A Dosimo la festa di santa Colomba con il Vescovo,Il Vescovo a
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A Dosimo la festa di santa Colomba con il Vescovo,Il Vescovo a
13 gennaio: alla cascina S. Colombano il ricordo di Mazzolari Venerdì 13 gennaio si è svolta a Cremona, per la decima volta consecutiva, la commemorazione della nascita di don Primo Mazzolari presso la cascina S. Colombano, al Boschetto. Una iniziativa voluta da diverse associazioni per sottolineare l’attualità pregnante del pensiero e della testimonianza del servo di Dio Primo Mazzolari per la Chiesa e la società odierna. Si è voluto ricordarlo riprendendo alcuni spunti del libro “Tu non uccidere” di Mazzolari, pietra miliare del pacifismo cattolico e in cui si ritrovano affinità con le riflessioni di Papa Francesco, sulla necessità di fare della pace un tema ineludibile nella riflessione e nella prassi dei credenti. È stato un momento semplice, ma simbolicamente pregnante, che ha inteso richiamare la statura morale di don Primo, esemplare non sono per i cristiani ma per tutti gli uomini di buona volontà. Marco Pezzoni ha richiamato un brano del libro nel quale don Primo si domanda profeticamente se sia ancora possibile sostenere che esista una guerra giusta visto che ogni guerra “è sempre criminale in sé e per sé … mostruosamente sproporzionata … una trappola per la povera gente … antiumana e anticristiana … sempre inutile strage”. Il senatore Angelo Rescaglio ha, invece, richiamato un brano in cui don Primo parla della misericordia come antidoto alla violenza e alla guerra. “La giustizia è una misericordia sul nascere: la misericordia, una giustizia al suo termine”. Infine don Antonio Agnelli, assistente ecclesiastico delle ACLI, ha concluso con un breve intervento che qui riportiamo: “Ci troviamo nel luogo simbolo della nascita di un profeta: don Primo. Egli venne al mondo nella povertà e fu difensore strenuo dei poveri e miseri. Visse in un periodo segnato da due guerre mondiali e dalla veemenza delle ideologie: resistette con la forza del Vangelo tra le mani e nel cuore maturando la coscienza del valore indistruttibile del TU NON UCCIDERE, del rifiuto della guerra, del dovere cristiano di ostinarsi a predicare e costruire pace, proponendo vie che la logica umana ritiene assurde: la non–violenza, la resistenza dello spirito, l’obiezione di coscienza, gridando che la guerra è cristianamente un peccato che dà morte e che la distruzione che essa porta è nient’altro che disumana. Don Primo, ora intercedi per noi: ottienici dal Dio della vita la forza di lottare con la sola sicurezza dell’essere disarmati contro ogni potere distruttivo; aiutaci a denunciare anche oggi con Papa Francesco, l’immondo commercio delle armi; l’orami accettata ingiustizia che grida vendetta la cospetto di Dio, l’indifferenza verso chi fugge da guerre lontane ma che noi sosteniamo con i nostri strumenti di morte; la chiusura in noi stessi e nei nostri idoli muti. Fa che lo Spirito che ti ha voluto profeta faccia di noi coloro che gridano contro ogni disumanità, ogni violenza, ogni divisione, ogni sfruttamento, ogni lacerazione della dignità umana. Fa che ci ricordiamo sempre le parole di Gesù: se non parliamo noi, adesso, oggi, per la pace, la fraternità, l’uguaglianza, il bene comune, la verità, l’amore, la giustizia, la distribuzione equa dei beni della terra, grideranno le pietre, quelle che gli impoveriti esasperati scaglieranno contro il nostro sistema di morte e di esclusione, di scarto e di sofferenza. Prega per noi don Primo, per accettare derisione ed emarginazione pur di essere fino in fondo fedeli al Vangelo di pace, per portare nel mondo l’incompresa gioia di vivere come costruttori di