel mondo, numerosi e santi Pastori, che svolgano il loro ministero ad immagine di Lui, Pastore grande dell’unico gregge. SALUTO: G. Nel nome del Padre , del Figlio e dello Spirito Santo. T. Amen G. Carissimi, vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente! T. Per questo il mondo non ci conosce: perché non ha conosciuto lui. G. Carissimi, noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. T. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è. Amen. Maranathà, Vieni Signore Gesù. CANTO DI ESPOSIZIONE: SURREXIT CHRISTUS - 190 IL VANGELO 3S. All’evangelista Giovanni sta a cuore mettere in luce la bontà del pastore, la sua dedizione, il suo amore incondizionato per le pecore. E lo fa sottolineando il contrasto che sussiste tra Gesù e il comportamento di coloro che si proclamano guide del popolo e che invece cercano solo potere e successo personale. 4 S1. Il buon pastore offre la vita per le sue pecore. G. Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 10,11-18) In quel tempo, Gesù disse: “Io sono il buon pastore. Il buon pastore offre la vita per le pecore. Il mercenario invece, che non è pastore e al quale le pecore non appartengono, vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge e il lupo le rapisce e le disperde; egli è un mercenario e non gli importa delle pecore. Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, come il Padre conosce me e io conosco il Padre; e offro la vita per le pecore. E ho altre pecore che non sono di quest’ovile; anche queste io devo condurre; ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge e un solo pastore. Per questo il Padre mi ama: perché io offro la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie, ma la offro da me stesso, poiché ho il potere di offrirla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo comando ho ricevuto dal Padre mio”. DAVANTI A GESÙ EUCARESTIA S3. Tu, Gesù, ci proponi un criterio molto semplice per distinguere il buon Pastore dal mercenario: è nel momento della prova e del pericolo che tutto si manifesta con chiarezza. Il buon Pastore affronta il lupo, il mercenario fugge e abbandona il gregge; il buon Pastore offre la sua vita, il mercenario pensa solo a se stesso; il buon Pastore ha a cuore la sorte delle sue pecore, al mercenario interessa solo il suo guadagno. Così, Gesù, tu ti fai riconoscere: non solo come colui che guida, ma come colui che ama fino a rischiare la propria vita, come colui che conosce ognuno per nome fin nelle pieghe profonde dell’anima, come colui che non si accontenta delle pecore radunate nell’ovile, ma va in cerca delle disperse, desidera raggiungere le più lontane. Per questo, Gesù, è bello lasciarsi condurre da te, perché in qualsiasi frangente abbiamo la certezza del tuo Amore. Anche quando sbagliamo per stupidità o per debolezza, anche quando ce ne siamo andati sbattendo la porta della tua casa, anche quando siamo fuggiti il più lontano da te, tu non ci abbandoni al nostro destino, tu ci vieni incontro, ci cerchi, perché ci vuoi bene. 5 Tutti: Gesù, ospite divino e mendicante d’Amore alla porta del cuore umano, fa’ che nulla ci sia più dolce, nulla più desiderabile che camminare con te e in te dimorare. Ora, nelle stagioni della transumanza, nelle inclementi stagioni delle vicende umane, poi nella durata dei secoli eterni, nei soleggiati pascoli del cielo. Fa’ tutto questo per Amore del tuo nome, per manifestare la tua gloria nella gioia della nostra salvezza. «Felicità e grazia ci saranno compagne» lungo il viaggio della presente vita, non perché più nulla ci accadrà di penoso, ma perché tutto con te sarà grazia, vissuto con serenità e pace. Cristo nostra Pasqua è risorto! Si, veramente è risorto! E’ vivo! E’ vivo in mezzo a noi, è vivo nella Chiesa! Canone: Jubilate Deo - 285 1° momento “IO SONO!” G. Attraverso Mosè, sul Sinai, Dio si volle presentare al popolo col suo nome proprio, e disse: "IO SONO" - Jahvè! Ma non diede una definizione di Sé; disse: Io sono quel che mi vedrete ora fare per voi. Vi libererò dall'Egitto. Israele ha riconosciuto così il suo Dio dai fatti, dai gesti di salvezza compiuti per lui. 1L. Quando venne Gesù anche lui disse: IO SONO, a dirci la sua identità col Dio di Israele, traducendo poi in gesti precisi e significativi le varie immagini di questo Dio che si china a interessarsi degli uomini. S1. Io sono la luce, io sono la vita, io sono l'acqua, io sono il pane vivo... 1L. Oggi ci dice: S1. "Io sono il buon pastore che offre la vita per le sue pecore". 