i cercalupi

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i cercalupi
I CERCALUPI
Biennale delle Arti e delle Scienze del Mediterraneo
Ente Formatore per Docenti Accreditato MIUR
Questa pubblicazione è il prodotto dell’attività in situazione svolta in
seno al Percorso di Formazione denominato “Scrittura, Regole, Musica,
Armonia, Cittadinanza” II annualità
Partendo dall’incipit di Anselmo Roveda e con il coordinamento dei propri docenti, hanno scritto il racconto gli studenti delle scuole e delle
classi appresso indicate:
Direzione Didattica II Circolo “Giovanni XXIII” di Pinerolo – Classe III A
Direzione Didattica “Michele Coppino” - plesso “Giulia Falletti di Barolo” di
Torino – Classe III B
Direzione Didattica II Circolo “Giovanni XXIII” di Pinerolo – Classe III B
Direzione Didattica “Michele Coppino” - plesso “Giulia Falletti di Barolo” di
Torino – Classe IV B
Scuola Primaria “C. Casalegno” di Torino – Classe IV D
Scuola Primaria “Guidi” – Istituto Comprensivo 17 di Bologna - Classe IV A
Scuola Primaria “G. Falletti di Barolo”di Torino – Classe IV A
Scuola Primaria “Guidi” – Istituto Comprensivo 17 di Bologna - Classi IV B/C
Scuola Primaria “F. Sclopis” di Torino – Classe IV A
Editing a cura del tutor: Pino Pace
Biennale delle Arti e delle Scienze del Mediterraneo
Ente Formatore per Docenti accreditato Ministero dell’Istruzione
La pubblicazione rientra tra i prodotti del Percorso di Formazione per Docenti
“Scrittura, regole, musica, armonia cittadinanza” II annualità.
Il Percorso di Formazione è promosso dal MIUR Dipartimento per l’Istruzione Direzione Generale
per il Personale Scolastico Ufficio VI e si organizza in interazione con il Liceo Alfano I di Salerno
Direzione e progetto scientifico
Andrea Iovino
Responsabile per l’impianto editoriale
Marisa Coraggio
Coordinamento Scientifico
Maurizio Spaccazocchi
Grafica di copertina:
l’Istituto Europeo di Design, Torino
Docente: Sandra Raffini
Coadiuzione nella redazione del progetto
e monitoraggio dell’azione
Ermelinda Garofano
Maurizio Ugo Parascandolo
Impaginazione
Tullio Rinaldi
Francesco Rossi
Ermanno Villari
Segreteria di Redazione
e Responsabile delle procedure
Valentina Landolfi
Margherita Pasquale
Relazioni Istituzionali
Nicoletta Antoniello
Staff di Direzione
e gestione delle procedure
Angelo Di Maso
Adele Spagnuolo
Amministrazione
Rosanna Crupi
Annarita Cuozzo
Franco Giugliano
Piattaforma BIMEDESCRIBA
Gennaro Coppola
Angelo De Martino
I libretti della Staffetta non possono essere in alcun modo posti in distribuzione Commerciale
I Docenti e le classi che hanno operato
per la composizione del racconto si
sono potuti avvelere del contributo di:
Responsabili d’area
del percorso di formazione
Ermelinda Garofano
Adele Spagnuolo
Maria Belato
Docenti Tutor Scrittura
Pino Pace
Stefano Delprete
Annamaria Piccione
Docenti Tutor Musica
Giorgio Dellepiane Garabello
Tullio Visioli
Carlo Pestelli
By Bimed Edizioni
Dipartimento tematico della Biennale delle Arti e delle Scienze del Mediterraneo
(Associazione di Enti Locali per l’Educational e la Cultura)
Via della Quercia, 64 – 84080 Capezzano (SA), ITALY
Tel. 089/2964302-3 fax 089/2751719 e-mail: [email protected]
La Collana dei Raccontiadiecimilamani 2014 viene stampata in parte su
carta riciclata. È questa una scelta importante cui giungiamo grazie al contributo di autorevoli partner (Sabox e Cartesar) che con noi condividono il
rispetto della tutela ambientale come vision culturale imprescindibile per chi
intende contribuire alla qualificazione e allo sviluppo della società contemporanea anche attraverso la preservazione delle risorse naturali. E gli alberi
sono risorse ineludibili per il futuro di ognuno di noi…
Parte della carta utilizzata per stampare i racconti proviene da station di
recupero e riciclo di materiali di scarto.
La Pubblicazione è inserita nella collana della Staffetta di Scrittura
Bimed/Exposcuola 2013/2014
Riservati tutti i diritti, anche di traduzione, in Italia e all’estero.
Nessuna parte può essere riprodotta (fotocopia, microfilm o altro mezzo) senza
l’autorizzazione scritta dell’Editore.
La pubblicazione non è immessa nei circuiti di distribuzione e commercializzazione e rientra tra i prodotti formativi di Bimed.
RINGRAZIAMENTI
Ringraziamenti ossequiosi vanno a S. E.
l’On. Giorgio Napolitano che ha insignito
la Staffetta 2014 e l’azione formativa con
uno dei premi più ambiti per le istituzioni
che operano in ambito alla cultura e al fare
cultura, la Medaglia di Rappresentanza
della Repubblica Italiana giusto dispositivo
Prot. SCA/GN/1047-1 del 12/09/2013.
Si ringraziano per l’impagabile apporto
fornito alla Staffetta 2014:
i Partner tecnici:
UNISA – Salerno, Dip. di Informatica;
Ambasciata Italiana il Libano
Istituto Europeo di Design - Torino;
Cartesar Spa e Sabox Eco Friendly
Company;
Ringraziamenti particolari vanno agli
scrittori redattori degli incipit, a Elisabetta
Barone Dirigente del Liceo Alfano I partner
istituzionale della Staffetta e delle attività
di formazione, a Claudia Enrico Dirigente
della Scuola Primaria Michele Coppino di
Torino e a Filippo Gervasi Dirigente dell’Istituto Comprensivo E. De Amicis di Enna
per aver concesso la propria scuola in funzione delle attività in presenza dell’azione
formativa collegata.
La Staffetta 2013/14 riceve:
Medaglia di Rappresentanza della Presidenza della Repubblica Italiana
Patrocini:
Senato della Repubblica, Camera dei Deputati, Ministero della Giustizia,
Ministero per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Ministero dell’Ambiente
PRESENTAZIONE
Il Percorso di Formazione da cui scaturisce la presente pubblicazione ci
ha consentito, quest’anno, di dimostrare come attraverso l’ottimismo della
volontà sia possibile organizzare buone prassi tali da rideterminare
motivazione e nel contempo, dare alla scuola italiana gli strumenti
necessari a affrontare le sfide sempre più complesse che abbiamo davanti
a noi. Attraverso un lavoro rilevante sulla scrittura e sulla musica abbiamo
verificato come sia possibile coinvolgere gli studenti nelle pratiche che attraverso i saperi, le conoscenze e le competenze determinano cittadinanza.
Abbiamo fatto di più nel momento in cui siamo riusciti a sancire un’idea
comune di cittadinanza che si connota dei principi costituzionali su cui
poggia la nostra Repubblica. Il percorso di formazione che si è svolto
per una parte in presenza e per un’altra parte on-line ha il suo valore
aggiunto proprio per la fase in situazione che è, in buona sostanza,
il momento in cui quanto ci trasmettiamo durante le lezioni de visu e
quanto assumiamo attraverso la Piattaforma web può essere provato e
testato nel rapporto con i nostri giovani, quegli studenti italiani che
abbiamo il dovere di ringraziare per il contributo che hanno messo in
campo in favore dell’azione. Il racconto che a seguire avrete il bene di
leggere è il frutto di un lavoro complesso di un insieme di docenti e studenti
che prima sono entrati in relazione con lo scrittore redattore dell’incipit,
poi hanno scritto insieme il proprio capitolo, poi hanno seguito la storia
e, infine, hanno tradotto il lavoro di scrittura in altro linguaggio creativo
documentato dal DVD che è accluso al volume. Tutto questo è stato fatto
in interazione diretta dei docenti fruitori del percorso con il Comitato
Tecnico Scientifico, gli esperti, i docenti tutor e le tante, diverse, figure
che hanno contribuito a determinare un risultato assolutamente unico per
le attività di formazione che è, poi, questa pubblicazione e gli altri prodotti
che attestano quanto possa essere possibile determinare una scuola
stimolante e partecipata in cui la Cittadinanza viene affermata come
obiettivo primario per il contesto formativo del nostro Paese.
Andrea Iovino
INCIPIT
ANSELMO ROVEDA
I cercalupi
Nel grande cortile sotto casa i bambini dei palazzi non
stanno giocando a niente, sono tutti seduti in cerchio
dietro la macchina rossa della mamma di Anita. C’è aria
di segreti, tempo di riunione.
Li ha radunati lì Edoardo: «Su, venite qui, tutti in cerchio.
Vi devo raccontare una cosa importante...»
Gli altri si sono fatti intorno curiosi.
«Vi devo parlare di...»
Edoardo fa una pausa, respira profondamente, guarda
uno a uno i suoi amici, poi alza lo sguardo, provando a
sbirciare oltre la macchina rossa.
«Su, insomma, ci devi parlare di...» interviene impaziente
Alice.
