Ordine Borse di studio Primo piano Multimedialità
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Ordine Borse di studio Primo piano Multimedialità
Tabloid Anno XXXVII N.2 Marzo-aprile 2008 Direzione e redazione Via A. da Recanate 1 20124 Milano tel. 026771371 fax 0266716194 http:/www.odg.mi.it e-mail: [email protected] Poste Italiane Spa Sped. abb. post. DIn: 353/2003 (conv.in L27/2/2004 n.46) art.1 (comma 2). Filiale di Milano New Ordine dei Giornalisti della Lombardia A sso c i a zi one “Walter Tobagi”- I stit u t o pe r la f orm a z ion e a l G ior n a lis m o “ Ca rlo D e M ar t i n o ” Radio etere e news Ordine Conti trasparenti TUTTI I NUMERI DEL BILANCIO Primo piano CAMBIA IL MERCATO DEI Settimanali cattolici Multimedialità Borse di studio freelance e web come costruire un blog Giornalismo investigativo I nomi dei vincitori Sommario New Tabloid n. 2 marzo-aprile 2008 4 editoriale Uno scherzo un po’ troppo riuscito di Letizia Gonzales 31 La voce dei pubblicisti Uffici stampa e giornalismo di Stefano Gallizzi 6 inchiesta Radio locali: etere e news di Paolo Pozzi 2 MULTIMEDIALITÀ 3 I freelance alla conquista delle nuove vie del web di Daniele Cerra 34 L’OSSERVATORIO SULL’ESTERO Giornali Usa: i big perdono, i locali vanno benissimo a cura di Pino Rea 14 LA POSTA DEI LETTORI Stagista a vita, in barba alla legge 16 Il BILANCIO Conti in buona salute di Letizia Gonzales 18 Nuova gestione, costi contenuti di Alberto Comuzzi 19 Trasparenza e austerità di Ezio Chiodini 36 PRIMO PIANO I settimanali cattolici guardano al futuro di Saverio Clementi 41 Don Busti, cronista d’anime di Saverio Clementi 23 LE INIZIATIVE DELL’ORDINE Borse di studio: ecco i vincitori 24 Questi cinquant’anni per noi valgono oro di Paola Manzoni 28 LA VOCE DELLE REDAZIONI Le notizie che non hanno bisogno di parole di Paola Brivio 30 “Stop” al service, giornalisti a casa di Marina Di Leo New Tabloid - Periodico ufficiale del Consiglio dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia Poste Italiane Spa. Sped. Abb. Post. Dl n. 353/2003 (conv. in L. 27/2/2004 n. 46) art. 1 (comma 2). Filiale di Milano - Anno XXXVII N. 2/ marzo-aprile 2008 Direttore responsabile: Letizia Gonzales Redazione: Paolo Pozzi (coordinamento) Antonio Andreini Progetto grafico e realizzazione: Maria Luisa Celotti Studio Grafica & Immagine Crediti fotografici: Photos, NewPress, Max&Douglas. Foto di copertina: di Angelo Puricelli (Foto Blitz) a Radio News di Varese Tabloid 2 / 2008 42 Colleghi IN LIBRERIA Carta stampata e web: matrimonio di interessi a cura di Antonio Andreini 44 Colleghi alla ribalta Il traffico vero delle false griffe di Antonio Andreini 45 LA VOCE DEI VIGNETTISTI Il nostro contratto... che non c’è 46 I NUMERI Direzione, redazione e amministrazione: Via Antonio da Recanate 1 20124 Milano Tel: 02/67.71.371 - Fax 02/66.71.61.94 Registrazione n. 213 del 26-05-1970 presso il Tribunale di Milano. Testata iscritta al n. 6197 del Registro aadegli Operatori di Comunicazione (ROC) Consiglio dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia: Letizia Gonzales: presidente Stefano Gallizzi: vicepresidente Mario Molinari: consigliere segretario Alberto Comuzzi: consigliere tesoriere La tiratura di questo numero è di 27.000 copie Chiuso in redazione il 9 aprile 2008 Stampa: Seregni Grafiche Via Puecher 1 Paderno Dugnano (Mi) Consiglieri: Franco Abruzzo, Mario Consani, Laura Hoesch, Laura Mulassano, Paolo Pirovano, Collegio dei revisori dei conti: Ezio Chiodini (presidente) Marco Ventimiglia, Angela Battaglia Direttore OgL: Elisabetta Graziani Concessionaria di pubblicità: IMAGINA di Gabriella Cantù Corso di Porta Romana 128 20122 Milano E.mail: [email protected] Tel: 02/58320509 - Fax: 02/58319824 3 Editoriale Uno scherzo un po’ troppo riuscito Giornalisti zuzzurelloni, giullari, bontemponi? O solo la smania di far parlare di sé, in occasione del primo d’aprile? E’ accaduto pochi giorni fa ed ha avuto come protagonista una nota Tv locale, Telelombardia, che ha diffuso un comunicato con una dichiarazione di Silvio Berlusconi, inventata appositamente, in cui al leader del Popolo della Libertà venivano attribuite parole secondo cui in caso di pareggio al Senato “...la soluzione migliore sarebbe un governo di buon senso, non di parte” e si facevano i nomi di Massimo Cacciari e Mario Monti, come possibili ministri. La dichiarazione, subito smentita dallo stesso Berlusconi, era in verità un pesce d’aprile che l’editore di Telelombardia Sandro Parenzo aveva architettato “...per creare distensione in una campagna elettorale in cui serve più moderazione”. Parenzo sembra abbia la passione dei pesci d’aprile e stavolta, complice l’orario (la nota è arrivata all’Ansa alle 23.17) la notizia irrompe nelle edizioni on line dei quotidiani e trova spazio nei pastoni politici appositamente riaperti. Mugugni, proteste, richieste di sanzioni disciplinari hanno accompagnato, il giorno dopo, l’exploit di Telelombardia, che è piaciuto molto poco a chi si è trovato a dover smentire una bufala. In molti si sono domandati perché mai i giornalisti dell’emittente non abbiano protestato pubblicamente contro l’Editore pubblicista, per un’iniziativa un po’ tanto goliardica a scapito delle agenzie di stampa e dell’intero 4 Tabloid 2 / 2008 Editoriale mondo dell’informazione, che sapeva più di marketing che di scherzo. “E’ stata soltanto la voglia di un sorriso in campagna elettorale -si giustifica Parenzo- all’insaputa della redazione”. E aggiunge: “Anni fa, per ben altri pesci d’aprile, Le Monde aprì un dibattito sulla credibilità della stampa. Sarebbe utile anche ora…”. Appunto. Perché i giornalisti non godono al momento della stima e della simpatia del pubblico. Sono impopolari, quasi quanto i politici, e tranne in alcuni casi, considerati dai lettori superficiali, poco informati, incompetenti, di parte. Il giudizio negativo che gli italiani danno oggi dei giornalisti, oggetto di una severa critica collettiva, emerge da un’approfondita ricerca effettuata da Enrico Finzi -sociologo giornalista, titolare di Astra Ricerche- su indicazione del nostro Ordine, che presenteremo entro giugno in un apposito convegno. Accanto a questi giudizi così severi emerge però una fortissima domanda di rilancio del ruolo del giornalismo professionale, autonomo e critico. Una voglia di stampa autorevole, colta, punto di riferimento, quasi maestra di vita, nel grande bailamme di comunicatori improvvisati e informazioni fasulle che circolano in rete. Ecco perché il verosimile pesce d’aprile non è stato apprezzato da molti di noi. Ma ne riparleremo presto, anche in funzione del futuro della nostra professione, in relazione all’evoluzione dei media e dell’importanza del buon giornalismo, indispensabile per frenare la diminuzione dell’efficacia pubblicitaria di questi ultimi anni. E, a proposito di buon giornalismo, in questo numero parliamo delle radio locali, l’unico mezzo di informazione che non ha perduto audience,in crescita costante anche di pubblicità e che cattura all’ascolto sempre di più i giovani, già stanchi dei siti più famosi. E, poi, dedichiamo una bella inchiesta alla stampa cattolica, alla sua penetrazione nel territorio della Lombardia, alla evoluzione di questi ultimi anni. Alla crisi che ha travolto alcune storiche testate. Ed alla scoperta di You Tube del nostro moderno Cardinale Tettamanzi. Il presidente Letizia Gonzales Tabloid 2 / 2008 5 L’inchiesta Nessuna CRISI NEL SETTORE SIMBOLO DELLA LIBERALIZZAZIONE Radio locali: etere e news 6 milioni di ascoltatori, nel giorno medio, in Lombardia. Delle 124 emittenti censite, una sessantina sono strutturate e solide, 28 certificate da Audiradio di Paolo Pozzi Libera, ma libera veramente, si diceva negli anni Settanta. Agile e fedele. Invisibile: fa sognare volti e voci che non vedi ma che viaggiano nell’etere fin dentro casa. Interattiva: fa vivere agli ascoltatori il bello della diretta, da protagonisti. E al contrario della tv non ti costringe a star fermo a guardare. Anzi. Tu lavori in ufficio, viaggi in auto, stiri una camicia o fai le fusa sul divano e lei t’informa e ti tiene compagnia. Insomma puoi fare quel che vuoi e lei ti segue ovuunque. Mica puoi fare la stessa cosa quando guardi la tv o leggi il giornale. Non solo. Gli altri media battono la fiacca in audience e pubblicità? Lei invece, la radio, è sulla cresta dell’onda, eternamente giovane e frizzante. E in crescita costante, in audience e pubblicità. Sono circa 6 milioni gli ascoltatori della radio, nel giorno medio, in Lombardia. Su gli oltre 38 milioni di ascoltatori in tutt’Italia, che si sintonizzano su circa 1.500 radio 6 Tabloid 2 / 2008 L’inchiesta il profilo degli ascoltatori Totale Varese Popolazione 8.524 765 Capoluogo 1.875 75 Altri Comuni 6.649 690 Maschi 4.136 370 Femmine 4.388 395 Responsabili acquisti 4.014 Non responsabili acquisti 4.510 Como Sondrio Milano Bergamo Brescia Pavia Cremona Mantova Lecco Lodi 509 161 3.489 919 1.054 472 316 357 291 191 75 19 1.180 103 170 65 65 43 42 434 142 2.309 816 884 407 251 314 249 153 248 77 1.678 454 519 226 154 173 143 94 261 84 1.811 465 535 246 162 184 148 97 360 229 80 1.696 407 471 242 144 164 131 90 405 280 81 1.793 512 583 230 172 193 160 101 38 Età 11-14 anni 329 31 21 6 128 39 44 16 12 12 12 8 20 15-24 anni 874 80 54 19 337 105 117 43 32 35 32 25-44 anni 3.038 267 181 56 1.247 339 387 158 107 124 102 70 45-64 anni 2.471 223 147 47 1.026 263 299 136 91 101 85 53 oltre 64 anni 1.812 164 106 33 751 173 207 119 74 85 60 40 Professioni Imprenditori-dirigentiliberi professionisti 756 55 44 9 373 66 78 37 23 30 25 14 Impiegaticommercianti-artigiani 2.335 198 132 38 1.048 232 274 122 85 84 68 54 Insegnanti-studenti 1.292 115 80 27 516 133 168 70 54 54 46 30 Operai-salariati agricoli 1.210 121 76 26 384 172 185 63 47 61 49 27 899 78 60 20 308 119 138 49 33 36 36 22 199 117 41 860 197 211 130 74 93 67 44 Casalinghe Pensionati-altri non occupati 2.033 Fonte: Audiradio 2007. Dati in migliaia (000). sparse per lo Stivale (quasi il triplo delle televisioni), di cui 1.200 commerciali e 300 comunitarie. Sono invece 124 le emittenti radiofoniche della Lombardia censite nell’ultimo annuario della Guida all’emittenza, di cui 63 ricevono sovvenzioni pubbliche, le cosiddette “misure di sostegno” (vedi box a pag. 9). Ma, di fatto, sono una sessantina le radio operanti nelle undici province lombarde con frequenze chiare e aziende strutturate. Di queste solo 28 sono censite da Audiradio. Sono invece 13 le reti nazionali sempre certificate da Audiradio e di queste 9 hanno sede in Lombardia, prevalentemente a Milano (vedi box a pag. 10). Sfiora invece i 500 milioni di Euro, oggi, la torta pubblicitaria del mercato radiofonico, in Italia, in costante, forte crescita dal 2003 a oggi, con percentuali positive seconde solo al boom di Internet. Le radio locali si spartiscono poco più di 100 milioni Euro. E calcolando che buona parte delle radio nazionali hanno sede a Milano e dintorni, circa la metà degli investimenti pubblicitari complessivi sulla radiofonia italiana transita in Lombardia. Il profilo degli ascoltatori I dati riportati da Audiradio consentono di tracciare un profilo di massima degli ascoltatori sul territorio lombardo, provincia per provincia Sui circa 500 milioni di Euro della torta pubblicitaria del mercato radiofonico nazionale, la metà transita in Lombardia Tabloid 2 / 2008 (vedi tabella sopra). Da questi dati si evince comunque che più della metà degli ascoltatori radiofonici risiede nei territori di Milano, Brescia e Bergamo; la fascia d’età maggiormente rappresentata è quella dai 25 ai 64 anni e ancor più dai 25 ai 44, mentre impiegati, commercianti e artigiani sono i maggiori ascoltatori, seguiti da pensionati e non occupati, insegnanti e studenti. Le sinergie editoriali Negli ultimi anni hanno fatto il loro ingresso nel mercato radiofonico i grandi gruppi editoriali della carta stampata. Antesignano di una tendenza poi scoppiata tra il 2004 e il 2005, il Gruppo Espresso con Elemedia Spa. Il Gruppo Espresso, proprietario del quotidiano La Repubblica, già nel 1989 aveva acquistato Radio DeeJay, intuendo l’enorme potenzialità di un mezzo, quello radiofonico, fino ad allora poco considerato, e la fidelizzazione di un pubblico giovane. 7 L’inchiesta Oggi Radio DeeJay si conferma la prima radio privata più ascoltata d’Italia con 5 milioni e 586mila ascoltatori nel giorno medio, di cui ben più di un milione in Lombardia. Poi nel 1997 inizia l’espansione del Gruppo Espresso nel settore radiofonico con l’acquisizione di Radio Capital (con spiccata specializzazione all’informazione) fino al lancio, nel 2002, di m2o rivolta a un pubblico di adolescenti e giovanissimi. Al gennaio 2005 è invece datato l’ingresso formale della Mondadori sul mercato radiofonico, quando il colosso editoriale di Segrate conclude l’acquisto di Radio 101 One-O-One. La società che gestisce la radio per conto di Mondadori è Monradio (amministratore delega- to Carlo Mandelli, presidente Gerry Scotti) e, con un’acquisizione di frequenze a tappe forzate, potenzia il segnale dell’emittente portandola dal precedente 56% all’89% di copertura nazionale all’inizio del 2007. Incrementi record anche sul fronte pubblicitario, per Radio 101, con Mondadori Pubblicità che in un solo anno, dopo l’acquisizione, raddoppia il fatturato pubblicitario portandolo a 14 milioni di Euro nel 2006. Locali e vincenti Essenziale e ridotta all’osso l’informazione sulle radio commerciali, che danno più spazio a musica e dediche e che per i notiziari nazionali e internazionali si affidano ad agenzie, prevalentemente Area e Agr. Fra le radio commerciali più ascoltate della Lombardia, Radio Italia Anni ‘60 (seconda in Audiradio) i cui notiziari (pur sempre uno all’ora) vengono confezionati da due giornalisti con l’aiuto di due agenzie, Agr e Agi. Anche Radio Meneghina, storica emittente nata nel 1976, garantisce quattro ore e mezzo complessive al giorno d’informazione con notiziari nazionali e internazionali grazie ad Agr e numerossi notiziari locali tra cui, il più importante, dalle 10,50 alle 11,10, con una redazione di quattro giornalisti e una decina di collaboratori. E’ Radio Popolare, in ogni caso, la prima radio d’informazione in Lombardia. Nata nel 1976, oggi è “go- radio locali audiradio Emittenti Ascolto giorno medio Radio Zeta - Studio Zeta 401 Radio Italia Anni ‘60 347 Radio Number One 276 Disco Radio 256 Radio Popolare - Popolare Network 231 Radio Reporter 229 LifeGate Radio 137 Gamma Raio 129 Radio 105 Classics 124 Radio Studio Più 95 Radio Lombardia 79 Radio Viva 70 Radio Millenote 66 Rock Fm 60 Radio Marconi Circuito Marconi 57 Radio Padania Libera 53 Radio Bergamo 45 Radio Bresciasette 44 Radio Otto Fm 43 Radio Disc Jockey classic 34 Radio Alta 31 Radio classica bresciana 24 Radio Studio Più Due 24 Energy 98 e2 New Hit Radio 16 Radio Super Hit 15 Radio Voghera 13 Fonte: Audiradio 2007. Dati in migliaia (‘000) 8 Tabloid 2 / 2008 L’inchiesta vernata” da una Cooperativa (di ex dipendenti e da una parte consistente di attuali dipendenti) che detiene il 40% di una Spa (amministratore delegato Sergio Serafini) il cui 55% è sostenuto da circa 12mila soci e il 5% dalla Camera del Lavoro e da Smemoranda insieme. Radio Popolare ha una cinquantina di dipendenti (di cui una decina fra tecnici e amministrativi) e un centinaio di collaboratori (una decina dall’estero) a seconda delle trasmissioni o delle competenze di argomento giornalistico o di territorio. Il nucleo centrale è costituito da circa 40 giornalisti che lavorano nella redazione centrale organizzati come un grande quotidiano della carta stampata, che coprono tutti i settori del giornale, dalla cronaca locale all’economia, dalla cultura agli esteri, dalla politica all’amministrazione. Una ventina, poi, le radio collegato in network in tutt’Italia, che trasmettono fino a 6 ore (quanto prevede la legge) di programmazione in contemporanea, tra notiziari, rassegna stampa e una rubrica d’attualità e intrattenimento. Circa 3,5 milioni di Euro il bilancio annuale (l’ultimo chiuso al 30 marzo 2007) di Radio Popolare, Le sovvenzioni pubbliche Una telenovela lunga quattro anni E’ come per le televisioni locali (vedi New Tabloid n. 1 /2008), ma il conteggio è più complicato e i soldi arrivano più tardi. Anche per le radio sono previste sovvenzioni, meglio dette “misure di sostegno”, secondo il decreto legge n. 155 del 1 ottobre 2002 che è il regolamento per “modalità e criteri di attibuzione del contributo previsto dall’art. 52, comma 18, della legge 28 dicembre 2001, n. 448, per le emittenti radiofoniche locali” pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 242 del 15 ottobre 2002. Ma la differenza è che la torta da spartire tra le televisioni è gestita dal Corecom, mentre quella delle radio locali direttamente dal Ministero delle comunicazioni. E allora i tempi s’allungano. In pratica le radio locali hano ricevuto le sovvenzioni relative al 2002, non quelle del 2003, quelle del 2004 sono state erogare in parte, quelle del 2005 sono ferme alla stesura delle graduatorie. E anche i criteri di assegnazione sono più complicati rispetto a quelli delle televisioni locali. L’ammontare annuo dello stanziamento è attribuito per tre dodicesimi alle emittenti radiofoniche a carattere commerciale e per tre dodicesimi a quelle a carattere comunitario. I sei dodicesimi sono attribuiti sulla base di una graduatoria che tiene conto della media dei fatturati dell’emittente nel biennio precedente, del personale assunto e dei giornalisti iscritti all’Albo. Ecco l’elenco delle prime 22 radio, con il punteggio assegnato: Radio Popolare (Errepi Spa) 3.750 punti; Radio Lombardia (Radio Communication Services srl) 840 punti; Radio Italia Anni 60 (Viva Radio srl) 480 punti; Radiondaverde (Radio Onda Verde srl) 410; Nuova Radio Adamello (Radio Adamello srl) 390; Circuito Marconi (Novaradio srl) 380; Radio Voce (Fond. Opera diocesana S. Francesco) 360; Teleradio Cremona Cittanova (Coop Teleradio Cremona Cittanova) 350; Radio News (Media News srl) 350; Radio Meneghina (Radio Meneghina srl) 320; Radio Voghera (Teleradiovoghera srl) 290; Radio Emmanuel (Ass. Radio Papa Giovanni XXIII) 270; Radio Alta (Teleradiodiffusioni Bergamasche srl) 260; Radio Millennium (Elite srl) 260; (Radio Super Comunicare srl) 240; Radio Millenote (Radio Bergamo Centrale srl) 240; Radio Cristal Area (Radio Cristal Tv srl) 230; Radio Reporter 1, 2 e 3 (Radio Reporter srl) 219; Radio Nuova Studio (Più Radio Studio Più srl) 210; Radio Number One (Radio Lagouno srl) 210; Radio Delta 2000 (Radio Delta 2000 snc) 200; Radio Vera (Astrale Time srl) 180; Gamma Radio Pavia (ex Lattemiele, S.e.a.r.t. srl) 170. •Nella foto a sinistra la redazione di Radio Popolare al lavoro nella nuova sede di via Ollearo e, sopra, Antonella Mascali e Paolo Vittone nella vecchia sede di via Stradella. A destra Fabio Brenna ai microfoni di Radio Marconi 273 352 312 284 329 400 401 440 476 1998 99 00 01 02 03 04 05 06 07 Tabloid 2 / 2008 Fonte: Nielsen Media Research. Dati in milioni 220 radio investimenti pubblicitari 9 L’inchiesta di cui 1,4 milioni arrivano dagli abbonamenti e più o meno altrettanti dalla pubblicità, mentre circa 350/400 mila Euro arrivano dalle sovvenzioni della legge sull’editoria e dalle misure di sostegno ministeriali sulla radiofonia. Direttore