n.3 settembre - Associazione Mantovana Allevatori

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n.3 settembre - Associazione Mantovana Allevatori
Tr i m e s t ra l e A s s o c i a z i o n e M a n t o v a n a
Allevatori— Anno 10—Numero 3 — Settembre 2014—Poste italiane S.p.a.—Spedizione in abbonamento postale—70% - NE/TN
mantovalleva&produce
Magazine
numero 3 • settembre 2014
Dalla Millenaria all’Expo,
una vetrina sul futuro
Siamo reduci da una Millenaria senza precedenti. Per numero di pubblico, per la qualità dei dibattiti
e il coinvolgimento dei giovani, per la presenza di un ministro delle Politiche agricole fra i più attenti
alle dinamiche del settore degli ultimi anni e di un assessore regionale che ha mostrato in quest’anno e
mezzo di incarico di essere di casa nel mondo agricolo e di lavorare per tutelare il comparto.
Soprattutto, è stata la Millenaria della conferma della formula innovativa volta a rilanciare le mostre
zootecniche, con una partecipazione qualificata di animali, una presenza di allevatori da molte regioni
italiane, una conferma della zootecnia di casa nostra con la vittoria della mostra e i riconoscimenti di
Primo allevatore e Primo espositore. Non sono dettagli, quando a competere c’è molta parte dell’Italia.
Significa che nella nostra provincia si lavora bene e in sinergia fra Associazione mantovana allevatori,
produttori, centri di fecondazione artificiale. Una catena che valorizza il benessere animale, la qualità
delle produzioni, che contribuisce alle grandi produzioni che caratterizzano il Mantovano che alleva
e produce.
Se allarghiamo i nostri orizzonti non possiamo trascurare le rilevanti opportunità di Expo. Il tema è
“Nutrire il pianeta, energia per la vita”. Siamo chiamati a dare risposte su questioni che non sono più
rinviabili. Aumenta la popolazione mondiale a grandi passi, se è vero che non saremo 10 miliardi, ma
11 nel 2050, a sentire gli ultimi report internazionali. Servono maggiori quantità di cibo ed è necessario, a ogni latitudine, che questo sia accessibile e soprattutto sicuro. Sono concetti che chi è cresciuto
nel mondo occidentale dà per scontato, ma che non è così, come possono testimoniare i più anziani di
noi, che hanno ancora nella memoria la seconda guerra mondiale.
2 • Mantovalleva Magazine • www.apa.mn.it
editoriale
L’associazione mantovana allevatori ha alcuni progetti in
mente, perché se parliamo di cultura del cibo, di Made in Italy,
la zootecnia di casa nostra ha un proprio merito oggettivo. Per
produrre bene bisogna allevare altrettanto seriamente, trasformare con maestria, avere cura dei propri animali. E monitorare
la mandria. In questo anche l’Ama ha un ruolo privilegiato,
come gli stessi numeri di una crescita costante dei controlli
funzionali conferma meglio di ogni dichiarazione.
Siamo collocati come sede lungo un’arteria direzionale da
nord a sud che è l’Autostrada del Brennero, sufficientemente
frequentata anche da veicoli provenienti dall’estero. Il nostro
affaccio sull’A22 potrebbe essere utilizzato per raccontare che
cos’è la zootecnia in Italia, la varietà delle sue razze. La biodiversità, per usare una parola che con la nuova Pac è quanto
mai attuale.
Alberto Gandolfi
Presidente Ama
[email protected]
Come abbiamo fatto in passato più volte, apriamo la sede alle delegazioni straniere, per spiegare quali sono le nostre attività e come gestiamo alcuni procedimenti. Per noi operatori sono attività di routine, ma ci rendiamo conto
quando ci confrontiamo all’estero, che i nostri sforzi e le procedure che adottiamo per la salvaguardia alimentare
non sono ordinaria amministrazione per gli altri. E lo dimostra anche il fatto che, se guardiamo le emergenze
sanitarie rilevate in Europa negli ultimi anni, l’Italia non è mai stata coinvolta.
Non ci fermeremo qui. L’Associazione mantovana allevatori, da sempre, è stata un punto di riferimento per i
servizi innovativi messi a disposizione dei soci. Continuiamo a farlo, come nel caso dell’ultimo nato, legato al
controllo dei gasi fluorati nei frigoriferi delle aziende agricole. Se l’obiettivo è la qualità di un prodotto, bisogna
partire dalla qualità della materie prime e passare attraverso la qualità del processo produttivo.
Cerchiamo di dare un’assistenza sempre più completa ai nostri produttori. Motivo per cui apprezziamo gli sforzi
che sta conducendo Fava per ottenere una ripartizione dei fondi più equa a livello nazionale dei fondi de-stinati
alle associazioni degli allevatori per i controlli funzionali. La Lombardia, cuore della zootecnia del Paese, non
può vedersi sfilare i fondi, secondo logiche territoriali che non rispettano la proporzionalità del numero dei capi
presenti.
Nel frattempo noi andremo avanti, come abbiamo sempre fatto. Con un occhio ai mercati, che come sempre costituiscono la variabile maggiore per il nostro futuro.
Alber to Gandolfi
Mantovalleva Magazine • www.apa.mn.it • 3
editore:
Associazione Mantovana Allevatori
Strada Ghisiolo, 57
46030 Tripoli di S. Giorgio (MN)
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Fabian Favalli
Giuseppe Pigozzi
Carlo Rosignoli
Arrigo Nigrelli
Segretaria di Redazione
Marzia Raschi
[email protected]
sommario:
02
Editoriale del presidente
08
Matteo Bernardelli
I polli ornamentali, una bella avventura
11
Giuseppe Pigozzi
Mostra mercato del puledro
14
editoriale Davide Errera
15
editoriale Fabio Piva
16
Matteo Zilocchi
9° National Junior Show
20
Fabian Favalli
Mostra bovina interregionale
26
Matteo Bernardelli
A Davide Errera il premio Innovazione di
Regione Lombardia
28
Progetto Agrimultitasking
32
Carlo Rosignoli e Arrigo Nigrelli
Indagini diagnostiche sulla mortalità in stalla
40
43
Matteo Bernardelli
Cooperazione lattiero casearia,
una risorsa per Mantova
Guido Boselli
Gli impianti frigoriferi sono normati
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I polli ornamentali,
una bella avventura
MATTEO BERNARDELLI
intervista a luca gianesini, uno dei
protagonisti della
fattoria
mantovalleva
“È una passione di famiglia, che ho rilanciato cinque
anni fa e che, se tornassi indietro, rifarei con lo stesso
slancio. Ecco, se devo dirla tutta, magari farei molta
più battaglia per cambiare alcune regole che frenano
il settore, o lo lasciano nel limbo”.
A parlare è un giovane allevatore, Luca Gianesini,
27 anni, che nell’azienda di famiglia a Sarginesco ha
deciso di affiancare all’attività storica del ramo paterno (la zootecnia da latte) l’antica passione del nonno
materno: l’allevamento dei polli ornamentali e degli
animali da cortile.
L’avventura è iniziata cinque anni fa, sui terreni
dell’azienda, 25 ettari coltivati a indirizzo cerealicolo
foraggero. “E così – racconta Luca Gianesini – accanto
agli 80 bovini da latte abbiamo circa 250 polli ornamentali”.
Sono loro che da tre anni a questa parte sono gli alfieri
degli animali da cortile nella Fattoria di Mantovalleva
alla Millenaria di Gonzaga, “una delle molte manifestazioni alle quali partecipiamo. Le mostre scambio rappresentano per noi un momento importante
dell’anno, anche perché ci consente di confrontarci
con altri colleghi e verificare i progressi di genetica,
morfologia e, di quello che è l’aspetto estetico di
un animale. Lavoriamo infatti anche sul colore delle
piume, per dire”.
Che cosa ti ha spinto ad avventurarti in questo settore?
“La passione, la curiosità, il fatto anche che fosse stata
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un’attività di famiglia. Mi piace allevare questi animali
per poi seguirne la vita, la riproduzione, ma anche per
poter creare l’habitat naturale, perché per molte razze
riproduciamo la situazione ideale in cui farle vivere”.
Cioè?
“Se parliamo di fagiani, oche, tacchini, anatre ornamentali, polli ornamentali, dobbiamo fare in modo
che vivano dove sono abituati in natura. Per gli animali acquatici, ad esempio, mettiamo delle casette
sull’acqua o ai piedi dei tronchi degli alberi o, se
sono specie che riescono a volare, le collochiamo a
una determinata altezza. Abbiamo anche simulato
l’habitat della laguna con i canneti. Una soluzione che
ha inoltre risposto alle richieste dell’Asl di creare delle
barriere”.
Che cosa allevi?
“Polli ornamentali, oche, anatre, fagiani ornamentali”.
Che tipo di mercato avete?
“Noi li alleviamo essenzialmente per una preservazione delle razze. Alcune sono infatti autoctone, razze
italiane, altre estere e le alleviamo per la linea genetica che mantengono. Come ho detto, oltre a Gonzaga
facciamo dei campionati di esposizione, dove gli animali sono confrontati per morfologia e attitudine”.
Vendete?
“Certo. Ma i migliori animali li teniamo, perché servono a migliorare le razze. Gli altri capi vengono ceduti
ad altri allevatori per diffondere l’allevamento di bassa
corte. Ci sono specie che non solo esclusivamente
ornamentali, ma anche razze da reddito, perché producono carne o uova”.
Qual è il ritorno economico?
“Un ritorno economico immediato non c’è. È più facile
che ce l’abbia un commerciante che compra e rivende
gli animali. Per chi alleva è già positivo bilanciare le
spese e migliorare la selezione a spese zero, almeno
in questa fase”.
Quali sono i problemi che incontra chi alleva polli
ornamentali?
“Dobbiamo fare i conti con un grande buco legislativo
e sanitario. Le normative variano da regione e regione
e anche da distretto a distretto, all’interno di una stessa regione. Manca, ad esempio, un inquadramento
legisaltivo sanitario per polli ornamentali. Non siamo
in nessuna categoria. Siamo inseriti come polli industriali da carne, ma per noi è improponibile allevare
determinate razze in un capannone, non produciamo
né broiler né galline ovaiole. Mi faccia aggiungere una
cosa, se posso”.
Certo.
“Abbiamo dovuto fare i conti con un doppio giro di
aviaria presunta, più che reale, con la conseguenza
che sono state interdette fiere e manifestazioni, che
per noi sono vitali per sopravvivere. Credo che per
questo ci sia anche qualcuno indagato”.
Quanti sono in Italia gli allevatori di polli ornamentali?
“Ce ne sono moltissimi. È che sono privati, sotto i
250 capi, perché sono amatoriali. I punti più grandi
per numero sono di proprietà dei commercianti, che
acquistano e rivendono”.
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Perchè il suino grufola?
All’interno della FATTORIA di MANTOVALLEVA è stato
data particolare attenzione all’allevamento del suino. In
particolare, vista la recente normativa, al suo benessere.
Le
soluzioni di stabulazione adottate nelle porcilaie
da svezzamento ed ingrasso non sono in grado generalmente di soddisfare le esigenze comportamentali dei
suini e, in particolare non permettono la manifestazione
del comportamento esplorativo. Tale attività esplorativa,
mantiene una forte motivazione anche in allevamento;
mal’ambiente monotono e privo di stimoli delle porcilaie
non garantisce la possibilità d manifestare tale comportamento. Questo rappresenta uno dei maggiori problemi di
benessere animale e l’impossibilità di esprimere il comportamento esplorativo è indicata come la principale causa di
comportamenti anomali e potenzialmente pericolosi nel
suino da svezza,mento e da ingrasso.