pace dono di buona volontà. Servo di Dio l’ardore della tua profezia, la pace, di vivere ogni giorno di Dio e impegno d’ogni persona don Primo, prega per noi”. Venerdì alla cascina San Colombano del Boschetto il ricordo di Mazzolari nel 127° compleanno Venerdì 13 gennaio, in occasione del 127° anniversario della nascita di don Primo Mazzolari, si terrà la tradizionale commemorazione nella parrocchia natia del Boschetto, a Cremona. Alle 16.30 sul sagrato della chiesa si ritroveranno i rappresentanti del volontariato, del pacifismo e della solidarietà internazionale per la formazione del corteo verso la cascina San Colombano dove don Primo nacque il 13 gennaio 1890, come ricorda la targa situata all’ingresso. Qui don Antonio Agnelli, assistente ecclesiali delle ACLI cremonesi, proporrà una riflessione a partire dal “Tu non uccidere”, uno dei testi mazzolariana più intensi e attuali. La riflessione proseguirà quindi alle 17.30 presso la sede provinciale delle Acli, in via Cardinal Massaia, con un incontro sul tema “Il commercio delle armi, la denuncia di Papa Francesco e le nostre responsabilità”. Interverranno don Agnelli e la presidentessa provinciale delle Acli, Carla Bellani. Sempre nel contesto dell’anniversario della nascita di don Mazzolari, sabato 14 gennaio sarà presentato a Cremona il libro, pubblicato da EDB lo scorso ottobre, “La parola ai poveri, curato da mons. Leonardo Sapienza, reggente della Prefettura della Casa pontificia. Proprio l’autore interverrà nel pomeriggio del 14 gennaio nel salone dei Quadri del Palazzo comunale di Cremona, insieme al vescovo di Cremona, mons. Antonio Napolioni, e del sindaco della città, Gianluca Galimberti. Presentazione de “La parola ai poveri” “La parola ai poveri” è una raccolta di scritti del parroco di Bozzolo pubblicati negli anni ’50 in una rubrica del quindicinale Adesso. I poveri chiedono la parola più che una facile strumentalizzazione ideologica. Essi sono una continua provocazione anche per la Chiesa, che attraverso la sua povertà può parlare con credibilità al cuore di ogni uomo. I poveri sono un soggetto ecclesiale scomodo e rappresentano un severo richiamo per chi è chiamato a decidere le sorti dell’umanità. Padre Sapienza, religioso rogazionista, è uno dei più stretti collaboratori di papa Francesco. La sua straordinaria capacità organizzativa è stata ininterrottamente al servizio di tre pontefici: Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e ora Francesco. Il prelato non ha mai nascosto il suo debito spirituale nei confronti di don Primo, che ha letto, studiato e meditato per anni. Collabora da tempo con la Fondazione di Bozzolo: accanto al libro che verrà presentato il 14 gennaio, è in uscita nelle prossime settimane un altro testo di Mazzolari, curato sempre da mons. Sapienza e intitolato Quaresimale minore. Il volume La parola ai poveri è di particolare pregio perché riporta un testo autografo di papa Francesco, che non solo consiglia la lettura delle meditazioni di don Primo, ma ne vede la profezia evangelica. Le parole del Pontefice incoraggiano con forza a dare voce ai poveri, a fare della Chiesa la voce di chi non ha voce, ad aprire il cuore verso le necessità degli ultimi. Scrive Francesco di suo pugno: «Ci farà bene leggere e meditare queste pagine molto attuali di don Primo Mazzolari, sacerdote coraggioso. Lui ci ricorda che i poveri sono la vera ricchezza della Chiesa, i poveri sono l’unica salvezza del mondo! Chiediamo al Signore la grazia di vedere i poveri che bussano al cuore, e di uscire da noi stessi con generosità, con atteggiamento di misericordia, perché la misericordia di Dio possa entrare nel nostro cuore». L’invito ad accostare Mazzolari da parte di Papa Francesco