Sfondano i partiti nuovi, soffrono quelli di governo

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Sfondano i partiti nuovi, soffrono quelli di governo
uno... da sorteggiare
Anno 42 N.11, novembre 2011
Abbandonato da Barry Smith,
il Lugano deve cambiare per
l’ennesima volta allenatore.
L’Ambrì-Piotta si gode invece
un weekend da 5 punti.
o difficoltoso, esito strabiliante: due
perde un seggio. Come il PS senza la stampella
> GIAMBONINI, CONTI A PAGINA 25, 26, 27
dati alla pari. Per i PPD Duca Widmer
dei Verdi (che avanzano). Vincono Lega e UDC
Mensile degli Svizzeri in Italia con comunicazioni ufficiali delle Autorità svizzere e informazioni del Segretariato degli Svizzeri all’estero Internet: http://www.gazzettasvizzera.it
ano previsto
il sorteggio (e possibile una
(per la prima volta dal Ticino a Berna). Ballottaggio
che tragedia!
a delle schede). Il PLR non sprofonda ma
per gli Stati: Lombardi in testa. > DA PAGINA 2 A PAGINA 19
orsa
gli
ati
mbardi
0 voti
53%
bate
8 voti
43%
valli
5 voti
%
Elezioni federali 2011
eletti ticinesi in Consiglio nazionale
Nazionale più al centro
ma più frammentato
Lorenzo
Quadri
Ignazio
Cassis
Marina
Carobbio G.
Fulvio
Pelli
VOTI
VOTI
VOTI
VOTI
Pierre
Rusconi
Roberta
Pantani
(LEGA)
(PLRT)
33.653
M. Romano
Duca
Widmer
(PPD)
Le elezioni delVOTIConsiglio Nazionale di(PPD)
fine otVOTI
tobre non hanno
provocato forti scossoni
nel27.144
23.979
la compagine che dovrà gestire la prossima
legislatura. Si è comunque notato un leggero
la forza dei
in Ticino
spostamento
al partiti
centro dello
schieramento politico,
provocato
soprattutto
dai nuovi
partiti;
i
Montagna
PC
Svizzera
Rafforzare
UDCBorghese
PLR Democratico.
italiana le famiglie
VerdiViva
LiberaliPartito
e il Partito
comunista
Questo spostamento significa quindi anche un
VOTI
VOTI
SVOTI
SVOTI
VOTI
VOTI
leggero
poli estremi:
un
158 da 228
1.241 indebolimento
1.041 9.669dei25.168
lato l’UDC,
che
pur
rimanendo
il
primo
partito
%
%
%
%
%
%
9,71otto24,85
0,28
1,79
in Svizzera,
perde ben
deputati0,26
a destra,
1,22
mentre il Partito Socialista, pur guadagnando
due seggi, deve subire la perdita di cinque seggi
del Partito dei Verdi Svizzeri a sinistra.
IL VOTO NAZIONALE
In ogni caso anche i due tradizionali partiti di
centro perdono insieme otto seggi (3 il PPD e 5
il PLR), ma si vedono sostenuti dai dodici guadagnati dai Verdi Liberali e dai nove conquistati dal
PBD. Quest’ultimo ha creato la vera sorpresa di
queste elezioni, ottenendo un buon numero di
(UDC)
28.825
(LEGA)
seggi. Come
noto il PBD è nato da una
VOTI
VOTI scissione dell’UDC18.230
a seguito dell’elezione 17.057
di Evelyne
Widmer-Schlumpf in Consiglio federale al posto
nientedimeno che del tribuno zurighese Christoph Blocher. Questo ingresso di forza del PBD in
Consiglio
Nazionale
una
PPD
Verdiè di buon auspicio
i Verdi per
Senza
Generazione
liberali
PSfederale
del Ticino
intestaz.
confermaLEGA
della consigliera
grigionese
dem.
giovani
in governo. Del resto l’interessata si è dimostraVOTI
VOTI
VOTI
VOTI
VOTI
VOTI
ta un ottimo
elemento
governo,5.969
in particolare
18.262
20.102
925 di17.346
11.967
da%quando% è alla %
testa del% Dipartimento
delle
%
19,96
16,60
6,74Merz. Refinanze, 17,54
dopo la 1,05
partenza
di Rudolf
sta ora da vedere se lo schieramento di centro
vorrà cedere alle pressioni dell’UDC per avere
un secondo seggio in governo, il che potrebbe
magari significare la perdita di un consigliere
federale per i socialisti.
Sempre nell’ambito delle posizioni di centro va
notata anche la crescita del partito dei Verdi
Sfondano i partiti nuovi,
soffrono quelli di governo
continua a pagina 4
Il nuovo Consiglio Nazionale
la nuova Camera del popolo
5 voti
66%
PPD
Verdi lib.
Verdi
attei
8 voti
0%
chetti
30.651
(PLR)
Fanno incetta di seggi Verdi liberali e PBD
risoli
6 voti
4%
32.988
?
Fabio
Regazzi
(PS)
PS
12
15 +9
-5
28
-3
PLR
30
-5
PBD
9
+9
UDC
54
-8
45
46
+2
+3
53 +1
+2
Altri 3 -2
4
sin.
●pagina 2
La perdita della
nazionalità svizzera
●pagina 6
Primo piano: intervista
a Silvia Metzeltin
●pagina 4
Elezioni federali:
risultati per Cantone
●pagina 8
L’elezione del
Consiglio degli Stati
Altri
destra
●pagina 9
La scomparsa
di Arnaldo Haechler
●pagina 16
La nuova Scuola
Svizzera a Cadorago
Il 24enne pilota italiano
Marco Simoncelli, caduto
e investito nel secondo giro
del GP di Sepang, è morto.
Vani i tentativi di salvarlo.
Il nuovo Parlamento
> A PAGINA 31
Svizzera al centro
Forte
Niente asilo per
debole
ail’ex
lati
poliziotto cinese
Denunciò un traffico
Ildifatto
saliente
di queste elezioni è cerorgani
a Urumqi,
tamente
vittoria
di due partiti nuovi,
ma Bernala
non
gli crede
ancora
piccoli: i Verdi Liberali e il Par> A PAGINA 21
tito Borghese Democratico. Quest’ultimo, frutto dell’oltranzismo dell’UDC, si
è
preso una bella rivincita, risuscitando
economia
l’anima storica moderata del partito. DiSempre
più diffuse
scorso
analogo
per i Verdi Liberali, non
le flat rate
contenti
delle tax
aperture troppo a sinistra.
Risultato:
Pubblicatanonostante
l’edizione il calo dei partiti
storici,
l’arco
del dicentro
2011 dello
studio
KPMG moderato si è
rinforzato,
mentre i poli di destra e di
sulle tasse individuali
sinistra
si sono
indeboliti.
> BIANCHI PORRO
A PAGINA
35
Nel Parlamento svizzero, in cui agiscono
anche forze esterne ai gruppi istituzionali
(le varie lobby o interessi cantonali o reTURCHIA
gionali) è sempre difficile determinare un
centro, una destra e una sinistra. Molte
volte le alleanze sono frutto del momento
e delle condizioni. Non si spiegherebbe
altrimenti il fatto che su certi argomenti UDC e Socialisti abbiano votato nello
stesso modo. Oggi un centro più frammentato potrebbe accentuare questa
Un fortissimo
tendenza,
per cui non si può dire a priori
terremoto (7,3
quale
campo
sulla
scala
Rich- sceglierà il nuovo Consiglio
ter)
ha sconvolto
Nazionale.
Senza contare che si dovrà
la poi
Turchia.
Si teconsiderare
la posizione del Consiglio
mono fino a milStati,se,generalmente più conservale degli
morti, anche
trice,
per
ora, lebenché
vittime l’influsso dell’UDC sia qui
accertate
sono del resto come quello dei
molto ridotto,
state 45.
Socialisti.
Sono crollati anche decine di edifitest importante
potrebbe esseci,Un
tra primo
cui un dormitorio
per gli studenti.
I danni maggiori
si sono
re quindi
l’elezione
del reginuovo Consiglio
strati
soprattutto
Ercis, città di
federale,
il 14a dicembre,
in cui si porrà
750mila abitanti nelle zone montasubito
la problematica
della rielezione di
gnose
al confine
con l’Iran. Si scava
traEvelyne
le macerieWidmer-Schlumpf
per cercare altri super- (PBD), evenstiti.
tualmente a scapito di un socialista o del
> A PAGINA 23
tanto richiesto secondo seggio per l’UDC.
Sul piano più prettamente politico si prospetta una soluzione di fondo, ma con
possibili variazioni, cioè una specie di
intesa fra forze politiche vecchie e nuove, in grado di rispondere in modo pragmatico ai molti cambiamenti in atto nella
società, nell’economia, nell’ecologia.
Una soluzione tipicamente svizzera e già
collaudata in passato con buoni risultati.
Ignazio Bonoli
Forte sisma:
si temono
mille morti
2
N. 11, novembre 2011
La richiesta deve essere fatta entro dieci anni
La perdita della nazionalità svizzera
e la possibilità di reintegrarla
Egregio Avvocato,
vista la sua competenza e disponibilità, mi
permetto di rivolgermi a Lei per sottoporle il
mio caso, sperando possa darmi una risposta
esauriente o per lo meno dirmi a chi rivolgermi per averla.
Da quasi un anno ho riavuto la nazionalità
svizzera alla quale mio padre aveva dovuto
rinunciare, con molto rammarico, nel 1912
poiché aveva optato di fare il servizio militare
in Italia visto che la sua famiglia da anni risiedeva a Milano.
Mio padre mi aveva sempre parlato del paese
d’origine della sua famiglia (le cui origini risalgono al 1500 circa) ed insegnato a amare la
Svizzera come l’Italia. Mi sono sempre sentita
italo-svizzera ed ora sono molto contenta di
esserlo di fatto. Pensavo che la cosa avrebbe
potuto estendersi anche alle mie figlie (una
di loro è nata a Ginevra e da qualche anno
ha comprato legalmente casa in Engadina),
invece al Consolato mi hanno detto che non
è così. Se le mie figlie fossero minorenni sarebbero diventate svizzere automaticamente,
ma essendo maggiorenni non possono nemmeno richiederla come ho fatto io.
Allora mi chiedo il motivo di ciò: non avevo
chiesto di riavere la nazionalità della famiglia
da cui discendo né per interesse né per comodo, ma solo per una questione sentimentale. Che senso ha se poi la cosa finirà con me?
La ringrazio in anticipo per la sua cortesia e la
prego gradire i miei più cordiali saluti.
O.V. - Milano
Risposta
Gentile Signora,
rispondo volentieri alla Sua lettera, indirizzata ancora all’Avv. Guidi, anche perché mi
consente di affrontare di nuovo il tema della
cittadinanza. Questa volta, però, si tratta soprattutto di quella svizzera.
Spero, sulla base degli elementi che Lei ci
fornisce, di riuscire a dare, se non altro, un
quadro il più chiaro possibile, per consentire
a Lei ed ai nostri lettori di farsi un’idea abbastanza precisa della normativa.
La perdita della cittadinanza italiana
Effettivamente, suo padre, accettando di
svolgere il servizio di leva militare in Italia
nel lontano 1912, dovrebbe aver perso la
cittadinanza svizzera. All’epoca, tra l’altro,
il servizio militare per un’altra nazione era in
molti Stati uno dei casi tipici che facevano
ritenere cessato il rapporto con il “suddito” od
il “cittadino”. E ciò era anche comprensibile in
un’epoca storica contraddistinta da aspri conflitti tra Stati nazionali (che poi, come è noto,
sarebbero sfociati in due sanguinose Guerre
Mondiali). In ogni caso, della cittadinanza italiana ci siamo già occupati nello scorso numero della Gazzetta Svizzera.
In Svizzera la disciplina della cittadinanza è
regolata dalla “Legge federale su l’acquisto e
la perdita della cittadinanza svizzera” (Legge
sulla cittadinanza, LCit.).
La Legge sulla cittadinanza risale al 29.9.1952
ma ha subito numerose modifiche nel corso
del tempo. Vediamo allora cosa dispone tale
provvedimento, nella versione in vigore.
L’acquisto della cittadinanza svizzera
Anche in Svizzera, la cittadinanza si acquisisce per discendenza da un genitore svizzero,
e dunque secondo il cosiddetto “ius sanguinis”.
Infatti, l’art. 1 della Legge sulla cittadinanza
prevede che sia cittadino svizzero dalla nascita:
Rubrica
legale
• il figlio di genitori coniugati dei quali almeno
uno sia svizzero;
• il figlio di madre svizzera non coniugata con
il padre.
Inoltre, attraverso la costituzione del rapporto di filiazione anche il minorenne straniero
figlio naturale di padre svizzero diviene cittadino svizzero sin dalla nascita.
Con la cittadinanza il figlio acquista anche la
cittadinanza cantonale e l’attinenza comunale
del genitore elvetico.
La perdita della cittadinanza
La perdita della cittadinanza svizzera avviene
invece per legge nei seguenti casi:
• per l’annullamento del rapporto di filiazione
(art. 8);
• in caso di adozione del minorenne svizzero
da parte di uno straniero che gli trasmetta
la cittadinanza (salvo permanga il rapporto
di filiazione con un genitore svizzero – art.
8a);
•in ipotesi di mancata notifica o annuncio
ad un’autorità svizzera entro il compimento
del 22° anno di età della volontà di mantenere la cittadinanza svizzera da parte del
figlio nato all’estero di un genitore svizzero
(e con lui la perdita si estende ad eventuali
figli), e cioè per la cosiddetta “perenzione”
(art. 10).
La naturalizzazione
Vi sono poi ipotesi in cui l’acquisto e la perdita della cittadinanza sono dipendenti da una
decisione dell’autorità. Il caso principale è
quello della naturalizzazione che può essere
ordinaria o agevolata.
La naturalizzazione ordinaria avviene con
autorizzazione federale di regola dopo una
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all’Associazione. L’Associazione Gazzetta Svizzera fa parte del Collegamento Svizzero in Italia (www.collegamentosvizzero.it).
­
3
N. 11, novembre 2011
residenza in Svizzera anche non continuativa
per 12 anni (di cui però tre nei cinque anni
precedenti la domanda).
Per l’autorizzazione federale si richiede che il
soggetto (art. 14):
• sia integrato nella comunità svizzera;
• sia familiare con usi e costumi svizzeri;
• osservi l’ordine giuridico svizzero;
•non comprometta la sicurezza interna ed
esterna svizzera.
E, tuttavia, l’autorizzazione federale da sola
non è sufficiente, perché occorre anche la
decisione favorevole del Cantone d’origine
e del Comune di attinenza (i quali, peraltro,
possono richiedere condizioni proprie diverse
ed aggiuntive).
Solo una volta ottenuta la cittadinanza del Comune e del Cantone si perfeziona l’acquisto
della cittadinanza svizzera.
Vi è poi il caso della naturalizzazione agevolata che riguarda gli stranieri che abbiano
sposato cittadini svizzeri e i figli di un genitore
svizzero.
In questo caso decide solo la Confederazione ed occorre una specifica domanda (da
rivolgersi all’Ufficio Federale della Migrazione
(UFM) a Berna).
A norma dell’art. 26 la naturalizzazione viene
accordata se il soggetto
• sia integrato nella comunità svizzera;
• osservi l’ordine giuridico svizzero;
•non comprometta la sicurezza interna ed
esterna svizzera.
Inoltre, il coniuge straniero di uno svizzero
deve essere residente da complessivamente
cinque anni in Svizzera, da un anno all’atto
della domanda, e deve essere sposato da
almeno tre anni (art. 27).
Per i residenti all’estero coniugati con cittadini
svizzeri, occorre che il matrimonio perduri da
sei anni e che lo straniero abbia vincoli stretti
con la Svizzera (art. 28).
Aggiungo, per completezza, un caso curioso
e abbastanza insolito in questo tipo di legi-
slazione, e cioè quello di colui che sia stato
considerato svizzero per errore dalle autorità
cantonali o comunali e che abbia vissuto cinque anni credendo in buona fede di essere
svizzero. Anche tale soggetto potrà beneficiare della naturalizzazione agevolata.
Peraltro, con l’entrata in vigore della Legge
federale sull’unione domestica registrata di
coppie omosessuali (c.d. Legge sull’unione domestica registrata, LUD) il 1°gennaio
2007, sono intervenuti anche adeguamenti
alla Legge sulla cittadinanza. La regolamentazione (art. 15)relativa ai partner registrati
prevede, in modo assai innovativo in Europa,
che il partner registrato di un cittadino svizzero possa ottenere la naturalizzazione in procedura ordinaria, ma non la naturalizzazione
agevolata.
La reintegrazione
Essa è possibile per coloro che abbiano perso la cittadinanza svizzera ad esempio per
perenzione (v. sopra) dovuta a motivi scusabili e purché ne facciano richiesta entro 10
anni, ovvero per svincolo (v. oltre), purché
residente da 1 anno in Svizzera.