I suini sono animali onnivori che in natura vivono e si
spostano in ampi spazi; trascorrono più della metà del
tempo alla ricerca del cibo, con lunghe camminate per
esplorare l’ambiente alternando brevi periodi di riposo.
Hanno sviluppato una strategia alimentare complessa, collegata al comportamento esplorativo, che prevede l’uso
della bocca e del grugno (grufolare, annusare, morsicare
e masticare) .
Esplorare è un bisogno importante ed è un comportamento con un’elevata motivazione e differenti obbiettivi:
• ricerca del cibo
• ricerca di un luogo confortevole per riposare
• raccolta di informazioni sull’ambiente circostante
L’assenza di materiale manipolabile da esplorare, ridurrebbe il grufolamento, impedendo o riducendo una manifestazione comportamentale importantissima nel suino
a vita libera. Un ambiente “povero o assente di
informazioni” sarebbe un tentativo di alterare il
normale comportamento, inducendo frustrazione
e, a volte, comportamenti patologici eterodiretti.
Per ridurre l’incidenza o la gravità dei comportamenti anomali vengono utilizzati, all’interno dei
box, degli arricchimenti ambientali.
Si tratta principalmente di arricchimenti fissati a
catena e sospesi (oggetti di plastica e tronchetti
di legno) sospesi (catene e corde) fissati al muro
(tubo con legno) o liberi a terra.
L’aggiunta di oggetti nei box ha il vantaggio di
poter essere attuato in ogni tipologia di box,
anche in presenza di pavimento fessurato parziale e totale e con sistemi di allontanamento
rapido degli effluenti zootecnici. Generalmente
gli oggetti non vengono utilizzati per grufolare,
ma possono essere morsi e masticati. Quanto più
l’oggetto sarà distruttibile e “manipolabile” dalla
bocca e dal grugno del suino, tanto più costante
nel tempo sarà l’interesse da parte dell’animale.
LA NORMATIVA
DECRETO LEGISLATIVO 7 luglio 2011, n.122 attuazione della direttiva 2008/120/CE che stabilisce le
norme minime per la protezione dei suini Art. 3.5
allegato 4
I suini devono avere accesso permanente a una
quantità sufficiente di materiali che consentano loro
adeguate attività di esplorazione e manipolazione,
quali ad esempio paglia, fieno, legno, segatura,
composti di funghi, torba o un miscuglio di questi,
salvo che il loro uso possa compromettere la salute
e il benessere.
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MOSTRA MERCATO
DEL PULEDRO
giuseppe pigozzi
Partita in via sperimentale quest’anno su iniziativa
dell’AMA, ha avuto luogo il 6 e 7 settembre la prima
Mostra-Mercato del puledro. A far da cornice è stata
la Fiera Millenaria di Gonzaga, un evento che ha, ogni
anno, decine di migliaia di visitatori e che è uno dei più
tradizionali appuntamenti fieristici di inizio autunno
per la zona che va dal Veneto occidentale, all’Emilia e,
ovviamente, alla bassa lombarda orientale. Ad onor del
vero la presenza “zootecnica” nella Millenaria è molto
consolidata con la presenza di una Mostra Bovina
molto nota e che, proprio quest’anno, si è ampliata
ulteriormente divenendo Inter Regionale.
Un contesto, quindi, di ottimo potenziale ai fini delle
chance di entrare in contatto con possibili interessati
anche al cavallo in generale.
Una quindicina circa i soggetti di varie razze presentati
nelle due serate del primo fine settimana dell’edizione
2014 della Fiera. A far bella mostra di sé soggetti
Frisoni, Paint e Quarter. Ma il gruppo di razza più
numeroso è stato quello CAITPR con undici soggetti
iscritti di 7 allevatori diversi. Purtroppo il tempo ristretto di organizzazione non ha permesso di allargare
il numero. Ma i contatti avuti poi con vari allevatori, lasciano pensare che, con un maggior margine di tempo,
si sarebbe potuti arrivare con una certa facilità a una
ventina di capi CAITPR.
Una nuova iniziativa
avviata quest’anno in forma
sperimentale dall’Associazione
Mantovana Allevatori.
Un evento calato in una
manifestazione di grande
tradizione e con presenza di
un pubblico di migliaia di
visitatori. Un’idea con
un potenziale interessante”
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Del resto, nel Nord Italia, se si esclude l’appuntamento di Isola della Scala che, comunque ha una sua focalizzazione ben precisa sul Raduno stalloni e sulle attività con soggetti addestrati, nell’ambiente CAITPR si sente
la mancanza di un appuntamento autunnale diciamo “di portata intermadia” inserito in una manifestazione
fieristica di grande pubblico. “Intermedio” nel senso che vi è poi la Mostra Nazionale in quel di Fieracavalli
che, però, è una vetrina di grande impegno organizzativo cui non tutti possono aderire per motivi di costi e
tempi di lavoro.
L’idea di proporre da subito una vetrina-mercato riservata ai giovani soggetti è ancor più accattivante per gli
allevatori e, come si diceva poco sopra, conferisce a Gonzaga un potenziale interessante.
Sotto il profilo organizzativo, già buona questa prima esperienza, ma dai colleghi di una delle Associazioni
Provinciali più grandi d’Italia non ci si poteva aspettare niente di meno che un’elevata capacità organizzativa.
Si può definire questa prima edizione come un esperimento, ma che sembra poter far da trampolino a qualcosa di più organico già dall’anno prossimo. Il consenso degli allevatori CAITPR già alla proposta di quest’anno
o, comunque, all’idea generale di questa nuova iniziativa, è già di per sé un fattore positivo in vista del 2015
e di una crescita futura dell’evento che potrebbe arricchirsi non solo di soggetti in mostra-mercato, ma anche
della presentazione di equipaggi di attacchi e di soggetti addestrati.
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editoriale
Davide Errera
Presidente CO.M.AL.
La sfida del latte verso il libero mercato
Il fantastico mondo della zootecnia è in crisi di redditività, migrata progressivamente, negli anni,
verso altri anelli della filiera. Vale per la suinicoltura, vale per il comparto lattiero caseario. I margini
di guadagno ci sono, solo che non restano più nelle tasche di chi alleva e nemmeno, se guardiamo la
filiera della carne suina, ai trasformatori.
Ci auguriamo che si inverta la rotta e si riesca a rianimare i due settori.
Mi concentro, per deformazione professionale, sul latte. Ci avviciniamo a un cambiamento epocale: la
fine del regime delle quote, a partire dal prossimo aprile. È ormai evidente che la Germania, la Francia
e i Paesi del Nord Europa hanno deciso il proprio futuro, aumentando le produzioni, implementando
il numero di capi e potenziando le cooperative e le op, in modo da assicurarsi una copertura anche in
fase di commercializzazione.
La nostra preoccupazione è che l’Italia si trasformi in una vittima sacrificale, per due motivi: è il
Paese dove il latte trova una maggiore retribuzione e, soprattutto, è deficitaria sul fronte produttivo.
In pratica, diventa lo sbocco naturale per un fiume di latte estero che andrebbe ad annegare il mercato
italiano. Le conseguenze, abbiamo visto, è un effetto ribassista anche dei listini delle Dop.
Il trend si può contrastare con misure coordinate, dal ritiro delle forme per gli aiuti agli indigenti a
una politica di educazione alimentare come “Latte nelle scuole”, entrambe sostenute a livello comunitario.
L’idea del polverizzatore, lanciata dall’assessore all’Agricoltura della Lombardia, Gianni Fava, è
condivisibile. Ma a condizione che venga alimentato costantemente, sia per la produzione di latte che
di siero; servirà anche una forte iniziativa ad esplorare nuovi mercato dove destinare il prodotto, come
l’Asia e l’Africa, che pure dovranno offrire adeguate garanzie di solvibilità. La Cina sta rallentando
le importazioni, non tanto perché il fabbisogno di latte sia diminuito, ma per il fatto che Pechino ha
adottato una politica di crescita interna della zootecnia, con nuove stalle di dimensioni imponenti.
Come presidente di Comal vorrei esprimere la mia soddisfazione per il servizio di lotta alla piralide
attraverso il drone, che ha ottenuto un riscontro positivo nel primo anno di attività. L’andamento
stagionale ci ha aiutato, ma l’interesse dei colleghi allevatori è stato elevato.
Davide Errera
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editoriale
Fabio Piva
Presidente sezione frisona
AMA
La Millenaria dei record
Alla vigilia della Millenaria di Gonzaga sembrava impossibile migliorare il record di presenze nel
ring e di coinvolgimento di colleghi e di pubblico. E questo perché nel 2013 avevamo accelerato molto,
cambiando impronta alla manifestazione e aprendo ai centri di fecondazione artificiale impegnati
nelle prove di progenie, a molte Apa d’Italia, invitando i produttori a portare le vacche in fiera.
Fu un successo lo scorso anno, con allevatori provenienti da tutto il Nord zootecnico. Possiamo ora
affermare con orgoglio che quest’anno siamo riusciti a fare meglio e che siamo andati oltre le aspettative. Abbiamo registrato la presenza di animali da molte parti d’Italia, dal Centro e dal Sud, rilanciando ulteriormente una manifestazione che ha una forte storia per il nostro territorio ed esercita
una grande attrattiva anche per le famiglie.
Abbiamo potuto confrontarci fra allevatori, tecnici, addetti ai lavori. Abbiamo potuto constatare che
ogni anno siamo sempre un po’ più avanti, grazie alla passione, alla competenza e agli investimenti
che tutti noi facciamo. Sono sacrifici, certo, ma l’allevamento è l’attività in cui crediamo.
Desidero ringraziare Comal, perché anche quest’anno ha assicurato l’ospitalità e l’assistenza a un
nutrito gruppo di animale, contribuendo alla migliore riuscita della manifestazione. E un ringraziamento anche alla Fiera Millenaria di Gonzaga e all’Associazione mantovana allevatori, perché sono
da sempre al servizio di un sistema produttivo particolare, che necessita assistenza costante (e qui ci
pensa l’Ama) e picchi di attenzione durante le mostre zootecniche (Millenaria e Bovimac).
Meritati complimenti per la vittoria come Primo allevatore alla famiglia Zilocchi, allevatori mantovani con una lunga tradizione alle spalle. E complimenti anche a Davide Errera, che ha vinto con la
campionessa assoluta. Elementi che ci rendono orgogliosi perché dimostriamo di essere un territorio
che investe e che lavora con obiettivi precisi. Con uno scatto possiamo affermare che la Millenaria di
Gonzaga è diventata la seconda rassegna per importanza dopo la mostra nazionale di Cremona.
Fabio Piva
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9° NATIONAL JUNIOR SHOW, LA PRIMA VOLTA A
Dopo che le ultime due edizioni del National Junior
Show si erano tenute in concomitanza dell’Open di
Cremona, in sede Agafi abbiamo deciso di tornare a
dare un ruolo da protagonista alla competizione più
importante a livello nazionale dedicata ai giovani
allevatori. Quale luogo poteva essere più opportuno
se non Gonzaga? La ricetta che abbiamo studiato
era perfetta: una mostra di alto livello con solo figlie
della selezione italiana, la sicurezza negli aspetti
organizzativi dell’Associazione Mantovana Allevatori,
l’attenzione mediatica e il numeroso pubblico che
da sempre fa da cornice alla Fiera Millenaria, ma
soprattutto la possibilità per i vincitori del National
di far parte del Team Italy all’Open Junior Show di
Cremona.
In questa edizione hanno partecipato rappresentanti
16 • Mantovalleva Magazine • www.apa.mn.it
dei seguenti Dairy Club: Bergamo, Cuneo, Mantova,
Milano-Lodi, Parma, Puglia, Reggio Emilia e Torino.