«Un attimo, non ci devono sentire i grandi» dice con
tono solenne Edoardo.
«Dai, non c’è nessuno, forza che sono curiosa» sbotta
Alice.
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«Allora...» riprende Edo guardandosi ancora intorno «vi
devo parlare di lupi».
«Lupi?» si stupiscono in coro gli altri.
«Sì, lupi» dice sicuro Edoardo.
Restano un istante in silenzio, poi Anita borbotta: «Ma i
lupi non esistono».
«Sì che esistono, c’è quello di Cappuccetto Rosso...» si fa
avanti Irene.
«Appunto, vedi che non esistono, quelle sono solo favole» insiste Anita.
«Non è vero. I lupi esistono: sono come i cani, ma più cattivi» precisa Alice.
«Sì, cattivi» Irene e Jacopo sono d’accordo.
«Io l’ho visto un lupo!» continua Alice, ma gli altri iniziano a ridacchiare, così si affretta a precisare «Morto, ma l’ho visto».
«E dove l’hai visto?» chiede Irene.
«Io non ci credo». Anita fa il broncio.
«Lo giuro, l’ho visto al Museo di Storia Naturale» Alice si
porta solennemente una mano sul cuore.
«Ah, ora che ci penso, anch’io ho visto un lupo. Alla tele
però» prova a cavarla d’impaccio Jacopo.
«Stop! Fatemi raccontare!» strilla Edoardo «I vostri lupi
non contano, non sono veri: sono morti, in tv o nelle fiabe;
io invece ho sentito parlare di un lupo lupo, insomma di un
lupo vero».
«Guarda che se ci vuoi far paura, io non ci casco...»
Anita ha un brivido.
«No, lo giuro anch’io, sulle mie carte della collezione. Ieri
sera il fidanzato di mia sorella era a mangiare da noi e ha
detto che domenica ha visto un lupo sul sentiero, in montagna, qui sui monti dietro casa» dichiara fiero Edoardo.
«Dimitri?» chiesero in coro gli altri.
«Sì, Dimitri, il fidanzato di mia sorella Elisabetta».
«Se l’ha detto Dimitri allora è vero» certifica Jacopo. Gli
altri annuiscono, la pensavano tutti così.
Dimitri ha diciassette anni e la moto, è grande. E tra i
grandi è uno dei più tosti, anche in piscina fa dei tuffi da
campione.
«E com’era questo lupo? Com’era?» chiede curiosa Anita.
«Beh, non è che l’ha proprio visto visto» dice con voce
meno sicura Edoardo.
Gli altri restano in silenzio, allora Edo continua: «Ha detto
che ha visto l’ombra del lupo».
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«E dove l’ha vista?» cerca di capire Jacopo.
«Sul sentiero che va verso i monti, quello che parte da
dietro la stazione dei treni, vicino alla scuola».
Fu così che decidono di mettersi sulle tracce del lupo.
CAPITOLO PRIMO
Un’indagine in corso
Il primo e immediato desiderio dei bambini è di andare
alla ricerca di quest’ombra-lupo, ma poiché le idee sui
lupi sono poco chiare, Alice, che è più curiosa degli altri
ed esperta conoscitrice della natura e degli animali,
ferma tutti e dice: «Potrebbe essere pericoloso partire
senza sapere nulla di questo animale, i lupi non vivono
solo nel mondo delle fiabe… Io l’ho visto davvero, imbalsamato e fa paura! Ho letto i cartelli sul lupo del
Museo di Storia Naturale; ci sono andato l’estate scorsa
con la zia Anna».
Irene e Anita, le più piccole del gruppo, che di lupo conoscono solo quello di Cappuccetto Rosso e delle
fiabe che mamma e papà hanno raccontato loro, ascoltano attente. Difficile per loro credere che i lupi esistano… ancora non ne sono convinte.
In particolare Anita, una bimba molto fantasiosa che
ama giocare con la bambole e inventare storie, non riesce del tutto a crederci.
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Un’indagine in corso
Però si fa forza e dice: «I lupi non sono tutti cattivi, io lo
so perché mia nonna, che vive in Romania, mi racconta
sempre la favola di un lupo che salva una bambina che
si è persa nel bosco e non riesce più a tornare a casa,
la prende con sé, l’accompagna dalla sua mamma e non
aspetta neppure la ricompensa promessa dalla piccola…»
Gli amici l’ascoltano e lei continua: «La mia nonna dice
che sono i grandi a volte che non amano gli animali e
non li rispettano e poi li descrivono come cattivi!»
Gli amici sorridono e le dicono che questo lupo però è
un’altra cosa.
Edoardo aggiunge ancora: «A Dimitri possiamo anche
chiedere di essere più preciso su quello che ha visto e
che ci dia qualche idea su come iniziare la caccia…»
La risposta è unica: «Sì, sì, sì, sì...»
Decidono di ritrovarsi il giorno dopo all’uscita della
scuola per andare a parlare con Dimitri.
Jacopo, che fino a quel momento era rimasto silenzioso,
dice: «Va bene; Edoardo comanderà la spedizione».
Tutti fanno sì con la testa. La riunione finisce e tutti tornano a giocare felici.
Capitolo primo
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CAPITOLO SECONDO
I consigli di Dimitri
Edoardo, di notte, si gira e rigira nel letto, non riesce a
dormire perché gli passano per la mente tanti pensieri…
“Domani potremmo andare a parlare a Dimitri nel pomeriggio… Sì, è perfetto! Quando noi saremo usciti da
scuola, lui avrà appena finito di nuotare… Lo incontreremo al bar della piscina Aquatica e lo intratterremo per
poco tempo altrimenti Elisabetta si arrabbierà… loro due,
infatti, si vedono sempre il venerdì pomeriggio! Domani
mattina dovrò arrivare a scuola un po’ prima per dire agli
altri dove incontreremo Dimitri… d’altronde Jacopo mi ha
nominato capo della spedizione!” così pensando, finalmente, Edo si addormenta.
Il giorno dopo, fuori da scuola, Edoardo e Alice arrivano di corsa, si guardano intorno e si domandano impazienti: “E gli altri?”
Arrivano anche Anita e Irene che, ancora incredule, si
confidano sottovoce: «Sarà vero che ha visto il lupo?
Dimitri è grande e i grandi, di solito, non raccontano
bugie!»
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I consigli di Dimitri
Arriva anche Jacopo e si incamminano verso il bar della
piscina.
Qui incrociano Dimitri: «Ehilà, che cosa ci fate qui, ragazzi? Cercate me?»
«Sì» dice Edoardo che ha sempre provato un po’ di
imbarazzo e ammirazione per il fidanzato di sua sorella.
«Ti ricordi che l’altra sera hai raccontato di aver visto
un lupo? Ecco… ne sei sicuro?»
«Ci puoi dire com’era?» interviene Alice.
«Hai avuto paura, sei scappato?» interrompono impaurite Anita e Irene.
«Sai darci qualche informazione sul lupo? Sai vogliamo
metterci sulle sue tracce…» dice Jacopo, un po’ imbarazzato.
Dimitri si siede su una panchina, è contento di raccontare quel fatto straordinario, accaduto solo a lui;
anche gli amici si siedono incuriositi e attenti.
«Era notte; mi sono trovato, per un attimo, un’ombra di
fronte… quelle due fessure gialle, luminose, mi hanno
fissato per pochi secondi. Non potevano certo essere
quelle di un cane randagio! E poi, si sentivano degli
ululati in lontananza».
Capitolo secondo
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Alice lo interrompe: «Ho sentito alla televisione che i
lupi non sono solo più sugli Appennini, ma sono ricomparsi anche qui, sulle nostre Alpi Marittime».
«Dai, lascialo continuare!…» le dicono gli altri in coro,
nervosi e impazienti.
«Sono rimasto immobile perché, in quel momento, mi è
venuto in mente che la mia cagnetta Luna fa così
quando incontra un cane più grosso… mi hanno detto
che è un segno di sottomissione. In un attimo il lupo è
scomparso e io, indietreggiando lentamente, sono ritornato verso la stazione dei treni».
Mentre Dimitri racconta, pensa fra sé che non si era
mosso perché era terrorizzato.
«Era solo o ce n’erano tanti?» intervengono tutti insieme.
«Credo che non fosse da solo. Ho letto che i lupi, in primavera, non si spostano, ma stanno sullo stesso territorio ad allevare i cuccioli» continua Dimitri.
«Allora dici che possiamo metterci sulle sue tracce? A
scuola ci hanno insegnato che, per amare e rispettare
gli animali, bisogna conoscerli e noi lo vogliamo fare
davvero!» dice Edoardo mentre tutti gli altri tacciono.
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I consigli di Dimitri
Mentre Dimitri li fissa negli occhi, si sente responsabile di
ciò che sta per dire. Poi, con tono serio, riprende a parlare: «Ragazzi, dovrete stare molto attenti, il lupo è un
predatore; è molto schivo, ha un udito finissimo ed è,
quindi, molto difficile incontrarlo. Dovrete stare in silenzio per ore, potreste passare giorni e giorni senza vederlo né sentirlo, dovrete avere un’attrezzatura
adatta… Vi consiglio di farvi accompagnare da un
adulto esperto». Edoardo propone di andare a parlare
al guardaparco che, a scuola, solo un mese prima,
aveva tenuto alcune lezioni di Educazione ambientale.
