Bronson Story - Dsb
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Bronson Story - Dsb
L’ago nel pagliaio! Questa è la storia del furto del mio Bronson CC. Sembrerà una storia quasi incredibile, ma alla fine, si è risolta in modo sorprendente. Tutto inziò il 23 Agosto 2015, in Val di Sole, durante l’evento di coppa del mondo di DH, dove ero a tifare il Syndacate Team. Venivo da tre giorni di sfrenato divertimento in bike a Plan de Conores e Sella Ronda, in compagnia degli amici del FFR. Alla fine delle premiazioni, al ritorno alla mia auto, la brutta sorpresa: la mia Bronson CC e la Nomad C di un amico che era con me, sparite dal mio portabici da gancio posteriore! Forse siamo stati un pò avventati a lasciarle lì, ma avevamo legato le bici con 2 grosse catene, oltre ad avere i pomelli di bloccaggio con chiusura. Di fatto non avevamo trovato parcheggi custoditi come si deve e non avevamo alternative. Un danno enorme. Ci siamo rivolti subito ai Carabinieri in servizio, ma praticamente non ci hanno preso in considerazione, essendo dedicati alla sicurezza dell’evento. Ci disserò di passare il giorno dopo per la denuncia. Con il morale sotto i piedi, rientriamo in Toscana, per fare la denuncia il giorno dopo al comando provinciale di Pistoia. Anche i Carabinieri di Pistoia ci danno pochissime speranze. Si sa come vanno queste cose, le bici sono perse. Effettuiamo denuncia dettagliata da inviare alla procura di Trento. Passano i giorni e subentra la rabbia. Ladri come questi (secondo noi dei professionisti) rovinano le passioni delle persone. In Italia poi vanno a nozze per la complessa burocrazia. Il rischio di finire dentro è tendente a zero. Non mi do per vinto, e comincio a scandagliare tutti i siti di vendita online esteri che conosco. Leggo forum, mi informo. Nella mia testa c’è questo pensiero: “La mia Bronson è molto personalizzata, prima o poi qualcuno la metterà in vendita online”. Ho passato più di un mese, dedicando 1 ora giornaliera del mio tempo alla ricerca della mia bici. Una sera, sobbalzo sul divano e dico a mia moglie: “ Questo è il mio Bronson!” In un annuncio su www.ebay.co.uk, riconosco il telaio per alcuni dettagli, ma sopratutto per un graffio che solo io potevo sapere. Non è tutta la bici, avrebbe dato troppo nell’occhio. Si tratta di telaio compresivo di ammortizzatore , sede sterzo, movimento centrale e reverb. L’annuncio faceva riferimento ad un negozio online in UK. Lo stesso annuncio lo trovo anche su pinkbike.co.uk. Penso a come muovermi, consulto amici e studio una soluzione. Prima cosa, chiamo la polizia postale, che però mi dice di ricontattare il comando dei Carabinieri dove ho fatto denuncia. Mi presento da loro, per fare una integrazione alla denuncia, fornendo tutti i dati del venditore online (che non menziono per la privacy) e dettagli della bici, foto, eccetera. Nuovamente i Carabinieri mi danno pochissime certezze, e mi fanno presente che dipende dal GIP se vuole fare una rogatoria internazione per indagare. Dall’Italia hanno le mani legate. Capisco la situazione e penso, non c’è tempo, devo agire da solo! Con l’aiuto di amici, rintracciamo l’indirizzo del venditore online, tramite la società registrata. Si tratta di una piccola località del Nord-Est dell’Inghilterra, molto vicino alla Scozia. Cerco su internet il distretto di Polizia più vicino e decido di contattarli. Lo stesso giorno, scrivo direttamente al venditore, dicendogli chiaramente che il telaio del Bronson che ha in vendita è rubato, ed ho le prove. Il venditore risponde quasi subito, dicendo che se la cosa fosse confermata avrebbe collaborato, ma rimane sul vago. Non completamente soddisfatto, chiamo personalmente l’ufficio di Polizia, che al contrario della mie aspettative, prende subito in carico la questione e mi assegna un “Crime Number”. Mi contatta un poliziotto Inglese, Micheal Burns (vedi foto) che mi chiede ulteriori dettagli che possono aiutare nel riconoscimento della bici. La sera stessa sera, Micheal va a controllare l’indirizzo del negozio online, ce risulta essere un garage. Dopo un paio di tentativi, riesce a parlare con il venditore, che però spiega che il telaio non è ancora disponibile. Era stato spedito 2 giorni prima dalla Lituania. Iniziano vari scambi di email tra me, la polizia inglese ed il venditore. Avevo da subito messo pressione al venditore dicendo che ero già in contatto con la polizia e avevo già fornito tutti i dati per il riconoscimento, compreso il numero di telaio. La faccio breve, dopo alcuni giorni di attesa, la bici è arrivata al venditore, ed il numero di telaio corrispondeva al mio, peraltro registrato presso DSB. Potete immaginare la mia soddisfazione a questa notizia. Anche se non ho ritrovato la bici completa, ad oggi il telaio è rientrato in Italia tramite corriere. Ho dovuto pagare le spese di spedizione, ma è il minimo che potessi fare. Fortuna o tenacia? Forse entrambe, ma secondo me ho trovato il famoso “Ago in un Pagliaio”. Non so se ritroverò anche i componenti e l’altra Santa dell’amico. Ma non mollo, cercherò di indagare ulteriolmente. Di fatto non ho molti mezzi per farlo, ma internet è un mondo vasto e questa volta è stato fondamentale. Alla fine della storia, vorrei fare i miei onori alla Polizia Inglese, ma sopratutto a Micheal Burns ed Eddie Lincoln. Una efficienza incredibile, soprattutto considerando che si trattava di un furto di una bici di uno straniero. Molto probabilmente è proprio la loro cultura diversa che fa la differenza. Un ringraziamento al venditore online, che ha collaborato. In un primo momento ero dubbioso ma, di fatto, ha fornito i dati del Venditore Lituano alla polizia inglese che a sua volta li ha inoltrati ai Carabinieri italiani. Non so se servirà a qualcosa, ma abbiamo una traccia. Un ringraziamento a DSB, per il supporto che ho richiesto. Sopratutto grazie a Daniela che ho tartassato per avere il documento ufficiale del numero del telaio da mostrare alla polizia inglese. Con questo racconto, vorrei lanciare un messaggio a tutti i bikers che hanno subito un furto, ma non solo. Non lasciamo che queste persone rovinino le nostre passioni. Se vi succede una cosa simile (spero di no) cominiciate a cercare su tutti i siti esteri che potete. Prima o poi queste bici devono finire da qualche parte. Se vi viene proposta una bike ad un prezzo scandaloso, chiedetevi il perchè. Non cerchiamo di risparmiare ed accettare bici presumibilmente rubate. Sono convinto di aver scoperto solo la punta di una organizzazione internazionale di criminali. Ho intenzione di fare un articolo sui giornali locali, fare un pò di eco sui media e varie riviste di MTB. La mia esperienza dimostra quanto abbiamo da imparare da altri Paesi. Smuoviamo l’orgoglio delle forze dell’ordine. Ci sarà qualche Poliziotto e/o Carabiniere che leggerà questa storia. So che non è facile avere a che fare con la burocrazia italiana e che avete le “mani legate”, ma dal vostro interno, ci sarà modo di fare proposte e proporre delle indagini?! Per il momento mi accontento che questo messaggio circoli col passaparola! Ride on!!!! Rossano V.