In totale hanno sfilato 32 vitelle iscritte allo Junior
Show, che sono state valutate insieme alle loro pari
categoria da Primo Betti giudice ufficiale della Mostra
Interregionale della Genetica Italiana. Le competizioni
quali tosatura e conduzione dello Junior Show sono
state giudicate da Enrico Dadati, coadiuvato negli
aspetti tecnici da Elio Noci e Luigi Manfredini. Corrado
Zilocchi si è invece occupato di stilare la graduatoria
ufficiale durante la gara di giudizio tra Dairy Club,
rispondendo anche alle domande e alle curiosità dei
ragazzi presenti. La prima gara è stata la tosatura nella
serata di mercoledì 10 settembre, finita la preparazione
delle vitelle il giudice Dadati ha osservato il risultato
finale all’interno del ring e dopo essersi consultato
una mostra
di alto livello
con solo le figlie
della selezione
Italiana
In questa edizione
hanno partecipato
rappresentanti dei
seguenti Dairy Club:
Bergamo, Cuneo,
Mantova, MilanoLodi, Parma, Puglia,
Reggio Emilia e
Torino”
A GONZAGA
Matteo zilocchi
coordinatore nazionale Agafi
con i suoi assistenti ha proclamato i vincitori per le
categorie junior e senior (tab. 1).
Tosatura National Junior
1°
Erica Beltramino
Torino
2°
Giacomo Omati
Parma
3°
Davide Bertoletti
Parma
Tosatura National Senior
1°
Michele Mozzi
Parma
2°
Elisa Golzio
Torino
3°
Stefania Ferri
Bergamo
Tab.1 Podio tosatura National Junior Show categoria junior e senior
Davvero ottimo il livello tecnico dei primi classificati
di entrambe le categorie, ma nei senior si è accesa
subito la sfida tra i due ragazzi più esperti che
godevano del favore dei pronostici, ovvero Michele
Mozzi ed Elisa Golzio, con il primo che ha prevalso
per una minima differenza sulla rifinitura della linea
dorsale.
La mattina di giovedì i ragazzi sono stati impegnati
nella gara di giudizio, dove hanno valutato una
categoria di 4 primipare. Nel giudizio non è solo
importante fare la stessa graduatoria del giudice,
ma altresì importante è la motivazione delle scelte
effettuate. Il mix vincente è stato realizzato dal junior
Davide Ferro (Dairy Club Mantova) e dal senior Nicola
Fusillo (Dairy Club Puglia). Nel pomeriggio abbiamo
dato spazio alla gara dei quiz, domande a risposta
Mantovalleva Magazine • www.apa.mn.it • 17
multipla inerenti aspetti di genetica e management
dell’allevamento. In questa competizione non viene
fatta distinzione di età e il miglior punteggio l’ha
raggiunto il neo-senior Giacomo Negro del Dairy Club
Mantova.
Alla sera, di fronte ad un numeroso pubblico, si è
svolta la gara di conduzione aperta da una sfilata
non competitiva di giovanissimi under-12.
Lo
showmanship è l’atto che conclude la preparazione
della vitella e mai un risultato fine a sé stesso, bensì
dimostra la capacità del portatore di presentare il
proprio animale sempre nel miglior modo alla vista
del giudice. È sicuramente la gara più sentita e che
gode di maggiore partecipazione, anche perché
diversi ragazzi si specializzano solo nella conduzione.
Sia negli junior che nei senior abbiamo assistito a gare
molto avvincenti, con i primi 4-5 concorrenti che per
esperienza e talento hanno dimostrato una sicurezza
e un feeling col ring decisamente da professionisti.
Il giudice Dadati ha sottolineato come tra i primi
classificati (tab.2) non ci siano grandi differenze, ma
a parità di bravura con la vitella ha prevalso anche
l’attenzione e la prontezza dedicata alle indicazioni
del giudice.
Tosatura National Junior
1°
Davide Bertoletti
Parma
2°
Erica Beltramino
Torino
3°
Maria Sole Oppici Parma
Tosatura National Senior
1°
Elisa Golzio
Torino
2°
Michele Mozzi
Parma
3°
Domenico Netti
Puglia
Tab. 2 Podio conduzione National Junior Show categoria junior e senior
18 • Mantovalleva Magazine • www.apa.mn.it
Il 9° National Junior Show si è concluso il venerdì
pomeriggio con la valutazione delle vitelle che hanno
partecipato all’interno delle categorie della Mostra
Interregionale della Genetica Italiana giudicata da
Primo Betti. Vitelle di assoluto valore morfologico se
pensiamo che la campionessa della 9-12 mesi – Bel
Dreams Ungara presentata da Erica Beltramino – è la
campionessa assoluta dello Junior Show e anche la
riserva nella finale manze e giovenche della Mostra
Interregionale. Ottimi risultati anche per la riserva
dello Junior Show – Mascalese Jessy di Giacomo Negro
– che è anche campionessa della categoria 9-12 mesi
bis. Infine, la menzione d’onore - Cavitella Mincio Bindi
di Michele Mozzi – è anche arrivata seconda nella sua
categoria proprio dietro a Bel Dreams Ungara.
Venendo ai riconoscimenti finali, il premio come
miglior gruppo sulla posta è andato al Dairy Club di
Parma che grazie anche ai punteggi individuali dei
propri rappresentanti si è classificato come miglior
Dairy Club del 9° National Junior Show, aggiudicandosi
il Trofeo Dott. Romualdo Tartara che verrà consegnato
in occasione della Mostra Nazionale a Cremona. Per
il premio più atteso, quello che identifica il “Miglior
Giovane”, è stata una volata ciclistica conclusa con
una vittoria al fotofinish dove ha prevalso Michele Mozzi del Dairy Club Parma per mezzo punto su Elisa Golzio
del Dairy Club Torino. Ciò fa ben sperare per il prossimo Open Junior Show di Cremona, dove avremo una
coppia senior di prima categoria ed entrambi con esperienza in competizioni internazionali alle spalle. Loro
riserva nel Team Italy sarà invece Domenico Netti (terzo nei senior e sesto assoluto nella graduatoria finale). Tra
gli junior sarà la prima volta nel Team Italy per Erica Beltramino (prima tra gli junior e terza assoluta) e Davide
Bertoletti (secondo tra gli junior e quarto assoluto), loro riserva invece Giacomo Omati (terzo tra gli junior
e quinto assoluto). Congratulazioni ai vincitori per l’importante traguardo raggiunto e un augurio affinché
possano far volare alto il tricolore italiano durante il prossimo Open Junior Show di Cremona. Un particolare
ringraziamento agli allevatori che hanno messo a disposizione le vitelle, all’Apa di Mantova, all’Anafi, a Piercarlo
Ferrero e Davide Pellegrini collaboratori insostituibili nel seguire l’attività giovanile.
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Mostra bovina interregionale
della selezione
genetica italiana
La quarta edizione della mostra interregionale della
genetica italiana passerà agli annali come la fiera
delle riconferme.
Stiamo infatti parlando di un evento complesso,
formato da più appuntamenti, capace di catalizzare l’attenzione sul comparto zootecnico mantova-
la quarta edizione
della mostra interregionale
passera’ agli annali
come la fiera
delle riconferme
20 • Mantovalleva Magazine • www.apa.mn.it
no, lungo tutta la seconda settimana della Fiera
Millenaria di Gonzaga.
Quello che era un’idea coraggiosa si è tramutata, grazie all’enorme impegno profuso dalla nostra
Associazione, in una realtà solida ed ammirata.
Non a caso molti, sia tra gli espositori che tra i visitatori, parlano ormai di una fiera di caratura nazionale
e troviamo difficile dargli torto.
Gonzaga è l’unica mostra bovina riservata alla genetica italiana ed a completamento di questa peculiarità,
nell’edizione 2014, si sono svolti alcuni eventi molto
importanti per l’attività di selezione.
Hanno trovato spazio, nelle giornate di martedì e
mercoledì, la scuola di giudizio per aspiranti giudici,
che ha visto alla prova circa 25 candidati, nonché il
consueto e periodico incontro di aggiornamento dei
giudici in attività, collocato stabilmente nella giornata di sabato.
FABIAN FAVALLI
Non vogliamo dimenticare (ed in questo caso si tratta
di una novità assoluta) la nona edizione del National
Junior Show, trasferitasi a Gonzaga per lasciare la
vetrina di Cremona all’Open Junior internazionale, nel
quale si sono cimentati ben 35 ragazzi, variamente
distribuiti lungo tutti i Dairy Club della penisola.
Quello che vorremmo sottolineare i numeri di questa
edizione, sicuramente ragguardevoli.
Quasi 150 i capi presentati da 56 allevatori, a rappresentanza di 16 provincie e ben 7 regioni, con la
straordinaria (vista la distanza) presenza di soggetti
provenienti sia dalla Puglia che dalla Sardegna.
Piacevole ed ulteriore riconferma la co-gestione di
alcuni soggetti provenienti da aziende neofite degli
show, organizzata da Comal, del quale riferiamo a
parte.
In ultima analisi, la riuscita di questa fiera si deve ovviamente ad un gruppo di allevatori motivato e desideroso di partecipare, ma non va dimenticata l’opera
incisiva e minuziosa dell’Associazione Mantovana
Allevatori, prodigatasi in maniera straordinaria sia in
fase organizzativa che in fase esecutiva.
Merito, come più e più volte rimarcato, di una struttura efficiente ma soprattutto di persone piene di
capacità e voglia di fare.
Primo Allevatore e primo Espositore:
Azienda Zilocchi - Pegognaga
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“comal show team: atto
Atto secondo”
l’evento ha
coinvolto allevatori di
5 regioni e 7 provincie
Repetita iuvant, dicevano gli antichi romani.
E non si può dire che avessero torto, rifare le cose
aiuta a farle meglio.
Se il 2013 era stato l’anno di esordio della gestione
Comal negli animali in fiera, l’anno successivo ha richiesto uno sforzo maggiore, almeno nel tentativo di
eguagliare l’ottima impressione destata.
Sforzo concretizzatosi in una ricerca che ha coinvolto
ben 5 regioni (Lombardia, Emilia, Veneto, Trentino e
Sardegna) con 7 provincie (Mantova, Brescia, Lodi,
Verona, Trento, Modena ed Oristano), riscuotendo la
piena approvazione degli allevatori visitati.
La peculiarità, come già l’anno scorso, di coinvolgere
sia allevatori conosciuti ma, soprattutto, aziende che
mai forse si sarebbero avvicinate al circuito delle fiere,
forse intimoriti da un impegno che sembra colossale.
Doveroso ringraziarli uno ad uno, per la fiducia accordataci:
Mantova: Angeli (Quistello), Baraldi (Gonzaga), Belletti
(San Martino), Corniani (Gonzaga), Donà (Gonzaga),
Galvani (San Giovanni D.), Gobbi (Virgilio), Guandalini
(Marcaria), Nicoletti (Viadana), Novellini (Marcaria),
Tirelli (Suzzara) e Venturini (Castel d’ario);
Brescia: Cominardi (Ghedi), Lazzari (Dello), Oneda
(Leno) e Zani (Ghedi);
Lodi: Fusari (Castiglione d’Adda);
Verona: Stanghellini (Valeggio S/M);
Trento: Battisti (Cavareno);
Modena: Bergamini (San Felice S/P) e Dotti (San
Possidonio);
Oristano: Balliana (Arborea).
Chiaro che, comunque la si voglia guardare, la fiera
resta un evento competitivo ed allora non resta che
dare conto dei risultati raggiunti.
Con 27 soggetti entrati nel ring, Comal ottiene una
campionessa di categoria, 2 migliori mammelle e 6 tra
miglior PFT o kilogrammi di proteine prodotti.