1L. Un Dio che da' la vita per noi. 2L Mai come oggi Gesù è pungente, incalzante e combattivo. Sullo sfondo sta la tragedia di un mondo guidato da 6 "mercenari" non da pastori, un mondo di uomini sfruttati e imbrogliati, cui non è offerta la vita ma è loro tolta e resa più difficile. A tal proposito Gesù arriva a dire: S1. “Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti” (Gv 10,8) 3L. Anche san Paolo ricorderà ai cristiani di Efeso che ci saranno anche dei "lupi rapaci” di fronte ai quali è necessario vigilare. S2. “Vegliate su voi stessi e su tutto il gregge, in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha posti come vescovi a pascere la Chiesa di Dio, che egli si è acquistata con il suo sangue. Io so che dopo la mia partenza entreranno fra voi lupi rapaci, che non risparmieranno il gregge” (Atti 20,28-29) 3L. Al contrario Gesù s'interessa delle pecore, gl'importa di loro, e quando subentra il pericolo eil rischio non si tira indietro: S2. "Avendo amato i suoi, li amò sino alla fine" (Gv 13,1). 4L. Dio ama tanto gli uomini fino a rimetterci la pelle per loro. La croce ne è l'immagine parlante. E' scelta voluta, non incidente di percorso, questa di dare la vita per i suoi amici: S1. "Nessuno me la toglie, ma la offro da me stesso" 5L. Dovremmo meglio dire: scelta gratuita, cioè non meritata in niente da noi, perché la sua motivazione sta soltanto nell'amore gratuito del Padre che Gesù è venuto a realizzare: S1. "Per questo il Padre mi ama: perché offro la mia vita; questo comando ho ricevuto dal Padre mio" 6L. Lì è la sorgente della nostra salvezza e della nostra grandezza: il cuore del Padre, il cuore di Dio che Gesù è venuto a mostrare. Gl'importa di noi, contiamo per lui: finalmente abbiamo scoperto Qualcuno cui appoggiare la nostra fragile precarietà e solitudine! S2. "In nessun altro allora c'è salvezza: non vi è infatti altro nome dato agli uomini sotto il cielo nel quale è stabilito che possiamo essere salvati" (At 4,12) 7 1L. Per le cose che contano, non ci dobbiamo fidare di nessuno, perché solo Dio - né uomini, né amori, né cose - può capirci fino in fondo, amarci pienamente, soddisfarci con totalità! Su di Lui, su Dio, sul suo Cristo, va impostata la nostra sicurezza, anche se il mondo continuamente ci sollecita a fidarci d'altro! S2. "La pietra, scartata da voi costruttori, è diventata testata d'angolo" (At 4,11) 2L. Egli è la pietra angolare e il suo l'unico nome nel quale possiamo raggiungere la salvezza. Chi desideri capire se stesso, non secondo criteri superficiali, bensì nella profondità della sua esistenza, deve rivolgersi a lui, perché Cristo rivela l'uomo a se stesso. Di più, Cristo rivela all'uomo l'amore del Padre. 3L. E' davvero incredibile da una parte come Dio ci voglia veramente bene, un bene che al solo contemplarlo, dovrebbe riempire di gioia tutti, ma proprio tutti, noi mendicanti tante volte delusi di un amico che sappia avere a cuore noi fino a dare la vita, se necessario, come fa una mamma e dall'altra parte, non si riesce a capire come mai in questa sete di amicizia ci si affidi con facilità a quanti, troppe volte, ci considerano "una merce da usare, non da amare". 4L. E' un meraviglioso dono del Padre quello di non abbandonarci mai, anche quando gli voltiamo le spalle per altri che si danno l'aria di "padri", ma in effetti sono mercenari, cui non importa nulla di noi, perché non gli apparteniamo. 