pro tempore di Radio Popolare (dopo le dimissioni di Massimo Rebotti) è Danilo De Biasio. Una tra le radio commerciali meglio strutturate anche dal punto di vista dell’informazione è Radio Lombardia (che nel mese di marzo 2007 ha tagliato il traguardo dei dieci anni nella sede di via Belinzaghi): sei giornalisti in redazione, compreso il direttore Luca Levati (in radio dal marzo 1989, direttore dal 1992), una rassegna stampa dei giornali locali, 8 ascolti radio nazionali nel giorno medio Nome testata Ascolto Lombardia Ascolto Nazionale Rtl 102.5 1.308 5.166 Radio Deejay 1.141 5.586 Radio Italia Solo Musica Italiana 911 3.776 Radio 105 Network 701 3.961 Radio 101 605 1.952 Rds 534 5.014 Rmc Radio Montecarlo 486 1.920 Radio 24 Il Sole 24 Ore 457 1.859 Radio Maria 251 1.806 Radio Kiss Kiss 248 2.374 Radio Capital 240 1.857 M2o 174 1.416 60 536 Radio Radicale Fonte: Audiradio 2007 (valori in migliaia ‘000) Le “star” nazionali dell’etere meneghino Qui hanno mosso i primi passi. Ora sono network Correvano gli anni Sessanta e Settanta. Se la ricordano in tanti la decana delle radio private, Radio Monte Carlo, affrancata dall’“egemonia” del Principato con la direzione di Noel Coutisson, quando, libera dalle censure più o meno velate della Rai, trasmetteva le canzoni “oscurate” e diffondeva il nuovo linguaggio giovanile. La svolta nel 1974, quando Rmc propone un radiogiornale le cui notizie sono scritte dalla redazione del Corriere della Sera e lette da Gigi Salvatori. Si allestisce così uno studio in via Solferino per permettere ai giornalisti di trasmettere da Milano. Ma la vera rivoluzione arriva alla fine degli anni Ottanta, quando Alberto Hazan, proprietario di Radio 105, acquista la parte italiana di Rmc. Nell’aprile 1994 la redazione si trasferisce in toto a Milano e realizza 12 radiogiornali quotidiani. Da febbraio 2008 la nuova responsabile della redazione programmi è Daniela Ducoli. Rtl 102.5, fondata a Bergamo nel 1975 come Radio Trasmissioni Lombarde, già nel 1990 è uno dei 14 network nazionali ed è stata la prima nella storia della radiofonia privata italiana a creare, il 26 agosto 1991, una propria redazione giornalistica, diretta da Luigi Tornari e composta da 20 giornalisti professionisti e da 120 corrispondenti dall’Italia (oltre a Milano, Roma, Napoli, Torino e Palermo) e dall’estero. La struttura informativa di Rtl 102.5, che ha ricevuto diversi premi per la qualità del prodotto editoriale, realizza ogni giorno il Giornale Radio, in onda allo scoccare di ogni ora, la trasmissione mattutina Non Stop News, il contenitore 10 pomeridiano Password e gli appuntamenti domenicali L’indignato speciale e Mai visto alla radio. Il gruppo comprende anche il canale satellitare Rtl 102.5 Tv, che da settembre 2007 ha lanciato la “radiovisione”. R101 nasce il 6 giugno 2005 dalle ceneri di One-O-One Network e, prima ancora, di Radio Milano International, fondata nel lontano 1975. È l’emittente, presieduta da Gerry Scotti, acquistata dal gruppo Mondadori per farne il primo tassello della propria presenza nel settore radiofonico. Fin dagli anni Ottanta, Radio Milano International “interrompe” la propria vocazione musicale con le notizie flash del giornale radio (Pagina 101). L’attuale redazione cura il notiziario Ultimo Minuto, con 18 edizioni quotidiane, integrate da 14 approfondimenti, in stretta sinergia con il TgCom, il giornale online di Mediaset, che offre all’emittente la possibilità di ricevere i servizi e le interviste dei tg Mediaset. Da segnalare, in particolare, la diffusione dei titoli dell’edizione delle 20 del Tg5. Lo station manager dell’emittente è Francesco Perilli, affiancato da Aldo Preda per la redazione giornalistica. È il 16 febbraio 1976 quando Radio Studio 105 inizia a trasmettere sui 105,650 mhz, per iniziativa di Alberto Hazan. Nel 1983 l’emittente si trasforma in Rete 105 e tre anni dopo, a dieci dalla sua nascita, la “Canale 5 delle radio” ha ormai copertura nazionale. A novembre 1988 diventa anche cartacea: esce infatti il primo numero di 105 Radio Magazine, un supplemento di 16 pagine allegato a Tutto Musica e Sp lo, con Tabloid 2 / 2008 L’inchiesta Ricavi delle principali emittenti nazionali Testata 2002 2003 2004 2005 Rai Spa 65,8 63,8 67,8 65,3 Elemedia Spa 45,9 53,9 64,9 70,6 Radio Dimensione Suono Spa 23,9 24,6 32,4 37,4 RTL 102,500 Hit Radio Srl 22,7 28,8 31,7 32,6 Radio Studio 105 Srl 12,8 14 15,7 16,2 Radio Italia Spa 13,8 13,4 15 14,6 Nuova Radio Spa 13,6 13,4 13,7 14,1 Radio Kiss Kiss Srl 4,3 5,5 6,0 5,6 Rcs Broadcast Spa 4,0 5,2 5,2 Radio 101 One to One Network Totale 206,8 222,6 3,6 4,3 252,4 264,4 Fonte: Elaborazione Authority su fonte Informativa Economica di Sistema. Dati in milioni di e. Nel 2005, per la prima volta, un privato, Elemedia Spa (Radio Deejay, Radio Capital e m2o) del Gruppo Editoriale l’Espresso ha superato i ricavi della emittente pubblica, la Rai. notizie, interviste e la posta dei dj. Nel 1990 nasce 105 Classic, radio prevalentemente musicale dedicata al revival. Il rilancio coincide con il debutto televisivo di uno dei programmi di punta, Codice Rap di Ringo e Paolo Maldini, che approda su Videomusic, e con la realizzazione di Night Express in collaborazione con la Rai. A metà anni Novanta Rete 105 diventa Radio 105 e, nel 1999, inaugura una sede a New York. Infine, 105 Network festeggia i suoi 30 anni di vita fondando 105 Channel 3 Hip Hop R&B, radio online (www.105. net) dedicata alla musica black. Radio DeeJay, la più televisiva di tutte le radio, è di proprietà del gruppo l’Espresso e ha sede a Milano, dove è nata il 1° febbraio 1982 sulle ceneri di Radio Music 100, per volontà, tra gli altri, di Claudio Cecchetto (dopo aver lasciato Radio105, si narra dai ricavi ottenuti dal brano Gioca Jouer). Nel 1988 l’emittente arriva a coprire tutta l’Italia, divenendo DeeJay Network, dalle cui costole nasce la trasmissione tv DeeJay Television. L’anno dopo il gruppo l’Espresso entra a far parte della società Erre D.J. e, nel novembre 1994, rileva le ultime quote della radio di Cecchetto diventando proprietario del 100% dell’emittente attraverso la controllata Elemedia. Dal 1996 il direttore artistico è Linus. Radio Italia Solo Musica Italiana nasce il 27 febbraio 1981 per iniziativa di Mario Volanti. Pur essendo la musica protagonista assoluta del palinsesto, fin dagli esordi va in onda un notiziario, a cura di Augusto Abbondanza, piuttosto originale: prima le news sfiziose, poi quelle nazionali e internazionali. Nel 1992 la syndacation si può dire ultimata e, nel 1998, grazie a un accordo con la rete americana Nbc, trasmette in digitale da New York. Negli Tabloid 2 / 2008 edizioni locali di notiziario Lombardia News (dalle 6 alle 21) di 3,5 minuti ciascuno, tra cui due edizioni principali di cinque minuti (alle 12,30 e alle 18,30) con notizie di cronaca nera, politica e attualità, oltre a una rubrica di Lombardia Spettacoli e una decina di notiziari nazionali confezionati dall’agenzia Agr, in pratica un notiziario ogni mezz’ora. Emittente radiofonica del tutto particolare è LifeGate Radio, fondata nel 2001 da Marco Roveda, che ha investito nella radio i soldi ricavati dalla vendita delle Fattorie Scaldasole e si è convertito all’etere creando intorno all’attività della radio un piccolo impero imprenditoriale con un live motive esclusivamente legato all’ambiente e stessi anni Radio Italia approda in tv: prima, nel 1996, con la “voce storica” Franco Nisi (che fin dagli esordi dirige i servizi informativi), che conduce A casa con Radio Italia su Videomusic-Tmc2; poi, dal 1998, alla radio si affianca Video Italia, prima rete tv italiana free (oggi canale 712 di Sky). Radio 24, nata il 4 ottobre 1999 da una costola del quotidiano Il Sole 24-Ore e diretta da Giancarlo Santalmassi, si afferma come la prima news & talk italiana, lanciando la sfida di una radio solo parlata, con un palinsesto incentrato su approfondimenti giornalistici sulle notizie del giorno, informazioni sui mercati finanziari e meteo, senza tuttavia disdegnare l’intrattenimento. Tutto realizzato ad hoc, senza servizi “precotti”, con un notiziario ogni mezz’ora, per un totale di 37 edizioni quotidiane, di cui una, Gr 24 Extralarge (alle 13), della durata di 60 minuti, e rubriche multitematiche. La redazione si compone di tre caporedattori - per le news (Sebastiano Barisoni), la multimedialità (Gigi Donelli) e i programmi (Alessandra Scaglioni) - e nell’area news di due vice caporedattori (Daniele Biacchessi e Maria Piera Ceci), tre caposervizio e quattro vice, e 22 redattori. Infine, come radio di evangelizzazione, viene irradiata da 850 ripetitori Radio Maria, presente, grazie ad altre emittenti, in 35 Paesi del mondo. La redazione centrale della radio, che ha ottenuto lo status di network nazionale solo all’inizio degli anni Novanta, è rimasta a Erba (Como), dove è nata nel 1982. Oltre a disporre di 80 studi mobili in tutta Italia, l’emittente ha anche una redazione a Roma. Non ha mai mandato in onda pubblicità, ma sopravvive grazie al continuo dialogo con gli ascoltatori. Elena Rembado 11 L’inchiesta alla natura. LifeGate Radio oggi ha 15 dipendenti, mette in onda musica di elevata qualità (dalla classica al rock) e produce 15 brevi giornali radio (dalle 9 alle 17) suddivisi in tre grandi aree tematiche: people, planet, profit (attualità, mondo, economia). Fiorente l’attività parallela alla radio legata alla produzione di energia alternativa e di eventi legati alle trasmissioni. Ad esempio, dal prossimo 3 maggio al 5 giugno LifeGate (media partner National Geographic Channel e il free press Metro) lancia un concorso on the road a impatto zero per la promozione di band musicali emergenti con un ecobus che girerà per le strade di Milano e di Roma. Ormai consolidata la storia, anche nel caso delle radio, di emittenti legate a gruppi editorialei locali che pubblicano quotidiani di provincia. E’ il caso di Radio Alta e Radio Bresciasette, ri- spettivamente di proprietà dell’Eco di Bergamo e de Il Giornale di Brescia. Un notiziario ogni ora (dalle 8 alle 19) prodotto da una redazione di una decina di giornalisti che lavora anche per la tv (Bergamo Tv) con il coordinamento di un vice direttore, Massimo Romanò (direttore della testata Bergamo Notizie è lo stesso del quotidiano, Ettore Ongis), nel caso di Radio Alta, la cui proprietà Teleradiodiffusioni Bergamasche ha per amministratore delegato Massimo Cincera, lo stesso della Sesaab, proprietaria dell’Eco di Bergamo. Ed è sempre il direttore del quotidiano Il Giornale di Brescia, Giacomo Scanzi, a firmare i notiziari di Radio Bresciasette che, in ogni caso, dispone di una propria redazione che produce notiziari e rubriche di approfondimento in sinergia con la tv (Teletutto) e lo stesso quotidiano Il Giornale di Brescia. La ricerca del Corecom Stampa flop, radio boom. Sull’onda della tecnologia Dati significativi, quelli presentati lo scorso 26 febbraio dal Corecom (Comitato regionale per le comunicazioni), in occasione della presentazione del Rapporto 2007 dei media locali in Lombardia. Emerge un generale aumento dei consumi mediatici e del bisogno di informazione da parte degli utenti. La tv, a livello sia nazionale sia lombardo, resta il mezzo più seguito, sebbene sia da notare un lieve calo della domanda. L’operatore pubblico, la Rai, e Mediaset perdono ascolti, mentre si assiste a una forte avanzata delle emittenti satellitari e a una lieve crescita delle tv terrestri, indice di una scelta meno generica da parte degli utenti. Per le emittenti locali, al livello lombardo, le superstation subiscono un calo degli ascolti, mentre le tv più piccole riescono a mantenere i propri livelli con meno difficoltà. La radio è il mezzo di comunicazione che ha registrato la maggior crescita, quello che, più di ogni altro, ha saputo cavalcare l’onda della tecnologia. Il vantaggio della radio è nella possibilità di separare il mezzo dal messaggio. Diversi sono, infatti, i mezzi che consentono di ascoltare programmi radiofonici: web, Ipod e cellulare ne sono un esempio ed è possibile ascoltarla in differenti luoghi e momenti della giornata (in auto, sui mezzi pubblici, mentre si lavora etc). La ripresa della radio - che ormai è intorno ai 38 milioni di ascoltatori e, nella sola 12 Lombardia, registra 6 milioni di ascoltatori nel giorno medio - si riflette anche nella maggior crescita di ricavi pubblicitari. La stampa, invece, anche in Lombardia è il settore che maggiormente sta attraversando una fase critica. Il rapporto evidenzia generalmente un andamento non positivo in particolare nel biennio 2005-2006. I ricavi di tutto il settore dei media sono in progressivo calo, a livello sia nazionale sia regionale, e gli operatori si sono indebitati di 300 milioni in più rispetto al 2001. I media regionali e locali sono quelli che hanno avuto in 5 anni le migliori performance di crescita dei ricavi (+15%) e del personale (+21%), ma non della redditività aziendale (-50%). La crescita del numero degli addetti soprattutto nelle aziende medio-piccole è il dato più positivo conseguito dalle politiche di finanziamento pubblico, considerato che il settore fino a pochi anni fa era particolarmente afflitto dal lavoro non regolarizzato o precario. Il ridimensionamento della raccolta pubblicitaria ha fatto sì che la sopravvivenza degli operatori medio-piccoli sia legata soprattutto ai contributi pubblici: negli ultimi anni, infatti, le piccole e medie aziende hanno fortemente ridotto il processo di autofinanziamento e hanno trovato maggiori difficoltà ad accedere a fonti di finanziamento bancarie. Tabloid 2 / 2008 L’inchiesta •La segreteria di redazione di Radio Lombardia e, destra, una trasmissione in diretta a Radio Meneghina conteggiato 476 milioni di Euro. E’ ancora il 2005, in ogni caso, a segnare un passaggio importante nel mercato della radiofonia. Per la prima volta, infatti, un gruppo radiofonico privato, Elemedia del Gruppo Espresso (con le sue tre radio DeeJay, Capital ed m2o) supera, nella classifica dei ricavi complessivi, l’emittente pubblica, con la Rai Spa ferma a 65,3 milioni di Euro ed Elemedia che arriva a 70,6 milioni di euro. Sono i settori merceologici di automobili, abbigliamento, finanza/assicurazioni, alimentari e media/editoria a investire più di altri sulle radio. Legata al Gruppo editoriale San Paolo (quello di Famiglia Cristiana e Telenova) invece è Radio Marconi (ex Circuito Marconi ed ex Novaradio), anch’essa carica di storia (è nata nel 1976) e con una redazione di quattro giornalisti guidati da Fabio Pizzul. L’emittente garantisce 27 notiziari e, tra le rubriche, anche uno spazio gestito daq giornalisti sudamericani per la nutrita comunità latinoamericana lombarda. Significative poi le esperienze di altre radio locali che non figurano in Audiradio, come CiaoComo Radio, ma che hanno legami forti con il territorio. Nata dalle ceneri delle gloriose Como Radio City e Radio Studio Vivo, che per decenni (32 anni quest’anno) hanno informato e tenuto compagnia a migliaia di famiglie comasche. Oggi, dagli studi di viale Varese, a due passi dal centro storico, CiaoRadio Como produce ben 27 Gr nazionali (con il supporto dell’agenzia Agr) e con sei giornalisti e diversi collaboratori realizza 3 Gr su Como con i fatti e gli approfondimenti sulla città, 1 Gr Como Sport e 7 flash con aggiornamenti locali, oltre a 14 rubriche, 10 magazine tematici e un’inchiesta ogni mese (in rete c’è anche un quotidiano online ciaocomo.it). Altre emittenti di area puntano sull’informazione con materiale autoprodot- Tabloid 2 / 2008 to. Come Radio Onda d’Urto (Brescia) legata al movimento che mette in onda, anche trasmissioni in lingua rom e cingalese o la comunitaria Radio Camuna (Breno) che, con tre giornalisti, garantisce 4 notiziari locali, 6 flash e rubriche su argomenti locali. Gli investimenti pubblicitari Tra i media classici, la radio è quello che ha registrato, negli ultimi anni, il maggior tasso di crescita nella raccolta pubblicitaria, soprattutto se confrontato con la televisione e la stampa. Se si analizzano i dati nel dettaglio, notiamo che, dopo un buon periodo alla fine degli anni Novanta, si è verificata una crisi del settore della raccolta pubblicitaria. Un brusco crollo dei ricavi si è avuto nel triennio 2000-2002, interrotto nel 2003 che ha invece registrato una crescita inaspettata, con una raccolta di 45 milioni in più in un solo anno rispetto alla raccolta precedente, facendo così superare il giro di boa dei 300 milioni di Euro. Crescita confermata ancor più nel 2004, con un ulteriore balzo di 70 milioni, portando il totale intorno ai 400 milioni di Euro. Fino al 2007, anno in cui Upa (Utenti Pubblicità Associati) segnala ricavi pubblicitari pari a 583 milioni di Euro e Nielsen ha La situazione economica Piccoli numeri, in termini assoluti, quelli relativi ai fatturati delle imprese radiofoniche, più in salute rispetto ai comparti della stampa in genere e delle televisioni locali. Anzi, sono diametralmente opposte le strutture economiche degli operatori radio e di quelli della televisione. Il valore aggiunto della radio si attesta sul 32%, mentre la tv raggiunge il 22%. Ma è l’incidenza sul personale, che nelle tv supera il 36% e nelle radio è sotto il 17%, che incide sul Mol (margine operativo lordo) calcolato escludendo, tra l’altro, i contributi previsti dalla legge radio-televisiva, che coprono ben il 40% dei costi, così come segnala la ricerca del Corecom (vedi pag 12). wIl Mol delle televisioni è infatti negativo, chiaro segnale (comune a tutt’Italia) delle difficoltà degli operatori a gestire le aziende televisive senza i contributi statali, mentre per le radio il Mol è sostanzialmente positivo. I contributi straordinari ammontano a oltre il 45% per le tv e a meno del 18% per le radio. La redditività netta, infine, si attesta sull’8,8% sulle tv e ben sull’11,2% sulle radio. Segno che il settore radiofonico, soprattutto in Lombardia, ha buona vitalità. [email protected] 13 La posta dei lettori Primo piano Stagista a vita, in barba alla legge Come dice il proverbio: “Fatta la legge, trovato l’inganno”. Così è possibile che un’azienda riesca a far lavorare un giovane rinnovandogli un contratto di stage che, invece, dovrebbe avere durata limitata Un tirocinio senza fine Premetto che vorrei rimanere anonimo, perché per aver sollevato questo problema potrei essere oggetto di ritorsioni anche gravi (come il licenziamento definitivo). Ora posso spiegarvi come un’azienda può tranquillamente aggirare la legge sul contratto di stage/tirocinio e imporre a un ragazzo di rimanere stagista senza limiti di tempo. La legge Treu stabilisce i limiti di durate degli stage, dopodiché l’azienda è costretta o ad assumere la persona con un contratto (a progetto, a termine, indeterminato, etc) oppure porre termine al rapporto di lavoro. La legge fissa il limite: 1) in 4 mesi per gli studenti della scuola superiore; 2) in 6 mesi per quelli di istituti professionali di Stato, di corsi di formazione professionale, di attività formative post-diploma o post-laurea e i disoccupati/inoccupati; 3) in 12 mesi per gli studenti universitari e per i soggetti svantaggiati; 4) in 24 mesi per i portatori di handicap. Ma, nella legge, esiste una lacuna che permette alle aziende di circumnavigare questo limite e istituire stage senza limite. Uno