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Cuba, Rodriguez: Usa rimuovano
embargo commerciale
Usa­Cuba, Obama potrebbe
incontrare Castro a margine
dell’Assemblea Onu
Non sarebbe una bilaterale, ma un colloquio informale sui progressi del
processo di normalizzazione
Roma, 16:34 ­ 25 settembre 2015 (AGV NEWS)
Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, e la sua controparte
cubana, Raul Castro, potrebbero avere un colloquio in occasione
dell’imminente Assemblea generale delle Nazioni Unite. Lo rende noto la
Casa Bianca. Non si tratterà presumibilmente di una bilaterale, ma più
che altro un momento informale – durante una pausa dalle sessioni – per
discutere tra loro del processo di normalizzazione delle relazioni, in corso
gradualmente su tutti i versanti (l’ultimo in ordine di tempo su cui si sta
lavorando è quello dei trasporti aerei per i voli turistici). L’occasione sarà
lunedì o martedì quando entrambi i capi di stato saranno al Palazzo di
Vetro. Si tratterà della seconda occasione in cui i due presidenti si
incontrano “de visu” dopo la bilaterale dello scorso dicembre che ha
aperto le porte alla normalizzazione. La prima è stata il settimo summit
delle America, che si è tenuto ad aprile a Panama. Peraltro l’occasione
sarà anche il “battesimo” di Castro all’assemblea generale, in quanto
questa è la prima a cui partecipa dall’assunzione della presidenza cubana
nel 2008 e in cui terrà un discorso. L’intervento si terrà lunedì, come
quello di Obama che tra il 27 e il 29 settembre avrà bilaterali col
presidente russo Vladimir Putin e con il premier indiano Narendra Modi.
“È un evento significativo – ha commentato alcuni giorni fa il ministro
degli Esteri dell’Isola, Bruno Rodriguez –. È la prima volta che il
presidente Castro partecipa all’Assemblea e ciò avviene dopo la ripresa
delle relazioni diplomatiche, nonché della visita di Papa Francesco in
entrambi i paesi”. Obama e Castro, comunque, si sono sentiti numerose
volte al telefono, l’ultima delle quali lo scorso venerdì prima della visita
del Santo Padre a Cuba e negli Stati Uniti. Tema centrale delle
conversazioni sono sempre stati i vari aspetti legati alla normalizzazione
dei rapporti e possibili misure per incrementare la cooperazione.
Rimangono, comunque, alcune tensioni tra i due paesi. In particolare
quelle legate al persistente embargo, alla base navale Usa di
Guantanamo e a differenti visioni sulla tematica dei diritti umani. La
prima questione potrebbe essere risolta a stretto giro, in quanto
l’assemblea generale Onu ha pianificato di votare il prossimo mese una
risoluzione per l’eliminazione dell’embargo, come avviene ogni anno e
puntualmente viene respinta. Washington, però a differenza del passato
non ha ancora deciso se porre il veto o astenersi.
Usa­Cuba, la settimana prossima
di discute di normalizzazione dei
voli
Incontri tecnici all’Avana il 28 e 29 settembre. L’obiettivo è essere pronti
quando il Congresso Usa toglierà il veto ai viaggi turistici
Roma, 10:21 ­ 24 settembre 2015 (AGV NEWS)
Rappresentanti statunitensi e cubani si incontreranno per la prima volta
la settimana prossima all’Avana per discutere della normalizzazione dei
trasporti aerei tra i due paesi. I colloqui si terranno il 28 e il 29
settembre e a guidare la delegazione Usa sarà l’assistant secretary di
Stato con delega per gli affari economici, Charles H. Rivkin. Insieme a
lui ci saranno diversi rappresentanti di agenzie governative e delle
compagnie aeree. Della questione Washington e l’Avana parlano già da
tempo, ma è la prima occasione in cui si tengono colloqui tecnici legati
specificatamente all’aviazione civile. Il dipartimento di Stato americano
a proposito ha pubblicato un comunicato in cui si spiega che “ci saranno
incontri con le controparti cubane per esplorare la possibilità di stabilire
servizi aerei tra i due paesi. Forti relazioni sull’aviazione civile –
prosegue la nota – faciliteranno un’altrettanta forte crescita dei viaggi
tra le due nazioni”. Attualmente possono volare sull’isola solo dodici
categorie di cittadini statunitensi e non i turisti, in quanto il Congresso
non ha ancora eliminato l’embargo sugli spostamenti legati a questo
settore. Comunque, anche se con queste limitazioni, secondo il
dipartimento di Stato i viaggi verso l’Isola da gennaio sono aumentati
del 35 per cento.
