ITINERARIO STORICO ARTISTICO
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ITINERARIO STORICO ARTISTICO
Guida ITA Regione 23-11-2007 18:55 Arte e Storia Pagina 4 •4 ITINERARIO STORICO ARTISTICO ALLA SCOPERTA DEI PRINCIPALI LUOGHI DELLA FEDE PIEVE DI SANTA MARIA MADDALENA A SIETINA Percorrendo la SR 71 provenendo da Arezzo il primo comune della Valle del Casentino che si incontra è Capolona. Il nostro viaggio inizia da Pieve a Sietina, posta sulla strada che da Capolona va a Castelluccio, attraverso l’abitato di San Martino Sopr’Arno. La pieve romanica è menzionata dal 1022 e si distingue per il ciclo di affreschi del periodo gotico (XIV sec.) e rinascimentale. L’architettura è a tre navate con tre absidi separate da quattro archi che poggiano su pilastri rettangolari. Apertura su prenotazione Parroco 0575.364113 339.2698525 PIEVE DI SANT’ANTONINO MARTIRE A SOCANA Attraversato il ponte sull’Arno a Rassina in direzione Castel Focognano, dopo un breve percorso, si scorge, sulla destra, l’architettura della chiesa che sorge su un’area sacra di epoca etrusca. Già menzionato nel 1072, l’edificio odierno risale in gran parte al XII - XIII Pieve a Sietina affresco con “Madonna in trono” (1490) Guida ITA Regione 23-11-2007 18:55 Pagina 5 Da Stia 5 • alla Calla itinerari • 27 Arte e Storia Pieve a Socana e ara sacrificale etrusca V Sec. a.C. sec. e si presenta più corto rispetto a quello della fase precedente. L’attuale sagrato era occupato, un tempo, dalla chiesa più antica a cinque campate. Oggi restano visibili le fondamenta e la grande ara sacrificale etrusca (V sec. a.C.) e i resti del periodo paleocristiano (altare, basamenti di colonne del VII-VIII sec.). La facciata risale al XVI sec., l’interno è composto da tre navate con altrettante campate, munite di pilastri rettangolari con archi a tutto sesto. Interessante il campanile, con la parte infe- La loro presenza ha cominciato a modellare il territorio attraverso le pratiche agro-forestali e urbane dal VII al I sec. a.C. Sono stati rinvenuti, in diversi luoghi, resti di insediamenti, santuari, corredi di sepolture e reperti sporadici, tutti materiali che, insieme alla toponomastica, indicano la presenza diffusa di siti. A causa del sovrapporsi di insediamenti di epoche successive i resti del periodo etrusco sono visibili solo a Pieve a Socana, a Masseto (Pratovecchio) e al museo archeologico di Partina dove sono esposti, in particolare, i reperti e le ricostruzioni del Santuario del Lago degli Idoli, posto a circa 1400 metri di altezza sul Monte Falterona, vicino alle sorgenti dell’Arno. Nel sito, raggiungibile attraverso un percorso escursionistico, nel 1838 fu scoperta una delle più grandi stipi votive del mondo etrusco (VI-I sec. a.C.). Nel laghetto, prosciugato nel XIX sec., venivano offerte alle divinità numerose statuette votive, armi, monete e oggetti vari, per ottenere in cambio delle grazie o per ringraziamento di quelle ricevute. La maggior parte degli studiosi concorda nel ritenere che la stipe si sia accumulata perché il sito si trovava lungo un tracciato viario molto importante che collegava l’Etruria centro-settentrionale a quella Padana e, attraverso i porti di Adria e Spina, al mondo greco. La vicinanza con le sorgenti del fiume Arno (contrazione del termine Sarnus: Sacro), e il fatto che forse gli Etruschi ritenessero che il lago coincidesse con le sorgenti stesse, potrebbero aver determinato la sacralità del luogo (a queste acque era attribuito un valore terapeutico). Bronzetto di guerriero etrusco Museo Archeologico di Partina GLI ETRUSCHI IN CASENTINO Guida ITA Regione 23-11-2007 18:55 Pagina 6 Arte e Storia riore cilindrica risalente all’epoca romana, II-I sec. a.C., su cui è stata costruita la