22 • Mantovalleva Magazine • www.apa.mn.it
Ma anche 2 secondi posti oltre a 3 terzi, 3 quarti e 3
quinti che equivale a dire che quasi un soggetto su due
si è guadagnato posizioni di tutto rispetto.
In ultimo i doverosi ringraziamenti.
In primis alle presidenze ed ai consigli di AMA e Comal,
per il supporto totale a queste iniziative, al quale và
aggiunta la preziosa collaborazione tecnica del direttore, Dott. Caleffi.
Non vogliamo dimenticare i “quattro” moschettieri
che hanno accudito, lavato, munto, alimentato ed
educato le nostre ospiti, e sono Barbara Campana,
Chiara Gritti, Lorenzo Peretti e Stefano Saccomandi.
A ruota ci sono i preziosi ragazzi dell’Itas di Treviglio,
purtroppo in questa edizione “orfani” del loro mentore Ezio Avogadro, che hanno accudito con passione
ed abnegazione gli animali in fiera.
Parallelamente a loro tutti i controllori ed il personale
AMA e Comal, che si sono prodigati sia a Tripoli che a
Gonzaga nel trasporto e nella gestione degli animali.
Fondamentale anche l’apporto dei medici veterinari
Dottori Allodi e Cimmieri nonché del maniscalco
Dottor Cornacchia.
E poi Stefano, Fabian e Nicola.... ed è già Gonzaga
2015!!!
“commento tecnico alla mostra”
LE CATEGORIE
Vitelle 6-9 mesi. Sono ben 31 le vitelle presenti, per
cui si decide di dividere la categoria in due parti. E’
un bel colpo d’occhio vedere il ring pieno di ottime
promesse condotte da altrettanti giovani attenti ed
appassionati. Il giudice evidenzia subito Cavitella Judo
Jade ET di Mozzi Carlo di Parma; seguono tre figlie di
Golden Dreams, fra le quali si infila al quarto posto una
Allemar x Parocas, provenienti da Torino e Mantova.
Vitelle 6-9 mesi bis. Mascalese inizia la sua eccezionale
performance: complessivamente il suo bottino fra gli
animali giovani sarà composto da ben quattro campionesse di categoria. Piniere Farm Masc. Uvabella
ET impressiona per caratteri lattiferi e distinzione ed
è più pulita nello scheletro di Pradazzo Zangola, la
bella red presentata da Donini di Cremona.Precede
due figlie di Mascalese con prefisso Castelgolaso
di Parma, entrambe molto forti sul tronco. Quinta
Fantasy Valeriaz, un’altra Mascalese x Ralstorm di
Oitana di Torino.
Manze 9-12 mesi. Sono ancora molti i soggetti in questa categoria, per la precisione 27, per cui si decide di
procedere come per la precedente. È Golden Dreams
a salire in cattedra con un soggetto molto interessante sotto tutti i punti di vista. Bel Ereams Ungara
vince agevolmente la categoria, seguita da Cavitella
Mincio Bindy che risulta più forte della mantovana
Zial Sparkling Impast, a sua volta con maggior pulizia
scheletrica e distinzione di Al-Galv Mascalzona.
Manze 9-12 mesi bis. Mascalese Jessy, presentata da
Negro, è un soggetto completo: statura, proporzioni,
correttezza, impostazione degli arti. Supera Carifarm
Golden Dreams Brasili di Casalis di Torino, più potente
di Strale Artes Megan della Soc. Agr. Strale di Mantova.
Seguono ancora due ottime figlie di Mascalese, una
presentata dall’esordiente Gemetto di Mantova e
l’altra da Oitana di Torino.
Manze 12-15 mesi. Quattordici soggetti compongono
questa categoria, nella quale i primi due staccano sugli
altri per maggior completezza: si impone la bresciana
Ciolifarm Mascalese Pace, che precede per un maggior
sviluppo Chizzola Berry Casual dell’allevamento Bollati
di Piacenza. Seguono Zani Mascalese Volee, che è più
corretta di Zial Mascalese Immagine.
Manze 15-18 mesi. Cavitella Mascalese Carol supera
le due mantovane C.M.E. Glauco Elly, che presenta
una impostazione degli arti migliore di Zial Mascalese
Icona.
Giovenche 18-22 mesi. E’ una categoria interessante,
dove, nonostante la giovane età, troviamo nomi già
sentiti in più occasioni. A formare la coppia di testa
sono due mantovane: C.M.E. Mascalese Jenny è più
alta, ha maggior lunghezza nel tronco e nel collo e
maggior pulizia negli arti di Zial Garcia Guy, estremamente corretta e proporzionata. Fantasy Urtica è
un’altra interessante figlia di Mascalese presentata da
Oitana che risulta più corretta nel treno posteriore di
Strale Glauco Becky di Mantova, più in forma di Artes
GR Birbona di Reggio Emilia, la menzione d’onore dello
scorso anno.
Giovenche 22-26 mesi. Solo un soggetto presente in
questa categoria, che ha sfilato in quella precedente:
GhiniGoldsun Ferma si aggiudica così la classe priva di
contendenti.
Finale Manze e Giovenche. Primo Betti indica come
campionessa C.M.E. Mascalese Jenny dell’allevamento
Errera di Mantova, la manza più adulta e sviluppata
della fila e poi va a scegliere fra le più giovani come
riserva Bel Ereams Ungara (Beltramino - Torino) e
come menzione Cavitella Judo Jade ET (Mozzi - Parma).
Vacche di 2 anni Junior. Nove primipare sfilano nel
ring e Zial Zelgadis Glaxia si presenta come la più
corretta, equilibrata e dotata dei migliori arti della
classe. La segue Albos Caterina presentata da Donini di
Cremona, che ha più stile ed è meglio rifinita di Pi-Val
Zecchina,presentata da Piva di Mantova che si aggiudica il titolo di miglior mammella di categoria.Albos
Dora sempre di Donini è quarta davanti a Carifarm
Tom Terra di Casalis di Torino.
Vacche di 2 anni Senior. Quindici le primipare che
si affrontano in questa categoria e la spunta All.
NureGoldsun Annetta presentata da AL.BE.RO. di
Piacenza, per una miglior impostazione degli arti posteriori ed un miglior apparato mammario.
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Precede All. Fusari Lauren, una figlia di Golden Dreams
di Lodiche supera a sua volta, per una maggior distinzione in testa e collo ed una miglior dimensione
dei capezzoli,Zial Artes Ghiara ET, più aperta e potente
di Lady Farm Kasimira (Goldsun) di Barco di Padova e
di Grasselli Ralstorm Ungheria di Reggio Emilia.
Vacche di 3 anni Junior. AffQuasimoLindsey presentata da Faccin di Reggio Emilia si aggiudica il primo posto
e la miglior mammella di categoria. Fantasy Sospiria è
una Golden Dreams di Oitana che si piazza seconda,
fresca di vittoria in categoria a Saluzzo, seguita dalla
correttissima Galiverta Berry Rutha di Moschini di
Piacenza. Al quarto posto Vanessa Golden Dreams
Evita che ha attraversato il mare per poter partecipare
(presentata da Balliana di Oristano) più espressiva nei
caretteri da latte di Dotti Regale (BB King) di Modena.
Vacche di 3 anni Senior. GDream GR Cometa è
una vacca nera che impressiona per la distinzione e
l’apparato mammario forte in tutte le sue parti mentre Chizzola Dreams Persia domina dall’alto della sua
imponenza ed impressiona guardandola da dietro per
l’eccezionale altezza e larghezza dell’attacco posteriore della mammella.la scelta cade sulla prima in linea
con le scelte compiute fino ad ora. Lady Farm Helen
(Teatro x Rincored) di Barco di Padova (miglior mammella vacche giovani lo scorso anno) precede Fibrax
Forte di Donà di Mantova, più forte sui lombi di Baldo
Zelena, un’altra Golden Dreams presentata da Lazzari
di Brescia.
Miglior Mammella e Finale Vacche Giovani. Il giudice Primo Betti sceglie come miglior mammella
GDream GR Cometa di Simonazzi, Landini e Granata
di Reggio Emilia e la proclama anche campionessa
vacche giovani, mentre fra gli applausi del pubblico
va ad indicare come riserva All. NureGoldsun Annetta
(AL.BE.RO. - Piacenza) e come menzione d’onore
AffQuasimoLindsey (Faccin - Reggio Emilia).
Vacche di 4 anni. Solo due soggetti presenti ma che
soggetti! L’allevamento Errera di Mantova presenta
C.M.E. Happy Jenny in splendida forma (campionessa
riserva lo scorso anno) e supera, anche per un miglior
apparato mammario, Carifarm Carry Roxie di Casalis
di Torino.
Vacche di 5 anni. Ralphstorm (Ralstorm x Toldo) di
Guandalini di Mantova (campionessa nella categoria
precedente anche lo scorso anno) risulta la miglior
mammella, più corretta sugli arti posteriori e più
femminile di Albe Dulcamara Clitennestra di Bergamini
di Modena,meglio sulla linea dorsale e con un apparato mammario più alto di Zial Yoriko Drupa. Quarta
posizione per AquaFrosen Lea di Quartaroli di Reggio
Emilia, più corretta sul treno posteriore di Bondeno
Dace di Baraldi di Mantova.
Vacche di 6 anni ed oltre. Sette soggetti si sottopongono al giudizio prima di arrivare alle finali. E’ una
categoria che vede un testa a testa fra due allevamenti
reggiani quasi adiacenti. La spunta Mozza presentata da Simonazzi, Landini e Granata, mentre Aff. Iron
Pivetta, meno competitiva sugli arti, è presentata da
Faccin. Le segue tre soggetti presentati da altrettanti
allevamenti mantovani: Bondeno Cerry, una Berryhill
di Baraldi, che è decretata miglior mammella di categoria, quindi Del Santo Iovine presentata da Zilocchi
e Villa Curta Tempting Maffy presentata da Piva.
Miglior Mammella e Finale Vacche Adulte. Il giudice si
dirige sicuro verso C.M.E. Happy Jenny, sia per decretare la miglior mammella che per assegnare il titolo di
campionessa vacche adulte. La sua riserva in categoria, Carifarm Carry Roxie è anche riserva delle adulte,
mentre la menzione d’onore tocca a Mozza, la fresca
vincitrice della 6 anni.
Finale. L’atmosfera è gradevole con le tribune ed il
bordo ring affollati. La musica scandisce il ritmo degli
applausi, e dopo quasi sette ore il giudice Primo Betti
si accinge a proclamare la regina della selezione genetica italiana 2014. Senza alcuna incertezza batte sulla
groppa di C.M.E. Happy Jenny, poi GDream GR Cometa
ed infine All. NureGoldsun Annetta. Il titolo di Miglior
Allevatore ed Espositore resta a Mantova, all’Az. Agr.
Bertoletta di Zilocchi. Applausi scroscianti dedicati
a tutti i 56 allevatori che ancora una volta hanno il
merito di aver fatto grande la mostra della Genetica
Italiana. Come da tradizione la mostra si conclude con
la classica risottata e con l’augurio di ritrovarsi tutti qui
insieme anche il prossimo anno.
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matteo bernardelli
A Davide Errera il Premio Innova
Il riconoscimento organizzato in collaborazione con la Millenaria e Telemantova è
andato anche a Derek Boscaini di Mariana
Mantovana (lumache), Franco Accorsi
di Poggio Rusco (vino e farro biologico),
agriturismo Corte Nigella di Felonica Po
(museo delle erbe aromatiche, agriturismo
e maneggio), azienda agricola Cattani di
Cavriana (vino e partnership internazionali)”
26 • Mantovalleva Magazine • www.apa.mn.it
Il vicepresidente dell’Associazione mantovana allevatori, Davide Errera, è fra i cinque vincitori della seconda edizione del Premio Innovazione, organizzato
da Regione Lombardia insieme con la Fiera Millenaria
di Gonzaga e Telemantova.
