Una guida di 10 pagine per un voto consapevole e informato

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Una guida di 10 pagine per un voto consapevole e informato
Il Governo
ha proposto una riforma della Costituzione con cui acquista più poteri
sul Parlamento e su tutte le istituzioni dello Stato. Non ha ottenuto
voti sufficienti, e ora tocca a noi votarla.
Con il nostro voto
si accetta o si respinge una proposta che stravolge le regole della
Costituzione, su chi fa e come si fanno le leggi che regolano la vita di
tutti.
Il quesito del referendum
è ingannevole e non affronta i contenuti della proposta di revisione.
Un voto consapevole
La tua scelta sia informata e consapevole dei principi che regolano la
vita comune e di come questi vengano sovvertiti con questa proposta.
il 4 dicembre VOTA NO
IL RISPARMIO È MENO DI UN EURO PER ITALIANO
E LE ALTRE SPESE?
Il taglio del numero dei Senatori vale 49 milioni1: meno di 1 Euro per ogni
italiano.
Ma nella proposta non sono toccati gli altri costi del Senato, un Senato
ridimensionato e che non potrà funzionare: 500 milioni di spreco2.
Si potevano diminuire tutti i Parlamentari. Ma la Camera non ha ridotto il
personale: 965,8 milioni di Euro nel 20163 (costa 20 volte più del risparmio)
Si parla di “taglio dei costi della politica” ma crescono le spese del
Governo: la Segreteria del Governo attuale costa 754 milioni, aumentata del 64%
rispetto al Governo Letta4: 83 volte più del risparmio che si avrebbe stravolgendo la
Costituzione.
Quanto alle altre istituzioni su cui si dice di risparmiare:
le Province sono già state abolite nel 2014
il CNEL: si potrebbe abrogarlo senza stravolgere l’intera Costituzione.
Perché non colpire invece queste perdite o spese pagate da tutti?
Nei disegni il confronto con il risparmio di 1 euro per cittadino.
L’evasione fiscale erode almeno 109 miliardi 5.
La corruzione mangia da 106 a 607 miliardi all’anno di ricchezza del paese.
Le spese militari: il Governo ha stanziato 13 miliardi per l’acquisto di 90
cacciabombardieri da guerra F35, contro la richiesta del Parlamento di dimezzare
il programma.
Il vantato risparmio non è allora propaganda?
1
40milioni di indennità e 9 di spese. Conteggio della Ragioneria di Stato ott. 2014
550 milioni il bilancio del Senato per l’anno finanziario gennaio 2016
3
bilancio di previsione della Camera gennaio 2016
4
OpenPolis, febbraio 2016
5
Relazione della commissione al Ministero economia finanza e guidata dall'ex presidente dell'Istat Enrico Giovannini) ottobre 2016
6
Unimpresa
7
Corte dei Conti 2012, stima riportata nel 2016 da Cantone
2
LA SEPARAZIONE DEI POTERI:
CHI È “IN GIOCO” DECIDE LE REGOLE?
La Costituzione è il regolamento fondamentale con i principi vitali della
nostra Repubblica: libertà, uguaglianza, diritti dei cittadini.
Stabilisce che la sovranità appartiene al popolo. La sovranità è il potere di
decidere le regole del vivere civile, di farle eseguire e di farle rispettare:
Il Parlamento, composto di Camera e Senato, stabilisce le leggi.
Il Governo le applica e le fa eseguire
La Magistratura le fa rispettare.
Ma non affida il potere nelle stesse mani: chi è “in gioco” per governare
non può dettare le regole o scegliere l’arbitro. Il potere di chi governa
deve avere dei limiti.
Con le due nuove riforme della Legge elettorale “Italicum” e della
Costituzione aumenta il potere del Governo sul Parlamento e di un
partito su tutti gli altri.
Il partito in testa alle elezioni, anche se ha pochi voti rispetto al numero
dei cittadini
- riceverà un “premio”, tanto più alto quanto meno voti ha preso
- avrà la maggioranza assoluta in Parlamento e non avrà bisogno di altri partiti
per scegliere e approvare le leggi.
