Ferrovie Francesi verso la privatizzazione
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Ferrovie Francesi verso la privatizzazione
Ferrovie Francesi verso la privatizzazione Ferrovie francesi: l’Autorità della concorrenza boccia riforma. Parere è consultivo, ma crea ostacoli (FERPRESS) – Roma, 15 OTT – L’Autorità della concorrenza francese lancia un macigno sul progetto di riforma delle ferrovie francesi, il cui cammino trova ora un nuovo ostacolo. Per l’Autorità, è insufficiente l’indipendenza del nuovo gestore dell’infrastruttura, SNCF Reseau. Il parere che l’Autorità della concorrenza ha trasmesso al governo è consultivo, ma rischia comunque di agitare le acque del cammino della riforma che l’esecutivo francese si prepara ad approvare proprio in questi giorni e che subito dopo sarà trasmesso alle Camere. L’Autorità motiva il parere in un documento di 56 pagine che approva le grandi linee del progetto, ma chiede anche modifiche su un punto assolutamente sostanziale della riforma: in pratica, l’Autorità boccia l’ipotesi di riunificare l’attuale società dell’infrastruttura RFF dentro la holding di SNCF e si pronuncia invece a favore di una separazione più netta, ma così facendo mette in discussione forse la principale architrave su cui si regge la riorganizzazione ispirata da Guillaume Pepy, presidente di SNCF, e fatta propria dal Ministro dei Trasporti, Frederic Cuvillier. L’Autorità della concorrenza francese affonda i propri colpi nell’ambiguità del progetto di riforma governativo, che deve da una parte blandire la contrarietà dei sindacati dei ferrovieri verso l’ipotesi di una separazione netta della società dell’infrastruttura e, dall’altro, rassicurare l’Unione Europea, che a sua volta pretende che venga eretta una vera “muraglia cinese” tra chi gestisce la rete ferroviaria e chi invece gestisce i servizi di trasporto commerciali. Le raccomandazioni del gendarme che vigila sulla concorrenza prevedono una separazione reale tra la futura SNCF Mobilitès e SNCF Réseau, che – nel progetto governativo – è destinata a riunificare l’attuale gestore RFF (Réseau Ferré de France), la Direzione della circolazione ferroviaria e SNCF Infra (che attualmente fanno capo a SNCF). Nel documento, l’Autorità esprime il parere che “gli obiettivi di integrazione industriale e di affermazione della concorrenza possono essere coniugati e raggiunti egualmente se si rafforza e si preserva l’indipendenza del gestore dell’infrastruttura”. Secondo l’Autorità, tutto ciò si traduce in concreto in alcune correzioni che vanno apportate al progetto di riforma, in particolare per quanto riguarda le procedure di nomina dei responsabili di SNCF Reseau per poter garantire l’imparzialità della nuova società. L’Autorità spiega anche nel dettaglio quali devono essere queste condizioni: la nomina da parte dello Stato del presidente di SNCF Reseau deve ottenere il parere di conformità da parte dell’Araf, l’autorità di regolazione ferroviaria; nessun componente del consiglio d’amministrazione di SNCF Reseau potrà sedere nel CdA di SNCF Mobilités; i dirigenti e gli amministratori di SNCF Reseau non dovranno avere alcun legame passato o attuale con una impresa ferroviaria. Le differenze con l’impostazione del governo e, soprattutto, con le intenzioni di Guillaume Pepy di riunificare sotto SNCF la “famiglia” dei ferrovieri sono evidenti e destinate a creare problemi ad un progetto costruito per garantire una apertura graduale alla concorrenza (per il settore passeggeri, prevista per il 2019), ma mantenendo l’unitarietà del sistema ferroviario e la centralità del ruolo di SNCF. Ma il parere dell’Autorità della concorrenza francese si spinge ancora più in là, prendendo in esame anche il funzionamento di settori considerati inalterabili da SNCF e dal progetto governativo come le stazioni e la sicurezza, oltre al ruolo di Araf e dell’Alto Comitato ferroviari.