fa intuire una profonda sintonia con il messaggio del parroco di Bozzolo, già indicato come modello di sacerdote nel discorso di apertura del Convegno Ecclesiale della Diocesi di Roma nella basilica di San Giovanni in Laterano lo scorso 16 giugno. In quell’occasione era stato il riferimento all’omelia del 3 aprile 1958 su “Nostro fratello Giuda” a motivare la citazione di don Mazzolari. Giornata del migrante e del rifugiato, domenica Messa con il Vescovo al Cambonino Domenica 15 gennaio ricorre la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato. Il tema scelto dal Papa per il suo tradizionale messaggio è: “Migranti minorenni, vulnerabili e senza voce” (leggi il messaggio). A livello diocesano due le iniziative in programma, promosse dall’Ufficio diocesano per la Pastorale delle migrazioni diretto da don Anton Jicmon. La Giornata a livello diocesano sarà celebrata il 15 gennaio con la Messa che il vescovo Antonio Napolioni presiederà alle 15 presso la parrocchia dei Santi Nazaro e Celso in San Giuseppe, nel quartiere Cambonino di Cremona, fortemente caratterizato dalla presenza di migranti. La celebrazione sarà animata dai vari gruppi etnici presenti sul territorio in modo particolare i rumeni, gli africani e gli ucraini. Un successivo momento di incontro e riflessione si terrà la sera di venerdì 20 gennaio alle 21 presso il Centro pastorale diocesano di Cremona, dove si affronterà il tema proposto dal Papa. Relatore principale sarà il sacerdote cremonese mons. Gian Carlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes, cui saranno affiancate alcune testimonianze. Quella di un operatore della cooperativa Nazareth di Cremona, che accoglie minori stranieri non accompagnati, e quelle di alcuni giovani della parrocchia San Francesco d’Assisi, nel quartiere Zaist di Cremona, che parleranno dell’attenzione che la comunità rivolge nei confronti dei minori migranti. Migranti minorenni, Perego: «Più case e meno orfanotrofi» I numeri In provincia di Cremona nel 2015 gli stranieri presenti sul territorio erano 41.166, in leggero calo rispetto ai precedenti anni (41.448 nel 2014 e 41.277 nel 2013). Il picco più consistente, comunque, si è avuto nel 2011 quando gli stranieri toccarono quota 42.041. La crescita negli ultimi 15 anni è stata radicale, basti pensare che nel 1999 la presenza straniera era provinciale. inferiore alle 8mila unità a livello L’incidenza degli stanieri sulla popolazione totale a livello provinciale è dell’11%. I dati più rilevanti riguardando Cappella de’ Picenardi con il 22%, Corte de’ Cortesi con Cignone con il 21% e Bordolano con il 20%. Cremona si attesta sul 14% e Casalmaggiore sul 17%. Guardando ai Paesi di origine, al 31 dicembre 2015, la nazionalità più rappresentata era quella romena con oltre 11mila presenze (5.042 maschi e 6.038 femmine), quasi il 27% del totale. Il 16,81 era rappresentato dai 6.922 indiani (3.863 maschi e 3.059 femmine). Seguiva con 4.493 persone il Marocco (10,91%). L’8,71% era rappresentato invece da cittadini di origine albanese (3.587), il 5,49% da egiziani e poco più del 3% dai cinesi (1.273 in tutto). Per quanto riguarda i minorenni, il dato provinciale fotografa la situazione della fascia 0-14 anni: nel 2015 erano 9.365 (4.888 maschi e 4.477 femmine). A livello diocesano, il numero degli under 18 sale a 10.679, di cui 5.563 maschi e 5.116 femmine. In totale in Lombardia i minori stranieri al dicembre 2015 erano 276.558. In merito al panorama scolastico in regione nel 2015 il 21,3% frequentava gli asili (il 13,1% di loro è nato all’estero); le elementari il 37% (27,8% nato all’estero), le medie il 21,2% (49,4% nato all’estero) e le superiori il 20% (il 77,1% nato all’estero). Migranti