parte terminale esagonale. Apertura ore 8.30 / 12.30 15.00 / 18.30 BADIA DI SANTA TRINITA IN ALPE Da Talla si prosegue per la frazione di Pontenano, continuando sulla strada sterrata per Poggio Cavallari. Lasciata l’auto, inizia un percorso pedonale (CAI n. 44) che porta a scorgere l’abetina che nasconde i resti della chiesa romanica, detta anche di Fonte Benedetta. Fu fondata prima del Mille da due Ruderi dell’abbazia benedettina di Santa Trinita monaci benedettini tedeschi, che seguivano la regola cluniacense. Raggiunse notevole prosperità nel medioevo, ma già dal XV sec. perse importanza e fu affidata ai vallombrosani fino al 1708. Rimangono visibili la pianta a croce latina e parte delle mura dei transetti e dell’abside. L’immagine che appare al visitatore è suggestiva per lo scenario naturalistico in cui è collocata a 960 mt. slm. •6 PIEVE DI SANT’IPPOLITO E DONATO Ubicata nel centro storico di Bibbiena, nacque come cappella del castello ed assunse, in seguito, i diritti della Pieve cittadina, che sorgeva fuori dalle mura. Fu distrutta nel 1289 dopo la battaglia di Campaldino. L’attuale edificio, ad una sola navata, con forme a croce greca, conserva importanti opere dal XIV - XVII Sec. Apertura ore 7.30/13.00 15.00 /19.00 CHIESA DI SAN LORENZO Situata di fronte a Palazzo Dovizi, nel centro storico di Bibbiena, fu ricostruita a tre navate nel 1474 ad opera dei Frati Minori francescani. Interessante per le due terracotte robbiane raffiguranti la Deposizione e l’Adorazione dei Pastori. L’adiacente chiostro è affrescato con un ciclo pittorico sulla Vita di San Francesco. PIEVE DI S. MARIA A BUIANO Si trova tra Bibbiena e Poppi, sull’antica strada che costeggiava la riva destra dell’Arno. Le prime testimonianze documentarie sulla pieve, impiantata sui resti di un edificio termale romano, risalgono ai primi anni del Mille Santa Maria a Buiano, ingresso alla cripta PIEVI In Casentino sono presenti numerose pievi romaniche costruite principalmente lungo le direttrici viarie più importanti (tra cui la Via Major). Gli edifici, per la maggior parte in pietra arenaria locale a vista, sono eretti spesso su preesistenti luoghi di culto pagano. L’orientamento architettonico pone le absidi ad est per dar modo al fedele di “indirizzare il proprio cammino di preghiera” verso Gerusalemme. Anche in aperta campagna, tra poche case è possibile scoprire una piccola pieve che per secoli ha costituito un punto di riferimento religioso, politico ed economico per la “plebs”. Il Casentino, da sempre contesa terra di confine, vede diviso il suo territorio tra le diocesi vescovili di Fiesole ed Arezzo. Guida ITA Regione 23-11-2007 7• (nel sito archeologico è stata rinvenuta anche una kylix etrusca a figure rosse del V sec. a.C.). La chiesa attuale (XII sec.) è molto più piccola rispetto all’edificio originale che presentava un assetto a tre navate con archi a tutto sesto. Molto interessante è anche la cripta che mantiene l’impianto originario: quattro colonnette che dividono tre piccole navate con copertura a volte a crociera, capitelli dei sostegni di varie tipologie. Apertura su richiesta: Sig. Bini Ottavio 0575.529673 BADIA DI S. FEDELE E’ la più grande chiesa romanica del Casentino, ubicata nel centro storico di Poppi. Edificata nel 1195 per volere dei conti Guidi insieme al monastero, che accolse i frati Vallombrosani provenienti dalla più antica abbazia di Strumi (X sec.), distante 2 Km, di cui sono visibili i resti. La badia, con abside orientata ad est, presenta Badia di S. Fedele a Poppi 18:55 Pagina 7 Arte e Storia un’unica navata con transetto CHIESA DI S. MARIA e copertura a capriate, tre ASSUNTA A CERTOMONgrandi archi a tutto sesto con DO O CERROMONDO decorazione bicroma, bianca