A sbloccare la situazione per il dialogo sulla questione sono state le
nuove regole, annunciate dal governo Usa lo scorso venerdì, che
permetteranno anche ai parenti stretti dei viaggiatori autorizzati di poter
recarsi a Cuba. A ciò si aggiunge il fatto che molte delle principali
compagnie aeree americane, dalla JetBlue all’American Airlines, stanno
facendo pressioni sull’amministrazione Obama affinché siano eliminate le
restrizioni per i viaggiatori e vengano stabilite nuovamente rotte regolari
tra i due paesi. Finora l’unico modo di bypassare il veto e le limitazioni è
stato quello di usare compagnie charter, come ha fatto l’American
Airlines che stima di chiudere il 2015 con circa 1.200 voli verso Cuba,
oltre il 9 per cento in più rispetto al 2014. Attualmente ci sono voli
diretti verso l’Avana dalla Florida a cui si sono aggiunti quelli provenienti
da Boston, Chicago e New York (aperto a luglio). Si tratta però di tratte
settimanali e con una capienza ridotta a seguito delle limitazioni.
Nazioni Unite, 18:15 ­ 30/09/2015 (AGV NEWS)
L’embargo commerciale imposto dagli Stati Uniti contro Cuba deve essere
rimosso al fine di normalizzare pienamente le relazioni tra i due paesi: lo
ha detto oggi il ministro degli Esteri cubano Bruno Rodriguez nel corso del
proprio intervento all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. "Questo
[l’embargo commerciale] – ha sottolineato il ministro cubano ­ non è
stato in nessun modo modificato, il ritmo del processo verso la
normalizzazione delle relazioni tra i governi degli Stati Uniti e di Cuba
dipenderà dalla revoca del blocco".
Ndr. Segnalo questo importantissimo documento:
RELAZIONE DI CUBA SUI DANNI
PROVOCATI DAL BLOCCO ­ 2015
DISCORSO DEL PRESIDENTE DEI
CONSIGLIO DI STATO E DEI
MINISTRI DELLA REPUBBLICA DI
CUBA, RAÚL CASTRO RUZ, AL
VERTICE DELLE NAZIONI UNITE
DEDICATO ALL’APPROVAZIONE
DELL’AGENDA PER LO SVILUPPO
POST­2015.
New York, 26 settembre 2015. Stimati capi di Stato e di Governo,
Distinti capi delle delegazioni,
Signor Segretario Generale delle Nazioni Unite,
Signor Presidente,
L'instabilità in numerose regioni ha le sue radici nella situazione di
sottosviluppo in cui vivono due terzi della popolazione mondiale.
Gli avanzamenti, quindici anni dopo l’adozione degli Obiettivi di Sviluppo
del Millennio, sono insufficienti e disugualmente distribuiti. Persistono, e
in molti casi perfino si aggravano, livelli inaccettabili di povertà e
disuguaglianza sociale, compreso nelle stesse nazioni industrializzate. La
breccia tra il Nord ed il Sud e la polarizzazione della ricchezza
aumentano.
Constatiamo che siamo ancora molto lontano da contare su una vera
associazione mondiale per lo sviluppo.
Non meno di 2.700 milioni di persone nel mondo vivono nella povertà. Il
tasso globale di mortalità infantile in minori di cinque anni, continua a
essere varie volte superiore a quello dei paesi sviluppati. La mortalità
materna nelle regioni in via di sviluppo è 14 volte più alta che in quelli.