Sicuramente sarebbe stata la persona giusta per loro.
Mentre i cinque amici sono sempre più convinti di mettersi sulle tracce del lupo, anche se non è un’avventura da poco, Dimitri ne approfitta terminando la
conversazione: «Ok, ok ragazzi! Con un adulto sicuramente sarete molto più tranquilli, chiedete a lui. Ora
devo andare, Elisabetta mi sta aspettando!»
Per il gruppetto è sicuramente arrivato il momento di
decidere se dirlo ai genitori e seguire i consigli appena sentiti oppure mantenere il loro segreto…
Capitolo secondo
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CAPITOLO TERZO
“Lupi in città”
I bambini restano per un po’ silenziosi: chi ha paura, chi
non è convinto, chi non sa che decisione prendere.
Jacopo rompe il silenzio: «Non mi sembra ancora il momento di parlare con il guardaparco».
«Perché no?» chiede Edoardo.
Jacopo gli spiega che parlarne ora vorrebbe dire che i
genitori ne sarebbero subito informati e la loro avventura finirebbe lì.
In fondo anche Dimitri dice che “forse era un lupo”, allora
proviamo a cercare nei luoghi che conosciamo… chissà
che i “lupi” non siano anche qui intorno!
Ognuno ha già un’idea, hanno voglia di fare, basta con
le discussioni.
Vanno nei giardinetti dove di solito si incontrano per
giocare, così nessuno si insospettirà.
Irene e Anita decidono di indagare insieme, sono le più
piccole e come sempre inseparabili. Si sentono abbastanza forti e si danno coraggio.
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“Lupi in città”
Il giorno dopo nel cortile della scuola, durante l’intervallo, senza neanche cercare… trovano dei “lupi” anzi
dei “lupetti!” Si tratta di un gruppetto di compagni di
scuola più grandi, agitati e arrabbiati come un branco
di lupacchiotti.
Fermano un bambino che a loro confronto sembra un nanetto. Il bambino è spaventato e quasi si mette a piangere.
«Se non ci porti venti figurine domani sono guai… e non
dirlo a nessuno!»
Le due bambine non riescono a muoversi, hanno paura di
essere scoperte. Ora forse un po’ capiscono cosa voglia
dire incontrare un lupo. Devono assolutamente dirlo al
gruppo, fare qualcosa per questo compagno perché non
venga “azzannato” da questi piccoli lupi.
Chissà quante volte è già successo e non se n’erano
mai accorte!
Decidono così di mandare un bigliettino agli amici, nelle
altre classi: “Vediamoci subito dopo l’uscita… comunicazioni U R G E N T I. Anita e Irene”.
Il gruppo con grande curiosità si ritrova e le ascolta con
interesse.
Capitolo terzo
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Ognuno di loro, dopo il racconto, pensa di aver assistito almeno una volta al parco giochi a questo tipo di
minacce.
Decidono così che il giorno dopo accompagneranno il
bambino tutti insieme, perché questi “piccoli predatori”
è meglio affrontarli uniti. Si lasciano con questo motto:
CACCIA AI LUPI… SEMPRE UNITI!
Edoardo torna a casa, prende la sua sacca del calcio
e va al campetto del suo quartiere come ogni giovedì.
È di corsa perché l’incontro con il gruppo si è prolungato. È anche un po’ sovrappensiero; attraversa in fretta
le strisce pedonali di fronte al campo, salutando i compagni dall’altra parte, quando si ferma di botto: un’auto
con dei fari inchioda poco prima di lui.
Uno spavento enorme, deve stare più attento!
“Ma è colpa mia” pensa “o quel lupo, sì, proprio quel gigante ringhioso, mi stava investendo?! Ma è lui che sbaglia, non io! Guarda un po’ quante se ne trovano di
persone in queste auto rabbiose, con gli occhi abbaglianti che non hanno nessun timore e ti aggrediscono…
lo devo dire a mio papà e a mia mamma, perché gli
adulti sappiano che si devono controllare!”
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“Lupi in città”
CAPITOLO QUARTO
Un “lupo” di città
«Edoardo…Ti sei spaventato?»
«Come stai? Ti sei fatto male?» chiedono in coro i compagni di calcio.
«Niente, bisogna starci attenti però!»
«Eh… un po’! Ma ora non ci pensiamo e corriamo in
campo, altrimenti il mister ci farà fare trenta addominali
o, ancor peggio, trenta flessioni per il ritardo».
Velocemente Edoardo si infila dei pantaloncini troppo
lunghi per lui e la maglietta bianca con il suo amato e
tanto desiderato numero 10 stampato dietro.
Lui è il capitano: un ruolo così importante gli era stato affidato dal mister, Alessandro, non solo perché era un eccellente e responsabile calciatore, ma soprattutto
perché, essendo molto stimato dai suoi amici, riusciva a incoraggiare il gruppo e tenerlo sempre unito.
Il capitano entra in campo sicuro di sé, come al solito. Il
suono del fischietto segna l’inizio degli allenamenti: la
palla sfreccia rapida da un piede all’altro. Ecco che
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Un “lupo” di città
l’allenatore passa il pallone a Edoardo e nello stesso
attimo nella sua testa ritorna all’improvviso quella terribile immagine del gigante ringhioso che quasi lo sfiora,
accecandolo con quei due grossi fari gialli.
«Edoardo, cosa fai? Cosa ti sta passando per la testa?»
Il pallone colpisce sul viso il ragazzo che cade per terra
intontito, con gli occhi sbarrati.
«Scusi mister, non mi sento tanto bene. Posso andare a
cambiarmi negli spogliatoi?».
Alessandro annuisce sorpreso: mai prima d’ora il suo capitano si era tirato indietro.
Anche sotto la doccia Edoardo non riesce a far scomparire dai suoi occhi le scene a cui aveva assistito nel
cortile e sulla strada.
“Devo assolutamente parlare domani con i miei compagni, da solo non ce la posso fare!”
La notte non riesce a chiudere occhio, a causa dei
troppi pensieri che lo assillano: “Riuscirò mai a trovare i
lupi di città che guidano in modo spericolato e far capire a quei bulli che prendendosela con i più deboli non
si dimostra affatto la vera forza?”
Capitolo quarto
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Il giorno seguente, l’appuntamento, come al solito, è alle
10:30, durante l’intervallo.
Il gruppetto pian piano si ricompone nell’ampio cortile
della scuola. Arrivano Anita e Irene, canticchiando il motivetto «CACCIA AI LUPI… SEMPRE UNITI! CACCIA AI
LUPI TUTTO IL DÌ!» e immediatamente si sdraiano all’ombra della loro grande e accogliente quercia, alla ricerca di formichine e bruchi da ammirare.
«Ho vinto io! Sono arrivata per prima» esclama Alice, soddisfatta, canzonando Edoardo e Jacopo, che infine si uniscono al gruppetto.
Finalmente di nuovo tutti insieme!
C’è una gran voglia di giocare e divertirsi dopo le due
ore di lezione: Alice e Jacopo giocano a Ce l’hai, si rincorrono e schiamazzano tra gli alberi.
L’unico pensieroso e immobile è Edoardo.
Respirando ancora a fatica per la corsa Edo, con
un’espressione seria e al tempo stesso allarmata, richiama l’attenzione di tutti.
«Andremo a indagare nel covo di quei prepotenti... Iniziamo dal capo! CACCIA AI LUPI, SEMPRE UNITI!» e così
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Un “lupo” di città
dicendo stringono il patto unendo le mani l’una sull’altra.
La campanella suona e ognuno torna nella propria
classe.
Più tardi, alle 16:30 precise... DRIIIIIIIIIN!
Mai hanno atteso così tanto questo dolce suono.
Come sempre all’uscita della scuola c’è un gran trambusto: bambini che corrono ad abbracciare le mamme
e i nonni, maestre che salutano gli alunni e...
Ecco, è il momento di agire!
In un attimo i cinque incrociano intensamente lo sguardo
ed Edoardo sussurra: «Sapete tutti cosa dovete fare?»
E gli altri annuiscono.
Alice distrae la maestra dicendole di aver dimenticato
il quaderno in classe e intanto gli altri quattro sgattaiolano nella V C, la classe dei grandi.
Jacopo, appena varcata la porta dell’aula, dice ai
compagni: «Dovrebbe essere Rodrick, se non sbaglio..
l’altro giorno l’hanno chiamato in questo modo, mentre
giocavano in cortile!»
Edoardo e Alice cercano tra gli alti scaffali, tra gli armadi, sotto i banchi, sulla cattedra e sui davanzali pieni
Capitolo quarto
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di polvere. Che confusione! Ci sono tanti libri, quaderni,
fogli sparsi dappertutto. Da dove cominciare?
Cominciano a saltellare tentando di raggiungere i quaderni posti in cima allo scaffale di legno, ma… BUUM!
Una montagna di quaderni bianchi cade, come una valanga, ai loro piedi. Tutti si guardano spaventati.
TAC TAC TAC… si odono dei passi prima quasi impercettibili e poi sempre più pesanti e vicini.
Trattenendo il respiro e fissando terrorizzati la porta, i
cinque attendono con angoscia e rassegnazione che
questa si spalanchi.