Situata a Ponte a Poppi in e nera, che dividono la nava- prossimità della piana di ta dal transetto; lo stile risulta Campaldino, fu fondata nel influenzato da caratteri for- 1262 dai conti Guidi in rinmali tardoromanico - gotici. graziamento della vittoria All’interno, il visitatore, ghibellina a Montaperti. La camminando nella penom- facciata dell’edificio è rivolbra, si trova come assalito e ta verso il castello. Al suo sorpreso da una serie straor- interno è conservata l’Andinaria di opere d’arte di nunciazione, opera di Neri grande rilievo (XIII - XVII di Bicci, tempera su tavola sec.) che gli permettono di del XV secolo. Recentemenrealizzare, in un unico luogo, te sono state rinvenute le un percorso artistico e di pe- spoglie del Vescovo di Areznetrare visivamente ed emo- zo, Guglielmino degli tivamente nel cuore del Me- Ubertini, morto nella battadioevo cristiano. Citiamo il glia di Campaldino. Crocifisso, tempera su tavola, di scuola giottesca; la Ma- PIEVE DELLA SANTISSIMA donna con Bambino del ANNUNZIATA E SAN Maestro della Maddalena; BARTOLOMEO S. Benedetto in adorazione Situata nel paese di Badia Prataglia fu fondata prima della Vergine, opera di Jacopo Ligozzi. A sinistra dell’altare si scende nella cripta dove sono conservati i resti e le reliquie del Beato Torello, patrono del paese. Orario di apertura Cripta della Pieve di Badia Prataglia 10.00/13.00 dell’anno Mille dai monaci 15.00/18.00 Info: Venerabile Com- Benedettini provenienti da pagnia di San Torello Montecassino. Raggiunse un’importanza ta0575.539534. le da entrare in conflitto con lo stesso Eremo di Camaldoli, tanto da richiedere più Guida ITA Regione 23-11-2007 18:55 Pagina 8 Arte e Storia volte l’intervento conciliatorio del Vescovo di Arezzo. L’impianto originale presentava tre navate con l’abside rivolta ad oriente. Attualmente ha una sola navata con soffitto a capriate. Interessante la sottostante cripta a due campate e tre piccole navate. I capitelli delle colonne sono diversi tra loro per stile e lavorazione, almeno due, con ogni probabilità, sono frutto di riutilizzo di materiale proveniente da edifici romani. PIEVE DI SAN MARTINO A VADO Edificata in prossimità del fiume Solano, a Strada in Casentino, ai piedi del Castello di San Niccolò. San Martino a Vado, espressione dell’arte romanica Il luogo è nominato già in documenti del 1028; il nome “vado” fa riferimento al fatto che era collocato nella zona di guado sul torrente Solano. L’edificio è caratterizzato da un impianto basilicale a tre navate con copertura a capriate, archi a tutto sesto su •8 colonne monolitiche (tracce di una fase più antica dell’XI sec. sono state rinvenute sotto al livello pavimentale attuale). Di notevole valore risultano i capitelli romanici, espressione artistica del pensiero dell’uomo medioevale, che presentano figure scolpite zoomorfe, umane e vegetali. Affascina, entrando a sinistra, l’allegoria della creazione dell’uomo in anima e corpo e, a destra, l’allegoria “dell’uomo sfiduciato” che torna ad avvicinarsi a Dio. Particolarissimo è un capitello con foglie di castagno, riferibili al paesaggio boschivo casentinese. Apertura: 9.00-12.00/16.00-19.00. Info: Parroco 0575.572602 CHIESE DI SANTA MARIA E SAN MICHELE A CETICA Da Strada in Casentino si prosegue verso Pagliericcio seguendo le indicazioni per Cetica. La prima chiesa che si incontra sulla destra arrivando al paese è Santa Maria, del 1209, da cui si gode uno splendido panorama della Valle del Solano. Dalla strada principale si raggiunge la Chiesa di San Michele o Sant’Angelo, di probabile origine monastica vallombrosana, risalente al XIII secolo. L’interno è diviso in tre navate con notevoli dipinti del ’400 che rappresentano la Madonna della Melagrana