stage può essere attivato da un’azienda solo attraverso un ente promotore. E questo è il punto a cui una casa editrice si può attaccare. Quando si parla di stage nella legge, infatti, ci si riferisce al singolo contratto di stage. Ciò significa che lo stage attivato tra un determinato ente promotore, un determinato ente ospitante e il tirocinante deve rispettare i limiti di durata indicati nella legge. Ma se viene stipulato un nuovo contratto di stage tra differenti parti (cambiando per esempio l’ente promotore, per capirci non più l’Università, ma lo Sportello Stage), i termini di durata si azzerano. Esempio pratico, il mio: mi sono laureato a fine marzo 2006 (quasi 24 mesi fa). Un anno fa, tramite l’università, comincio uno stage di 6 mesi presso una casa editrice. Scaduto il termine dei 6 mesi, mi fanno iscrivere a Sportello Stage (ente promotore collegato alla regione Lombardia) per attivarmi altri 6 mesi di stage. Scaduti questi 6 mesi, siamo a quota 12 mesi di stage presso la stessa società. Io, chiaramente, sono convinto che mi facciano finalmente un contratto di praticantato, anche perché in quest’anno ho lavorato certo non come dovrebbe una stagista, venendo anche di 14 sabato sebbene non fossi pagato. Ma per un bene superiore e se si ha un’etica dell’impegno spiccata lo si fa. E invece? Cosa s’inventano questi furboni? Un altro stage di 6 mesi! L’ente promotore è un altro (credo 4stars, ma non ne son certo), quindi si può ripartire da capo, come se l’anno di stage passato non ci fosse mai stato. Oppure pensano che io sia portatore di handicap... e pensare che io non me ne ero mai accorto...! Dal momento che la legge recentemente è stata modificata contemplando come enti promotori non solo quelli pubblici, ma anche quelli privati riconosciuti dallo Stato (permettendo quindi un fiorire di enti promotori non collegati tra loro e che quindi non si parlano), ora le aziende, appoggiandosi su una legge che non specifica chiaramente che l’oggetto del limite di durata è il contratto tra tirocinante e azienda, potrebbero tenere una persona in regime di stage per sempre! In realtà, per porre un minimo di freno a questo uso mistificatorio (e insultante) della norma, basterebbe che gli enti promotori chiedessero all’azienda di sottoscrivere e garantire che il tirocinante non ha mai fatto stage presso l’azienda prima: altrimenti, se uno ha già fatto uno stage, gli enti potrebbero comunicarselo tra loro. Anche perché se l’azienda lo ritiene idoneo a tenerlo nel proprio organico dovrebbe fargli un contratto, com’è giusto che sia! Spero che questa lettera serva a qualcosa, se non per me, per tutti i ragazzi che vengono raggirati e obbligati per necessità a rimanere stagisti senza limiti. Perdonatemi se chiedo di rimanere anonimo, ma sono sicuro che capirete. Lettera firmata Quello degli stagisti è un tema delicato che sta provocando forte dibattito all’interno della categoria. Al punto che lo scorso 13 dicembre l’Ordine nazionale, all’interno del nuovo quadro di indirizzi sulle scuole di giornalismo, ha vietato gli stage degli studenti nel periodo estivo. La decisione ha fatto molto discutere, ma nei giornali ci sono troppi stagisti di dubbia provenienza. C’è un punto fermo, comunque: il contratto di lavoro (art. 34, i Cdr devono vigilare). A garanzia degli stagisti ma anche dei precari e dei disoccupati. (L.G.) Tabloid 2 / 2008 La posta dei lettori Non dimenticate Enzo Tortora Mi sono venuti i brividi quando due giovani colleghi giornalisti, a distanza di un paio di mesi l’uno dall’altro, mi hanno posto sia pure con parole diverse la medesima domanda: “Ma chi era Enzo Tortora?”. Sono rimasto esterrefatto. Tra qualche imbarazzo ho cercato di rispondere nel modo più esauriente possibile ricordando da un lato il grande giornalista e dall’altro il clamoroso episodio di ingiustizia di cui fu vittima nei primi anni Ottanta. Una triste vicenda che iniziò il 17 giugno 1983, quando Tortora fu arrestato con l’accusa di associazione a delinquere di stampo camorristico sulla base delle dichiarazioni di alcuni “pentiti”. A queste accuse si aggiunse poi quella di aver spacciato droga in uno studio televisivo. Il noto giornalista e conduttore televisivo scontò sette mesi di carcere e poi gli arresti domiciliari. Il 17 settembre 1985 arrivò la condanna a dieci anni. Nel 1984 Tortora era stato eletto al Parlamento europeo nelle liste del Partito Radicale, ma si dimise il 31 dicembre 1985 rinunciando così all’immunità prevista per i parlamentari. Alla fine di una lunga battaglia, Tortora fu assolto con la formula piena: era il 15 settembre 1986. Dopo pochi mesi, nel febbraio 1987, riprese il suo celebre programma sulla Rai, “Portobello”. Finita la sigla di apertura salutò così i telespettatori: “Dunque, dove eravamo rimasti? Potrei dire moltissime cose e ne dirò poche. Una me la consentirete: molta gente ha vissuto con me, ha sofferto con me questi terribili anni...io sono qui, e lo sono anche per parlare per conto di quelli che parlare non possono, e sono molti, e sono troppi; sarò qui, resterò qui, anche per loro...”. L’incredibile ingiustizia subita da Enzo Tortora grida ancora vendetta. La vita e la dignità di un uomo furono letteralmente distrutte da assurde calunnie pronunciate da uomini senza scrupoli in nome di una “giustizia spettacolo” che aveva fame di sangue e di notorietà. Pur essendo molto giovane, ricordo ancora quanti pronunciavano parole del tipo: “Se l’hanno messo in carcere vorrà dire che qualcosa ha fatto”. Invece non ha fatto un bel nulla. Ma chi ha pagato per la tremenda ingiustizia patita da Tortora? Nessuno. A poco, se non a niente, è valso il referendum di alcuni anni dopo sulla responsabilità civile dei magistrati. Qualcosa è cambiato, ma non molto. Ancora oggi, purtroppo, risulta di fatto ribaltato il principio cardine della giustizia, la “presunzione d’innocenza”. In molti, in troppi casi è l’accusato che deve dimostrare la propria estraneità ai fatti. Inaccettabile. Così com’è assurdo che un giornalista non conosca la storia di Enzo Tortora. Orlando Sacchelli Tabloid 2 / 2008 Senza polemiche il giornale ne guadagna Gentilissima Presidente, debbo farle, stavolta, i miei complimenti per l’ultimo numero di New Tabloid. bello, interessante, utile (dicevo “stavolta”, perché qualche mese orsono ho segnalato che... non ne potevo più delle diatribe che vedevano Franco Abruzzo e lei protagonisti di un infinito dibattito). Mi ripeto: ultimo numero molto bello, in particolare per il servizio degli stagisti in Kenya (padre Kizito è un amico, oltre che socio della mia associazione). Michele Papagna Un malcostume da fermare Un mio articolo pubblicato su Liberomercato è stato copiato da un altro giornale. A dimostrazione, sul mio sito si trovano sia il testo da me scritto sul possibile stop del Tar al progetto del Delle Alpi sia quello del quotidiano sportivo. Faccio presente che già in passato numerosi miei lavori sono stati copiati: un malcostume purtroppo comune ad altri colleghi che, come me, sono freelance e non hanno un posto fisso di lavoro con una busta paga regolare. Spero che voi possiate frenare in qualche modo questo malcostume. Vi saluto cordialmente Marco Liguori Un vezzo poco simpatico, certo. Non è la prima segnalazione di questo genere che ci arriva. Verificheremo e, se verranno riscontrati comportamenti sanzionabili, interverremo. (L.G.) Se solo le Poste funzionassero I disservizi postali “uccidono” letterlamente tutta la stampa periodica a circolazione controllata. Sono crollati gli abbonamenti con il risultato che molti periodici sprecano molte più copie in edicola, che vanno al macero. Un costo reale ed ecologico notevole che, indirettamente, si ripercuote sulla vitalità del settore e quindi su chi ci lavora. Piero Torodovich Non coordinatore, ma direttore Ho letto con interesse il vostro servizio sulle televisioni locali nel numero di gennaio-febbraio 2008. Complimenti per gli approfondimenti, ma non posso che dirmi sorpreso per aver scoperto che il sottoscritto, Fabio Ravezzani, sarebbe <coordinatore della redazione sportiva>. In realtà, da ormai sei anni, sono direttore della testata sportiva di Telelombardia e Antenna3. Fabio Ravezzani 15 Primo piano Il bilancio la sintesi della relazione del presidente all’assemblea del 27 marzo Conti in buona salute Risanato il debito dell’Ifg Diminuite del 24,6% le spese legali, ma rimangono pesanti le pendenze del passato. Abbattuti del 71% i costi dei collaboratori. Iniziative culturali e monitoraggio su informazione-pubblicità al centro del lavoro del Consiglio 2 mlioni 837 mila 29,57 euro di Letizia Gonzales* È trascorso quasi un anno dalle nostre elezioni (ci siamo insediati il 7 giugno 2007), quasi un anno che è volato molto veloce e ci ha permesso di capire quanto lavoro e quanta strada dobbiamo ancora percorrere. Ottimizzare i costi ed eliminare gli sprechi è un punto forte di questo nuovo Consiglio, per poter destinare risorse ad attività di servizio per i nostri iscritti. Stiamo rivedendo tutti i contratti che vengono a scadere, da quelli di manutenzione delle moderne apparecchiature elettroniche ai contratti con la società che fornisce i programmi di software, alle polizze assicurative. Il Lavoro del Consiglio 18 riunioni in nove mesi, più quelle dedicate alla scuola di giornalismo. Abbiamo creato un gruppo di lavoro su pubblicità e informazione. Con l’aiuto del consigliere Laura Mulassano, la collaborazione dei comitati di redazione e gli incontri con i Direttori è stato monitorato il settore del turismo. Ora ci stiamo occupando di quello delle auto e subito dopo toccherà alla moda, alla cosmetica, all’arredamento ed a tutte le sezioni del giornalismo più vicine alla pubblicità per raccogliere dati e arrivare alla stesura di un codice deontologico. Corsi per praticanti: ne sono stati organizzati già due, brevi e full time, con minori costi per gli iscritti (dai precedenti 400 Euro per 120 ore agli attuali 16 150 Euro per 50 ore) e risparmio nelle parcelle dei docenti. Iniziative culturali: convegni e borse di studio sono il percorso che intendiamo seguire. Abbiamo promosso un soggiorno a Nairobi per tre freelance nel mese di dicembre, e 10 borse di studio per frequentare un corso molto qualificato di 90 ore di giornalismo investigativo. Dopo i convegni sul giornalismo sociale e quello sulla giornalista russa Anna Politovskaja stiamo preparando un incontro per discutere i risultati di una ricerca affidata al giornalista-sociologo Enrico Finzi sul futuro della professione e un altro internazionale sui rischi della professione, organizzato dalla facoltà di giurisprudenza dell’Università Statale di Milano. Infine, pensiamo di programmare un incontro dibattito con le donne, sulle donne: linguaggio delle giornaliste, percorso professionale, immagine su quotidiani e magazine. Mi piacerebbe, infine, che a Milano nascesse un progetto culturale ampio e molto ambizioso condiviso dalle istituzioni milanesi, dai grandi gruppi culturali della nostra città, da chi ha a cuore la qualità dell’informazione ed il suo ampissimo valore culturale. Comunicazione: il filo diretto con i nostri iscritti avviene attraverso il sito online, il giornale New Tabloid , la newsletter, i convegni e i dibattiti. Pensiamo così di non ossessionare i colleghi con un bombardamento di e-mail, È il totale a pareggio del bilancio chiuso il 31 dicembre 2007. Avanzo di esercizio: 224.617,23 (+441,6% rispetto all’esercizio 2006). Scuola di giornalismo: 244.970 euro il disavanzo dell’Ifg, coperto dall’Ordine lombardo. Spese legali: 48.886,61 Euro (-24,6%) nel 2007 rispetto ai 64.861,17 Euro del 2006. ma di creare partecipazione attraverso mezzi di informazione diversi. Procedimenti disciplinari: ne abbiamo una sessantina in eredità dagli anni precedenti ed una ventina di nuovi. Abbiamo, poi, un’altra eredità faticosa, che mi coinvolge in prima persona come rappresentante legale, e si riferisce ad iniziative precedenti la mia elezione, delle quali non sono direttamente responsabile. Con l’aiuto del consigliere avvocato Laura Hoesch stiamo esaminando quei contenziosi che, se chiusi, ci permetterebbero di risparmiare sulle spese legali. Fra i procedimenti disciplinari hanno un ruolo importante molte questioni sindacali collegate alla deontologia dei comportamenti dei Direttori che svolgono attività non propriamente giornalistiche ma imprenditoriali. L’avventurismo crescente di tante iniziative spregiudicate colpisce colleghi che poi rimangono senza lavoro, vittime della leggerezza di editori senza scrupoli. Alcuni di loro sono giornalisti che non rispettano alcuna regola. In questi casi l’Ordine interviene anche d’ufficio. Tabloid 2 6 / 2008 2007 Il bilancio •Il bilancio dell’Ordine della Lombardia è stato approvato all’unanimità lo scorso 27 marzo al Circolo della Stampa. Ufficio relazioni con il pubblico: il vicepresidente Stefano Gallizzi e i consiglieri Laura Mulassano e Paolo Pirovano ricevono all’Ordine tre volte alla settimana tutti i colleghi che vogliono accedere al praticantato d’ufficio o diventare pubblicisti. La loro preziosa attività di informazione e ascolto dei problemi creati ai giovani dal disarticolato e selvaggio mercato del lavoro dimostra come l’Ordine può essere d’aiuto nell’accesso alla professione di chi non riesce a trovare un posto fisso o è vittima di posizioni di abusivato ormai sempre più frequenti. Fare il giornalista ai tempi del blog è poco eroico e spesso molto frustrante. Purtroppo. La scuola È un capitolo molto delicato. La nostra bella Scuola potrebbe avere ancora un glorioso futuro se potesse contare su finanziamenti consistenti. Purtroppo non è così. La regione Lombardia ha stanziato una cifra importante per tre anni (dal 2005 il contributo è al 50% rispetto agli anni precedenti) che però non basta a coprire tutti i fabbisogni dell’Istituto. Quest’estate la situazione era drammatica: carente il piano finanziario di previsione per il biennio 2007-2009; verbali non redatti, altri incompleti, altri ancora non approvati o mancanti delle firme necessarie di convalida. Niente soldi in cassa, locali da ristrutturare (alla Regione era stata assicurata l’agibilità però mai realizzata) e 174.000 Tabloid 2 / 2008 Euro già impegnati dagli amministratori precedenti. Che fare? In una serie di sedute di Consiglio, davvero drammatiche, abbiamo dovuto decidere se chiudere la Scuola, mandare a casa gli studenti che avevano superato la selezione ed appena iniziato il corso e versato la prima rata di 4.000 Euro oppure, come è poi avvenuto, approvare il bilancio della Scuola che portava un disavanzo di 174.170 Euro. A tale importo andava aggiunto il 50% delle spese straordinarie necessarie per l’agibilità, pari a 70.800 Euro. Un totale dunque di disavanzo di 244.970 Euro. Ricordo che il nostro bilancio 2007 ha già sopportato la spesa di 65.000 Euro per i problemi più urgenti. Sulla conclusione del biennio in corso non ci possono essere dubbi, perché siamo tutti chiamati ad onorare gli impegni assunti, mentre per la prosecuzione dell’attività occorrerà un ripensamento responsabile sugli obbiettivi della Scuola anche in funzione del mercato del lavoro che ha subito profonde modificazioni dal lontano 1977, anno di fondazione di Ifg. I numeri Il 2007 chiude comunque con un avanzo di 224.617,23 Euro, vale a dire con un incremento del 441,6% rispetto al 2006 che si era invece chiuso con un avanzo di esercizio di 41.467. Un risultato di tutto rispetto. Dall’utile disponibile, però, dovremo attingere ben 200.000 Euro per copri- re il disavanzo registrato nella scuola di giornalismo. Il totale a pareggio dell’esercizio chiuso il 31-12-2007 è di 2.837.29,57 Euro. Le spese più rilevanti sostenute riguardano: la quota di competenza del Consiglio nazionale, pari a 1.140.405 Euro, che rappresenta, da sola, il 40,2% del totale di esercizio; le spese per il personale di 442.089 pari al 15,5% del totale d’esercizio; l’affitto e le spese condominiali che ammontano a 123.107,25 Euro pari al 4,3% del totale d’esercizio. Queste sole tre voci costituiscono il 60% del nostro bilancio. Consulenze legali: i costi per le consulenze legali e notarili sono passati dai 64.861,17 Euro dell’anno 2006 ai 48.886,61 del 2007, con una diminuzione di circa 15.975 Euro (pari a -24,6%). Speriamo, inoltre, di riuscire a ridurre ulteriormente i costi su vertenze impegnative a carico dell’Ordine ereditate dal passato. Lavoro interinale: altre spese ridotte con la nuova gestione sono quelle per le collaborazioni: 97.543,10 Euro nel 2006 e 88.696,64 a giugno 2007. Il costo dei lavoratori interinali assunti a sostituzione di impiegati in malattia e maternità nel 2° semestre è stato, invece, di circa 26.000 Euro, con un risparmio quindi del 71%. Per il 2008 si può prevedere una spesa per lavoro interinale di 54.000 Euro, cifra che si sarebbe aggirata addirittura intorno ai 174.000 Euro se ci fossero ancora le collaborazioni in atto nel 2006. New Tabloid: la riduzione del formato e la formula magazine full color facilitano il reperimento delle pagine di pubblicità che stimiamo possano generare un introito di almeno 30.000 Euro (nel 2006 i ricavi pubblicitari di Tabloid erano stati di 24.689,78 Euro), equivalente a circa la metà del costo di 6 numeri del giornale . Il nuovo magazine (senza pubblicità) costa circa 10.728, 50 Euro a numero. * Presidente dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia 17 Primo Il bilancio piano la relazione del consigliere tesoriere Nuova gestione costi contenuti Crediti per 182mila Euro per le quote precedenti (20022007). Cartelle esattoriali agli iscritti morosi. Trasformate in “pronti contro termine” le risorse fino a ieri in portafoglio. di Alberto Comuzzi* Mi soffermerò solo sui principali aggregati contabili e sui principali eventi che hanno caratterizzato l’ultimo esercizio. Per quanto attiene il bilancio consuntivo mi piace sottolineare subito che chiude con un evidente segno positivo. Le entrate Le entrate ammontano a 2.847.481,79 Euro, con un incremento di 36.828,16 rispetto alla precedente gestione. La voce più consistente è data dalle quote di iscrizione per un importo pari a 2.276.390,16 Euro, così suddivise: 1.935.890,16 (professionisti-pubblicistipraticanti) e 340.500,00 (elenco speciale). I diritti di segreteria hanno fatto registrare entrate per 136.362,44 Euro, con un incremento di 7.440,80 rispetto all’esercizio precedente. Il totale delle tessere FF.SS. ammonta a 5.750.00 Euro, in questo caso con un decremento rispetto al precedente esercizio (8.903,00) di 3.153,00. I crediti per le quote degli anni precedenti (anni dal 2002 al 2007) verso gli iscritti ammontano a 182.120,00 Euro. Nel corso del 2008 le esattorie provvederanno a notificare le cartelle esattoriali agli iscritti morosi. Le uscite Le uscite ammontano a 2.622.864,56 Euro. Le voci più rilevanti sono relative alle quote di competenza Consiglio nazionale (pari a 1.140.405,00) e al costo del personale dipendente (473.936,39, comprensivi del fondo d’incentivazione di 74.006,99, come previsto dal contratto collettivo di lavoro per il comparto degli enti pubblici non economici). Altra voce consistente sono le 18 spese per iniziative culturali: 198.837,56 di cui€ 65.000 destinati all’AFG/IFG. L’affitto degli uffici, comprensivo di spese condominiali, ammonta a 