- formerà la maggioranza cui sarà affidato il Governo.
- formerà la maggioranza per votare gli organi di garanzia: il Presidente della
Repubblica e i Giudici della Corte Costituzionale.
Come se la squadra in testa a un campionato scegliesse le regole e
avesse voce per scegliere l’arbitro.
La divisione e la limitazione del potere sono fondamento della
democrazia.
IL BICAMERALISMO:
È DAVVERO IL PROBLEMA?
Con il sistema bicamerale in Italia si sono approvate moltissime leggi:8 il
Parlamento in carica 250, di cui l’80% senza rinvio da una Camera all’altra.
La legge Fornero che ha tagliato le pensioni è stata approvata in 16 giorni,
quella contro la corruzione in 1.546.
I tempi dipendono dall’accordo politico e non dal sistema bicamerale.
Troppe leggi, approvate in fretta, spesso richieste con urgenza, senza un
buon regolamento sul dibattito e le correzioni proposte, votate con un
voto di fiducia e non per i contenuti.
Il Parlamento fa già fin troppe leggi, approvate con voto di fiducia e non
con il consenso.
I veri problemi del Parlamento sono lo squilibrio tra i poteri del Governo
e del Parlamento:
Il moltiplicarsi di Decreti Legge scritti dal Governo,
Il ricorso al voto di fiducia del Parlamento,
Le richieste di urgenza,
I maxi emendamenti,
La necessità di un regolamento sulle garanzie del dibattito e della volontà
di tutti.
Con la Riforma questo squilibrio diventa più grave.
Meglio poche leggi, ma nate dal confronto e condivise.
8
Fonte Camera dei Deputati 1997-2011
1894 leggi in 13 anni, meno della Germania, ma un terzo di più della Francia e tre volte le leggi approvate in Inghilterra.
IL SISTEMA DI BILANCIAMENTO:
NON C’È PARITÀ TRA CHI DECIDE
Attualmente le leggi sono discusse in Parlamento dalla Camera e dal
Senato finché sono approvate da entrambi. Questo serve a garantire una
rilettura, una discussione e un confronto.
Con la revisione della Costituzione
Il Senato non è abolito ma non è più un
contrappeso. Non sarà più eletto dai cittadini.
Sarà formato da Sindaci e Consiglieri Regionali
eletti per un’altra funzione (che acquistano
l’immunità parlamentare che li protegge) e sarà vincolato agli equilibri
partitici del momento.
La Camera tratterà la maggior parte delle questioni che riguardano i
cittadini, ma non sarà composta in modo proporzionale ai voti degli
elettori. Avrà la stessa maggioranza che forma il Governo, e dovrà
rispondere alle urgenze e ai tempi del Governo quando richiesta.
Il Parlamento sarà spesso bloccato: ci sono diverse procedure per
approvare le leggi, in modo non chiaro e con una dozzina di casi diversi.
Questo porterà ritardi, ricorsi, arresti nel fare le leggi. Saranno più brevi
le discussioni, più ridotto il confronto tra posizioni diverse.
Ma il Governo si intromette nel Parlamento: potrà dettare alla Camera i
temi delle leggi, le urgenze, i tempi. Potrà chiedere di approvare leggi
“essenziali all’attuazione del suo programma” entro un termine di tempo
che impedisce la libera discussione.
Ci sarà squilibrio tra un Senato non più eletto, debole e con poche
funzioni, una Camera composta dalla stessa maggioranza di Governo e un
Governo che potrà dettar legge.
Si attua un’invasione del potere esecutivo del Governo.