del Pesellino e la Vergine in trono di Bicci di Lorenzo. Sull’altare di sinistra è posto il Crocifisso ligneo della scuola fiorentina di Donatello. PIEVE DI SANTA MARIA ASSUNTA IN CIELO Giunti nel paese di Montemignaio, prima di arrivare al castello, in prossimità del fiume Scheggia, si incontra l’antica pieve, costruita per iniziativa Pieve di Montemignaio, capitello dei conti Guidi nell’XI secolo. La chiesa è a tre navate, con l’altare maggiore sollevato. Sulle colonne si possono ammirare i capitelli, opera di maestranze lombarde e locali come a Romena, Vado e Stia. Sulle pareti affreschi del ‘400 e sull’altare a destra una terracotta robbiana policroma. Guida ITA Regione 23-11-2007 18:55 Pagina 9 Arte e Storia 9• ABBAZIA DI SANTA MARIA A POPPIENA Detta Badia di Pratovecchio, all’ingresso del paese venendo da Poppi, è documentata fin dal 1099. Presenta una facciata in pietre a filaretto in parte bicromo con rosone sovrastante l’ingresso. All’interno opere del XIV - XV sec. PIEVE DI SAN PIETRO A ROMENA Ubicata sopra l’abitato di Pratovecchio lungo il percorso che conduce al castello di Romena. L’edificio attuale, risalente al 1152, ha un’abside semicircolare ed una struttura a tre navate con file di colonne e arcate a tutto sesto. Sono state ritrovate, sotto al livello odierno, tracce di un edificio più antico triabsidato, oggi visitabile. Tra i capitelli, spicca quello con iscritto il nome del Pievano Alberico, fondatore San Pietro a Romena della chiesa, in “tempore famis” (per dare lavoro alle maestranze locali in seguito ad una carestia). Romena è tappa obbligata, impressiona per la solitaria maestà del tempio e del luogo, suscita emozioni e suggestioni che l’arte e la storia contribuiscono ad impreziosire. Info: Signora Cipriani 0575.583725 PIEVE DI S. MARIA Posta a Stia in Piazza Tanucci. L’assetto originario della pieve, indicata già in documenti del 1017, è stato modificato dai lavori nel XVIII sec. che causarono la distruzione della facciata e dell’abside originarie. L’interno, a tre navate, presenta filari di colonne monolitiche, con arcate a tutto sesto in pietra arenaria. Ci sono due tipologie principali di capitelli: una a motivi flo- Pieve di Santa Maria a Stia reali ed una figurata. I soggetti possono essere zoomorfi od antropomorfi. Sono stati ritrovati i resti di colonne cilindriche sotto l’attuale livello di pavimentazione della navata centrale e sotto l’altare (più di 1 mt. di diamentro), riferibili probabilmente ad un edificio più antico di epoca romana. All’interno della chiesa il visitatore viene come avvolto da numerosi capolavori artistici: nella cappella, sul lato destro, l’Annunciazione di Maria e Santi (1414) tempera su tavola di Bicci di Lorenzo e uno stemma in terracotta policroma della bottega dei Della Robbia (sec. XVI), nella cappella al lato opposto la Madonna col Bambino, terracotta bianca invetriata di Andrea della Robbia (1437-1528) e la Vergine col Bambino e due Guida ITA Regione 23-11-2007 18:55 Pagina 10 Arte e Storia • 10 Angeli” della Scuola di Cimabue (1290-1300). Orario apertura: 8.00-19.00 S A N T UA R I Santa Maria delle Grazie - Stia Sulla strada per Londa. Costruzione del XV sec., realizzata a seguito dell’apparizione della Madonna a Monna Giovanna. Il complesso è costituito da più edifici in pietra con loggiato, da cui si può godere di un bel panorama sulla valle. L’interno della chiesa conserva terracotte robbiane e altri affreschi del ’500. Santa Maria del Sasso - Bibbiena Edificata nel 1495 in seguito all’apparizione della Madonna avvenuta nel 1347. La costruzione, in stile rinascimentale, è assolutamente da non perdere per il quadro paesaggistico, il portico, la chiesa inferiore, il chiostro porticato, i tabernacoli