123.107,25 con un incremento di 4.241,21 rispetto al 2006. Per la convocazione dell’assemblea del 27 marzo 2007, sono stati spesi per l’invio delle lettere di convocazione (per posta prioritaria al posto delle lettere raccomandate) 23.759,34 Euro, con un incremento di 1.747,30 rispetto al 2006. Le spese per consulenze legali e notarili (comprensive del gratuito patrocinio per assistenza fiscale e legale - art. 24 cost. e legge 69/1963 - ed escluse quelle relative alla gestione di Tabloid) ammontano a 72.941,75 Euro, facendo rilevare un decremento rispetto al 2006 di 20.327,60; le spese di trasporto e spedizioni ammontano a €8.950,50 Euro, con decremento di €332,80 rispetto al precedente esercizio. La Gestione portafoglio, affidata alla Banca Intesa San Paolo, ha fatto registrare perdite per 601,23 Euro. Per questo motivo il Consiglio ha stabilito di trasformare in “pronti contro termine” le risorse economiche fino a ieri in portafoglio. In anni di oggettive difficoltà economiche per molti, dentro e fuori il mondo dell’informazione, anche il nostro Consiglio intende dare un segnale nel senso dell’austerità comprimendo, là dove possibile, i costi, pur mantenendo inalterato il livello dei servizi attesi dai propri iscritti. Con la nuova gestione dei corsi per i praticanti, per esempio, il costo d’iscrizione ai medesimi s’è abbassato da 400 a 150 Euro. Il merito va soprattutto ai tanti colleghi che hanno messo a disposizione le loro competenze di tutor o gratuitamente o con compensi poco più che simbolici. Per quanto riguarda le spese per le elezioni del nuovo consiglio sono stati sostenuti costi per 130.005,15 Euro per i quali si è deciso di utilizzare parte del fondo accantonato nei precedenti esercizi. I fondi ad oggi accantonati sono così composti: iniziative culturali 50.000; aggiornamento professionale 7.660,91; attività editoriali 69.387,76; DPR 445/00 200.000; condono quote 2.072,68; adempimenti pluriennali 85.212,06, Euro Euro per un totale di 414.333,41. *Tesoriere Ordine dei giornalisti della Lombardia Tabloid 2 6 / 2008 2007 Il bilancio la Relazione del Collegio dei Revisori dei Conti Trasparenza e austerità Una gestione prudente e finalizzata alla tutela degli iscritti. Assemblea sovrana sulla decisione di affidare 200mila Euro a un fondo a favore dell’Associazione Walter Tobagi di Ezio Chiodini* Il Collegio dei Revisori dei Conti, composto, oltre che dal sottosritto, da Marco Ventimiglia e Angela Battaglia, in conformità al disposto di legge, ha proceduto a una accurata analisi e verifica di tutte le poste in entrata e in uscita (si veda nella tabella sotto la sintesi delle voci più significative), controllando l’inerenza e la correttezza della documentazione contabile presentata. Sono sempre state effettuate le verifiche trimestrali con puntualità e sono stati ottemperati gli obblighi di legge relativamente all’attuazione di tali verifiche, in particolare i Revisori hanno proceduto al controllo sulla tenuta della contabilità ed al con- Tabloid 2 / 2008 trollo dell’amministrazione. Nel corso degli incontri trimestrali, così pure come in alcune riunioni del Consiglio, il collegio dei Revisori ha monitorato la situazione finanziaria, invitando il Consiglio ad una gestione prudente e finalizzata alla tutela degli iscritti. E’ da rilevare, inoltre, che i crediti verso gli iscritti per gli anni dal 2002 al 2007 ammontano a 182.120,00 €. Il Collegio dei Revisori dei Conti sottolinea come al 31/12/2007 nel bilancio siano stati accantonati 414.333 Euro di fondi istituzionali (iniziative culturali 50.000; attività editoriali 69.387; aggiornamento professionale 7.660, ecc.): Il Collegio dei Revisori ha, inoltre, controllato la rispondenza dei dati di bilancio con i saldi effettivi esistenti sia in cassa sia presso le banche, riconciliandoli trimestralmente e a fine anno. Il Collegio precisa che il bilancio preventivo 2008 è stato redatto sulla scorta dei dati disponibili e ispirandosi al principio della massima prudenza. Come revisori dei conti riteniamo di dover aggiungere una spiegazione relativa alla destinazione dell’avanzo dell’esercizio 2007. Il Consiglio dell’Ordine ha deciso di destinare 200 mila euro a un fondo di nuova costituzione a favore dell’Associazione Walter Tobagi che gestisce l’Ifg, in pratica la scuola di giornalismo. I conti dell’Associazione sono infatti pesantemente negativi e ciò per le ragioni già spiegate. Allo stesso scopo, nel bilancio preventivo 2008 sono destinati altri 50 mila euro. E’ opinione del Collegio dei Revisori che la decisione di devolvere contributi a fondo perduto sia di esclusiva pertinenza di questa assemblea , il solo organo istituzionale rappresentativo della volontà di tutti gli iscritti e quindi unico organo con poteri decisionali su devoluzioni a fondo perduto. *Presidente del Collegio dei Revisori Ordine dei giornalisti della Lombardia i conti in pillole Voci Euro Entrate 2.837.030 di cui: Quote iscrizioni 1.935.890 Elenco speciale 340.500 Diritti segreteria 136.362 Aggi quote Cnog 171.061 Corso praticanti Iscrizione Albo Tabloid e varie 55.350 128.355 8.763 Uscite 2.599.972 di cui: Quote Cnog 1.140.405 Tabloid 64.164 Iniziative cult. 182.585 Personale 425.817 Avanzo di esercizio 224.617 19 Il bilancio situazione patrimoniale attività immobilizzazioni immateriali immobilizzazioni materiali cassa denaro c/c bancari c/c postale banche c/gest. titoli depositi cauzionali riman. finali cancelleria riman. finali tessere ff.ss. crediti vs/clienti ina c/liquidazioni imposta sost. tfr crediti vs/inail dipendenti c/prestiti crediti per quote anni precedenti ratei e risconti totale attivita’ 39.262,72 157.461,66 1.058,78 198.756,63 15.589,64 366.031,95 20.206,60 9.792,01 1.750,00 1.950,00 125.948,22 288,01 2.295,09 8.195,09 182.120,00 1.771,26 1.132.477,66 Ordine dei Giornalisti consiglio regionale della lombardia Bilancio dal 01/01/2007 al 31/12/2007 (gli importi sono espressi in euro). conto economico costi consiglio nazionale spese per il personale spese legge 626/94 prestazioni sanitarie affitti e spese condominiali pulizia uffici/materiale per pulizia assist./manut./mobili e macchine assistenza softwar noleggio attrezzatura ufficio luce/acqua/gas postelegrafoniche utenza telefonica cancelleria e stampati assicurazioni tessere professionali valori bollati e vidimazioni spese trasporto spese e consul. legali e notarili spese amministrative spese bancarie c/c postali spese funzionamento ufficio e varie abbuoni e sconti passivi collaborazioni co.co.co premiazione 50 anni di albo spese convoc. assemblea spese viaggi consiglieri libri/giornali riviste/cd rom tessere viaggi consulenze consulenza contrattuale gratuito patroc. ass. leg. fisc. art. 11 legge 69/1969 spese delibere praticanti d’ufficio consulenza informatica costi indeducibili costi pubblicazione tabloid 20 1.140.405,00 438.257,29 3.702,94 129,07 123.107,25 18.915,94 37.244,75 10.594,11 6.066,48 3.731,00 19.580,19 9.873,65 26.896,58 13.837,39 17.000,00 2.249,37 8.950,50 48.886,61 29.577,10 5.543,62 20.545,38 142,61 88.696,64 6.193,40 23.759,34 12.707,92 9.968,05 7.500,00 374,40 14.477,50 28.575,14 3.794,40 6.000,00 295,37 64.164,50 passività f.do amm.to immobilizzazioni materiali fatture da ricevere fondo tfr dipendenti ferie e 14^ da pagare debiti vs/fornitori consiglio naz. c/liquidaz. f.do contributi produttivita’ inps c/contributi f.do produttivita’ esattoria c/irpef esattoria c/rit. d’acconto rivalutazione tfr da versare casagit trattenute sindacali inps collaboratori debiti per finanz. dipendenti f.do irap fondi accantonamento totale passivita’ avanzo d’esercizio totale a pareggio 101.725,59 7.856,52 150.238,93 8.401,93 36.862,88 79.344,24 18.013,31 10.058,00 74.006,99 896,99 1.555,25 486,87 525,45 272,80 227,00 261,00 2.793,27 414.333,41 907.860,43 224.617,23 1.132.477,66 spese iniziative culturali commissioni esatri legge 278/1992 sopravv. passive omaggi e beneficenze irap imposte e tasse perdite su titoli contributo pro ifg quote amm.to immobilizzazioni totale costi avanzo d’esercizio totale a pareggio 132.585,06 73.155,87 1.132,25 1.252,50 35.679,10 2.130,81 601,23 65.000,00 49.132,03 2.612.412,34 224.617,23 2.837.029,57 ricavi quote iscrizione profess. prat. quote elenco speciale diritti di segreteria tasse iscr. prat.+prof. tessere professionali interessi attivi corso praticanti corsi di aggiornamento indennita’ di mora esami cultura generale abbuoni e sconti attivi aggi su quote cnog tessere viaggi ferrovie interessi su titoli sopravvenienze tessere c/rim. finali rimanenze finali cancelleria tessere c/rim. iniziali - rimanenze iniziali cancelleria - pubblicita’ tabloid altri ricavi totale ricavi 1.935.890,16 340.500,00 136.362,44 128.355,00 13.785,00 2.295,73 55.350,00 23.000,00 5.516,92 996,40 45,18 171.060,76 5.750,00 4.701,05 3.567,65 1.750,00 9.792,01 950,00 9.502,22 1.599,00 7.164,49 2.837.029,57 Tabloid 2 / 2008 Il bilancio raffronti 2007/2006 Stato patrimoniale attivo Immobilizzazioni Immateriali Materiali Ammortamenti Totale Immobilizzazioni Attivo circolante Rimanenze Crediti - entro 12 mesi - oltre 12 mesi Disponibilità liquide Totale attivo circolante Ratei e risconti Totale attivo 11.542 10.452 320.796 20.207 341.003 581.437 933.982 1.771 1.030.751 314.928 20.207 335.135 535.691 881.278 30.993 1.023.408 Stato patrimoniale passivo Patrimonio netto Altre riserve Utile d’esercizio Totale patrimonio netto Trattamento fine rapporto di lavoro subordinato Debiti Ratei e riscontri Totale passivo 414.332 224.618 638.950 150.239 241.562 0 1.030.751 503.481 41.467 544.948 126.970 350.090 1.400 1.023.408 2.810.907 2.754.441 1.090 14.280 2.826.277 (7.764) 37.250 2.783.927 63.905 1.869.584 129.173 442.089 49.133 0 49.133 5.928 2.559.812 266.465 6.997 3.568 16.733 (13.165) 260.297 35.679 224.618 86.737 1.994.064 122.725 446.912 31.174 18.032 49.206 10.572 2.710.216 73.711 3.813 4.676 538 4.138 81.662 40.195 41.467 Conto economico Valore della produzione Ricavi delle vendite e delle prestazioni Variazione delle rimanenze di prodotti in lavorazione, semilavorati e finiti Altri ricavi e proventi: Totale valore della produzione Costi della produzione Per materie prime, sussidiarie, di consumo e di merci Per servizi Per godimento di beni di terzi Per il personale Ammortamento delle immobilizzazioni immateriali Ammortamento delle immobilizzazioni materiali Ammortamenti e svalutazioni Oneri diversi di gestione Totale costi della produzione Differenza tra valore e costi di produzione (A-B) Proventi e oneri finanziari altri Proventi e oneri straordinari - varie Oneri: - varie Totale delle partite straordinarie Risultato prima delle imposte (A-B±C±D±E) Imposte correnti Utile (Perdita) dell’esercizio Tabloid 2 / 2008 2007 39.262 157.461 101.725 55.736 94.998 2006 57.306 136.025 82.194 53.831 111.137 21 Primo Il bilancio piano L’INTENSO LAVORO delL’UFFICIO LEGALE Ottima annata ...purtroppo! Sono sempre più numerosi i colleghi, freelance soprattutto, che si avvalgono del gratuito patrocinio. Per denunciare editori che non onorano gli impegni economici, ma anche per rivendicare il rispetto della propria professionalità Al servizio di assistenza legale, gratuito e operativo da oltre nove anni, a favore degli iscritti all’Ordine lombardo si rivolgono, settimanalmente, sempre più numerosi colleghi, pubblicisti e professionisti. Nella sua relazione, l’avvocato Luisella Nicosia ha tracciato il profilo dei casi di assistenza più ricorrenti. Le richieste sollecitano in prevalenza, oggi come nel passato, il recupero di crediti professionali nei confronti di editori, piccoli, medi e anche grandi, che risultano insolventi. Dimostrazione della tendenza espressa da parecchie amministrazioni di testate di non onorare gli impegni assunti. Nel periodo compreso tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2007, al servizio legale di gratuito patrocinio si sono rivolti oltre 1650 giornalisti (di cui il 62% pubblicisti). Il lavoro autonomo, non è una novità, è sempre quello più esposto a rischio. E la tendenza, ancora una volta, è stata confermata. Accanto alle prestazioni eseguite e non pagate, si verificano fattispecie altrettanto gravi: si va da articoli pubblicati a firma altrui a fotografie e pezzi pubblicati senza firma e, ancora, dai servizi copiati o, meglio, “rubati” e riutilizzati indebitamente (soprattutto da e in Internet) alla pretesa di ridurre a posteriori il compenso già concordato. È doloroso constatare, a questo proposito, un crescente malvezzo, nei rapporti tra colleghi: sempre più spesso si registrano comportamenti poco corretti o comunque non ortodossi e conformi ai dettami deontologici da parte di 22 giornalisti operanti nelle redazioni nei confronti di colleghi freelance. La casistica è ampia: impegni verbali al riconoscimento di determinati compensi poi negati al momento della liquidazione, “pezzi” commissionati in modo generico e poi fatti rifare decine di volte, in totale spregio dell’impegno e del tempo profuso, proposte per approfondimenti e inchieste “rubate” e sottratte dalla redazione a chi opera come libero professionista e, quindi, fa delle proprie conoscenze e delle proprie idee un prezioso patrimonio operativo, per finire con articoli commissionati e successivamente non pubblicati né tanto meno pagati. Per quanto riguarda il recupero crediti, comunque, nel corso del 2007 sono state avviate numerose nuove pratiche e ne sono giunte a conclusione altre precedenti. Di queste, alcune hanno trovato soluzione con l’immediato pagamento da parte del debitore diffidato a mezzo di lettera raccomandata, altre hanno avuto un necessario sbocco in sede giudiziale. Sono arrivate a conclusione vertenze già pendenti, con recupero di crediti per complessivi 59.915 euro. Quanto all’entità dei crediti vantati dai giornalisti che si sono rivolti al servizio, si tratta di cifre comprese tra un minimo di 200 euro netti e un massimo di 15.000 euro. Da notare che, dal 2004 a tutto il 2007, sono state recuperate somme rilevanti corrispondenti a compensi professionali pari a 250.775 euro. Il commercialista Inpgi 2 e fisco è tutto un quiz Anche per il 2007, come da anni, lo Studio Marcianesi & Associati in qualità di consulente amministrativo dell’Ordine dei Giornalisti della Lombardia ha fornito l’assistenza necessaria a tutti gli iscritti nel campo fiscale, tributario e previdenziale. Ricordiamo che l’assistenza è prestata dal dottor Salvatore Gentile, ogni mercoledì dalle ore 15 alle 17, presso la sede dell’Ordine dei Giornalisti. Il servizio viene svolto anche telefonicamente. Nel 2007 i contatti sia mediante colloqui telefonici che attraverso incontri personali, sono stati oltre 1.500. Inoltre, è previsto che in sede di presentazione delle dichiarazione dei redditi (Modello 730 – Modello Unico), viene anche fornito il servizio di compilazione e spedizione delle dichiarazioni stesse. Anche questo servizio ha riscontrato un apprezzamento molto favorevole. Sempre nell’anno 2007, infatti, lo studio Marcianesi & Associati ha predisposto circa 130 dichiarazione di cui il 75% sono rappresentati dal Modello 730. Gli interventi più richiesti sono stati comunque quelli sulla previdenza, in particolare sulle differenze esistenti tra i contratti di Co.Co.Co. e Co.Co.Pro. istituiti dalla “riforma Biagi”. Sempre nell’area previdenziale, sono molto sentite le problematiche relative all’obbligo di iscrizione alla gestione previdenziale “Inpgi 2”. Un’altra area dove si riscontra particolare attenzione tra gli iscritti, è quello del regime fiscale da adottare nel casi di apertura di della partita Iva. Tabloid 2 6 / 2008 2007 Le iniziative dell’Ordine master di analisi investigativa La ricerca Borse di studio: ecco i vincitori Futuro e ruolo della professione Il Consiglio lombardo ha selezionato dieci giovani freelance per accedere al corso (del valore di 1.200 Euro) organizzato all’Istituto Don Bosco di Milano. Un aiuto concreto per formare nuovi giornalisti d’inchiesta ll Consiglio dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia ha deciso di portare da 6 a 10 le Borse di studio per freelance da 1.200 Euro ciascuna per il Corso di analisi delle fonti documentarie e giornalismo investigativo. Ecco i vincitori selezionati dalla Commissione composta, oltre che dal presidente Letizia Gonzales, dai consiglieri Stefano Gallizzi (vice presidente), Mario Molinari (segretario), Alberto Comuzzi (tesoriere): Dario Banfi, Roberto Bettinelli, Barbara Cilenti, Francesca Cimini, Silvia Cravotta, Nicole Martinelli, Paola Nurnberg, Raffaella Parisi, Chiara Sirna, Federica Paola Zoja. Le Borse di studio dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia si riferiscono al corso di “Analisi investigativa” della durata di 90 ore. I docenti che si alterneranno al corso e seguiranno i borsisti sono Roberta Bruzzone, Massimiliano Boccardi, Fabio Fini, Enzo Ciconte, Leonida Reitano, Guido Salvini, Lorenzo Striul, Mauro Falesieidi e Francesco Truglia. Coordinatrice dell’intero Master è Nicoletta Napoleoni (nella foto), esperta di terrorismo e sistemi criminali internazionali. Oltre a quello di “Analisi investigativa”, il Master preve- Tabloid 2 / 2008 de ulteriori corsi di “Insegnamenti propedeutici”, “Metodi e strumenti per la ricerca e l’analisi delle fonti documentarie”, “Giornalismo scritto e online”, “Giornalismo televisivo”, per la durata totale di 291 ore. L’inizio del Master è previsto per il 9 maggio e si terrà all’Istituto Don Bosco di Milano (via Tonale 19, zona Stazione Centrale). Chi è interessato all’iscrizione ai singoli corsi e/o all’intero Master può farlo, entro il 23 aprile, contattando l’organizzatore Leonardo Reitano (cell. 348/9155506) o scrivendo una e-mail a [email protected] o ancora consultando il sito www. giornalismoinvestigativo.org. L’intero Master costa 4.500 Euro, i giornalisti iscritti agli Albi della Lombardia hanno uno sconto del 15%. Il Master è patrocinato dall’Ordine dei giornalisti della Lombardia, Istituto per i beni archivistici e librari dell’Università di Urbino, Diario della settimana, Internazionale, Affari Italiani, Quaderni Radicali e McLuhan Program University of Toronto. Con questa iniziativa l’Ordine dei gior nalisti della Lombardia intende incentivare la formazione dei colleghi nel lavoro d’inchiesta. È in dirittura d’arrivo il lavoro commissionato dal Consiglio dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia a Enrico Finzi (nella foto), titolare di Astra Ricerche, sul futuro del giornalismo. A fronte del forte dibattito che si è sviluppato in America, non esiste, al momento, altro studio che fornisca dati e tendenze sul futuro della nostra professione in Italia. Astra Ricerche è un istituto che da anni si occupa di monitorare sia l’evoluzione dei media sia il mercato della comunicazione pubblicitaria. Il report finale della ricerca sarà consegnato a fine aprile all’Ordine, che entro giugno organizzerà un grande convegno (a Milano e a Roma). In quell’occasione avremo a disposizione dati, numeri, analisi e ipotesi tali da poter far ripartire il dibattito sul nostro futuro e su come potrà essere la professione fra 5-6 anni. Potremo così discutere anche del ruolo dell’Ordine distinto da quello del sindacato e degli altri enti di categoria. La ricerca demoscopica di Finzi è stata condotta, in collaborazione con Lexis, attraverso 2.004 interviste telefoniche con il classico metodo Cati (computer aided telephone interviewing) a un campione rappresentativo della popolazione italiana dai 15 anni in su pari a un universo di 50,6 milioni persone. Nella convinzione che una ricerca scientifica condotta sul campo da uno specialista non può essere che la strada maestra per poter discutere del nostro futuro. 