Le iscrizioni con funzioni didascaLico

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Le iscrizioni con funzioni didascaLico
Le iscrizioni
con funzioni didascalico-esplicative
Committente, destinatario,
contenuto e descrizione dell’oggetto
nell’instrumentum inscriptum
Atti del VI INCONTRO INSTRUMENTA INSCRIPTA
Aquileia (26-28 marzo 2015)
a cura di Maurizio Buora e Stefano Magnani
Iniziativa promossa da
e con il patrocinio di
2
CENTRO DI ANTICHITÀ ALTOADRIATICHE
CASA BERTOLI - AQVILEIA
Società Friulana di Archeologia
A
NTICHITÀ
LTOADRIATICHE
Rivista fondata da Mario Mirabella Roberti
e diretta da Giuseppe Cuscito
LXXXIII
volume
Editreg TRIESTE 2016
«Antichità Altoadriatiche»
© Centro di Antichità Altoadriatiche
Via Patriarca Poppone 6 - 33053 Aquileia (UD)
Autorizzazione del Tribunale di Udine n. 318 del 27 ottobre 1973
© Editreg di Fabio Prenc
Sede operativa: via G. Matteotti 8 - 34138 Trieste
tel./fax ++39 40 362879, e-mail: [email protected]
ISSN 1972-9758
Direttore responsabile:
Giuseppe Cuscito
Comitato scientifico:
Fabrizio Bisconti, Jacopo Bonetto, Rajko Bratož, Giovannella Cresci Marrone, Heimo Dolenz,
Sauro Gelichi, Francesca Ghedini, Giovanni Gorini, Arnaldo Marcone, Robert Matijašić, Emanuela
Montagnari Kokelj, Gemma Sena Chiesa.
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Soprintendenza.
Rossana De Simone, Instrumenta inscripta: documenti epigrafici fenici e
punici .......................................................................................................
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187
Francesca Oliveri, Testimonianze epigrafiche dai mari della Sicilia .......
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205
Luigi Vecchio, Un gruppo di ‘pesi da telaio’ iscritti da Velia ....................
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227
Stefania Mazzocchin, Pesi da telaio iscritti da Vicenza romana ..............
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249
Franco Luciani, Tomaso Lucchelli, Pondera exacta ad Castoris ............
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265
Maria Sutto, I pesi parlano: i pondera metallici e lapidei iscritti del
Museo Archeologico Nazionale di Aquileia ............................................
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291
Marina Vavassori, Osservazioni sulla statera del Museo Archeologico di
Bergamo ...................................................................................................
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315
Fulvia Mainardis, La collezione di pesi romani del Civico Museo di Storia
ed Arte di Trieste .....................................................................................
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327
Ergün Laflı, Maurizio Buora, Un possibile stampo per anfore e altri
stampi per pane di età mediobizantina dal museo di Bursa .....................
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351
Reinhold Wedenig, Angaben zu Inhalt und Gewicht auf römerzeitlicher
Gefäßkeramik in Noricum .......................................................................
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359
Elisa Zentilini, Iscrizioni su vasellame ceramico dallo scavo del quartiere
artigianale di Piazza Arditi d’Italia a Verona .........................................
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375
Brunella Portulano, Il pane di Ermione. Segni graffiti di vita quotidiana
sul vasellame proveniente dagli scavi della villa romana di Desenzano
del Garda .................................................................................................
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385
Maurizio Buora, Stefano Magnani, Alcune iscrizioni graffite dai depositi del Museo Archeologico Nazionale di Aquileia ...................................
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393
Paola Maggi, Stefano Magnani, Frammenti in terra sigillata da Aquileia
recanti bolli e graffiti ...............................................................................
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397
Maurizio Buora, Stefano Magnani, Una patera cnidia con scena erotica
p.
411
Giulia Baratta, Non solo immagini: didascalie e testi epigrafici nelle
serie ceramiche di Gaivs Valerivs Verdvllvs con scene di gare circensi e
combattimenti gladiatori .........................................................................
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425
Cristina Girardi, Le raffigurazioni di divinità con didascalia su terra
sigillata. Alcune considerazioni ...............................................................
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439
Valentina Mantovani, Ceramiche fini da mensa di età medio imperiale
ad Aquileia: la ceramica metallescente di Treviri ..................................
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453
Silvia Braito, Iscrizioni di produzione sulle “Lastre Campana”: il caso di
Annia Arescusa ........................................................................................
