DISUGUAGLIANZE IN SALUTE - Dipartimento di Prevenzione

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DISUGUAGLIANZE IN SALUTE - Dipartimento di Prevenzione
Dott.ssa Serena Bimbati
Psicologa psicoterapeuta
Esperta in formazione
Area Multicultura
DISUGUAGLIANZE IN SALUTE
Racconti di un’esperienza con donne migranti
Verona, 29 aprile 2015
“IL DUBBIO E’ IL PADRE DEL SAPERE”
(PROVERBIO CINESE)
LA MEDIAZIONE CULTURALE: MODELLI TEORICI
• Nella prospettiva multiculturale la mediazione è un
intervento che permette la coesistenza di gruppi culturali ed
etnici differenti.
 La funzione del mediatore culturale è di negoziare, animare o formare
all'interno delle comunità. Lo scopo è di avvicinare gli stranieri alle
istituzioni.
MEDIAZIONE CULTURALE (2)
• Nella prospettiva interculturale, la mediazione costruisce uno
spazio intermedio tra due gruppi tale da permettere un
incontro e uno scambio reciproco.
 Il mediatore, terzo partner della relazione tra il gruppo di operatori e il
gruppo di utenti, sarà lo strumento linguistico-culturale che potrà
permettere di orientare e di guidare i migranti nella rete istituzionale.
MEDIAZIONE CULTURALE (3)
• Nella prospettiva transculturale la mediatrice stabilisce dei legami
là dove c’è una differenza culturale permettendo il transito tra un
modello culturale e l’altro, attraverso uno spazio vuoto che viene
riempito dal dispositivo della mediazione culturale.
 Il compito della mediazione è far transitare le parole, le cose, gli atti
da un universo all’altro, da un gruppo all’altro. Non è la parola della
mediatrice che è importante, ma quella del gruppo che rappresenta.
IL NOSTRO MODELLO:
• È un intreccio di queste tre prospettive;
• È arricchito dagli insegnamenti ed esperienze dei
vari Master, sotto la direzione scientifica del Prof.
Sala, susseguitesi nel corso degli anni presso
l'Università di Verona;
• Si basa sulle ricerche realizzate dall'équipe che fa
riferimento al Prof. Tobie Nathan
presso
l'ospedale Avicenne di Bobigny e, in seguito, il
Centre Devereux di Paris-VIII.
IL MEDIATORE LINGUISTICO CULTURALE E’…
“Colui che vede le cose nascoste che si trovano nel ventre delle persone. Fare
della mediazione significa decomporre le cose per permettere poi di
ricostruirle, passando dal mondo in cui le cose non si vedono al mondo
delle cose visibili. (…)
La ricchezza del mediatore è la parola, la sua conoscenza della lingua, di
parole differenti che devono essere comprensibili, non semplicemente
tradotte.
Nel rapporto con l'istituzione, la mediazione culturale deve sempre cercare di
creare insieme una forma di pensiero, di trovare una direzione, degli
elementi in comune con cui lavorare, creare un contenitore dentro il quale
possono avvenire i legami per permettere poi la costruzione dello spazio di
mediazione”.
Lucien Hounkpatin, direttore del Centre Georges Devereux
SCELTA METODOLOGICA
Questo progetto poggia su due pilastri principali:
 la costruzione di una rete di alleanze con le comunità di
migranti (gruppi di donne);
 l'utilizzo dei mediatori linguistico culturali sia come “esperti”
delle proprie culture e gruppi di appartenenza sia come
mediatori nella costruzione di relazioni con i referenti delle
comunità;
I
primi laboratori organizzati avevano, dunque, una
composizione triadica: conduttore – mediatore – gruppo.
Nei secondi vi erano anche gli operatori sanitari (Responsabile
dell’Unità Operativa ed ostetriche).
APPLICAZIONE PRATICA DEL MODELLO
• Spazio: si è dovuto immaginare e costruire uno spazio di mediazione,
all'interno del quale incontrare i gruppi di donne.
La scelta del luogo è stata declinata per ciascuna comunità tenuto conto di:
significati simbolici di un luogo rispetto ad un altro;
frequentazione abituale di questi spazi;
facilità nel raggiungerli;
compatibilità del tempo con i ritmi familiari e lavorativi dei
partecipanti;
 impliciti ed espliciti che ciascun setting rappresenta all’interno della
propria cultura e tradizione.




Ad es: che effetto ci farebbe parlare di prevenzione e screening in una chiesa cattolica?
APPLICAZIONE PRATICA DEL MODELLO
• Tempo: L'invito alla partecipazione deve per forza conciliarsi con i
momenti liberi delle donne ed il luogo deve essere facilmente
raggiungibile con ogni mezzo di trasporto.
NB:
Se la scelta del tempo e del luogo non è adeguata ai destinatari si
pregiudica, fin dall’inizio, la buona riuscita del progetto.
IL PROGETTO
TARGET:
1.
2.