della chiesa superiore con le numerose opere d’arte al suo interno, tra cui una robbiana e la scultura lignea detta della Madonna del Buio. O R AT O R I Oratorio della Madonna delle Calle Posto lungo la strada che da Santa Maria del Sasso a Bibbiena, dal 1899 monumento nazionale Montemignaio porta alla Consuma. In origine era un tabernacolo del ‘400, costruito su un’antica mulattiera, ampliato nel ‘700. Si presenta tutt’oggi con il porticato come una stazione di sosta per il pellegrino. tardo rinascimentale a forma esagonale con volta a cupola, costruito nel 1659 in ringraziamento alla Vergine Maria per la protezione ricevuta durante le terribili pestilenze. Oratorio delle SS. Stimmate di S. Francesco Nel centro storico di Bibbiena, la costruzione risale alla prima metà del ‘700, con facciata neoclassica e pianta rettangolare. L’interno è l’esaltazione dell’arte barocca. Unica nel suo genere in provincia di Arezzo. Costruito lungo la mulattiera che saliva verso la Consuma Oratorio della Madonna del Morbo Nel centro storico di Poppi. Si tratta di un tempio votivo Guida ITA Regione 23-11-2007 18:55 Pagina 11 Arte e Storia 11 • DI CASTELLO IN CASTELLO… TRA GUELFI E GHIBELLINI CASTELLO DELLA FIORAIA Ben visibile dalla SR Umbro Casentinese in località Castelnuovo di Subbiano. Si hanno notizie, come luogo fortificato, a partire dal 1022. Conquistato e distrutto nel Veduta del castello della Fioraia 1130 e nel 1170, fu ricostruito dal nobile Simone della Fioraia nel XV sec. come casa signorile. Ancora oggi sono ben visibili i segni dell’epoca rinascimentale, tra cui ricordiamo la Cappella affrescata nel ‘500 da un allievo di don Agnolo di Lorentino. La scala nel cortile, la loggia ed altri interventi sono di epoca tardo ottocentesca. Interessante il maschio provvisto di beccatelli, merli e caditoie. Info: 0575.420450 CASTELLO DI VALENZANO Dopo Subbiano, risalendo la SR 71, all’altezza di Cal- Le forme neogotiche del castello di Valenzano di Rassina. Costruito nella prima metà dell’XI sec.. Strappato agli Ubertini, dal 1404 fino al 1778 fu sede della Podesteria fiorentina. Dell’antica costruzione resta una bella torre poligonale con sette lati. L’INCASTELLAMENTO IN CASENTINO Zona di confine, la valle ha visto contrapporsi le popolazioni dei Longobardi, dei Goti e dei Bizantini, che hanno attestato la loro presenza sul territorio con fortificazioni a partire dall’alto Medioevo. Il numero delle torri, dei fortilizi, dei castelli residenza e dei borghi fortificati supera le 60 unità. Questi sorgevano sulle alture, lungo le arterie viarie e nei passaggi obbligati, a controllo e dominio del territorio. Le fortificazioni dell’Alto Casentino sono appartenute prevalentemente alla dinastia dei Guidi, mentre da Bibbiena fino a Subbiano erano soggette alle famiglie dei vescovi-conti della città di Arezzo. Dalla seconda metà del XV secolo il Casentino seguì le sorti legate alla città di Firenze. benzano si prende la strada a destra che raggiunge il castello di Valenzano. Appartenuto agli Ubertini, fu interamente ricostruito a partire dal 1870 in stile neogotico e neoromanico ispirato all’architettura medievale senese. Pur non mantenendo niente della struttura originaria medievale, l’impatto che suscita sul visitatore è sicuramente suggestivo. Info: 0575.420450 CASTEL FOCOGNANO Si raggiunge attraversando il ponte sull’Arno dall’abitato CASTELLO DI CHITIGNANO Sulla strada che conduce al paese, appartenne alla famiglia degli Ubertini assieme all’adiacente Podesteria, costituita dalla Repubblica Il castello nel verde Guida ITA Regione 23-11-2007 18:55 Pagina 12 Arte e Storia Fiorentina dopo il 1402. Della parte più antica restano visibili, in tutto il loro fascino, il corpo di guardia, con