Sfondano i partiti nuovi, soffrono quelli di governo
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Sfondano i partiti nuovi, soffrono quelli di governo
uno... da sorteggiare Anno 42 N.11, novembre 2011 Abbandonato da Barry Smith, il Lugano deve cambiare per l’ennesima volta allenatore. L’Ambrì-Piotta si gode invece un weekend da 5 punti. o difficoltoso, esito strabiliante: due perde un seggio. Come il PS senza la stampella > GIAMBONINI, CONTI A PAGINA 25, 26, 27 dati alla pari. Per i PPD Duca Widmer dei Verdi (che avanzano). Vincono Lega e UDC Mensile degli Svizzeri in Italia con comunicazioni ufficiali delle Autorità svizzere e informazioni del Segretariato degli Svizzeri all’estero Internet: http://www.gazzettasvizzera.it ano previsto il sorteggio (e possibile una (per la prima volta dal Ticino a Berna). Ballottaggio che tragedia! a delle schede). Il PLR non sprofonda ma per gli Stati: Lombardi in testa. > DA PAGINA 2 A PAGINA 19 orsa gli ati mbardi 0 voti 53% bate 8 voti 43% valli 5 voti % Elezioni federali 2011 eletti ticinesi in Consiglio nazionale Nazionale più al centro ma più frammentato Lorenzo Quadri Ignazio Cassis Marina Carobbio G. Fulvio Pelli VOTI VOTI VOTI VOTI Pierre Rusconi Roberta Pantani (LEGA) (PLRT) 33.653 M. Romano Duca Widmer (PPD) Le elezioni delVOTIConsiglio Nazionale di(PPD) fine otVOTI tobre non hanno provocato forti scossoni nel27.144 23.979 la compagine che dovrà gestire la prossima legislatura. Si è comunque notato un leggero la forza dei in Ticino spostamento al partiti centro dello schieramento politico, provocato soprattutto dai nuovi partiti; i Montagna PC Svizzera Rafforzare UDCBorghese PLR Democratico. italiana le famiglie VerdiViva LiberaliPartito e il Partito comunista Questo spostamento significa quindi anche un VOTI VOTI SVOTI SVOTI VOTI VOTI leggero poli estremi: un 158 da 228 1.241 indebolimento 1.041 9.669dei25.168 lato l’UDC, che pur rimanendo il primo partito % % % % % % 9,71otto24,85 0,28 1,79 in Svizzera, perde ben deputati0,26 a destra, 1,22 mentre il Partito Socialista, pur guadagnando due seggi, deve subire la perdita di cinque seggi del Partito dei Verdi Svizzeri a sinistra. IL VOTO NAZIONALE In ogni caso anche i due tradizionali partiti di centro perdono insieme otto seggi (3 il PPD e 5 il PLR), ma si vedono sostenuti dai dodici guadagnati dai Verdi Liberali e dai nove conquistati dal PBD. Quest’ultimo ha creato la vera sorpresa di queste elezioni, ottenendo un buon numero di (UDC) 28.825 (LEGA) seggi. Come noto il PBD è nato da una VOTI VOTI scissione dell’UDC18.230 a seguito dell’elezione 17.057 di Evelyne Widmer-Schlumpf in Consiglio federale al posto nientedimeno che del tribuno zurighese Christoph Blocher. Questo ingresso di forza del PBD in Consiglio Nazionale una PPD Verdiè di buon auspicio i Verdi per Senza Generazione liberali PSfederale del Ticino intestaz. confermaLEGA della consigliera grigionese dem. giovani in governo. Del resto l’interessata si è dimostraVOTI VOTI VOTI VOTI VOTI VOTI ta un ottimo elemento governo,5.969 in particolare 18.262 20.102 925 di17.346 11.967 da%quando% è alla % testa del% Dipartimento delle % 19,96 16,60 6,74Merz. Refinanze, 17,54 dopo la 1,05 partenza di Rudolf sta ora da vedere se lo schieramento di centro vorrà cedere alle pressioni dell’UDC per avere un secondo seggio in governo, il che potrebbe magari significare la perdita di un consigliere federale per i socialisti. Sempre nell’ambito delle posizioni di centro va notata anche la crescita del partito dei Verdi Sfondano i partiti