qual è la prossima mossa?
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qual è la prossima mossa?
VALORE PROFESSIONALE / FONDAMENTALI DEL BUSINESS QUAL È LA PROSSIMA MOSSA? IL “V.U.C.A.” E L’EVOLUZIONE DEL BUSINESS: COSA È RICHIESTO AI MANAGER IN UN MERCATO “VOLATILE” Non puoi predire il futuro, ma puoi trovarci un senso. (dal web) 22 - V+ Magazine N INTERVISTA A Enrico Banchi PER GENTILE CONCESSIONE DI SCUOLA DI PALO ALTO egli ultimi decenni il mondo del business è cambiato a un ritmo a dir poco impressionante. I mercati, la tecnologia, le gerarchie… tutto è in costante movimento. Le aziende si sono concentrate sul Change Management senza però aver ben chiare in mente le caratteristiche e la portata di questo cambiamento. Da un po’ di tempo, tuttavia, la trasformazione appare palese e le organizzazioni si pongono il problema di dover preparare i loro manager – soprattutto top e middle – a un presente e a un futuro “volatili, incerti, complessi e ambigui”. Questi aggettivi non sono scelti a caso. Al contrario, costituiscono la struttura di un nuovo business frame di riferimento, il V.U.C.A., che racchiude in sé le peculiarità del contesto economico attuale. Il V.U.C.A. costituisce un tentativo di rispondere alle nuove sfide della leadership a livello mondia- le, cercando di superare limiti culturali e nazionali. Enrico Banchi, consulente manageriale e partner di Scuola di Palo Alto, da anni segue le aziende nella gestione del cambiamento, fornendo ai dirigenti consigli e supporto nella transizione verso un’economia di mercato più moderna. Partiamo dal principio. Quali sono gli elementi che compongono l’acronimo “V.U.C.A.”? Il V.U.C.A. comprende quattro dimensioni: volatilità (Volatility), incertezza (Uncertainty), complessità (Complexity) e ambiguità (Ambiguity). Si tratta di quattro concetti con cui i dirigenti italiani fanno ancora fatica a relazionarsi perché descrivono una realtà difficile da accettare, in quanto la cultura manageriale del nostro Paese ha sempre privilegiato la stabilità e la sicurezza. È importante capire, però, che per avere successo bisogna sviluppare un nuovo stile di leadership più immediato, malleabile e adattabile. Pensiamo alle ricerche di mercato, per esempio: dato il tempo necessario alle indagini, rischiano di diventare vecchie ancor prima di essere pubblicate. In un contesto in trasformazione costante, non ci si può fossilizzare su fotografie istantanee di una realtà che domani potrebbe non esserci più; meglio allora analizzare trend e tendenze che hanno insito in loro il concetto di “movimento”. Può descriverci brevemente ciascuna dimensione? La volatilità rappresenta un cambiamento repentino e accentuato; il nuovo manager deve reagire in fretta di fronte a un problema, modificando il processo decisionale per poter sviluppare un certo senso d’urgenza senza però essere sopraffatto dallo stress. La velocità di reazione implica una certa predisposizione al rischio e la consapevolezza che le decisioni efficaci prese oggi potrebbero non andare bene fra una settimana. L’incertezza è l’assenza di prevedibilità. Quando non è possibile prevedere il futuro – perché volatile – il cervello cerca automaticamente delle certezze nel passato per evitare lo stress, rievocando soluzioni che hanno funzionato in precedenza per provare a gestire i problemi attuali. Per contrastare questo comportamento meccanico, il nuovo leader deve sempre essere pronto a più scenari possibili e provare a sviluppare una rete di punti fermi a partire da piccole sicurezze. La complessità è un concetto a cui siamo già abituati. È dovuta all’aumento delle informazioni a nostra disposizione e dei soggetti coinvolti nelle relazioni commerciali – non solo clienti e fornitori, ma anche un numero potenzialmente infinito di utenti connessi attraverso i social network. È inutile cercare di semplificare ciò che è complesso: il nuovo leader deve accettare lo stato delle cose ed essere consapevole del