In mezzo all'attuale crisi economica e finanziaria, i ricchi e le compagnie
transnazionali diventano sempre più ricche, e aumentano
drammaticamente i poveri, i disoccupati e le persone senza casa a causa
di crudeli politiche chiamate "di austerità". Ondate di immigranti disperati
arrivano in Europa fuggendo dalla miseria e dai conflitti che altri hanno
scatenato.
I mezzi per attuare l'Agenda, senza impegni misurabili né calendari, non
sono commisurati alla portata dei suoi 17 obiettivi di sviluppo sostenibile.
Se vogliamo un mondo vivibile, di pace e concordia tra le nazioni, di
democrazia, giustizia sociale, dignità e rispetto dei diritti umani di tutti,
dovremmo adottare quanto prima impegni tangibili in materia di aiuto
allo sviluppo e risolvere il problema del debito già pagato varie volte.
Bisognerebbe costruire un'altra architettura finanziaria internazionale,
eliminare il monopolio tecnologico e della conoscenza, e cambiare l'ordine
economico internazionale vigente.
I paesi industrializzati dovrebbero accettare il loro debito storico ed
esercitare il principio di "responsabilità comuni ma differenziate". Non si
può brandire come pretesto la mancanza di risorse quando si investono
1,7 milioni di milioni di dollari annuali in spese militari senza la cui
riduzione non saranno possibili lo sviluppo né una pace stabile e duratura.
Signor Presidente,
Il ristabilimento delle relazioni diplomatiche tra Cuba e gli Stati Uniti,
l'apertura di ambasciate e i cambiamenti che il presidente Barack Obama
ha dichiarato nella politica verso il nostro paese costituiscono un
importante avanzamento, che ha provocato il più ampio consenso della
comunità internazionale.
Tuttavia, persiste il blocco economico, commerciale e finanziario contro
Cuba, da più di mezzo secolo, il quale causa danni e privazioni al popolo
cubano, è il principale ostacolo per lo sviluppo economico del nostro
paese, colpisce altre nazioni per la sua portata extraterritoriale e continua
a pregiudicare gli interessi dei cittadini e delle imprese statunitensi.
Questa politica è respinta da 188 Stati membri delle Nazioni Unite che
chiedono porle fine.
Nonostante tutto, Cuba ha raggiunto gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio
e ha offerto la sua cooperazione ad altri paesi in via di sviluppo in vari
settori, cosa che continueremo a fare nella misura delle nostre modeste
possibilità.
Non rinunceremo mai alla dignità, alla solidarietà umana e alla giustizia
sociale che sono convinzioni profonde della nostra società socialista.
foto presa da Granma
Traduzione: Redazione di El Moncada /D92&(௑$112;9,,,1ƒ
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LA SOLIDARIETÀ NON SI
BLOCCA
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"Tutta l’ attuale attenzione per Cuba al momento non risolve i problemi
causati dal blocco, tra cui, purtroppo, il reperimento dei medicinali la cui
mancanza miete vittime innocenti, per quello che potremo fare con il nostro
lavoro e con l’aiuto di personaggi molto popolari cercheremo di sensibilizzare
la gente e speriamo di bissare il successo della partita che si svolse a San
Donà 15 anni fa". Questo ha dichiarato Giovanni Giusto spiegando il suo
invito alla Nazionale Italiana Cantanti che da trent’anni è in campo per
sensibilizzare e raccogliere fondi a favore di moltissime iniziative benefiche.
In seguito alla calamità naturale del luglio scorso, gli organizzatori hanno
deciso di devolvere parte del ricavato alle famiglie vittime del catastrofico
tornado che ha colpito la Riviera del Brenta.
Quindi, partecipate e fate conoscere UN GOL POR LA VIDA!!!
