LA FAVOLA INSEGNA CHE… Due unità di apprendimento sulla

Transcript

LA FAVOLA INSEGNA CHE… Due unità di apprendimento sulla
LA FAVOLA INSEGNA CHE…
Due unità di apprendimento sulla favolistica latina
di Fatima Carta
Presentazione
Attraverso la lettura diretta dei testi si intende introdurre gli studenti allo studio della
morfosintassi e farli avvicinare precocemente al patrimonio letterario classico.
Secondo lo Schema di regolamento recante “Indicazioni Nazionali riguardanti gli obiettivi specifici
di apprendimento concernenti le attività e gli insegnamenti compresi nei piani degli studi previsti
per i percorsi liceali”1 e secondo quanto dettato nell’Allegato C2, all’interno di un percorso sulla
favola, si pone il focus su un breve testo di Fedro al fine di presentare agli studenti la proposizione
interrogativa indiretta ed effettuare un ripasso ragionato delle strutture morfosintattiche presenti
nel brano.
Tale lavoro sarà propedeutico allo sviluppo dell’argomento nella classe quinta, dove si affronterà un
percorso tematico sulla favola con particolare riferimento ad Aviano e agli epigoni medievali.
1
http://www.indire.it/lucabas/lkmw_file/licei2010/indicazioni_nuovo_impaginato/decreto_indicazioni_nazionali.doc.
“Nel primo biennio lo studente acquisisce le competenze linguistiche funzionali alla comprensione e alla traduzione di
testi d’autore, prevalentemente in prosa e di argomento mitologico, storico, narrativo”. [...] “A partire dal secondo anno
si potrà avviare la lettura antologica di testi d’autore, secondo percorsi tematici o di genere, allo scopo di potenziare le
competenze linguistiche e introdurre gradualmente alla lettura diretta dei classici”.
2
Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico - © Loescher Editore
www.loescher.it/mediaclassica
A) Unità di Apprendimento per la classe II del Liceo Classico
Obiettivi del percorso didattico: cogliere il significato socio-politico delle favole di Fedro e gli
aspetti di attualità del messaggio.
Focus grammaticali: le proposizioni interrogative indirette attraverso una favola di Fedro.
Destinazione: seconda Liceo Classico.
Competenza prevalente: sviluppo dell’autonoma capacità di giudizio.
Obiettivi formativi:

acquisire un metodo di studio autonomo e flessibile;

individuare collegamenti e relazioni;

acquisire ed interpretare criticamente l’informazione.
Obiettivi di apprendimento: acquisire la conoscenza delle lingue classiche necessaria per la
comprensione dei testi greci e latini, attraverso lo studio organico delle loro strutture linguistiche
(morfosintassi, lessico, semantica).
Contenuti

Breve storia del genere letterario;

Notizie biografiche su Fedro e contestualizzazione storica;

Analisi testuale e stilistica delle favole I, 1 (Lupus et agnus); I, 5 (Canis et capella, ovis et leo);

I, 15 (Asinus ad senem pastorem); I, 24 (Rana rupta et bos);

Ripasso della morfosintassi presente nei testi proposti;