3.
Donne migranti provenienti da Sri Lanka, Nigeria, Marocco,
Romania, Moldavia, Brasile di età compresa tra i 25 ed i 64 anni;
ostetriche del programma di prevenzione e Screening, italiane;
operatrici del call-center dello Screening di Marzana e San
Bonifacio, italiane;
DURATA:



Dal 1° novembre 2012 al 31 ottobre 2013: fase conoscitiva ed
esplorativa
Dal 1° novembre 2013 al 30 settembre 2014: fase operativa
Dal 1° ottobre al 31 ottobre 2014: fase conclusiva
IL PROGETTO
FINALITA’:
1.
2.
3.
4.
Per donne provenienti da Sri Lanka, Nigeria e Marocco: aumento
adesione programma Screening ed accessibilità ai servizi sanitari;
Per donne provenienti da Romania, Moldavia, Brasile: aumento
frequenza adesione al programma, causa alta incidenza di patologie;
Per le ostetriche del programma di Screening:
aumento
informazioni su impatto culturale delle pratiche italiane di tutela
della salute femminile;
Per le operatrici del call-center dello Screening: aumento
informazioni e strumenti nella gestione telefonica dell’utenza.
IL PROGETTO
OBIETTIVI:
1.
2.
3.
4.
Costruire una rete di alleanze con le comunità di donne migranti;
Favorire l’espressione dei costrutti culturali di malattia, salute e
prevenzione;
Individuare nuove prassi per la comprensione e partecipazione da
parte delle donne migranti al programma di Screening;
Facilitare le competenze relazionali ed ampliare le informazioni
culturali degli operatori coinvolti (ostetriche, operatrici call-center,
ecc).
ITER PROGETTUALE
Primo semestre
Secondo semestre
Terzo semestre
Quarto semestre
Compilazione schede
rilevamento
disuguaglianze
Riunioni tecniche con
gruppo di lavoro e
condivisione azioni
Formazione mediatrici
culturali
Attività di sensibilizzazione,
raccolta di adesione di
interesse e coinvolgimento
comunità donne migranti
Riunioni di conoscenza
dei partners del progetto
e di quelli territoriali
Studio della distribuzione
della popolazione
migrante e confronto dati
dello Screening
Formazione ostetriche ed
operatrici del call-center
dello Screening
Progettazione ed
organizzazione II laboratori
su prevenzione e screening
Incontri con i mediatori
culturali della
cooperativa
Riunioni tecniche con
gruppo Screening e
Consultori
Attività di sensibilizzazione,
raccolta di adesione di
interesse e coinvolgimento
comunità donne migranti
Raccolta sistematica dei dati
ed analisi dei risultati
Raccolta ed analisi delle
esperienze di mediazione
culturale in Italia
Stesura progetto ed
approfondimenti teorici
Progettazione ed
organizzazione I laboratori
su salute/cura/malattia
Attività di affiancamento
telefonico
mcl/operatrici call-center
Definizione e
progettazione degli
obiettivi e delle azioni
Riunioni operative con
mediatrici culturali
Raccolta sistematica dei
dati ed analisi dei risultati
Riunioni di verifica con
mediatrici culturali e gruppo
di lavoro; stesura report
SALUTE E’…
• “uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non
semplicemente l’assenza di malattia e di infermità” (O.M.S., 1948)
• “la malattia è dolore…esistono poi due tipi di malattie: le naturali e le spirituali”
(donna nigeriana);
• “la salute è come una ‘corona’: si indossa e non se ne conosce il valore”
(donna marocchina);
• “la salute è là, a casa: fare cose semplici, vedere il sole, vivere in tranquillità”
(donna brasiliana)
CURA E’…
•
“il complesso dei mezzi terapeutici e delle prescrizioni mediche che hanno
il fine di guarire una malattia; uso continuato di un rimedio; l’opera prestata
dal medico per guarire un ammalato” (Treccani, 2015)
•
•
•
•
“Quando hai una malattia spirituale solo Dio può aiutarti” (donna nigeriana);
“La salute è un dovere ed una responsabilità” (donna marocchina);
“La malattia è la vita da clandestina” (donna brasiliana);
“La salute è il legame con la famiglia, le abitudini, l’ambiente in cui si vive,
l’igiene” (donna srilankese);
“Se stai bene al mattino, stai bene tutto il giorno” (donna moldava);
“Non dico mai che sto male…e così, che io stia male o bene, continuo a
mandare i soldi a casa” (donna moldava);
“Non ho tempo per la mia salute!” (donna rumena);
“Una diagnosi di tumore è già, da noi, con la croce sopra” (donna rumena).
