dialogo 1

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dialogo 1
Nel ricordo di P. David Maria Turoldo
Un canto stupendo di fede e di pace
Nel febbraio di 20 anni fa (1992) moriva P.Turoldo, una delle figure tra le più significative per comprendere la storia della
Chiesa e della società italiana della seconda metà del ‘900. L’impegno ecclesiale, politico, culturale, l’interesse profondo per i
temi internazionali, le infinite amicizie che seppe raccogliere intorno a sé ne fanno un personaggio emblematico della nostra
storia. Vogliamo ricordarlo attraverso brani dell’omelia pronunciata dal Card. Carlo Maria Martini, allora arcivescovo di
Milano,durante la celebrazione dei funerali di P.Turoldo nella chiesa di S.Carlo al Corso, che meritano un momento di profondo silenzio interiore nella contemplazione dell’anima di un profeta.
“Tu hai sempre voluto farti vicino ai piccoli, dare loro voce, metterti al loro posto, piangere, gridare, protestare per
loro, amarli con tutto te stesso. Dunque ti riconosci in queste solenni parole di Gesù che vengono lette di fronte
alla morte:”Io sto in mezzo a voi come colui che serve”(Lc.25,27) . La tua vocazione ha voluto essere di Servita e
di servizio all’intero popolo di Dio, che oggi testimonia con affetto di avere avuto in te un servo fedele”
“Da mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio si fece buio su tutta la terra” (Mt. 27,45) Buio che tu hai vissuto, hai
cantato, nel quale sei penetrato lasciandoti macerare dalla notte. Forse per questo tante persone che erano nella
prova, nella notte, nel buio, si sono sentite colpite e confortate dalla tua capacità di essere pellegrino nella valle
oscura, di non nascondere la sofferenza, i timori, le angosce, di vivere questa situazione dolorosa con e per tutti,
con un sentimento di compassione profonda e universale, che non escludeva nessuno”
“Tu, padre David, hai sentito il silenzio di Dio, l’abbandono dell’uomo, l’urlo della disperazione presente in ciascuno
di noi: e ci hai condotto per queste foreste oscure, con mano amica, tremante, perchè tu stesso tremavi e temevi,
ma con una fede incrollabile, che non sempre abbiamo saputo capire e valutare. Questa fede si è rivelata nella tua
ultima malattia, in tutta la sua forza, si è rivelata potente come le montagne della tua terra natia, terra dura, tenace. Ci hai insegnato e detto tanto, accompagnandoci nelle nostre notti e nelle nostre paure, e l’hai detto con affetto, con tenerezza, con dolcezza, con tutte le forme dell’amicizia umana che tu sentivi con indicibile profondità. E
tanti di noi si sono riconosciuti in te“
“E’ difficile definirti, pur se qualcuno l’ha tentato: poeta, profeta, disturbatore delle coscienze, uomo di fede, uomo
di Dio, amico di tutti gli uomini. A me pare che ciascuna di tali definizioni ti sia stretta, perché la tua individualità
era prepotente e imprevedibile. Ma certamente la parola che tu ci vuoi lasciare è la stessa di Gesù quando, fermo
in mezzo ai suoi discepoli, mostrò loro le mani e il costato, a significare quanto aveva dovuto pagare per renderli
partecipi della sua pace. E tu hai sofferto molto per diffondere nel tuo canto, nei tuoi salmi, in tutta la Chiesa, questo messaggio di pace.”
Ci piace presentare due poesie di P.Turoldo, nelle quali il Natale rappresenta il momento centrale della nostra vita di cristiani,
avvolti e avvinti dallo stupore di una nascita che ha trasformato profondamente la storia dell’umanità.
Più che parole, il silenzio
Il presepio
Mentre il silenzio fasciava la terra
e la notte era a metà del suo corso,
tu sei disceso, o verbo di Dio,
in solitudine e più alto silenzio.
Tu dal principio, da sempre tu sei,
verbo che crea e contiene ogni cosa,
verbo sostanza di tutto il creato,
verbo segreto di ogni parola.
Mentre il silenzio fasciava la terra
e la notte era a metà del suo corso,
tu sei disceso, o verbo di Dio,
in solitudine e più alto silenzio.
Inno alla Vergine
La tua prima parola, Maria,
ti chiediamo di accogliere in cuore:
come sia possibile ancora
concepire per noi il suo Verbo.
“Non chiedete mai segni e ragioni,
solamente credete e amate,
il suo Spirito scenda su voi
e sarete voi stessi sua carne”.
Te beata perché hai creduto,
così in te ha potuto inverarsi
la Parola vivente del Padre,
benedetta dimora di Dio.
A te Padre, a Te Figlio, a Te Spirito,
grazie e gloria d’avere donato
questa madre alla terra intera,
la speranza di tutti i viventi.