Davide Errera, recentemente nominato presidente di
Comal, la Cooperativa mantovana degli allevatori che
di fatto è il braccio commerciale dell’Ama, è allevatore
per tradizione di famiglia.
Ma per lui servono poche parole su questa rivista. È
ampiamente conosciuto e stimato, ben oltre i confini
della provincia, tenuto conto dei numerosi premi alle
gare zootecniche che ha conquistato in molti anni di
attività e passione per i confronti sul ring. E non ci
riferiamo a quelli boxistici.
Nella storica Corte Murata di San Cataldo (64 ettari), a
pochi chilometri da Mantova, Davide Errera, 45 anni,
alleva circa 300 capi di razza Holstein.
Fin dagli anni Cinquanta, la famiglia Errera ha importato animali dal Nord America per sostituire con animali
più performanti le frisone olandesi.
«Oggi utilizzo la genomica come nuova frontiera per il
miglioramento della morfologia e degli indici di produttività, funzionalità e tipo – specifica Errera, che è presidente di Comal e vicepresidente dell’Associazione
mantovana allevatori – e intendo continuare a inve-
nnovazione di Regione Lombardia
stire nella genetica, per innalzare costantemente la
qualità del latte, destinato alla Latteria Po per la
produzione di Grana Padano». Sul versante della
genetica, l’azienda pratica «embrio-transfert e ovum
pick-up» per le fecondazioni.
Sempre sul fronte dell’ammodernamento, grazie
alla misura 121 del Psr ha recentemente dotato
l’azienda di un sistema di gestione computerizzata
dell’allevamento per il rilevamento dei calori, della
conducibilità del latte e del benessere animale, oltre a
un impianto per il solare termico. Fra le ultime vittorie
alle mostre zootecniche internazionali, nel 2013 Errera
ha ottenuto il titolo di campionessa assoluta alla Fiera
di Cremona e la campionessa delle vacche giovani al
confronto europeo di Friburgo; nel 2010 e nel 2012 ha
vinto l’Open Holsietin Show alla Fieragricola di Verona.
Le altre aziende che hanno conseguito il Premio
Innovazione sono: Derek Boscaini di Mariana
Mantovana (lumache), Franco Accorsi di Poggio Rusco
(vino e farro biologico), agriturismo Corte Nigella di
Felonica Po (museo delle erbe aromatiche, agriturismo e maneggio), azienda agricola Cattani di Cavriana
(vino e partnership internazionali).
«La Lombardia crede molto nell’innovazione come
spinta per la crescita del mondo agricolo – commenta
l’assessore regionale all’Agricoltura, Gianni Fava – e
nel prossimo Psr dedicheremo una grande attenzione
a sostenere i processi di modernizzazione, come richiesto dal mondo agricolo». Sul piatto, solamente nella
misura 121, verranno stanziati oltre 320 milioni di
euro, per favorire la competitività del sistema primario lombardo in un’ottica di internazionalizzazione dei
mercati e, come sempre più spesso accade, anche dei
prezzi delle produzioni
Per maggiori informazioni chiama il n. 0376 316831 (Mantova) o scrivi all’indirizzo:
[email protected]
Fogli informativi in Filiale e sul sito web della Banca - Gruppo Bancario Monte dei Paschi di Siena - Codice Banca 1030.6 - Codice Gruppo 1030.6
Maggio 2014 - Pubblicità
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Progetto Agrimultitasking
PSR 2007-2013 - Misura 124
Seminario conclusivo
L
o scorso 10 settembre si è tenuto a Gonzaga,
nell’ambito della Fiera Millenaria il seminario
conclusivo del Progetto Progetto Agrimultitasking Misura 124: “ NUOVE RETI DI IMPRESE: INNOVAZIONE
E SOSTENIBILITA’ NELLE FILIERE GROALIMENTARI.
IMPIEGO DI SOLIDO SEPARATO DI LIQUAME BOVINO
NEL BIOGAS E VERMICOMPOST”.
Sono intervenuti Alberto Gandolfi, Presidente del
Distretto Agroalimentare di Qualità Po di Lombardia,
Giulio Mela e Maria Giovanna Righetto del Crefis
Mantova (Centro ricerche economiche sulle filiere
suinicole di qualità), Giuseppe Bonazzi del CRPA
Reggio Emilia (Centro Ricerche Produzioni Animali),
Stefano Garimberti - APA Mantova (SATA - Servizio
Assistenza Tecnica Allevamenti) e Maurizio Castelli Assessore Provinciale Sviluppo Economico e Politiche
Agroalimentari di Mantova.
Il Progetto, che rientra nella Misura 124 “Cooperazione
per sviluppo prodotti, processi, tecnologie, settore
agricolo, alimentare, forestale” del PSR 2007-2013,
è stato approvato dalla Regione Lombardia nel mese
di giugno dell’anno 2012 e presentato ufficialmente a
Pegognaga (Mn) nel successivo mese di ottobre.
Capofila del progetto è il Distretto Agroalimentare Po
di Lombardia.
Il progetto ha la finalità di promuovere la sostenibi-
28 • Mantovalleva Magazine • www.apa.mn.it
lità, in tutte le sue forme, delle filiere agroalimentari facenti parte del Distretto Po di Lombardia,
l’innovazione di prodotto tramite lo sviluppo di nuove
modalità di confezionamento e una più efficiente gestione degli effluenti zootecnici attraverso la cooperazione tra imprese agricole, le aziende che forniscono
servizi per le imprese e i centri di ricerca scientificotecnologici operanti nel territorio. La quantificazione
della sostenibilità delle varie fasi della filiera (allevamento, macellazione, trasformazione, distribuzione,
confezionamento, etc.) e della filiera nel suo insieme
possono rappresentare anche un importante strumento informativo nei confronti dei consumatori e,
quindi, un ulteriore segno distintivo dei prodotti di
qualità italiani sia in Italia che nei mercati esteri dove
spesso devono fronteggiare la concorrenza sleale dei
prodotti Italiansounding.
Il progetto interessa, sia pure in modo diverso, diretto
o indiretto, gran parte delle aziende del Distretto,
con ricadute anche su aziende agricole e comparti
produttivi non strettamente inclusi nello stesso, quali
il comparto ortofrutticolo dello stesso territorio:
• Allevatori di suini e bovini interessati nella produzione di formaggi grana e prosciutti DOP;
• I consumatori dei prodotti di qualità – siano essi
formaggi grana o salumi DOP;
• La collettività, poiché l’adozione di tecniche produttive e di confezionamento più sostenibili garantirà
un maggior rispetto dell’ambiente e, su scala locale,
un contesto economico e sociale più equilibrato;
• Allevatori di suini e bovini non facenti parte del
distretto e altri imprenditori agricoli (ortofrutta);
• I gestori degli impianti di biogas che potranno
disporre a costi contenuti di una fonte energetica
parzialmente alternativa alle biomasse dedicate;
• Imprese singole o cooperative di servizi.
prolungata e indefinita nel tempo. In un contesto “sostenibile” l’ambiente deve essere valorizzato perché
rappresenta un elemento distintivo di ogni territorio.
La dimensione economica fa riferimento alla capacità del sistema di generare una crescita duratura
degli indicatori economici. In altre parole il sistema,
agroalimentare in questo caso, deve essere capace di
produrre reddito e lavoro, combinando in maniera efficiente le risorse disponibili, per il sostentamento delle
popolazioni che gravitano in un determinato ambito
territoriale. La massima sostenibilità economica si ha
Questo progetto è costituito da tre componenti “oriz- quando un determinato sistema territoriale non è solo
zontali”, che cioè interessano il Distretto nella sua capace di creare reddito e benessere, ma anche di
totalità e da una definibile come “verticale” che si mantenerlo all’interno del medesimo territorio.
focalizza in special modo sull’allevamento bovino da Il terzo pilastro della sostenibilità, quello sociale, è
latte. Le tre componenti orizzontali fanno riferimento definibile come la capacità del sistema di ripartire
alle tre dimensioni della sostenibilità: economica, equamente (tra classi di reddito e generi) il benessere
ambientale e sociale, alla quale tutti i soggetti facenti umano inteso come sicurezza, salute e istruzione. La
parte del distretto devono adempiere. La componente sostenibilità sociale, tuttavia, non si ferma qui poiverticale invece, si concentra su una problematica spe- ché presuppone anche la capacità dei vari soggetti di
cifica, vale a dire la valorizzazione dei liquami zootec- operare efficacemente insieme, con la stessa visione di
nici, e si propone di sviluppare tecnologie sperimentali lungo periodo.
e pratiche sperimentali da adottare a tal fine.
• La sostenibilità
Le componenti orizzontali:
Il Progetto ha cercato di individuare un indicatore di
le tre dimensioni della sostenibilità.
sostenibilità complessivo di filiera per un prodotto di
qualità, avviando una ampia revisione della letteratura
esistente, che peraltro ha evidenziato una sostanziale
mancanza di metodologie adeguate per un approccio
come quello desiderato, a fronte di una ampia varietà
di indici parziali.
La sostenibilità (Ambientale, Economica, Sociale) è
stata misurata tramite la messa in atto da parte delle
aziende di buone e cattive pratiche ed i dati sono stati
raccolti tramite questionari (28 aziende).
La performance di ogni azienda nei vari indicatori è
stata calcolata rapportando il punteggio al range tra
punteggio minimo e massimo Così la performance
è sempre compresa tra 0 (insostenibilità) e 1 (piena
L’economia sostenibile si poggia su tre pilastri: sociale, sostenibilità). E’ stato quindi individuato un punto di
economico e ambientale. L’aspetto ambientale è quello riferimento per le valutazioni (benchmark).
che è stato oggetto del maggior numero di studi e, a L’analisi dei risultati ottenuti ha dimostrato un buon
oggi, sono relativamente numerosi gli indicatori che livello di sostenibilità complessiva delle aziende del
ne permettono la misurazione e la valutazione delle comparto dei formaggi grana in provincia di Mantova,
politiche atte a promuoverlo. La sostenibilità ambien- per quanto concerne le componenti ambientale ed
tale viene raggiunta quando l’ambiente è in grado di economica i punteggi medi sono ben superiori al
espletare le sue tre funzioni – base (fornitore di risorse, benchmark, mentre sono lievemente inferiori quelli
ricettore di rifiuti e fonte diretta di utilità) in maniera riferiti alla componente sociale.
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• Packaging
Il gruppo di lavoro ha iniziato ad analizzare la letteratura e le varie metodologie di packaging sostenibile in
ambito alimentare. Il primo riscontro ha evidenziato che la ricerca di imballaggi ecocompatibili in grado di soddisfare anche i requisiti per la sicurezza alimentare e la facilità d’uso a un prezzo competitivo è ancora molto
complicato. Inoltre, i diversi paesi in cui il consorzio esporta hanno sistemi di riciclaggio molto diversi, il che
significa che le soluzioni ottimali in termini di packaging sostenibile potrebbero variare da paese a paese. Si
stanno comunque valutando imballaggi che riducano al minimo le emissioni negative per l’ambiente.
Nel corso dell’indagine l’attenzione è stata focalizzata in un primo momento sulle aziende che operano a monte
della filiera di produzione: sono stati predisposti appositi questionari con domande mirate relative al tema
dell’impatto ambientale e dell’innovazione del packaging.
La sostenibilità delle produzioni agroalimentari è destinata ad acquisire ulteriore importanza negli anni:
vi è pertanto l’esigenza di adattare i processi produttivi in modo tale da preservare le risorse per le
generazioni future e rispondere al crescente livello di consapevolezza e informazione da parte dei consumatori, attenti alla qualità dei prodotti ma anche alle modalità attraverso le quali sono stati realizzati.