Presentazione della proposizione interrogativa indiretta.
Tempi previsti: complessivamente 12 ore incluse le verifiche.
Mediazione didattica
Prima ora
Con un brainstorming si invitano gli studenti a ricordare le caratteristiche principali della favola,
studiata in italiano nel precedente anno scolastico. Uno studente alla LIM scriverà ciò che i
compagni suggeriscono:
Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico - © Loescher Editore
www.loescher.it/mediaclassica
ha sempre una morale
tempo e luogo sono indeterminati breve racconto in prosa o in versi FAVOLA
il linguaggio è semplice sviluppa un solo episodio pochi personaggi, perlopiù animali parlanti
incarnano un vizio o una virtù
A casa si completa il lavoro, riprendendo eventualmente anche le differenze con la fiaba.
L’insegnante introduce la figura di Fedro, fornendo le coordinate cronologiche. Gli studenti
dovrebbero essere in grado di collocarlo nell’età Giulio-Claudia e, con un secondo brainstorming, di
richiamare velocemente alla mente le caratteristiche dell’epoca, in particolare il rapporto tra
intellettuali e princeps. A questo punto, l’insegnante presenta brevemente la figura di Fedro e le
caratteristiche della sua opera.
Per casa gli studenti studiano gli argomenti affrontati a scuola.
Seconda ora
Analisi Fabula I, 24
Si fornisce il testo agli studenti e l’insegnante effettua una prima lettura espressiva:
Rana rupta et bos
Inops, potentem dum vult imitari, perit.
In prato quondam rana conspexit bovem,
et tacta invidia tantae magnitudinis
rugosam inflavit pellem. Tum natos suos
interrogavit an bove esset latior.
Illi negarunt. Rursus intendit cutem
Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico - © Loescher Editore
www.loescher.it/mediaclassica
maiore nisu, et simili quaesivit modo,
quis maior esset. Illi dixerunt 'bovem'.
Novissime indignata, dum vult validius
inflare sese, rupto iacuit corpore.
L’insegnante procede alla traduzione guidata del testo e, successivamente, gli studenti effettuano
l’analisi morfosintattica del brano, riflettendo sulle strutture evidenziate.
Si procede in primo luogo all’analisi dei verbi, con attenzione ai paradigmi notevoli.
Si effettua successivamente l’analisi morfologica di alcune forme riportate in tabella.
tacta
negarunt
invidia
maiore nisu
latior
quis
bove
validius
Si procede quindi all’analisi sintattica delle proposizioni evidenziate per condurre gli studenti a
scoprire una struttura a loro non ancora nota: l’interrogativa indiretta.
dum vult imitari
dum vult validius inflare
an bove esset latior
quis maior esset
Sotto l’aspetto contenutistico gli studenti, guidati, rilevano come il vizio che emerge nella favola sia
la superbia, che impedisce di riconoscere i propri limiti e di guardare alla realtà con obiettività per
imparare a discriminare tra apparenza e sostanza. L’insegnante fornisce poi agli studenti una griglia
in cui, attraverso le favole del percorso, devono riflettere su:

modalità narrativa (animale dialoga con/ riflette su; discorso diretto/indiretto);

il linguaggio con cui vengono connotati i personaggi (aulico/umile);

le caratteristiche degli animali;

i temi trattati;
Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico - © Loescher Editore
www.loescher.it/mediaclassica

il lessico del potere.
Si fa notare loro come la griglia possa essere completata efficacemente solo al termine del percorso
attraverso il confronto delle favole.
Come lavoro da svolgere a casa gli studenti completano l’analisi testuale e studiano il brano
analizzato in classe.
Terza e Quarta ora
INTRODUZIONE ALL’INTERROGATIVA INDIRETTA
Prerequisiti
a) Cognitivi:
Conoscere in lingua italiana e latina:

pronomi, aggettivi e avverbi interrogativi;

pronomi e aggettivi indefiniti usati in funzione interrogativa;

consecutio temporum;

coordinazione, subordinazione e principali subordinate;

classificazione delle subordinate completive;

l’interrogativa diretta e i diversi tipi di proposizione principale.
b) Operativi

riconoscere e saper tradurre correttamente pronomi, aggettivi e avverbi interrogativi;

riconoscere e saper tradurre correttamente pronomi e aggettivi indefiniti usati in funzione
interrogativa;

tradurre correttamente secondo la consecutio temporum;

riconoscere in un testo le subordinate e saperle tradurre correttamente;

riconoscere i diversi tipi di proposizione principale e saperli tradurre correttamente;
Obiettivi cognitivi specifici

conoscere le norme delle interrogative indirette;

conoscere la differenza tra interrogative indirette e dubitative.
Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico - © Loescher Editore
www.loescher.it/mediaclassica
Obiettivi operativi specifici