RAÚL È NEW YORK
Il presidente Raúl Castro Ruz è arrivato a mezzogiorno di giovedì 24
settembre negli Stati Uniti per partecipare al Vertice delle Nazioni Unite
dedicato all'approvazione dell'Agenda di Sviluppo dopo il 2015 e al Dibattito
Generale del 70° Periodo di Sessioni dell'Assemblea Generale dell'ONU.
All'aeroporto John F. Kennedy è stato ricevuto dall'ambasciatore di Cuba
José Ramón Cabañas Rodríguez e dal rappresentante permanente di Cuba
davanti alle Nazioni Unite, Rodolfo Reyes Rodríguez.
Durante la sua prima visita ufficiale in questo paese, Raúl c svolgerà un
intenso programma di lavoro di lavoro che comprende anche il suo
intervento alla Riunione dei Leader Mondiali su Equità di Genere e
Emancipazione della Donna, incontri con vari presidenti, congressisti,
personalità e cubani residenti qui.
In queste giornate a New York sono previste anche le cerimonie di
stabilimento di relazioni diplomatiche con Isole Marshall e Palau.
La delegazione ufficiale che assiste a tutte questi attività è composta anche
dal cancelliere Bruno Rodríguez Parrilla; Abelardo Moreno Fernández,
viceministro delle Relazioni Estere; oltre che dal rappresentante cubano
davanti alle Nazioni Unite.
Nella mattina di venerdì è atteso l'intervento di Papa Francesco davanti al
plenario dell'Assemblea Generale, momento nel quale sarà presente anche il
presidente cubano. Autore: Leticia Martínez ­ Foto: Estudios Revolución
Traduzione: Redazione di El Moncada RAÚL HA INCONTRATO
IMPORTANTI PERSONALITÀ
NORDAMERICANE E IL
PRESIDENTE NICOLÁS MADURO
Leticia Martínez ­ 26 settembre 2015 New York. ­ Il presidente Raúl Castro Ruz ha sostenuto, nel pomeriggio del
venerdì, vari incontri bilaterali, come parte della sua agenda di lavoro in
questa città, nella quale è arrivato giovedì per partecipare al Vertice di
Sviluppo dopo il 2015 e al dibattito generale del 70° periodo di sessioni
dell'Assemblea Generale dell'ONU.
Al mezzogiorno si è incontrato con il presidente del Mozambico, Felipe
Nyussi, in un’atmosfera di cordialità, dimostrazione dei legami che hanno
unito i due paesi per anni.
Più tardi si è incontrato nella Sede della Missione Cubana davanti all'ONU
con il governatore dello Stato di New York, Andrew Cuomo, che era stato a
Cuba in aprile scorso insieme a una delegazione di imprenditori
nordamericani. Questa è stata un'occasione per scambiare opinioni su quello
che si è riusciti a fare da quella visita al fine di continuare a sviluppare i
legami tra New York e Cuba.
Il Generale dell’Esercito ha avuto un incontro anche con un gruppo bipartitico
di legislatori nordamericani che hanno mantenuto posizioni favorevoli al
cambiamento della politica statunitense verso Cuba e lavorano
assiduamente per avvicinare i due paesi. Tra loro c’erano i senatori Patrick
Leahy e Heidi Heilkamp, nonché i rappresentanti Bárbara Lee, James
McGovern, Thomas Emmer, Karen Bass, Gregory Meeks, Nydia Velázquez,
Charles Rangel e José Serrano.
Durante l'incontro hanno parlato dei passi che sono stati fatti dal 17
dicembre e delle questioni ancora pendenti per continuare ad avanzare nel
processo di normalizzazione delle relazioni. Raúl li ha ringraziati soprattutto
per gli impegni che hanno portato avanti per tanti anni.
Alla chiusura della giornata, Raúl ha ricevuto il presidente venezuelano
Nicolás Maduro che era accompagnato dal cancelliere Delcy Rodríguez,
dall'ambasciatore del Venezuela davanti all'ONU, Rafael Ramírez, e dalla
prima combattente Cilia Flores. La riunione ha nuovamente evidenziato la
solidarietà di Cuba con la patria bolivariana.