A tali requisiti occorre aggiungere:
• la prova di vincoli con la Svizzera;
• il fatto di conformarsi all’ordinamento giuridico svizzero;
• il fatto di non compromettere la sicurezza
della Confederazione Elvetica.
Lo svincolo e la revoca
Si tratta di ulteriori casi di perdita della cittadinanza per decisione dell’autorità. Lo svincolo, in particolare, avviene su istanza espressa
del cittadino svizzero che risiede all’estero e
possiede od ottenga la cittadinanza di altro
Stato (art. 42). In altri termini, siamo di fronte
ad una rinuncia.
La revoca della cittadinanza svizzera (art.
48), invece, avviene con decisione dell’Ufficio
Federale, previo assenso del Cantone d’ori-
gine, qualora un soggetto, che abbia anche
un’altra cittadinanza, abbia con la propria condotta recato “grave pregiudizio agli interessi
o alla buona reputazione della Svizzera”. Si
deve trattare però di casi assai gravi e nella
pratica questi sono assolutamente infrequenti.
La doppia cittadinanza
Come è noto, soprattutto a chi segue questa
Rubrica Legale, la Svizzera ammette la doppia cittadinanza senza alcun limite sin dal 1°
gennaio 1992.
E, dunque, lo svizzero che acquisisce una
nuova cittadinanza straniera non è tenuto
a rinunciare a quella d’origine. Parimenti, lo
straniero naturalizzato svizzero non deve rinunciare a quella estera (salvo che questa
venga meno automaticamente per la disciplina dello Stato d’origine).
Ciò è il risultato naturale del diffondersi dei
matrimoni binazionali, i cui figli acquisiscono
spesso due (se non tre!) cittadinanze diverse.
Il quesito della lettrice
Con specifico riferimento al Suo problema,
temo che non ci sia molto da fare. In effetti,
sembra che il nostro Consolato la abbia informata correttamente.
Le Sue figlie, infatti, mi pare di capire non
sono mai state Svizzere e sono maggiorenni.
Non è nemmeno chiaro come Lei sia ritornata
in possesso della cittadinanza svizzera. Qualche maggior dettaglio sulla Sua vita famigliare sarebbe stato d’aiuto.
E tuttavia, non dispererei al Suo posto.
È indubbio che le Sue figlie abbiano forti legami con la Svizzera per nascita e per frequentazioni. In difetto di diverse soluzioni,
potranno, se non altro, richiedere di essere
naturalizzate in presenza delle altre condizioni di legge, e sempre che lo vogliano.
Avv. Markus W. Wiget
Elezioni federali 2011
Nazionale più al centro ma più frammentato
segue da pagina 1
Liberali. Si temeva che questa prevista avanzata potesse creare grossi problemi al Partito
Liberale-Radicale, già alle prese con difficoltà
interne e in difficoltà con i tradizionali sostenitori
dell’economia. A quanto pare il PLR è riuscito a
parare il colpo e a mantenersi al terzo posto fra
i gruppi parlamentari.
Se si considerano le percentuali, il calo dei due
partiti storici di centro appare ben più pesante:
il PLR scende al 14,7% (15,8% nel 2007) e il
PPD scende al 13% dei voti nazionali (sperava
un 17%). La ripartizione dei seggi è però anche
frutto di congiunzioni di liste a livello cantonale
ed è per questo che i due partiti riescono a
limitare i danni.
Comunque la composizione del cosiddetto
“centro” è parecchio cambiata con l’arrivo sulla scena dei due nuovi partiti citati. Ora, dopo
le elezioni complementari per il Consiglio degli
Stati, che però non modificheranno di molto la
situazione, gli sguardi sono rivolti alla formazione del prossimo Consiglio federale. Unica
partente è la socialista Calmy-Rey e questo potrebbe giocare un brutto tiro al partito, perché
le pressioni per un secondo seggio UDC sono
forti e non mirano più soltanto ad escludere la
PBD Widmer-Schlumpf.
Se questa pressione a destra dell’UDC tende
a chiedere un maggior rispetto del principio di
concordanza, un’eventuale perdita di un consigliere federale socialista aprirà le stesse problematiche a sinistra. I socialisti sono però scesi
al 17,6% dei voti, il peggior risultato dall’introduzione del voto proporzionale, pur vantando
la conquista di seggi in alcuni cantoni, e non
rinunceranno facilmente al secondo seggio, pur
ammettendo il diritto dell’UDC ad un secondo
mandato. “Tutti i giochi sono aperti” ha detto
il presidente Christian Levrat, ma sembrano
aperti a soluzioni che rischiano di non piacere
a qualcuno. La celebre “concordanza elvetica”
potrebbe uscire ancora una volta malconcia dai
prossimi scontri.
­4
N. 11, novembre 2011
Schweizer Sozialversicherungen für entsandten Mitarbeiter
Muss sich eine entsandte
Arbeitnehmerin krankenversichern?
Muss sich eine aus der Schweiz entsandte
Arbeitnehmerin in Italien krankenversichern?
Wir werden in Kürze eine Mitarbeiterin haben, die aus der Schweiz entsandt ist, mit
Schweizer Vertrag, vom Schweizer Arbeitgeber bezahlt. Pensionskasse, AHV, ALV bezahlt
sie in der Schweiz. Da sie in Italien Steuern
bezahlt, muss sie offenbar auch in Italien
krankenversichert sein. Das ital. Gesetz der
Krankenversicherung sieht offenbar vor, dass
ein Teil der Prämien sie, den anderen Teil der
Arbeitgeber bezahlt. Unser Verantwortliche
im Verwaltungsrat, der den Vertrag unterzeichnet hat, weist diese Frage von sich und
weigert sich, die Verantwortung für die Krankenversicherung im Land zu übernehmen.
Habt Ihr Erfahrung mit solchen Fällen?
M.F.
Antwort
Liebe Leserin,
Eure Mitarbeiterin ist eine in der Schweiz angestellte, nach Italien entsandte Arbeitnehmerin.
Für zwei, maximal verlängerbar bis 6 Jahre,
kann Sie den Schweizer Sozialversicherungen (Pensionskasse, AHV, Krankenkasse, Arbeitslosenkasse usw.) angehören und muss
nicht den italienischen Sozialversicherungen
unterstellt sein, und wird unter anderem einen von der Schweizer Krankenkasse ausgestellten Europäischen Versicherungsausweis
erhalten.
Wenn sie in Italien wohnhaft ist, ist sie in Italien
steuerpflichtig; dies zieht aber nicht automatisch die Unterstellung unter die Sozialversicherungen nach sich.
Für medizinische Behandlungen hat sie zwei
Möglichkeiten:
Entweder sie lässt sich in der Schweiz behandeln, und wendet sich nur in Notfällen an
die Notfallstelle eines italienischen Spitals
oder Arzt, unter Vorweisung des ihr von der
Schweizer Krankenkasse ausgestellten Europäischen Versicherungsausweises. Das Spital in Italien wird sie so normalerweise nicht
bezahlen müssen (ausgenommen Ticket),
AVS/AI
Assicurazioni
sociali
di Robert
Engeler
falls sie für Arzt oder Arznei bezahlen muss,
kann sie Rückerstattung bei Lamal verlangen.
Die Rückerstattung wird nach Schweizer Tarif
erfolgen, mit üblichem Selbstbehalt.
Oder sie verlangt bei Lamal ein Formular E
106 und bringt dies zur zuständigen ASL.
Dann wird sie in den SSN eingeschrieben und
kann sich voll in Italien behandeln lassen; je
nach Krankenkasse werden dann nur noch
notfallmässige Behandlungen in der Schweiz
bezahlt, nicht unbedingt planbare Behandlungen. Zudem ändert die Prämie, die etwas
höher oder tiefer sein kann.
Bevor man diesen Schritt unternimmt, sollte
man sich bei seiner Krankenkasse gründlich
informieren, im Zweifelsfall sich bei Lamal
beraten lassen.
Falls Ihr noch weitere Auskunft braucht:
LAMAL, Postfach, CH-4503 Solothurn, telefono 0041 32 625 30 30. E-mail: [email protected]
Mit freundlichen Grüssen.
Robert Engeler
Blocher torna al Nazionale – Un seggio al Movimento dei Cittadini a Ginevra
Elezioni federali: i risultati per Cantone
ARGOVIA – Malgrado il calo rispetto al 2007,
l’UDC mantiene i propri sei seggi al Nazionale. Il
PPD pe rde due dei suoi tre mandati. Ne approfittano il PBD, alleato proprio dei democristiani,
e i Verdi liberali. I 15 seggi argoviesi sono così
suddivisi: 6 UDC, 3 PS, 1 PPD (- 2), 2 PLR, 1
Verdi, 1 PBD (+1) e 1 Verdi liberali (+1). Agli
Stati Pascale Bruderer (PS) è eletta al primo
turno. Al ballottaggio il 27 novembre vanno la
senatrice uscente Christine Egerszegi-Obrist
(PLR) e il consigliere nazionale UDC Ulrich
Giezendanner, che vuole difendere il seggio
di Maximilian Reimann, ritiratosi dopo 16 anni.
OBVALDO – L’UDC ha perso il suo seggio,
l’unico del cantone a Berna, che aveva conquistato 4 anni fa. Eletto è il cristiano sociale
Karl Vogler (8896 voti) che batte l’uscente Christoph von Rotz (6739); farà parte del gruppo
PPD. Agli Stati è rieletto Hans Hess (PLR), che
batte lo sfidante Giovane socialista Bashkim
Rexhepi.
NIDVALDO – L’UDC ottiene per la prima volta
un seggio al Nazionale, l’unico che il cantone
possiede, sottraendolo al PLR. Eletto è Peter
Keller che prende il posto di Edi Engelberger
(PLR). Nessuna possibilità per il Verde Conrad
Wagner. Agli Stati era stato confermato Paul
Niederberger (PPD) tacitamente a settembre.
APPENZELLO ESTERNO – Il PLR mantiene il
suo unico seggio al Nazionale: Andrea Claudio
Caroni, ex collaboratore dell’ex ministro Merz, è
eletto al posto di Marianne Kleiner ritiratasi. Riconfermato agli Stati l’unico candidato, l’uscente Hans Altherr (PLR). L’anno prossimo dovrebbe essere eletto presidente della camera alta.
URI – L’unico seggio al Nazionale è andato a
Gabi Huber (PLR), 55 anni, capogruppo alle Camere, brillantemente rieletta. Agli Stati il PPD
manda a Berna il consigliere di Stato in carica
Isidor Baumann (prende il seggio dell’uscente
Hansheiri Inderkum). Il senatore uscente Verde
liberale Markus Stadler ha mancato la maggioranza assoluta; al ballottaggio il 27 novembre
battaglia con Gusti Planzer (UDC).
APPENZELLO INTERNO – Daniel Fässler
(PPD) è eletto al Nazionale e subentra al collega di partito Arthur Loepfe che non si è ripresentato. Agli Stati era già stato riconfermato
Ivo Bischofberger (PPD) dalla Landsgemeinde
lo scorso 1. maggio.
SCIAFFUSA – Nessun cambiamento per i due
seggi al Nazionale: riconfermati gli uscenti
Thomas Hurter (UDC) e Hans-Jürg Fehr (PS).
Agli Stati si riconferma Hannes Germann
(UDC). Gli altri quattro candidati vanno al ballottaggio il 13 novembre. Si tratta di Thomas
Minder, promotore dell’iniziativa popolare contro le retribuzioni abusive, Christian Heydecker
(PLR) Matthias Freifogel (PS) e Herbert Bühler
(Movimento ecoliberale).
GLARONA – Martin Landolt (PBD) ha difeso
l’unico seggio del Cantone, conquistato dopo il
ritiro nel 2009 del socialista Werner Marti (PS).
Battuto Yannick Schiess, presidente della sezione cantonale dei giovani socialisti. Immutata la deputazione agli Stati: This Jenny (UDC) e
Pankraz Freitag (PLR) facilmente riconfermati.
SAN GALLO – I Verdi liberali strappano uno
dei 5 seggi occupati dall’UDC nel 2007. Il PPD
ne ottiene 3: invariati rispetto al 2007, ma
+1 rispetto alla fine della legislatura dopo il
passaggio di Thomas Müller all’UDC all’inizio di
quest’anno. L’UDC scende a quattro: - 1 rispetto al 2007 fa ma -2 in confronto alla situazione
attuale. Il PS ne mantiene 2, il PLR 1 e i Verdi
1. Nella lotta per gli Stati, si è imposta per ora
brillantemente Karin Keller-Sutter (PLR), diret-
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5
N. 11, novembre 2011
trice del Dipartimento cantonale di giustizia.
Il presidente dell’UDC nazionale Toni Brunner
è giunto secondo, davanti all’uscente Eugen
David (PPD), che rinuncia al ballottaggio del 28
novembre, e al presidente dell’Unione sindacale svizzera Paul Rechsteiner (PS).
BASILEA CAMPAGNA – La ripartizione dei
sette seggi al Nazionale rimane invariata: 2
UDC, 2 PS, 1 Verdi, 1 PPD, 1 PLR. Ma il mandato liberale-radicale è stato messo seriamente a
rischio dall’alleanza di centro, formata da PPD,
PEV, PBD e Verdi liberali. Agli Stati l’uscente
Claude Janiak (PS), ha superato nettamente il
candidato dell’UDC, il capogruppo alle Camere
Caspar Baader.
BASILEA CITTÀ – Il PPD è riuscito a conquistare il seggio dei Verdi grazie alla nuova alleanza di centro con PEV, Verdi liberali e PBD. I
cinque seggi della deputazioni sono ora così
distribuiti: 2 PS, 1 UDC, 1 PLR e 1 PPD. Il PS
scende dal 35,7 al 30,6%. E l’UDC passa dal
20% al 17,1%. Agli Stati è rieletta Anita Fetz
(PS), in carica dal 2003, che ha superato il
consigliere nazionale UDC Sebastian Frehner
e il presidente cantonale del PLR Daniel Stolz.
ZUGO – Sorpresa nell’assegnazione dei 3 seggi del Nazionale: due uscenti non sono stati
riconfermati: Josef Lang (Alternativa - Verdi)
e Marcel Scherer (UDC). Ce l’ha fatta invece
Gerhard Pfister (PPD). Gli altri due eletti sono
Thomas Aeschi (UDC) e Bruno Pezzatti (PLR).
Il PLR è dunque riuscito a riprendersi il seggio
perso otto anni fa. PPD e PLR, alleati, hanno
mantenuto senza problemi gli attuali due seggi
agli Stati: riconfermato il PPD Peter Bieri, a
Berna già da 16 anni, ed eletto il consigliere
di Stato Joachim Eder (PLR), che prende la
poltrona lasciata libera da Rolf Schweiger.
FRIBORGO – Il PS è riuscito a portare a tre
(+1) i suoi consiglieri nazionali. Il seggio è stato
conquistato a spese del Partito cristiano sociale (PCS) che perde il suo unico mandato. Stabili
le altre formazioni politiche: due poltrone per il
PPD, una per l’UDC e una per il PLR. Il seggio
del PCS era stato attribuito quattro anni fa a
Hugo Fasel, ex presidente del sindacato Travail. suisse. Durante la legislatura, Fasel aveva
però lasciato l’incarico. I due senatori uscenti
Urs Schwaller (PPD) e Alain Berset (PS) hanno
staccato il biglietto per Berna al primo turno.
Nettamente distanziati Jean-François Rime
(UDC) e Ruedi Vonlanthen (PLR).
GIURA – Nessuna sorpresa al Nazionale: il
PPD ha riconquistato, come preevisto il seggio perso quattro anni fa a scapito dell’UDC.
L’altro mandato va come finora al PS. I due
eletti sono Pierre-Alain Fridez (PS), che quattro
anni fa non era stato eletto per soli 19 voti, e
Jean-Paul Gschwind (PPD). Perde il suo seggio
Dominique Baettig (UDC). Anche agli Stati nessuna sorpresa: confermati i due uscenti, Claude Hêche (PS) e Anne Seydoux-Christe (PPD).
SVITTO – L’UDC ha perso uno dei suoi due
seggi al Nazionale a favore del PLR. Al posto
del dimissionario Peter Föhn (UDC) è stata
eletta Petra Grossi (PLR). A sostituire il PPD
Reto Wehrli, che non si è rirpesentato, è il suo
collega di partito Alois Gmür. Il PS sarà rap-
presentato dall’uscente Andy Tschümperlin.
Riconfermato pure l’UDC Pirmin Schwander.
TURGOVIA – I Verdi liberali conquistano un
seggio al Nazionale a scapito dell’unico mandato del PLR che non sarà quindi più rappresentato. La deputazione turgoviese sarà quindi
così rappresentata: 3 UDC (-), 1 Verde liberale
(+1), 1 PPD (-) e 1 PS (- ). Agli Stati Roland
Eberle (UDC) è riuscito a difendere il seggio lasciato libero da Hermann Bürgi. Per la seconda
poltrona, quella finora detenuta dal PPD Philipp
Stähelin, sarà necessario un secondo turno, il
13 novembre. Al secondo posto si è piazzata
Brigitte Häberli-Koller (PPD), attualmente consigliera nazionale, seguita da Max Vögeli (PLR).