riconoscere e tradurre correttamente l’interrogativa indiretta e la dubitativa in qualsiasi testo.
Scansione delle attività
Dopo una verifica dei prerequisiti ed eventuale ripresa degli argomenti non perfettamente
assimilati, si procede a mostrare una interrogativa indiretta e la corrispondente diretta, così da far
cogliere le differenze agli studenti:
Dic mihi
utrum servus sis an liber
servusne sis an liber
servus sis an liber
servus sis liberne
servus es an liber?
Gli studenti notano in primo luogo tre elementi: 1) l’assenza del punto interrogativo; 2) l’uso del
congiuntivo; 3) la presenza di due proposizioni.
A questo punto l’insegnante spiega in modo organico la subordinata in oggetto, facendo notare
come gli introduttori siano gli stessi della diretta e focalizzando l’attenzione sui verbi che reggono
l’indiretta.
Il passo successivo sarà riprendere la consecutio temporum e far esercitare gli studenti attraverso una
attività laboratoriale di gruppo su esercizi differenziati per livelli di apprendimento e forniti
dall’insegnante attraverso un gruppo di condivisione su smartphone.
Per casa si assegna un congruo numero di frasi da analizzare e tradurre, utilizzando, per esempio,
una risorsa online per la condivisione di documenti come Google Drive.
Quinta ora
Correzione collettiva degli esercizi di traduzione assegnati per casa e recupero di eventuali lacune.
Sesta e Settima ora
Analisi testuale e stilistica delle favole I, 1; I, 5 secondo lo schema proposto per la fabula I, 24.
Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico - © Loescher Editore
www.loescher.it/mediaclassica
Per casa gli studenti devono cimentarsi autonomamente con la fabula I, 15.
Ottava ora
Verifica formativa sulle favole studiate, con particolare attenzione alle costruzioni morfosintattiche;
correzione della traduzione e analisi della favola assegnata come lavoro autonomo.
Nona ora
Verifica sommativa di sintassi sulle interrogative indirette e su costrutti ricorrenti (verifica degli
obiettivi di apprendimento).
Decima e undicesima ora
Compito autentico:
A partire dai testi letti e analizzati in classe, gli studenti dovranno:
1. indagare in un testo espositivo di max una ventina di righe le tecniche narrative; il linguaggio con
cui vengono connotati i personaggi; le caratteristiche degli animali; i temi trattati (verifica degli
obiettivi formativi);
2. eseguire una “traduzione imitativa”, senza vocabolario, e analizzare la favola I, 5;
contestualizzare in max 20 righe la favola nello scenario politico dell’età Giulio-Claudia per
sviluppare l’autonoma capacità di giudizio;
3. percorso per valorizzare le eccellenze: elaborare una riflessione sui termini principatus e dominus.
Correzione e valutazione dell’elaborato

Testo espositivo max punti 2

Traduzione imitativa max punti 2

Analisi favola max punti 3

Contestualizzazione max punti 2

Riflessione lessicale max 1 punto
Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico - © Loescher Editore
www.loescher.it/mediaclassica
B) Unità di Apprendimento per la classe V del Liceo Classico
Obiettivi del percorso didattico: conoscere gli sviluppi del genere favolistico nel tempo.
Secondo quanto dettato dalle Indicazioni Nazionali per la classe quinta del Liceo Classico, “la lettura
in lingua originale degli autori, oltre a seguire il percorso storico (...), potrà approfondire autori già
affrontati negli anni precedenti (...) oppure concentrarsi su percorsi tematici o tipologici,
considerati anche nei loro esiti medievali e moderni”.
Competenze attese

Imparare ad imparare;

Acquisire ed interpretare l’informazione;