nuovi, soffrono quelli di governo continua a pagina 4 Il nuovo Consiglio Nazionale la nuova Camera del popolo 5 voti 66% PPD Verdi lib. Verdi attei 8 voti 0% chetti 30.651 (PLR) Fanno incetta di seggi Verdi liberali e PBD risoli 6 voti 4% 32.988 ? Fabio Regazzi (PS) PS 12 15 +9 -5 28 -3 PLR 30 -5 PBD 9 +9 UDC 54 -8 45 46 +2 +3 53 +1 +2 Altri 3 -2 4 sin. ●pagina 2 La perdita della nazionalità svizzera ●pagina 6 Primo piano: intervista a Silvia Metzeltin ●pagina 4 Elezioni federali: risultati per Cantone ●pagina 8 L’elezione del Consiglio degli Stati Altri destra ●pagina 9 La scomparsa di Arnaldo Haechler ●pagina 16 La nuova Scuola Svizzera a Cadorago Il 24enne pilota italiano Marco Simoncelli, caduto e investito nel secondo giro del GP di Sepang, è morto. Vani i tentativi di salvarlo. Il nuovo Parlamento > A PAGINA 31 Svizzera al centro Forte Niente asilo per debole ail’ex lati poliziotto cinese Denunciò un traffico Ildifatto saliente di queste elezioni è cerorgani a Urumqi, tamente vittoria di due partiti nuovi, ma Bernala non gli crede ancora piccoli: i Verdi Liberali e il Par> A PAGINA 21 tito Borghese Democratico. Quest’ultimo, frutto dell’oltranzismo dell’UDC, si è preso una bella rivincita, risuscitando economia l’anima storica moderata del partito. DiSempre più diffuse scorso analogo per i Verdi Liberali, non le flat rate contenti delle tax aperture troppo a sinistra. Risultato: Pubblicatanonostante l’edizione il calo dei partiti storici, l’arco del dicentro 2011 dello studio KPMG moderato si è rinforzato, mentre i poli di destra e di sulle tasse individuali sinistra si sono indeboliti. > BIANCHI PORRO A PAGINA 35 Nel Parlamento svizzero, in cui agiscono anche forze esterne ai gruppi istituzionali (le varie lobby o interessi cantonali o reTURCHIA gionali) è sempre difficile determinare un centro, una destra e una sinistra. Molte volte le alleanze sono frutto del momento e delle condizioni. Non si spiegherebbe altrimenti il fatto che su certi argomenti UDC e Socialisti abbiano votato nello stesso modo. Oggi un centro più frammentato potrebbe accentuare questa Un fortissimo tendenza, per cui non si può dire a priori terremoto (7,3 quale campo sulla scala Rich- sceglierà il nuovo Consiglio ter) ha sconvolto Nazionale. Senza contare che si dovrà la poi Turchia. Si teconsiderare la posizione del Consiglio mono fino a milStati,se,generalmente più conservale degli morti, anche trice, per ora, lebenché vittime l’influsso dell’UDC sia qui accertate sono del resto come quello dei molto ridotto, state 45. Socialisti. Sono crollati anche decine di edifitest importante potrebbe esseci,Un tra primo cui un dormitorio per gli studenti. I danni maggiori si sono re quindi l’elezione del reginuovo Consiglio strati soprattutto Ercis, città di federale, il 14a dicembre, in cui si porrà 750mila abitanti nelle zone montasubito la problematica della rielezione di gnose al confine con l’Iran. Si scava traEvelyne le macerieWidmer-Schlumpf per cercare altri super- (PBD), evenstiti. tualmente a scapito di un socialista o del > A PAGINA 23 tanto richiesto secondo seggio per l’UDC. Sul piano più prettamente politico si prospetta una soluzione di fondo, ma con possibili variazioni, cioè una specie di intesa fra forze politiche vecchie e nuove, in grado di rispondere in modo pragmatico ai molti cambiamenti in atto nella società, nell’economia, nell’ecologia. Una soluzione tipicamente svizzera e già collaudata in passato con buoni risultati. Ignazio Bonoli Forte sisma: si temono mille morti 2 N. 11, novembre 2011 