Come ottimizzare la raccolta dell`eneRgia SoLaRe
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Come ottimizzare la raccolta dell`eneRgia SoLaRe
tis | www.rugiadapoint.it | www.infoimpianti.it n. 300 gennaio 2014 18 Formazione Rinnovabili Come ottimizzare la raccolta dell’ENERGIA SOLARE L’energia del sole è un “combustibile imprevedibile”, ma conoscendone le caratteristiche e valutando con attenzione il posizionamento e l’inclinazione dei collettori è possibile massimizzare le prestazioni di un impianto solare termico di Riccardo Battisti ca “democratica”, anche la radiazione solare presenta le sue variazioni da sito a sito, influenzate non solo dalla latitudine in cui ci si trova ma anche dalle Un’installazione “avveduta” prevede l’integrazione totale del pannello in copertura in sostituzione ai coppi tradizionali L a radiazione che proviene dal sole è il vero “combustibile” che alimenta diverse tecnologie di impianti energetici a fonti rinnovabili e, in particolare, i sistemi solari termici e gli impianti fotovoltaici. Per ottimizzare le prestazioni di tali sistemi, quindi, il primo passo fondamentale è quello di conoscere le caratteristiche di questo combustibile ed essere in grado, di conseguenza, di massimizzarne la raccolta e lo sfruttamento. L’osservazione di partenza non può che essere una differenza cruciale rispetto ai combustibili tradizionali, vale a dire il fatto che l’energia solare non è disponibile a nostro piacimento né per quanto riguarda la quantità né in merito al tempo. Più semplicemente, la radiazione solare è soggetta a variazioni che noi ben tutti conosciamo, in parte legate al naturale trascorrere delle stagioni (le potremmo definire variazioni regolari) e in parte dovute alle più difficilmente prevedibili variazioni climatiche irregolari (il passaggio di una nuvola o alcuni giorni consecutivi di pioggia, ad esempio). Questa forte variabilità dell’energia solare implica che, ai fini del dimensionamento, della progettazione e dell’installazione degli impianti solari, non si faccia mai riferimento a valori istantanei del tutto aleatori, ma a valori medi in un certo periodo di tempo. Di conseguenza, gli atlanti che riportano l’energia solare disponibile in un certo sito indicano solitamente i valori medi mensili e il valore medio annuale di tale quantità di energia. Vediamo utilizzasse un impianto solare termico con una superficie di 2 m2, esso riuscirebbe a raccogliere in un anno 3.300 kWh e, se il suo rendimento fosse del 45%, si potrebbero ottenere 1.485 kWh di energia pulita. Tornando al caso della città di Roma, sopra si è riportato un valore relativo a un giorno medio tipico come media su un intero anno. Se si guardasse il giorno tipico di gennaio o di un altro mese invernale, tale valore sarebbe molto più basso. La Per ottimizzare le prestazioni dei sistemi solari termici è essenziale conoscerne le caratteristiche ed essere in grado di massimizzare raccolta e sfruttamento un esempio pratico, tratto dal sito del Joint Research Centre della Commissione Europea. La città di Roma riceve ogni giorno in media una quantità di energia solare pari a 4,53 kWh per ogni m2 di superficie, il che corrisponde a poco più di 1.650 kWh/m2 in un anno. Ciò significa che, se ad esempio si radiazione solare in un giorno medio di febbraio, ad esempio, sarebbe di 2,82 kWh. In estate, invece, si raggiungono valori anche notevolmente più elevati come i 7,73 kWh a luglio. Il posizionamento dell’impianto... Pur essendo una fonte energeti- Fig. 1 - Energia solare disponibile in alcune località italiane ed estere 2000 kWh/m2 anno 1800 1600 1653 1424 1723 1467 1223 1200 1102 1000 1033 800 600 400 200 0 Bologna Roma Brindisi con quelle straniere, otteniamo differenze anche dell’80%. È davvero sorprendente come, nonostante valori piuttosto contenuti di radiazione solare disponibile, Paesi come Austria, Germania e, soprattutto, Svezia e Danimarca presentino una diffusione così massiccia di impianti solari sul loro territo- ... e del pannello È necessario allora chiedersi: come devo disporre il mio pannello per massimizzare la raccolta dell’energia solare? Dal punto di vista dell’orientamento, la risposta è semplice e intuitiva. È conoscenza comune, infatti, che il sole nel suo percorso giornaliero sorge a est e tramonta a ovest passando per sud. Per assicurarsi che la nostra superficie captante sia il più possibile rivolta verso il sole, quindi, dovremo orientarla verso il sud. Anche se può sembrare banale, è meglio precisare che la situazione è completamente invertita nell’emisfero sud del pianeta, dove gli impianti solari sono orientati verso il nord. Per quanto riguarda l’inclinazione, invece, il discorso è leggermente più complesso. Iniziamo con il dire che più il pannello sola- re è disposto “piatto”, più sarà favorito il suo rendimento nelle stagioni calde, dove l’altezza media del sole