proprio limite nel gestirle, puntando sull’aumento delle proprie competenze e conoscenze per affrontare situazioni a lui sconosciute. In questo senso la complessità è la dimensione più “personale”. L’ambiguità, infine, si verifica perché una data situazione può essere letta in modi differenti da due o più individui oppure dallo stesso individuo in circostanze diverse. Tuttavia, l’ambiguità è una percezione, per così dire, superficiale: il manager deve andare a fondo, studiare la situazione attentamente; solo così può discernere il dato di fatto da ciò che è soltanto un’eventualità. Si tratta di un approccio estremamente complesso… Purtroppo questa è la critica che fanno tutti. O, perlomeno, tutti quelli che non vogliono vedere che il mondo del business è cambiato e necessita di un approccio diverso da quelli impiegati tradizionalmente. Non si può negare la trasformazione in atto, bisogna stare al passo con i tempi. Di fatto, il V.U.C.A. non è così complesso. Le quattro dimensioni sono coesistenti, concatenate e permeano tutti gli àmbiti e i settori: è impossibile non percepirle. Inoltre, più si è in alto nella gerarchia aziendale, più è importante comprenderle. I nuovi manager devono solo entrare nell’ottica della loro esistenza ed essere “predisposti” ad accettarle. Quali sono le caratteristiche di un leader che accetta il V.U.C.A.? Siamo abituati a considerare un buon manager colui che si fa voler bene dai suoi sottoposti nonostante la posizione di leadership e che consegue gli obiettivi nell’armonia del gruppo. Questi valori sono ancora importanti, ma è fondamentale che i leader sviluppino altre qualità. Il nuovo manager deve essere (1) estremamente competente – deve studiare, informarsi, puntare sulla propria formazione; (2) orientato al rischio – per riuscire a prendere velocemente decisioni anche con pochi elementi in una situazione in costante mutamento; (3) perseverante – non deve mollare di fronte all’incertezza; (4) resiliente – per riprendersi subito dopo un fallimento o una battuta d’arresto, eventualità all’ordine del giorno; e (5) adattabile – deve avere “un abito per ogni occasione”, perché non può prevedere cosa succederà domani. L’ironia è che più cerchiamo la comodità, meno la raggiungiamo. (Patrick Hollingworth) Esiste una soluzione ai problemi incarnati dal V.U.C.A. affinché il mondo del business continui a prosperare? Purtroppo non esiste una soluzione univoca. Però ci sono tanti punti di partenza. L’importante è capire che il V.U.C.A. è reale, ma non bisogna temerlo. Il primo passo potrebbe essere rappresentato da una parola che a me piace molto: fluidificazione. Fluidificare una situazione significa scomporla in parti più piccole, in elementi basilari, in modo da ridurne volatilità, incertezza, complessità e ambiguità: risolvere un problema alla volta per poi passare alla sua naturale conseguenza. Quando le singole parti appaiono più chiare, anche l’insieme assume tutta un’altra forma, indubbiamente più facile da gestire. Inoltre, la creatività ne risulta stimolata: se ci concentriamo su un solo lato del problema, è più semplice trovare soluzioni a cui magari non avevamo pensato e che forse sono proprio la chiave che ci permette di prosperare. IL CONSIGLIO DI ENRICO BANCHI Ai manager che vogliono non solo sopravvivere ma soprattutto avere successo nel complicato mondo del business di oggi dico: (1) Siate curiosi e preoccupatevi di ciò che succede a livello globale tanto quanto vi interessate a ciò che accade nel vostro Paese: siamo tutti interconnessi e possiamo prendere spunto dalle esperienze altrui per risolvere i nostri problemi. (2) Sospendete il vostro giudizio: informatevi prima di agire. (3) Lasciatevi convincere ogni tanto: accettate le proposte e i suggerimenti di chi vi espone una nuova idea, siate pronti a correre il rischio. (4) Influenzate gli altri affinché tutti comprendano la portata delle trasformazioni in atto e agiscano di conseguenza. V+ Magazine - 23