La richiesta deve essere fatta entro dieci anni La perdita della nazionalità svizzera e la possibilità di reintegrarla Egregio Avvocato, vista la sua competenza e disponibilità, mi permetto di rivolgermi a Lei per sottoporle il mio caso, sperando possa darmi una risposta esauriente o per lo meno dirmi a chi rivolgermi per averla. Da quasi un anno ho riavuto la nazionalità svizzera alla quale mio padre aveva dovuto rinunciare, con molto rammarico, nel 1912 poiché aveva optato di fare il servizio militare in Italia visto che la sua famiglia da anni risiedeva a Milano. Mio padre mi aveva sempre parlato del paese d’origine della sua famiglia (le cui origini risalgono al 1500 circa) ed insegnato a amare la Svizzera come l’Italia. Mi sono sempre sentita italo-svizzera ed ora sono molto contenta di esserlo di fatto. Pensavo che la cosa avrebbe potuto estendersi anche alle mie figlie (una di loro è nata a Ginevra e da qualche anno ha comprato legalmente casa in Engadina), invece al Consolato mi hanno detto che non è così. Se le mie figlie fossero minorenni sarebbero diventate svizzere automaticamente, ma essendo maggiorenni non possono nemmeno richiederla come ho fatto io. Allora mi chiedo il motivo di ciò: non avevo chiesto di riavere la nazionalità della famiglia da cui discendo né per interesse né per comodo, ma solo per una questione sentimentale. Che senso ha se poi la cosa finirà con me? La ringrazio in anticipo per la sua cortesia e la prego gradire i miei più cordiali saluti. O.V. - Milano Risposta Gentile Signora, rispondo volentieri alla Sua lettera, indirizzata ancora all’Avv. Guidi, anche perché mi consente di affrontare di nuovo il tema della cittadinanza. Questa volta, però, si tratta soprattutto di quella svizzera. Spero, sulla base degli elementi che Lei ci fornisce, di riuscire a dare, se non altro, un quadro il più chiaro possibile, per consentire a Lei ed ai nostri lettori di farsi un’idea abbastanza precisa della normativa. La perdita della cittadinanza italiana Effettivamente, suo padre, accettando di svolgere il servizio di leva militare in Italia nel lontano 1912, dovrebbe aver perso la cittadinanza svizzera. All’epoca, tra l’altro, il servizio militare per un’altra nazione era in molti Stati uno dei casi tipici che facevano ritenere cessato il rapporto con il “suddito” od il “cittadino”. E ciò era anche comprensibile in un’epoca storica contraddistinta da aspri conflitti tra Stati nazionali (che poi, come è noto, sarebbero sfociati in due sanguinose Guerre Mondiali). In ogni caso, della cittadinanza italiana ci siamo già occupati nello scorso numero della Gazzetta Svizzera. In Svizzera la disciplina della cittadinanza è regolata dalla “Legge federale su l’acquisto e la perdita della cittadinanza svizzera” (Legge sulla cittadinanza, LCit.). La Legge sulla cittadinanza risale al 29.9.1952 ma ha subito numerose modifiche nel corso del tempo. Vediamo allora cosa dispone tale provvedimento, nella versione in vigore. L’acquisto della cittadinanza svizzera Anche in Svizzera, la cittadinanza si acquisisce per discendenza da un genitore svizzero, e dunque secondo il cosiddetto “ius sanguinis”. Infatti, l’art. 1 della Legge sulla cittadinanza prevede che sia cittadino svizzero dalla nascita: Rubrica legale • il figlio di genitori coniugati dei quali almeno uno sia svizzero; • il figlio di madre svizzera non coniugata con il padre. Inoltre, attraverso la costituzione del rapporto di filiazione anche il minorenne straniero figlio naturale di padre svizzero diviene cittadino svizzero