minorenni, Perego: «Più case e meno orfanotrofi» In vista della Giornata mondiale del migrante e rifugiato del 15 gennaio sul tema dei minorenni stranieri, pubblichiamo un intervento del sacerdote cremonese mons. Gian Carlo Perego, direttore generale di Fondazione Migrantes. Per gli eventi in diocesi clicca qui. Mi domando come i minori migranti possano abitare le nostre città, come possano essere raggiunti dalle nostre comunità, come possano sentirsi a casa. Mi domando come si pensi a loro, quando la maggior parte delle risorse sono impiegate in sicurezza, dimenticando la sicurezza sociale di questi ragazzi. Mi interrogo su cosa penseranno quei ragazzi non accompagnati dai familiari e provenienti da situazioni drammatiche, che si ritrovano nei Cas, strutture tutt’altro che familiari, centri e non case, più simili a orfanatrofi. “Vulnerabili e senza voce”. Con questi due aggettivi papa Francesco qualifica il mondo dei minori migranti di oggi. Le statistiche internazionali ci ricordano che sono oltre il 50% di tutti i rifugiati, in fuga con la famiglia o anche, in tanti, da soli. In Italia i migranti minorenni sono più di un milione e centomila: 1 immigrato su 5 in Italia è un minore, un bambino, un ragazzo. Minori sono anche il 20% di 107.000 italiani che hanno lasciato l’Italia nel 2015, abbandonando la scuola, gli amici, la parrocchia, il Paese. Sono oltre il 50% dei rom migranti in Italia dalla Romania, dalla Bulgaria, dal Montenegro, dalla Ex-Jugoslavia, ma anche senza un Paese, apolidi. A loro il Papa c’invita particolarmente a guardare in questa Giornata mondiale del migrante e del rifugiato. Loro sono un “segno dei tempi”, un tempo della storia della salvezza – ricorda papa Francesco – e un luogo nei quali ripensare e ridisegnare le nostre comunità pastorali, ma anche scuola, famiglia, città. Infatti, molti di questi minori migranti in Italia vivono in famiglie povere, in case sovraffollate. Non hanno spazi di gioco, se non all’oratorio vicino a casa. Spesso si assentano dalla scuola o addirittura l’abbandonano. Sono soli in casa la maggior parte delle ore del giorno. Mi domando allora come i minori migranti possano abitare le nostre città, come possano essere raggiunti dalle nostre comunità, come possano sentirsi a casa. Mi domando anche come si pensi a loro, quando la maggior parte delle risorse sono impiegate in sicurezza, dimenticando la sicurezza sociale di questi ragazzi. Mi domando quanto interessa il loro benessere gli inutili discorsi populisti e la riproposizione di centri come i Cie. Mi interrogo, inoltre, su cosa penseranno quei ragazzi non accompagnati dai familiari e provenienti da situazioni drammatiche dell’Africa subsahariana o del Corno d’Africa o del Medio Oriente o del Bangladesh o Pakistan e degli altri 80 Paesi del mondo sbarcati in Italia, che si ritrovano nei Cas, strutture tutt’altro che familiari, centri e non case, più simili a orfanatrofi. Il Papa invita a guardare a loro come se guardassimo ai nostri ragazzi, ai nostri figli. Per loro invita a creare percorsi di protezione e cura, a non dimenticare il bisogno di spazi di gioco. A questo proposito, desidero ricordare la particolare sensibilità di Francesco, il quale dopo la visita a Lampedusa, volle lasciare come segno concreto un contributo per costruire una ludoteca, pensando soprattutto ai ragazzi che sbarcavano e venivano accolti sull’isola. Ancora: per i ragazzi e gli adolescenti il Papa invita a costruire percorsi di integrazione, “collaborazioni sempre più efficaci e incisive”, in altre parole una “simpatia” che aiuta a valorizzare le loro storie ed esperienze dentro un nuovo tessuto di vita sociale e culturale. Il futuro del nostro Paese e della Chiesa in Italia