DRIIIIIIIING, DRIIIIING, DRIIIING: il telefono squilla in modo
insistente.
«In questa scuola non c’è pace, prima i fantasmi nelle
aule, poi le telefonate!» borbotta il vecchio bidello Angelo.
I passi pian piano si allontanano e si sente una flebile
voce: «Pronto. Scuola…»
I cinque riprendono a respirare.
«Questa chiamata è stata la nostra salvezza» esclama
Jacopo.
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Un “lupo” di città
«Ma non c’è un attimo da perdere» incalzano in coro
Anita e Irene.
«Angelo tornerà a momenti. Bisogna fuggire!» sostiene
Alice, con tono deciso.
Edoardo e Alice raccolgono in fretta e furia, tra la pila
di quaderni caduti sul pavimento, quello con il nome di
Rodrick stampato sull’etichetta della copertina; lo sfogliano freneticamente, alla ricerca di qualche indizio
che possa aiutarli a comprendere chi si cela dietro quel
volto così arrabbiato, prepotente e cattivo.
Le più piccole hanno in mano un foglio strappato e accartocciato, recuperato da sotto il banco del “capo”.
Anita prova a decifrare quella complicata e illeggibile
grafia: «Sono triste e arrabbiato… da quando mio
papà ha perso il lavoro ci rimprovera sempre e senza
un vero motivo, non sorride mai, nemmeno con la
mamma… Io e i miei fratelli non abbiamo più tanti giochi,
come una volta…»
Irene incuriosita prende il foglio dalle mani di Anita e,
come l’amica, continua a leggere il racconto autobiografico di Marco, a spezzoni: «Quest’estate avrei voCapitolo quarto
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luto andare al mare con la mia famiglia, ma…»
Jacopo interrompe le amiche: «Forza! Angelo ha appena attaccato la cornetta del telefono… Corriamo
via o ci scoprirà davvero questa volta!»
In un baleno, ancora prima che il bidello possa volgere lo sguardo verso la classe V C, la piccola squadra di investigatori si è già catapultata fuori dal
cancello giallo della scuola. Scampato pericolo!
«Ora si spiegano molte cose… ecco il perché dell’atteggiamento aggressivo e prepotente di quel Rodrick
e dei suoi amici. Ora abbiamo degli indizi per continuare la nostra missione!»
Alice, la più sensibile del gruppo, propone: «Cosa ne
dite di chiedere aiuto agli adulti per risolvere il problema del lavoro perduto dal padre di Rodrick?»
E Jacopo fa sì con il capo.
«Certo, soltanto per questo loro possono provare a
fare qualcosa! Noi però abbiamo un compito non
meno complesso…»
«Quale?»
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Un “lupo” di città
«Aiutare Rodrick e diventare suoi amici è il nostro obiettivo. Sono certo che dietro quel cupo volto ci sia un
volto amico!»
Capitolo quarto
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CAPITOLO QUINTO
Il mistero del bosco
Gli amici decidono di incontrarsi tutti a casa di Alice; lei
abita al fondo della via della scuola, proprio prima del
sentiero del bosco.
Alle nove di sera gli amici si ritrovano attorno al grande
tavolo nella tavernetta della casa di Alice.
Edoardo: «Ragazzi, la prima osservazione da fare è che
Rodrick da giorni che non viene a scuola…»
Anita sospira: «Come mai? Non è da lui! Pur di farsi notare verrebbe a scuola anche con la febbre…»
«Dobbiamo capire se c’è un collegamento con il problema del licenziamento di suo papà…» dice Alice.
«Mio padre ha tentato più volte di avere un colloquio
con il padrone della ditta dove lavorava il signor
Freddy, ovvero il papà di Rodrick, ma inutilmente, il padrone non riceve…» fa Jacopo.
«Ma ragazzi… non sapete l’ultima!» dice Irene «Mio
papà è un veterinario e, accompagnandomi a scuola,
mi ha fatto notare delle impronte di cuccioli di lupo che
si bloccavano proprio davanti alla casa di Rodrick.
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Il mistero del bosco
Ogni mattina poi, davanti al portone della casa, abbiamo notato degli oggetti: un orologio, un calzino, un
laccio di scarpe e una carta di credito».
«Allora i lupi esistono!» dice Anita.
«Come ci muoviamo ragazzi?» domanda Edoardo.
«È arrivato il momento di farci coraggio, dobbiamo addentrarci nel bosco, dobbiamo però premunirci, come
si fa quando andiamo con gli scout» dice Jacopo.
«Quindi?» domanda Alice.
«Portiamo una bussola, un telefonino, dei fiammiferi, una
macchina fotografica...»
«E tanti cioccolatini fondenti…» fa Irene.
Edoardo, Alice, Anita e Jacopo ridacchiano.
I genitori hanno raccomandato loro di non addentrarsi
nel bosco da soli, ma cosa ci sarà mai al fondo del
bosco?
Edoardo, Alice, Anita, Irene e Jacopo stanno per disubbidire ai genitori. Avrebbero chiesto scusa dopo,
ma ora non ascoltarli è l’unico modo per risolvere “il
mistero del bosco…”
Nel pomeriggio fa freddo e le foglie degli alberi sono ricoperte di cristalli di rugiada.
Capitolo quinto
37
Ogni tanto Irene distribuisce i suoi cioccolatini fondenti;
i piccoli moschettieri a ogni morso sentono salire forza e
coraggio.
I cinque proseguono lungo il sentiero alternando timore
e coraggio; poi giungono a una cancellata.
Al di là della cancellata e dei rovi, trovano una villa.
Sembra abbandonata ma si sentono alcuni rumori, piccoli ululati da cuccioli e qualcosa si muove nella foschia, proprio al fondo del giardino che circonda la
villa.
Si avvicinano sempre di più… quelli che da lontano
sembravano semplici rumori ora capiscono che sono
voci terrorizzate!
38
Il mistero del bosco
CAPITOLO SESTO
Il mistero svelato
Anita e Irene, le più piccole del gruppo, spaventate
più di tutti per quelle misteriose voci provenienti dalla
villa, con tono tremolante domandano: «Chi è che
grida in quel modo?»
Jacopo interviene dicendo: «Ehi, aspettate un momento, questa voce mi sembra familiare!»
Il gruppo rimane un attimo in silenzio e subito dopo tutti
in coro gridano: «Ma certo, è la voce di Rodrick!»
Alice interviene e, visto che è coraggiosa, incita i suoi
amici «Forza, dobbiamo andare a salvarlo!»
Edoardo, che era stato nominato da Jacopo capo
della spedizione, invita tutti a mantenere la calma e
ad agire con prudenza come aveva consigliato loro
Dimitri. D’istinto afferra il suo telefonino ma NOOOOOOOOOOO... in quella zona non c’è campo.
Edoardo propone allora di entrare da solo nella villa
per un giro di perlustrazione, ma gli altri non sono d’accordo: la sua idea è troppo pericolosa. Così decidono
di entrare in quella grande casa in gruppo.
40
Il mistero svelato
Jacopo grida: «Guardate, c’è un buco nella rete, possiamo entrare da lì».
Una volta entrati nel giardino della villa i ragazzi percorrono una stradina di ghiaia che porta verso l’entrata,
sono molto impauriti, si sentono sempre più vicine quelle
voci terrorizzate che chiedono aiuto.
Si guardano attorno e, a un certo punto, trovano delle
impronte di animali confuse con quelle di scarponi da
uomo.
Irene conosce bene quelle impronte perché… SONO
ORME DI LUPO!
Seguendo le impronte arrivano a una botola semiaperta.
I bambini si fanno coraggio e, con cautela ma con il
cuore in gola, spostano il coperchio e scendono lentamente le scale che portano in un’immensa cantina
sotterranea. È completamente buio e quindi decidono
di utilizzare il cellulare di Edoardo come torcia. Notano che c’è un grande disordine dappertutto e cattivo odore… Su alcuni tavoli ci sono strani attrezzi,
scatolette di cibo semiaperte, ciotole sporche e ciuffi
di pelo; ammassate negli angoli molte gabbie con
Capitolo sesto
41
dentro cuccioli di lupo che ululano e altri animali che
raspano con le unghie contro le sbarre.
Alice e Irene avrebbero voluto avvicinarsi agli animali
ma Edoardo soffia: «Stiamo uniti!»
Mentre percorrono il sotterraneo sentono le voci che
gridano “AIUTOOOOOOO!!” sempre più vicine.
In fondo a un corridoio c’è una porta; le voci provengono proprio da lì.
Edoardo, anche se spaventato, apre la porta lentamente e trova Rodrick e suo padre Freddy incatenati.
Rodrick, vedendo i ragazzi, dice: «Grazie al cielo ci
avete trovati! Papà, questi sono i miei compagni di
scuola! Che piacere vedervi!»
Edoardo cerca le chiavi per aprire le gabbie e i lucchetti delle catene, intanto Freddy spiega che lavorava nel negozio di animali chiamato Millezampe ed
era stato licenziato perché aveva scoperto che il
proprietario vendeva e acquistava animali protetti a
gente senza scrupoli. Gli animali venivano maltrattati
e così decise di liberarli; riuscì a portarne in salvo solo
alcuni ma purtroppo venne scoperto e catturato davanti a casa assieme a suo figlio.