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465
Maria Turchiano, Francesca Giannetti, Le lampade vitree incise di
Faragola. Committenza, produzione, circolazione e funzione ................
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479
Alfredo Buonopane, Gladiatorum paria con didascalie su instrumentum:
alcune considerazioni in margine a un elemento di cerniera bronzea
rinvenuto a Bologna ................................................................................
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497
Christophe Schmidt Heidenreich, Un cas particulier des inscriptions à
fonction explicative et didactique : les inscriptions sur militaria ...........
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511
Ergün Laflı, Maurizio Buora, Ghiande missili iscritte di età ellenistica
nella collezione privata di Berna Oğuz di Izmir (Turchia) .....................
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521
Giulia Marsili, Iscrizioni e marchi di lavorazione su marmo in età tardoantica: tipologie e funzioni ......................................................................
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529
Angela Borzacconi, Fabio Pagano, Oggetti inscritti nella realtà funeraria del Friuli longobardo .........................................................................
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555
Federica Scicolone, Objects into Verses: Visual Representations of
Instrumenta and their Poetic Descriptions ..............................................
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563
Angela Donati, Conclusioni .......................................................................
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573
9
Ergün Laflı, Maurizio Buora
Un possibile stampo per anfore e altri stampi per pane
di età mediobizantina dal museo di Bursa
Il museo archeologico di Bursa, costituito nel 1904 e riallestito negli anni Settanta
del secolo scorso, raccoglie molte antichità di età preromana, tardoromana, altomedioevale e mediobizantina. Sono numerose le opere di carattere funerario, come sculture,
corredi con vasellame e suppellettile metallica, ma abbondano anche altri oggetti. La
grande ricchezza del materiale che esso contiene è commisurata all’importanza della
città. Essa, appoggiata alle pendici del Monte Uludağ (l’antico Olimpo della Misia)
fece parte dell’Impero romano d’oriente fino al 1365, anno in cui divenne la prima
capitale dell’Impero ottomano. Nel museo sono documentati in special modo i periodi
anteriori all’epoca ottomana.
Per questo incontro si è scelto di presentare alcuni stampi di grande interesse.
Stampi di anfore di età mediobizantina
L’attenzione sul commercio dei beni trasportati entro anfore in età mediobizantina
si è particolarmente intensificata negli ultimi decenni, a opera di studiosi di lingua e cultura russa, romena, bulgara, greca e turca, cui si sono aggiunti alcuni colleghi austriaci
e nordamericani.
Si è notato che alcune anfore di quest’epoca presentano sull’ansa o alla base del
collo spesso un marchio, per lo più circolare, ma anche di altra forma con poche lettere.
Sono stati pubblicati studi sia sulle impronte – di varia forma – presenti in queste anfore, per cui solo raramente si conoscono i signacula, sia sugli stessi sigilli metallici, per i
quali non sempre conosciamo le relative anfore bollate. Nel 2008 Evelina Todorova ha
pubblicato una ventina di impressioni, di vario tipo e forma, presenti su anfore conservate nel museo di Silistra (Bulgaria) 1.
Uno dei primi casi studiati riguarda anfore che recano timbri circolari con le
iniziali del nome Konstantinou: essi, quadrangolari o circolari (tav. 1, 1), sono stati
riferiti a uno degli imperatori di questo nome della dinastia macedone. Un sigillo per
imprimere il marchio si conserva nel museo di Kiev e altro in una collezione privata
di Vienna 2 (tav. 1, 2). Le anfore con questi bolli sono state rinvenute in più località
intorno al Mar Nero 3.
1
Todorova 2008.
Grünbart 2006, p. 19, fig. 6.
3Sulla questione Булгаков 2000; Булгаков 2000a; Bulgakov 2000b; Булгаков 2000c;
Булгаков 2000d.
2
351
Ergün Lafli, Maurizio Buora
Un sito importante che ha dato più bolli è la località di Pacuiul lui Soare, sulla
riva meridionale del Danubio, oggi in Romania. Qui si rinvenne nel 1971 un bollo a
forma di anfora con tre lettere lette come ΓEO (Georgios) o dubitativamente come
ΛEO, abbreviazione di Leon 4 (tav. 1, 3). Effettivamente un sigillo scoperto negli anni
Sessanta del secolo scorso appartenne a uno stratega di questo nome, databile ancora
al tempo della prima conquista bizantina 5. Oggi si preferisce considerare l’omonimo
menzionato nello stampo per anfore semplicemente come il proprietario della officina ceramica o forse del contenuto delle anfore. Anfore con questo marchio sono
presenti in una vasta zona, che va dall’ex Unione sovietica all’area del basso Danubio
(Dinogetia) 6.