Per le dieci circa della mattina di questo sabato è pianificato l'intervento del
Presidente cubano al Vertice di Sviluppo.
Nella foto Estudios Revolución: Raúl si è incontrato nella Sede della Missione
Cubana davanti all'ONU con il governatore dello Stato di New York, Andrew
Cuomo. Traduzione: Redazione di El Moncada Il blocco contro Cuba: il genocidio più lungo della Storia
Il blocco contro Cuba: il genocid...
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SANTOS E LE FARC FIRMANO A LA HABANA
UNO STORICO ACCORDO DI GIUSTIZIA
Russia, Naryshkin: America
Latina centro emergente del
mondo multipolare
Per il presidente della Duma è importante la cooperazione con area
sud americana
Histórico apretón de manos de ...
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Mosca, 16:25 ­ 14 settembre 2015 (AGV NEWS)
Mosca vede con favore il ruolo crescente dell’America Latina nello sviluppo
delle relazioni internazionali. Lo ha detto il presidente della Camera Bassa
del Parlamento russo Sergei Naryshkin sottolineando come l’America Latina
sia “un centro emergente del mondo multipolare, quello che svolge un
ruolo sempre più positivo negli affari internazionali di anno in anno”, ha
ammesso durante un incontro con il vice presidente del Brasile Michel
Miguel Elias Temer Lulia. Naryshkin ha poi precisato che con questi paesi
“condividiamo molte sfide del mondo di oggi e ciò ci rende alleati
naturali”.
LE PAROLE DI RAÚL SUGLI
ACCORDI PER LA PACE IN
COLOMBIA
La Habana, 24 Settembre 2015 – Le parole del Generale dell’Esercito Raúl
Castro Ruz, Primo Segretario del Comitato Centrale del Partito Comunista
di Cuba e Presidente dei Consigli di Stato e dei Ministri, nell'atto per la
firma degli Accordi sulla Giurisdizione Speciale per la Pace in Colombia, nel
Salone di Protocollo di Cubanacán, il 23 settembre di 2015, "Anno 57 della
Rivoluzione".
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23 settembre 2015 ­ Dopo una riunione avvenuta a La Habana, il
Presidente della Colombia, Juan Manuel Santos, e il leader delle FARC,
Rodrigo Londoño Echeverri alias Timoleón Jiménez o "Timochenko", hanno
raggiunto un accordo sulla giustizia transizionale, che si considera un punto
chiave nei negoziati di pace.
Come ha detto Santos dopo la dichiarazione congiunta delle parti, detto
accordo cerca "il massimo di giustizia possibile per le vittime e la massima
soddisfazione dei loro diritti" e "garantire che i crimini più gravi commessi
durante il conflitto non rimarranno nell'impunità". "Siamo giunti a un
accordo sulle basi di giustizia", ha detto il Presidente.
Santos ha segnalato che "mancano ancora punti difficili da concordare",
tuttavia, ha sottolineato la necessità di "giungere a un accordo finale in un
massimo di sei mesi". L'accordo "deve avere le basi per una pace stabile e
duratura" e "che risponda alle aspettative dei colombiani di una pace con
giustizia".
In concreto, in termini di amnistia, l'accordo stabilisce che non saranno
oggetto di amnistia i reati di lesa umanità, il genocidio, i gravi crimini di
guerra, come la presa di ostaggi, la privazione grave della libertà, la
tortura, il trasferimento forzato, le esecuzioni extragiudiziali, la violenza
sessuale, tra gli altri.
L'accordo, pubblicato nella pagina ufficiale della Presidenza della Repubblica
della Colombia, stabilisce anche la creazione di una Commissione per il
Chiarimento della Verità, la Convivenza e la Non Ripetizione. Un altro punto
consiste nella creazione di una Giurisdizione Speciale per la Pace "che
conterà su Sale di Giustizia e su un Tribunale per la Pace", la cui funzione
principale sarà quella di mettere fine all'impunità, "di ottenere verità, di
contribuire al risarcimento delle vittime e di giudicare e imporre sanzioni ai
responsabili dei gravi delitti commessi durante il conflitto armato". L'ultimo punto dell'accordo dichiara come un "obiettivo condiviso" la
trasformazione delle FARC in un movimento politico legale.