ZURIGO – I Verdi liberali salgono da 3 a 4
seggi e il PBD conquista al primo colpo 2
seggi. UDC, PPD e Verdi perdono invece un
seggio a testa. I 34 seggi zurighesi saranno
così ripartiti: UDC 11 (-1), PS 7, Verdi liberali
4 (+1), PLR 4, Verdi 3 (-1), PBD 2 (+2), PPD 2
(-1), PEV 1. L’elezione segna il ritorno a Berna
di Christoph Blocher: primo sulla lista democentrista per il Nazionale. L’UDC si conferma
partito di maggioranza relativa, al 29,9% (- 4
punti rispetto al 2007). Il PS si stabilizza al
19,2% delle preferenze (-0,6). Il PLR scende
all’11,6%. I Verdi liberali - formazione nata
proprio a Zurigo nel 2004 da una scissione
dai Verdi - salgono all’11,5% (+4,5). Il PBD, al
suo esordio elettorale, ottiene il 5,3%. Il PPD
scende al 5%(- 2,5). Partito evangelico (PEV)
ottiene 3% (-0,6). I Verdi scendono all’8,4% (-2).
SOLETTA – I socialisti riconquistano il seggio
al Nazionale passato ai Verdi nel 2007. I sette mandati sono ora così distribuiti: 2 UDC, 2
PPD, 1 PLR e 2 PS (+1). L’UDC, che quattro
anni fa ha superato il 27%, ha riconfermato le
sue due poltrone ma è scesa al 22,8%. Agli
Stati l’uscente Roberto Zanetti (PS) è stato riconfermato. Secondo turno il 4 dicembre: se
la vedranno Pirmin Bischof (PPD) e il sindaco
di Soletta Kurt Fluri (PLR), che difende il seggio
lasciato libero da Rolf Büttiker.
NEUCHÂTEL – Nessun cambiamento nella
ripartizione dei seggi ma sorpresa in casa
PLR: l’uscente Sylvie Perrinjaquet non è stata
rieletta. Al suo posto il collega Alain Ribaux. La
deputazione sarà composta da 2 PLR (Laurent
Favre e Alain Ribaux), un UDC (Yvan Perrin), un
PS (Maire Jacques- André) e una Verde (Francine John-Calame). Agli Stati i due uscenti Didier
Berberat (PS) e Raphaël Comte (PLR) sono
riconfermati. Per la prima volta l’elezione è
avvenuta con il sistema proporzionale.
BERNA – Malgrado la nascita del PBD, l’UDC
rimane stabile. Mantiene le sue posizioni anche la sinistra. Fanno invece un balzo in avanti
PBD e Verdi liberali mentre crolla il PLR. La
deputazione bernese sarà quindi composta da
8 UDC (-2 rispetto al 2007, invariato rispetto
alla situazione attuale), 6 PS (invariato), 4 PBD
(+2 rispetto alla situazione attuale), 3 Verdi
(invariato), 2 Verdi liberali (+2), 2 PLR (-2) e 1
PEV (stabile). Il PPD e l’UDF perdono invece il
loro unico seggio. Nessun eletto agli Stati: meglio piazzati gli uscenti Adrian Amstutz (UDC) e
Werner Luginbühl (PBD), davanti a Hans Stöckli
(PS) e Alec von Graffenried (Verde).
VALLESE – Il PPD è stato costretto a cedere
al PS uno dei suoi quattro seggi. La ripartizione
dei sette mandati è la seguente: 3 seggi al
PPD, due al PS, uno ciascuno per UDC e PLR.
Per gli Stati ballottaggio generale: nessuno degli undici candidati ha ottenuto la maggioranza
assoluta. In testa si sono classificati gli uscenti
PPD Jean-René Fournier e René Imoberdorf.
Seguono Oskar Freysinger (UDC), Jean-René
Germanier (PLR), e Stéphane Rossini.
LUCERNA – L’UDC perde un seggio al Nazionale, che va ai Verdi liberali. Questa la ripartizione dei dieci seggi: PPD 3, UDC 2 (-1), PLR 2,
PS 1, Verdi 1, Verdi liberali 1 (+1). Ballottaggio
generale il 27 novembre per la conquista del
seggio lasciato libero da Helen Leumann (PLR).
L’attuale senatore Konrad Graber (PPD) ha ottenuto il miglior risultato, seguito dal consigliere nazionale Georges Theiler (PLR). In corsa
anche UDC, PS e Verdi.
VAUD – Il PS passa da 4 a 6 seggi. Anche i
Verdi liberali, che si presentano per la prima
volta, riescono a guadagnarne uno. Perdono
un seggio l’UDC, da 5 a 4, e i Verdi. Finora i
18 seggi erano così ripartiti: 5 UDC, 4 PLR, 1
PPD, 4 PS, 3 Verdi, 1 La Sinistra. Nessun eletto al primo turno agli Stati. Ai primi due posti
fra i tredici candidati figurano gli uscenti Géraldine Savary (PS) e Luc Récordon (Verdi), con
un buon vantaggio su Guy Parmelin dell’UDC e
Isabelle Moret del PLR.
GINEVRA – Il Mouvement Citoyens Genevois
(MCG) sarà rappresentato per la prima volta in
nazionale: la formazione ha strappato un seggio al PLR. Il suo rappresentante Mauro Poggia
si è persino aggiudicato il maggior numero di
voti, scavalcando numerosi uscenti. Gli undici
seggi saranno suddivisi fra PS (3, invariato),
PLR (2, -1), UDC (2, invariato), Verdi (2, invariato), PPD (1, invariato) e MCG (1, +1). Agli
Stati riconfermati Liliane Maury Pasquier (PS)
e Robert Cramer (Verdi).
TICINO – La congiunzione delle liste fra la Lega dei Ticinesi e l’UDC ha provocato l’elezione
di due leghisti (+1) e un UDC (+1). Perdono
un seggio sia i liberali-radicali, sia i socialisti.
Il PPD mantiene i suoi due seggi. I Verdi non
riescono invece ad eleggere un loro deputato.
Grosso rischio per il presidente nazionale PLR
Fulvio Pelli, la cui riconferma è stata in forse
fino alle ultime schede. Lotta aperta anche nel
PPD, dove Monica Duca-Widmer è terminata
esattamente alla pari con il segretario del partito Marco Romano e ha poi vinto il sorteggio.
Nel PS Marina Carobbio vede indebolita la
sua posizione per un’eventuale candidatura al
Consiglio federale. Ballottaggio generale per
gli Stati con Lombardi nettamente in testa.
GRIGIONI – L’UDC guadagna 1 seggio a
scapito dei 2 del PBD, PPD e socialisti mantengono il loro seggio, mentre lo perdono i
liberali-radicali, a vantaggio dei Verdi liberali. Il
cantone sarà così rappresentato al Nazionale
da un deputato per partito, salvo i liberali-radicali. Torna alla Camera Bassa Silva Semadeni
(PS), già eletta nel 1995, e porta così una voce
in più alla Svizzera italiana. Un PPD e un PLR
eletti agli Stati, con l’UDC che perde il seggio
tradizionale.
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N. 11, novembre 2011
«Primo piano»
A cura di Annamaria Lorefice www. gazzettasvizzera.it
Silvia Metzeltin parla del grande Walter Bonatti, dei valori della montagna e del modello svizzero
Quelle bugie sulla conquista del K2
un monito per l’alpinismo moderno
Lugano – È impossibile sintetizzare in questo spazio il personaggio Silvia Metzeltin
e la sua vita. Geologa, alpinista, scrittrice e
giornalista svizzera, la cui fama mondiale
oltre che per la conquista di parecchie vette
a quota 6000 metri, è anche dovuta ai numerosi incarichi in organismi internazionali
alpinistici e scientifici. Silvia Metzeltin, tra le
molte attività che svolge in Italia dagli anni
‘50, insegna anche all’Università dell’Insubria a Varese. Dal 1962 era amica di Walter
Bonatti, recentemente scomparso: la stampa ha riproposto la vicenda della conquista
del K2, avvenuta nel 1954, un’esperienza
che per le sue modalità ha amareggiato per
50 anni la vita del grande alpinista. Bonatti,
che partecipò alla mitica spedizione italiana
– e ne permise di fatto il felice esito – riportò
la sua verità sul raggiungimento della vetta,
conquistata, sì, da Compagnoni e Lacedelli,
ma al prezzo di fatti gravi accaduti al campo 9 e delle relative menzogne contro di lui,
giovane e ingenuo. «Io quella notte dovevo morire...», scrive nel suo libro-verità
“Processo al K2”. Bonatti e il portatore
pakistano Mahdi furono mandati a prendere
le bombole d’ossigeno, senza le quali mai
si sarebbe raggiunta la cima posta a 8611
metri. Al loro ritorno non trovarono nessuno
e trascorsero senza riparo a 8400 metri una
drammatica notte, in lotta con la morte, a
50 gradi sotto zero. Una volta avute le bombole, Bonatti fu mandato indietro in modo
da escluderlo dalla “vittoria”. Mahdi subì poi
l’amputazione delle dita congelate di mani e
piedi. I capi-spedizione falsificarono orari e
percorsi e negarono l’efficienza delle bombole. Ma proprio una foto subito apparsa su
una rivista svizzera ritraeva Compagnoni e
Lacedelli sulla vetta con tanto di bombole e
respiratori in funzione.
Tuttavia, nessuno volle ascoltare Walter Bonatti, tranne pochi amici tra cui la Metzeltin.
La questione fu ripresentata anni dopo e si
ottenne ragione. Come ci racconta Silvia
Metzeltin.
Su questa vicenda del K2, cosa si può
ancora dire?
«Che deve servirci da monito. Spero che riparlare di quei fatti serva oggi a ricordarci
che l’alpinismo non è fatto solo di grinta ma
soprattutto di fondamentali valori come lealtà e solidarietà».
Anche lei cercò di aiutare Bonatti?
«Sì, perché la verità la sapevamo tutti già
dall’inizio. E la verità era quella di Bonatti.
Al centro dell’immagine Silvia Metzeltin, all’attacco della via Solleder alla Civetta. A
destra: Silvia Metzeltin con Gino Buscaini in Patagonia. Foto scattata da Walter Bonatti.
Silvia Metzeltin conta oltre 1’300 ascensioni sulle Alpi e sulle montagne del mondo, fra cui
l’apertura di 70 vie, nuove e difficoltose, in ogni continente. È membro del Club Alpino Accademico Italiano, del Club Alpino Austriaco e del “Groupe de haute montagne”. Delegata
del Cai nell’Unione delle associazioni alpinistiche di tutto il mondo (Uiaa), dopo la presidenza
della Commissione per le spedizioni extraeuropee. Insignita nel 1996 della Medaglia d’oro
“Re Alberto I dei Belgi” per il suo impegno etico e culturale nell’alpinismo, in particolare in
difesa dei valori di solidarietà e libertà. Classe 1938, si arrampica tuttora con passione.
Tra i suoi tanti libri, citiamo “Polvere nelle scarpe”.
Walter era una persona deliziosa con la quale
potevi condividere tutto a patto di non toccare la questione K2! Una volta, ero con lui
in Patagonia e ne ho accennato incidentalmente. Dalla sua reazione ho capito che la
ferita era profonda e ricordo di avergli detto:
“Walter basta con questo tabù”. Mi sono sentita in obbligo, sia come amica, sia per la mia
posizione influente nel Club Alpino Italiano, di
ristabilire la verità dei fatti. Ma trovai tanto
ostracismo, da parte di tutti».
Perché quel muro di gomma?
«Non volevano sconfessare i loro predecessori. Sarebbe bastato dire “hanno sbagliato
tacendo per non offuscare quella vittoria...”.
Invece non si è voluto fare questo atto dovuto. Quindi tutto era precipitato di nuovo
in quel cono d’ombra che conosciamo e io
mi sono detta, basta, lascio perdere questa
storia perché è inutile combattere».
E poi invece?
«Walter intanto si era mosso con i suoi legali
e infine nel 2004 ha vinto grazie alle fotografie che erano state riesaminate con più
cura. Foto pubblicate fin dal ‘55 sulla rivista
svizzera “Berge der Welt”. Fummo tutti felici,
anche se erano trascorsi 50 anni».
Di Walter Bonatti ora tutti dicono che
rappresentava i valori dell’alpinismo.
«Le rispondo con un ricordo che fu l’inizio
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7
N. 11, novembre 2011
della nostra amicizia. Un tempo gli alpinisti
non erano assicurati, erano soccorsi e curati a loro spese. Nel 1963 a Courmayeur
ero corsa a chiedere aiuto per alcuni amici bloccati nella bufera, e un signore-bene
dell’alpinismo mi ha chiesto: “Ma chi paga?”
riferendosi all’operazione di soccorso da
compiere. Ricorderò per sempre la voce
di Walter, arrivato di notte sotto la pioggia
battente con altri amici suoi, mentre precisava che partivano in soccorso per pura
solidarietà. E questo per persone che non
conoscevano nemmeno».
Con Bonatti si è chiusa un’epoca?
«Sì. La generazione successiva è arrivata
con gli sponsor e questo ha cambiato tutto.
Io li chiamo oramai i lavoratori dello spettacolo, tra gli spot pubblicitari e la vendita di
spedizioni a troppi turisti che non sanno nemmeno allacciarsi gli scarponi. Poi succedono
le tragedie. Il “fare i soldi” ha tolto la parte
più bella del nostro alpinismo: il rispetto per
la montagna e per le persone».
Lei è una figura di primo piano anche
nell’Alpinismo femminile. Ci sarebbe
tanto da dire; ci può raccontare un episodio del passato?
«È interessante la storia dell’Alpinismo femminile, fatta di conquiste di cime e... di spazi
che i maschi non volevano concedere. Ricordo che nel ‘68 in Svizzera, a Engelberg, una
giornalista pratica di montagna fondò un
circolo, che frequento ancora, per far cono-
scere tra loro le alpiniste di un certo livello
e di Paesi diversi. È l’unico movimento nato
nel ‘68 che esiste tuttora. Questo è stato
molto bello perché, come dico spesso, noi
abbiamo fatto crollare la cortina di ferro prima dei politici».
Vale a dire?
«Tra noi alpinisti ci siamo aiutati, ci siamo
sempre capiti al di là delle frontiere. Il famoso film “Cordata europea”, dimostrava che
alpinisti di nazionalità diverse s’incontravano
e scalavano in amicizia, nonostante la cortina di ferro. Questa componente umana non
emergeva per una consapevolezza politica,
ma solo grazie all’alpinismo che favoriva la
comprensione umana. Io non l’ho nemmeno
adesso una consapevolezza politica, cerco
solo di essere onesta in tutti i Paesi dove
mi trovo».
Lei ama molto la Patagonia, perché?
«Perché le montagne da sole non bastano
per affezionarti a un posto se non ci sono le
persone. E lì, dove ritorno ogni anno, ci sono
persone dalle quali - così come mi è successo in Italia - mi sono sentita accolta fin dalla
prima volta. Persone dalle quali ricevo ospitalità, conoscenza di luoghi e usanze. Cosa
posso dare io? Ho svolto lezioni di geologia
per loro e ho scritto libri, anche quando c’era
mio marito Gino Buscaini. Abbiamo raccontato di loro, rispettandone l’identità e l’umanità.
Tendo sempre a valorizzare e a difendere la
gente dei Paesi che amo».
Difende anche la Svizzera?
«Sì, perché subisce i soliti preconcetti, per
esempio quando mi si dice che la Svizzera è
un paradiso fiscale. Certamente per me, come persona normale, è un paradiso fiscale,
perché non ho bisogno del commercialista
per fare la mia dichiarazione dei redditi, come succede in Italia per esempio. La Svizzera ha i suoi difetti come ogni altro Paese,
ma il suo modello democratico rimane un
esempio. È un modello anche rispetto a tutti
gli altri tentativi di autonomia regionale e locale che per ora non stanno funzionando, e
che possono sfasciare un Paese. Invece la
Svizzera è un Paese tenuto insieme molto
bene».
Come ci riesce?
«Parlando di dio e della patria? No. Ci riesce
con la sua buona amministrazione, un fattore
cardine da mantenere ben saldo. I nostri
servizi pubblici sono gioielli da preservare, le
ferrovie, le poste... A chi punta il dito contro,
ogni volta dico: la Svizzera non vi è sempre
simpatica? Pazienza, è amministrata bene.
Tanti altri cittadini nel mondo, mi creda, vorrebbero essere amministrati così».
Ha mai pensato di smettere di scalare?
«No, nemmeno quando rimasi sulla roccia
senza cibo e nella bufera per 4 notti e 5 giorni. Mi dicevo “finirà”. E anche oggi, continuo
ad allenarmi e a scalare le mie montagne
finché avrò la forza di farlo».