sin dalla nascita. Con la cittadinanza il figlio acquista anche la cittadinanza cantonale e l’attinenza comunale del genitore elvetico. La perdita della cittadinanza La perdita della cittadinanza svizzera avviene invece per legge nei seguenti casi: • per l’annullamento del rapporto di filiazione (art. 8); • in caso di adozione del minorenne svizzero da parte di uno straniero che gli trasmetta la cittadinanza (salvo permanga il rapporto di filiazione con un genitore svizzero – art. 8a); •in ipotesi di mancata notifica o annuncio ad un’autorità svizzera entro il compimento del 22° anno di età della volontà di mantenere la cittadinanza svizzera da parte del figlio nato all’estero di un genitore svizzero (e con lui la perdita si estende ad eventuali figli), e cioè per la cosiddetta “perenzione” (art. 10). La naturalizzazione Vi sono poi ipotesi in cui l’acquisto e la perdita della cittadinanza sono dipendenti da una decisione dell’autorità. Il caso principale è quello della naturalizzazione che può essere ordinaria o agevolata. La naturalizzazione ordinaria avviene con autorizzazione federale di regola dopo una Mensile degli svizzeri in Italia. Fondata nel 1968. Internet: www.gazzettasvizzera.it Editore: Associazione Gazzetta Svizzera CH-6963 Cureggia Redazione: Dott. Ignazio Bonoli CP 146, CH-6932 Breganzona Tel. +41 91 966 44 14, Fax +41 91 950 98 45 E-mail: [email protected] Testi e foto da inviare per e-mail a: [email protected] Gazzetta svizzera viene pubblicata 11 volte all’anno. Tiratura media mensile 24’078 copie. Gazzetta svizzera viene distribuita gratuitamente a tutti gli Svizzeri residenti in Italia a condizione che siano regolarmente immatricolati presso le rispettive rappresentanze consolari. Cambiamento di indirizzo: Per gli Svizzeri immatricolati in Italia comunicare il cambiamento dell’indirizzo esclusivamente al Consolato. Introiti: Contributi volontari, la cui entità viene lasciata alla discrezione dei lettori. 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L’Associazione Gazzetta Svizzera fa parte del Collegamento Svizzero in Italia (www.collegamentosvizzero.it). 3 N. 11, novembre 2011 residenza in Svizzera anche non continuativa per 12 anni (di cui però tre nei cinque anni precedenti la domanda). Per l’autorizzazione federale si richiede che il soggetto (art. 14): • sia integrato nella comunità svizzera; • sia familiare con usi e costumi svizzeri; • osservi l’ordine giuridico svizzero; •non comprometta la sicurezza interna ed esterna svizzera. E, tuttavia, l’autorizzazione federale da sola non è sufficiente, perché occorre anche la decisione favorevole del Cantone d’origine e del Comune di attinenza (i quali, peraltro, possono richiedere condizioni proprie diverse ed aggiuntive). Solo una volta ottenuta la cittadinanza del Comune e del Cantone si perfeziona l’acquisto della cittadinanza svizzera. Vi è poi il caso della naturalizzazione agevolata che riguarda gli stranieri che abbiano sposato cittadini svizzeri e i figli di un genitore svizzero. In questo caso decide solo la Confederazione ed occorre una specifica domanda (da rivolgersi all’Ufficio Federale della Migrazione (UFM) a Berna). A norma dell’art. 26 la naturalizzazione viene accordata se il soggetto • sia integrato nella comunità svizzera; • osservi l’ordine giuridico svizzero; •non comprometta la sicurezza interna ed esterna svizzera. Inoltre, il coniuge straniero di uno svizzero deve essere residente da complessivamente cinque anni in Svizzera, da un anno all’atto della domanda, e deve essere