LA RAPPRESENTANZA MEDIANTE IL VOTO:
UN VOTO VALE PIÙ DI UN ALTRO
Il Senato, uno dei rami del Parlamento, con la riforma della Costituzione
non sarà più eletto dai cittadini. La Camera sarà eletta secondo la legge
elettorale Italicum:
I voti non sono uguali
Se i cittadini esprimono varie posizioni votando liste diverse, e nessuna
raggiunge più del 40% dei voti, si va al ballottaggio. La lista vincente però
ottiene la maggioranza assoluta: 340 seggi su 630 alla Camera. Tutti gli
altri partiti o liste, anche se rappresentano la maggior parte dei cittadini,
si dovranno dividere i seggi rimanenti. Potrà succedere che un voto a un
partito valga tre deputati, un altro voto elegga un deputato o nessuno.
Non scelgo io ma i partiti
Si vota in 100 collegi e in ciascuno i partiti scelgono un capolista, che sarà
il candidato che salirà in Parlamento. Gli elettori potranno segnare anche
due preferenze.
Ma il partito vincente avrà 340 deputati: di questi 100 membri saranno
quelli scelti dal partito nei 100 collegi. Gli altri saranno quelli che
ottengono più voti mediante le preferenze dei votanti.
Ma i capolista si possono presentare in più collegi: il partito sceglierà di
assegnarli a quei collegi dove le preferenze avessero votato candidati
“non allineati”, impedendo il loro ingresso in Parlamento.
Per ogni altra lista è difficile che vengano eletti più di 100 candidati:
saliranno solo quelli scelti dai partiti: altri 290 deputati nominati.
I deputati, per il 60%, saranno nominati dai partiti.
La maggior parte dei votanti non vedrà in Parlamento i propri eletti.
Sia Camera sia Senato vengono occupati dai partiti e dalle loro
correnti.
LE AUTONOMIE:
TERRITORI PIÙ DEBOLI E UN GOVERNO PIÙ FORTE
Le comunità sul territorio che esprimono proposte, conquiste sociali,
tutela del territorio perdono la possibilità di decidere sull’ambiente in cui
vivono. I territori avranno meno potere nei confronti dello Stato:
Sindaci e Consiglieri regionali formeranno il nuovo Senato. Non potranno
occuparsi di entrambi i compiti per cui hanno l’obbligo di presenza. Il
Sindaco di Milano, già sindaco nominato della Città Metropolitana come
potrebbe essere anche Senatore?
E’ confermata l’abolizione della Provincia. A Milano è già trasformata in
Città Metropolitana e i suoi compiti trasferiti in modo ancora non chiaro.
Ma è tolto ai cittadini il diritto di votarne i rappresentanti, mancano i
finanziamenti, molti servizi sono stati cancellati e altri lo saranno.
Alle Regioni sono sottratte molte materie (dall’energia alla prevenzione
della salute, alla scelta di come spendere le risorse) e rimarrà per lo più il
compito di amministrare scelte decise a livello centrale. Anche temi come
la Salute e i livelli minimi di assistenza dipenderanno dal bilancio dello
Stato e dalle scelte del Governo. In caso di interesse nazionale lo Stato
può avocare a sé le decisioni, e sarà sempre più difficile far valere il
proprio parere sull’ambiente in cui si vive.
Il Senato avrà meno compiti politici di orientamento e più di verifica di
funzionamento amministrativo.
Ma l’ultima parola sarà alla Camera e quindi al Governo che ne
costituisce la maggioranza.
Si attua un sistema di poteri al vertice.
LA SOVRANITÀ DEL POPOLO:
MA CHI GLIELO FA FARE?
5 agosto 2011, il Presidente della Banca centrale europea invia una
lettera al Presidente del Consiglio dei Ministri italiano, dettandogli una
analitica agenda politica delle riforme che il Governo ed il Parlamento
italiano dovevano approvare, con i tempi e gli strumenti legislativi da
adottare9.
Dalla privatizzazione dei servizi pubblici locali, alla revisione della
contrattazione salariale collettiva e dei diritti sul lavoro, alla riforma
delle pensioni e al pareggio di bilancio.
28 maggio 2013, JP Morgan, una delle più grandi società finanziarie10,
pubblica le raccomandazioni per i paesi del Sud Europa dal titolo
“Aggiustamenti nell’area euro” 11:
“Riduzione dei costi del lavoro, aumento della flessibilità e della libertà
di licenziare, privatizzazione, deregolamentazione, liberalizzazione dei
settori industriali “protetti” dallo stato.”