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N. 11, novembre 2011
Elezioni federali 2011
Non è riuscito all’UDC
l’assalto al Consiglio degli Stati
È sostanzialmente fallito l’annunciato assalto
dell’UDC di Blocher al Consiglio degli Strati,
la Camera dei cantoni. I risultati, per i cantoni
(non tutti) che dovevano eleggere i loro rappresentanti a Berna, non sono ancora definitivi, poiché in molti casi si dovrà ricorrere al
voto di ballottaggio. I rappresentanti alla Camera alta (2 per cantone, 1 per semi-cantone)
vengono eletti con il sistema maggioritario e
– al primo turno – devono superare il 50%
dei voti.
L’UDC per l’occasione schierava grandi nomi:
da Christoph Blocher a Zurigo, al presidente
Toni Brunner, al capogruppo Caspar Bader,
al rappresentante delle lobby degli autotrasportatori Ulrich Giezendanner. Visto l’esito
del primo scrutinio è poco probabile che questi nomi vengano scelti per il Consiglio degli
Stati. Per il momento è sicura solo la perdita
di un seggio UDC nei Grigioni, dove il posto
dell’uscente Christoffel Brändli, per cui non è
sicuro che l’UDC possa mantenere i 7 mandati del 2007.
Al primo turno hanno ottenuto una brillante
elezione sia la sangallese Karin Keller Sutter
(PLR), sia la argoviese Pascale BrudererWyss. Glarona, Zugo, Friburgo, Grigioni, Neuchâtel, Ginevra e Giura hanno già eletto i loro
due rappresentanti. Zurigo, Berna, Lucerna,
lotta fra il rappresentante liberale- radicale e
quello della destra e della sinistra si annuncia
piuttosto accanita.
I commentatori pensano che non vi saranno
grandi cambiamenti. Il PPD e il PLR continueranno a mantenere una piccola maggioranza, mentre l’assalto dell’UDC potrebbe invece
provocare una leggera avanzata dei socialisti.
Dei 27 seggi finora assegnati, 8 toccano ai
socialisti, 7 al PPD e 7 ai liberali-radicali, 4
all’UDC e 1 ai Verdi.
In date diverse
Filippo Lombardi pronto per la riconferma al Consiglio degli Stati.
Vaud, Vallese e Ticino dovranno procedere a
un ballottaggio generale, mentre i rimanenti
cantoni dovranno ancora eleggere uno dei
due loro rappresentanti.
In Ticino, l’uscente Filippo Lombardi, membro del Consiglio degli Svizzeri all’estero, è
nettamente in testa con il numero di suffragi
ottenuto al primo turno.
Deve però ora essere confermato, poiché la
Trattandosi di elezioni cantonali, il ballottaggio avrà luogo in date diverse nei vari
cantoni. Già il 6 novembre in Vallese, il 13
novembre a Sciaffusa, Turgovia e Vaud;
il 20 novembre a Berna e in Ticino; il 27
novembre a Zurigo, Lucerna, Uri, Svitto,
San Gallo, Argovia; perfino il 4 dicembre,
cioè alla vigilia della prima sessione della
nuova legislatura, a Soletta. È anche già
successo in passato che qualche seggio
sia rimasto vuoto all’inizio della sessione,
perché il cantone interessato non aveva
ancora eletto il proprio rappresentante.
I commenti della stampa svizzera alle elezioni federali del 23 ottobre
La vittoria di Verdi Liberali e del PBD
Le elezioni federali suscitano due diversi tipi
di commento sulla stampa svizzero tedesca.
Taluni ritengono che queste nuove formazioni conferiranno dinamismo alla vita politica,
altri sottolineano invece la loro mancanza di
profilo.
Per la “Neue Zürcher Zeitung” (NZZ), «gli
elettori hanno voluto soffiare aria fresca sotto
la Cupola federale». E ciò non può che far
bene dopo una legislatura incrostata, rileva il
quotidiano zurighese. «Il centro ha sì vinto e la
coalizione dei partiti al potere ha vacillato, ma
non è caduta». La “Basler Zeitung” ostenta
durezza nei confronti dei «nuovi arrivati» (i piccoli partiti), ritenendo che tali partiti potrebbero sparire dallo scacchiere politico tanto
rapidamente quanto sono apparsi. Il quotidiano basilese prende di mira soprattutto il PBD,
il cui unico scopo sembra consistere nell’incensare la sua consigliera federale Eveline
Widmer- Schlumpf. Le perdite dell’UDC sono
pure analizzate da vari organi di stampa. A Zurigo, il “Tages-Anzeiger” ritiene che il calo
del primo partito svizzero «farà del bene» sia
alla formazione di Brunner che ai suoi avversari. Secondo il “Blick”, Christoph Blocher è
responsabile del risultato negativo dell’UDC.
Questi si è fatto distanziare al Consiglio degli
Stati ed è arrivato soltanto al secondo posto
al Nazionale, dietro alla sua collega di partito
Natalie Rickli. Il calo dell’Unione democratica
di centro alle elezioni federali costituisce una
svolta per la stampa romanda. Una «severa
battuta d’arresto» è stata data all’UDC, scrive “Le Temps”. Il giornale ritiene che «il
partito rimanda all’immagine di una destra
dura nel momento in cui il Paese capisce
che occorre trovare soluzioni al centro per
fare fronte a una situazione economica che
si annuncia sempre più difficile e incerta». Il
calo dell’UDC riflette una certa stanchezza di
una parte degli Svizzeri in particolare a fronte
di un discorso «monomaniaco» che tende a
privilegiare i problemi della sicurezza, scrive
dal canto suo “Le Matin”. Per “La Tribune
de Genève”, la spettacolare avanzata di PBD
e Verdi liberali ha «fatto esplodere il centro
dello scacchiere politico». Questa svolta significa in primis che gli Svizzeri non hanno più
fiducia nei partiti tradizionali. In Parlamento, il
centro-destra si rafforza «nell’addizione delle
sue divisioni», sottolinea “La Liberté”, per la
quale questa frammentazione complicherà in
modo incontestabile la ricerca di maggioranze parlamentari.
“Un Ticino più a destra” è il titolo di prima
pagina del «Corriere del Ticino», che sottolinea la vittoria di Lega e UDC nel cantone,
a scapito di un seggio dei Liberali-Radicali e
dei Socialisti.
­
9
N. 11, novembre 2011
È scomparso il segretario generale Arnaldo Haechler
La Società Svizzera di Milano
colpita da un grave lutto
Il 7 ottobre è mancato l’Ing. Arnaldo Haechler,
Segretario Generale della Società Svizzera di
Milano. È un colpo durissimo per il nostro Sodalizio in quanto Arnaldo è stato una colonna
dell’organizzazione della nostra vita sociale.
Dopo la laurea al Politecnico Arnaldo si impiegò nella Marelli Motori col delicato incarico
di direttore acquisti, carica che fu perfettamente congeniale per la Ditta in virtù anche
della assoluta rettitudine ed onestà di Arnaldo.
Al termine del suo incarico avendo raggiunto
il momento della pensione egli, che frequentava sovente la nostra Società (soprattutto
come appassionato ed accanito birillista),
essendo rimasta vacante la posizione di Segretario Generale, decise di assumere questo
impegno.
Da allora (circa 25 anni or sono) Arnaldo
spese ininterrottamente e totalmente la sua
vita a vantaggio della nostra Società.
Molti Soci lo ricordano seduto alla scrivania,
col volto bonario (quasi sempre), annegato
in una miriadi di carte, in un apparente caos,
dove però lui sapeva perfettamente metter le mani. Se chiedevi un’informazione o
una pratica lui afferrava uno dei tanti raccoglitori rossi che erano nell’armadio dietro
la scrivania ed estraeva immediatamente
a colpo sicuro quello che occorreva. Era
dotato infatti di una eccezionale memoria
Arnaldo era ancora una persona “vecchia
maniera” che intimamente aveva un certo
rigetto per i sistemi computerizzati
Era d’istinto una persona molto “risparmiosa”, che odiava gli sprechi, che pertanto conduceva il suo lavoro con grandi parsimonie,
talvolta eccessive.
treno in caso di brutto tempo),
per raggiungere la sua amata
Società. Chi si è recato in
auto a Ponte Lambro per le
esequie si è reso conto della
lunghezza, della complicazione e del traffico del tragitto
che Arnaldo affrontava giornalmente, rubandosi almeno
un paio d’ore di vita.
Arnaldo è rimasto scapolo
per tutta la vita, e risiedeva
solo, nella casa paterna nel
delizioso paese di Ponte Lambro nella zona collinare della
Brianza. Per chi volesse rendere omaggio alla sua tomba
egli è sepolto nella tomba di
famiglia nel Cimitero di Ponte
Lambro, situato vicinissimo
alla Stazione ferroviaria ed
Arnaldo Haechler in occasione del ritiro del Premio
alla Chiesa Parrocchiale.
Myrta Gabardi conferitogli l’anno scorso.
Significativo e toccante è stato il messaggio di cordoglio
Arnaldo non aveva un carattere facile, era
inviato da David Vogelsanger, attualmente
molto suscettibile. Se, come raramente sucAmbasciatore di Svizzera nell’Africa Centrale,
cedeva, qualcuno lo irritava e lo portava “fuori
che fu per anni Console Generale di Svizzera
dei gangheri”, egli non aveva peli sulla lingua
a Milano e che ebbe un sincero rapporto di
e sistemava per bene l’interlocutore.
amicizia e di aperta collaborazione con ArFu una persona attivissima, che non si connaldo.
cedeva mai un minuto di sosta, pronto a dare
Ma la vita sociale continua e la Società Svizzera
ascolto a chiunque gli proponesse quesiti di
di Milano si è già attivata per proseguire la straogni sorta. Nel suo lavoro fu anche validamda indicata da Arnaldo, potenziando l’attività
ente supportato dalla collaboratrice Sara.
della Segreteria. Arnaldo è stato una persona
Tutti i santi giorni della settimana, e molto
unica e lo ricorderemo per molti anni.
sovente anche la Domenica, Arnaldo scendeva
Addio, caro Arnaldo.
dal paese a Milano con l’auto (o raramente col
E. H.
Al ritorno dal funerale lo scorso 10 ottobre
Non un ricordo dell’Ing. Haechler, ma un saluto all’Arnaldo
“Oggi pomeriggio*, mentre eravamo lì al
Ponte**, ho visto dove stava riposando
l’Arnaldo, mi sono guardato attorno e lì al
centro della valle, fra i monti che gli faranno compagnia nel lungo viaggio, mi son
fatto certo, che quelle cime non mancheranno di vederlo, in punta di piedi, organizzare qualcosa fra le anime lassù. Ed
ancora di più son sicuro che un giorno,
quando ci ritroveremo tutti, l’Arnaldo avrà
da proporci una gita, un incontro, un’escursione o una cenetta.
Per poi, scuotendo leggermente la testa, chiederci cosa ne pensiamo! Convinto
però che tutto sia andato benissimo, ma che
forse poteva andare meglio!
Più tardi, mentre tornavamo verso Milano,
pensavo – fra me e me – alle tante e tante
“cose” fatte assieme, alle tante buone chiacchere scambiate e… quale miglior ricordo
dell’Ing. Haechler se non raccogliere la sua
indubbia eredità fatta di organizzazione, di pignoleria, di piccoli ma continui passi, di piacevoli incontri, di grandi eventi, di piccole e
raccolte cene anzi… cenette…
Ed allora voglio ricordarlo così: a piccoli
passi, mai soddisfatto del tutto, ma sempre convinto della buona riuscita di ogni
impresa!
Ciao Arnaldo.
Avv. Niccolò G. Ciseri
* il 10 ottobre, giorno del funerale
** Ponte Lambro
­ 10
N. 11, novembre 2011
Alla Società Svizzera di Milano
Natale dei Bambini
Sabato 17 dicembre 2011
Cari Amici della Comunità Svizzera, la ricorrenza che tutti i bambini attendono con più trepidazione si avvicina velocemente e anche quest’anno “Babbo Natale” ci ha promesso che verrà a
festeggiare con noi il NATALE DEI BAMBINI,
sabato 17 dicembre 2011 alle ore 15.00,
nella Sala Meili al terzo piano di Via Palestro 2
(Piazza Cavour), Milano.
In attesa che arrivi “Babbo Natale” con il suo
sacco colmo di doni, un gruppo di allievi della
Scuola Svizzera di Milano ci allieterà con un programma natalizio.
Con il contributo della Banca dello Stato del
Cantone Ticino e con il sostegno della Camera
di Commercio Svizzera in Italia, Vi invitiamo a
partecipare a questa nostra tradizionale iniziativa che si estende a tutti i bambini figli o nipoti di
nostri Soci ed ai bambini di nazionalità svizzera,
Avviso ai corrispondenti
Per il numero di gennaio 2012, a
causa delle Feste Natalizie è necessario anticipare l’invio di articoli,
al più tardi a mercoledì
14 dicembre 2011.
anche figli di non Soci della nostra Società, nati
dal 1999 al 2008 ovvero tra i 3 ed i 12 anni.
Tutti i bambini, debitamente iscritti riceveranno
un regalo.
Per le iscrizioni Vi preghiamo di compilare la
scheda che potete richiedere alla nostra segreteria, dal lunedì al venerdì dalle 14 alle 19 (tel.
02 -76000093; fax 02 -45473511;
e-mail [email protected]) e che
dovrà esserci restituita entro venerdì 2 dicembre 2011. Trascorsa tale data non sarà più possibile prendere in considerazione altre iscrizioni
per ragioni organizzative.
Per l’acquisto dei doni contiamo molto sulla generosità dei nostri Soci e dei nostri Connazionali! Pur avendo o meno figli o nipoti iscritti alla
festa, ci permetterete di renderla ancora più bella ed allegra con il Vostro contributo che potrete
farci avere con un versamento sul nostro conto
corrente postale n. 32271207 oppure a mezzo
bonifico bancario sul nostro conto corrente n.
10052,28 presso la Banca Monte dei Paschi di
Siena, filiale di Milano ag. 62 di Piazza Cavour
coordinate IBAN: IT 86 K 01030 01661
000001005228 BIC: PASCITM1645.
Nell’esprimerVi anticipatamente la nostra viva
gratitudine, Vi inviamo i nostri più cordiali saluti
e i migliori auguri per le prossime festività.
Il Presidente, J. P. Hardegger
Alla Società Svizzera di Milano
Serata dei tiratori
giovedì 17
novembre 2011
La SEZIONE TIRATORI in collaborazione con
la SOCIETÀ SVIZZERA Vi invita per il giorno
GIOVEDI 17 NOVEMBRE 2011, con inizio alle
ore 20.00 presso la Sala Meili, al terzo piano di Via Palestro 2 (Piazza Cavour), Milano,
per festeggiare insieme la fine della stagione agonistica. Nel corso dell’aperitivo, nella
nostra caratteristica STUBE, sarà possibile
ammirare le coppe e le medaglie ed assistere
alla premiazione degli Amici Tiratori che maggiormente si sono distinti durante l’anno. Accompagnati dalle musiche del Complesso dei
CORIANDOLI potremo poi gustare un’ottima
cena. Vogliate cortesemente prenotare la Vostra partecipazione entro lunedì 14 novembre
2011, presso la nostra segreteria dal lunedì
al venerdì, dalle 14.00 alle 19.00. Telefono
02 76 00 00 93; fax 02. 45 47 35 11; e-mail:
[email protected]
www.societasvizzera.it
Il prezzo, bevande incluse, per i Soci è di 35
Euro, per i Soci fino a 33 anni 30 Euro, per i
giovani Soci fino a 25 anni 25 Euro, e per i
non Soci 50 Euro. Vi ricordiamo che la serata
è ovviamente aperta a TUTTI I SOCI ED AGLI
AMICI (non soltanto ai Tiratori!) e pertanto ci
auguriamo di incontrarVi numerosi.
SEZIONE TIRATORI: Il Presidente, A. Hachen
SOCIETÀ SVIZZERA: Il Presidente, J. P. Hardegger
Consegnati attestati per la musica, la medicina e il giornalismo
La XIIª edizione del Premio
Internazionale Myrta Gabardi
Il 27 ottobre sono stati consegnati a Milano,
nella sede della Società Svizzera Svizzera, i
premi ad artisti, giornalisti e istituzioni, onorati nell’ambito del Premio Internazionale istituito alla memoria di Myrta Gabardi.
Il premio “Una vita per la musica, una musica per la vita” è stato attribuito alle seguenti
personalità e istituti:
Amarilli Nizza – cantante lirica – quale “Versatile Rappresentante in Italia e nel mondo del
bel canto che arricchisce con grazia, bellezza ed arte interpretativa”.
Amarilli Nizza nasce a Milano in una famiglia
dedita al bel canto da quattro generazioni, inizia studiando piano e poi il canto con la nonna
Claudia Biadi, da sempre la Sua insegnante. Nel 1993 vince giovanissima il Concorso
Battistini ed esordisce come protagonista in
Butterfly a Rieti.