Raúl Castro, anche lui presente alla riunione, ha detto che "la pace in
Colombia non solo è possibile, è indispensabile. Ma richiede un grande
sforzo e una grande volontà come quella che stanno mostrando le due
parti".
Traduzione: Redazione di El Moncada VENEZUELA E COLOMBIA DECIDONO LA
RESTITUZIONE DEI LORO AMBASCIATORI
22 settembre 2015 ­ Venezuela e Colombia hanno deciso questo lunedì il
ritorno dei loro ambasciatori e di cercare la normalizzazione progressiva
della frontiera ­ dopo le chiusure disposte da Caracas che un mese fa hanno
provocato una seria crisi bilaterale ­ dopo un incontro qui dei presidenti
Nicolás Maduro e Juan Manuel Santos
I governanti hanno deciso il ritorno immediato dei rispettivi ambasciatori e
la progressiva normalizzazione della frontiera, è stato indicato in una
dichiarazione congiunta letta dal presidente ecuadoriano Rafael Correa, che
ha facilitato la riunione nella sua qualità di presidente della Comunità degli
Stati Latinoamericani e dei Caraibi.
Entrambi i capi di Stato si sono impegnati a costruire un accordo che risolva
i problemi della frontiera comune, orientato alla fraterna convivenza e allo
sviluppo economico e sociale, ha aggiunto il comunicato.
Santos e Maduro hanno sottolineato il rispetto e la coesistenza dei loro
differenti modelli economici, e hanno segnalato che manterranno il dialogo,
con il sostegno di Uruguay ed Ecuador, il cui presidente Tabaré Vázquez era
presente come titolare pro tempore dell'Unione delle Nazioni Sudamericane.
La crisi è cominciata quando Caracas ha ordinato la chiusura della frontiera
il 19 agosto scorso, dopo un attacco attribuito a paramilitari colombiani che
ha lasciato tre poliziotti e un civile feriti.
Ha trionfato la sensatezza, e quello che deve trionfare sempre: la pace, ha
segnalato Maduro, che ha proclamato: non c'è spazio per l'odio, per
l'intolleranza, né per la vendetta, l'unica via d’uscita che c’è è per il
dialogo.
Santos ha poi reiterato la sua gratitudine al Venezuela per il ruolo che ha
svolto per la pace della Colombia. Ha detto che rispetta la decisione di
Maduro di chiudere la frontiera ed espellere coloro che non hanno
documenti, e ha insistito nella sua domanda che si rispettino i diritti dei
colombiani espulsi, e ha segnalato che si indagherà sulle incursioni
venezuelane nel suo paese.
Ha detto di comprendere la preoccupazione per le mafie che sono
impiantate alla frontiera, e ha affermato: qui ha prevalso la sensatezza. Il
tema del contrabbando di combustibili verrà affrontato, ha dichiarato, in
allusione alle denunce di Caracas che bande di paramilitari colombiani
comprano in Venezuela benzina a prezzi sovvenzionati per venderla in
Colombia.