sull’orizzonte è più elevata. Il contrario avverrà nel caso di pannello molto inclinato. Questo è il motivo per cui, se si incontra un impianto solare termico con una inclinazione notevole (ad esempio 60° rispetto all’orizzontale), molto probabilmente si tratterà di un impianto destinato non solo alla produzione di acqua calda sanitaria, ma anche all’integrazione del fabbisogno termico per il riscaldamento degli ambienti. In questo caso, infatti, poiché la domanda termica si concentra in inverno, la maggiore inclinazione data al pannello permette di massimizzare la sua resa proprio nella stagione di riscaldamento. Il già citato sito del Joint Research Centre consente di giocare con questi parametri, calcolando la radiazione solare disponibile in un certo sito per diversi valori dell’inclinazione del pannello e permettendo così di valutare l’energia solare raccolta dal pannello mese per mese. La figura riporta, a titolo di esempio, come varia l’energia solare raccolta da un pannello in Italia centrale al variare della sua inclinazione sull’oriz- Fig. 2 - Orientamento e inclinazione di una superficie 1792 1400 Bolzano condizioni climatiche specifiche. Due località alla stessa latitudine, ad esempio per l’effetto del mare, di un corso d’acqua o di una catena montuosa, potrebbero avere un clima locale anche molto differente e una conseguente forte diversità di soleggiamento. Nel grafico si confronta l’energia solare disponibile in alcune località italiane con l’aggiunta di qualche sito estero. È interessante notare come, anche solo paragonando siti in Italia, si possano raggiungere differenze vicine al 30% in termini di energia solare che incide su una superficie. Se poi confrontiamo le località italiane rio. Al di là della scelta del sito, che quasi sempre non dipende dalla volontà dell’installatore, un aspetto di primaria importanza è il posizionamento della superficie che deve catturare la radiazione solare, vale a dire il pannello solare termico o il modulo fotovoltaico. È doverosa, a questo punto, una precisazione: i valori di radiazione solare riportati fanno riferimento a una superficie captante disposta orizzontalmente. È a tutti noto che se si dota una superficie di una certa inclinazione, essa è in grado di catturare una quantità maggiore di radiazione solare. Quando una superficie è inclinata rispetto all’orizzontale, inoltre, la quantità di energia solare che può essere captata dipende anche da come questa superficie è rivolta rispetto ai punti cardinali. Questi due angoli di inclinazione e di orientamento, rappresentati in figura, definiscono il posizionamento del pannello solare e la quantità di energia solare che esso è in grado di catturare e trasformare in energia utile. Palermo Francoforte Copenaghen Vienna tis | www.rugiadapoint.it | www.infoimpianti.it n. 300 gennaio 2014 19 semplificata indica che esso può essere determinato come la latitudine del sito meno una decina di gradi. Nel caso del centro Italia, quindi, si calcolerebbero 40° di latitudine meno 10° e si otterrebbe proprio il valore ottimale di 30° visibile nel grafico. Una valutazione LO sapevate che... ... Fig. 3 - Energia raccolta da un pannello in Italia centrale per inclinazione Fig. 4 - Ombreggiamenti nel percorso del sole 2000 Energia solare incidente (kWh/m2 anno) zonte. Come si evince dall’analisi del grafico, il massimo si ha in corrispondenza di un angolo di 30° e ciò è dovuto al fatto che l’analisi è stata fatta basandosi sul valore medio annuo. È chiaro, infatti, che come già sopra osservato se ci si concentra sui soli mesi invernali l’angolo ottimale sarebbe senza dubbio più elevato, probabilmente vicino ai 60°. Nei Paesi del centro e nord Europa dove, tra l’altro, il sole è anche mediamente più basso sull’orizzonte, non è raro vedere impianti solari termici disposti sulle facciate degli edifici. Questo angolo di inclinazione “estremo” (pari a 90°) consente di ottenere una buona resa invernale ed evita un possibile surriscaldamento estivo dell’impianto. Tornando al valore ottimale come media annuale, una “regola” molto 90° 1800 Sole alla sua posizione più alta 1600 1400 1200 1000 45° 800 600 Posizione più bassa del sole 400 200 0 0 10 20 30 60 90 Inclinazione sull’orizzontale precisa, t u t t av i a , dipende da numerosi altri fattori e può essere condotta utilizzando, ad esempio, lo strumento del sito del Joint Research Centre sopra descritto. Nonostante questa analisi dei valori ottimali per il posizionamento dei collettori solari non di rado accade che, per ragioni estetiche e di facilità di montaggio, l’impianto sia disposto diversamente. È opportuno precisare che, se gli scostamenti dalla posizione ottimale sono contenuti, le perdite di energia raccolta risultano spesso quasi trascurabili. Per portare un esempio pratico, tornando al grafico descritto in precedenza, se dispongo di un tetto orientato