42
Il mistero svelato
Dopo questo racconto Freddy dice ai bambini che è
pericoloso per loro stare lì: «Ragazzi, non perdete
tempo. Qui non troverete le chiavi! Il signor Riccardo
Malvagetti le tiene sempre legate alla cintura. Correte piuttosto a cercare aiuto!»
I ragazzi decidono di ascoltare i consigli di Freddy e
si avviano verso l’uscita ma a un tratto sentono dei
passi e un tintinnio di chiavi. Terrorizzati cercano di
nascondersi ma in quel momento...
«ETCCIÙ!»
Alice per la sua allergia alla polvere fa un sonoro starnuto.
Il signor Malvagetti con voce tonante grida: «Chi c’è
qui? Uscite fuori o guai a voi!» e accende l’interruttore della luce nascosto dietro ad alcuni scatoloni.
Jacopo ed Edoardo terrorizzati dicono sottovoce:
«Siamo fritti! Scappiamo».
I bambini fuggono dirigendosi verso l’uscita ma il proprietario sta per acchiappare Anita che rimane immobile, quasi pietrificata dalla paura. Gli altri ragazzi
non se ne accorgono e riescono a uscire e con un sospiro di sollievo dicono: «Siamo salvi!»
Capitolo sesto
43
«Ma dov’è Anita?» chiede Irene.
Jacopo domanda preoccupato: «L’avrà catturata? E
adesso che cosa facciamo?»
Edoardo aggiunge: «Andiamo a prenderla!»
Mentre si dirigono verso la botola vedono uscire Anita,
spaventata, che con voce affannata dice: «I LUPI ESISTONO DAVVERO; mi ha salvato una lupa che si è messa
davanti al proprietario mostrandogli i denti e ringhiandogli contro».
Edoardo esclama: «Ecco che cosa si muoveva nella foschia. Era la lupa che cercava i suoi piccoli!»
Jacopo aggiunge: «Ragazzi, questo non è il momento di
parlare, ma di scappare in cerca di aiuto!»
44
Il mistero svelato
CAPITOLO SETTIMO
Lupus in fabula
«In effetti la situazione è complicata, da soli non ce la
faremo mai a salvare la lupa, i cuccioli, Rodrick, suo
padre…» aggiunge Edoardo determinato «questa
volta abbiamo proprio bisogno dell’aiuto degli adulti!»
Intanto Anita, scampato il pericolo, vorrebbe tornare
dai suoi genitori per raccontare tutto, abbracciarli, sentirsi finalmente al sicuro e protetta. Pensa che aver disubbidito ai genitori forse non sia stata una buona idea.
Sul sentiero per ritornare a casa, mentre stringe forte la
mano della sua amichetta Irene, si carica di coraggio
addolcendosi la bocca con i cioccolatini fondenti.
Il bosco inizia ad apparire tenebroso, avvolto dalla
prima oscurità della sera.
BROOMM BROOMM!
Dimitri ed Elisabetta stanno arrivando con la moto.
Appena vede i ragazzi sulla stradina, Dimitri inchioda
ed esclama: «Dove siete finiti oggi? Eravamo preoccu-
46
Lupus in fabula
pati! Come vi è saltato in mente di avventurarvi da soli
nel bosco? Vi avevo detto di sentire il guardaparco... e
comunque piuttosto che mandarvi da soli nel bosco
sarei venuto con voi!»
«Dimitri, su dai, non arrabbiarti! Nel bosco ho anche cercato di chiamarti con il telefonino per chiederti aiuto,
ma non prendeva. Accidenti! Con quella tua storia del
lupo ci avevi incuriosito molto e noi, è vero, abbiamo
agito un po’ troppo d’impulso» fa Edoardo.
E Irene aggiunge: «Ma da quando ci hai parlato del
lupo, a scuola sono successe tante cose… abbiamo
conosciuto Rodrick, un compagno dalla triste storia…»
E Jacopo: «…un bulletto che aveva bisogno del nostro
aiuto… cercate di capire! Non potevamo lasciarlo da
solo in un momento così difficile! L’abbiamo seguito nel
bosco e abbiamo scoperto un collegamento tra lui e
l’ombra del lupo. Abbiamo trovato nella sua classe un
foglio con il racconto della sua vita triste, povera e
senza giochi. Un papà depresso e irascibile perché era
stato licenziato sconvolgeva la sua vita familiare. Poi
abbiamo trovato delle cose davanti alla sua casa e
Capitolo settimo
47
siamo andati nel bosco dove abbiamo scoperto una
villa disabitata, qualcosa che si aggirava intorno e si
muoveva nella foschia, gabbie con animali e cuccioli
di lupo, Rodrick e il padre Freddy INCATENATI!»
«Incredibile!» dice Elisabetta.
Irene continua: «Poi abbiamo scoperto che Malvagetti,
proprietario del negozio Millezampe, aveva un traffico
di acquisto e vendita di animali a persone senza scrupoli. Freddy lo aveva scoperto e Malvagetti l’aveva licenziato».
E ancora Edoardo: «E quando Freddy aveva cercato di
liberare gli animali Malvagetti lo aveva catturato e rinchiuso. Ecco il perché delle impronte e degli oggetti davanti alla casa di Rodrick! Nella lotta tra Malvagetti e
Freddy sono rimasti sul posto il Rolex con la carta di credito del proprietario e un calzino e il laccio delle scarpe
del povero malcapitato che tentava di svincolarsi».
Edoardo, al termine del racconto, chiede alla sorella di
mantenere il segreto con i genitori.
«Ma sì, state tranquilli, aggiungerò questo importante
segreto alla mia numerosa collezione! Uno più uno
48
Lupus in fabula
meno… mai dire proprio tutto ai grandi!» risponde la ragazza.
BROOM BROOM!
I due ripartono con l’accordo di ritrovarsi dopo un’ora davanti alla scuola. Elisabetta nel frattempo avrebbe cercato
nella sua cameretta il libro “I racconti del guardaparco”,
dove al fondo della biografia di copertina avrebbe trovato l’indirizzo del sito di Ezio, il guardaparco, che le
avrebbe permesso di fissare un appuntamento.
I ragazzi riprendono la corsa sul sentiero, un po’ agitati
e intimoriti.
“Certo che l’abbiamo scampata bella!” pensa Edoardo.
Sembra che tutti gli alberi del bosco gli vengano incontro mentre corre nella luce del crepuscolo; è come
se procedesse trasportato dal vento fino a sparire nella
nebbia. Una folata di vento, attraverso le foglie, produce un leggero fruscio che fa venire un brivido soprattutto ad Anita e Irene, le più piccole. Poi Anita si
gira verso la boscaglia e intravede due punti gialli e luminosi che catturano il suo sguardo, avanza di qualche
passo e intravede il muso della lupa.
Capitolo settimo
49
Jacopo esclama: «Lupus in fabula… Ecco la tua protettrice, Anita, ci avrà seguiti perché sente di aver bisogno di aiuto per salvare i suoi cuccioli».
Tutti insieme si dirigono davanti alla scuola: Dimitri ed
Elisabetta, fedeli all’appuntamento, sono pronti per recarsi da Ezio.
Giunti da lui, si sentono finalmente un po’ più al sicuro.
Siccome la lupa è con loro, Ezio la accarezza per farle
capire che è suo amico, poi, mettendole la mano sulla
testa, cerca di interpretare le sue paure e di calmarla
dal momento che continua a muoversi freneticamente.
Anita ricorda… «Aveva ragione la nonna quando raccontava la favola rumena per dimostrare che I LUPI NON
SONO TUTTI CATTIVI!»
Mentre Ezio si occupa della lupa i ragazzi discutono
agitati sul da farsi fino a quando Alice ha un’idea: «Domani dovremo cercare il negozio Millezampe. Forse lì troveremo le chiavi delle gabbie! Malvagetti le custodirà
nel negozio oppure potrebbe lasciarle incustodite per
un momento e noi potremmo approfittarne... Si sentirà ALMENO un po’ in pericolo visto che dei mocciosetti lo
hanno scoperto, non credete!?»
50
Lupus in fabula
CAPITOLO OTTAVO
Il salvataggio
Il giorno dopo Dimitri va nel negozio di Malvagetti, con
la scusa di voler comprare un cucciolo di cane da regalare alla sua fidanzata Elisabetta.
«Guardi, signor Malvagetti, vorrei un cucciolo da regalare alla mia fidanzata».
«Sei venuto nel posto giusto, ragazzo. Abbiamo diversi
tipi di cuccioli, di razza e bastardini, non hai che da
scegliere».
Dimitri, incuriosito, chiede: «Posso dare un’occhiata in
giro?»
Malvagetti, un omone alto e grosso, pelato e con folti
baffi neri, lo guarda con uno sguardo penetrante e risponde: «Certo, fai pure».
Dimitri inizia a guardarsi intorno e nota che Malvagetti
non ha le chiavi in cintura, ma le ha posate nella stanza
accanto, dove c’è una scrivania piena di documenti;
probabilmente è il suo ufficio.
52
Il salvataggio
Pensa velocemente e poi ha un’idea: «Ha ragione, ci sono
veramente tanti cuccioli. Sa cosa faccio? Porto qui la mia
fidanzata e faccio scegliere direttamente a lei».
«Ma certo, è una buona idea. Torna pure quando vuoi».