Individuare collegamenti e relazioni.
Contenuti
Percorso per generi letterari: l’evoluzione del genere favolistico e dei suoi riferimenti nei proverbi.
Prerequisiti 3
Lettura in traduzione con testo a fronte:
— Lo sparviero e l’usignolo in Esiodo (op. 202-212);
— La volpe e l’aquila in Archiloco (frg. 89-92 Diehl) e in Esopo (3);
— Apologo dell’ulivo e dell’alloro in Callimaco (frg. 194 Pfeiffer);
— Riferimenti a favole in Plauto:
del bue e dell’asino nell’Aulularia (228-235),
del lupo a custodia dei cani nello Pseudolus (136-142),
dei lupi e dei cani nel Trinummus (169-172);
— Il topo di campagna e il topo di città in Orazio (sat. II, 6, 79-117);
— La favola delle due bisacce in Fedro (IV, 10) e l’allusione di Catullo (carm. 22);
3
I testi indicati posso essere trattati nel corso dei tre anni a seguire la realizzazione della prima unità di apprendimento
in vista del percorso finale.
Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico - © Loescher Editore
www.loescher.it/mediaclassica
— L’allodola nel rifacimento di Gellio (II, 29), a partire dagli ultimi due versi superstiti di Ennio;
— La matrona di Efeso in Petronio (satyr. 111-113) e in Fedro (app.13).
Trattazione sistematica
— Fedro con lettura del Saggio critico Fedro e la favola latina di Concetto Marchesi, Firenze 1923;
— Aviano e gli epigoni medievali.
Mediazione didattica
Attraverso la metodologia inclusiva della Flipped Classroom, l’insegnante mette a disposizione in rete
i materiali necessari su Aviano e gli epigoni medievali; i materiali vengono studiati a casa di
pomeriggio; la mattina, in aula, gli studenti sono coinvolti in laboratori e lavori di gruppo che
sviluppino la loro creatività e le loro diverse intelligenze.
L’insegnante fornisce il testo, la traduzione e l’analisi della prima favola, come guida per il lavoro
successivo
Pennatis avibus quondam testudo locuta est,
Si quis eam uolucrum constituisset humi,
Protinus e rubris conchis proferret harenis,
Quis precium nitido cortice bacca daret;
Indignum, sibimet tardo quod sedula gressu
Nil ageret, toto perficeretque die.
Ast ubi promissis aquilam fallacibus implet,
Experta est similem perfida lingua fidem;
Et male mercatis dum quaerit sidera pennis,
Occidit infelix alitis ungue fero.
Tunc quoque, sublimis, cum iam moreretur in
auras
Ingemuit votis haec licuisse suis;
Nam dedit exosae post haec documenta quieti
Non sine supremo magna labore peti.
Sic quicumque nova sublatus laude tumescit,
Dat merito poenas, dum meliora cupit.
vv. 1-2: richiesta della tartaruga agli uccelli
vv. 3-4: scopo della richiesta
vv. 5-6: motivo della richiesta
v. 7: patto tra tartaruga e aquila
vv. 9-10: misera fine della tartaruga
v. 13: prima morale della favola
v. 15: seconda morale
Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico - © Loescher Editore
www.loescher.it/mediaclassica
Primo gruppo
Studia a casa il materiale fornito e lo rielabora in aula per una presentazione dell’opera di Aviano ai
compagni con la LIM. In cinque pagine saranno presentati la trattazione delle notizie biografiche,
del prologo e dell’opera, delle caratteristiche principali (modelli, struttura, personaggi, morale,
lingua e stile).
Secondo gruppo
Studia a casa il materiale fornito e rielabora con le stesse modalità le raccolte tardo-antiche e
medievali (suddividendole in parafrasi in prosa e raccolte poetiche), la struttura della favola
medievale, i personaggi e la morale.
Terzo gruppo
In una Presentazione PPT confronta la favola di Aviano con la corrispettiva favola dell’Astensis poeta:
Ut sim vocalis da motis, Maeonis, alis,
quae praeter divas vocis honore micas.
Mos est multorum, cum sint sine parte laborum,
ut sic desipiant quod bona despiciant.
Desipuit, saevit testudo, quod otia sprevit
et mercata fuit, quo moribunda ruit.
Hoc ea mercatur, pennis ut in astra feratur,
promittens aquilae divitias patriae.
Prona fit ad lucrum subito regina volucrum,
hanc tellure levat quo super astra vehat;
et, cum iam caeli poterant vicina videri,
voce petit miti debita dona sibi.
Cum dare non possit, dolet ista, quod altera poscit;
nil habet ista rei, creditor instat ei:
haec vacat, haec quaerit; cupit haec, hanc sponsio
laedit;
si qua forent, claret quod peritura daret.
Iam lacrimans orat quod eam tellure reponat,
promittendo fidem quod daret illud idem.
Unguibus insistit volucris verbisque resistit
et sermone ream stringit et artat eam.
Ingemit et pallet, iam terris serpere mallet,
vv. 1-2: invocazione alla Musa
vv. 3-4: promythion moralistico
vv. 5-8: desiderio della tartaruga di
imparare a volare
vv. 9-20: volo della tartaruga
vv. 21-26: morte della tartaruga
Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico - © Loescher Editore
www.loescher.it/mediaclassica
et tunc paenituit sic sibi quod libuit.
Iamiam se culpat; iam, cum cadit, aethera turpat;
sic demum doluit talia quod voluit.