(segue sul prossimo numero)
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Carlo Rosignoli e Arrigo Nigrelli
INDAGINI DIAGNOSTICHE SULLA MORTALITA’
IN STALLA DI BOVINE ADULTE DA LATTE
Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia Romagna –
Sezione Diagnostica di Mantova
Introduzione
La morte in stalla di un bovino adulto da latte genera sempre notevole preoccupazione. Sia che si tratti di un
evento inaspettato, sia che si tratti dell’esito di una forma clinica non controllata dalle terapie, rimane spesso
l’interrogativo su quale sia stata la vera causa del decesso e se il problema può coinvolgere altri soggetti
della mandria.
Di fronte a tali episodi, in particolare quando si manifestano con una certa frequenza, è consigliabile effettuare un approfondimento diagnostico. La conoscenza della causa che ha portato a morte l’animale è, infatti,
di fondamentale importanza per una corretta classificazione di ogni singolo episodio e, nelle situazioni in
cui si evidenzia una patologia di “mandria”, per la messa in atto di misure preventive volte al controllo della
problematica nell’allevamento.
In questi casi l’esame necroscopico, ovvero l’osservazione di tutti gli organi e tessuti dell’animale nel post
mortem, è da considerarsi uno strumento indispensabile per il raggiungimento di tale obiettivo.
32 • Mantovalleva Magazine • www.apa.mn.it
Indagini nel territorio mantovano
La Sezione diagnostica di Mantova dell’Istituto
Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e
dell’Emilia Romagna (IZSLER) ha partecipato all’ultimo
Congresso Nazionale di Buiatria, tenutosi a Palermo
dal 29 al 31 Maggio, portando in questo consesso i
risultati di una serie di indagini necroscopiche effettuate su bovine adulte di stalle da latte presenti nel
territorio della provincia di Mantova. In sintesi ecco i
risultati e alcune considerazioni.
Nel 2012 e nel 2013 sono state sottoposte ad esame
necroscopico in totale 74 bovine adulte appartenenti
a 42 diversi allevamenti. Gli esami necroscopici sono
stati eseguiti in allevamento da personale veterinario dell’IZSLER. Gli interventi sono stati effettuati su
richiesta del veterinario aziendale o direttamente
dell’allevatore. In quest’ultimo caso era sempre previsto il coinvolgimento del veterinario aziendale al
quale venivano inviati gli esiti finali degli esami diagnostici.
Le mandrie coinvolte presentavano un numero di
animali in lattazione compreso tra un minimo di 43 e
un massimo di 850 capi. Sono stati esaminati soggetti
di età compresa tra i 2 e gli 8 anni. Il 36% dei casi
indagati hanno riguardato morti inaspettate e il 64%
morti in seguito a manifestazioni cliniche. Per quanto
attiene alla categoria produttiva di appartenenza
degli animali esaminati, 61 casi (82,4%) erano riferiti a
bovine in lattazione, 9 (12,2%) a bovine in asciutta e 4
(5,4%) a manze gravide. La distribuzione delle bovine
appartenenti alla categoria degli animali in lattazione,
sulla base dei giorni trascorsi tra il parto e il decesso,
è rappresentata nella figura 1. Come si può notare il
rischio di decesso è risultato sensibilmente più alto
nei primi 30 giorni dopo il parto con una diminuzione
poi graduale dei casi di mortalità all’aumentare della
distanza temporale dall’evento riproduttivo.
La distribuzione delle singole cause di morte rilevate
nei 74 esami necroscopici effettuati è riportata in
figura 2.
Figura 1. Distribuzione dei 61 capi morti in lattazione in relazione ai giorni trascorsi dal parto Mantovalleva Magazine • www.apa.mn.it • 33
Figura 1. Distribuzione dei 61 capi morti in lattazione in relazione ai giorni trascorsi dal parto Figura 2. Distribuzione delle singole cause di morte rilevate nei 74 casi esaminati. Figura 2. Distribuzione delle singole cause di morte rilevate nei 74 casi esaminati. Le diverse cause di morte riscontrate sono state classificate in 7 gruppi: circolatorie, gastro‐intestinali, genito‐urinarie, mammarie, metaboliche, muscolo‐scheletriche. Le prevalenze dei gastro‐intestinali, diversi Le diverse cause di morte riscontrate respiratorie sono state e classificate in 7 gruppi: circolatorie, gruppi di patologie riscontrate nel campione esaminato sono riportate in figura 3. genito‐urinarie, mammarie, metaboliche, respiratorie e muscolo‐scheletriche. Le prevalenze dei diversi gruppi di patologie riscontrate nel campione esaminato sono riportate in figura 3. 34 •
Figura 3. Valori di prevalenza, nel campione esaminato, dei gruppi di patologie responsabili della morte delle bovine da latte. Riflessioni sui dati emersi dalle indagini necroscopiche Mantovalleva Magazine • www.apa.mn.it
In quasi la totalità dei bovini esaminati, 72 su 74 casi, è stato possibile definire la causa della morte. Solo per due soggetti, dato l’avanzato stato dei fenomeni putrefattivi dovuti alla elevata temperatura Riflessioni sui dati emersi dalle indagini necroscopiche
In quasi la totalità dei bovini esaminati, 72 su 74 casi,
è stato possibile definire la causa della morte. Solo
per due soggetti, dato l’avanzato stato dei fenomeni
putrefattivi dovuti alla elevata temperatura ambientale e all’eccessivo numero di ore trascorse dalla
morte, non è stata individuata la patologia causa del
decesso. Per l’instaurarsi dei fenomeni post mortali e per la loro rapida progressione, in particolare
nella stagione estiva, la possibilità di definizione
di una diagnosi morfologica si riduce significativamente oltre le 15-18 ore dalla morte. Il gruppo delle
patologie gastro-intestinali e quello delle patologie
metaboliche sono risultati prevalenti sugli altri. Tra le
singole patologie, enterotossiemia, steatosi epatica e
reticolo-peritonite traumatica sono risultate le prime
tre cause di morte. Hanno raggiunto insieme un
totale di 33 casi, pari al 44,6% del campione sottoposto ad analisi. E’ importante sottolineare che alla
base dell’insorgenza di queste malattie sono spesso
presenti fattori di rischio riconducibili ad una non corretta gestione dei diversi aspetti della nutrizione degli
animali (razione, qualità degli alimenti, preparazione
dell’unifeed, somministrazione, ecc.). Vediamo nel
dettaglio alcuni aspetti di queste patologie.
Per enterotossiemia si intende una malattia acuta
ad evoluzione rapida e spesso letale generata
dall’assorbimento di tossine batteriche a livello intestinale. In genere i germi responsabili sono i clostridi, i
più potenti batteri tossigeni conosciuti. Nel bovino, in
particolare, è il Clostridium perfringens tipo A, associato o meno alla produzione di tossina beta2, quello
rilevato con più frequenza in questi casi (figura 4). I
clostridi sono dei normali abitanti del tratto intestinale e in basso numero, al di sotto delle 100.000 UFC/g,
non danno origine a patologie. Eccesso di proteine
e di amidi non degradati a livello intestinale, acidosi
ruminale e alcalosi intestinale, blocco della peristalsi
intestinale, sono tutte condizioni in grado di determinare una grave alterazione dell’equilibrio della flora
microbica del piccolo intestino e favorire così la molti-
plicazione dei clostridi con conseguente produzione,
assorbimento e distribuzione in circolo delle potenti
tossine. Quando in un allevamento si presentano
casi ripetuti di enterotossiemia è necessario rivalutare con attenzione i diversi aspetti del management
alimentare ed in particolare la composizione della
razione, la qualità e la quantità della fibra, la facilità
di accesso alla mangiatoia da parte degli animali,
la corretta miscelazione della razione e il grado di
scelta delle varie componenti dell’unifeed da parte
delle bovine. La lipidosi o steatosi epatica è una sindrome polifattoriale del periparto nella vacca da latte.
Nella nostra indagine il 17,6% delle bovine analizzate hanno presentato un’alterazione del parenchima
epatico tale da poter essere considerata la causa più
probabile di morte (figura 5). La patogenesi di questa
sindrome è ben conosciuta. Normalmente gli acidi
grassi sintetizzati dal fegato vengono immagazzinati
come trigliceridi nel tessuto adiposo extraepatico.
In seguito ad un aumento di richiesta energetica,
non compensata da un contemporaneo aumento
di assunzione di energia con la dieta, i trigliceridi
dei tessuti adiposi vengono convertiti in glicerolo e
in acidi grassi non esterificati (NEFA). Questi ultimi,
trasportati dalle albumine nel sangue, raggiungono
il fegato dove vengono riesterificati in trigliceridi
che poi vanno a depositarsi nel parenchima epatico.
La steatosi epatica è più frequente nel post partum
quando aumenta la richiesta energetica per la produzione di latte, ma sono descritte, e anche nella
nostra indagine sono state riscontrate, delle gravi
lipidosi epatiche già nel periodo di asciutta. In questi
casi è importante controllare la composizione della
razione e il tasso di ingestione di alimento da parte
degli animali che in questa fase vengono considerati
spesso, a torto, improduttivi. Non va dimenticato che
è proprio nelle ultime fasi della gravidanza che ci sono
le più alte richieste di nutrienti e di energia necessarie
per lo sviluppo fetale.
La reticolo-peritonite traumatica è una patologia
grave che si sviluppa in seguito alla perforazione del
reticolo, uno dei prestomaci del bovino, da parte di
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36 • Mantovalleva Magazine • www.apa.mn.it
un corpo estraneo in genere costituito da materiale fer- reticolo attirano e trattengono gran parte dei corpi
roso appuntito (figura 6). Le bovine ingeriscono questi estranei ferrosi ingeriti con l’alimento.
materiali perché prima di deglutire non masticano in Conclusioni
modo completo l’alimento. Una volta ingeriti, i corpi La determinazione dell’esatta causa di morte degli
estranei cadono nel reticolo e qui vi permangono per il animali adulti in una azienda è di estrema utilità non
loro elevato peso specifico e, a volte, perché trattenuti solo per la predisposizione di misure preventive volte
dalla particolare struttura a cellette della mucosa. Le a ridurre l’incidenza del fenomeno ma spesso anche
contrazioni del rumine-reticolo promuovono poi la pe- per migliorare la gestione e la performance della mannetrazione del corpo estraneo attraverso la parete del dria nel suo complesso. Come risulta da questo studio
viscere. Alla perforazione del reticolo segue una peri- un’ampia percentuale di episodi di mortalità può essere
tonite che può limitarsi solo alla zona interessata dalla attribuita a patologie controllabili attraverso interventi
lesione primaria oppure dare origine a fenomeni in- gestionali, soprattutto di natura alimentare, spesso
fiammatori più estesi coinvolgenti il fegato e altre parti mirati alla ottimizzazione del periodo di transizione.
dell’addome oppure il diaframma e il sacco pericardico In questo contesto, l’esame necroscopico dei soggetti
con conseguenze molto gravi per la salute dell’animale deceduti è uno strumento insostituibile e in molti
(setticemia, pericardite, pleurite, tamponamento car- casi rappresenta l’unica fonte di informazioni chiare e
diaco ecc.). Le misure di prevenzione vanno dalla dirette per risolvere situazioni particolarmente comriduzione della possibilità di contaminazione dei forag- plesse.
gi da parte di corpi estranei all’applicazione di potenti La mortalità delle vacche adulte da latte in allevamagneti sul carro miscelatore in grado di rimuovere mento non è solo un problema economico finanziario
gli oggetti metallici dall’unifeed. E’ in grado di ridurre per l’impresa zootecnica ma è anche una condizione
fortemente l’incidenza della reticolo-peritonite trau- che coinvolge il settore del benessere animale. Per
matica nella mandria anche la somministrazione per entrambe i motivi il contenimento del fenomeno deve
bocca a tutti i soggetti, a partire da 1 anno di età, di essere considerato una priorità e inserito a pieno titolo
specifiche barre magnetiche che depositandosi
nel nei piani sanitari delle aziende da latte.