Dimitri raggiunge i ragazzi ed Elisabetta che lo aspettano al parco e li mette al corrente di quello che ha
scoperto.
«Malvagetti tiene le chiavi sulla scrivania, nel suo ufficio
dietro al negozio».
«Bene» dice Jacopo «allora ci serve un piano per impadronircene».
Irene esclama «Io e mio padre siamo stati al negozio di
Malvagetti, qualche tempo fa, perché aveva dei cuccioli
malati e mio papà li ha curati. Quando eravamo lì ho fatto
un giro, lo sapete come sono curiosa, e ho visto che l’ufficio del proprietario ha una finestra che dà sul retro; è
sempre aperta perché Malvagetti ha un gatto che usa
quella finestra per andare e venire come gli pare».
«Perfetto. Mentre tu, Dimitri, insieme a Elisabetta, distrarrai Malvagetti, noi useremo quella finestra per entrare e
prendere le chiavi!» dice Edoardo «Presto, andiamo».
Capitolo ottavo
53
I ragazzi si dirigono velocemente al negozio Millezampe.
Dimitri ed Elisabetta entrano dall’ingresso principale,
mentre i cinque amici vanno furtivamente sul retro.
Nel negozio Elisabetta inizia a girare tra le gabbie degli
animali e a porre mille domande al signor Malvagetti:
«Oh, ma che carino questo cucciolo. Che razza è? Oh,
anche questo è stupendo, che cos’è?»
«Questo è uno splendido cucciolo di golden retriver,
mentre quest’altro è un pastore tedesco, signorina» risponde il proprietario.
Elisabetta fa una smorfia: «Ah no, non vanno bene. Diventano troppo grandi. Oh, ma questo è meraviglioso. A
che razza appartiene?»
Malvagetti risponde con pazienza a tutte le domande
di Elisabetta, mentre Dimitri guarda nervosamente nell’ufficio per assicurarsi che i ragazzi riescano nell’impresa
di impadronirsi delle chiavi.
Quando, finalmente, vede che le chiavi non sono più
sulla scrivania, capisce che tutto è andato bene. Allora
prende Elisabetta per un braccio e dice: «Ok, pensaci
un po’ su. Torneremo con calma, quando avrai le idee
54
Il salvataggio
più chiare. Grazie di tutto, arrivederci».
Velocemente la spinge fuori dal negozio.
I bambini, intanto, recuperate le chiavi, vanno dal guardaparco e, insieme a lui, si dirigono alla villa del bosco
per liberare tutti.
«Dobbiamo sbrigarci, prima che Malvagetti si accorga
della sparizione delle chiavi e capisca tutto» dice impaurita Anita.
Edoardo cerca di rassicurarla: «Non preoccuparti, andrà
tutto bene. Prima che Malvagetti si accorga del furto, noi
avremo già liberato tutti e saremo dalla polizia».
Anita lo guarda perplessa e chiede: «Ma perché dalla
polizia non ci andiamo subito?»
«Non c’è tempo. E poi dobbiamo dimostrare agli adulti
che anche noi siamo in grado di risolvere le situazioni
complicate» dice Jacopo risoluto.
Arrivati alla villa, si recano subito nella stanza dove
sono incatenati Rodrick e suo padre.
«Che gioia rivedervi, ragazzi» esclama Freddy alla vista
dei cinque amici e del guardaparco.
Mentre stanno per liberarli, una voce agghiacciante li
Capitolo ottavo
55
blocca: «Fermi mocciosi! Non credevate mica di riuscire
a farmela, vero?»
I bambini si voltano di scatto e sulla porta vedono la figura imponente e minacciosa di Riccardo Malvagetti
che li guarda con odio.
Ezio, il guardaparco, dice: «Signor Malvagetti lei ha
commesso un sacco di reati, non può pensare di cavarsela, è meglio se ci lascia andare e confessa tutto
alla polizia».
Lui sorride con cattiveria e punta contro di loro una piccola pistola. «Non credo proprio. Avete scoperto
troppe cose, penso che dovrò sistemarvi una volta per
tutte!»
Anita e Irene scoppiano a piangere terrorizzate, mentre Alice, Jacopo ed Edoardo si stringono vicino a loro
per proteggerle.
Il guardaparco si mette davanti ai bambini ed esclama:
«Non può ucciderci, la sua situazione peggiorerebbe!»
Quando tutto sembra ormai perduto, qualcuno o qualcosa piomba addosso al signor Malvagetti, facendolo
cadere per terra lungo disteso e la pistola gli sfugge di
56
Il salvataggio
mano. È la lupa che, con un feroce ringhio, gli salta addosso, colpendolo alle spalle e immobilizzandolo a
terra. Rapidamente il guardaparco prende la pistola,
sfuggita al Malvagetti.
«Presto, ragazzi, liberate i prigionieri e mettete le catene a Malvagetti» dice rivolgendosi ai ragazzi e tenendo sotto tiro Malvagetti.
Edoardo e Jacopo obbediscono prontamente liberando Rodrick e Freddy.
«Grazie, ragazzi, siete proprio dei veri amici» dice Rodrick riconoscente.
Alice, Anita e Irene vanno nella stanza accanto e tornano subito dopo con i lupacchiotti, liberi anch’essi.
La lupa, vedendoli, subito corre loro incontro e inizia a
leccarli scodinzolando felice.
Rodrick si avvicina alla lupa e, accarezzandole la testa,
la guarda intensamente negli occhi. È come se i due cattivi si capissero. Sembra quasi che la lupa dica “Io lo so
che tu non sei veramente cattivo. Sei come me, quando
sei arrabbiato e impaurito ti difendi aggredendo”.
Capitolo ottavo
57
Gli occhi di Rodrick brillano di commozione. Poi, velocemente, la lupa e i lupacchiotti si precipitano fuori
dalla villa, verso il bosco, finalmente liberi e insieme.
58
CAPITOLO NONO
Missione compiuta
Nella villa c’è un attimo di silenzio, sembra che il tempo si
sia fermato.
A riportare tutti alla realtà sono le grida e gli strepiti del signor Malvagetti che si dimena inutilmente.
«Presto! Chiamate la polizia!» esclama il guardaparco.
«Ma qui il telefonino non prende! Come facciamo?» risponde Edoardo.
«Qualcuno dovrà tornare in città per chiamare la polizia»
propone Alice.
Il signor Freddy suggerisce allora: «Accompagno io i ragazzi in città e poi, con Rodrick, andrò a liberare gli altri
animali che Malvagetti tiene ancora prigionieri!»
Subito Freddy, Edoardo e gli altri corrono fuori dal bosco
e si precipitano a telefonare agli agenti.
In poco tempo si sentono le sirene in lontananza, le forze
dell’ordine sfrecciano in fretta verso la vecchia villa abbandonata dov’è incatenato il signor Malvagetti.
60
Missione compiuta
Intanto Freddy e Rodrick corrono al negozio Millezampe
per liberare gli altri animali.
Una volta entrati, si dirigono direttamente verso una
botola nascosta sotto la scrivania del signor Malvagetti, la aprono e iniziano a scendere una rampa di
scale ripidissima. Si trovano in un lungo corridoio stretto
e buio che porta in una stanza che somiglia a un
enorme garage.
Appoggiate al muro ci sono numerose gabbie con dentro svariate specie di animali protetti come iguane, tartarughe marine, panda...
«Che crudeltà!» esclama Rodrick.
Nel frattempo il signor Malvagetti viene arrestato dalla
polizia ed è costretto a confessare tutte le sue malefatte.
Per i nostri amici però rimane ancora una missione da
compiere: raccontare tutto ai loro genitori.
Tornati a casa trovano le loro famiglie ad aspettarli in
cortile, preoccupate e con le facce scure.
Anita sente il cuore in gola, come tutti gli altri del resto,
ma si fa coraggio e inizia a raccontare.
Capitolo nono
61
Alla fine la mamma di Edoardo dice: «Ci avete disubbidito, ma avete aiutato delle persone in difficoltà e
quindi per voi non ci sarà nessuna punizione».
Tutti fanno un sospiro di sollievo e il cuore di Anita ritorna a posto.
«Siete stati molto imprudenti e avete corso molti pericoli!» li rimprovera il padre di Jacopo.
«Non deve succedere più e spero che abbiate capito
che non potete fare tutto da soli!» dice la mamma di
Irene. «Noi siamo sempre accanto a voi proprio per
questo. Per aiutarvi!» aggiunge.
I cinque amici si guardano e quasi in coro dicono:
«Scusate! Abbiamo capito la lezione… Non lo faremo
mai più».
Anche se qualcuno tra i cinque monelli lo dice incrociando le dita dietro la schiena, corrono tutti ad abbracciare i loro genitori.
Dopo qualche giorno si ritrovano di nuovo tutti lì, nel
cortile sotto casa, dietro l’auto rossa della mamma di
Anita, dove tutto è cominciato.
62
Missione compiuta
Le autorità hanno dato in gestione il negozio al padre
di Rodrick perché ha dimostrato di amare veramente gli
animali e ha rischiato la vita per liberarli dalle grinfie di
Malvagetti.
Con l’aiuto del guardaparco e del padre di Irene, riescono a far tornare tutti gli animali prigionieri nel loro
habitat e il vecchio garage viene ristrutturato e trasformato in un piccolo ospedale per gli animali in difficoltà.