Da Noviodunum, sempre sulla riva del Danubio, ma vicino all’odierna Tulcea, è
emerso nel 2005 uno stampo circolare con due lettere, rispettivamente Σ e ρ che non
riusciamo oggi a interpretare 7 (tav. 1, 4). Esso è in bronzo, ha il diametro di cm 3,2 ed
è alto cm 0,5; nella parte posteriore ha una piccola maniglia.
Un bollo circolare simile con le iniziali di IΩA(NNH)C si rinvenne nel cortile del
monastero di Synasis a Maronea, in Tracia, lungo la costa dell’Egeo 8 (tav. 1, 5).
Un bollo del tutto simile si trova nella Collezione Menil a Houston, nel Texas:
esso è legato con una catena a quattro chiavi 9. La collezione comprende circa duecento
sigilli in bronzo di età bizantina 10.
Un bollo circolare è esposto nel museo di Tessaloniki e probabilmente apparteneva a un sistema di bollatura e/o di controllo relativo alla città o a una struttura cittadina.
Il sigillo sembra recare il nome della città ΘEC(AΛO)N(IKH) 11 (tav. 1, 6).
Impronte tratte da bolli di presunta origine tessalonicense si trovano anche su anfore rinvenute in Crimea e nella Russia meridionale (tav. 1, 7).
Caratteri morfologici degli stampi
Gli stampi metallici per anfore sono generalmente diversi dai signacula utilizzati
per altri scopi, ad esempio per marchiare il pane benedetto. Hanno dimensioni simili,
con le lettere alquanto sporgenti entro uno spazio incavato, circondato da un bordo
lineare rotondo. Nel fondo, liscio, presentano due o tre fori che si ritiene dovessero far
uscire l’aria durante l’impressione sull’argilla.
4
Baraschi 1973, p. 543; Popescu 1976, p. 192; Stănică 2007, p. 517.
Diaconu 1969, p. 396.
6 Inscripţii greceşti şi latine.
7 Stănică 2007.
8 Bakirtzis 1997, p. 258, n. 179.
9Riprodotto in copertina in Vikan, Nesbitt 1980.
10 Nesbitt 1983, p. 182.
11 L’oggetto qui conservato e riprodotto in quest’articolo è stato fotografato da E. Laflı. Bakirtzis
1989, pp. 82-83, n. 1; Diamanti 2014, p. 128, fig. 2.7.
5
352
Un0 stampo per anfore e altri stampi per pane di età mediobizantina dal museo di Bursa
1.
a.
4.
2.
b.
3.
5.
6.
7.
8.
9.
10.
Tav. 1. 1. Stampi per anfore con il monogramma letto come KOC o KOCT; 2. Stampo per anfore di età
mediobizantina, in collezione privata a Vienna (da Grünbart 2006, p. 19); 3. Stampo per anfore a forma
di anfora da Pacuiul lui Soare (da Baraschi 1973); 4. Stampo per anfore da Noviodunum-Isaccea (da
Stănică 2007); 5. Stampo per anfore dal monastero di Synasis a Maronea, in Tracia (da Bakirtzis 1997);
6. Stampo per anfore al Museo della cultura bizantina di Salonicco (foto E. Laflı); 7. Stampo per anfore (?)
del Museo di Bursa (foto E. Laflı); 8. Stampo del Museo di Bursa (foto E. Laflı); 9. Stampo del Museo di
Bursa (foto E. Laflı); 10. Stampo del Museo di Bursa (foto E. Laflı).
353
Ergün Lafli, Maurizio Buora
A volte gli stampi recano nella parte posteriore, come i signacula, una piccola
maniglia per tenerli in mano oppure una sporgenza per l’inserimento in un manico,
probabilmente ligneo, andato perduto.
Autorità di riferimento
Come è usuale nei sigilli, gli stampi recano solo poche lettere riferite al nome
dell’imperatore o del funzionario o della città, che si deve ritenere proprietario dei fondi
in cui veniva prodotta la merce contenuta nelle anfore. O forse si trattava di un sigillo
di garanzia, a certificare l’origine e la qualità del contenuto.