Figura 4. Colonie di Clostridium perfringens su terreno agar globuli. Figura 4. Colonie di Clostridium perfringens su terreno agar globuli. Figura 5. Fegato con steatosi grave: aspetto della superficie di taglio. Figura 5. Fegato con steatosi grave: aspetto della superficie di taglio. Figura 4. Colonie di Clostridium perfringens su terreno agar globuli. Figura 6. Parete del reticolo perforata da un chiodo. Figura 6. Parete del reticolo perforata da un chiodo. Figura 5. Fegato con steatosi grave: aspetto della superficie di taglio. Mantovalleva Magazine • www.apa.mn.it • 37
L’identificazione elettronica
degli animali
Che cosa si intende con
“Identificazione elettronica”?
L’identificazione elettronica degli animali si basa sull’impiego di tecniche di
radiofrequenza che prevedono l’uso di
un transponder (dalle parole transmitter
e responder) e un lettore o transceiver
(dalle parole trasmitter e receiver).
Si tratta di un processo che consente di
identificare un animale tramite trasferimento automatico di dati ad un mezzo
di lettura.
Che dispositivi utilizza?
utilizzo di Transponder Passivi.
il Transponder passivo è un dispositivo
di radio frequenza miniaturizzato costituito da un circuito integrato “microchip” e da una antenna.
Come funziona un Transponder
Passivo?
il Transponder passivo viene attivato ed
alimentato da un impulso energetico
trasmesso dal “Transceiver”; rifornito di
energia, reagisce allo stimolo emettendo
un segnale di informazione che racchiude, per esempio, il codice identificativo
dell’animale.
dopo la trasmissione del dato, il Transponder ritorna in una stato passivo di
completa inattività sino alla successiva
attivazione.
TranSponder:
elemento di identificazione che caratterizza l’animale.
LeTTore:
elemento in grado
di rilevare le informazioni contenute
nel transponder.
SiSTema
inTeLLigenTe:
elemento in grado
di raccogliere ed
elaborare i dati raccolti dal lettore.
Che cos’è un Transponder?
in generale, esistono due tipologie di
transponder: Attivi e Passivi
ai fini dell’identificazione animale ministeriale è attualmente ammesso il solo
Che caratteristiche deve avere il
Transponder Passivo per poter essere
ammesso in qualità di identificativo
ufficiale degli animali?
applicazione è pari a 134.2 kHz.
Le comunicazioni tra Transponders e
Transceivers sono garantite da due alternativi protocolli di comunicazione:
HDX - Half-Duplex
FDX - Full-Duplex
Quali sono i mezzi passivi di
identificazione elettronica disponibili?
TranSponder inieTTabiLe:
Transponder di piccole dimensioni da
impiantare nel corpo dell’animale tramite iniezione. incapsulato in materiale
biocompatibile e non poroso.
Attualmente non consentito ai fini
dell’identificazione ufficiale.
marca auricoLare
eLeTTronica:
Transponder alloggiato all’interno della
marca auricolare e fissato all’orecchio
dell’animale tramite un meccanismo di
chiusura inviolabile e irreversibile.
il Transponder passivo deve essere totalmente conforme
agli Standard iSO
11784 e 11785 ed
alle normative vigenti.
ISO 11784:
definisce la struttura del codice identificativo
ISO 11785:
definisce le caratteristiche tecniche dei
Transponders e dei Transceivers con lo
scopo di garantire la loro compatibilità.
La frequenza riservata a questo tipo di
boLo ruminaLe:
Transponder inserito in un elemento ad
elevato peso specifico e caratterizzato da
precisi valori ponderali, dimensionali e
di forma. Somministrato per via orale,
alloggia stabilmente nel reticolo.
informazione pubblicitaria
Che vantaggi consente
l’identificazione elettronica?
• Sviluppo e progresso del sistema Anagrafe Zootecnica.
• Identificazione sicura, inequivocabile
e univoca.
• Individuazione certa della proprietà
degli animali.
• Automatizzazione della gestione della
mandria; possibilità di connettere l’identificativo elettronico a:
- Autoalimentatori e Sale di mungitura
La chiave dell’automazione è proprio
l’identificazione elettronica dei singoli
capi, che consente di monitorare i dati
relativi alla alimentazione ed alla produzione giornaliera di latte. Specifici
programmi raccolgono le informazioni
derivanti dalla sala di mungitura o dalla corsia di alimentazione e li organizzano in apposite liste di attenzione.
attraverso l’analisi dei dati l’allevatore
potrà facilmente esaminare la produttività e lo stato di salute dei suoi animali
ed essere prontamente avvisato in caso
dovessero presentarsi dei problemi.
- Bilance e Pese
- Cancelli separatori
- Tracciabilità
• Rapidità della gestione della mandria,
dei controlli sanitari e funzionali.
L’identificazione elettronica degli animali facilita la gestione dei dati tramite pocket pc, soluzione tascabile per
avere sempre a portata di mano tutte
le informazioni dei propri animali anche fuori ufficio. La combinazione tra
computer tascabile di tipo pocket pc e
di un programma di gestione permette
la registrazione dei dati riproduttivi,
gli eventi sanitari, la consultazione delle schede animali e dei programmi di
lavoro in allevamento e la registrazione
dei movimenti di entrata e uscita.
• Maggiore velocità di gestione degli
animali nei macelli, nelle stalle di sosta, nelle movimentazioni e nelle operazioni di carico e scarico.
Anagrafe Ministeriale Bovina e Bufalina
Azienda Certificata
ISO 9001:2008
Art. 25’300 Next Gen
Nuova Marca Auricolare Standard
Art. 3’055 - Art. 3’055HDX
Marche Auricolari Elettroniche
Le nostre marche auricolari elettroniche sono compatibili con
le tecnologie di lettura utilizzate per il riconoscimento degli
animali nelle sale di mungitura e alimentatori automatici.
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Da gennaio operativa la fusione per
incorporazione. E la cooperativa presieduta da Stefano Pernigotti diventa
la seconda per produzione di Grana
Padano dopo la Soresina
Cooperazione lattiero casearia,
una risorsa per Mantova
Maurizio Ottolini: «A Mantova si produce il
29% del totale delle forme di Grana Padano
e l’11% del Parmigiano-Reggiano, con una
finalità che va ben oltre i freddi dati: creare
valore aggiunto da distribuire ai soci»
Gianni Fava: «Il mondo delle cooperative
lattiero casearie ha avuto in questi anni
il grande merito di offrire una maggiore
protezione ai produttori contro la volatilità
che caratterizza sempre di più il mercato
del latte»
Alberto Bertellini: «In 20 anni triplicate le
dimensioni delle cooperative, nonostante la
diminuzione dei caseifici cooperativi»
matteo bernardelli
«A Mantova si produce il 29% del totale delle forme di
Grana Padano e l’11% del Parmigiano-Reggiano, con
una finalità che va ben oltre i freddi dati: creare valore
aggiunto da distribuire ai soci».
Lo ha detto alla Fiera Millenaria di Gonzaga il presidente di Confcooperative Mantova e vicepresidente
nazionale, Maurizio Ottolini, nel corso della presentazione dello studio «Due decenni di cooperazione
lattiero-casearia nel Mantovano», realizzato dal professor Alberto Bertellini dell’Istituto Strozzi di Mantova, in
collaborazione con la Camera di commercio, la Provincia
e la Fondazione dell’Università di Mantova.
«Dal 1954 al 2014 l’evoluzione del comparto ha visto
diminuire i caseifici cooperativi da 399 agli attuali 36 –
ha riportato Bertellini – con una riduzione delle stalle
nella Milk Belt mantovana che da 2.699 del 1995 sono
diventate 1.050».
Eppure, le dimensioni medie delle cooperative sono
pressoché triplicate.
«Nel distretto del Grana Padano le cooperative sono
passate da 87.000 quintali del 1994 a 270.000 del 2012
– ha scritto Bertellini – mentre nel Parmigiano-Reggiano
lo stesso periodo ha registrato uno sviluppo da 32.000
a 91.000 quintali».
Ne ha beneficiato anche il valore della produzione,
aumentato persino nel 2012, anno del sisma che ha
colpito parte della provincia di Mantova, unica in Italia a
produrre entrambi i formaggi Dop a pasta dura.
L’evoluzione ventennale della cooperazione ha influito
anche sulle dinamiche occupazionali, con un ridimensionamento del numero degli addetti. «Il calo – ha
analizzato Bertellini – è stato complessivamente del
27%, riduzioni dovute alle unità cessate, ma possiamo
40 • Mantovalleva Magazine • www.apa.mn.it
sostenere che il comparto ha visto una sostanziale
tenuta occupazionale, che si è evoluta su nuove figure
di addetti. Sono aumentati cioè il numero degli impiegati e possiamo riconoscere una significativa presenza
di extracomunitari». In media il comprensorio del Grana
Padano ha perso 18 addetti fra il 1994 e il 2014, mentre
l’area del Parmigiano-Reggiano ha registrato una contrazione media di 7 unità.
Quanto al numero di soci, fra il 1998 e il 2012 si è
dimezzata la base sociale, «ma ciò è dovuto alle dinamiche di contrazione delle aziende agricole e non certo a
una disaffezione al sistema cooperativo in sé». La media
dei soci è di 25 unità nel Grana Padano e di 15 soci nel
distretto del Parmigiano-Reggiano, con un minimo di 7
soci al caseificio Carlo Poma di Villa Poma e i 100 soci
(che corrispondono a circa 150 stalle) della Latteria
Sociale Mantova.
«Il mondo delle cooperative lattiero casearie ha avuto in
questi anni il grande merito di offrire una maggiore protezione ai produttori contro la volatilità che caratterizza
sempre di più il mercato del latte – ha commentato, al
termine della presentazione, l’assessore all’Agricoltura
della Lombardia, Gianni Fava -. Oggi stiamo vivendo uno
scenario inedito, perché dallo scorso 8 agosto, data di
inizio dell’embargo della Russia, il mondo è cambiato
per tutti. Per l’Unione europea, ma anche per il Nord
America e per il nostro sistema lattiero caseario».
Gli ultimi 20 anni, secondo l’assessore Fava, «hanno
vissuto dinamiche che oggi potrebbero essere rivoluzionate completamente e lo studio presentato corre il
rischio di entrare immediatamente negli archivi della
storia, mentre le scelte operato anche solo pochi mesi
fa evidenziano oggi il fiato corto».