una grande volta a botte, la sala della giustizia con soffitto a cassettoni, un piccolo campanile a vela e un’angusta corte. Apertura su prenotazione 347.6004815 CASTELLO DI GRESSA A circa 1 km da Bibbiena, sulla strada per La Verna, si imbocca sulla sinistra la stradina che indica la località. Il turista che percorre a piedi, nel periodo primaverile-estivo, la via d’accesso al castello, può godere del profumo e dei colori delle ginestre e della lavanda e, una volta arrivato, ammirare il panorama sulla vallata. Questo castello, ancora lontano dalle mete turistiche più frequentate, un tempo proprietà del Vescovo di Arezzo, è menzionato già in documenti dell’XI sec.. Era composto da: due cinte murarie, il borgo, la chiesa, il cassero con la torre. Attualmente sono visitabili il borgo, l’ingresso al recinto interno e una parte delle mura. I resti del cassero con portale di accesso sono visibili solo dall’esterno; la chiesa e la vecchia dimora episcopale sono visitabili su prenotazione. Info: Sig. Dini 0575.594610 • 12 CASTELLO DI POPPI Posto alla sommità della collina a dominio del borgo anch’esso cinto di mura. La costruzione originaria è identificata nell’attuale Torre quadrata anteriore al 1191. Nel 1274 il Conte Simone da Battifolle trasformò il luogo fortificato in palazzo residenziale divenendo una delle principali corti dei Conti Guidi. Dal 1440 fu sede del Vicariato sotto il dominio fiorentino. Le sovrapposizio- spunti di visita: il cortile con stemmi delle famiglie dei Vicari, gli ambienti dell’antica dimora, i ballatoi di legno, le prigioni, il plastico della battaglia di Campaldino, il Salone delle feste, la Cappella con affreschi di Taddeo Gaddi (XIV sec.), la Torre, la Biblioteca Rilliana con un enorme patrimonio di manoscritti, incunaboli e libri, importanti fonti di documentazione storica sul Casentino e sulla Toscana. Sul lato oppo- Il castello dei Conti Guidi in Poppi ospitò Dante Alighieri ni architettoniche non hanno alterato la forma originaria, realizzata da Lapo o Arnolfo di Cambio e presa ad esempio per la costruzione di Palazzo Vecchio in Firenze. Il complesso castellano, tra i meglio conservati della regione, offre al turista molti sto del castello la misteriosa Torre dei Diavoli con tanto di fantasma e leggenda. Recenti scavi attestano la presenza di un abitato etrusco del V secolo a.C. sul campo franco antistante il palazzo. Orario di apertura: inverno da gio. a dom. 10.00-12.30/ Guida ITA Regione 23-11-2007 18:56 Pagina 13 Arte e Storia 13 • 14.30-17.30; estate 10.0019.00 Info: 0575.520516 CASTEL S. NICCOLÒ Domina la valle del Solano, cisterna), il borgo fortificato con la chiesa e, superato il ponte, l’antico mercatale di Strada. Apertura su richiesta: Sig. Biondi 0575.572961 CASTELLO DI ROMENA Usciti dall’abitato di Pratovecchio, oltrepassato il fiume Arno si prosegue sulla strada che conduce ai ruderi DANTE E D’ANNUNZIO La torre dell’orologio nel borgo di Castel San Niccolò raggiungibile da Strada anche attraverso l’antica mulattiera a forma di M, dedicata alla contessa Matilde di Canossa. La prima immagine che appare agli occhi del visitatore è la Torre dell’orologio, per molto tempo unico segnale dello scandire del tempo per il contado. Si tratta di un luogo particolarissimo, nel quale possiamo ritrovare, ben conservato, i sistemi di fortificazione e di costruzione tipici del Medioevo, indici dell’assetto politico ed economico del sistema feudale: il Castello sec. XII - XIII (residenza fortificata con torre, parte residenziale, cortile, “Li ruscelletti che d’i verdi colli del Casentin discendon giuso in Arno, faccendo i lor canali freddi e molli, sempre mi stanno innanzi, e non indarno, ché l’imagine lor vieppiù m’asciuga che ‘l male ond’io