23 Le iniziative Primo piano dell’Ordine LA CONSEGNA AL CIRCOLO DELLA STAMPA DI 18 MEDAGLIE alla carriera Questi cinquant’anni per noi valgono oro Li accomuna mezzo secolo di professione vissuto con impegno e passione nelle testate che hanno fatto la storia del giornalismo italiano. Sono gli iscritti del 1958, ai quali l’Ordine ha voluto dedicare una giornata speciale. Una tradizione ormai consolidata, che regala ogni anno emozioni sempre nuove di Paola Manzoni In comune hanno una data, il 1958, anno della loro iscrizione all’Ordine dei Giornalisti, e una passione, cresciuta e alimentata nel tempo e mai spenta, per la parola scritta (o parlata), per il fare informazione e, perché no, anche opinione. Di diverso hanno, oltre alle storie personali, percorsi professionali ed esperienze umane che conservano gelosamente nella memoria. A questi 18 splendidi “cinquantenni del giornalismo” (di cui 12 24 professionisti e 6 pubblicisti), l’Ordine di Milano ha voluto rendere onore e omaggio, lo scorso 27 marzo, con la consegna di altrettante medaglie d’oro da parte della Presidente Letizia Gonzales, al Circolo della Stampa. Per festeggiare il lavoro di una vita che, per qualcuno, è ancora quello di tutti i giorni. «Ai tempi, dicevo che avevo il domicilio coatto al 3° piano del Tribunale. Bene, sono ancora qui. La differenza è che, ora che sono in pensione, è una mia scelta». Per Annibale Carenzo (foto 1, 73 anni, esordi nei quotidiani di Pavia e una vita all’Ansa, ex consigliere dell’Ordine, storico ex presidente del Gruppo Cronisti Lombardo negli anni Novanta e oggi presidente onorario) il Palazzo di Giustizia di Milano è come casa sua. Conosce aule, uffici, codici e leggi a memoria, non ha mai avuto querele, tranne due finite entrambe nel nulla, ha seguito in diret- Tabloid 2 6 / 2008 2007 Le iniziative dell’Ordine 2 ta Mani Pulite: «Non sapevo mai quando andavo a casa a dormire… mi chiamavano a qualsiasi ora e per fortuna non c’erano i telefonini!». Ritmi incalzanti, tempi frenetici. Come quelli che ha vissuto Angelo Pinasi (foto 2, 81 anni) agli inizi suoi e de Il Giorno, nel 1956. «Giorni eroici da cronista sportivo» li definisce, condivisi con amici come Pilade Del Buono. Fino alla scelta, nel 1970, di passare ai settimanali (Europeo, Oggi, Epoca) per dare spazio alla famiglia («Quello che mi ha riempito la vita»), al piacere delle ferie in gommone, alla scoperta (per lui quotidianista) dei fine settimana. Ha visto l’alba… del Giorno anche Renato Proni (foto 3, 76 anni), che per il quotidiano milanese seguì, primo giornalista italiano, la guerra di Algeria. Prima corrispondente da Londra (per Il Giorno e Abc), poi da Bruxelles (per La Stampa), 40 i Paesi visitati nella sua carriera: Proni, che da ragazzo sognava di fare il gallerista d’arte, ha scelto invece di raccontare il mondo. Grazie, soprattutto, a due direttori che ha ancora nel cuore: Gaetano Baldacci e Alberto Ronchey. Sono altri i grandi nomi che hanno illuminato i 50 anni di professione di Gianfranco Fagiuoli (foto 4, 82 anni, nato professionalmente a L’Arena di Verona). «I miei direttori sono stati i miei amici», dice: a Epoca con Nando Sampietro, ad Amica con Mario Oriani e Benedetto Mosca, che lo diresse poi a La Domenica del Corriere. E proprio alla Domenica, ha poi ritrovato Giulio Nascimbeni e Silvio Bertoldi, «ex colleghi dell’Arena che avevano, meri- 1 tatamente, fatto carriera». Lo stesso piacere di lavorare fianco a fianco a un grande del giornalismo è nella voce di Michele Sarcina (foto 5, 77 anni, primi passi come corrispondente da Cerignola per Il Messaggero e a Milano con 24 ORE), quando ricorda i suoi anni, intensi ed esaltanti, prima a Il Giornale, poi a La Voce, con Indro Montanelli. «Era bellissimo lavorare con lui. Non era un tecnico, lasciava fare e ci capivamo al volo». Senza mai un’incomprensione, nemmeno quella volta che Sarcina, credendo allo scherzo telefonico di un collega, mandò a quel paese Formigoni. «L’onorevole il giorno dopo si lamentò, giustamente, con Montanelli. Ma lui mi disse, serenamente: 5 3 -Hai fatto bene, comunque-». Sarcina ha solo un rammarico: vedere quanta sciatteria oggi imperversa nel giornalismo. «Che delusione! Articoli pieni di scorrettezze, raccomandati ovunque, saccenti e imprecisi», gli fa eco Luigi Confalonieri (foto 6, 83 anni, esordi da quotidianista, poi a Oggi, quindi a Gente con Edilio Rusconi, per arrivare poi alla direzione dell’emittente televisiva AntennaNord, diventata con Berlusconi Italia 1), una grossa esperienza nel giornalismo scientifico che gli ha meritato anche la direzione di Scienze e Vita. «Non potrò mai dimenticare l’intervista a Pincus, lo sperimentatore della pillola antifecondativa. Quando gli chiesi se si rendeva conto di aver 4 6 Tabloid 2 6 / 2008 2007 7 25 Le iniziative dell’Ordine sconvolto il mondo, lui mi rispose che non gli interessava. Che il suo obiettivo era risolvere un problema e ci era riuscito. Questo sì che è uno scienziato,-pensai io-, scienziato mancato». Si definisce invece medico mancato («Ma è meglio un giornalista mediocre che un cattivo medico…») Cesare Capone (foto 7, 83 anni) vero pioniere della divulgazione medica e fermo sostenitore del giornalismo nazional popolare che «deve confermare il pregiudizio piuttosto che smentirlo, per dare al pubblico quello che più facilmente può accettare». I segreti del mestiere li ha carpiti ai grandi maestri: la tecnica giornalistica da Edilio Rusconi a Gente, la libertà da Arturo Toffanelli al Tempo, l’umanità da Vittorio Buttafava all’Oggi, sua ultima redazione, anche se Capone collabora ancora e scrive saggi (due di prossima pubblicazione). C’è poi un direttore che ha segnato i destini di alcune testate nazional popolari: Alberto Tagliati (foto 9, 77 anni), dopo gli esordi a Milano Sera e al Corriere Lombardo, creò Stop, nato dalle ceneri di Confessioni, per la Cino Del Duca (casa editrice per la quale diresse anche Historia). «Quell’uovo rosso supino che conteneva la testata fu un successo incredibile, che ci scoppiò letteralmente in mano», ricorda. Un inizio glorioso per una testata che, oggi, è in balìa di ben altri destini. Per Tagliati poi vennero le direzioni di Grand Hotel, Eva Express, L’Occhio e di8 verse collaborazioni televisive come autore e presentatore. Ha avuto, invece, una carriera per così dire mono griffe Alfeo Pagin (foto 10, 85 anni), che ha legato la sua vita professionale (iniziata collaborando, tra gli altri, con La Gazzetta del Popolo di Torino, Il Tempo di Milano, La Patria, La Domenica del Corriere…) al Giornale di Bergamo. Lì lo chiamò il direttore Ugo Cuesta nel 1953 e lì rimase fino alla chiusura del 26 GRANDE ASSENTE Un ricordo per Renato Possenti Avrebbe ricevuto anche lui la medaglia d’oro lo scorso 27 marzo. Ma Renato Possenti, nato a Treviglio il 29 settembre 1930, è scomparso a metà settembre 2007. Dopo un esordio, giovanissimo, al Popolo cattolico di Treviglio, Possenti si dedicò anima e corpo, per 43 anni, alla cronaca dell’Eco di Bergamo, diventando nel tempo braccio destro del direttore monsignor Andrea Spada. Per i bergamaschi, Renato Possenti è stato anche, a lungo, l’inconfondibile voce del Gazzettino Padano. quotidiano nel 1980. Il suo pane? La cronaca, bianca o nera, che lo portava su e giù dalle valli, senza sosta. «Una vita difficile, sempre in giro, ma a lui è sempre piaciuto così. In redazione ci stava giusto il tempo di scrivere il pezzo», racconta la moglie Maria Gatti. Così come mono griffe è stata la carriera di Gino Sala (foto 8, 82 anni e una simpatica ammissione: «Collaboro ancora per tenermi vivo, altrimenti sarei completamente rimbambito»), che non ha mai lasciato la sua Unità. Dal calcio ai motori, al ciclismo, soprattutto, Sala ha girato il mondo sulle tracce dei campioni sportivi. Ha visto Coppi in lacrime, ha fatto quasi l’alba chiacchierando con Bartali e, al ciclismo di oggi, rimprovera di «essersi messo la cravatta, invece è santa povertà». Il ciclismo sta a Sala come il nuoto sta ad Aronne Anghileri (foto 13, quasi 81 anni, otto Olimpiadi estive e una invernale nel suo curriculum di giornalista sportivo), che come Pinasi e Proni firmò il primo numero de Il Giorno, per poi lasciarlo, dopo due anni, e «sposare» la Gazzetta dello Sport, dove è rimasto dal 1958 al 1994. «Ho cominciato come nuotatore a 15 anni e da allora ho ritagliato tutto, ma proprio tutto quello che è stato scritto su questa disciplina», racconta con orgoglio. Un archivio ricchissimo, che ha dato vita al libro Alla ricerca del nuoto perduto. Altro film, nel vero senso della parola. La passione per il grande schermo ha aperto, inaspettatamente, le porte del giornalismo ad Adele Gallotti (foto 11, 89 anni, collaborazioni per La Notte, Nazione Sera, Tempo, Visto): nel 1956 vinse «Lascia o Raddoppia» e la inviarono negli Usa a intervistare il Mike Bongiorno americano. Il suo ricordo più piacevole non può che essere legato a un grande del cinema, Federico Fellini, che incontrò per strada a Roma e poi intervistò. «Mi riconobbe lui, perché mi aveva vista in tivù. Non dimenticherò mai quella 9 Tabloid 2 / 2008 Le iniziative dell’Ordine •A sinistra, premiati e pubblico al Circolo della Stampa per la consegna della medaglie d’oro. Non erano presenti: Ermanno Spadoni, Sergio Pini, Giorgio Maiocchi, Donatella Ziliotto e Carla Porta Musa. sua voce così incredibilmente esile». Una vera passione per la comunicazione, quella che ha portato Ermanno Spadoni (77 anni) ad abbracciare il giornalismo, anche se «in modo anomalo», come tiene a precisare. «Sono sempre stato dirigente d’azienda, oltre che un gran sportivo. Mi considero un narratore: scrivevo nel tempo libero, di notte, raccontando le emozioni e le esperienze che vivevo, dal viaggio di lavoro che mi portava lontano alla competizione motociclistica». E, infatti, Spadoni ha scritto soprattutto di motorismo, mentre oggi si dedica prevalentemente alla comunicazione della Fondazione Porto Rotondo, di cui è tra i fondatori, oltre che memoria storica. Al mondo dello spettacolo, ma anche a quello del turismo e della magia, si dedica ancora oggi con le sue collaborazioni 10 11 Tabloid 2 / 2008 12 Sergio Pini (74 anni), che in curriculum ha la direzione di Magia Moderna, la più antica del settore, e diverse collaborazioni televisive. In tivù ha lavorato anche Donatella Ziliotto (75 anni), che per la Rai realizzò con Paolo Poli programmi per bambini. «Il mio rapporto con il giornalismo è anomalo. Ho scritto articoli come consulente di letteratura e psicologia infantile, ma sono sempre stata più legata al mondo delle case editrici», racconta lei, che fece scoprire all’Italia i personaggi della cultura nordica (Pippi Calzelunghe, per esempio) e per Salani fondò la collana Gl’Istrici, che proprio quest’anno compie 20 anni. Ha pubblicato articoli e saggi con parsimonia, perché «non ho mai desiderato diventare scrittore prolifico»: Giancarlo Buzzi (foto 12, 78 anni), oltre a occuparsi di pubblicità e gestione strategico-operativa in particolare nell’industria editoriale, ha diretto la testata di comunicazione pubblicitaria Strategia. Ma il suo affetto va in particolare a una sua creatura, Il Concertino, rivista di varia cultura da lui fondata e diretta dalla vita breve (quattro anni), ma intensa. Quasimodo, Baccelli, Enzo Bettiza, Mario Rigoni Stern sono, invece, alcuni dei nomi che hanno accompagnato il 13 lungo cammino di una donna straordinaria: Carla Porta Musa, raffinata poetessa e scrittrice dalla voce ancora ferma e vibrante, che, oltre a festeggiare le nozze d’oro con l’Ordine (per i suoi articoli per La Domenica del Corriere, Amica, L’Illustrazione Italiana, Eva, per citarne alcuni), ha appena spento 106 candeline. Un doppio traguardo, il suo, davvero invidiabile. 27 La voce delle redazioni chi È e che cosa fa il photo editor Le notizie che non hanno bisogno delle parole Un’immagine, se ben scelta o ben realizzata, può informare e raccontare, proprio come un articolo. Ecco perché in redazione chi se ne occupa svolge un lavoro giornalistico. Ma in Italia questa figura stenta ancora ad avere l’adeguato riconoscimento professionale di Paola Brivio* sono diventate vere e proprie icone per il loro forte contenuto di informazione. Pensiamo (solo per citarne alcune memorabili) alla celebre foto del miliziano colpito a morte durante la Guerra Civile di Spagna scattata da Robert Capa (Cerro Muriano, Cordoba, nel 1936), alle immagini (sempre firmate da Capa) dello sbarco in Normandia (6 giugno 1944), a quelle dell’assassinio di John F. Kennedy (22 novembre 1963), alla bambina vietnamita che fugge dal suo villaggio per sottrarsi agli effetti della bomba al Napalm (1972, foto di Nick Ut, vincitore in quell’anno del World Press Photo), all’uomo che sbarca sulla Luna (16 luglio 1969), allo studente cinese che sfida un carro armato in Piazza Tiennammen (1989) e, per arrivare ai giorni più recenti, alle immagini •Il Gruppo Redattori Iconografici Nazionale MAX & DOUGLAS Immagini ben scelte parlano da sole, informano, raccontano. Come la parola scritta, hanno valore di comunicazione giornalistica. L’immagine è, in tutto e per tutto, una notizia. Spesso basta un solo scatto per descrivere un evento. Nella storia della fotografia sono innumerevoli le immagini che, da sole, contengono una notizia. Si potrebbe raccontare la storia del Novecento solo attraverso le immagini. Alcune 28 Tabloid 2 / 2008 La voce delle redazioni dell’attentato al World Trade Center di New York dell’11 settembre 2001: ecco “scritti”, senza bisogno di parole, alcuni capitoli della nostra storia. La fotografia ha, dunque, la stessa dignità giornalistica di un articolo. Fornisce il contesto visivo di un accadimento, crea nella pagina un tessuto narrativo che rafforza il contenuto di un testo. La fotografia non è, quindi, mero abbellimento, ma reale informazione che va ad arricchire la parola scritta. E basta dare uno sguardo all’attuale panorama editoriale italiano ed estero per comprendere quanto la fotografia abbia assunto carattere pregnante per l’informazione. Ma qual è la figura che sceglie e propone le fotografie in un giornale? È quella del photo editor. Dopo aver visionato i servizi fotografici già disponibili sul mercato, incontrato i fotografi, navigato nell’infinita rete dei siti fotografici, è il photo editor che propone e discute con il direttore e la redazione una storia fatta di immagini. All’interno della redazione, chi raccoglie, seleziona e mette insieme le immagini per illustrare un articolo svolge allora un lavoro di natura giornalistica, che si esplica nella creatività, nell’elaborazione intellettuale, nel commento delle notizie, nella ricerca e verifica delle didascalie. Non solo. Il photo editor è colui che, in un giornale, assieme al direttore e all’art director, ne determina e ne garantisce la linea visiva. Ciò significa che, studiato ed elaborato un certo progetto grafico ed editoriale, il redattore iconografico ha l’importante compito di mantenere la sintonia con quel progetto, attraverso la ricerca, la selezione, la produzione di servizi fotografici adeguati. Questo ruolo implica, tra l’altro, capacità di condividere in- formazioni con la redazione, i collaboratori esterni e i fotografi ai quali vengono commissionati i vari lavori. Però, rispetto alle realtà editoriali europee e americane, la figura del photo editor in Italia stenta ancora ad avere un riconoscimento professionale e un inquadramento giornalistico. Eppure, in un mercato editoriale che tende sempre più a uniformare e omogeneizzare i suoi “prodotti”, il photo editor può davvero fare la differenza, imprimendo originalità, individualità e identità alle pagine di un giornale: scegliendo le immagini, i fotografi e producendo servizi che fanno informazione. Inoltre, i photo editor sono tenuti a rispettare la deontologia professionale, proprio come tutti i giornalisti. La nozione dell’attività giornalistica, in mancanza di un’esplicita definizione da parte della legge professionale 3 febbraio 1963, non può che trarsi dai canoni di comune esperienza: per attività giornalistica si intende l’attività contraddistinta dall’elemento della creatività di colui che provvede alla raccolta, elaborazione o commento delle notizie destinate a formare oggetto di comunicazione interpersonale attraverso un messaggio (scritto, verbale, grafico e visivo) necessariamente influenzato dalla personale sensibilità e dalla particolare formazione culturale e ideologica (Cass. civ, 23 novembre 1983, Riviste: Mass. 1983). La nozione di attività giornalistica comprende non solo la stesura di pezzi e articoli, ma anche l’attività di regolazione del flusso di notizie, come quella di reperire le fotografie. I photo editor, fornendo al giornale immagini che indiscutibilmente producono informazione, sono dunque giornalisti. A tutti gli effetti. *photo editor Geo, membro del direttivo Grin. Il “redattore iconografico” ha l’importante compito di mantenere la sintonia con il progetto grafico ed editoriale del giornale Tabloid 2 6 / 2008 2007 Cosa dice la legge Le foto? Opera dell’ingegno La fotografia, in quanto strumento di comunicazione e di espressione, costituisce, nella sua accezione materiale, economica e giuridica (art. 810 c.c), un bene che può formare oggetto di diritti, avendo valore suscettibile di interesse, passibile di commercializzazione. I parametri normativi sono rappresentati, ancora, dalla legge 22.04.1941 n. 633 (con successive modifiche introdotte dal D.Lgs. 09.04.2003 n. 68), che regola la protezione del diritto d’autore e dei diritti connessi al suo esercizio per ogni opera dell’ingegno, purché originale, ai sensi degli articoli 1 e 2, qualunque sia il modo o la forma di espressione (anche digitale). L’opera fotografica gode pertanto di doppia protezione: una morale, consistente nel diritto di paternità (ovvero va sempre riportato il nome dell’autore) e di integrità (sono vietati ritocchi e modifiche); e una protezione patrimoniale, che riguarda il diritto di riproduzione, diffusione e distribuzione, in senso lato, di utilizzazione economica. È indubbio che Internet e le tecnologie digitali rendono difficile il controllo dell’archivio: esistono però sistemi evoluti per garantire l’impossibilità di usi (e di abusi) non autorizzati di immagini digitali (modalità di watermarking e di fingerprint). Da sottolineare che, al momento della pubblicazione, l’editore acquista il singolo utilizzo della fotografia: ogni ulteriore uso, sempre che autorizzato dall’autore, va quindi adeguatamente compensato. 