sposato da almeno tre anni (art. 27). Per i residenti all’estero coniugati con cittadini svizzeri, occorre che il matrimonio perduri da sei anni e che lo straniero abbia vincoli stretti con la Svizzera (art. 28). Aggiungo, per completezza, un caso curioso e abbastanza insolito in questo tipo di legi- slazione, e cioè quello di colui che sia stato considerato svizzero per errore dalle autorità cantonali o comunali e che abbia vissuto cinque anni credendo in buona fede di essere svizzero. Anche tale soggetto potrà beneficiare della naturalizzazione agevolata. Peraltro, con l’entrata in vigore della Legge federale sull’unione domestica registrata di coppie omosessuali (c.d. Legge sull’unione domestica registrata, LUD) il 1°gennaio 2007, sono intervenuti anche adeguamenti alla Legge sulla cittadinanza. La regolamentazione (art. 15)relativa ai partner registrati prevede, in modo assai innovativo in Europa, che il partner registrato di un cittadino svizzero possa ottenere la naturalizzazione in procedura ordinaria, ma non la naturalizzazione agevolata. La reintegrazione Essa è possibile per coloro che abbiano perso la cittadinanza svizzera ad esempio per perenzione (v. sopra) dovuta a motivi scusabili e purché ne facciano richiesta entro 10 anni, ovvero per svincolo (v. oltre), purché residente da 1 anno in Svizzera. A tali requisiti occorre aggiungere: • la prova di vincoli con la Svizzera; • il fatto di conformarsi all’ordinamento giuridico svizzero; • il fatto di non compromettere la sicurezza della Confederazione Elvetica. Lo svincolo e la revoca Si tratta di ulteriori casi di perdita della cittadinanza per decisione dell’autorità. Lo svincolo, in particolare, avviene su istanza espressa del cittadino svizzero che risiede all’estero e possiede od ottenga la cittadinanza di altro Stato (art. 42). In altri termini, siamo di fronte ad una rinuncia. La revoca della cittadinanza svizzera (art. 48), invece, avviene con decisione dell’Ufficio Federale, previo assenso del Cantone d’ori- gine, qualora un soggetto, che abbia anche un’altra cittadinanza, abbia con la propria condotta recato “grave pregiudizio agli interessi o alla buona reputazione della Svizzera”. Si deve trattare però di casi assai gravi e nella pratica questi sono assolutamente infrequenti. La doppia cittadinanza Come è noto, soprattutto a chi segue questa Rubrica Legale, la Svizzera ammette la doppia cittadinanza senza alcun limite sin dal 1° gennaio 1992. E, dunque, lo svizzero che acquisisce una nuova cittadinanza straniera non è tenuto a rinunciare a quella d’origine. Parimenti, lo straniero naturalizzato svizzero non deve rinunciare a quella estera (salvo che questa venga meno automaticamente per la disciplina dello Stato d’origine). Ciò è il risultato naturale del diffondersi dei matrimoni binazionali, i cui figli acquisiscono spesso due (se non tre!) cittadinanze diverse. Il quesito della lettrice Con specifico riferimento al Suo problema, temo che non ci sia molto da fare. In effetti, sembra che il nostro Consolato la abbia informata correttamente. Le Sue figlie, infatti, mi pare di capire non sono mai state Svizzere e sono maggiorenni. Non è nemmeno chiaro come Lei sia ritornata in possesso della cittadinanza svizzera. Qualche maggior dettaglio sulla Sua vita famigliare sarebbe stato d’aiuto. E tuttavia, non dispererei al Suo posto. È indubbio che le Sue figlie abbiano forti legami con la Svizzera per nascita e per frequentazioni. In difetto di diverse soluzioni, potranno, se non altro, richiedere di essere naturalizzate