passa anche dalla capacità di condivisione, di fraternità che riusciremo a ricreare attorno ai migranti, a partire dai più piccoli fra loro. La verità del nostro amore a Dio e al prossimo passa dalla capacità di amare questa “carne di Cristo”, che sono i nostri fratelli migranti. Ogni chiusura tradisce la fede e indebolisce la democrazia. Oggi ricordandoci, in particolare, il monito di Gesù, non a caso riportato da tutti gli evangelisti: “Chi avrà accolto anche uno solo di questi miei fratelli più piccoli, avrà accolto me”. Le ragioni della laicità venerdì sera ad Arzago “Le ragioni della laicità. Oriana Fallaci”. Questo il titolo dell’incontro in programma la sera di venerdì 13 gennaio alle 20.45 presso il salone parrocchiale di Arzago d’Adda. L’incontro, promosso dalle parrocchie di Arzago d’Adda, Calvenzano, Rivolta d’Adda e Vailate, vedrà intervenire Paolo Gulisano. La locandina A Tds il Trascendente da sguardi di fedi differenti Domenica 15 gennaio alle 18 presso l’oratorio del Maristella, a Cremona, si svolgerà il quarto appuntamento di Traiettorie di Sguardi. Titolo della serata “I Fiori di Bach”. Ospite dell’incontro la giornalista musulmana Lubna Ammoun, che interverrà insieme a un gruppo di giovani e al docente di storia e filosofia Samuele Lanzi. Una tavola rotonda dove varie fedi siederanno allo stesso tavolo, confrontandosi, in un dialogo aperto e costruttivo, sull’uomo e sul trascendente. Traiettorie di sguardi è il percorso rivolto ai giovani (20-30 anni) della diocesi di Cremona con lo scopo di indagare, attraverso vari linguaggi espressivi, le più significative aspettative di realizzazione dei giovani d’oggi. Il tema scelto per questa annata è “Il Sale della Terra – Giovani, per trasmettere il gusto della vita”: il sale è ciò che da sapore, ma anche ciò che preserva dalla corruzione, ciò che aiuta a custodire, a conservare. La comunità cristiana è sale quando vive e resta fedele alle beatitudini, quando è capace di pagare di persona la fedeltà a Dio e all’uomo. L’incontro del 15 gennaio muove dalla consapevolezza che tutte le espressioni di autentica bellezza possono essere riconosciute come un sentiero che aiuta ad incontrarsi con il Signore, nelle diversità, che non vanno negate, delle varie fedi. Brochure di Tds 2016/2017 Resoconto dei precedenti incontri Il vescovo Antonio apre il Convegno Agesci di Assisi Sarà il vescovo Antonio Napolioni ad aprire, la sera di venerdì 20 gennaio ad Assisi, il Convegno nazionale Agesci promosso nell’ambito delle celebrazioni per i 100 anni di scoutismo cattolico. Insieme a prof. Silvano Petrosino, docente di Filosofia morale e Filosofia delle comunicazioni, e alla prof.ssa Serena Nocetti, docente di Teologia sistematica, il vescovo Napolioni parteciperà alla tavola rotonda dal titolo “Essere cattolici nella società ed educatori nella Chiesa nazionale e locale”. Il convegno del Centenario dello Scautismo Cattolico, dal titolo “Con l’aiuto di Dio prometto sul mio onore”, è in programma dal 20 al 22 gennaio presso la Pro-Civitate Christiana “La Cittadella” di Assisi e vedrà la partecipazione, oltre ai membri di Consiglio nazionale Agesci, dei membri dei Comitati regionali allargati alle Branche e dei responsabili e assistenti ecclesiastici di Zona. A introdurre il Convegno, nel pomeriggio gennaio, sarà la lectio divina presieduta dal Bagnasco nella Cattedrale di Assisi, naturalmente anche del vescovo di Assisi, Sorrentino. di venerdì 20 cardinal Angelo alla presenza mons. Domenico Ad aprire ufficialmente i lavori sarà quindi in serata la tavola rotonda che vedrà la partecipazione proprio del vescovo di Cremona. Dopo essere stato in gioventù per sei anni capo della branca dei Lupetti, mons. Napolioni