nel volto mi discarno(...) Ivi è Romena, là dov’io falsai la lega suggellata del Batista; per ch’io il corpo sù arso lasciai. Ma s’io vedessi qui l’anima trista di Guido o d’Alessandro o di lor frate, per Fonte Branda non darei la vista. D. Alighieri, Inferno canto XXX 64-78 Queste parole sono pronunciate da Maestro Adamo, collocato da Dante nel Cerchio VIII - 10° Bolgia dell’Inferno tra i Falsari della moneta. Istigato dai Conti Guidi di Romena a falsificare il fiorino di Firenze, fu catturato dai “bargelli” della Signoria fiorentina e arso vivo nel 1281 in una località nei pressi della Consuma, da allora denominata “L’Ommorto”. La descrizione di questi luoghi è collegata anche all’esperienza autobiografica del poeta che combattè nella piana di Campaldino nel 1289 nella famosa battaglia tra Guelfi e Ghibellini. Fu poi ospite, durante l’esilio, dei Conti Guidi a Romena, Porciano e Poppi. “Mi cerco e mi ricerco in questo Casentino di passione e di preghiera, come già mi cercai e ricercai nel suolo aspro dove nacqui e nel dolore di colei che mi portò. Se nato non fossi nella terra d’Abruzzi, vorrei esser nato qui, nella terra della Verna e di Michelagnolo. Qui, più che altrove, posso io irrobustire la mia pertinace selvatichezza nativa e nel tempo medesimo spiritualizzare fino all’apice della grazia ogni mio istinto selvaggio. (…)” Gabriele D’Annunzio 1907 da “L’Ommorto e il Centauro” Il poeta fu ospite dei Conti Goretti de’ Flamini dal giugno all’ottobre del 1902 nella villa di Romena, ove scrisse il libro III de “Le Laudi, Alcyone”. Nello stesso periodo era nella villa della pieve di Romena l’attrice Eleonora Duse, che rimase con il poeta per tutto il tempo del suo soggiorno. Guida ITA Regione 23-11-2007 18:56 Pagina 14 Arte e Storia • 14 del Castello, la cui presenza è attestata fin dal 1008, sotto la signoria del conte Guido Alberto dei Marchesi di Spoleto. Divenne dal 1125 uno dei più importanti possedimenti dei conti Guidi. Il castello aveva due cerchie di A PASSEGGIO TRA I PORTICI RINASCIMENTALI Le piazze e le vie principali dei centri storici di Poppi, Pratovecchio e Stia si presentano con porticati ininterrotti, segno degli stretti legami con la vicina Emilia Romagna. Questi sono il risultato dell’orientamento architettonico che ha trasformato i ballatoi delle preesistenti facciate trecentesche, le cui tracce in alcuni casi sono ancora visibili. Una passeggiata che anche in caso di pioggia vi farà scoprire che ogni palazzo o casa ha arcate, colonne e capitelli diversi, portali d’epoca, lastricati esterni in pietra serena, inferriate e battenti in ferro battuto. Sarà piacevole scoprire tutto questo tra un negozio e la bottega di un artigiano. Castello di Romena mura spesse un metro, all’apice sud di quella più esterna si trova la celebre Fonte Branda. Restano visibili il cassero, la torre della prigione e la Porta Gioiosa. CASTELLO DI PORCIANO E’ raggiungibile percorrendo la strada per il Mugello dall’abitato di Stia. Raro esempio di casa torre è stato recuperato agli inizi del ’900 per iniziativa privata. Fu corte della famiglia dei Guidi fin dai primi anni del Mille. Oggi sono visibili: il torrione, che è il più grande dei castelli casentinesi ed ospita un interessante museo di reperti medievali; il campo franco con il pozzo; i resti delle torri della cinta e due porte d’ingresso, una delle quali conduce al paese tutt’ora abitato. Apertura: Domenica e Festivi: 10.00-12.00; 16.00-19.00 Info: Sig.ra Specht Corsi 055.400517-329.0209258 Castello di Porciano Guida ITA Regione 23-11-2007 18:56 Pagina 15 Arte e Storia 15 • CAMALDOLI E’ la casa madre dell’Ordine Camaldolese, qui fondato da San Romualdo nell’anno 1012. Consigliamo di raggiungerlo dalla SR 71 in direzione