5L. Gesù, il grande pastore delle anime, sa molto bene come noi possiamo essere vittime di mercenari. Comprende la nostra debolezza, che cede facilmente nel fare parte di un gregge senza amore e speranza. Ma Lui non rinuncia ad amarci. 6L. Viviamo quindi in modo da poter essere in grado di dire, insieme con il Salmista "E' meglio rifugiarsi nel Signore che confidare nell'uomo”. Non perché Dio sia il più potente, ma perché ci ama di più, ci ama veramente! 8 Tutti: (Sal 117) Celebrate il Signore, perché è buono; perché eterna è la sua misericordia. È meglio rifugiarsi nel Signore che confidare nell’uomo. È meglio rifugiarsi nel Signore che confidare nei potenti. Ti rendo grazie, Signore, perché mi hai esaudito, perché sei stato la mia salvezza. La pietra scartata dai costruttori è divenuta testata d’angolo; ecco l’opera del Signore: una meraviglia ai nostri occhi. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Vi benediciamo dalla casa del Signore. Sei tu il mio Dio e ti rendo grazie, sei il mio Dio e ti esalto. Celebrate il Signore, perché è buono: perché eterna è la sua misericordia. CANTO: CELEBRAZIONE Le meraviglie da te compiute voglio celebrare o mio Signore, voglio celebrare o mio Signore. Le meraviglie da te compiute sono la tua mano tesa verso noi sono la tua mano tesa verso noi. Trovo pace in te che rispondi al mio cercare; non nascondermi il tuo volto o Dio d’amo - re. Trovo aiuto in te che incoraggi la mia vita. sei la roccia che garantisce, garantisce sicurezza. Come acqua che disseta l’aridità del mio gridare. Come ombra nel deserto sei tu Signore a tutti noi. 9 2° momento QUALE GRANDE AMORE! G. Dio non ci ama a mucchio, ma personalmente. Gesù usa parole delicatissime: S1. "Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me" 1L. C'è qui una reciproca comunione di conoscenza e d'amore. Dice sant'Agostino: S2. "Dio ama ciascuno come fosse l'unico" 2L. Ogni singolo individuo Dio chiama ad essere "figlio nel Figlio", a entrare in quel giro singolarissimo di rapporti che intercorrono tra il Padre e il Figlio Unigenito in seno alla Trinità: S2. "Come il Padre conosce me e io conosco il Padre". 3L. Il rapporto è diretto, da persona a persona, carico dell'affettività sincera e totalizzante che deriva dal sapersi amato con totalità. E' un rapporto trasformante, che mira a conformarci al Figlio per avere parte con lui nella vita Trinitaria, fino a divenire "simili a lui": S2. "Carissimi vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio e lo siamo realmente! Carissimi, noi fin d'ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Quando lo sarà, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è". (1Gv 3,1-2) 4L. Diventiamo uno di Casa Trinità. Gesù l'aveva ben promesso: S1. "Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi una cosa sola". (Gv 17,21) 4L. Il nostro destino è quello di essere niente di meno che come Dio, figli per dono quanto lo è il Figlio Unigenito per natura. Destino alla fine offerto a tutti: la totalità dell'amore non esclude l'universalità, come un genitore sa amare lo stesso tutti i suoi bambini. 10 S1. "E ho altre pecore che non sono di questo ovile; anche queste io devo condurre" 5L. Nessuno si senta escluso da questa premura di Dio. Anzi dirà Gesù: S1. "Se uno ha cento pecore e ne perde una..., proprio quella andrà a cercare, perché si fa più festa proprio per chi era lontano ed è stato ritrovato" (Lc 15,4-7) S2. "Dio non fa preferenze di persone, ma chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque popolo appartenga, è a lui accetto" (At 10,34) 6L. Il sogno di Dio, e l'opera di Cristo, è di fare di tutti gli uomini "un solo gregge e un solo pastore". La Chiesa, oggi, di questo Regno di Dio che ha confini non visibili, è l'inizio visibile, sicuro, e lo strumento privilegiato. Aderiamole come membra vive, entusiaste e missionarie. Tutti: Gesù, pastore e pascolo dei tuoi fedeli, guida sicura e sentiero di vita, tu che conosci tutti per nome e ci chiami ogni giorno a uno a uno, rendici capaci di riconoscere la tua voce, di sentire il calore della tua presenza che ci