29 La voce delle redazioni licenziamenti in tronco alle edizioni mimosa “Stop” al service giornalisti a casa Di fronte al calo (fisiologico) delle vendite, la casa editrice decide di esternalizzare il settimanale, affidandolo a Quick Press. E non esita a liquidare la storica redazione di Marina Di Leo Quindici testate e zero giornalisti. In due parole, ecco le Edizioni Mimosa, esempio illuminante, ma non illuminato, dei percorsi della stampa italiana, che sempre più esautora le redazioni, sostituendole con realtà precarie, professionalmente fragili e ricattabili. L’ultimo colpo da parte di questa “casa”, l’eliminazione della redazione di Stop. Una redazione già ridotta all’osso: quattro giornalisti e due impiegati che ogni settimana assicuravano l’uscita di una rivista popolare dal passato glorioso (giornale-pilota del gossip, fondato nel 1962 da Cino Del Duca, passato negli anni Novanta a Quadratum e, quindi, nel 2004 a Mimosa) e dal seguito tuttora consistente. Per comprendere lo stile di questo editore vale la pena raccontare come sono stati “somministrati” i licenziamenti. Il 22 gennaio scorso a chi scrive e veste il ruolo di fiduciaria di redazione viene consegnata una lettera in cui si annuncia l’esternalizzazione della testata, appaltata a un service editoriale, e la “soppressione” (questo il termine usato) dell’intera redazione, esclusi il vicedirettore (Luciano Perfetti) e il direttore (Sandra Rudoni, madre dell’amministratore delegato Marco Sutter). Motivo: il calo delle vendite della rivista. Passano sei giorni e il 28 gennaio ci viene presentata una lettera di licenziamento con decorrenza immediata. Sei licenziamenti in tronco (tranne quello della sottoscrit- settimanali popolari, quasi tutti in calo Testate 2006 2007 Variazione % Di più 786.654 739.491 -6 Famiglia Cristiana 698.239 644.316 -7,7 Oggi 679.539 623.679 -8,2 Chi 524.328 503.506 -4 Gente 476.254 411.425 -13,6 Vero 232.661 252.678 8,6 Visto 192.402 204.578 6,3 Grand Hotel 200.793 191.253 -4,8 Novella 2000 157.026 146.030 -7 Eva Tremila 126.737 84.648 -33,2 Stop 87.167 70.720 -18,9 Fonte: Ads media mobile gennaio-dicembre 2007 rispetto a gennaio-dicembre 2006 30 •L’ultimo numero di Stop realizzato prima del passaggio al service. ta, rimandato nel tempo per motivi di tutela sindacale), brutali, fuori da ogni regola, in sberleffo di qualsivoglia contratto di lavoro, oltre che delle regole del comune vivere civile. E il giornale? Passato nelle mani del service editoriale Quick Press, ha continuato a uscire in edicola senza nemmeno un giorno di ritardo. Non è solo lo sgomento per gli aspetti di assoluta illegittimità contrattuale e di legge che porta ad amare riflessioni. Il calo delle vendite di Stop era ed è reale, ma inevitabile data la politica aziendale di zero risorse e investimenti e anche considerato il critico andamento dei settimanali popolari in Italia (vedi dati Ads nella tabella a fianco). Resta il fatto che, per quanto ne sappiamo, sui bilanci di Mimosa l’incidenza del personale che realizzava il giornale da vent’anni era comunque bassa, all’incirca l’8% dei costi generali (in Mondadori è il doppio). Quale sia il destino della rivista senza più una redazione esperta che la confezioni non sappiamo (anche se non ci fa ben sperare). Ma alla fine poco importa di fronte a quello dei colleghi che oggi se la devono vedere con la disoccupazione, la ricerca non facile di un posto di lavoro e lo “schiaffo” anche di immagine alla loro dignità e identità professionali. *fiduciaria di redazione di Stop Tabloid 2 / 2008 La voce dei pubblicisti Le regole per l’scrizione all’ordine Uffici stampa e giornalismo Il loro pane sono, soprattutto, i comunicati stampa. Ma la loro è vera attività giornalistica? Sì, purché siano presenti quattro requisiti irrinunciabili. Ecco quali di Stefano Gallizzi Chi lavora in un ufficio stampa può chiedere l’iscrizione all’Ordine dei Giornalisti? È questa forse la domanda più ricorrente tra tutti coloro che si presentano negli uffici dell’Ordine. Per questo motivo il Consiglio regionale dell´Ordine dei giornalisti della Lombardia, dopo aver preso in esame le varie pratiche presentate per diventare pubblicisti da coloro che lavorano negli uffici stampa, si è dato delle regole per l’accesso. Per stabilire i criteri, il Consiglio dell’Ordine lombardo è partito da due basi: 1 la legge ordinistica del 1963 (che non è mai cambiata) 2 la nota del presidente dell´Ordine nazionale Lorenzo Del Boca del 29 gennaio 2007, in cui si legge: “si con- Pubblicisti 12.350 (al 31/12/2007) Maschi 7.380 (di cui 2.556 laureati) Femmine 4.979 (di cui 2.439 laureate) ferma che attualmente possono essere addetti agli uffici stampa degli enti pubblici solo coloro che sono già iscritti all’Ordine mentre per quanto concerne gli uffici stampa privati ai fini dell’iscrizione all’elenco pubblicisti valgono per loro le disposizioni generali della l.n. 69/1963, attività giornalistica continuativa e regolarmente documentata e retribuita per un biennio, a nulla rilevando a tal fine la frequenza a corsi di formazione ed aggiornamento sia pur specificatamente rivolti agli uffici stampa. Nel concreto, gli Ordini sono chiamati a valutare se l’attività documentata a supporto della richiesta di iscrizione sia di natura giornalistica o meramente commerciale”. Partendo da questi due presupposti sono stati stabiliti i criteri ai quali attenersi e i requisiti che sono necessari a chi, lavorando negli uffici stampa, fa ora richiesta di iscrizione all´Albo dei Pubblicisti: • due anni ininterrotti di lavoro (si intende l’ultimo biennio) • le ricevute dei pagamenti ricevuti per l´attività svolta • la dichiarazione di un responsabile dell´ufficio stampa che sia iscritto all´Ordine dei Giornalisti (non deve essere iscritto all´Elenco Speciale). che attesti il lavoro giornalistico • comunicati stampa di carattere giornalistico (60 pezzi) con riscontro di pubblicazione di essi su testate regolarmente registrate. Le pratiche che non hanno i requisiti richiesti non potranno quindi essere accolte dal Consiglio lombardo. In particolare, le dichiarazioni di Amministratori Delegati o proprietari di azienda non hanno valore ai fini dell´iscrizione all´Ordine. Questo chiarimento si è reso necessario poiché precedentemente l´Ordine aveva concesso l´iscrizione all´elenco dei Pubblicisti a tutti coloro che lavoravano negli uffici stampa da almeno due anni, dopo aver frequentato un corso a pagamento e superato un esame finale. Questo è potuto accadere grazie a una sanatoria della legge 150/2000. Terminati i tempi e cessata la sanatoria non è più possibile rivolgersi a corsi di formazione ad hoc per ottenere l´iscrizione all´Albo dei pubblicisti. Per questo motivo adesso tutti coloro che vogliono diventare pubblicisti lavorando presso un ufficio stampa devo avere obbligatoriamente i quattro requisiti richiesti. Una sanatoria aveva permesso l’accesso all’Albo dei pubblicisti anche attraverso corsi di formazione ad hoc. Non è più così Tabloid 6 / 2007 31 Multimedialità ECCO Come nasce un progetto editoriale online I freelance alla conquista delle nuove vie del web Il passaggio dalla penna al computer ormai è storia. Ora siamo nell’epoca degli articoli su Internet al posto di quelli su carta. E per i giornalisti è il momento di iniziare a cavalcare l’onda. Partendo, per esempio, dalla gestione di un blog “fai da te”. Un gioco da ragazzi di Daniele Cerra Quella a cui stiamo assistendo in questi tempi è una una rapida e profonda evoluzione dei media e dei modelli editoriali tradizionali. Responsabile, la diffusione di tecnologie come la telefonia radiomobile e Internet. I podcast, il blog o le WebTV sono ormai veri e propri mezzi di comunicazione di massa che interessano un bacino potenziale di oltre 33 milioni di internauti nella sola Italia. In questo contesto di frenetica evoluzione, quali sono le nuove opportunità per i giornalisti freelance? Dotato delle competenze editoriali di cui i nuovi media hanno fame, il freelance può finalmente diventare attore protagonista di progetti editoriali di qualità in grado di raggiungere un’audience molto vasta. A patto, ovviamente, che decida di impegnare un po’ di tempo ed energia per aggiornarsi e che si L’autore Daniele Cerra, pubblicista dal 2001, è direttore responsabile del magazine ENJOYin, oltre che instructional designer e content manager per una società di formazione e Web Agency. Autore di libri sull’e-learning e community management, collabora con mensili specializzati e portali Internet. 32 dedichi allo studio e all’interpretazione delle forme di comunicazione e del linguaggio tipici di questi nuovi media. Una cosa è certa: non è difficile. Alla portata di tutti Per prendere dimestichezza col Web 2.0, proviamo a realizzare un blog tematico all’interno del quale potremmo pubblicare in totale autonomia, come e quando vogliamo, nostri articoli, notizie oppure opinioni personali che intendiamo rendere fruibili via Internet. Come prima cosa, è fondamentale vincere le resistenze di chi, non avendo grande dimestichezza con i sistemi informatici, pensa di non disporre delle capacità tecniche necessarie per poter passare dall’altra parte del monitor e gestire in autonomia un progetto editoriale online. Cronometro alla mano, è possibile dimostrare che bastano meno di 10 minuti – reali – per iniziare a pubblicare un blog personale senza spendere nemmeno un centesimo. Grazie alla presenza di servizi e sistemi di pubblicazione molto semplici da utilizzare, creare un blog è infatti un’operazione che oggi, dal punto di vista informatico, è alla portata di tutti, o quanto meno di tutti quelli che sanno accendere un computer e scrivere un documento in Word o mandare un’e-mail. Per quanto riguarda la qualità dei contenuti, è poi l’esperienza e la professionalità del singolo freelance a far sì che la visibilità potenziale offerta dal blog venga sfruttata al meglio, per arrivare così a parlare di un prodotto editoriale di livello superiore rispetto a quelli realizzati dai molti blogger che, in virtù della padronanza di uno strumento tecnico, si improvvisano giornalisti dell’ultimo minuto. Bastano dieci minuti Partiamo così con il nostro primo progetto editoriale Web 2.0. Scegliamo il servizio di pubblicazione disponibile all’indirizzo www.blogger.com che, essendo realizzato da Google, offre grande visibilità agli articoli pubblicati per via della classificazione automatica dei contenuti negli archivi del motore di ricerca web che risulta essere il più utilizzato in Italia. Ora, un clic sulla freccia “Crea il blog adesso” e, a seguire, un dito sul cronometro: tra 10 minuti saremo online col nostro primo articolo! Il primo minuto serve per compilare i dati di registrazione al servizio. Il secondo per indicare il nome Tabloid 2 / 2008 Multimedialità Comunicati stampa Anche le pr sposano il digitale del blog e l’indirizzo Web al quale sarà reso disponibile. Il terzo per scegliere, con un semplice clic, lo stile grafico del blog ed ecco che la fase tecnico/burocratica del nostro progetto editoriale è già conclusa. E senza alcun intoppo, perché il sistema guidato di Blogger rende praticamente impossibile imbattersi in ostacoli insormontabili in queste prime fasi. Abbiate un po’ di fiducia nel lavoro che state facendo.he non guasta mai. Ora il blog è già online e per avere un’anteprima basta digitare l’indirizzo scelto in una nuova pagina Internet. Passiamo, quindi, alla fase creativa: la pagina dentro cui digitare il testo e il titolo del nostro primo articolo di blog (che in gergo viene chiamato “post”) è davanti ai nostri occhi. Prendiamoci pure tutti i minuti che mancano, o che ci servono, per scrivere qualche riga di presentazione del blog o un primo articolo in piena regola: perché il nostro pezzo finisca immediatamente online non dobbiamo compiere altre operazioni se non cliccare sul tasto “Pubblica post”. Infinite potenzialità editoriali A questo punto, dopo questa prima incursione nel mondo dei blog possiamo lanciarci nelle sperimentazioni più avanzate. Esplorando gli strumenti presenti nella pagina del sistema di pubblicazione e provando le numerose funzionalità evolute disponibili, facendo affidamento sull’ottimo sistema di aiuto contestuale previsto da Blogger. Sappiate comunque che solo sperimentando in prima persona questo tipo di strumenti di pubblicazione si riesce veramente a cogliere le reali (e infinite) potenzialità editoriali del Web 2.0 e a comprendere quali opportunità (prima tra tutte la visibilità) possano aprire. Per avere un’idea di tutto ciò che si può realizzare con Blogger, ecco il risultato delle prove svolte per la stesura di questo articolo: provate a consultare direttamene http:// frelance20.blogspot.com. Da qui potete commentare l’articolo, indicare gli indirizzi dei blog di prova che avete realizzato e (perché no?) interagire direttamente con… il suo autore! Crearsi un blog è tecnicamente semplice. Ma la padronanza del mezzo non è una garanzia di qualità dei contenuti Tabloid 2 6 / 2008 2007 Prima, ore e ore ad aprire, per poi magari cestinare subito dopo, buste piene di fogli che parlavano di mostre, convegni, appuntamenti, libri in uscita, anticipazioni moda, bilanci aziendali o mattinali dei carabinieri. Oggi, altrettante ore davanti al pc per scaricare decine di mail pesantissime, cariche di allegati di ogni genere e su qualsiasi tema, capaci di rallentare anche la connessione più potente. Posta elettronica destinata spesso, né più né meno di quella cartacea, a finire nel cosiddetto “archivio tondo”. In un giornale, quella con i comunicati stampa è, da sempre, una lotta con il tempo. Oltre che con le fonti. Inevitabile un cambiamento, in tempi di veloce evoluzione dei media. Ed ecco che anche i comunicati stampa si fanno digitali. Ci ha pensato, per ora, Business Press, agenzia di comunicazione integrata, che ha ideato la Smart Release, ovvero una mail essenziale, priva di allegati, che presenta con una frase sintetica e linkabile un tema, un evento. Se interessati, basta cliccare sul link per entrare nella Smart Room, un aggregatore di contenuti multimediali rivolto a giornalisti e opinion leader, e trovare tutte le informazioni e gli approfondimenti del caso, con tanto di fonti diverse già linkabili. Un comunicato stampa, quindi, che, lungi dall’essere invadente, permette a chi vuole di raccogliere e incrociare più informazioni sul tema in oggetto, mettendo a disposizione una rete di fonti. Selezionate, però. E non dal giornalista. Che ha pur sempre l’ultima parola. 33 L’osservatorio sull’estero Primo piano LE TENDENZE DEL MERCATO EDITORIALE OLTREOCEANO E OLTREMANICA Giornali Usa: i big perdono i locali vanno benissimo I primi quotidiani nazionali americani hanno perso 1,4 milioni di copie in quattro anni, pari al 10% della diffusione complessiva, ma guadagnano lettori online. Le “piccole” testate della community newspapers, invece, vanno a gonfie vele a cura di Pino Rea per Lsdi* I primi 20 quotidiani degli Stati Uniti hanno perso complessivamente 1,4 milioni di copie di diffusione giornaliera fra il 2003 e il 2007. Lo rivela Editor&Publisher, spiegando che si tratta di circa il 10% della loro diffusione complessiva. E&P cita in particolare dati dell’Audit Bureau of Circulations. Il calo maggiore è stato registrato al San Francisco Chronicle, che ha perso il 28,8%, seguito dal Los Angeles Times (meno 20,2%) e da The Boston Globe (meno 19,9%). Al contrario, Usa Today ha aumentato la sua diffusione di circa il 2%, mentre il New York Post è cresciuto del 2,3% in quattro anni, sebbene gli ultimi Rapporti riferiscano di un calo nelle vendite. Il Rapporto, consultabile sul sito web di E&P, puntualizza comunque che molti giornali, sebbene abbiano perso copie, hanno invece guadagnato lettori online. Qualche esempio: New York Times perde il 7,2% sulla versione cartacea ma guadagna il 45,1% di lettori nella versione online; The Wall Street Journal perde il 3,8% su carta ma guadagna l’81,4% nella versione online; il Washington Post perde il 13,3% su carta e guadagna il 14,6% sul web. L’altro aspetto che mostra una tendenza inequivocabile è il successo dei quotidiani cartacei locali rispetto ai nazionali. Ci sono infatti giornali che vanno benissimo in Usa, tanto che quasi l’83% dei cittadini americani di più di 18 anni ne legge almeno uno alla settimana, e i relativi editori giurano che si tratta di un buon affare. Sono i giornali locali (community newspapers), di quartiere, di comunità, che vanno a gonfie vele, contrariamente a quanto accade ai nazionali e metropolitani e a quelli dei gruppi Gannett o McClatchy. La National Newspaper Association (NNA), utilizzando dei dati raccolti dal Reynolds Journalism Institute presso la Missouri School of Journalism, sostiene che, a differenza di tutti i controversi risultati che ogni mese vengono annunciati dai quotidiani nazionali, i giornali locali stanno crescendo, sia in diffusione sia in lettori. C’è un gran numero di giornali locali che stanno conservando o stanno accrescendo i margini di profitto con andamenti a due cifre -spiega Brian Steffens, direttore esecutivo della NNA- e molti che stanno anche crescendo in termini di diffusione e di readership. Il ritmo di crescita dei giornali locali in termini di vendite negli ultimi due anni testimonia l’esistenza di un mercato in ottima salute. In pratica, c’è un vero e proprio abisso fra i quotidiani nazionali e i giornali locali. Quello che rende questi ultimi davvero diversi -spiega per esempio Larry Grimes, esperto in fusioni editoriali- sono gli editori, che stanno avendo un approccio molto attivo ai loro mercati. Continuano ad accrescere la penetrazione in casa loro. Stanno creando speciali sezioni, prodotti e risorse nell’online, attraverso cui riescono a raggiungere i maggiori segmenti della popolazione (fra i 21 e i 35 anni), stanno conoscendo meglio gli inserzionisti e lavorando con loro per creare campagne di marketing che producono forti indici di redditività del capitale investito (Roi). Questo significa lavorare a gomito a gomito con gli immobiliaristi, i venditori di auto e gli addetti alla pubblicità in quel preciso mercato. Il messaggio che i giornali locali vogliono lanciare è che, mentre Circa un terzo dei lettori di giornali locali conserva la sua copia per più giorni, per rileggere articoli e pubblicità con calma 34 Tabloid 2 6 / 2008 2007 L’osservatorio sull’estero il crollo può avere qualche sfumatura di vero nel caso dei quotidiani nazionali, al livello di giornali locali è tutta un’altra storia. So molto bene quanto siano ardue le sfide che si trova ad affrontare l’industria dei giornali, ma un aspetto del problema di come analizzare lo stato di salute dell’industria dei quotidiani è che virtualmente tutte le ricerche fatte finora sono state centrate sui giornali leader nei primi 100 mercati. Ma ci sono più di 1.400 quotidiani e circa 8.000 giornali locali non quotidiani in giro per l’America. I primi 100 non possono raccontare l’intera storia, ma è proprio questo che abbiamo fatto negli ultimi anni. E allora quali sono gli elementi che eccitano tanto gli addetti ai giornali locali? Secondo lo studio c’è un lieve aumento -dall’ 81% del 2005 all’83%- di adulti ultradiciottenni che legge un giornale locale ogni settimana. Il tempo medio dedicato alla lettura è di 41,8 minuti, circa il 10% in più rispetto al 2005. E circa un terzo dei lettori conserva il giornale per più di sei giorni, per poter rileggere gli articoli o riguardare la pubblicità. Quest’ultimo dato è in contrasto con l’esperienza che si ha del rapporto con la free press, che viene gettata via subito dopo una rapida occhiata durante gli spostamenti in città. Secondo la ricerca della NNA, il 99% dei lettori privilegiano l’informazione