Dal 2001 inizie le sue esperienze internazionali cogliendo i maggiori successi a Vienna
(Tosca nel 2007 e 2009), Aida a Verona dal
2005 al 2011, i Pagliacci nel 2006, La Vedova Allegra nel 2005, Covent Garden (Butterfly
2011), Berlino (Aida 2002 e Pagliacci 2007),
Maggio Musicale Fiorentino (Butterfly 2008),
Amburgo (Macbeth 2011), Buenos Aires (Tabarro e Suor Angelica 2011) e via così in
tutti i più grandi teatri del mondo, con i più
importanti direttori d’orchestra.
Alessandro Nunez Allasca. Motivazione
del premio: “Per aver portato dalle Ande alle
Alpi il suo estro creativo e la sua versatilità
musicale”.
Il compositore di origini peruviane inizia la sua
carriera precocemente e da autodidatta. Vince una borsa di studio musica a Buenos Aires
per poi ricoprire la cattedra di professore di
Composizione Musicale al Conservatorio di
Lima. La carriera di Alessandro prende il volo
a Milano, dove si trasferisce nel 1987 e dove
compone opere rinomate quali concerti per orchestra Rapsodia Brasiliana e Wiesbaden.
La creatività musicale del compositore viene
ulteriormente amplificata dalla scoperta della natura svizzera e del Ticino, dove prende
cittadinanza ed inizia un secondo periodo creativo che dà origine ai concerti per pianoforte
Inverno Ticinese e Fantasia Helvetica.
Ma non dimentica Milano, dove torna sovente
e nel 2000 esegue presso la sala della Socie-
­
11
N. 11, novembre 2011
tà Svizzera il brano Lugano Mi Amor composto su testo di Luigi Gabardi, con il quale
collabora anche per la produzione dell’opera
lirica Il Mercante di Venezia. Tra le sue
opere maggiormente apprezzate si ricorda
la Messa Andina composta nel 1998 durante la permanenza a Milano e che lo stesso
autore ha eseguito a Roma alla presenza di
Papa Wojtyla.
Centro di musicologia “Walter Stauffer.
“Dal 1970, secondo le intenzioni dell’illuminato fondatore, cura con il contributo di insigni
maestri la formazione di giovani artisti nello
studio degli strumenti ad arco”.
Costituita il 19 ottobre 1970, la Fondazione
Stauffer, denominata Centro di Musicologia Walter Stauffer, ha lo scopo di favorire
l’insegnamento della liuteria classica, degli
strumenti ad arco, della storia della musica
e della musicologia in genere.
La fondazione nei suoi 41 anni di vita ha saputo incrementare l’ingente patrimonio lasciato
da Walter Stauffer destinandolo ad assegnazione di borse e sussidi di studio, elargizione
di contributi e finanziamenti, partecipazione
alla costituzione della Fondazione Teatro
Ponchielli e dell’Istituto Musicale Claudio Monteverdi.
Data dal 1985 la costituzione dell’Accademia
Walter Stauffer per corsi di perfezionamento
gratuiti nell’esecuzione di musica da camera e solistica per strumenti ad arco sotto
la guida di illuminati docenti quali Salvatore
Accardo, Bruno Giuranna, Rocco Filippini e
Franco Petracchi.
Nei corsi di perfezionamento si sono avvicendati a tutto il 2011 circa 750 allievi distribuiti
fra insegnamento di violino, viola, violoncello
e contrabbasso.
Il premio per “La medicina e divulgazione
scientifica” è stato conferito al Prof. Roberto Ratiglia, “Professionista all’avanguardia
nella terapia oftalmica e insigne cattedratico”.
Brillantemente laureatosi in medicina, ha
conseguito nel 1972 il diploma di specializzazione in oftalmologia e dal marzo 1973
ha iniziato la carriera universitaria nel ruolo
di assistente presso la Clinica Oculistica
dell’Ospedale Policlinico di Milano.
Dal marzo 1983 professore associato alla
Cattedra di Oftalmologia presso la Clinica
Oculistica dell’Università di Milano. Dal
2002 professore ordinario titolare della Cattedra di Malattie Apparato Visivo, nonché
presidente del Corso di Laurea triennale di
Optica. Dall’ottobre 2004 al gennaio 2008
direttore del Corso di Specializzazione in
Oftalmologia. Docente presso le scuole di
specializzazione in neurologia, neurochirurgia, allergologia, rianimazione, geriatria e
otorinolaringoiatria. Autore di numerose pubblicazioni scientifiche, ha partecipato ai più
importanti congressi internazionali.
Il premio per “Il giornalismo come professione e missione” è stato conferito alla Dott.sa
Livia Azzariti, quale “Giornalista e brillante
presentatrice che ha saputo mettere a disposizione del pubblico televisivo anche la sua
competenza medica”.
Laureata in medicina, ha iniziato la collaborazione con la RAI nel 1985, occupandosi della
redazione di programmi collegati ai suoi studi. Nella stagione 1985/1986 ha partecipato
al programma Pronto, Chi Gioca condotto
da Enrica Bonaccorti, dedicandosi ad ospiti
rappresentanti del mondo scientifico.
Con decorrenza, dal 1987, ha assunto la
conduzione di Uno Mattina porgendoci con
la dolcezza del suo sorriso il buongiorno per
dieci anni consecutivi, ponendo nell’intero
corso della programmazione la sua competenza medica al servizio della divulgazione.
Ha proseguito come autrice e conduttrice di
Check Up, il più importante fra i programmi
di medicina messi in onda da RAI Uno. Dott.
Giuseppe Caffulli, “Per l’impegno informativo e di studio dedicato alla stampa cristiana”. Giuseppe Caffulli è un giornalista impegnato da anni sul fronte dell’informazione
sugli esteri e il Medio Oriente in particolare.
Dal 2005 è direttore della Casa Editrice Terra Santa, fondata nello stesso anno a Milano
ed è direttore delle tre riviste edite in Italia.
È autore anche di alcuni saggi sulle problematiche dei cristiani che vivono in Medio
Oriente e collabora inoltre con prestigiose
testate quali Avvenire e Famiglia Cristiana.
Edizioni Terra Santa sono il centro editoriale
della Custodia di Terra Santa che, da più
di 800 anni, opera in quei luoghi a testimonianza dell’importanza della storia e dell’attualità dei luoghi santi per cristiani, ebrei e
musulmani.
Corriere del Ticino, “Per la valida e storica
attività giornalistica ultracentenaria”.
Fondato nel 1881 grazie alla volontà di Agostino Soldati di istituire un quotidiano indipendente, da allora ad oggi si è confermato
il più autorevole punto di riferimento per i
lettori del Canton Ticino. Impegnato a seguire con attenzione sia gli avvenimenti svizzeri che quelli internazionali, il quotidiano è
passato attraverso la direzione di importanti
giornalisti ed è attualmente diretto con molta
competenza dal dottore Giancarlo Dillena.
Nella sede dell’Istituto Svizzero di Roma
Una serata informativa a Roma
in vista delle elezioni federali
Per approfondire e discutere sia i temi politici
di grande attualità in Svizzera, sia, in particolare, i temi che toccano più da vicino i cittadini
svizzeri residenti all’estero, è stata organizzata
dal Circolo Svizzero Roma con il sostegno dell’Istituto Svizzero a Roma, dell’Ambasciata Svizzera in Italia e con l’appoggio del Collegamento
Svizzero in Italia, nello splendido ambiente della
Sala Conferenze dell’Istituto Svizzero di Roma
una serata d’informazione, di dibattito e di confronto tra candidati al Consiglio nazionale, rappresentanti diversi partiti, presenti alle Elezioni
Federali 2011. Il prof. Christoph Riedweg, Direttore dell’Istituto Svizzero di Roma, ha aperto la
serata ponendo in riflessione l’importante momento storico seguito dal Presidente del Circolo Svizzero Roma che, dopo il benvenuto a rivol-
to parole di ringraziamento a tutti i convenuti. Il
Consigliere dell’Ambasciata di Svizzera in Italia,
Stefano Vescovi, ha poi spiegato le modalità,
le metodologie ed i criteri di voto dirimendo al
pubblico, molto attento, i dubbi circa le corrette
procedure da seguire. La parola è passata quindi all’unico candidato dall’Italia Felice Besostri,
candidato al Consiglio nazionale per il Canton
Zurigo, sulla lista internazionale del Partito Socialista che ha spiegato la sua figura e le motivazioni che lo hanno spinto ad affrontare tale
scelta. Beniamino Caravita di Toritto, Ordinario
di Istituzioni di Diritto Pubblico, Università di Roma, “Sapienza”, ha quindi tenuto una sintetica
Lectio Magistralis sulle modalità dell’“eleggere
ed essere eletti dall’estero”, mettendo, in particolare, a confronto i sistemi adottati dagli altri
paesi europei e dall’Europa stessa. Il dibattito,
moderato dai giornalisti Lucio Caracciolo, Direttore di Limes, rivista italiana di geopolitica
e Nikos Tzermias, Corrispondente della NZZ
a Roma è quindi entrato nel vivo. Le prospettive sull’economia i riflessi sul franco svizzero, i
rapporti bilaterali con i singoli paesi ed i comportamenti con l’Europa, reti consolari, l’ambiente con alcune considerazioni sul nucleare
e le nuove energie ed infine l’aspetto non ultimo
sulla difesa ed il sostegno degli interessi degli
svizzeri all’estero, alle Istituzioni, ai Circoli, alle
Scuole ed agli Istituti di Cultura nonché AVS,
rendite pensionistiche ed il portale Swissinfo
sono stati i principali argomenti toccati dagli
continua a pagina 12
­ 12
N. 11, novembre 2011
segue da pagina 11
intervenuti: Hans Fehr, Consigliere nazionale,
Unione democratica di centro, Canton Zurigo;
Monika Küng, candidata al Consiglio nazionale,
Partito dei Verdi, Canton Argovia; Filippo Lombardi, candidato al Consiglio nazionale, Partito
Popolare Democratico, Canton Ticino; Fulvio
Pelli, Consigliere nazionale, Partito LiberaleRadicale, Canton Ticino; Carlo Sommaruga,
Consigliere nazionale, Partito Socialista, Canton Ginevra. A tutti loro è andato il caloroso
ringraziamento della Comunità svizzera che ha
potuto assistere ad un dibattito unico nel suo
genere che per l’autorevolezza degli intervenuti si è collocata nella rosa dei dibattiti politici
più importanti tenuti in un paese estero. Tra il
pubblico erano anche presenti l’Ambasciatore
di Svizzera in Italia S.E. Bernardino Regazzoni, il Ministro dell’Ambasciata Svizzera in Italia,
Mauro Reina, il Senatore Claudio Micheloni che
è anche diventato Socio del Circolo Svizzero
Roma, l’on. Franco Narducci entrambi eletti nel
Parlamento italiano dalle circoscrizioni estere,
l’on. Daniele Toto, componente della commissione permanente IX, trasporti, poste e telecomunicazioni. Con le conclusioni di Lucio Caracciolo e Nikos Tzermias è terminato il dibattito.
Christoph Riedweg e Fabio Trebbi hanno chiuso
l’evento, il primo con una profonda riflessione
che vede coinvolta la politica svizzera in ambiti
ben più grandi del proprio territorio o di quello
europeo ed il secondo ringraziando ancora una
volta tutti i partecipanti dagli autorevoli oratori,
ai giornalisti a tutto il pubblico convenuto, auspicando la prospettiva di tenere altri dibattiti
su tematiche specifiche, politico federali con
le caratteristiche “esterno-interno”, ossia simili
a quella appena svolta, in italiano, nel prossi-
mo futuro di nuovo a Roma. Un ringraziamento
anche al nascente ROME SWISS NETWORK
(sostenuto attualmente dalle aziende AUTOIMPORT, HOTEL VICTORIA ROMA, Content EdNet,
DarwinAirline, Kalestenon, RSA, SwissPost,
VonMoss Gioielli Roma, WildMedia) che ha partecipato a sostenere l’iniziativa.
Fabio Trebbi
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13
N. 11, novembre 2011
Nell’Oratorio della Confraternita dei Bergamaschi a Roma
Concerto della maestra Daniela Lorenz
una virtuosa dell’arpa andina
Particolarmente apprezzato è stato il pomeriggio trascorso all’Antico Oratorio dell’Arciconfraternita dei Santi Bartolomeo e Alessandro della Nazione dei Bergamaschi in Roma
alla via di Pietra, angolo via del Corso, per
assistere al Concerto d’Arpa dell’artista, maestra Daniela Lorenz. La Sala affollata da un
pubblico appassionato ed attento ha seguito
con vivo interesse e partecipazione l’esibizione di arie tratte da musiche Latino Americane,
Paraguay, Brasile, Argentina, Cile, Venezuela,
Peru, Ecuador, Messico e da colonne sonore
di film famosi. L’arpa utilizzata dalla maestra
Daniela Lorenz è il tipico strumento del Paraguay. E’ giunto nel paese con i Gesuiti, intorno
al 1612. Nelle missioni, disseminate in una
regione che comprendeva parte dell’odierno
Paraguay, Brasile e Argentina, gli indigeni
locali hanno imparato a produrle perché i gesuiti portavano con loro il liutaio. Era l’arpa
barocca, proveniente dall’Austria. “Ma l’arpa
in Paraguay ha subito diverse modifiche e ha
avuto varie fasi di sviluppo. Senza dubbio un
momento importante per lo sviluppo dell’arpa
paraguaiana è stato dopo l’indipendenza dalla Spagna, nel 1811”, dice Ismael Ledesma,
uno dei più prestigiosi arpisti del Paraguay,
in un’intervista con “Planeta Latinoamerica”.
Da quella data infatti lo strumento si incrocia
con il popolo ed i paraguayani iniziano a comporre musica per arpa. Oggi è il simbolo del
Paraguay. L’arpa, infatti, è parte dei gruppi
folkloristici insieme alla Chitarra e al Requinto (un tipo di chitarra). Daniela Lorenz come
Ledesma sta dedicando la sua vita all’Arpa
paraguaiana e ne parla con passione. Pochi
la conoscono, ma se ascoltata viene apprezzata e stimata con entusiasmo; i suoni dell’arpa paraguaiana sono più cristallini rispetto a
Elezioni Federali in Ticino
Un fatto curioso
Nel PPD Ticino la granconsigliera uscente Monica Duca-Widmer ha ottenuto lo
stesso numero esatto di voti del giovane
segretario del partito Marco Romano.
Si aprono due possibilità: o si ricontano
tutti i voti o si procede al sorteggio. Non
era mai successo nella Svizzera odierna,
salvo in un caso, nel 1939, per cui si era
dovuto procedere al sorteggio, ma non
per la parità dei voti.
quelli dell’arpa classica. L’artista, unica nel
suo genere, si è diplomata presso il Conservatorio di Zurigo e quindi ha perfezionato i
suoi studi in Paraguay ed a Madrid, ha suonato in diversi gruppi musicali. Viaggia per tutta
la Svizzera e la Germania ove viene apprezzata
durante i suoi concerti e partecipando a diversi Festival. Ha inciso diversi CD (http://www.
daniela-lorenz.ch/de/index.php). L’evento ha
voluto celebrare l’inaugurazione dell’anno sociale 2011-2012 del Circolo Svizzero Roma.
Un particolare ringraziamento oltre all’Artista
che ha donato la sua esibizione, anche al Presidente dell’Associazione dell’Arciconfraternita
dei Bergamaschi, Giacomo Baiguini, Associazione attiva a Roma dal 1539, per averci permesso di iniziare il nostro nuovo Anno Sociale
presso il magnifico Antico Oratorio ove il suono dell’Arpa Andina è stato esaltato dall’ottima
acustica che offre il luogo. Un ringraziamento
anche al ROME SWISS NETWORK, sponsor
dell’evento, che lo ha reso gratuito per la Comunità ed i Soci.
Fabio Trebbi
[email protected]
Prossime proposte
per partecipare agli eventi è necessario essere Soci ed é gradito un cenno di prenotazione
presso la Scuola Svizzera 06 440 21 09 oppure [email protected]:
Mercoledì 16 novembre 2011 ore 18.00
Guetzli
sotto la guida di Irene Beutler, abile insegnan-
te, prepariamo insieme, in una serata, diverse
qualità dei tipici biscotti di Natale.
Non è richiesta una particolare abilità; la partecipazione è aperta a tutti: uomini e donne!
Dovete solo essere muniti di un grembiule, un
contenitore per i biscotti (per l’asporto serale
dei biscotti), possibilmente di un mattarello e
per chi le possiede delle “formine”.
La serata si concluderà con una spaghettata. È richiesto un contributo ai soci di euro
25,00.
Luogo d’incontro:
cucina della Casa Svizzera di Roma – via Marcello Malpighi 14.
Prenotazione entro venerdì 11 novembre.
Domenica 27 novembre 2011
dalle ore 10.00 alle ore 14.00
Kerzenziehen e mercatino dello “sci”
L’infaticabile Irene Beutler sarà con noi anche
quest’anno per confezionare insieme “vari
modi di far candele”, naturalmente verrà richiesto un contributo per la cera utilizzata.
Prenotazione: entro giovedì 24 novembre 2011.
Sabato 26 novembre 2011
raccolta indumenti sci
Appuntamento alla Casa Svizzera di Roma –
via Marcello Malpighi, n. 14.