avvolge, anche quando la strada è angusta, impraticabile, e la notte profonda, interminabile. Seguendoti senza resistenze e senza paure, giungeremo ai prati verdeggianti, alle fresche sorgenti della tua ora, dove tu ci farai bere e riposare. Amen CANTO: IL SIGNORE È IL MIO PASTORE Il Signore è il mio pastore: nulla manca ad ogni attesa, in verdissimi prati mi pasce, mi disseta a placide acque. E' il ristoro dell'anima mia, in sentieri diritti mi guida per amore del santo suo nome, dietro lui mi sento sicuro. Pur se andassi per valle oscura non avrò a temere alcun male: perché sempre mi sei vicino, mi sostieni col tuo vincastro. Quale mensa per me tu prepari sotto gli occhi dei miei nemici! e di olio mi ungi il capo: il mio calice è colmo di ebbrezza! 11 PREGHIERA PER LE VOCAZIONI G. Domenica prossima “Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni”, la Chiesa ci invita a pensare e a pregare per le vocazioni di speciale consacrazione al Regno di Dio: sacerdoti, missionari, religiose, laici di impegno ecclesiale. Hanno la missione di testimoniare e prolungare nell'oggi la premura salvifica del Buon Pastore per tutti gli uomini. Guai se venissero meno le energie fresche e totalitarie per annunciare il vangelo: il nostro mondo, già così senza direzione e senso, perderebbe ogni speranza e verità! In un mondo soffocato da tanto egoismo, guai se mancassero anime consacrate a Cristo nel servizio dei fratelli più bisognosi, in una dedizione profetica capace di tener vivo almeno un poco nel cuore di tutti il senso dell'umanità e della solidarietà! Sarebbe come spegnere la vita! S3. Memori della raccomandazione di Gesù: “La messe è molta, ma gli operai sono pochi! Pregate dunque il padrone della messe che mandi operai nella sua messe!” (Mt 9,37), avvertiamo vivamente il bisogno di pregare per le vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata. Non sorprende che, laddove si prega con fervore, fioriscano le vocazioni. La santità della Chiesa dipende essenzialmente dall'unione con Cristo e dall'apertura al mistero della grazia che opera nel cuore dei credenti. Per questo vorrei invitare tutti i fedeli a coltivare un’intima relazione con Cristo, Maestro e Pastore del suo popolo, imitando Maria, che custodiva nell’animo i divini misteri e li meditava assiduamente (cfr Lc 2,19). Insieme con Lei, che occupa un posto centrale nel mistero della Chiesa, preghiamo: Tutti O Padre, fa’ sorgere fra i cristiani numerose e sante vocazioni al sacerdozio, che mantengano viva la fede e custodiscano la grata memoria del tuo Figlio Gesù mediante la predicazione della sua parola e l'amministrazione dei Sacramenti, con i quali tu rinnovi continuamente i tuoi fedeli. Donaci santi ministri del tuo altare, che siano attenti e fervorosi custodi dell'Eucaristia, sacramento del dono supremo di Cristo per la redenzione del mondo. Chiama ministri della tua misericordia, che, mediante il sacramento della Riconciliazione, diffondano la gioia del tuo perdono. Fa', o Padre, che la Chiesa accolga con gioia le numerose ispirazioni dello Spirito del Figlio tuo e, docile ai suoi insegnamenti, si curi delle vocazioni al ministero sacerdotale e alla vita consacrata. Sostieni i Vescovi, i sacerdoti, i diaconi, consacrati e tutti i battezzati in Cristo, affinché adempiano fedelmente la loro missione al servizio del Vangelo. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore. Amen. Maria, Regina degli Apostoli, prega per noi! Padre nostro (cantato) CONCLUSIONE G. Il dono della salvezza non ci è stato dato come un privilegio ma come una vera e propria chiamata a partecipare della missione del Pastore: salvare tutto il genere umano! È vero che è Dio che salva, ma servendosi anche degli uomini! Tutte quelle pecore che non sono ancora dell'ovile di Cristo come potranno essere salvate? Invocando il nome del Signore, dice la Scrittura (cf Gl 3,5)! "Ora, come potranno invocarlo senza aver prima creduto in lui? E come potranno credere, senza averne sentito parlare? E come potranno