Non si deve tuttavia ritenere che i sigilli siano da riferire sempre a strutture amministrative civili. Infatti come si è accennato sopra, uno di essi è stato trovato in un
monastero e probabilmente altri provengono da complessi monastici. Tali potrebbero
essere ad esempio i sigilli del Museo di Bursa, località che nel periodo mediobizantino
vide una grande fioritura di monasteri, in parte sopravvissuti fino a oggi e in parte ridotti di importanza a partire dall’inizio del periodo ottomano. Se questo è vero, diventa
ancora più difficile l’interpretazione degli stampi, che potrebbero riferirsi al nome della
struttura ecclesiastica oppure a quello del funzionario o del monaco addetto alla bollatura e al controllo della produzione e alla sua commercializzazione.
Il contenuto delle anfore
Importanti studi condotti su larga scala da Nergis Günsenin hanno permesso di
classificare le anfore del periodo mediobizantino 12. Ciò è stato possibile anche grazie
al rinvenimento di relitti e allo studio dei loro carichi. Anche nel Museo di Bursa si
conservano alcune anfore provenienti da un relitto, ma non sono bollate.
La stessa Günsenin alcuni anni fa ha posto in evidenza la produzione di anfore
nella località di Ganos e l’ha collegata alla viticoltura dell’area, i cui prodotti erano poi
diffusi non solo sulle coste del Mar Nero, ma anche nell’Egeo orientale.
La zona di Bursa è famosa, ancora oggi, per una ricca produzione di olio, di buona
qualità, per cui si può pensare che i sigilli potessero servire a bollare i contenitori di
olio, che veniva prodotto nei fondi di proprietà dei monasteri locali.
La datazione dei sigilli
Il riferimento a Pacuiul lui Soare è importante perché qui si fondò dopo il 971, a
opera dell’imperatore Giovanni Zimisce, una fortezza che doveva servire come base
12Ad
354
es. Günsenın 1989; Günsenın 2001.
Un0 stampo per anfore e altri stampi per pane di età mediobizantina dal museo di Bursa
per la flotta danubiana e come difesa della città di Dorostolon (già Durostorum), capitale del tema. La fortezza, entrata poi a far parte del territorio dello zar bulgaro Samuel,
ebbe minore importanza, finché all’inizio dell’XI secolo fu riconquistata dai Bizantini.
In seguito la città ebbe un suo sviluppo fino alla fine del XII secolo.
Stampi impressi con timbri circolari sono stati rinvenuti su anfore del tipo Günsenin I, datate tra la metà del X e la metà dell’XI secolo.
In linea di massima si ritiene che l’uso di bollare le anfore sia cessato nel corso
del XII secolo.
I sigilli del Museo di Bursa
Riteniamo che il n. 1 possa essere uno stampo per anfore, vista la sua somiglianza
con i bolli delle anfore circolanti nel Mar Nero, lungo la costa occidentale dell’Asia Minore e della Grecia settentrionale e in Tracia tra fine del X e inizio del XII secolo. Gli altri stampi sembrano piuttosto rientrare nella comune tipologia degli stampi per il pane,
sui quali esiste ampia bibliografia 13. Da notare anche la varietà delle forme: in primo
luogo manca un supporto circolare, quindi abbiamo una forma quadrotta con angoli
arrotondati, un monogramma per così dire libero ovvero senza fondo e infine un altro
formato da tre cerchi tangenti al centro. Si è calcolato che esistano almeno cinquecento
stampi per pane benedetto in legno, terracotta e metallo conservati presso i musei e i
collezionisti privati 14. Alcuni autori ipotizzano che gli stampi potessero avere una funzione promiscua 15. È verosimile che i nostri derivino dai monasteri che in grandissimo
numero erano posti immediatamente al di fuori della città. Essi possedevano numerosi
appezzamenti da cui si ricavava olio di oliva di ottima qualità. Se questo è vero, allora
i sigilli potrebbero indicare il nome del monastero o piuttosto del funzionario preposto
al controllo del contenuto delle anfore. Non vi sono attualmente notizie circa una produzione di anfore nell’area.
Non abbiamo elementi per una datazione degli altri sigilli, che riteniamo usati
per bollare il pane. In base alla somiglianza di forma si potrebbe pensare che anch’essi
datino all’età mediobizantina, nel periodo antecedente la conquista della città da parte
degli Ottomani. Solo il n. 3 richiama piuttosto la forma dei monogrammi del VI e VII
secolo. Il notevole numero di monasteri e centri religiosi della città, cui si è fatto cenno
sopra, potrebbe giustificare l’ampio utilizzo di questi oggetti. Va rilevata, peraltro, la
totale assenza di simboli cristiani legati alla fede e al culto, per cui si potrebbe anche
supporre un loro uso primario per fini amministrativi e/o fiscali.