Domenica 4 dicembre ore 10.00
St. Nikolaus e mercatino di natale
Appuntamento alla Casa Svizzera di Roma –
via Marcello Malpighi, n. 14.
Prenotazione entro giovedì 1 dicembre 2011.
­ 14
N. 11, novembre 2011
Le attività del Circolo Svizzero di Firenze
Con i colleghi del Circolo di Bologna
al Castello di Barberino del Mugello
L’attività del Circolo svizzero di Firenze è ripresa dopo la pausa estiva con un’interessante
serie di iniziative e di incontri. Il 7 ottobre il
ricercatore Joël Vaucher de la Croix è tornato
al Circolo con una seconda conferenza (dopo
quella del 13 maggio) incentrata sulla figura e
sull’attività del Vieusseux a Firenze. Il 16 ottobre il Circolo di Firenze ha incontrato i soci di
Bologna a Barberino del Mugello, per una visita
al castello e al parco, sotto la guida dell’architetto Stefania Salomoni, a nome della società
Germinale, attuale proprietaria della struttura.
Per questa nuova visita organizzata di concerto dai due circoli è stato scelto appunto il castello di Barberino, paese situato all’estremità
occidentale del Mugello, la cui storia è forse
meno conosciuta di altre costruzioni analoghe
presenti sul territorio della verdeggiante e collinare area a nord di Firenze. A prima dell’anno
mille risale un presidio fortificato, a controllo
della viabilità verso il passo della Futa. Occupavano il castello alcuni comandanti longobardi,
detti capitanei (da cui captanei e poi cattanei),
che successivamente avrebbero preso il patronimico di Cattani. Così ricostruisce in breve la
storia del castello il celebre Emanuele Repetti,
autore del Dizionario geografico fisico storico
della Toscana, pubblicato a dispense a partire
dal 1833 e terminato nel 1846: “era un castello
Colonia Svizzera di Roma
Le riunioni
dell’Ouvroir per
l’anno 2011-2012
Le Signore dell’OUVROIR si incontreranno
nei locali della Scuola Svizzera di Roma,
via Malpighi 14, dalle ore 16.30 alle ore
18.00 circa.
Mercoledì 9 novembre 2011
Mercoledì 30 novembre 2011
presidiato e difeso quando, nel 1351, per poca
fede di Niccolda Barberino, uomo principale di
quel luogo, senza saputa dei suoi terrazzani
s’accordò co’ nemici della Repubblica fiorentina e ricevette dentro il castello provvedendo di
vettovaglia le genti dell’arcivescovo Visconti di
Milano comandate da Oleggio. Ritolto il castello di Barberino all’oste milanese, l’anno susseguente fu fatto diroccare per cattivo consiglio
(disse Matteo Villani) e mala provvidenza di
alcuni ministri della Repubblica. Gli abitanti si riunirono in un’aperta borgata, sotto la rocca, dove in seguito fu edificato il Borgo attuale. Esso è
fiancheggiato da comode e decenti abitazioni,
terminato a occidente da un vasto piazzale, opportuno pei mercati settimanali”. Le numerose
lotte fra la Repubblica fiorentina e le famiglie
feudali portarono alla distruzione di numerosi
castelli che vennero in seguito trasformati in
residenze fortificate. Nel periodo fra il XVII e il
XIX secolo i discendenti della famiglia Cattani e
i nobili Da Barberino trasformarono il castello in
residenza signorile. La famiglia Cattani si estinse nel 1882 con la morte di Leopoldo Cattani
e nel 1915 la storia del castello si legò a quella
della famiglia svizzera dei Dapples, conosciuta
nel Mugello soprattutto per la presenza nella
tenuta di Grezzano. Questa facoltosa e antica
famiglia, originaria di Losanna, si era trapiantata dal 1820 a Genova dove si era distinta in
attività finanziarie e commericali. Nel 1886 Edmond Dapples acquistò la tenuta di Grezzano
con l’obiettivo di costituire un’azienda agraria
efficiente e moderna e fu uno dei nipoti, Louis,
ad acquisire nel 1915 il castello di Barberino.
Louis, che era nato a Genova nel 1867, aveva due fratelli, Henri e Charles: quest’ultimo
fu a lungo presidente del Circolo svizzero di
Firenze. Louis divenne un facoltoso industriale
e percorse una brillante carriera che lo condusse fino alla nomina di amministratore delegato
della Nesté. Collaboratore anch’egli alla gestione della fattoria di Grezzano, di lui restano fra
l’altro molte foto scattate nel 1904 e appartenenti ora agli album Dapples custoditi presso
il Gruppo d’Erci nel Mugello. Louis Dapples incaricò l’architetto Agenore Socini di restaurare
gli edifici del castello e di realizzare un giardino
all’italiana all’esterno della protezione muraria.
I lavori, terminati nel 1917, vennero sovente
lodati negli anni successivi come esempio di
restauro in stile e di rivisitazione del giardino
toscano del Quattrocento. Oggi il castello circondato da un fitto bosco: all’interno si trovano
la villa, la fattoria e il granaio-limonaia. Al termine della visita, i soci dei circoli di Firenze e di
Bologna hanno pranzato presso il Ristorante Le
Capannine in località Cavallina. Prosegue quindi
la tradizione che vede i due circoli collaborare
nell’organizzazione di escursioni e visite a luoghi di particolare interesse storico e artistico e
ci si augura che presto possano essere individuate altre mete per ulteriori incontri.
Martine Hofmann
Fra la fine di ottobre e i primi di novembre, presso i suggestivi ambienti della Casa di Dante
di Via Santa Margherita, la Chiesa templare di
Via Faenza e l’Oratorio dei Pretoni di Via San
Gallo, Firenze ha accolto, con tre mostre della
pittrice svizzera Martine Hofmann Della Croce
(da trent’anni in Italia) e tre conferenze dello
psicologo Patrizio Borella, un ciclo di riflessioni
sui temi dei rapporti tra fantasia e immaginazione, tra significati del pensiero razionale e il
senso delle emozioni: una linea che attraverso
le esperienze artistiche della ‘Art brut’, della psicoanalisi, delle neuroscienze e della psicologia
ha toccato le prospettive e le riflessioni più
profonde di poeti, pensatori e scienziati alla ricerca della natura e della genesi dei ‘segni’ indipendenti dalla cultura e dall’apprendimento: da
Dante a Teilhard de Chardin, da Papini a Jung.
Altre attività
Il 21 ottobre si è svolta nei locali sociali di Via del
Pallone la cena inaugurale della stagione 20112011 del Circolo svizzero. Fra le prossime iniziative anticipiamo l’intervento, previsto per l’11
novembre, della Soprintendente per il patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico di
Firenze, Cristina Acidini, parlerà della presenza
degli artisti svizzeri a Firenze dal ‘500 in poi.
David Tarallo
Variazioni del calendario precedente
Mercoledì
Mercoledì
Mercoledì
Mercoledì
Mercoledì
Mercoledì
18
15
14
18
16
6
gennaio 2012
febbraio 2012
marzo 2012
aprile 2012
maggio 2012
giugno 2012
Un cordiale arrivederci! Vi aspettiamo!
Eveline Degli Abbati
In caso di forte traffico
Chiusura del tunnel per raggiungere Livigno
Il canton Grigioni non vuole più subire il forte traffico di transito in direzione di Livigno. Visto
che l’Italia non sembra voler risolvere il problema, il cantone ha deciso di chiudere la galleria
che porta a Livigno, in caso di forte traffico. A una sola corsia, questo tunnel transfrontaliero
di 3,5 km, agibile a senso alternato, è la strada più comoda per raggiungere la località italiana.
Durante la stagione invernale soprattutto si formano code che spesso raggiungono i 10 km.
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15
N. 11, novembre 2011
Circolo Svizzero della Riviera di Ponente
“La Svizzera nel Borgo” nel “Principato
di Seborga” per l’ottava edizione
Il Circolo Svizzero della Riviera di Ponente ha
rinnovato al 17 di settembre, la tradizione della manifestazione della “Svizzera nel Borgo”
giunta alla sua ottava edizione, che si è svolta
nel “Principato di Seborga, una perla di paesino ad altitudine di circa 500 metri sul mare,
dove le colline aperte e una vista spettacolare
su Italia e Francia, tolgono il respiro per la bellezza del paesaggio. Lo scopo di queste feste
è di mettere a contatto, per una reciproca
conoscenza, i borghi caratteristici del nostro
entroterra con un cantone svizzero: in questo
caso il Ticino, dato che “Principe” seborghino,
purtroppo assente, è svizzero ticinese.
La Luna, nel suo ultimo quarto in quella serata, ha guidato come centro di interesse un
percorso ricco di, curiosità culturali e letterarie, musicali ed astronomiche che hanno attirato la partecipazione dei presenti anche se
alla fine una lieve pioggia l’ha oscurata e ne ha
impedito l’osservazione prevista col cannocchiale astronomico. Abbiamo sostituito con
le diapo di Elena, l’astronoma originaria del
Ticino che ce le ha illustrate.
Noi però siamo stati contenti ugualmente perché accanto si svolgeva il rinfresco di una graziosissima sposa, Emanuela, che come una
bionda damina volteggiava in una nuvola di
seta sul piazzale: ora siamo certi che insieme
ai nostri auguri, non le mancherà la fortuna !
L’abile allestimento del circolo Culturale “Le
Nelle foto una veduta dello stand, due attori del teatro Paravento di Locarno
Papillon” ha creato un alternarsi piacevole e
dei momenti su usi e costumi, aspetti culturali
e folcloristici, canti e musiche del Ticino, spiritual e Jazz, letture sapienti a tema lunare. Era
possibile anche la visita di una delizioso e raro
museo degli strumenti musicali che un appassionato cultore ha creato a sue spese con una
vita di ricerche in tutto il mondo (e qualcuno ci
ha già messo gli occhi sopra… attenti!).
Ma come in ogni festa che si rispetti non potevano mancare golose sorprese!
Abbiamo gustato cibi svizzeri (tartine ai vari
formaggi tipici, polenta con formaggi e salsicce, degustazione nei boccalini del buon…
del cantone ticino) più altri piatti golosi, dolci
e frutta gentilmente offerti: ottimo modo per
mettere di buon umore e avvicinare le persone!
La distribuzione di gadgets e dépliants ha interessato e fatto scoprire agli amici italiani
cose nuove. Le signore ed i signori del Circolo
presenti hanno servito, preparato bocconcini
e assaggi vari.Grazie a tutti!!!
Molti mi hanno chiesto quando saremmo
tornati il prossimo anno: sono rimasti delusi
sapendo che ci saremmo spostati in un altro
borgo… ma chi lo sa…
Allora ho pensato: perché non avviare una
tradizione e un gemellaggio Svizzera e Principato? Magari con un bel torneo di Gugliemo
Tell, visto che nella zona ci sono tanti bravissimi tiratori di arco… naturalmente le mele
saranno svizzere doc!
Allora arrivederci!…
Circolo Svizzero della Riviera di Ponente
A Dolcedo per «Il Dolce Autunno»
Come ogni anno all’arrivo dell’autunno si è rinnovata una simpatica tradizione: il benvenuto
del nostro Circolo all’autunno. Quest’anno
l’incontro si è svolto il 16 ottobre, a Dolcedo,
un grazioso paese dell’entroterra di Imperia.
Qui, in una bellissima casetta circondata
dai mille colori autunnali, ecco che una gentile signora, snella come una fata dei boschi,
con le espressive rughe serene di chi vive in
simbiosi al ritmo della natura, ci ha ospitato
in un pergolato ombreggiato, aperto su un
prato verde…
Il Circolo si caratterizza per un numero altissimo di brave cuoche e tutte hanno portato
le loro specialità… mentre Angelo, il nostro
specialista del barbecue, ci ha preparato le
leccornie alla brace per la felicità nostra e dei
cagnolini che ci accompagnavano!
Non vi racconto quante cose buone abbiamo mangiato: le caldarroste hanno avviato
la fredda stagione col loro profumato gusto
dolcissimo, quasi che l’autunno volesse farsi
perdonare il furto del sole caldo che davvero
quest’anno non ci è mancato.
Ma la cosa più bella è stata il clima sereno di
vecchi amici che si rivedono e gioiscono della
reciproca presenza: tavoli di lingua svizzera,
italiana e con qualche puntata francese…
Grazie alla cara Ernestine che ci ha ospitato,
agli organizzatori e agli aiutanti (cioè tutti i
presenti) che hanno collaborato, gustato,
chiacchierato e sono tornati a casa con un
vassoio di dolcissimi cachi colti dal generoso
albero di una generosa padrona!
A tutti Buon Autunno e che l’inverno ci porti
calma e serenità: la vicinanza della natura Degustando le profumate caldarroste.
addolcisce i problemi ed è un balsamo per i
corpi e le menti agitate…
Perché diversamente Dio ce l’avrebbe donata? Approfittiamone e ringraziamo…
Maria Luisa Fauser ­ 16
N. 11, novembre 2011
La Cancelliera della Confederazione alla cerimonia
Aperta la nuova Scuola Svizzera
a Caslino di Cadorago (Como)
La Scuola Svizzera di Milano, con alla testa
il presidente Robert Engeler, ha inaugurato
ufficialmente la sua sede “fuori le mura” con
i locali occupati a Caslino di Cadorago, in provincia di Como.
Quarantuno allievi hanno iniziato la loro formazione in tre sezioni di scuola materna e in una
classe di prima elementare. Aprendo la breve
cerimonia Engeler ha ringraziato i numerosi
convenuti, i colleghi del Consiglio della scuola,
il comune di Cadorago, gli architetti, ingegneri
e impresari che hanno eseguito l’opera. Ha poi
tracciato una breve storia dei rapporti ufficiali
tra Svizzera e Italia, iniziati con un trattato di
libera circolazione nel 1868, poi esteso all’Unione Europea nel 2001.
A rappresentare il Consiglio federale era
presente la cancelliera della Confederazione
Corina Casanova, che ha ricordato gli sviluppi
delle scuole svizzere all’estero, e particolarmente in Italia, poi ridotte per motivi finanziari.
Ultimamente queste scuole sono in ripresa,
nonostante che Berna non partecipi più alle
costruzioni. Nel mondo intero si occupano della formazione di 6’500 bambini, di cui solo un
quarto svizzeri.
Il consigliere agli Stati Filippo Lombardi ha
portato il saluto del Consiglio degli Svizzeri
all’estero, ricordando le battaglie a favore delle organizzazioni degli Svizzeri all’estero. Tra
queste la scuola è una delle migliori propagande per la Svizzera.
Dopo l’intermezzo di un balletto, e l’inizio del
pranzo, altri saluti ufficiali sono stati portati dal
Nelle foto: qui sopra il Presidente della
Scuola Robert Engeler.
In alto: il taglio del nastro, sullo sfondo
la direttice Christina Urech.
A destra: la Cancelliera della Confederazione Corina Casanova.
sindaco di Cadorago Franco Pagani, dal console generale di Svizzera a Milano Massimo
Baggi e dal professor Diego Erba, in rappre-
sentanza del canton Ticino, che è il cantone di
patrocinio di questa scuola (la chiusura della
scuola di Genova aveva sospeso questa attività). Erba si è detto molto felice di poter garantire un sostegno a questa scuola, riallacciando
i rapporti nel segno di una Svizzera che si apre
verso l’estero.
Dopo un canto di benvenuto dei bambini della
scuola, sono ripresi i saluti ufficiali con Dorothée Widmer, del Dipartimento federale degli
Interni (Comitato Scuole svizzere all’estero) e
con la direttrice della Scuola Svizzera di Milano, e quindi anche del campus di Caslino,
Christina Urech. Quest’ultima ha sottolineato
le prospettive di sviluppo della scuola grazie
alle famiglie che escono da Milano e a quelle
svizzere residenti in zona. Fin dall’inizio il numero di iscritti è stato superiore alle aspettative.
All’inaugurazione erano presenti, tra circa 200
invitati, il signor Stampfli, consigliere aggiunto alla Scuola Svizzera di Milano, e il signor
Lichtenstern, del Servizio degli Svizzeri all’estero del DFAE.
La sede della scuola è provvisoria, poiché
potrà crescere e svilupparsi su un terreno di
12’000 mq, vicino alla stazione, già acquisito
con l’interessamento del Comune, e con un
investimento di 8 milioni di euro, entro i prossimi cinque anni. Numerose famiglie svizzere
vivono nella regione, che accoglie anche molti
nuclei che lasciano Milano. Il potenziale della
scuola potrà contare su un migliaio di bambini
svizzeri e anche parecchi italiani.
i.b.
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17
N. 11, novembre 2011
In Italien hat die Zahl schweizerischer Lehrinstitute abgenommen
Schweizerschulen zehren
von ihrem guten Ruf
Die Schweizerschulen in Italien haben
schon bessere Zeiten gesehen. Die Eröffnung einer Filiale nahe der Tessiner Grenze lässt neue Hoffnungen wachsen.