da sacerdote ha vestito i panni di assistente ecclesiastico Scout, ricoprendo anche le carica di assistente regionale delle Marche dal 1986 al 1992 e quella di assistente nazionale Agesci dal 1992 al 1998. La giornata di sabato proseguirà sull’identità pedagogica dello quindi riflettendo scautismo, sulle caratteristiche fondanti e sulle scelte maturate in un secolo di appartenenza ecclesiale, nell’ambito dell’educazione alla fede. Tematiche che saranno dibattute in gruppi di lavoro animati in modo dinamico e partecipato. In particolare sull’identità pedagogica dello Scautismo, e dello Scautismo cattolico in particolare, parleranno Gualtiero Zanolini, uno dei dodici componenti del Comitato direttivo mondiale, e padre Federico Lombardi, gesuita, scout, già direttore della Sala Stampa vaticana. Nel pomeriggio, invece, con Michele Pandolfelli saranno ripercorse le tappe dello scautismo cattolico guardando poi all’identità del capo scout e alla sua formazione. In serata veglia di preghiera. Nella mattinata del 22 gennaio la conclusione del Convegno dopo la messa presieduta nella Basilica di S. Francesco da mons. Paolo Giulietti, vescovo ausiliare di Perugia-Città della Pieve ed assistente ecclesiastico Agesci dell’Umbria. Una tre giorni in cui l’Agesci vuole ribadire e approfondire insieme la scelta dello Scoutismo come proposta di fede e di appartenenza ecclesiale. Per questo forte sarà il coinvolgimento dei vari livelli associativi, con la presenza dei responsabili di Zona in concomitanza con l’avvio delle novità relative al ruolo introdotte con la revisione dei percorsi deliberativi. In diocesi di Cremona l’Agesci (Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani) è presente con 8 gruppi: Cassano d’Adda, Caravaggio, Fornovo S. Giovanni, Soncino, Cremona 2 (Cristo Re), Cremona 3 (S. Bernardo), Bozzolo e Viadana. Presenze suddivise tra le diverse zone della Lombardia. Presenti anche gli adulti del MASCI (Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani). Settimana dell'unità dei cristiani al via con un incontro a S. Abbondio Dal 18 al 25 gennaio si celebra, come sempre, la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. “L’amore di Cristo ci spinge verso la riconciliazione” è il motto biblico, ispirato al capitolo 5 della Seconda Lettera ai Corinzi, proposto quest’anno come occasione di riflessione. Anche in diocesi di Cremona non mancano occasioni di riflessione e preghiera, con la consueta veglia ecumenica presieduta dai rappresentanti delle diverse confessioni cristiane, che sarà presentata a breve. Ad aprtura della Settimana un ulteriore appuntamento cremonese, promosso presso la parrocchia cittadina di S. Abbondio. L’appuntamento è per la sera di mercoledì 18 gennaio, alle 21, presso la sala della parrocchia di S. Abbondio (ingresso da piazza S. Abbondio, accedendo dal chiostro). Tema dell’incontro: “Il cammino ecumenico: rivedere il passato, guardare al futuro”. Interverranno il pastore della Chiesa Metodista in Cremona, Antonio Lesignoli, e il giornalista di “Missione Oggi”, Mauro Castagnaro. L’incontro, aperto a tutti, e moderato dal prof. Mario Gnocchi del SAE (Segretariato per le attività ecumeniche) di Cremona, è promosso dal Gruppo missionario di S. Abbondio in sinergia con il SAE di Cremona. Per aiutare a vivere la Settimana, la Commissione episcopale e l’Ufficio nazionale per l’Ecumenismo e il Dialogo interreligioso della CEI, hanno predisposto una proposta di preghiera. Si tratta di una intenzione di preghiera con scadenza mensile: la proposta può essere utilizzata come aggiunta alla preghiera universale, in particolare l’ultima domenica di ogni mese. Libretto di preghiera dei fedeli Libretto di preghiera dei fedeli (per stampa) Sussidio della Settimana con introduzione teologico-pastorale Il tema della Settimana 2017 Il tema scelto per la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani risulta in stretta connessione con il quinto centenario della Riforma protestante, avviata da Martin Lutero con l’affissione delle 95 tesi sulle indulgenze, avvenuta il 31 ottobre 1517 a Wittenberg, in Germania. E non è un caso che il materiale per la preghiera sia stato preparato quest’anno proprio dalle Chiese cristiane tedesche, attraverso la Comunità di lavoro delle Chiese cristiane in Germania (Arbeitsgemeinschaft Christlicher Kirchen, ACK), l’organismo ecumenico in cui sono rappresentate tutte le tradizioni cristiane. Nell’Introduzione teologico-pastorale al tema di quest’anno, stilata dal Gruppo locale tedesco insieme alla Commissione internazionale, si sottolinea che al comitato preparatorio è apparso subito chiaro che i materiali per la Settimana avrebbero dovuto avere due accenti. Da un lato, la “celebrazione dell’amore e della grazia di Dio”, in particolare mettendo in rilievo quella “giustificazione per sola grazia” che è stata ed è al centro della teologia delle Chiese della Riforma. Dall’altro, un accento “penitenziale”, nel riconoscimento delle profonde divisioni di cui ha sofferto la Chiesa in seguito all’evento del 1517, offrendo al tempo stesso l’opportunità di fare ulteriori passi verso la riconciliazione. L’apostolo Paolo nella Lettera ai Romani scrive: “Per mezzo di Cristo abbiamo anche avuto accesso, mediante la fede, a questa grazia nella quale rimaniamo e ci vantiamo nella speranza della gloria di Dio” (Rm 5, 2). E san Giovanni Crisostomo commenta: “Nota come Paolo precisa sempre tutti e due gli aspetti, ciò che viene da Cristo e ciò che viene da noi. Solo che da Cristo ci vengono molte e svariate cose: è morto per noi, ci ha riconciliati, ci ha dato accesso e ci ha comunicato un’ineffabile grazia; per parte nostra invece ci mettiamo solo la fede” (Omelie sulla Lettera ai Romani – 9,2-3). Il fatto che i cristiani possano ricordare insieme, oggi, un evento del passato che ha diviso i cristiani in Occidente con un senso di speranza e ponendo l’accento su Gesù Cristo e la sua opera di riconciliazione è un “notevole risultato”, come sottolinea ancora l’Introduzione teologico-pastorale, raggiunto grazie a cinquant’anni di dialogo ecumenico. Al via a S. Abbondio il terzo anno della Scuola di canto gregoriano Prenderà il via sabato 21 gennaio a Cremona il terzo anno della Scuola di canto gregoriano, nata nel 2015 dalla collaborazione tra il maestro Fulvio Rampi (direttore dei Cantori Gregoriani) e l’Accademia Corale Teleion di Poggio Rusco (MN), con gli importanti patrocini del Pontificio Istituto di Musica Sacra (Roma), dell’Associazione Italiana Santa Cecilia e dell’Unione Società Corali Lombarde (USCI). Cinque incontri in giorno di sabato (dalle 10 alle 19) da gennaio a maggio 2017 rivolti in particolar modo a direttori di coro, cantori, organisti, liturgisti ma anche a tutti coloro che desiderano scoprire il grande tesoro che la tradizione millenaria della Chiesa ha consegnato attraverso i secoli. Il corso, che si terrà anche quest’anno presso la parrocchia di Sant’Abbondio in Cremona grazie alla piena disponibilità del parroco don Andrea Foglia, ha già ricevuto oltre sessanta iscrizioni da tutto il nord e centro Italia, e si inserisce in un’ottica di promozione della pratica della musica e del canto liturgico in risposta ad una crescente richiesta di arte, bellezza e pertinenza liturgica da quanti, negli ultimi anni, hanno frequentato i seminari e i corsi estivi di studio del Canto Gregoriano organizzati dalla Accademia Teleion in collaborazione con i