13Si vedano ad es., da ultimi, Grünbart 2006 e Caseau 2014. Gli autori hanno illustrato alcuni
esempi dall’Asia Minore in Buora, Lafli 2014.
14 Grünbart 2006, p. 13, nota 1 (dato relativo all’anno 2005).
15 “En fait, les marqueurs ne servaient pas seulement à marquer le pain mais aussi d’autres supports
avant cuisson, comme les amphores, les lampes en terre cuite ou les briques” (Caseau 2014, p. 610).
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Ergün Lafli, Maurizio Buora
Catalogo
1.Stampo circolare in bronzo, con bordo sporgente, arrotondato e presa cilindrica posteriore.
Nella parte che serviva a imprimere il sigillo troviamo alcune lettere disposte in croce, in
particolare in basso un Δ maiuscolo, di fianco un δ minuscolo, in alto il dittongo υο e a
sinistra un Σ (?) (tav. 1, 7).
Diam. cm 3 circa x h del bordo cm 0,6 x h totale cm 1,5.
Inedito.
2. Stampo quadrangolare con bordi arrotondati e lati convessi. Lettere ρ, δ, Ω e forse Φ.
Diam. cm 3 circa x h del bordo cm 0,6 x h totale cm 1,4 (tav. 1, 8).
Inedito.
3.
Stampo configurato a monogramma. Si riconoscono le lettere A, M, N, P, Φ, O e Υ. La
forma del monogramma ricorda quelli in uso nel VI e VII secolo (tav. 1, 9).
Diam. cm 3 circa x h del bordo cm 0,7 x h totale cm 1,3.
Inedito.
4.
Stampo formato da tre cerchi uniti al centro. Ciascuno di essi contiene una lettera: I, Χ e
Σ.
Diam. cm 2,8 circa x h del bordo cm 0,6 x h totale cm 1,5 (tav. 1, 10).
Inedito.
Bibliografia
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Bulgakov 2000b = V. Bulgakov, Vizantiinskye amfornyie kleyma XIv s monogrammnoy imeni
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Булгаков 2000c = B. B. Булгаков, Византийские амфорные клейма XIV в. из Солхата, Херсонеса
и Судака”, <http://archaeology. kiev.ua /byzantine /amphorae/stamps/bulgakov2/htm> (consultato
il 25 giugno 2015).
Булгаков 2000d = B. B. Булгаков, Штамп для клеймения византийских амфор XI в.”, Восточноевропейский археологический журнал, 1(2), <http://archaeology. kiev.ua/journal/010100/bulgakov.htm> (consultato il 25 giugno 2015).
Buora, Laflı 2014 = M. Buora, E. Laflı, Tre signacula dall’Asia Minore, in Instrumenta inscripta V.
Signacula ex aere. Aspetti epigrafici, archeologici, giuridici, prosopografici, collezionistici, Atti
del convegno internazionale (Verona, 20-21 settembre 2012), a cura di A. Buonopane e S. Braito,
con la collaborazione di C. Girardi, Roma, pp. 417-422.
356
Un0 stampo per anfore e altri stampi per pane di età mediobizantina dal museo di Bursa
Caseau 2014 = B. Caseau, Les marqueurs de pain, objets rituels dans le christianisme antique et byzantin,
in “Revue de l’histoire des religions”, 231, pp. 599-617.
Diamanti 2014 = C. Diamanti, Inscriptions on Byzantine Amphoras, in ΔΑΣΚΑΛΑ ΑΠΟΔΟΣΗ
ΤΙΜΗΣ ΣΤΗΝ ΟΜΟΤΙΜΗ ΚΑΘΗΓΗΤΡΙΑ ΜΑΙΡΗ ΠΑΝΑΓΙΩΤΙΔΗ-ΚΕΣΙΣΟΓΛΟΥ,
a cura di P. Petridis e B. Foskolou, Atene, pp. 121-137.
Diaconu 1969 = P. Diaconu, Rolul cetăţii din insula Păcuiul lui Soare în cadrul situaţiei politice a Dobrogei la sfârşitul secolului X, in “Pontica”, 2, pp. 395-400.