Ma, continua, a livello politico c’è un eccesso di democrazia che va
ridimensionato, insito nelle Costituzioni nate dalla cadute del fascismo.
“I sistemi politici e costituzionali del sud [Europa] presentano tipicamente
le seguenti caratteristiche: esecutivi deboli nei confronti dei parlamenti;
governi centrali deboli nei confronti delle regioni; tutele costituzionali dei
diritti dei lavoratori; tecniche di costruzione del consenso fondate sul
clientelismo; e la licenza di protestare se vengono proposte sgradite
modifiche dello status quo.”
Obbediscono ad altri per togliere a noi i nostri diritti?
9
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-09-29/testo-lettera-governo-italiano-091227.shtml?uuid=Aad8ZT8D
considerata anche responsabile in Usa della crisi del 2007
11
www.jpmorganmarkets.com Europe Economic Research 28 May 2013 The Euro area adjustment: about halfway There
10
OLIGARCHIE POLITICHE OLTRE CHE ECONOMICHE:
OLTRE ALLA RICCHEZZA
ANCHE IL POTERE POLITICO NELLE MANI DI POCHI
Negli ultimi anni le leggi dettate dagli istituti finanziari sono state attuate:
la riforma Fornero, il Jobs Act, lo Sblocca Italia, i tagli agli Enti Locali
hanno peggiorato la vita di tante persone. L’obbligo di pareggio di
bilancio nella Costituzione impedisce agli Enti pubblici di investire per
risollevare l’economia e obbliga a diminuire le spese con l’”austerità”:
tagli dei servizi, del lavoro e impoverimento della maggior parte della
popolazione.
Le difficoltà economiche ricadono sui più, e le risorse sono sempre più
concentrate nelle mani di pochi.
Con la revisione della Costituzione anche il potere politico andrebbe
nelle mani di pochi. La sostanza della riforma proposta porta a questo.
Il potere del paese viene affidato a una “oligarchia”:
-
Meno scelta dei cittadini mediante il voto.
Deputati e senatori scelti dai partiti e dalle loro correnti.
Meno discussione e confronto in un Parlamento più debole.
Meno controllo dei territori sulle decisioni centrali.
Più potere del Governo sul Parlamento.
Nomina di un “Capo” di partito che diventa Capo del governo in
caso di vittoria.
- Possibilità di determinare la scelta del Presidente della Repubblica e
dei Giudici della Corte Costituzionale.
- Possibilità di controllo della Rai, delle Partecipate pubbliche, delle
Forze di Polizia, dei Servizi segreti, ecc.
Si trasforma la democrazia in una oligarchia non eletta.
IL CAMBIAMENTO:
VOGLIAMO UN CAMBIAMENTO IN MEGLIO
La Costituzione, scritta da un’Assemblea Costituente eletta suffragio
universale, ha affidato allo Stato il compito di far godere a tutti libertà,
uguaglianza e diritti.
Ne sono nate una scuola pubblica, salute e diritti nel lavoro. Abbiamo
bisogno di buone leggi per vivere bene.
Negli ultimi anni queste grandi conquiste vengono gradualmente
corrose. La legge sul sistema elettorale, detta Italicum, e la revisione
della Costituzione erodono anche il nostro potere politico.
Peggiora la possibilità di avere buone leggi per le vere priorità del paese:
sviluppo economico, sociale e ambientale, lavoro e diritti, futuro per i
giovani, salute e buone pensioni, istruzione, difesa del territorio.
Servono buone politiche non cattive riforme.
La Costituzione dà ai cittadini il potere sovrano di decidere mediante il
voto e di partecipare. Affida alle istituzioni il compito di far godere a tutti
libertà, uguaglianza e diritti. La Costituzione è da applicare. Possiamo
cambiarla in meglio.
Ma rifiutiamo il cambiamento in peggio.
Il 4 dicembre VOTA NO