•
•
•
•
LE SEI COMUNITÀ COINVOLTE:
Nigeria
Marocco
Sri Lanka
Brasile
Moldavia
Romania
Due mediatrici
Una mediatrice
Due mediatrici
Una mediatrice
Una mediatrice
Una mediatrice
Sale
Circoscrizione
Centro Islamico,
Sezione
Femminile
Scuola di lingua
e cultura
Sala riunioni
Coop., sala
Circoscrizione
Sale
Circoscrizioni
Sale
Circoscrizioni
sabato
domenica
domenica
giovedì, sabato
domenica
sabato
Due gruppi di
lavoro un
macrogruppo?
Grande
collaborazione
su diversi
progetti
Difficoltà
linguistiche
Autonomia
accessi sanitari
Due gruppi o un
macrogruppo?
Coinvolgimento
associazione
femminili e/o
chiese?
Fiducia e
continuità nei
rapporti
Ruolo
dell’ostetrica
Presenza di
comunità a
Verona?
Cambiamenti
storico-culturali
della Moldavia
Coinvolgimento
chiese?
Elevata
partecipazione
ed adesione
Calda
accoglienza ed
elevata
partecipazione
Diversità ‘classi’
sociali, salti
generazionali
Bassa
partecipazione
Media
partecipazione
Media
partecipazione
L’ACCOGLIENZA
I RISULTATI:
 12 laboratori
 200 partecipanti
SCOPERTE:
Nigeria
Marocco
Sri Lanka
Brasile
Moldavia
Romania
Poche
informazioni sul
tumore cervice
uterina
Paptests
eseguito per la
prima volta in
Italia
Paptests
eseguito per la
prima volta in
Italia
Sfiducia nel
sistema
sanitario
nazionale
La prevenzione
non esiste
Sfiducia nel
sistema
sanitario
nazionale
Dicotomia
dentro/fuori
Malattia e
destino
Forte presenza
mediatrice
Conoscenze
medicoscientifiche
elevate
Salute e denaro
Salute e denaro
Malattia
naturale vs
spirituale
Paura del dolore
Pudore e
vergogna
“chi arriva in
Italia è una
privilegiata”
Interesse
sanitario su
temi
menopausa
La prevenzione
non esiste
Eziologia
voodoo
Tutela integrità
Incomprensioni
nel sistema
sanitario
Fusione di
saperi italiani/
brasiliani
Elevate
conoscenze
mediche
Tumore = morte
SUGGERIMENTI E STRATEGIE:
Nigeria
Marocco
Sri Lanka
Brasile
Moldavia
Romania
Gratuità tests
Personale
sanitario di
sesso femminile
Gravidanze
come occasioni
sanitarie
Preferenza per
consulenze
specialistiche
Un ‘sapere
sanitario’ da
trasmettere alle
figlie
Preferenza per
consulenze
specialistiche
Velocità
esecuzione tests
Tutela della
verginità
Creare livello di
intimità nel
gruppo
Elevata qualità
nelle
informazioni
mediche
Elevata qualità
nelle
informazioni
mediche
Informazioni
chiare e
schematiche
Evidenziare
rischi nella non
esecuzione
Uso di un telino
Alto rischio di
fraintendimento
Aumento
interesse
sanitario
Rischi sanitari
Rischi sanitari
Smascherare
paure
Rassicurazioni
sull’assenza di
dolore
‘una donna
srilankese non
dice mi di no’
Scelta altri
‘canali’ per
raggiungere
target
Possibilità di
cura
Possibilità di
cura
ULTERIORI RISULTATI:
• l’accesso al programma di screening per donne stp/eni o senza alcuna
tessera sanitaria;
• la verifica degli indirizzi e contatti delle partecipanti rispetto all’anagrafe
del database di screening;
• il sollecito all’adesione (spontanea o a seguito di telefonata) al programma;
• una maggior comprensione ed adesione al Programma di Screening;
• in alcuni casi effettuate prese in carico personalizzate del servizio
competente;
• un’elevata partecipazione ed interesse da parte delle donne migranti, delle
mediatrici culturali, delle ostetriche e delle operatrici del call-center.
CONCLUSIONI
• L’effetto è stato a cascata e si ipotizzano ulteriori risvolti positivi, di
diffusione dell’informazione e sensibilizzazione spontanea ed
autonoma all’interno delle comunità coinvolte, nei prossimi mesi;
• Le comunità sono state raggiunte e si è diffuso il programma di
screening tra le donne contattate;
• Sono state lette le differenze culturali per comprendere le lacune di un
programma, che non ha ancora raggiunto l’adesione al 100% neppure
delle donne italiane;
• Si sono costruiti nuovi modi relazionali sul piano sanitario, nel
rapporto operatore/utente migrante;
• Si è scoperto che alcuni suggerimenti emersi dai laboratori effettuati
con donne migranti potevano essere considerate valide indicazioni,
estendibili ad altre popolazioni femminili o addirittura all’utenza
italiana.
GRAZIE PER L’ ATTENZIONE
“Non sono le esperienze
che hai fatto
a renderti più grande,
ma ciò che hai affrontato,
ciò che hai trasceso,
ciò che hai disimparato.”
(Ben Okri)
Per ulteriori informazioni: [email protected]