locale e il 64% di essi la segue molto spesso, il che significa un 15% in più rispetto ai dati del 2005. E quando si passa allinformazione sul governo locale, il 90% dei lettori crede che sia importante per i giornali valutare se i leader di governo, cittadini ed econo- mici abbiano un alto livello di credibilità e che i giornali vadano a fondo dei loro provvedimenti e dichiarazioni. È un punto importante, perché ci sono indicazioni secondo cui il pubblico sta capendo che il distacco crescente con cui i quotidiani stanno seguendo le attività del governo locale è dovuto anche alla decimazione delle redazioni. Nell’area della San Francisco Bay, per esempio, quasi ogni giorno i giornali, invece di farsi concorrenza hanno adottato un nuovo tipo di copertura di agen- zia, dove un solo reporter segue i fatti per tutti. Niente competitività, scoop o esclusive. Solo la riscrittura di qualche notizia o dei comunicati. Non è quello che i lettori vogliono e per questo si stanno orientando in numero sempre maggiore verso i settimanali. Secondo la ricerca, una grande maggioranza dei lettori di giornali locali legge con estremo interesse le notizie sull’ amministrazione e sull’educazione. * Libertà di stampa diritto all’informazione lettori online dei principali quotidiani usa Testata Siti N. lettori* % The New York Times Nytimes.com 20.461.000 45,1 Usa Today Usatoday.com 12.314.000 19,4 The Washington Post Washingtonpost.com 9.902.000 14,6 The Wall Street Journal Wsj.com 6.962.000 81,4 Los Angeles Times Latimes.com 5.715.000 4,7 Fonte: Editor&Publisher i primi diciotto quotidiani americani Quotidiani Copie vendute Diff. 2003/04* Variazione USA Today 2.293.137 46.141 2,10% The Wall Street Journal 2.011.882 -79.180 -3,80% The New York Times 1.037.828 -80.737 -7,20% Los Angeles Times 794.705 -201.133 -20,20% New York Daily News 681.415 -47.709 -6,50% New York Post 667.119 14.693 2,30% The Washington Post 635.087 -97.785 -13,30% Chicago Tribune 559.404 -54.105 -8,80% Houston Cronicle 502.631 -50.387 -9,10% The Arizona Republic 385.214 -47.070 -10,90% San Francisco Cronicle 365.234 -147.406 -28,80% The Boston Globe 360.695 -89.843 -19,90% The Star-Ledger 353.003 -55.669 -13,60% Star Tribune 341.645 -38.709 -10,20% The Philadelphia Inquirer 338.049 -38.444 -10,20% The Plain Dealer 332.894 -32.394 -8,90% Detroit Free Press 320.125 -32.589 -9,20% The Atlanta Journal-Cons. 318.350 -64.071 -16,80% Fonte: Editor&Publisher •È in atto un forte calo diffusionale per la versione cartacea dei maggiori quotidiani americani. Che, invece, guadagnano lettori, con percentuali spesso a due cifre (come si nota dalla tabella sopra) nella moderna versione online. Tabloid 2 6 / 2008 2007 35 Primo piano sta cambiando IL PANORAMA DELL’EDITORIA LEGATA ALLA CURIA I settimanali cattolici guardano al futuro Sono 12 le testate iscritte alla Fisc, con una diffusione di oltre 100mila copie in tutta Lombardia e una storia spesso centenaria. Ma ora il cardinale di Milano punta anche su YouTube: 16mila collegamenti alla sua “uscita” pasquale di Saverio Clementi C’è chi la chiama “stampa minore”, ma di minore ha ben poco, e non solo perché ha più di un secolo di storia alle spalle, ma soprattutto perché occupa un segmento assai significativo del panorama giornalistico italiano. Parliamo della stampa cattolica, cioè di un settore dell’editoria caratterizzato da un profondo radicamento nel territorio e dalla capacità di fondere sulla sue pagine cronaca e approfondimento. La Lombardia, come è noto, è la capitale italiana dell’editoria per la gran quantità di media in essa presenti. Ma la regione detiene anche un altro primato nazionale: quello di ospitare la più alta concentrazione di testate a vario titolo di “area cattolica”. A tutt’oggi si possono contare i seguenti quotidiani: L’Eco di Bergamo, di proprietà della Sesaab (acronimo che sta per Società editoriale santi Alessandro, Ambrogio e Bassiano, i santi protettori delle diocesi di Bergamo, Milano e Lodi, tutte presenti con una partecipazione azionaria); la Provincia di Como (diffusa con diverse edizioni anche nelle province di Lecco, Sondrio e Varese), il cui pacchetto azionario di maggioranza appartiene alla Sesaab; Il giornale di Brescia, proprietario con L’Eco di Bergamo di una tipografia a Erbusco; Il Cittadino di Lodi, che vede anch’esso una partecipazione azionaria della Sesaab; Il Cittadino di Monza e della Brianza, acquistato due anni fa sempre dalla Sesaab con un progetto, poi rientrato, di passare da bisettimanale a trisettimanale e quindi a quotidiano. Completa il panorama il mensile Il Segno, della diocesi di Milano, diretto da don Giuseppe Grampa, con oltre 50.000 copie di diffusione. Chiudono otto giornali ma la rete fa boom Non si può inoltre ignorare che a Milano hanno la loro sede principale il quotidiano cattolico Avvenire (nato nel 1968 dalla fusione tra il milanese L’Italia e il bolognese L’avvenire d’Italia) e l’impero editoriale facente capo alla congregazione religiosa dei Paolini che pubblica, tra l’altro, Famiglia cristiana, uno dei periodici Una stampa che interpreti gli interessi del bene comune e attenta al territorio: questa la missione dei giornali diocesani 36 più diffusi in tutta l’Italia. C’è poi il mondo dei settimanali diocesani lombardi, la cui tiratura complessiva supera le 100mila copie. Il loro stato di salute è assai diversificato: alcuni diffondono numerose copie e sono leader nei rispettivi territori, altri faticano a mantenere gli standard raggiunti e registrano una lenta erosione di copie. Sono attualmente 12 le testate regionali iscritte alla Federazione italiana dei settimanali cattolici (Fisc), ma in passato il loro numero era superiore. Nell’arco di pochi anni si sono infatti registrate alcune dolorose chiusure: Luce di Cantù, La Nostra Domenica di Bergamo, 7° Giorno di Melzo, Il Nostro Tempo di Milano (che si è trasformato in giornale online), Il Resegone di Lecco (fondato nel 1882), Luce di Varese e Altomilanese (1914), La Piazza di Erba e Città Nostra di Sesto San Giovanni. Ben sette di queste testate facevano capo alla diocesi di Milano, che ha motivato tali decisioni con l’impossibilità di far fronte ai crescenti costi di gestione. L’unica nota positiva risale a tre anni Tabloid 2 / 2008 fa, con la nascita di Noi Brugherio, che ha adottato la formula free press: viene infatti diffuso gratuitamente nei luoghi pubblici della cittadina brianzola ed ha raggiunto in pochi mesi il significativo tetto delle 6mila copie. E, sempre per restare all’interno della diocesi ambrosiana, un discorso a parte merita l’originale esperienza del portale www.chiesadimilano.it, che persegue l’obiettivo di veicolare l’informazione diocesana e la voce del vescovo attraverso la rete informatica. Quest’anno, per arrivare velocemente nelle case dei fedeli e dialogare con loro sull’impegnativo tema del battesimo e della Quaresima, il cardinale Dionigi Tettamanzi si è affidato, oltre che a Radio Marconi e a Telenova, anche a YouTube. Una scelta innovativa e controcorrente, per l’arcivescovo della più grande diocesi italiana, che come ogni anno, in attesa della Pasqua, aveva il problema di raggiungere i suoi cinque milioni di fedeli sparsi su un territorio grande circa metà della Lombardia. Il successo è stato immediato già Tabloid 2 / 2008 alla prima puntata, toccando punte di oltre 16mila collegamenti. Ogni diocesi lombarda, con la sola eccezione di Bergamo, ha il suo settimanale; alcuni risalgono alla fine dell’800 (La Voce del Popolo di Brescia, Il Cittadino di Monza, Il Ticino di Pavia, L’Araldo Lomellino di Vigevano, Il Cittadino di Lodi), altri ai primi anni del ’900, in coincidenza di eventi drammatici della storia italiana come la prima guerra mondiale e l’avvento del fascismo (La Vita Cattolicadi Cremona, Il Popolo Cattolico di Treviglio, Il Nuovo Torrazzo di Crema). Più recenti sono La Cittadella di Mantova (1945) e Il Settimanale della Diocesi di Como (1977). Vicende spesso trava- Milano Sette Una vetrina locale su Avvenire Dal 13 gennaio 2008 Milano Sette è diventato il secondo dorso domenicale di Avvenire. L’inserto, tutto a colori, curato dall’Ufficio comunicazioni sociali della diocesi di Milano, è realizzato dalla redazione delle testate diocesane e diffuso in tutta Lombardia. È una novità nel panorama degli strumenti della comunicazione della diocesi, che rinnova così una collaborazione nata nel 1974 con il quotidiano dei cattolici. Il nuovo Milano Sette, che va da 6 a 8 pagine, vuole essere uno spazio informativo che punta sui contenuti, i modi e i tempi del cammino della Chiesa ambrosiana, valorizzando la vitalità delle comunità cristiane. Tutto trattato con taglio giornalistico. In questi primi mesi ha affrontato temi come la lettera dell’Arcivescovo ai separati e divorziati, l’emergenza casa, la prostituzione e la tratta, l’ora di religione, l’inserimento degli immigrati nella vita parrocchiale. 37 Primo piano Appuntamento a Milano Comunicatori a confronto Sarà Milano ad ospitare il convegno nazionale dei direttori e dei collaboratori degli Uffici diocesani per le comunicazioni sociali. Dall’8 al 10 maggio, al “Crowne Plaza” di San Donato Milanese, si discuterà del ruolo dei cattolici italiani tra informazione e realtà. «La Chiesa italiana – spiega don Davide Milani (nella foto), responsabile per la diocesi ambrosiana - considera fondamentale il tema della comunicazione. Ed è per questo che ogni due anni organizza un convegno rivolto ai direttori della comunicazione delle diocesi italiane e a chi nella Chiesa si occupa di comunicazione. Una preziosa, duplice occasione: anzitutto per interrogarsi a proposito dei media promossi e sostenuti direttamente dal mondo ecclesiale; inoltre per analizzare il panorama degli strumenti “laici” che quotidianamente entrano in tutte le case e per verificare con quale grado di fedeltà sono in grado di rendere lo “sguardo quotidiano” corrispondente alla realtà della vita del Paese». Saranno presenti i cardinali Angelo Bagnasco, presidente della Cei, e Dionigi Tettamanzi. Il convegno sarà anche l’occasione per celebrare alcuni anniversari dei più importanti media cattolici italiani: i 40 anni del quotidiano Avvenire, i 20 anni dell’agenzia di stampa “Sir” e i 10 anni dell’emittente televisiva “Sat 2000” e del circuito radiofonico “inBlu”. 38 gliate hanno segnato la vita di questi periodici. È il caso del bresciano La Voce del Popolo. Fondato nel 1893, dovette sospendere le pubblicazioni dal novembre 1926 al 1936 perché soppresso dal fascismo. Tornò in edicola con un nome diverso (La Voce Cattolica) e soltanto alla fine della guerra poté riprendere il suo glorioso nome. Vicissitudini che coinvolsero anche altre testate regionali, costrette a sospendere le pubblicazioni, a mutare nome o a subire pesanti interventi della censura fascista. Durante gli anni compresi tra il 1920 e il 1930, Il Ticino di Pavia preferì uscire con alcune pagine bianche, su cui campeggiava ben in evidenza la scritta “Viva la libertà”, piuttosto che cedere ai condizionamenti del regime. C’è chi ha, invece, preso il posto di precedenti giornali. A Como il settimanale diocesano nacque prima come inserto domenicale del quotidiano L’Ordine e soltanto alla chiusura della gloriosa testata cattolica cominciò ad avere vita autonoma. Il Popolo Cattolico di Treviglio (fondato nel 1921) è uno dei pochi settimanali italiani iscritti alla Fisc ed espressione di una città non capoluogo di provincia e non sede vescovile. Lo dirige dal 1983 Amanzio Possenti, autorevole figura del giornalismo bergamasco e “decano” dei direttori dei settimanali cattolici lombardi. Don Giorgio Zucchelli, direttore del cremasco Il Nuovo Torrazzo, ha iniziato da poco il suo secondo man- •Don Giorgio Zucchelli, presidente nazionale della Fisc e direttore de Il Nuovo Torrazzo di Crema. dato triennale di presidente nazionale della Fisc. «I direttori dei settimanali lombardi – commenta – sono convinti che le loro testate abbiano ancora grandi potenzialità in ordine alla diffusione di opinioni pubbliche informate ai valori evangelici, ma sono consapevoli di non poter più procedere artigianalmente, senza investimenti e strategie adeguate, condivise e supportate dai vescovi e dalle diocesi. Crediamo che non si possa più procedere da soli e mantenere la nostra attività chiusa SETTIMANALI CATTOLICI ISCRITTI ALLA FiSC Testata Peridicità Direttore Città Il Cittadino bisettimanale Luigi Losa Monza Il Nuovo Torrazzo settimanale Giorgio Zucchelli Crema Il Popolo Cattolico settimanale Amanzio Possenti Treviglio Il Settimanale della Diocesi settimanale Agostino Clerici Como Il Ticino settimanale Don Franco Tassone Pavia La Cittadella settimanale Benito Regis Mantova L’Araldo Lomellino settimanale Emilio Pastormerlo Vigevano La Vita Cattolica settimanale Don Vincenzo Rini Cremona La Voce del Popolo settimanale Adriano Bianchi Brescia Noi Brugherio settimanale Mino Ciravegna Brugherio Fonte: Editori. Iscritti alla Fisc sono anche il quotidiano l Cittadino di Lodi e la testata online Incroci News Tabloid 2 / 2008 Primo piano in compartimenti stagni. E questo a fronte di un fenomeno che sta interessando il mondo dell’editoria nel suo complesso; mentre altrove si creano sempre più sistemi integrati che registrano risultati interessanti sia sul versante delle vendite sia su quello della pubblicità, noi procediamo ciascuno per proprio conto; anzi, rischiamo di smantellare un patrimonio che i cristiani di oltre un secolo fa hanno voluto fortemente e che oggi è una preziosa eredità del movimento sociale cattolico lombardo». La parola d’ordine è dunque “sinergia”, e un primo coraggioso passo in questa direzione è stato fatto recentemente con la costituzione di “Fisc Servizi”, una società a responsabilità limitata incaricata di affiancare i 168 settimanali diocesani italiani sui versanti della raccolta pubblicitaria e del supporto amministrativo. Per restare nell’ambito più strettamente regionale, è in corso da tempo una riflessione per definire un vero e proprio “Progetto lombardo”, che, nelle intenzioni, potrebbe diventare un punto di riferimento per l’intero mondo dei media cattolici italiani. Claudio Mazza, direttore di IncrociNews e coordinatore delle testate lombarde, spiega un progetto che attende solo di essere tolto dal cassetto: «Si tratta di potenziare l’informazione a livello regionale dando voce a iniziative, problemi e riflessioni che non sono più confinabili nel ristretto ambito locale. Stiamo pensando ad Tiratura Giornalisti E.mail 25.000 12 16.000 5 [email protected] 4.000 5 [email protected] 6.000 3 [email protected] 5.000 2 [email protected] 4.000 2 [email protected] 6.000 5 [email protected] [email protected] 4.500 4 [email protected] 16.000 5 [email protected] 6.000 5 [email protected] Tabloid 2 / 2008 La testimonianza «Combattiamo insieme i pregiudizi» «Si sa che i media hanno, tra le altre, l’esigenza della semplificazione. È certamente un’esigenza comprensibile e legittima, anzi utile e in qualche modo necessaria. Siamo però di fronte ad un processo piuttosto delicato, non privo di rischi pericolosi. Se non è ben condotta, la semplificazione può portare ad elaborare schemi rigidi e precostituiti che si impongono e che finiscono per dare un’immagine riduttiva, se non persino distorta della realtà. Simili schemi, quanto più si radicano, tanto più rischiano di autoalimentarsi, per il fatto che le notizie comunicate con un certo stile, caricate ad esempio di sensazionalismo, di toni forzati, di contrapposizioni radicali, fanno nascere nella gente comune reazioni emotive tali da portarla a leggere il fenomeno in maniera inadeguata o addirittura sbagliata. Si creano così le condizioni per giudizi approssimativi nei confronti di gruppi etnici, che si configurano come delle “etichette” difficili da rimuovere. «È un dato che abbiamo constatato molte volte e in diverse circostanze. Mi riferisco ad una notizia di questi giorni: immigrati nomadi che lavorano con onestà e con apprezzamento dei loro datori di lavoro, ma che si trovano nella necessità di tenere nascosta la propria provenienza etnica perché verrebbero discriminati a causa dei pregiudizi nei loro confronti. Sono certo che la responsabilità dei pregiudizi non ricade tutta sui media, ma sono convinto che i mezzi di comunicazione hanno la funzione importante di non avvalorare i pregiudizi e soprattutto di aiutare a superarli. L’esempio fatto mostra quanto l’effetto della modalità di trasmissione di certe notizie incide in termini di estrema concretezza sulla qualità della vita delle persone. Credo sia davvero importante renderci conto di che cosa poi gli immigrati vivono sulla propria pelle, in particolare la grande difficoltà a tessere relazioni amicali e costruttive per evitare il conseguente rischio di chiusure reciproche. Al contrario, una semplificazione ben condotta sa stare dentro la complessità del fenomeno migratorio e aiuta la gente a leggerlo, capirlo e interpretarlo con serietà, ma senza ansie, e con libertà da pregiudizi e ideologismi. È questo un compito, meglio una responsabilità che tocca in modo particolare il mondo dei media». Cardinale Dionigi Tettamanzi •Nella foto, il cardinale di Milano, Dionigi Tettamanzi, durante una delle sue numerose visite alla mensa dei poveri cittadina. 39 Primo piano Non solo carta Tutte le pagine che vanno in rete La stampa cattolica lombarda è presente anche nella rete. C’è innanzitutto IncrociNews (nella foto, il direttore Claudio Mazza), l’unica testata online tra quelle iscritte alla Fisc regionale. È espressione della diocesi di Milano ed è collocata all’interno del portale www. chiesadimilano.it. Accanto all’informazione istituzionale, dedica ampio spazio alla cronaca del vastissimo territorio che fa capo alla Chiesa ambrosiana. Singolare la scelta del settimanale Noi Brugherio, della omonima cittadina brianzola: non punta a riprodurre l’edizione cartacea, ma favorisce la comunicazione con i lettori attraverso dei forum di discussione. Le altre testate lombarde con le sole eccezioni de Il Nuovo Torrazzo di Crema e de Il Popolo Cattolico di Treviglio – hanno da tempo messo in rete le loro pagine. Particolarmente ricchi sono i siti del periodico bresciano (www.lavocedelpopolo.it), di quello lodigiano (www. ilcittadino.it) e monzese (www. ilcittadinomonzabrianza.it). Più organici all’informazione diocesana le testate online di Mantova (www.lacittadellamantova.it), Cremona (www.lavitacattolica. it), Pavia (www.ilticino.net) e Vigevano (www.araldolomellino. it). Il periodico comasco offre, invece, ai propri lettori la possibilità di consultare alcune pagine del giornale all’interno del sito diocesano (www.diocesidicomo.it). 