Junge Auslandschweizer sollen die Beziehung
zur Heimat pflegen und stärken: Das ist der
wichtigste Zweck der Schweizerschulen jenseits der Landesgrenzen. Gegenwärtig existieren achtzehn solche Institute, die vom Bund
anerkannt sind und in welchen insgesamt
6700 Kinder unterrichtet werden. Laut dem
Komitee für Schweizerschulen im Ausland ist
die Gründung jeder dieser Einrichtungen der
Initiative ortsansässiger Landsleute zu verdanken. In den letzten 28 Jahren schlossen
sechs Schweizerschulen ihre Tore; demgegenüber wurden 1992 und 2007 zwei Filialen der Schweizerschule von Mexiko- Stadt
gegründet – und Anfang September dieses
Jahres hat eine Filiale der Mailänder Schule
im Städtchen Cadorago in der Provinz Como
ihre Pforten geöffnet, knapp 20 Kilometer von
der Tessiner Grenze entfernt. Die Schweizerschulen sind nach wie vor private Einrichtungen der einzelnen Auslandschweizer-Gemeinschaften.
Italien entpuppt sich als das Mutterland der
Schweizerschulen im Ausland. Das allererste
Institut entstand 1839 in Neapel, ein weiteres
1851 in Genua. 1860 gründete man in Mailand eine Schule für deutschschweizerische,
deutsche und elsässische Kinder; 1919 wurde diese Einrichtung zur Schweizerschule
Mailand. Es kamen sechs weitere Institute
dazu, zum Beispiel 1946 dasjenige in Rom
sowie zwei andere nahe der Tessiner Grenze,
in Domodossola und Luino. Heute existieren
neben der Römer und der Mailänder Schule
nur noch eine in Bergamo (seit 1892) und eine
weitere im sizilianischen Catania (seit 1904).
Als bedeutend können die Römer Einrichtung
mit 520 Schülern sowie die mailändische mit
375 Lernenden gelten.
Potenzial in der Provinz
Ihre besten Zeiten haben die Schweizerschulen in Italien hinter sich. Ein Grund hierfür ist
die höhere Mobilität: Viele deutschsprachige
Familien bleiben heutzutage nur wenige Jahre im Ausland. Daher erstaunt die kürzliche
Eröffnung der neuen Filiale im grenznahen
Cadorago. Weil man in Mailand von der Kindergarten- bis zur Gymnasialstufe nur eine
einzige Jahrgangsklasse führen könne, sei
diese Filiale geschaffen worden, erklärt Robert Engeler. Gemäss dem Präsidenten der
Schweizerschule Mailand fehlt in der Stadt
zwar eine ausreichende Anzahl von Kindern
Un’aula della nuova Scuola Materna di Cadorago. (Le foto sono di Andrea Martinez).
mit genügenden Deutschkenntnissen für eine
Doppelklasse, und durch Abgänge sind insbesondere die Gymnasialklassen meist zu klein.
Doch die Schulleitung hat festgestellt, dass
viele junge Familien des Mittelstands – laut
Engeler die «Hauptkundschaft» der Mailänder Schule – es vorziehen, nicht mehr in der
lombardischen Metropole zu leben. Und die
Provinz Como, die zu Mailands Einzugsgebiet
gehört, weist mit 400 Kindern die höchste
Zahl von Schweizer Schulpflichtigen ausserhalb Mailands (dort sind es 500 Kinder) sowie
einen starken italienischen Mittelstand auf.
Generell machen helvetische Schüler in allen
Schweizerschulen Italiens rund einen Drittel
aus; dazu kommen etwa zehn Prozent Deutsche. Knapp die Hälfte sind Italiener.
Die Schweizerschule Mailand sieht also in
der Provinz Como ein gewisses Potenzial
auf der Kindergarten- und Grundschulstufe.
Ihre kürzlich in Cadorago eröffnete provisorische Filiale besuchen 40 Kinder. Jedes
Jahr soll eine Klasse dazukommen, bis die
in Italien obligatorische Schulpflicht von acht
Jahren erfüllt ist. Erweist sich das Projekt als
erfolgreich, will die Schulleitung später mit
Bankkrediten und Gönnern einen Neubau realisieren. Die Mailänder Schule finanziert die
provisorische Filiale aus eigenen Mitteln; laut
Engeler gibt es für Cadorago zurzeit keine
Zuschüsse des Bundes. Dieser finanziert das
Mailänder Institut zu 27 Prozent; 70 Prozent
des Jahresbudgets von 2,7 Millionen Franken
stammen aus Schulgebühren und 3 Prozent
aus Spenden. – Am Samstag findet die offizielle Einweihungsfeier in Cadorago statt. Zu
dieser ist auch Bundeskanzlerin Corina Casanova eingeladen: Sie bezeichnet die Eröffnung der Filiale als erfreulich. Zudem sei mit
der zunehmenden internationalen Vernetzung
der Schweiz ein stärkeres Engagement des
Bundes zu begrüssen. Das Gesetz zur Unterstützung der Schweizerschulen im Ausland
befinde sich in Revision mit dem Ziel, diesem
Anliegen gerecht zu werden.
Weltoffene Schweiz
So erscheint die Eröffnung der Filiale in Cadorago als hoffnungsvoller Schritt in die Zukunft.
Denn die Schweizerschulen zehren weiterhin
von einem guten Ruf: «Die Einrichtung in Mailand gilt als eine der zehn besten Schulen
Italiens; der Italiener hat immer noch Hochachtung vor der Schweiz und der Schweizerschule», so Engeler. Und die Schweizerschulen haben gemäss Bundeskanzlerin Casanova
eine wichtige Zusatzfunktion: Sie vermitteln
das Bild einer weltoffenen Schweiz.
Peter Jankovsky
Dalla “Neue Zürcher Zeitung”
­ 18
N. 11, novembre 2011
Verrà presentato a Palazzo Reale il prossimo 21 novembre
Gli Svizzeri di Torino
nel volume di Arte & Storia
Si terrà a Palazzo Reale di Torino, nel
Salone degli Svizzeri, il 21 novembre
prossimo la presentazione del volume “Svizzeri a Torino” della Collana
Arte&Storia. Una occasione per celebrare - alla presenza di numerose autorità svizzere e italiane - il 150esimo
dell’Unità d’Italia ricordando i volontari
svizzeri e ticinesi che hanno combattuto
al fianco dei patrioti italiani nelle guerre
risorgimentali.
Per rendere omaggio al 150esimo dell’Unità
d’Italia, Arte&Storia dedica quest’anno il suo
volume monografico sugli Svizzeri in Italia alla
città di Torino. Sulla copertina, infatti, l’opera di
uno dei maggiori scultori ticinesi dell’Ottocento, Vincenzo Vela: la statua dell’Alfiere posta
in Piazza Castello a Torino di fronte a Palazzo
Madama e a Palazzo Reale. Vela fu volontario
combattente nelle guerre risorgimentali italiane e attivo come scultore nella città di Torino.
A Palazzo Reale, nel Salone degli Svizzeri,
(chiamato così perché lì aveva sede la Guardia
svizzera del duca, i famosi Cent Suisses de la
Garde) il 21 novembre, durante la presentazione del volume “Svizzeri a Torino” verranno
celebrati, in collaborazione con l’Ambasciata
di Svizzera in Italia e con la Città di Torino,
i molti svizzeri, e ticinesi in particolare, che
hanno combattuto al fianco degli italiani per la
libertà e l’unità del loro Paese.
Un momento di incontro fra le autorità svizzere e italiane per dimostrare, ancora una volta,
quanto stretti siano i legami storici che uniscono i nostri due Paesi. Con la città di Torino in
particolare la Svizzera e il Ticino, come ben
si legge nei numerosi saggi di questo volume
di Arte&Storia, vantano rapporti di collaborazione fin dal Quattrocento. Gli imprenditori e i
banchieri elvetici hanno contribuito con la loro
presenza a costruire un’economia industriale
a partire dai primi anni dopo l’unità d’Italia, finanziando numerose opere viarie e strutture
pubbliche nella città di Torino e nel resto del
Piemonte. Una comunità, quella svizzera, importante sotto il profilo industriale tanto che
ancor oggi sono ben leggibili sul territorio le
strutture che hanno caratterizzato un’epoca,
oggi dismesse ma recuperate ad uso abitativo, come ad esempio la borgata Leumann,
sede del famoso cotonificio elvetico.
Svizzeri così integrati tra i torinesi fino al punto
da fondare addirittura le due squadre di calcio
della città. Fu infatti lo svizzero Alfred Dick nel
1906 a fondare il Torino calcio, imponendo il
colore della maglia granata perché tifoso del
Servette di Ginevra, che portava la maglia del-
Palazzo Reale a Torino dove verrà presentato «Svizzeri a Torino». Sopra: la copertina
con la statua dell’Alfiere, opera dello scultore ticinese Vincenzo Vela, in Piazza Castello.
lo stesso colore. Anche la Juventus ha origini
elvetiche. Se lo sport torinese deve molto ai
Romandi così come il commercio della birra
ai Grigionesi con i Bosio, i Caratsch e i Boringhieri, furono le famiglie bleniesi degli Emma,
degli Scalvedi, Giuliani, Giroldi, Bianchini a fare
di Torino uno dei centri italiani più importanti
per la produzione del cioccolato.
È però nell’arte che i Ticinesi si distinguono per
aver costruito e decorato i maggiori palazzi e
le chiese più importanti della città a partire già
dagli inizi del Seicento. Lo stesso Palazzo Reale fu quasi interamente decorato da scultori
e stuccatori ticinesi, così come Palazzo Madama, palazzo Garignano, palazzo Dal Pozzo
della Cisterna, il castello del Valentino, quelli
di Racconigi, di Stupinigi, di Aglié, la Reggia di
Venaria, la villa della Regina e molti altri edifici
reali e ducali, oltre al duomo, alla chiesa di
San Francesco, quella dei Santi Martiri, di San
Carlo, del Corpus Domini, e poi la chiesa regia
di San Lorenzo, la basilica di Superga, …
Persino la famosa cappella della Sindone porta
la firma di un architetto ticinese, quel Bernardino Quadri di Cassina d’Agno, il cui progetto
sarà completato dal grande architetto Guarino
Guarini. Intere famiglie di artisti ticinesi come i
Carloni e i Falconi di Rovio, i Casella, gli Aprile e
gli Scala di Carona, i Bolina di Riva San Vitale e
Bissone, i Gaggini di Bissone, i Plura, i Corbellini e i Torricelli di Lugano, i Somasso, i Papa, i
Vanelli, i Leoni, i Vela, per citare solo alcuni fra
i maggiori, hanno letteralmente invaso la città
di Torino e monopolizzato soprattutto i settori
della decorazione nel Sei, Sette e Ottocento.
Fino ai giorni nostri, quando un grande architetto come Mario Botta firmerà lo straordinario
progetto della chiesa e il centro pastorale del
Santo Volto nel 2001 che sarà inaugurato nel
2006.
Torino deve molto agli Svizzeri e ai Ticinesi
e noi dobbiamo molto alla città di Torino per
aver accolto i nostri artisti, ma anche i nostri
artigiani, migliaia di persone che hanno esercitato la loro attività, magari più umile di semplice manovale o falegname, come si legge
nei numerosissimi documenti, soprattutto in
quelli conservati nell’archivio della Confraternita di Sant’Anna dei Luganesi (oggi donato alla
città di Lugano), un sodalizio che proteggeva
i propri iscritti provenienti dai nostri territori.
Torino deve molto alla Svizzera soprattutto per
i numerosi rifugiati che furono accolti durante
il regime fascista anche in territorio ticinese.
Nomi famosi come gli Einaudi, gli Agnelli o i De
Benedetti, i Cacciatore e i Montalcini, ma anche i Savoia che hanno trovato nella Svizzera
la loro seconda patria.
Un volume, quello su Torino, quindi, che dopo
quelli di Genova, Milano, Napoli, Roma, Venezia, Bergamo e Firenze, grazie al contributo
della Banca dello Stato del Canton Ticino, del
Cantone, della Città di Lugano e di molti Comuni ticinesi, vuole sottolineare quanto importante sia stata nel corso della storia la presenza
svizzera, e ticinese in particolare, nelle principali città d’Italia.
Giorgio Mollisi
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19
N. 11, novembre 2011
In visita ai Calabresi in Svizzera
Festosa e calorosa accoglienza
al Presidente e al Console in Calabria
Una vera e propria accoglienza di prim’ordine
è stata riservata al Presidente del Consiglio
Comunale di Reggio Calabria, Dott. Seby
Vecchio ed al Console Onorario di Svizzera
per la Regione Calabria, Avv. Renato Vitetta,
in visita ufficiale a Lucerna, in Svizzera, dalla
grandissima comunità dei Calabresi presenti
nei Cantoni di lingua tedesca.
Gli onori di casa sono stati fatti da parte del
Presidente delle Associazioni dei Calabresi
in Svizzera, Dott. Mastroianni, unitamente al
Dott. Giorgio Allevato. La giornata istituzionale, organizzata in sintonia dalla Colonia dei Calabresi di Lucerna e dintorni e dal Console di
Svizzera per la Regione Calabria Renato Vitetta, è iniziata con la presentazione da parte dei
calabresi-svizzeri di tutti i gruppi di calabresi
delle diverse città e paesi di Calabria presenti
sul territorio Elvetico, rappresentati dai loro
Presidenti, per un totale di oltre 15 Comitati.
In un vero e proprio bagno di folla, si è discusso di varie tematiche, cominciando dall’importanza fondamentale che per i Calabresi
lontani dalla propria terra è quella di sentire
la vicinanza delle Istituzioni della terra madre,
la Calabria, che tutti loro portano sempre nel
cuore, con grande fierezza ed orgoglio.
È stato rimarcato che da troppo tempo ormai la Regione Calabria non si è più fatta
né vedere né sentire in Svizzera, nonostante
ripetute promesse da parte delle Istituzioni. Il
Presidente Vecchio ha fatto una breve relazione sulla situazione oggi in essere in Calabria,
promettendo di farsi da portavoce con il Governatore Scopelliti per segnalare le esigenze
e le richieste di maggior attenzione e presenza concreta da parte della Regione Calabria
nei confronti dei suoi figli emigrati, che ad
oggi ammontano a quasi 100’000 unità.
I Calabresi di Svizzera vogliono essere tenuti
in maggior considerazione, essere informati
sulla vita politica e sociale della loro terra
d’origine, onde poter partecipare in modo
attivo anche da lontano con confronti, idee
Il Presidente Seby Vecchio con il Console di Svizzera in Calabria Renato Vitetta.
e proposte (e non si dimentichi che hanno
anche il diritto di voto) in modo da essere inseriti in un contesto di vita che seppur a molti
chilometri di distanza li faccia sentire vicini.
È stato poi presentato in anteprima al Presidente Vecchio e al Console Vitetta il Dott.
Alberto Grilli, futuro Console d’Italia che verrà
dichiarato ufficialmente a Lucerna il 14 novembre prossimo, alla presenza del Ministro
degli Esteri On.le Franco Frattini e dell’Ambasciatore d’Italia Dott. Giuseppe Deodato.
La giornata si è conclusa con un pranzo a base di prodotti calabresi da una parte e svizzeri
dall’altra, per suggellare simbolicamente la
piena integrazione che ormai da decenni si è
radicata con la perfetta convivenza serena
e felice tra i calabresi e gli svizzeri, con la
promessa da parte del Presidente Vecchio
e del Console Vitetta che a quest’incontro
sarà senz’altro dato un seguito importante,
che potrà far nascere importanti sinergie
in diversi settori nell’interesse reciproco di
tutte le Comunità dei Calabresi e degli amici
Svizzeri da una parte e della Regione Calabria
dall’altra.
Ufficio Stampa – Consolato di Svizzera per la
Regione Calabria.
L’arte dell ’accoglienza
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N. 11, novembre 2011
A U S L A N D S C H W E I Z E R - O R G A N I S AT I O N
«Die Internet-Plattform SwissCommunity
vernetzt Schweizer weltweit»
Ursula Deplazes
Forscherin
Bündnerin in Rom
«Ein Netzwerk unter
Auslandschweizern
aufzubauen, spielt eine
wichtige Rolle – sowohl
privat wie auch beruflich.»
Daniel Keller
Manager
Zürcher in Hanoi
«Für mich als internationalen Berater sind die
lokalen Erfahrungen
von Schweizern sehr
wertvoll.»
Urs Steiner
Direktor Schweizer Schule
Berner in Peru
«Andere Auslandschweizer kennenlernen, gute
Adressen austauschen,
mich über die Schweiz
informieren – das kann
ich alles auf SwissCommunity!»
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N. 11, novembre 2011
Riunisce le organizzazioni svizzere di aiuto al Terzo Mondo
Da quarant’anni Alliance Sud chiede
maggiore impegno per lo sviluppo
Alliance Sud festeggia quest’anno il suo
40esimo compleanno. Dalla sua creazione
nel 1971 in primo piano figurava il desiderio
di meglio informare la popolazione sul sud
del mondo. È per questo motivo che fondò
il “servizio informazione terzo mondo” ed un
centro di documentazione, che offre ancor
oggi al pubblico interessato i suoi servizi.