Per tutta l’estate se ne occuperanno Dimitri ed Elisabetta,
che intanto hanno preso un cucciolo di cane, trovato sul
ciglio di una strada mentre andavano in moto, e l’hanno
chiamato Buck.
«Come il cane di Zanna bianca, un libro bellissimo!» dice
Elisabetta.
Ma ora hanno tutti un amico in più: Rodrick!
Tutta questa storia infatti ha permesso ai bambini di conoscerlo meglio e di vederlo sotto un’altra luce: non più
solo il bulletto che faceva il prepotente con i bambini più
piccoli, ma anche il ragazzo molto affezionato a suo
padre e amante degli animali, disposto a rischiare la propria vita per gli altri.
Capitolo nono
63
«Bene, ragazzi, missione compiuta!» dice orgoglioso
Edoardo.
«Siamo sopravvissuti a tutti i pericoli e anche ai nostri
genitori!» aggiunge Alice tra le risate del gruppo.
«Finalmente è tutto finito!» esclama Jacopo.
«Se non ci fossimo fissati con quella storia del lupo, non
avremmo mai scoperto i reati di Malvagetti» obietta
Edoardo.
«E non ci avreste mai liberati!» aggiunge Rodrick.
Su questo sono tutti d’accordo.
«Comunque io ho imparato molto da quest’avventura!»
dice Anita. «Come prima cosa che I LUPI NON SONO
CATTIVI e possono anche essere amici dell’uomo».
«Dopo tutto appartengono alla famiglia dei canidi!»
conferma Irene che, essendo figlia di un veterinario, se
ne intende…
«Ma non solo, non bisogna mai fidarsi delle apparenze.
Come dice sempre mia nonna: non si giudica un libro
dalla copertina!» afferma Anita.
«È vero, dovremmo imparare a non giudicare chi non
conosciamo, ma vincere la paura e avvicinarci agli
altri» conclude Alice.
64
Missione compiuta
Detto questo, si guardano intorno e si rendono conto
che è ormai sera ed è ora di tornare ognuno nelle proprie case.
Felici di aver vissuto quest’incredibile avventura, nella
loro stanza, al buio, sentono in lontananza gli ululati
della lupa e dei suoi cuccioli. Questa volta però non
hanno nessuna paura...
Al sicuro nella loro cameretta, nel calduccio del loro
letto, un pensiero attraversa la mente degli amici del
gruppo: forse, dal fondo del bosco, i lupi stanno augurando loro una buona notte.
Capitolo nono
65
APPENDICE
1. Un’indagine in corso
Direzione Didattica II Circolo “Giovanni XXIII” di Pinerolo – Classe III A
Dirigente scolastico
Norma Crosetti
Docente responsabile dell’Azione Formativa
Marinella Bonifanti
Gli studenti/scrittori della classe III A
Gabriele Bermond, Greta Bianciotto, Francesco Bobba, Caroline Bosio, Eleonora Bucci, Carola Andrea Cairo, Elisa Cocco, Nicolo’ Dalmasso, Marco Demurtas, Nissrin Driouich, Yassine El Mazhed, Mateo Jesus Figueroa Rivera, Marco
Hu, Celine Leotta, Christian Losito, Vittorio Multari, Andrea Natale, Cristian Nitti,
Samuele Palmero, Laura Parisi, Alessia Pipino, Michele Ricchiardi, Carlo Santoro,
Luca Cristian Spiridon, Sindi Vrenozi
Hanno scritto dell’esperienza:
“… I due capitoli che ci avete assegnato per le classi IIIA e IIIB sono stati svolti
dagli alunni che per la prima volta facevano questo tipo di progetto e che anch’io per la prima volta svolgevo con loro. Li ho guidati nel modo in cui ho sempre svolto questa attività con le altre classi, ma con una certa difficoltà per il
nuovo lavoro che dovevano svolgere. In particolare, per il capitolo sui lupi abbiamo messo a confronto la realtà con la fantasia, e permesso alle altre classi di
trovare delle soluzioni per il proseguimento della storia”.
APPENDICE
2. I consigli di Dimitri
Direzione Didattica “Michele Coppino” - plesso “Giulia Falletti di Barolo” di Torino
– Classe III B
Dirigente Scolastico
Claudia Enrico
Docenti responsabili dell’Azione Formativa
Lia Contini
Gli studenti/scrittori della classe III B
Matteo Ambrosini, Stefano Bonito, Alice Bruni, Giuseppe Calabrese, Pietro Casaro, Matteo Castoldi, Federico Cernusco, Mattia Chiabrando, Linda Conforti,
Federico Cravero, Emma De March, Ilaria Nga Della Foresta, Federico Dicuonzo,
Edoardo Dipietromaria, Alessio Fioratti, Chiara Gaddo, Edoardo Gianni, Giuseppe Grossi, Paolo Lazzaretto, Niccolò Lo Iacono, Mila Massimello, Chiara Pici,
Eleonora Solinas, Andrea Straniero
Il disegno è di Federico Cernusco
Hanno scritto dell’esperienza:
“… I bambini hanno dimostrato molto interesse ed entusiasmo nella creazione
del loro capitolo: dalla lettura dei loro commenti è emerso che si sono divertiti
a fantasticare, proporre idee, immaginare situazioni e vicende nuove, smontare
e rimontare brevi storie, immedesimarsi nei personaggi, dopo averli caratterizzati
con precisione, per farli poi dialogare tra loro mediante il discorso diretto.
I bambini si sono detti fortunati a scrivere il secondo capitolo, perché così hanno
potuto scegliere come iniziare la storia. Hanno raccolto molte informazioni sulle
caratteristiche del lupo, e hanno compreso che è un animale bellissimo! Per loro,
lavorare in gruppo è stato un po’ difficile, ma molto divertente”.
APPENDICE
3. “Lupi in città”
Direzione Didattica II Circolo “Giovanni XXIII” di Pinerolo – Classe III B
Dirigente scolastico
Norma Crosetti
Docente responsabile dell’Azione Formativa
Marinella Bonifanti
Gli studenti/scrittori della classe III B
Emanuele Aimaretti, Francesco Barbero, Matteo Baronetto, Martina Bianciotto,
Giulia Chialva, Chiara Chiariello, Daniela Nerea, Cioffi Villalba Chiara Conti,
Kenji Vito Francesco Esmundo Estrella, Adina Georgiana Ganea, Gaia Magnano,
Matteo Maulucci, Hoara Meineri, Mattia Luigi Nocita, Prosperous Ayierosa
Obakhavbaye, Mattia Pipoli, Aurora Ricca, Leon Gabriel Salerno, Pimlada
Satchuchon, Nicolo’ Tomaselli, Alessandro Trombotto, Raoul Zanella, Gabriele
Zanin, Alessandra Zhu
Hanno scritto dell’esperienza:
“… I due capitoli che ci avete assegnato per le classi III A e III B sono stati svolti
dagli alunni che per la prima volta facevano questo tipo di progetto e che anch’io per la prima volta svolgevo con loro. Li ho guidati nel modo in cui ho sempre svolto questa attività con le altre classi, ma con una certa difficoltà per il
nuovo lavoro che dovevano svolgere. In particolare, per il capitolo sui lupi abbiamo messo a confronto la realtà con la fantasia, e permesso alle altre classi di
trovare delle soluzioni per il proseguimento della storia”.
APPENDICE
4. Un “lupo” di città
Direzione Didattica “Michele Coppino”- plesso “Giulia Falletti Di Barolo” di
Torino – Classe IV B
Dirigente scolastico
Claudia Enrico
Docente responsabile dell’Azione Formativa
Teresa Carretta
Gli studenti/scrittori della classe IV B
Lucian Alexandrescu, Francesca Bessone, Carlotta Cremonte Pastorello, Edoardo D’Achille, Maddalena De Maria, Luca Ferrara, Enrico Fornuto, Michel Gomia
Yves, Ares Gramaglia, Marta Izzo, Giulia Sofia Lusso, Simone Marasso, Mattia Marino, Beatrice Roberta Pagani, Sara Pasqualini, Andrea Pavesi, Gaia Amelie Peretti, Tommaso Saganowski Sreniawa, Mohammed Sakhaoui, Luisa Ujetto, Elena
Patricia Wilkins, Asia Zito
Il disegno è di Francesca Bessone, Maddalena De Maria
Hanno scritto dell’esperienza:
“… Anche quest’anno l’esperienza per la classe è stata così positiva e stimolante, da essere definita da alcuni “mitica e unica!”. Tutti gli alunni hanno partecipato con entusiasmo e passione alla stesura del nostro capitolo; sempre grande
è stata l’attesa e l’ansia di scoprire come i compagni di questa emozionante avventura avevano pensato di continuare la storia. Grazie a quest’attività, i bambini hanno riscoperto il valore della collaborazione, del lavoro in equipe e
dell’ascolto dell’altro. Da una semplice idea, sgorga sempre un pensiero elaborato e una storia da condividere con la classe intera! Hanno scatenato la loro
fantasia e creatività, ma allo stesso tempo sono riusciti a cogliere in profondità
il tema e il messaggio vero di questa Staffetta”.
