trisomie scienza
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I CROMOSOMI UMANI Come si possono studiare i cromosomi? Quando sono al massimo della loro visibilità! Il ciclo cellulare stimolazione con mitogeni le cellule si separano sintesi DNA blocco m ito s i metafase colchicina duplicazione dei cromosomi i cromosomi si separano cellule con cromosomi duplicati Cellula in metafase “piastra” metafasica C r o m o s o m a c o n b a nd e G t e lo m e r o c e nt r o m e r o B a n d e G p a llid e Band e G s c ur e r ic c h e in A T poc h i ge ni r ic c h e in G C m o lt i g e n i t e lo m e r o Ideogrammi cromosomi con bandeggio Ogni specie possiede un numero di cromosomi proprio, l’uomo ne ha 46 (2n, dove n è il numero di cromosomi aploide: 22 coppie di autosomi e due cromosomi sessuali) Il cane ne ha 78 Il gatto 38 Il cavallo 64 Il topo 44 ………….. CARIOTIPO UMANO NORMALE bande G Patologia cromosomica aa c c aa ric ric oo d d ee li •numero cromosomi autosomici •struttura cromosomi sessuali Alterazioni numeriche aneuploidi Cromosomi autosomici: 13,18,21 Trisomie: Monosomie: Cromosoma X* Cromosoma X Disomie X e Y nel maschio euploidi poliploidie cromosomi autosomici Trisomie: presenza di tre cromosomi omologhi piuttosto che i normali due: il numero totale dei cromosomi umani diviene pertanto 2n+1=47. Incidence of Down Syndrome (per 1000 births) Trisomie Mother’s age Tra la 6° e la 12° sett. di vita intrauterina si realizza una fase critica del processo di sviluppo e differenziazione del feto; nel Down in quella fase si assiste ad un rallentamento di tutti processi in confronto ad un feto normale, con il risultato di una basso peso alla nascita, ritardo di crescita e sviluppo di cervello, occhi, mani cuore. Benda CE,1969 Sindrome di Down Trisomia 18 Trisomia 18 (sindrome di Edwards); 1/56.000 trisomia 18 caratteristico aspetto del viso, sterno corto, dita che si sovrappongono e mani a pugno chiuso, piede torto sinistro. Trisomia 18 Nota: il 2° e il 5° dito sono sovrapposti al 3° e al 4°. Trisomia 18 piede torto sinistro. Trisomia 18 Severo ritardo mentale Difetti cardiaci congeniti 90% exitus entro il primo anno Trisomia 13 Trisomia 13 Trisomia 13 Sindrome di Patau (1/5.000) Trisomia 13 10 0 80 60 40 20 0 S u r v iv a l ( % ) 1 d a y 1 w e e k 1 m o n t h 1 ye a r 8 8 ,1 4 2 ,9 25 2 ,4 cromosomi sessuali Trisomie: X Sindrome XXX X •1/1000 femmine •fenotipo, pubertà e fertilità, abitualmente normale •QI : normale o moderatamentediminuito 47, XXX cromosomi sessuali Monosomie: X Monosomia X: Sindrome di Turner 45,X0 S in d ro m e d i T u rn e r Linfedema Coartazione dell’aorta P te rig iu m c o lli A tta c c a tu ra b a s s a d e i c a p e lli Sindrome di Turner seno non sviluppato capezzoli distanziati Torace a botte Ipogonadismo primario: disgenesia gonadica Sindrome di Turner Paziente adulta Statura: 1,50 m SC 13 anni, con la madre cromosomi sessuali disomia X nel maschio Sindrome XXY, Klinefelter Sindrome XXY, Klinefelter Sindrome XXY, Klinefelter Ipogenitalismo,ipogonadismo sterilità Ginecomastia (10-15%) Distribuzione dei peli pubici di tipo ginoide cromosomi sessuali disomia Y nel maschio Sindrome doppio Y Anomalie strutturali cromosomi autosomici cromosomi sessuali Traslocazione robertsoniana Due cromosomi acrocentrici cromosomi autosomici Traslocazione robertsoniana Le d u e b ra c c ia c o rte v a n n o p e rs e D u e c ro m o s o m i a c ro c e n tric i Traslocazione robertsoniana Le d u e b ra c c ia c o rte v a n n o p e rs e D u e c ro m o s o m i a c ro c e n tric i Carrier di traslocazione (45,XX) N o r m a le S b ila n c i a t i C e l l u la p r o g e n i t r ic e B ila nc ia t o Sindrome di Down da traslocazione 14/21 46,XY Traslocazione reciproca cromosomi autosomici e sessuali Traslocazione reciproca Traslocazione reciproca 8/5 Segregazione meiotica in portatore di traslocazione reciproca Accoppiamento in meiosi segregazione gameti Normale, bilanciato sbilanciati sbilanciati aborti ripetuti I trim. sbilanciati Modalità di trasmissione • Caratteri complessi (più comuni) Multifattoriali, dovuti a fattori sia genetici che ambientali Non mostra le “classiche” caratteristiche mendeliane Eredità complessa I c a ra tte ri c o m p le s s i v a ria n o in m o d o c o n tin u o d a u n m in im o a d u n m a s s im o s e n z a e v id e n ti s c a rti tra i v a lo ri. P e r i c a ra tte ri c o m p le s s i s i u s a il te rm in e d i q u a n tita tiv o p e r in d ic a re c h e l’e ffe tto fe n o tip ic o è d o v u to a ll’a z io n e c o m b in a ta d i m o lti fa tto ri c ia s c u n o c o n u n p ic c o lo c o n trib u to a d d itiv o . A d d itiv o s ig n ific a c u m u la tiv o , c io è n e s s u n g e n e è d o m in a n te o re c e s s iv o ris p e tto a ll’a ltro . Questo comportamento è ben rappresentata da una distribuzione normale (gaussiana) La media e la varianza caratterizzano la distribuzione dei caratteri quantitativi. x (curva gaussiana) x = media σ² σ² = ampiezza curva o varianza La distribuzione dei valori attorno alla media è determinata dalla deviazione standard (ds). Circa il 68%, 95%, 99,7% delle osservazioni cadono nell’intervallo di ± 1, 2 o 3 ds Caratteri comuni che mostrano una distribuzione normale •Pressione arteriosa •Dermatoglifi •Statura •Intelligenza •Colore della pelle E’ possibile dimostrare che un fenotipo con una distribuzione normale nella popolazione generale è generato da una eredità poligenica (cioè dovuto alla azione di molti geni a differenti loci ciascuno con un uguale effetto additivo). Consideriamo ad es. la statura. Ipotesi 1): due alleli ad 1 locus con uguale frequenza a(alto) b(basso) fenotipo discontinuo con 3 gruppi fenotipici in rapporto 1 (alto aa):2 (medio ab):1(basso bb). Ipotesi 2):due loci con due alleli ciascuno con effetto additivo 5 gruppi fenotipici in un rapporto 1(4 geni alto) 4 ( 3 alto+1basso) 6 (2 alto+2basso) 4 (1 alto+3 basso) 1(4basso). Ipotesi 3): sistema a tre loci con due alleli ciascuno rapporti fenotipici sarebbero 1:6:15:20:15:6:1. Altro es. colore della pelle: tre geni ciascuno con due alleli Da questi esempi appare evidente che come aumenta il numero dei loci, la distribuzione fenotipica tende alla normalità confermando l’azione additiva di molti geni a loci differenti Malattie con “soglia” • Alcune malattie (complesse) non seguono, apparentemente, la distribuzione normale. La malattia c’è o non c’è. • La spiegazione è una sottostante condizione di suscettibilità. • Se la malattia c’è o non c’è dipende dal superamento o meno di una soglia di suscettibilità Caratteristiche eredità complessa •Non esistono geni prevalenti o “maggiori”. •Effetto finale dovuto all’interazione tra geni e ambiente. •Per le malattie, difficoltà nel valutare il rischio di ricorrenza. Sempre comunque di molto inferiore al rischio più basso noto per malattie mendeliane. •La maggior parte dei rischi di ricorrenza sono empirici, cioè dedotti dall’osservazione. •Range* 3% 5% * Può variare e seconda delle famiglie in base al numero degli affetti e del grado di parentela Heritability ovvero ereditabilità (h²): • quantifica il peso relativo dei fattori genetici vs quelli ambientali, si valuta dal grado di s o m ig lia n z a tra p a re n ti e s p re s s o c o m e c o e ffic ie n te d i c o rre la z io n e ( fu n z io n e s ta tis tic a d e lla d is trib u z io n e n o rm a le ) . indica la quota di variazione fenotipica osservata in una popolazione dovuta a fattori genetici (rapporto varianza genotipica/ varianza fenotipica totale). h2 = G / P = G / (G + E) Poiché la variazione fenotipica è maggiore di quella dovuta a fattori genetici, il valore di h² deve essere inferiore a 1 Valore compreso tra 0 e 1 E’ un concetto riferito ad una popolazione Conclusioni •I caratteri "poligenici” o " polifattoriali " hanno patterns di ereditarietà complessi. •Mentre tutti i geni, anche quelli mendeliani, interagiscono con l’ambiente, con effetti più o meno evidenti sul fenotipo, il ruolo dell’ambiente nell’eredità polifattoriale è determinante ai fini dell’effetto finale. •Ciò che si trasmette è la suscettibilità.