Corsi di aggiornamento 2015
gennaio
da gennaio ad aprile
CORSO MASCALCIA
BOVINA
lezioni teoriche presso la sede
dell’APA e lezioni pratiche in azienda
febbraio
CORSO DI AGGIORNAMENTO
IN ECONOMIA AZIENDALE
presso Hotel Schneeberg
Val Ridanna (BZ)
www.schneeberg.it
CORSO PER OPERATORI
PRATICI FA BOVINA
presso la sede dell’APA, con esame
finale e rilascio dell’attestato per
l’iscrizione all’Albo degli operatori
FA bovina della Regione Lomabardia
Ricordiamo che il D.M. n. 403 del 19
luglio 2000, con riferimento alla Legge
30 del 15/1/1991, prevede che possono svolgere l’attività di Operatore di
inseminazione artificiale/fecondazione
artificiale previa iscrizione all’elenco regionale:
• i Veterinari, iscritti a un Albo provinciale
dei
medici
veterinari;
• gli Operatori pratici della fecondazione artificiale, in possesso della relativa qualifica conseguita con la partecipazione ad un corso di formazione.
per info 0376 247233
Mantovalleva Magazine • www.apa.mn.it • 41
•
•
•
•
verifica periodica delle apparecchiature di refrigerazione da parte di personale certificato
rilascio della dichiarazione di assenza di perdite dell’impianto
tenuta dei registri previsti dalla normativa
dichiarazione annuale prevista dalla normativa.
per i soci APA il servizio è gratuito
per info 0376 247227
SCM
service
Servizio Controllo Mungitrici
da oltre 60 anni a fianco dell'allevatore
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guido boselli
Gli impianti Frigoriferi
sono normati
Il Regolamento CEE 842/2006 e il recente 517 /2014 contengono le disposizioni per la riduzione dei gas fluorurati
a effetto serra. A livello nazionale Il DPR 27 gennaio 2012
n.43 disciplina le modalità di attuazione. Per i proprietari degli impianti di refrigerazione, condizionamento,
pompe di calore, sistemi antincendio, la normativa prevede l’obbligo di prevenire le perdite e ripararle il prima
possibile rivolgersi ad aziende con Personale Certificato
per le operazioni di:
• manutenzione dell’impianto
• verifica della assenza di perdite
• tenuta del registro dell’apparecchiatura
• dichiarazione annuale sulle emissioni.
Dal mese di agosto 2014 l’ Associazione Mantovana
Allevatori si è attivata per fornire ai propri associati
(aziende iscritte ai CF e/o aziende che aderiscono singolarmente o in latteria a piani di assistenza tecnica)
un nuovo servizio, a titolo gratuito, per la verifica
periodica delle apparecchiature di refrigerazione da
parte di personale certificato, la stampa del libretto
dell’impianto e la tenuta dei registri nonché la dichiarazione annuale prevista dalla normativa.
L’attività è inserita di routine nel nostro servizio
annuale di controllo degli impianti di mungitura. Per i
frigoriferi viene predisposto un libretto dell’impianto,
rilevando le caratteristiche specifiche dell’impianto
stesso (tipo, potenzialità, numero di compressori,
tipo gas ecc); viene inoltre effettuata la verifica di
assenza di perdite (in caso di riscontrata perdita vi è
l’obbligo di procedere alla riparazione entro i tempi
tecnici ed entro 30 giorni l’impianto va sottoposto a
nuovo controllo.
I nostri tecnici, che hanno frequentato corsi specifici
di formazione ottenendo il certificato di abilitazione,
utilizzano strumenti elettronici tarati per rilevare le
perdite anche di piccola entità (5 gr di gas in un anno)
e in grado di verificare l’efficienza dei compressori,
in modo da poter prevedere la necessità in caso di
malfunzionamento di eventuali sostituzioni .
In ambito zootecnico in particolare le apparecchiature
interessate dalla normativa F-GAS sono quelle fisse,
quali gli impianti di refrigerazione (es. cisterne del latte
di stalla, celle frigo per ortofrutta e box refrigerati per
lo stoccaggio temporaneo di animali morti in azienda)
contenenti 3 o più di kg gas (dal 1/1/2015 il limite viene
calcolato in base all’equivalente di 5 ton di CO2 che il gas
contenuto nell’impianto è in grado di produrre, per cui i
limiti variano in base ai gas con l’ R410 il limite diminuisce
a 2,4 kg, mentre con l’R404 il limite 1,3 kg di gas)
Le sanzioni previste dal DLgs 26 del 2013 per l’emissione
in atmosfera dei gas fluorurati riguardano:
• Mancato controllo impianto,
• Mancata presenza o aggiornamento del Registro
dell’impianto,
• Non utilizzo di personale certificato,
• Mancata trasmissione dichiarazione annuale delle
emissioni.
Per ciascuna mancanza le sanzioni amministrative pecuniarie vanno da un minimo di 1.000 ad un massimo di
7.000 euro.
Ad oggi hanno aderito al servizio, inviando la delega
firmata in sede, 133 aziende. Di queste 120 sono
già state verificate e dotate di libretto dell’impianto
frigorifero, contestualmente è stato effettuato il
controllo annuale delle perdite.
Le schede degli impianti pervengono in sede AMA
e a marzo di ogni anno verrà inoltrata per ciascuna
azienda la dichiarazione delle emissioni.
Visto le risposte positive e l’alto indice di gradimento
riscosso in questo mese di attività, si prevede di
estendere il sevizio a circa 600 aziende della provincia con l’obiettivo di supportarle nel rispetto di
norme e ambiente.
Mantovalleva Magazine • www.apa.mn.it • 43
Allevatori Mantovani in visita alle grandi
installazioni automatizzate tedesche
in germania a breve sara’ operativa una stalla
con ben 44 robot
Az.Agr. Wolf - sistema automatizzato
d’alimentazione Lely Vector
Az.Agr. Lansink - 150x75 mt
44 • Mantovalleva Magazine • www.apa.mn.it
Il numero delle aziende di bovine da latte di grandi dimensioni, che nel mondo stanno scegliendo
di automatizzare la mungitura, sono in costante
aumento. La Germania è uno dei paesi che si è sviluppato più rapidamente in questo senso ed infatti a
breve sarà operativa una stalla con ben 44 robot. Un
gruppo di allevatori italiani della nostra provincia ha
avuto l’opportunità di visitare alcune di queste grosse
installazioni in Germania avendo come guida quello
che oggi è ritenuto il maggior esperto mondiale di
automazione delle stalle da latte, l’olandese Coert
Van Lenteren. Prima di immergersi nel mondo del
Dairy XL si è svolta una visita nell’azienda Wolf del
Badem Wurtenberg (Germania sud ovest), dotata
di un sistema di automazione integrata di alimentazione e mungitura con rispettivamente: robot per
l’alimentazione e robot per la mungitura, gestiti dalla
sola signora Wolf. I visitatori sono stati tutti d’accordo
nel definire l’azienda molto funzionale, di grande
impatto, a detta di tutti, vedere come una donna
possa gestire l’allevamento ed avere tutto sotto controllo.
Il viaggio è poi proseguito verso la Sassonia dove, dopo
il pernottamento, è stato possibile visitare la struttura
in fase di ultimazione della famiglia Lansink. Entro fine
anno sarà possibile vedere 16 robot mungere oltre
1000 bovine. Impressionante, come hanno commentato gli allevatori in visita, vedere 16 robot installati sotto
lo stesso tetto lungo 150 mt e largo 75. Alla domanda:
“Perché i robot?” la signora Lansink ha risposto: “E’
ormai chiaro che mungere con il robot non significa solamente eliminare l’operazione routinaria della
mungitura, ma soprattutto rendere più efficace la gestione aziendale per ottimizzare i profitti”. Nella terza
visita, sempre nell’area della Sassonia, è stato possibile
vedere gli 8 robot dell’azienda Gnaswitch, una struttura nuova, con 500 vacche in lattazione e una media
produttiva che supera i 35 lt/capo/giorno. Il terzo ed
ultimo giorno è stato dedicato all’azienda Ruppendorf,
dove le circa 1400 vacche sono munte da ben 21 robot.
Il progetto di questa robotizzazione è frutto di un riadattamento di vecchie strutture. Le medie produttive
sono ottime: 37 lt/capo/giorno e 3,3 lattazioni medie
per bovina. Quello che hanno constatato gli allevatori
è che le grandi aziende tedesche visitate presentano
molte similitudini con le aziende mantovane, infatti
l’ingrediente principale dell’alimentazione è il silo
mais, i costi alimentari sono paragonabili ai nostri,
riescono però ad avere un costo di produzione lt/latte
inferiore a quello mantovano per una diversa gestione.
Az.Agr. Lansink - 16 robot a gruppi di 4
Az. Agr. Gnaswitch – 8 robot, 500 vacche – da notare
l’assenza di catture nella rastrelliera, le vacche che
necessitano di visite e controlli vengono separate automaticamente in un’apposita area dietro i robot
L’azienda Ruppendorf
munge 1400 vacche
con 21 robot “
Az. Agr. Ruppendorf – da sinistra vitellaia e cisterne del latte esterne da 600 qli
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INVITO PORTE APERTE
Martedì 4 novembre 2014, dalle ore 10.00 alle 16.00
Allevamento CARLOTTA presso Az. Agr. PIPPA
Strada Calliera Sacca, 90 - GOITO (MN)
L’Allevamento Carlotta munge da circa due
mesi con un robot di mungitura Lely, 60 capi
in una struttura riadattata con cuccette.
Entro fine anno sarà in funzione un secondo
robot per far fronte all’aumento del numero dei
capi. Durante la manifestazione sarà possibile,
grazie ad un servizio di navetta gratuito,
visitare l’Azienda Agricola Saccardi Silvano
posta a soli 2 km di distanza. L’Azienda
Agricola Saccardi munge da circa un anno un
centinaio di capi con due Robot Lely su
lettiera permanente.
A mezzogiorno pranzo offerto in azienda
I PARTNER DELL’EVENTO
LELY CENTER CERESARA
Contattaci per visitare gli impianti di
mungitura robotizzata Lely
presenti sul territorio
333.4414277
munge 8,7 litri
in due minuti
doppiando il
guinnes world
record
È BRESCIANO IL RE DEI MUNGITORI
CONQUISTA A LENNA (BERGAMO) IL SECCHIO D’ORO
DEL CAMPIONATO MONDIALE DI MUNGITURA A MANO
Gianmario Ghirardi, 31 anni, allevatore di Malonno, provincia di Brescia, è il primo campione del mondo di mungitura
a mano di vacche. Alla «prima» della sfida internazionale
disputatasi all’agriturismo Ferdy di Lenna (Bergamo) ha
munto 8,7 litri di latte in 2 minuti dalla sua Pezzata rossa
di 7 anni, Mirka: «Grande merito della vittoria è sua» ha
detto Ghirardi alzando al cielo il Secchio d’oro, trofeo del
campionato dedicato ai «Formaggi Prìncipi delle Orobie».
Migliaia le persone che hanno assistito alla gara ripresa
dai principali media nazionali e dalla televisione svizzera.
La gara è iniziata alle 10. Sul campo 43 concorrenti che
arrivavano, oltre che dalla Bergamasca, anche da Val
d’Aosta, Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto
Adige, Basilicata, Sicilia, nonché da Svizzera, Romania,
India.
Sul campo di gara sono scesi in 43, tra cui 8 giovani e 7
donne. Ciascun partecipante era controllato da un «giudice
di mammella» che riprendeva la prova grazie a un tablet.
Il Secchio d’oro è andato a un bresciano di Malonno, che
in 2 minuti ha munto dalla sua vacca ben 8,779 litri di latte
(quasi doppiando l’attuale Guinness World Record di 4,5
litri, appartenente a un mungitore piemontese).
Rigorosi i controlli e le attenzioni sugli animali e sul corretto andamento della gara.
Sul podio (realizzato con balle di fieno) sono saliti al primo
posto Gianmario Ghirardi, 31 anni, di Malonno (BS), al secondo Quarteroni Nicolò, 21 anni, di Lenna (BG) e al terzo
Rota Pierangelo, 50 anni, di Locatello (BG).
Sul podio della categoria giovani sono saliti invece Tiraboschi
Giacomo, 16 anni, di Serina (BG), Salvi Oscar, 15
anni, di Rota Imagna, e Quarteroni Demis, 14 anni
di Olmo al Brembo (BG).
Ottimi risultati anche tra le donne partecipanti:
un riconoscimento è andata alla prima classificata, Caratti Sofia, 45 anni, di Berzo Demo (BG),
secondo posto per Duca Rita, 20 anni di Talamona
(SO), e terzo per Mayr Melanie, 20 anni, di Ritten
Oberinn (BZ).
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