Soci da cui si prosegue per Partina fino ad incontra- Inserito nella monumentale foresta di abeti, si divide nell’ Eremo (1111 mt. s.l.m.) e nel Monastero (814 mt s.l.m.). Quest’ultimo (XI – XVI sec.) è composto: dall’archicenobio del Monastero, dalla Chiesa, al cui interno sono Ingresso al Monastero re a sinistra il bivio con le indicazioni per Camaldoli. conservati i dipinti di Giorgio Vasari, dall’Antica Farma- “ La Mausolea” Esempio notevole di architettura seicentesca, di proprietà dei monaci camaldolesi, è un attrezzato centro congressi con annessa fattoria tutt’oggi attiva cia con laboratorio galenico e dalla Foresteria, tra cui spicca il Chiostro di Maldolo. Si può raggiungere poi la casa forestale di Metaleto per vedere il secolare Castagno Miraglia, che misura alla base del tronco cavo circa 11 mt. Da qui si sale verso il Sacro Eremo, dove una cinta muraria racchiude l’insieme delle celle dei monaci di clausura. Oltrepassato il portone d’ingresso, sulla destra, è visibile la chiesa, dalla facciata in barocco napoletano, con due campanili, al cui interno si trova la sala capitolare. Alla prima consacrazione della chiesa, avvenuta nel 1220, presenziò San Francesco d’Assisi. Sul lato opposto si raggiunge la cella di Guida ITA Regione 23-11-2007 18:56 Pagina 16 Arte e Storia San Romualdo con il letto, lo studiolo, il caminetto, la cappella e il piccolo orto. L’intuizione avuta dal Santo di separare le attività cenobitiche da quelle eremitiche ha dato vita ad un’esperienza di monachesimo che si protrae in modo vitale da mille anni. Ancora oggi Camaldoli è luogo di studi con convegni e incontri su temi di attualità. Dall’Eremo si può scendere dalla vecchia e ripida strada detta “la corta”, arrivati al Monastero si prosegue per la panoramica via che da Moggiona raggiunge Poppi. Info: 0575.556012 Il Monastero e l’Eremo sono legati da numerosi sentieri ben segnalati e di facile percorrenza. Sono possibili percorsi più articolati e impegnativi da farsi muniti di carta escursionistica. S A N T UA R I O DE LA VERNA Centro spirituale ove San Francesco d’Assisi, nel 1224, ricevette le Sacre Stimmate sul “crudo sasso” celebrato da Dante Alighieri. Si erge sul contrafforte appenninico nel comune di Chiusi della Verna, tra Bibbiena e Caprese Michelangelo. La storia ha inizio nel 1213 per la donazione del • 16 Andrea della Robbia, Annunciazione luogo al Santo dal Conte di Chiusi Orlando Catani. Le notevoli opere artistiche ed architettoniche del Santuario (XIII - XVI sec.) contribuiscono ad arricchire l’atmosfera palpabile dell’esperienza francescana. Vi si può accedere dalla tortuosa e lastricata via della Beccia, così come facevano a piedi i pellegrini, oppure in auto fino al parcheggio. All’interno della Basilica di Santa Maria Assunta o chiesa maggiore sono visibili i capolavori di Andrea della Robbia, tra cui La Natività e l’Annunciazione, e il Coro con il grandioso organo a 5.000 voci, 4 tastiere e 72 registri dove ogni estate si esibiscono musicisti di fama internazionale. L’itinerario continua dal piazzale detto il Quadrante verso i luoghi principali della vita di San Francesco: il Corridoio delle Stimmate da cui si accede alla grotta con il Letto del Santo e alle Cappelle, il Sasso Spicco, la piccola Chiesa di S. Maria degli Angeli, le quattrocentesche sale del Museo con corali miniati, oggetti dell’antica farmacia, del laboratorio di spezieria, oggetti d’arte sacra e l’enorme “foco comune”. Per completare la visita suggeriamo di salire al Monte Penna seguendo un percorso di trenta minuti immerso nella maestosa foresta di abeti, residuo appenninico dell’ultima glaciazione. Il panorama che si può godere dalla vetta vale la fatica della passeggiata. Info: 0575.5341