Iam moriens maeret, iam terris esse placeret,
perque suum meritum venit ad interitum.
Sic quisquis gaudes novitatis sumere laudes,
quod quandoque nocet fabula nostra docet
vv. 27-28: epymithion moralistico
Dal confronto dovrà emergere: la tecnica dell’amplificatio rispetto al modello avianeo; la stoltezza
della tartaruga, che disprezza la sua condizione naturale e non attribuisce alcun fine al suo volo;
l’innocenza dell’aquila, che non mostra alcuna premeditazione o inganno; la mancanza di ogni
riferimento al paesaggio.
Quarto gruppo
Mette a confronto la favola De testudine et aquila di Aviano con la favola Testudo et aquila dell’Avianus
Venetus:
Testudo vovit, quam tarda vite mora movit,
regine volucrum tradere grande lucrum, unguibus ut
raptam faceret volitantibus aptam, que loca per
quevis devehit aura levis,
indignum referens quod, paulatim loca querens, vi
nulla potiens, lassa foret totiens.
Promissis flexit aquilam fraudem quia texit, que dare
proposuit quod dare non habuit.
Ergo, mercata penna super astra levata,
perfida perfidiamcomperit eximiam:
nam dare quam posset cum numquam fore nosset,
fraudem fraude luit et moribunda ruit.
Tunc demum suetam vitam gemit esse quitam:
nam felix potuit vivere dum voluit.
Nemo nature contempnat vivere iure: nam
plerumque cadit, ardua si quis adit
vv.1-2: compaiono direttamente i due
protagonisti
vv.3-4: motivo della richiesta
vv.5-6: ripresa dei concetti espressi nei
versi precedenti
vv.7-8: attraverso l’inganno raggiungimento
dell’obiettivo
vv.9-12: fine della tartaruga
vv.15-16 epymithion moralistico
Dal confronto dovrà emergere: l’esatta corrispondenza di 16 versi tra le due versioni; la mancanza
nella narrazione dell’antefatto; la rappresentazione immediata nel distico iniziale dei due
Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico - © Loescher Editore
www.loescher.it/mediaclassica
protagonisti; la lentezza della testuggine come causa della richiesta, l’esplicitazione delle
motivazioni che spingono la tartaruga a stringere il patto con l’aquila.
Compito autentico (per la verifica delle competenze)
A partire dai testi letti e analizzati in classe, gli studenti dovranno:
1. Contestualizzare in max 20-30 righe l’opera di Aviano e le raccolte tardo-antiche e medievali (2
punti);
2. Tradurre senza vocabolario (traduzione imitativa) la favola di Aviano ed effettuare l’analisi
morfosintattica e stilistica, secondo le richieste dell’insegnante (2 punti);
3. Analizzare autonomamente secondo gli schemi consueti la favola De testudine et aquila del Novus
Avianus di Darmstadt (cfr. infra), non nota agli studenti, di cui l’insegnante fornisce testo e
traduzione a fronte (3 punti);
4. In un testo espositivo di max 20-30 righe istituire un confronto tra De testudine et aquila del Novus
Avianus di Darmstadt e i testi precedenti. (3 punti).
Pubblicazione del lavoro in formato digitale 4
A conclusione del lavoro svolto, si procederà alla pubblicazione dei testi con traduzione e
commento relativo ad Aviano e agli epigoni medievali con l'ausilio di software o strumenti online
per la produzione di libri digitali (per esempio, con ePUBEditor, ambiente online per la realizzazione
di un ebook multimediale).
Ad uno studente particolarmente versato nel disegno si affiderà il compito di creare un fumetto che
racconti la storia; gli altri studenti, divisi per gruppi, elaboreranno i testi in latino da inserire nel
fumetto, sulla base del Novus Avianus di Darmstadt.
De testudine et aquila del Novus Avianus di Darmstadt
Ipsius spreto gressu testudo quieto
sic avibus fatur: ‘Mens saepe dolore gravatur
4
Attraverso la gestione di note e link ipertestuali e l’inserimento di contenuti interattivi, gli studenti sviluppano
l’abitudine al lavoro condiviso, redatto collettivamente attraverso il contributo di ciascuno.
Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico - © Loescher Editore
www.loescher.it/mediaclassica
quod piger sum nimis, quod serpo frequenter in imis.
Sed bene perpendo quod mens quandoque petendo
consilium duras didicit postponere curas.
Ni manifestetur, dolor exitialis habetur.
Huius causa rei succurrere pigritiei
vos monet, o caeli volucres, huic; arte fideli
me, sicut scitis, nunc informare velitis
astra volando sequi. Ditabo per omnia te, qui
hoc informabis et me superis sociabis’.
Armiger ergo Iovis promisso denique quovis
ausus eam prendit et ad aetheris ardua tendit.
Haec petit ut detur promissum, sed non habetur
nec datur; ergo cadit non dans et ad infima vadit
et cadit ad lapidem; quam casus destruit idem.
Sic cadit elatus, animus cuius vitiatus
per casum durum finem dat ei periturum.
(Fumetto di Carmelo Calderone http://sulletraccedilittlenemo.blogspot.it/2013_11_01_archive.html)
Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico - © Loescher Editore
www.loescher.it/mediaclassica