Grünbart 2005 = M. Grünbart, Verbreitung und Funktion byzantinischer Metallstempel, in Siegel
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C. Ludwig, Francoforte sul Meno - Berlino - Berna - Bruxelles - New York - Oxford - Vienna, pp.
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Grünbart 2006 = M. Grünbart, Byzantine Metal Stamps in a North American Private Collection, in
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Grünbart, Lochner-Metaxas 2002 = M. Grünbart, S. Lochner-Metaxas, Stempel(n) in Byzanz, in
Wiener Byzantinistik und Neogräzistik. Beiträge zum Symposion “Vierzig Jahre Institut für Byzantinistik und Neogräzistik der Universität Wien” im Gedenken an Herbert Hunger, Wien 4.-7.
Dezember 2002, Vienna, pp. 177-189.
Günsenın 1989 = N. Günsenın, Recherches sur les amphores byzantines dans les musées turcs, in “Bulletin de correspondance hellénique”, Suppl. 18, Paris, pp. 267-276.
Günsenın 2001 = N. Günsenın, L’epave de Çamaltı Burnu I (Ile de Marmara, Proconnese): résultats des
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Noonan, Kovalev 1997-1998 = T. S. Noonan, R. K. Kovalev, Wine and Oil For All the Rus’! The
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Papanikola-Bakirtze 2002 = D. Papanikola-Bakirtze, Everydays Life in Byzantium, Salonicco.
Parshina 2001 = E. A. Parshina, Stamped Byzantine amphora of X c. A.D. from Lapsi, in Sea Trade in
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“Dumbarton Oaks Byzantine”, Collection, Publications 2,Washington, D.C.
Zelenko 2009 = S. Zelenko, Shipwrecks of the 9th-11th centuries in the Black Sea near Soldaya, in Actas
de VIII Congreso Internacional de Ceramica Medieval, Ciudad Real, I, pp. 235-244.
Riassunto
Si presentano qui quattro stampi metallici conservati nel Museo di Bursa (Turchia): tutti hanno
monogrammi formati da singole lettere. Il primo ha una stretta analogia con gli stampi per anfore di età
mediobizantina, attestati in una vasta area che va da Tessalonica al Mar Nero. Gli altri potrebbero rientrare
nella più vasta categoria dei così detti “stampi per pane” che peraltro potevano certo avere altre funzioni,
per bollare vari prodotti, o semplicemente di carattere fiscale e/o amministrativo.
Parole chiave: Museo di Bursa; Turchia; stampo per anfore; stampi per pane; età mediobizantina.
357
Ergün Lafli, Maurizio Buora
Summary: A possible amphora stamp
in the Museum of Bursa (Turkey)
and other bread stamps of middle
Byzantine
period housed
This paper presents four metal stamps housed in the museum of Bursa (Turkey): all bear monograms
formed by individual letters. The first has a close analogy with the amphora stamps of middle Byzantine
period, attested in a wide area stretching from Thessalonica to the Black Sea. The others could fall under
the broader category of so-called “bread stamps” that could also have some other functions, to stamp
various products or simply for tax and / or administrative purposes.
Keywords: Museum of Bursa; Turkey; amphora stamp; bread stamp; Middle Byzantine period.
Özet: Bursa Müzesi’ndeki Olası Bir Amphora Mührü
Damgaları
ve
Orta Bizans Dönemi’ne Ait Ekmek
Bu kısa makalede Bursa Müzesi’nden dört adet metal mühür tanıtılmaktadır. Bu mühürler harf
kombinasyonlarından oluşturulmuş monogramlardan meydana gelir. Mühürlerden ilkinin Orta Bizans
Dönemi’ne ait amphora baskıları arasında oldukça benzerleri vardır. Bu benzerler Selanik’ten Karadeniz’e
uzanan bir bölgede yayılmaktadırlar. Diğer mühürler “ekmek mührü” olarak sınıflandırılmış olup, bu
mühürler birçok işleve sahip olabilirler. Bu işlevler arasında farklı ürün çeşitlerini mühürlemek ile vergilendirmek ya da idari işlevler söz konusu olabilir.
Anahtar Kelimeler: Bursa Müzesi; amphora mührü; ekmek mührü; Orta Bizans Dönemi.
Ergün Laflı
Dokuz Eylül Üniversitesi, Edebiyat Fakültesi, Arkeoloji Bölümü
Tınaztepe/Kaynaklar Yerleşkesi
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Maurizio Buora
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