(Con informazione di La Jornada)
Traduzione: Redazione di El Moncada /D92&(௑$112;9,,,1ƒ
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Venezuela, Maduro all’Onu:
Cambiare modello per
raggiungere l’Agenda 2030
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Colombia, storica intesa Bogotà­
Farc sugli aspetti giudiziari del
piano di pace
Raggiunto un accordo sul nodo cruciale dei negoziati, che si
concluderanno entro 6 mesi. Poi le Farc avranno 60 giorni per
deporre le armi
Il presidente venezuelano: Dobbiamo lavorare per una “casa
comune” dove non ci siano guerre, razzismo, xenofobia, disprezzo e
disuguaglianza
Roma, 08:46 ­ 24 settembre 2015 (AGV NEWS)
Roma, 14:57 ­ 28 settembre 2015 (AGV NEWS)
Bisogna trasformare i sistemi economici per raggiungere i 17 obiettivi
dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Lo ha affermato nel suo
discorso all’Onu il presidente venezuelano, Nicolas Maduro, affermando che
“la disuguaglianza è figlia di tutte le forme di dominio ed esclusione”. A
questo proposito, il capo dello stato bolivariano ha spiegato che la
nazionalizzazione delle risorse naturali è importante per raggiungere
l’indipendenza finanziaria delle nazioni e il Venezuela ha lottato per essere
autosostenibile. “Questo cammino – ha sottolineato – ha significato una
profonda e veritiera rivoluzione”. Inoltre, Maduro ha annunciato che il Food
and Agricultural Organization (la Fao) ha rilevato che il suo paese ha
ridotto l’indice di povertà in maniera notevole. Questo era pari al 13,5 per
cento nel 1992 e nel 2013 si è attestato al 5 per cento. In relazione ai 70
anni dell’Onu, il presidente ha ribadito con forza che bisogna lavorare per
costruire nuovi modelli economici e sociali che diano da una parte la
felicità all’umanità e che dall’altra contrastino efficacemente la povertà e
la disoccupazione. “Abbiamo bisogno di considerare la costruzione di un
altro modello – ha detto ­. Il Venezuela in questi 15 anni ha portato avanti
una rivoluzione economica, sociale e politica”.
Maduro ha parlato anche degli esodi migratori, che l’Europa sta subendo in
questo momento e ha espresso preoccupazione per quanto sta accadendo.
A questo proposito ha affermato alle Nazioni Unite di essere d’accordo con
quanto affermato da Papa Francesco, e cioè il concetto della “Casa Piena”.
Una casa comune di tutti gli uomini che “deve continuare a sorgere su una
retta comprensione della fraternità universale e sul rispetto della sacralità
di ciascuna vita umana, di ciascun uomo e di ciascuna donna – aveva
affermato il Santo Padre nel suo intervento ­; dei poveri, degli anziani, dei
bambini, degli ammalati, dei non nati, dei disoccupati, degli abbandonati,
di quelli che vengono giudicati scartabili perché li si considera nient’altro
che numeri di questa o quella statistica”. Perciò, per il presidente
venezuelano bisogna lavorare “se vogliamo avere entro il 2030 una casa
comune senza guerra imperialista, senza guerra di distruzione, senza
razzismo e xenofobia, senza disprezzo e disuguaglianza. Pensiamo – ha
continuato – a una casa comune dei popoli, che assumono l’Agenda 2030
come una grande ‘agenda umana’ di costruzione della ace, di felicità e di
giustizia universale”. Russia, incontro oggi a New York
fra Lavrov e Maduro
Sciolto il nodo cruciale tra il governo colombiano e le Farc per arrivare
all’accordo di pace definitivo. Le parti hanno trovato un’intesa sulla
questione delle conseguenze penali per le azioni dei combattenti
rivoluzionari. A questo proposito saranno istituiti tribunali speciali e sarà
formata una commissione per la verità. Inoltre le vittime del conflitto
saranno risarcite e ci sarà un’amnistia sia per i guerriglieri indipendentisti
sia per le forze militari che li hanno contrastati, a patto però che non
abbiano commesso crimini di guerra. In quel caso verranno giudicati dai
nuovi tribunali, composti da giudici colombiani che saranno assistiti da
colleghi stranieri. L’accordo è stato annunciato all’Avana, che ospita i
negoziati tra le parti, in una cerimonia a cui hanno partecipato il presidente
colombiano Juan Manuel Santos, il comandante delle Farc Timoshenko e il
presidente cubano Raul Castro. Anche i due paesi che stanno mediando,
Cuba e Norvegia, hanno reso noto un comunicato in cui si spiega che
quanto stabilito ha lo scopo di garantire la verità, la convivenza pacifica, la
riparazione per le vittime, la giustizia e la non ripetizione di quanto
avvenuto finora. “Abbiamo concordato che al massimo tra sei mesi si
devono concludere i negoziati – ha affermato Santos ­. Una volta siglato
l’accordo di pace definitivo, le Farc dovranno deporre le armi entro 60
giorni” (il 23 marzo 2016).