APPENDICE
5. Il mistero del bosco
Scuola Primaria “C. Casalegno” di Torino – Classe IV D
Dirigente scolastico
Orsola Blardone
Docente responsabile dell’Azione Formativa
Gabriella De Nicola
Gli studenti/scrittori della classe IV D
Raul Angilletta, Omar Attuslar, Rudy Bertin, Eleonora Bertone, Nicolò Brunero, Denise Calliano, Chiara Calvio, Monica Cardelli, Davide Ceronetti, Roberta Cipriani, Yashin Cuttone, Sofia D’Aranno, Valerio Del Monaco, PierMassimo Dettoni,
Giada Di Fede, Alessio Ferrara, Roberto Figliomeni, Gretha Gallucci Silvia Lombardo, Daniele Longobardi, Emanuele Lullo, Ilaria Mussano, Aurora Pollino, Vittoria Risitano
APPENDICE
6. Il mistero svelato
Scuola Primaria “Guidi” – Istituto Comprensivo 17 di Bologna - Classe IV A
Dirigente scolastico
Francesco Orlando
Docenti responsabili dell’Azione Formativa
Margherita Giombi, Teresa Velardi
Gli studenti/scrittori della classe IV A
Nicoletta Andoni, Lorenzo Bernardini, Michele Calchera, Giuseppe Canino, Maddalena Conti, Aurora Maria D'Elia, Francesca Esposto, Naziat Forhan Alam,
Arianna Galati, Luigi Garcea, Ambra Ghergia, Samuel Gioiosa, Matteo Mancinelli, Andrea Mazia, Koto Miyasaka, Federico Negri Di Montenegro, Nicola Pinto,
Alberto Reggiani, Federico Maria Ricci, Claudia Russo Brugneri, Denisa Andreea
Soma, Noemi Torrisi, Elisa Maria Urso, Samuele Vallara
Hanno scritto dell’esperienza:
“… È stata un'esperienza fantastica, divertente e per molti di noi indimenticabile
perché non capita tutti i giorni di contribuire all’elaborazione di un libro che sarà
letto da tante persone. Abbiamo potuto lavorare tutti insieme, esprimere le nostre idee e metterle a confronto con quelle degli altri bambini che non conosciamo. E' stato stimolante partire da un incipit ed aspettare la pubblicazione
dei capitoli delle altre classi, leggere una storia che diventava via via lunga ed
avvincente. Eravamo un po' timorosi e presi dall'ansia durante la stesura del nostro capitolo anche perché per la prima volta avevamo l'opportunità di sentirci
piccoli scrittori. È stato molto emozionante il momento dell'inizio del capitolo
scritto da noi, abbiamo provato soddisfazione e grazia e gioia infinita. Ha suscitato la voglia di continuare a scrivere storie. Chissà, forse in futuro, qualcuno
di noi potrà diventare un vero scrittore!”.
APPENDICE
7. Lupus in fabula
Scuola Primaria “Giulia Falletti di Barolo” di Torino – Classe IV A
Dirigente scolastico
Claudia Enrico
Docenti responsabili dell’Azione Formativa
Linda Garofano, Anna Elisa De Maria
Gli studenti/scrittori della classe IV A
Pablo Aguilar, Giorgio Amedei, Valentina Angesia, Laura Ballerini, Rebecca Berti,
Chiara D’Angelo, Niccolò Daghero, Simone Danieli, Simone Flandin, Giuseppe
Francavilla, Francesca Gillone, Giulia Madaro, Giulia Orla, Alberto Parolin, Marta
Pastore, Kiril Polikarpenko, Antonio Rendinella, Giada Steffanone, Lucia Tarchiani,
Sara Tinozzi, Francesco Toye, Elisa Vacca
Il disegno è di Giulia Orla
Hanno scritto dell’esperienza:
“… La Staffetta di quest’anno è stata molto emozionante. Prima di scrivere il capitolo, abbiamo avuto anche la fortuna di incontrare lo scrittore dell’incipit, Anselmo Roveda, che abbiamo invitato nella nostra scuola per discutere di scrittura
e della trama del racconto. La storia è molto bella, interessante, misteriosa e
piena di avventura! Ci ha fornito la splendida occasione di leggere L’occhio del
lupo di Pennac. Su questa storia abbiamo anche creato un libro pop-up insieme
all’illustratore Matteo Quarzo, e abbiamo scritto una canzone con la maestra e
con il musicista Flavio Conforti. Scrivere questo capitolo è stato davvero divertente ed educativo, e questa esperienza ci ha fatto venire voglia di leggere e
scrivere. Abbiamo provato contemporaneamente varie emozioni: felicità, stupore, fatica, impegno e soddisfazione! Sono stati dei momenti magnifici e ci auguriamo di riviverli con un’altra storia l’anno prossimo”.
APPENDICE
8. Il salvataggio
Scuola Primaria “Guidi” – Istituto Comprensivo 17 di Bologna - Classi IV B/C
Dirigente scolastico
Francesco Orlando
Docenti responsabili dell’Azione Formativa
Patrizia Vetrugno, Stefania Massarente
Gli studenti/scrittori delle classi
IV B - Simon Alexandrov, Giulia Antola, Kanika Bhuiyan, Alessandra Bordini Gregori, Alice Bordini Gregori, Iuliana Andreea Bradeanu, Teresa Covelli, Lea Rama
Diaw, Emilia Galatea Fazio, Francesco Ferrari, Aurora Ianelli, Nimes Maduranga
Kandana Liyanage, Giuseppe Marasa’, Tea Martinelli, Maria Simona Mihaila, Giulia Saponaro, Giulio Savini, Sasha Schiavon, Katiuscia Selleri, Melissa Stringa,
Daniela Venturi
IV C - Fateha Bari, Nicola Benedetto, Beatrice Bonora, Carlotta Cantore, Elena
Cattini, Giorgia Delluca, Maria Asia Denza, Margherita Di Nezio, Alesio Elmadhi,
Riccardo Evangelisti, Alice Formoso, Davide Gaeta, Giovanni Guerra, Sadia Hossain, Siham Masfonrada, Daniele Paradisi, Luna Parmeggiani, Vittorio Pugliese,
Martina Salerno, Eleonora Tagliani, Angela Trevisani, Tommaso Trombini, Luca Jun
JI Zhang
Il disegno è di Davide Gaeta
Hanno scritto dell’esperienza:
“… I bambini hanno trovato questa esperienza veramente entusiasmante e stimolante. Hanno partecipato attivamente tutti, e si sono sentiti coinvolti sia didatticamente (in quanto per inventare storie hanno seguito indicazioni, schemi
logici e scalette), sia come gruppo per collaborare e scambiarsi idee e opinioni
in vista di un fine comune”.
APPENDICE
9. Missione compiuta
Scuola Primaria “F. Sclopis” di Torino – Classe IV A
Dirigente Scolastico
Carlo Giovanni Sinicco
Docenti responsabili dell’Azione Formativa
Simona Castangia, Francesca Gibelli
Gli studenti/scrittori della classe IV A
Alessia Reyes Barros, Amina Bellini, Marcello Benazzo, Davide Bertone, Valeria
Rosales Cano, Luca Crosetto, Isabella Di Braccio, Nicole Fenoglio, Giaime
Gamba, Laura Hasaj, Junior Ibrahim, Yahia Khallou, Anita Li Calzi, Alessandro Pannoli, Ismail Ramli, Nicola Pros Rossi, Fatima Sall, Lorenzo Triarico, Annachiara Vergnasco, Eleonora Viano, Ernesto Maria Zavattaro
Il disegno è di Alessandro Pannoli, Fatima Sall, Annachiara Vergnasco, Eleonora
Viano, Ernesto Zavattaro
Hanno scritto dell’esperienza:
“… Partecipare alla Staffetta è stato emozionante; tra un capitolo e l’altro si
creava molta attesa, e il racconto ci lasciava sempre con il fiato sospeso.
Abbiamo scritto l’ultimo capitolo e, all’inizio, ci sembrava molto difficile trovare
una conclusione per la storia. Poi, però, grazie alle idee e all’impegno di tutti,
siamo riusciti a scrivere la parola fine.
Abbiamo trovato questo racconto molto appassionante: ci ha fatto riflettere, divertire e, in alcuni punti, anche venire i brividi.
E’stata un’esperienza fantastica!”.
NOTE
NOTE
INDICE
Incipit di ANSELMO ROVEDA ........................................................................pag
14
Cap. 1 Un’indagine in corso ..................................................................................»
18
Cap. 2 I consigli di Dimitri ......................................................................................»
20
Cap. 3 “Lupi in città” ................................................................................................»
24
Cap. 4 Un “lupo” di città ........................................................................................»
28
Cap. 5 Il mistero del bosco ....................................................................................»
36
Cap. 6 Il mistero svelato ........................................................................................»
40
Cap. 7 Lupus in fabula ............................................................................................»
46
Cap. 8 Il salvataggio ..............................................................................................»
52
Cap. 9 Missione compiuta ....................................................................................»
58
Appendici ..................................................................................................................»
64
Finito di stampare nel mese di aprile 2014
da Tipografia Gutenberg, Fisciano (SA)
Un’indagine in corso
I consigli di Dimitri
“Lupi in città”
Un “lupo” di città
Il mistero del bosco
Il mistero svelato
Lupus in fabula
Il salvataggio
Missione compiuta