a sud ma non inclinato in modo ottimale (per esempio 20° invece di 30°), la perdita che avrei installando i collettori a filo della falda del tetto, con un evidente migliore effetto architettonico ed estetico, sarebbe inferiore al 2%. Anche per quanto riguarda l’orientamento rispetto ai punti cardinali, ci si trova in una si- tuazione simile. Se, ad esempio, si dota un impianto solare di un’inclinazione di 20° o 30° sull’orizzontale e si orienta, invece che a sud, verso sud-est (il che significa un angolo di 45° rispetto al posizionamento ottimale), la perdita energetica è comunque inferiore al 5%. È intuitivo, invece, che qualora l’impianto dovesse essere posizionato nel quadrante nord le perdite sarebbero probabilmente eccessivamente consistenti per giustificare l’installazione. inseguire il sole Esiste, quindi, una posizione ottimale per disporre i pannelli solari, così da massimizzare l’energia che essi sono in grado di raccogliere. Fino a questo momento, però, si è dato per scontato che questa posizione fosse fissa. Non si potrebbe considerare, invece, la possibilità che i collettori siano mobili e riescano a “inseguire” il sole sia nel suo percorso giornaliero sia nella sua variazione di altezza sull’orizzonte nelle diverse stagioni? Un impianto di questo genere sarebbe, quindi, molto “piatto” in estate e molto inclinato in inverno, oltre ad avere un movimento giornaliero che gli consenta di essere sempre rivolto verso il sole dall’alba al tramonto. Sistemi di questo tipo si sono diffusi in parte tra gli impianti foto- Luci e ombre Che i collettori solari non debbano essere in ombra sembra un’affermazione quasi ridicola. Nella pratica quotidiana della progettazione e dell’installazione degli impianti, tuttavia, spesso si trascura il possibile effetto della presenza di elementi ombreggiamenti sul rendimento e del sistema e sulla quantità di energia producibile. Tutti gli ostacoli che si frappongono tra i collettori e la posizione del sole in diversi momenti della giornata e dell’anno devono essere considerati e valutati. L’effetto dell’ombra dipenderà dalla loro distanza dal tetto e dall’altezza relativa al tetto stesso. Anche la posizione degli ostacoli rispetto ai punti cardinali è di primaria importanza. Un ostacolo che si trova esattamente a sud potrebbe rivelarsi del tutto ininfluente perché il sole, in quel momento, è sempre nel suo punto più alto. Se, però, questo ostacolo presenta un’altezza notevole, potrebbe ombreggiare il sole proprio nel periodo in cui esso è in grado di trasferire la maggiore quantità di energia. Per avere un’idea della possibile perdita di energia solare raccolta a causa dell’ombreggiamento, lo schema nella figura riporta un paio di ostacoli (il rettangolo rosso e quello verde) assieme alla loro posizione sovrapposta ai percorsi del sole. In un caso come questo, la perdita potrebbe essere considerevole, anche attorno al 15% o al 20%, poiché l’ostacolo rosso appare piuttosto ampio, alto e disposto quasi a sud. Anche l’ostacolo verde, sebbene più stretto, risulta molto elevato e posizionato esattamente a sud. voltaici installati con i primi Conti energia, dove gli incentivi piuttosto generosi hanno reso particolarmente conveniente approfittare di qualsiasi briciola di energia addizionale producibile dall’impianto. Solitamente, però, un sistema di inseguimento non risulta una scelta ottimale in quanto il conseguente incremento di resa energetica non arriva a giustificare la spesa aggiuntiva e la derivante complicazione impiantistica, con le annesse problematiche di gestione e manutenzione. L’inseguimento del sole appare come la soluzione più attrattiva soprattutto dove il 0° clima presenta assenza di nuvole per gran parte dell’anno. In queste situazioni, allora, la radiazione solare è soprattutto di tipo diretto, mentre la sua componente diffusa, cioè la radiazione presente anche in condizioni di nuvolosità, è estremamente più contenuta. Ne consegue, perciò, che avere un pannello sempre rivolto verso il sole può portare a un incremento di energia raccolta anche del 20% o del 30%. Nel campo degli impianti solari termici, comunque, il caso di sistemi a inseguimento è pressoché inesistente, tranne nell’ancora marginale settore degli impianti a concentrazio- ne. Per completezza, si osserva che, oltre alle già introdotte componente diretta (il classico “raggio di sole”) e componente diffusa (quella che, a volte, provoca scottature estive anche in giornate nuvolose), la radiazione solare è formata anche da un terzo contributo, la componente riflessa. Si tratta, come noto, della radiazione che colpisce la superficie del pannello solare dopo la riflessione su altre superfici come il terreno, l’acqua eccetera. Dal punto di vista quantitativo è un contributo quasi sempre irrilevante, a meno di peculiari condizioni come un terreno innevato attorno ai collettori solari.