la riscossa del lupo - La Piazza di Scanno

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la riscossa del lupo - La Piazza di Scanno
COMITATO PARCHI ITALIA
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LA RISCOSSA DEL LUPO
Un’improvvisa ondata di maltempo sul Gran Sasso ha costretto gli organizzatori del Giardino Letterario
a spostare l’ Incontro con Franco Tassi, previsto a San Pietro della Ienca ( AQ ) per domenica 24 Luglio,
a martedì 9 Agosto 2016, ore 17.30 sull’attualissimo tema: “ Il Ritorno della Vita nell’Appennino ”.
Questo non ha però impedito a un ristretto gruppo di appassionati, giunti anche da lontano, di riunirsi per
discutere in modo approfondito della Natura da salvare, e soprattutto del suo simbolo: il Lupo appenninico.
Il predatore più perseguitato e calunniato, ma anche il più affascinante. Che ha parlato attraverso l’ululato
di Ezechiele, il suo più autorevole rappresentante, registrando parecchi punti a proprio favore.
Ed ecco, bando alle favole e alle menzogne, che emerge pian piano la verità…
Anzitutto il Lupo respinge le false accuse, invitando ad aprire gli occhi: le peggiori efferatezze sono quelle
commesse dall’uomo, basterebbe scorrere le cronache delle ultime settimane. Se lui ha provocato qualche danno,
se ne scusa, ma ricorda le parole di san Francesco: “Frate Lupo, io so che per fame tu hai fatto ogni male…” E poi
Ezechiele è furibondo per la superficiale definizione di “lupi solitari” data dai media ai peggiori criminali mai
comparsi sulla faccia della terra, che andrebbero invece chiamati con il loro nome: “vigliacchi assassini”. Perché
tali sono i delinquenti che massacrano gente indifesa, e persino bambini. Bande di terroristi che non giustiziano,
ma assassinano nel nome di stati inesistenti, religioni distorte o culture aberranti, non avendo altro da esprimere
che la propria velenosa nullità. Lui, il Lupo, non vive affatto solitario, ma in branco, e a chi sa osservarlo insegna
molto sulla solidarietà della famiglia e sulle leggi della natura.
Ma Ezechiele si sente offeso soprattutto dallo spregevole comportamento dei tre potentati oggi incombenti:
baronati accademici, salotti giornalistici e politicanti improvvisati.
Della prima categoria (in cui spiccano certi universitari, che si sforzano di legittimare a proprio piacimento gli
abbattimenti dei lupi, utilizzando i grandi predatori come Lupomat, e cioè comodi Bancomat per succhiare fondi
europei) non vorrebbe neanche più sentir parlare. Ma è certo che proprio da questa casta hanno avuto origine
molte delle bugie e delle strumentalizzazioni in voga oggi. Alle quali le altre categorie si adeguano, come greggi di
pecore che non si avvedono di precipitare sempre più nell’abisso della banalità e dell’ignoranza.
Sulla seconda categoria, invece, lui potrebbe scrivere un intero trattato. Perché da quando il Lupo sta
ricomparendo in Italia, la stampa e la televisione sono state capaci si sfornare le più incredibili e demenziali
corbellerie: lupi introdotti clandestinamente dagli ambientalisti, o lanciati da aerei fantasma, insieme a sacchetti di
vipere, e chi più ne ha più ne metta. E’ così che viene alimentata la paura del predatore, presentandolo come un
nemico mortale da sterminare, avvelenando o impallinando i malcapitati, e persino decapitandoli, come avvenuto
nella “civilissima” Maremma. Anche se poi all’indagine genetica questi “predatori” sono risultati, quasi sempre,
cani inselvatichiti, o al massimo sfortunati ibridi. In entrambi i casi, comunque, non prodotto della Natura, ma
soltanto di errori e colpe dell’uomo.
E che dire infine dei politici? Il supremo difensore della Natura dovrebbe essere, se non andiamo errati, il
Ministro dell’Ambiente. Ma lui proclama invece che, sentiti ben 70 massimi scienziati internazionali, un po’ di lupi
andranno comunque eliminati. Ci aspettiamo quindi che prima o poi si dia il via a massicce battute, magari anche
nei Parchi, nel tripudio degli sparatori e in barba a ogni norma nazionale e comunitaria. Forse non sarebbe stato
male, però, che qualcuno gli avesse suggerito di informarsi meglio: sentendo chi, vivendo e operando sul terreno,
conosce davvero la situazione. Avrebbe appreso ad esempio che nella Val Pesio, al confine tra Italia e Francia, un
giovane in gamba alleva con successo oltre 300 pecore, difendendole efficacemente grazie a 4 cani da pastore
abruzzesi, e con recinti elettrificati. E benché nella provincia di Cuneo si aggirino una decina di branchi di lupi, lui
non ha mai perso una sola pecora. Non teme infatti quei branchi che riesce a tenere a distanza, ma solo i lupi a
due zampe, che talvolta tentano di rubargli gli agnelli. E riconosce che, da quando il lupo è ritornato, il turismo
ecologico è in forte aumento. Ma forse notizie del genere interessano poco scienziati e politici…
E del resto, difficilmente potrete leggerle sui nostri giornali.
Gruppo Lupo Italia
COMITATO PARCHI - Comunicato stampa n.132 – Agosto 2016