Come organizzazioni di cooperazione internazionale ci impegniamo a due livelli: 1)
sostenendo le persone svantaggiate dei
Paesi del Sud nei loro sforzi per superare la
miseria materiale, la discriminazione sociale
e la privazione dei diritti politici; 2) criticando
i rapporti di potere internazionali e le regole
economiche mondiali che ostacolano lo sviluppo, e perseverando nel contribuire al loro
cambiamento.
Per realizzare questa funzione sensibilizziamo
l’opinione pubblica sulle questioni di sviluppo,
interveniamo nella politica estera e nella politica economica dei governi del Sud o nella
politica delle Organizzazioni Internazionali.
Ci adoperiamo per
Una Svizzera solidale, chiedendo al Consiglio federale di aumentare l’Aiuto Pubblico allo
Sviluppo (dallo 0.4% allo 0.7% del prodotto
nazionale lordo secondo le raccomandazioni dell’ONU) e di investire questa somma in
modo mirato per la riduzione della fame e
della povertà.
Delle relazioni commerciali eque, impegnandoci per il diritto dei Paesi del Sud a
proteggere i loro propri produttori ed i loro
nuovi settori economici.
Una giustizia fiscale, rivendicando uno
scambio di informazioni sulle questioni fiscali.
Chiediamo al Consiglio federale di sostenere
attivamente i Paesi in via di sviluppo nella lotta
contro l’evasione e la frode fiscali.
Il diritto all’acqua, affinché l’accesso all’acqua potabile sia riconosciuto e garantito come un diritto umano, perché l’acqua è un bene
pubblico. Ci opponiamo alla privatizzazione
delle reti di distribuzione di acqua potabile.
Una giustizia climatica, invitando la Svizzera a assumersi le sue responsabilità nella
politica climatica internazionale diminuendo
di almeno il 40% le sue emissioni di CO2 entro il 2020 e di almeno il 90% entro il 2050
(rispetto al 1990) attraverso delle misure interne. La Svizzera deve inoltre deve aiutare
i Paesi poveri ad adattarsi alle conseguenze
del riscaldamento climatico, di cui è anche
responsabile, ed offrire loro un accesso a
buon mercato e rapido alle tecnologie verdi.
La manifestazione di giubileo per i quarant’anni di Alliance Sud si è tenuta il 21.06.2011 ed
è stata consacrata al tema “I media e il Sud”:
vi hanno partecipato più di 200 persone ed ha
risposto alle seguenti domande: In che modo
i media svizzeri informano sul Sud del mondo? Com’è cambiato lo sguardo mediatico sul
Sud? Quali aspettative hanno le organizzazioni
di politica di sviluppo e le organizzazioni di
cooperazione internazionale verso i media – e
viceversa?
Nella sua presentazione di apertura, il professore zurighese in giornalismo e sociologia,
Kurt Imhof, ha dichiarato: « Il Sud regredisce
nell’orizzonte mediatico svizzero. Paradossalmente, nell’era della mondializzazione, assistiamo ad una riduzione della nostra percezio-
ne del mondo. Più il giornalismo è a basso costo, maggiore è l’immagine semplicistica che
esso dà del mondo». Imhof ha citato alcune
ragioni che hanno portato alla perdita di qualità dei media: la diminuzione delle rubriche
e dunque carenza di specialisti, la riduzione
di reti di corrispondenti, la sempre maggior
dipendenza dalle agenzie. Il populismo mediatico e politico si contendono l’attenzione
dei lettori. Campagne dal tono scandalistico
giovano sia ai media che ai partiti politici.
Secondo Imhof, la mancanza di qualità si fa
sentire in particolar modo nei giornali gratuiti
e nei canali televisivi privati. I media di diritto
pubblico e i giornali su abbonamento, invece,
mostrano un maggior numero di notizie internazionali. Ma i quotidiani, la cui cifra d’affari
cala in modo considerevole, hanno dovuto
dare un taglio al personale.
L’ex giornalista e direttrice dell’organizzazione di cooperazione internazionale Sacrificio
Quaresimale, Anne-Marie Holenstein, ha
ricordato l’importanza crescente dei media
elettronici tramite i quali si possono mobilitare rapidamente molte persone in favore della
solidarietà e dei diritti umani, ma che da soli
non possono rimediare alla lacuna degli altri
media. Coloro che si interessano alla politica
di sviluppo devono puntare sull’alleanza tra i
media scritti delle organizzazioni di sviluppo,
i nuovi media elettronici e la televisione, i quotidiani e i settimanali.
Alliance Sud
Comunità di lavoro Swissaid . Sacrificio Quaresimale . Pane per tutti . Helvetas . Caritas .
Aces – www.alliancesud.ch
Notizie in breve dalla Svizzera
A Zaugg il Lombardia – Il ciclista svizzero
Oliver Zaugg ha vinto con distacco il Giro di
Lombardia, l’ultima delle classiche della stagione, svoltasi tra Milano e Lecco.
Svizzera fuori dagli Europei – Sconfitta 2
à 0 dal Galles, la Nazionale svizzera di calcio
ha perso l’ultima possibilità di qualificarsi per
la fase finale degli Europei 2012 in Polonia e
Ucraina. A nulla è servita la vittoria nell’ultima
gara (3 à 0) contro il Montenegro.
Ermotti alla testa di UBS – Il ticinese Sergio Ermotti è stato designato alla testa della
direzione dell’Unione di Banche Svizzere.
Succede a Oswald Grübel, che ha rasse-
gnato le dimissioni dopo la scoperta della
perdita di 1,8 miliardi di franchi, a causa di
operazioni non autorizzate da parte di un
“trader” di Londra.
Più soldi alla formazione – Il Consiglio svizzero della scienza e della tecnologia chiede
un aumento del 10% degli investimenti federali nel settore della formazione. La Svizzera
deve potersi imporre tra i paesi più competitivi è la motivazione per la richiesta di fondi
per gli anni 2013-2016.
L’italiano escluso – Il governo del semicantone di Obvaldo ha deciso di escludere
l’insegnamento dell’italiano dalle discipline
principali di maturità, mantenendo però il latino. La scelta ha suscitato parecchie opposizioni, come era avvenuto a San Gallo all’inizio
dell’anno.
Indignati a Zurigo e Berna – Anche in Svizzera, come in altre grandi città, il movimento degli «Indignati» ha occupato le piazze di
Zurigo e di Berna. Le manifestazioni si sono
svolte senza gravi incidenti. Zurigo aveva autorizzato una seconda dimostrazione che ha
visto riuniti circa 200 manifestanti. A Berna,
sulla piazza federale, alcune decine di persone hanno manifestato, anche senza autorizzazione, contro le banche.
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N. 11, novembre 2011
I cento anni della ferrovia della Jungfrau
Dalle viscere dell’Eiger
alla Jungfraujoch
La ferrovia della Jungfrau celebrerà il proprio centenario nel 2012. Passando in una
galleria attraverso l’Eiger e il Mönch, raggiunge la stazione più alta d’Europa e rimane
il gioiello dell’Oberland bernese.
Il treno si infila nelle viscere della montagna.
Davanti agli occhi sbarrati, la parete nord
dell’Eiger (3970 m) scompare. La galleria di
7,2 km corre nella roccia e perfora il Mönch
(4107 m) prima di emergere alla Jungfraujoch,
il colle della Jungfrau, a 3454 metri di altitudine. La stazione più alta d’Europa racconta la
storia ferroviaria elvetica più audace del giovane ventesimo secolo. Ai piedi della trinità
delle Alpi bernesi, un orologio conta i minuti
che ci separano dal centenario della ferrovia
della Jungfrau, il 1° agosto 2012. L’impresa
secolare è veramente eccezionale: nel 2010,
quasi 672’000 viaggiatori hanno superato il
dislivello di 1393 metri, per raggiungere il panorama stupefacente delle nevi eterne. Con a
sud il ghiacciao dell’Aletsch che scivola verso
il Vallese su 22 km, e all’ovest la maestosa
Jungfrau (4158 m). Qui la montagna conserva
i ricordi di un cantiere che durò sedici anni e
fu il coronamento della febbre delle ferrovie
di montagna che aveva colpito la Svizzera alla
fine del XIX. Secolo. Risaliamo il tempo per
scoprire il progetto di un sognatore, Adolf
Guyer-Zeller, senza il quale non sarebbe successo nulla.
La febbre delle ferrovie di montagna
Il boom delle costruzioni ferroviarie in altitudine comincia in verità un decennio dopo l’inaugurazione del primo treno a cremagliera nel
1874 a Vitznau per salire il Rigi (SZ, 1800 m).
Nel 1912 si contano in Svizzera 15 treni a cremagliera e 45 funicolari. Il punto culminante
di questa febbre ferroviaria è senza dubbio la
Jungfraubahn. Nel 1893, la Wengernalpbahn
raggiunge la Piccola Scheidegg (2061 m) ai
piedi dell’Eiger, a partire da Lauterbrunnen
(795 m) per in seguito ridiscendere su Grindelwald (1034 m). Negli anni 1869 e 1889,
si parla di un treno che risalga la Jungfrau,
ma gli iniziatori si scontrano con l’ottenimento delle concessioni o il finanziamento. Nel
1893 l’industriale zurighese Adolf GuyerZeller (1839-1899) presenta un nuovo progetto. Il padrone della compagnia ferroviaria
del Nordest (Nordostbahn) prevede una linea
elettrica a cielo aperto fra la Piccola Scheidegg e il ghiacciaio dell’Eiger, prima di tuffarsi
nel tunnel dell’Eiger, il Mönch e la Jungfrau,
per giungere in cima a quest’ultima. Riceve la
concessione dalle autorità federali nel 1894
e i lavori iniziano nel 1896 sotto l’egida della
giovane compagnia Jungfraubahn. Invece dei
sette anni previsti, la costruzione durerà sedici anni. La stazione di arrivo non è più sulla
cima della Jungfrau, ma allo Jungfraujoch.
Il motore del turismo
Questa ferrovia era destinata soprattutto ai
turisti e non agli indigeni. A partire dal 1830,
i visitatori inglesi invadono la regione di Interlaken, considerata colonia inglese all’epoca.
Dal 1880 superano i tedeschi, gli americani e
i francesi. Il turismo estero conosce il proprio
apogeo tra il 1890 e il 1914. Oltre 21 milioni
di pernottamenti sono registrati in Svizzera,
nel 1910. Una cifra che verrà nuovamente
raggiunta soltanto a partire dal 1955. L’Oberland bernese si accaparrerà perfino un
Minatori durante la costruzione della galleria, il 21 febbraio
1912, poco prima del traforo sullo Jungfraujoch.
terzo di questa torta del turismo svizzero a
partire dal 1895 e le ferrovie della regione
conoscono un vero e proprio boom fra il 1890
e il 1905: Berner-Oberland-Bahn, InterlakenLauterbrunnen, Interlaken-Grindelwald, ThunInterlaken, Spiez-Frutigen e Spiez-Gstaad.
Sedici anni di lavori
Nel 1898, la linea a cielo aperto dell’Eigergletscher viene inaugurata a 2320 m. Il traforo della galleria dell’Eiger inizia nel 1897 e il
Rotstock (2520 m) è raggiunto nel 1899. Lo
stesso anno, Adolf Guyer-Zeller muore e il figlio
ne riprende l’eredità. I lavori accumulano ritardi
e la stazione dell’Eigerwand (2865 m) è aperta
al pubblico soltanto nel giugno 1903. La tratta
raggiunge in seguito la stazione dell’Eismeer (il
Mare di ghiaccio, 3160 m) nel 1905. A partire
da questa tappa i piani iniziali sono modificati
per motivi finanziari: invece di una stazione al
Mönchstjoch, poi in cima alla Jungfrau, viene
scelto lo Jungfraujoch come stazione terminale che verrà inaugurata nel 1912. Nel corso degli anni i lavori sono purtroppo contrassegnati
dalla morte di trenta minatori (esplosioni di dinamite, scariche elettriche, valanghe, cadute
di pietre, ecc.) da sei scioperi e da problemi
finanziari (costo di 15 milioni di franchi contro
i 10 milioni preventivati), sedici anni di lavoro
contro i sette preventivati…
Un mondo di caverne e sotterranei
Nel corso del XX. Secolo, le sistemazioni
effettuate allo Jungfraujoch hanno contribuito alla sua reputazione. All’interno della
montagna troviamo un mondo di sotterranei
e caverne. Una prima casa dei turisti è costruita nel 1912, prima della grande opera
del 1924, il “Berghaus” posto sul versante
sud. Nel 1931 la stazione di ricerca della
Stazione “Eigerwand” il 28 giugno 1903.
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N. 11, novembre 2011
Il sogno dell’uomo è diventato una formidabile
attrattiva e le future celebrazioni dovranno migliorare ulteriormente la fama della regione.
Se Adolf Guyer-Zeller non avesse ottenuto le
concessioni federali, grazie alla promessa di
investire 100’000 franchi del proprio patrimonio in una stazione meteorologica al terminus
della linea, la ferrovia non sarebbe probabilmente mai stata costruita. Da quasi cento
anni, quella dello Jungfraujoch rimane ancora
e sempre la stazione più alta d’Europa.
Alain Wey
www.jungfraubahn.ch
www.scheidegg-hotels.ch
www.ifjungo.ch/jungfraujoch (stazione di ricerca dello Jungfraujoch)
La stazione della Piccola Scheidegg con sullo sfondo l’Eiger, il Mönch e la Jungfrau.
Jungfraujoch (3450 m) viene inaugurata.
L’Osservatorio della Sfinge che troneggia a
3571 metri di altitudine è terminato nel 1937
e la sua cupola astronomica viene installata
nel 1950. Vi si accede con due ascensori che
si innalzano di 111,4 metri. In un primo tempo
le ricerche concernevano la meteorologia, la
glaciologia e la medicina fisiologica, ma oggi si interessano soprattutto all’astronomia,
all’astrofisica e l’irradiamento cosmico. Negli
anni 1930 viene pure scavato e scolpito il
Palazzo di ghiaccio. Nel 1972 un incendio distrugge il “Berghaus” e la Casa dei turisti, che
saranno sostituiti dalla Taverna della Jungfrau
e dal “Gletscherrestaurant”. Tra il 1983 e il
2002 comincia una nuova febbre di costruzione sullo Jungfraujoch. Il nuovo “Berghaus”
(16’200 m3, sette piani) viene inaugurato nel
1987 e ribattezzato “Top of Europe”. A partire
dal 1991 vediamo nascere una seconda sala
d’aspetto allo Jungfraujoch e una nuova uscita sul ghiacciaio dell’Aletsch, un garage per i
treni alla Piccola Scheidegg e la sistemazione
del Palazzo di ghiaccio nel 1992, una nuova
terrazza panoramica sulla roccia della Sfinge
nel 1996 e la costruzione dell’Ice Gateway
(3471 m) nel 2002.
L’aura dello Jungfraujoch
Oltre all’apporto del turismo di massa, una
delle ripercussioni più significative della ferrovia della Jungfrau rimane l’elettrificazione
dei villaggi di tutta la regione, con la costruzione delle centrali elettriche e delle stazioni
idrauliche a Lauterbrunnen in particolare,
dapprima destinate ad alimentare il treno. In
seguito possiamo contare l’attrattività degli
sport invernali e le prime corse di sci, fra cui
quella del Lauberhorn (2472 m) dal 1930. La
discesa di Wengen è la più lunga al mondo
con 4,5 km e viene utilizzata nel cinema per
“La Discesa infernale” (“Downhill Racer”) con
Robert Redford e Gene Hackmann nel 1969.
Il richiamo della zona è tale che la regione
della Jungfrau-Aletsch-Bietschhorn diventa il
primo settore alpino iscritto della prestigiosa lista del Patrimonio mondiale dell’Unesco
nel 2001. Un’altra distinzione rivela ancora
un po’ di più il suo impatto storico. L’albergo “Bellevue des Alpes” (1840) della Piccola Scheidegg è designato “Hôtel storico
dell’anno 2011” dal Consiglio internazionale
dei monumenti e dei siti (Icomos), che lo descrive come “una vera macchina per risalire
nel tempo”.
Numero di visitatori
Nel 2010, 672’000 persone hanno visitato
lo Jungfraujoch “Top of Europe”. Ossia un
aumento del 3,2% rispetto al 2009. Mentre la linea contabilizzava 42’880 visitatori
nel 1913, essa supera il capo dei 100’000
turisti nel 1952, dei 200’000 nel 1967, dei
300’000 nel 1972, dei 400’000 nel 1980, dei
500’000 nel 1997 e dei 600’000 nel 2000.
Il suo primato: 704’312 visitatori nel 2007.
“La casa sopra le nuvole” era chiamato il vecchio albergo di montagna,
davanti al ghiacciaio dell’Aletsch e con
sullo sfondo il Mönch.
Congresso del Collegamento
Svizzero in Italia
12 - 13 - 14 maggio 2012 a Sorrento
Tema: Formazione, giovani e lavoro in Svizzera
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N. 11, novembre 2011
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