Cantori Gregoriani di Rampi. Maggiori e più dettagliate informazioni sull’organizzazione sul sito www.scuoladicantogregoriano.it. Brochure della scuola Nuovo vescovo di l'emiliano don Gianotti Crema: è Daniele È don Daniele Gianotti, 60 anni a settembre, sino ad oggi canonico della Cattedrale, vicario episcopale per la Cultura della diocesi di Reggio Emilia-Guastalla e docente di Teologia presso la Facoltà Teologica dell’Emilia Romagna, già assistente ecclesiastico AGESCI per la zona di Reggio Emilia alla fine degli anni Ottanta, il nuovo vescovo di Crema. La notizia è stata ufficializzata alle ore 12 mercoledì 11 gennaio nelle conferenza stampa indette a Crema e Reggio Emilia. Sarà il 28esimo vescovo dal 1580, succedendo a mons. Oscar Cantoni, tornata a Como come pastore dopo ha guidato per undici anni anni la diocesi cremasca che, suddivisa in sei zone pastorali, conta 62 parrocchie e 100.800 abitanti. Biografia del vescovo eletto mons. Daniele Gianotti Il Rev.do Daniele Gianotti è nato a Calerno, Frazione di S. Ilario d’Enza, nella provincia di Reggio Emilia, il 14 settembre 1957. Entrato nel Seminario Minore Diocesano, ha frequentato la Scuola media inferiore e il Liceo classico “Ludovico Ariosto” di Reggio Emilia. Nel 1976 è stato inviato a Roma e, come alunno dell’Almo Collegio Capranica, ha frequentato i corsi di filosofia e di teologia presso la “Pontificia Università Gregoriana”, ottenendo la Licenza in Teologia nel 1983 e il diploma in Teologia e Scienze Patristiche all’Istituto “Augustinianum” nel 1984. È stato ordinato Sacerdote il 19 giugno 1982 a Calerno, suo paese natale, da S.E. Mons. Gilberto Baroni, per la diocesi di Reggio Emilia-Guastalla. Mons. Gianotti ha svolto i seguenti incarichi pastorali: Segretario e poi Prefetto degli studi all’Istituto di Scienze religiose dal 1985 al 1999; Assistente ecclesiastico AGESCI per la zona di Reggio Emilia dal 1987 al 1989; Membro del Collegio dei consultori dal 1993 al 2000; Direttore dell’ufficio liturgico diocesano e Animatore della scuola diocesana di musica per la liturgia dal 1995 al 2000; Segretario del Consiglio presbiterale diocesano dal 1990 al 1999 e dal 2000 al 2005 Vicario Episcopale per la Pastorale. Dal 1985 è Docente presso lo “Studio teologico interdiocesano” di Reggio Emilia-Guastalla, Modena, Parma e Carpi e presso l’ “Istituto di Scienze Religiose” di Reggio Emilia. Dal 1988 è Canonico della Cattedrale e dal 1994 Prefetto degli Studi nel Seminario diocesano. Dal 1997 è Docente di Teologia Sistematica e di Patrologia allo “Studio teologico accademico bolognese”, Sezione seminario regionale, e agli Istituti Superiori di Scienze religiose di Bologna e di Modena; dal 1999 è Delegato vescovile per la Formazione permanente del clero giovane; dal 2000 è Incaricato vescovile per l’amministrazione della Cresima e Vicario Episcopale per la progettazione e la formazione pastorale; dal 2001 è Docente stabile straordinario di Teologia sistematica alla Facoltà Teologica dell’Emilia Romagna e dal 2005 è Vicario Episcopale per la cultura. Ha collaborato inoltre con il Vescovo nella Visita Pastorale e come membro della Commissione per l’Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso. Inoltre, è stato animatore della pastorale vocazionale, apprezzato conferenziere, animatore della formazione dei laici nella missione diocesana a Kibungo (Rwanda). Egli è stato uno degli ideatori del progetto “Hospice”, attivo dal 2001, casa ospedaliera che si occupa dell’assistenza dei malati terminali di tumore nella provincia di Reggio Emilia, e centro culturale e di riflessione sul tema della morte nella vita del cristiano. È anche autore di diverse patristico e liturgico. pubblicazioni di carattere