40 •Alcuni siti, fra i più cliccati, che stanno facendo la storia dell’informazione cattolica in territorio lombardo. un’agenzia di stampa regionale. Essa potrebbe avere il compito di far conoscere i documenti e le prese di posizione della Conferenza episcopale lombarda, di veicolare in un contesto più ampio le iniziative di particolare rilievo promosse dalle singole diocesi, ma soprattutto di diffondere maggiori informazioni a carattere regionale, dal punto di vista amministrativo, sociale ed ecclesiale. Già altre regioni hanno tentato formule del genere, il Piemonte in particolare, la cui agenzia è oggi iscritta alla Fisc». Progetti che testimoniano la volontà di guardare al futuro senza però perdere di vista le proprie radici. «I dodici settimanali lombardi – ribadisce don Vincenzo Rini, direttore de La Vita Cattolica di Cremona, già presidente nazionale della Fisc e attualmente al vertice del Cda dell’agenzia di stampa nazionale Sir - si presentano come strumenti di informazione generale sul territorio. Non quindi “bollettini”, ma giornali veri e propri, al servizio di un’informazione che ha nel territorio, e non solo nella Chiesa istituzionale, il suo riferimento originale e la sua motivazione. Giornali ecclesiali di informazione, quindi, e non, come da molte parti si vorrebbe, giornali di informazione ecclesiale». «La sfida più grande – aggiunge don Giorgio Zucchelli – è quella di cogliere l’esigenza che viene dal Paese di una stampa vicina alla gente e capace di interpretare non gli interessi di gruppi dominanti, ma quelli del bene comune. I nostri giornali hanno tutti i numeri per collocarsi in questa precisa posizione. Ne abbiamo avuto prova in alcuni momenti chiave del dibattito socio-politico di questi ultimi tempi. Certo, dobbiamo avere maggiore fiducia in noi stessi, qualificare professionalmente i nostri prodotti, stringere sinergie tra noi settimanali e altre testate, soprattutto con il quotidiano Avvenire. La Fisc si pone al servizio di questa maturazione della stampa cattolica, con tanta voglia di servire il Paese e la Chiesa». Tre anni fa è nata “Noi Brugherio”, testata free press che fa capo alla diocesi di Milano. Un successo immediato Tabloid 2 / 2008 Primo piano l’esperienza (unica) di un vescovo giornalista professionista Don Busti, cronista d’anime Prete dal 1964, isritto all’Albo dal 1990, è stato portavoce del cardinale Carlo Maria Martini ai tempi di “Effetà” e “Il lembo del mantello”, testi sulla comunicazione. «L’obbligo delle 40 righe o di un minuto di radiotv non deve far mancare il confronto delle idee» di Saverio Clementi I giornalisti della Lombardia hanno un collega vescovo. È monsignor Roberto Busti, iscritto negli elenchi dell’Ordine regionale come professionista dal 25 gennaio 1990 e vescovo di Mantova dal 13 luglio 2007. Una duplice esperienza che ha affinato in lui una particolare attenzione ai problemi dell’informazione. Dieci anni trascorsi accanto al cardinale Carlo Maria Martini, un periodo segnato dalla pubblicazione di due testi (“Effatà, apriti” e “Il lembo del mantello”), dedicati al tema della comunicazione. Quanto hanno inciso questi interventi nel modo di concepire il ruolo dei media all’interno della Chiesa? E’ passato parecchio tempo dalla pubblicazione di quei due programmi pastorali, ma devo dire che, nel loro genere, sono rimasti due capisaldi il cui riferimento è essenziale per chi si vuole muovere da cristiano nei media, sia da fruitore sia, tanto più, da operatore. La ragione principale, che costituisce anche l’originalità indiscussa di quegli scritti, sta nel tipo di approccio che il card. Martini ha scelto: né moralistico e neppure tecnico ma, come sempre, a partire dalla luce della Parola. Inizialmente dovetti faticare non poco a convincere i colleghi giornalisti della bontà di quella scelta: comprendere il senso Tabloid 2 / 2008 chi È Roberto Busti nasce a Busto Arsizio nel 1940. Prete dal 1964, giornalista professionista dal 1990. Inizia come assistente dell’oratorio di Carate Brianza. Nel 1978 è responsabile dell’Ufficio diocesano per la pastorale del cinema e teatro, poi presidente nazionale dell’Associazione cattolica esercenti cinema. Nel 1981 responsabilile dell’Ufficio comunicazioni sociali e portavoce del cardinale Carlo Maria Martini. Nel 1991 prevosto a Lecco, parroco di San Nicolò. Il 13 luglio 2007 papa Benedetto XVI lo nomina vescovo di Mantova. vero del comunicare umano, a partire dall’inesprimibile comunicazione che Dio fa di se stesso per dire all’uomo che cosa gli vuole donare, prima ancora di ciò che potrebbe chiedere. C’è dunque uno “stile” cattolico nel fare informazione? Più che di uno stile “cattolico” parlerei di cristiani che non dimenticano la loro prospettiva di valori vitali nello svolgere la professione facendo informazione. E non è così semplice, perché la caratteristica della fede cristiana è quella di non chiudersi nell’orizzonte umano, ma di saper contemplare l’eterno. E questo non avviene soltanto in chiesa, nelle celebrazioni liturgiche: è un modo di guardare, giudicare e vivere la vita; è la dimensione della speranza che si concreta nelle scelte dell’amore gratuito. Cosa è rimasto di quegli anni al giornalista e vescovo Roberto Busti? Del giornalista che sopravvive in me è rimasto il gusto di andare a fondo, di non accontentarmi del primo che scrive, del confronto dei pensieri e dei giudizi, assieme alla comprensione per chi scrive, specialmente di cose nostre, con l’obbligo delle 30/40 righe o di qualche miserevole minuto teleradiofonico. Al vescovo, invece, ora compete l’obbligo di mettere a frutto il notevole patrimonio di esperienza donatomi da un lavoro affascinante in una immensa diocesi, accanto a personaggi del calibro del cardinale Carlo Maria Martini, con molti giornalisti di valore, in anni difficili ma indimenticabili. 41 Colleghi in libreria quale sarà il destino deL “vecchio” quotidiano nel terzo millennio Carta stampata e web: matrimonio di interessi L’editore del New York Times prevede che l’ultima copia cartacea uscirà nel 2012. Una morte annunciata, quindi, anche per gli altri giornali? Forse una scappatoia c’è, per tutti: imparare a sfruttare le nuove tecnologie nel segno del buon giornalismo a cura di Antonio Andreini A una precisa domanda sul destino dei quotidiani minacciati dall’arrivo delle nuove tecnologie, Indro Montanelli rispose d’istinto: “È probabile che il quotidiano debba morire. E, se il quotidiano deve morire, allora anch’io voglio morire con lui”. I quotidiani sono sopravvissuti a Montanelli, ma non stanno per niente bene. Anzi, stanno male. Come si legge nel saggio di Vittorio Sabadin L’ultima copia del New York Times-Il futuro dei giornali di carta, lo stesso editore del Times, Arthur Salzburger jr., ha previsto che l’ultima sua copia cartacea sarà venduta nel 2012, sostituita da contenuti preparati da una redazione multimediale e diffusi attraverso Internet. Se è questa la prospettiva per il quotidiano più importante del mondo, quale sarà la sorte degli altri? Vittorio Sabadin, il giornalista che ha guidato la redazione de La Stampa per circa vent’anni, accompagnandone le trasformazioni tecnologiche e grafiche, ci racconta come l’edito- L’autore Vittorio Sabadin dal 1979 è a La Stampa, prima caporedattore centrale, poi vicedirettore. Ha fatto in tempo a vivere tutte le trasformazioni del giornale, fino a quello on line continuamente aggiornato, che coinvolge i lettori in forum e blog. 42 ria dei quotidiani sia giunta a questa svolta e ci aiuta a prevedere quale sarà il loro futuro. Il vero nemico dei giornali di carta, quello che inesorabilmente potrebbe condannarli a morte, è la tecnologia. “Negli ultimi anni tutto è così rapidamente cambiato -ha scritto Sabadin nell’introduzione al suo agile e ben documentato saggio- che il mondo dell’editoria ha fatto fatica ad accorgersene, reagendo in ritardo alla minaccia portata da Internet, dai new media, dalla telefonia mobile, dalla televisione e dal mondo virtuale, che occupano sempre di più il tempo e le risorse dei lettori di giornali”. In verità, il passaggio dal newspaper, il tradizionale foglio che veicolava notizie, al viewspaper, cioè un quotidiano da “vedere” prima che da leggere, ha portato dei vantaggi. Così come la nascita della free press, che ha prodotto giornali gratuiti di piccolo formato, il primo dei quali, Metro, è nato in Svezia ispirandosi al successo del “modello Ikea”: diffusione nei Paesi più avanzati e stesso formato, grafica e numero di addetti in ogni redazione. Non è bastato, poi, trasformare le edicole in empori, per tenere i giornali lontano dalla tempesta: da circa vent’anni essi perdono copie, e profitti, in quasi tutto il mondo. Le imprese editoriali hanno generato per secoli utili di bilancio e contribuito in modo determinante a salvaguardare i valori civili e la democrazia. Oggi, chi produce giornali a pagamento deve investire molto in qualità e marketing, se vuole convincere qualcuno a dedicare almeno mezz’ora alla lettura di un quotidiano. Poi, per far quadrare il conto economico, potrà anche ridurre drasticamente i costi, sfruttando le nuove tecnologie. Per esempio, edizione web ed edizione stampata sono ancora in molti giornali due entità separate che non si sopportano a vicenda: dovranno lavorare insieme. Ma dipenderà, come sempre, dal buon giornalismo -quindi dai buoni giornalisti- la salvezza dei giornali, con la riconquista della fiducia del grande pubblico. Vittorio Sabadin, L’ultima copia del New York Times-Il futuro dei giornali di carta, Donzelli Editore, Roma, 2007, pagg. 174, €15 Tabloid 2 / 2008 Colleghi in libreria Loris Mazzetti: Il libro nero della Rai, BUR, Milano, 2007, pagg. 420, €10.50 La Rai nelle mani della “casta” Che fine ha fatto quella Rai che, prima di tutto, si sentiva ed era servizio pubblico? Loris Mazzetti, giornalista e regista, capostruttura RaiTre a Milano, lavora nella televisione pubblica da trent’anni e con Il libro nero della Rai compie un excursus sui misfatti della tv di Stato degli ultimi tempi, a partire dal famoso “editto bulgaro”, all’origine della triste vicenda professionale ed umana che ha colpito Enzo Biagi. Mazzetti ha collaborato per molti anni al suo fianco, come regista e curatore de “Il fatto”, la trasmissione presa di mira dal diktat berlusconiano. Le ultime parole scritte da Biagi, che è mancato nel novembre scorso, sono state proprio per la prefazione di questo saggio, dedicato al rapporto tra potere e informazione nella tv di Stato: “Posso dire che sono contento che Mazzetti abbia raccontato una tv pubblica che pochi conoscono e possa così dare un contributo a rifondare quella Rai che tutti vogliamo. Questo non è un libro di scoop: Loris ha messo in fila dei fatti, ha raccolto testimonianze, ha dato voce a tanti che hanno resistito e resistono a un potere che così occulto poi non è”. Mazzetti, infatti, per denunciare lo stato attuale della Rai non ricorre a intercettazioni o a materiale riservato, ma si limita a raccontare dei fatti noti a lui, ma non solo a lui. Fatti precisi, all’origine Tabloid 2 / 2008 dei grandi flop della TV di Stato, che hanno comportato enormi sprechi di denaro pubblico: per esempio, i milioni di Euro sborsati per cause perse contro dipendenti e collaboratori, sacrificati a una politica prepotente, pronta a tutto pur di assicurare una poltrona agli amici. Come precisa Mazzetti, auspicando in Rai un “ritorno alla cultura” : “Buona parte di questo libro, direttamente o indirettamente, è dedicato alla politica, che deve lasciare la Rai. Gli stessi politici che lo leggeranno devono capirlo, perché sta diventando un’emergenza della democrazia”. Certe verità controcorrente Il pubblico si aspetta certe verità e i buoni giornalisti si impegnano a farle conoscere. A volte, a rischio della vita, come potrebbe succedere oggi per Roberto Saviano e Lirio Abbate. Altre volte, col sacrificio stesso della vita, come è successo a Giuseppe (Pino) Impastato e a Giovanni Spampinato, giovani giornalisti siciliani assassinati dalla mafia. Oppure, se allarghiamo l’orizzonte, come è successo a Ilaria Alpi e a Maria Grazia Cutuli, che, a costo della vita, sono andate a cercare verità scomode fuori dai nostri confini, in Somalia e in Afganistan. Della vita “ribelle” di questi e altri giornalisti, che non vanno nel senso della corrente costituita dall’interesse proprio o dei potenti di turno, si scrive in Vite ribelli–Dieci destini controcorrente, collana “Le radici del presente” Sperling & Kupfer. AA. VV., Vite ribelli-Dieci destini controcorrente, Sperling & Kupfer Editori, Milano, 2007, pagg. 314, €12 Arrivati in redazione Guido Lopez: Storia e storie di Milano, Newton Compton Ed., Roma, 2007, pagg. 362, € 20 Duemila anni di storia di una città che ne ha viste di tutti i colori, nel racconto di uno specialista. Riccamente illustrati. Fabio Tamburini: Storie di Borsa quotidiana, Il Sole 24 Ore, Milano, 2008, pagg. 242, € 24 Nel bicentenario della fondazione della Borsa di Milano, i principali protagonisti italiani dell’economia e della finanza raccontano Piazza Affari. Piero Lotito: Il pugno immobile, Aragno Editore, Torino, 2007, pagg. 341, € 15 Un incalzante romanzo sul dissesto metropolitano, sul cinismo politico e sulla crisi dell’informazione nella Milano di fine secolo. Loretta Napoleoni: Economia canaglia, il Saggiatore, Milano, 2008, pagg. 310, €17 Uno sconvolgente viaggio nel nuovo ordine mondiale, governato da forze oscure che, attraverso incredibili capitali e influenze politiche, ci sta cambiando la vita. Adele Marini: Naviglio Blues, Fratelli Frilli Editori, Genova, 2008, pagg. 490, €15,90 La sorte di tre bambini in un thriller ambientato in un lembo di terra milanese, a ridosso del Naviglio Pavese. 43 Colleghi alla ribalta CONTRAFFAZIONE, un brutto affare globale Il traffico vero delle false griffe Navi fantasma, porti conniventi, alleanze criminali: dalla penna investigativa di Rita Fatiguso, Premio Marco Biagi 2003, una nuova inchiesta sul commercio dei falsi di Antonio Andreini Rita Fatiguso, giornalista de Il Sole 24 Ore, scrive di relazioni industriali, zone grigie della globalizzazione e nuove migrazioni con taglio investigativo e puntando l’obiettivo principalmente su Cina ed Est Europa. Dopo aver svolto un’inchiesta in più puntate sul fenomeno dell’industria del falso, Fatiguso ha da poco dato alle stampe un libro che ne è l’ideale continuazione: Le navi delle false griffe – Fatti e misfatti della globalizzazione, edito da Il Sole 24 Ore. Nella prefazione, Ferruccio De Bortoli, direttore del Sole, sottolinea che: “...Grazie ai reportage della Fatiguso, oggi sappiamo molto del network criminale che controlla la catena del falso. Ne conosciamo dimensioni e tecniche, le rotte lungo le quali si snodano i traffici, l’esistenza di fabbriche di assemblaggio su navi fantasma, la scandalosa permeabilità di porti, come quello di Taranto, dai quali passa di tutto, la rete di alleanze con la criminalità organizzata italiana”. Nei confronti della contraffazione, l’Italia vive una drammatica contraddizione, unica al mondo: è il Paese che ne è più colpito e, nello stesso tempo, uno tra i principali, se non il maggiore produttore, di beni contraffatti. Nel 2007, sedici italiani su cento hanno anche “fatto l’affare” per strada, comprando almeno un capo contraffatto, pur consci della sua illecita provenienza. Al livello mon- 44 diale, quasi il 9% del commercio è costituito da “falsi” che ledono i diritti d’autore, di proprietà industriale, i brevetti, i modelli. I compratori del falso devono sapere che a beneficiare del commercio delle “False Griffe” è una “multinazionale” senza marchio gestita dalla criminalità organizzata, che può usurpare qualunque marchio noto, ingannando i consumatori e oltraggiando l’ingegno e il lavoro di chi rispetta le leggi. Tuttavia, la contraffazione non è avvertita da tutti come una minaccia reale e l’industria del falso ha raggiunto cifre ragguardevoli: duecento miliardi di dollari di fatturato. Le navi delle false griffe, raccogliendo in 12 capitoli l’inchiesta della Fatiguso -che va da “Sulle rotte dei pirati delle false griffe” a “A Lima il furto del finto made in Italy”- rivela puntualmente, come recita il sottotitolo, “Fatti e misfatti della globalizzazione”. La forma è chiara e nello stesso tempo approfondita, coinvolgente. Nel complesso, questa è opera degna della giornalista che nel 2003 ha vinto il Premio Marco Biagi per le inchieste sulla flessibilità del lavoro in Europa e, nel 2007, è entrata nella rosa dei segnalati al Premio Maria Grazia Cutuli. Rita Fatiguso: Le navi delle false griffe – Fatti e misfatti della globalizzazione, Il Sole 24 Ore Editore, Milano, 2007, pagg. 120, €16. L’Italia di Aldo Cazzullo Il Paese dove tutto si fa merce “La domenica le piazze italiane sono vuote. Quasi deserti gli stadi, le chiese, i cinema, i tradizionali luoghi della vita sociale. Sono tutti all’outlet”, scrive Aldo Cazzullo nel suo Outlet Italia – Viaggio nel paese in svendita (Mondadori Editore, Milano, 2007, pagg. 289, 16€). L’autore compie un viaggio nella nuova Italia e ci propone un’insolita, efficace chiave di lettura sulla nostra società. Indagando su e giù per la penisola la realtà delle grandi città e di molti centri minori, analizzando gli aspetti dell’economia, dell’immigrazione, della politica, della giustizia, ma anche della cultura e delle relazioni umane, egli dipinge un grande affresco, evidenziando nuovi comportamenti dei cittadiniconsumatori. Chi vive l’atmosfera dei centri commerciali prova la sensazione dell’affare: outlet è sinonimo di svendita, liquidazione, perdita di valore, e lì tutto diventa merce da comprare e da vendere. L’outlet, tuttavia, rivela che sono in atto cambiamenti che riguardano non solo i consumi, ma anche le abitudini e i rapporti umani. Persino la politica è diventata un mondo dove lo scambio è sistema. Come distribuzione di risorse e produzione di voti, la sua sostanza è una concezione contrattualistica del potere: favori da ricevere e da promettere. L’amara constatazione dell’autore è che, come negli outlet tutto si mercifica, così nella società i diritti, i valori, gli affetti, gli embrioni, la fede, la cultura diventano, seppure beni immateriali, mercificabili. E l’Italia? Un immenso outlet dove di tutto si fa commercio. Tabloid 2 / 2008 voce LaLavoce dei vignettisti dei vignettisti Lombezzi Un contratto di lavoro mancato. Da tre anni. Alcuni nostri colleghi dalla matita svelta e corrosiva lo raccontano così Tabloid 2 / 2008 45 I numeri in quest’ultima pagina la nostra realtà “fotografata” in cifre 125 professionisti 34 264 praticanti pubblicisti 8 miliardi 783 mila 486 Euro 70 elenco speciale È il totale degli investimenti pubblicitari netti nel periodo gennaio-dicembre 2007 suddivisi tra: televisione 4,6 miliardi (+1,2%) omogeneo dell’anno precedente) stampa 3,1 miliardi (+3%) di cui 1,7 miliardi (+3,3%) sui quotidiani (senza free/pay press) e 1,3 miliardi (+2,5%) sui periodici radio 476 milioni (+8%) Internet 281,9 milioni (+42,7%) affissioni 200,6 milioni (+1,9%) cinema 69,7 milioni (-8,4%) Sono le nuove iscrizioni all’Ordine dei giornalisti della Lombardia dal 1/1/2008 al 31/3/2008. I sei quotidiani di provincia della Lombardia certificati Ads Testata Diffusione Variazione L’Eco di Bergamo Il Giornale di Brescia 55.678 -1,1% 49.604 -0,9% La Provincia di Como (Lc-So-Va) 44.791 1,5% La Gazzetta di Mantova 34.214 -1,7% La Provincia di Cremona 23.180 0,6% La Provincia Pavese 22.618 0,8% Fonte: Ads (Accertamento diffusione stampa) media mobile gennaiodicembre 2007 *Variazione percentuale rispetto alla media mobile dei 12 mesi dell’anno precedente. 26.536 26.120 29.844 30.981 33.051 33.749 33.788 34.845 35.244 35.523 35.523 34.998 35.425 35.409 36.560 37.205 37.995 38.654 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 2000 01 02 03 04 05 06 07 Fonte: Audiradio. Dati in migliaia 25.858 1987 46 35.084 24.806 radioascolti in italia Tabloid 2 / 2008