sentirne parlare senza uno che lo annunzi? E come lo annunzieranno, senza essere prima inviati?" (Rm 10,14-15). Se ogni cristiano, secondo il proprio dono ricevuto da Dio, risponderà positivamente, presto si avrà un solo gregge e un solo pastore e unico sarà il canto che si leverà dalla terra verso il cielo a Colui, Dio, che solo è Santo e vive e regna per i secoli dei secoli. Amen. S3. Ecco che oggi il Signore invia ciascuno di noi come messaggeri di pace e di salvezza al mondo! Il Battesimo ci ha fatto figli di Dio e suoi collaboratori. Su ciascuno di noi grava la responsabilità che pecore, per le quali il Buon Pastore ha dato la sua vita, continuino a perdersi perché nessuno le chiama, nessuno annuncia loro la salvezza, nessuno le cerca, nessuno o troppo pochi hanno "come calzatura ai piedi lo zelo per propagare il vangelo della pace" (Ef 6,15) sia pure nel proprio ambiente! Oggi, ancora una volta, il Signore alza la sua voce sull'umanità e chiede: "Chi manderò e chi andrà per noi?". Il profeta Isaia risponde: "Eccomi, manda me!" (Is 6,8). 13 E tu che sei ben sazio dell'amore e del perdono del Pastore, che rispondi? Lascerai che altri muoiano senza aver ricevuto neppure una briciola di ciò che tu, senza tuo merito, hai avuto in abbondanza? Risuonano in noi le parole del profeta Geremia… "Ahimè, Signore, io non so parlare", ossia "mi sento inadeguato davanti alle tue chiamate, sento di non essere in grado di affrontare ciò che mi chiedi". Ma non possiamo scoraggiarci! La Chiesa, comunità di coloro che credono all'amore di Dio, da duemila anni si lascia chiamare da Dio. Siamo chiamati, nella gioia, ad ascoltare le parole piene di fiducia da parte di Dio: "Va' da coloro a cui ti manderò e annunzia ciò che io ti ordinerò"(Ger 1,7). Tutti Grazie, o Gesù Buon Pastore. Grazie perché ci dici che tu sei il pastore buono che ci conosci e che per noi dai la vita: sei il pastore che ci ama in intimità, il pastore che dà se stesso. Ma ci dici anche che hai altre pecore da cercare e da condurre. E se ci dici tutto questo è perché attendi da noi una risposta. Ti chiediamo che ogni battezzato sia aiutato dalla comunità in cui vive a scoprire la propria chiamata e ad esservi fedele. Che abbiano il tuo cuore e rendano visibili a tutti la tua potenza, la tua saggezza, il tuo amore. Amen. Cristo nostra Pasqua è risorto! Si, veramente è risorto! E’ vivo! E’ vivo nella Chiesa, comunità dei credenti, Popolo che Egli ama! CANTO: SEME DELL'ETERNITÀ (Gen Verde) Pane di vita offerto per noi, forza del nostro cammino; cibo del cielo che il Padre ci dà, per ogni uomo sei "Dio vicino". In questa fonte di felicità c'è il tuo disegno divino: sei tu che vieni a trasformarci in te, questo è l'immenso nostro destino. Tu sei la Luce venuta tra noi, l'Amore, Eterno Presente. 14 Tu ci fai una cosa sola con te: figli nel Figlio del Dio vivente. Tu che ti sei fatto cibo per noi col Pane e con la Parola, facci risorgere un giorno con te da questa vita a vita nuova. Tu sei la Vita, sei la Verità, tu sei la Strada sicura, Pane che nutre in noi la carità, certezza della vita futura. Noi siamo i tralci nutriti da te con il tuo amore fecondo: dacci il tuo Spirito e saremo con te messe divina che nutre il mondo. Hai messo il seme dell'eternità nel corpo che tu ci hai dato e il nostro corpo un giorno riporterà nella tua gloria tutto il creato. BENENDIZIONE EUCARISTICA CANTO FINALE: LE TUE MANI 1. Le tue mani son piene di fiori dove li portavi, fratello mio? Li portavo alla tomba di Cristo ma l'ho trovata vuota, sorella mia. RIT. Alleluia, alleluia, alleluia, alleluia 2. I tuoi occhi riflettono gioia dimmi cosa hai visto, fratello mio? Ho veduto morire la morte Ecco cosa ho visto, sorella mia. RIT. 3. Hai portato una mano all'orecchio dimmi cosa ascolti, fratello mio? Sento squilli di trombe lontane Sento cori d'angeli, sorella mia. RIT. 4. Stai cantando un'allegra canzone dimmi perché canti, fratello mio? Perché so che la vita non muore, ecco perché canto, fratello mio. RIT 15