“È la prima volta nella storia che un governo e un gruppo armato illegale
creano un sistema di questo tipo – ha aggiunto il presidente colombiano –
all’interno di quello giudiziario nazionale. La sua approvazione definitiva –
ha sottolineato – dovrà comunque essere sottoposta al giudizio degli
elettori colombiani. Il Papa ci ha detto che non possiamo permetterci un
altro fallimento sul cammino della pace e della riconciliazione – ha
concluso Santos ­. Non intendiamo fallire, è arrivata l’ora della pace”.
Anche Timoshenko ha salutato con favore l’intesa e ha spiegato che è stato
creato questo meccanismo per garantire non tanto l’impunità verso i
crimini commessi durante il conflitto, ma piuttosto un equo giudizio sia nei
confronti dei combattenti delle Farc sia delle forze di sicurezza e di quelle
paramilitari che li hanno contrastati. L’accordo sugli aspetti giudiziari/penali
della pace si aggiunge a quelli già raggiunti tra le parti negli scorsi anni
come la riforma rurale e la partecipazione politica degli ex guerriglieri
(2013), nonché la produzione e vendita di droga (2014).
Messico, al via la costruzione del
nuovo aeroporto internazionale
della capitale
La struttura costerà oltre nove miliardi e dovrebbe essere
inaugurata il 20 ottobre 2020
Il meeting fra il ministro degli Esteri russo e il presidente venezuelano si
terrà a margine dell’Assemblea generale delle Nazioni unite.
Roma, 15:53 ­ 15 settembre 2015 (AGV NEWS)
New York, 16:27 ­ 26 settembre 2015 (AGV NEWS)
Il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, si incontrerà nella giornata di
oggi con il presidente venezuelano, Nicolas Maduro, a margine
dell’Assemblea generale delle Nazioni unite a New York. Lo ha annunciato
una fonte della delegazione russa parlando con i giornalisti. L’incontro – ha
precisato la fonte – era in realtà stato previsto per la visita a Caracas del
ministro russo ma, su iniziativa venezuelana, era stato spostato a New
York. È qui che la delegazione venezuelana aveva intenzione di portare
avanti l’ambizioso obiettivo di pervenire a decisioni in grado di condurre a
una risoluzione del conflitto interno in Colombia.
Al via il progetto di costruzione del nuovo aeroporto internazionale di Città
del Messico. Lo ha annunciato il direttore del Grupo Aeroportuario Raul
Gonzalez Apaolaza. Per finanziare il progetto sono stati emessi alcuni
prestiti obbligazionari e bancari, tanto che l’operazione non andrà a incidere
sulle casse dello stato e non sarà coinvolta nei tagli di bilancio. A guidare il
progetto è Grupo Aeroportuario, un’azienda mista di cui lo stato detiene la
maggioranza delle azioni, che gestirà anche lo scalo. “Crediamo di avere
sufficienti risorse per rimanere all’interno dei binari e per fare in modo che
il nuovo aeroporto possa essere inaugurato il 20 ottobre del 2020”, ha
aggiunto Gonzales in un comunicato reso noto dal segretariato messicano
per le Comunicazioni e i trasporti. Nelle ultime ore sono stati pubblicate le
gare d’appalto per la costruzione di 21 strutture di base. Il primo pacchetto
copre la preparazione del sito dove sorgerà lo scalo (4.430 ettari) per poi
dare il via ai lavori per la creazione degli edifici. L’aeroporto, che sorgerà
nella zona del lago Texcoco, costerà oltre nove miliardi di dollari; avrà sei
piste e potrà gestire ogni anno 120 milioni di passeggeri, circa quattro
volte quello relativo allo scalo attuale (che ha cominciato a operare nel
1929).