in presenza delle altre condizioni di legge, e sempre che lo vogliano. Avv. Markus W. Wiget Elezioni federali 2011 Nazionale più al centro ma più frammentato segue da pagina 1 Liberali. Si temeva che questa prevista avanzata potesse creare grossi problemi al Partito Liberale-Radicale, già alle prese con difficoltà interne e in difficoltà con i tradizionali sostenitori dell’economia. A quanto pare il PLR è riuscito a parare il colpo e a mantenersi al terzo posto fra i gruppi parlamentari. Se si considerano le percentuali, il calo dei due partiti storici di centro appare ben più pesante: il PLR scende al 14,7% (15,8% nel 2007) e il PPD scende al 13% dei voti nazionali (sperava un 17%). La ripartizione dei seggi è però anche frutto di congiunzioni di liste a livello cantonale ed è per questo che i due partiti riescono a limitare i danni. Comunque la composizione del cosiddetto “centro” è parecchio cambiata con l’arrivo sulla scena dei due nuovi partiti citati. Ora, dopo le elezioni complementari per il Consiglio degli Stati, che però non modificheranno di molto la situazione, gli sguardi sono rivolti alla formazione del prossimo Consiglio federale. Unica partente è la socialista Calmy-Rey e questo potrebbe giocare un brutto tiro al partito, perché le pressioni per un secondo seggio UDC sono forti e non mirano più soltanto ad escludere la PBD Widmer-Schlumpf. Se questa pressione a destra dell’UDC tende a chiedere un maggior rispetto del principio di concordanza, un’eventuale perdita di un consigliere federale socialista aprirà le stesse problematiche a sinistra. I socialisti sono però scesi al 17,6% dei voti, il peggior risultato dall’introduzione del voto proporzionale, pur vantando la conquista di seggi in alcuni cantoni, e non rinunceranno facilmente al secondo seggio, pur ammettendo il diritto dell’UDC ad un secondo mandato. “Tutti i giochi sono aperti” ha detto il presidente Christian Levrat, ma sembrano aperti a soluzioni che rischiano di non piacere a qualcuno. La celebre “concordanza elvetica” potrebbe uscire ancora una volta malconcia dai prossimi scontri. 4 N. 11, novembre 2011 Schweizer Sozialversicherungen für entsandten Mitarbeiter Muss sich eine entsandte Arbeitnehmerin krankenversichern? Muss sich eine aus der Schweiz entsandte Arbeitnehmerin in Italien krankenversichern? Wir werden in Kürze eine Mitarbeiterin haben, die aus der Schweiz entsandt ist, mit Schweizer Vertrag, vom Schweizer Arbeitgeber bezahlt. Pensionskasse, AHV, ALV bezahlt sie in der Schweiz. Da sie in Italien Steuern bezahlt, muss sie offenbar auch in Italien krankenversichert sein. Das ital. Gesetz der Krankenversicherung sieht offenbar vor, dass ein Teil der Prämien sie, den anderen Teil der Arbeitgeber bezahlt. Unser Verantwortliche im Verwaltungsrat, der den Vertrag unterzeichnet hat, weist diese Frage von sich und weigert sich, die Verantwortung für die Krankenversicherung im Land zu übernehmen. Habt Ihr Erfahrung mit solchen Fällen? M.F. Antwort Liebe Leserin, Eure Mitarbeiterin ist eine in der Schweiz angestellte, nach Italien entsandte Arbeitnehmerin. Für zwei, maximal verlängerbar bis 6 Jahre, kann Sie den Schweizer Sozialversicherungen (Pensionskasse, AHV, Krankenkasse, Arbeitslosenkasse usw.) angehören und muss nicht den italienischen Sozialversicherungen unterstellt sein, und wird unter anderem einen von der Schweizer Krankenkasse ausgestellten Europäischen Versicherungsausweis erhalten. Wenn sie in Italien wohnhaft ist, ist sie in Italien steuerpflichtig; dies zieht aber nicht automatisch die Unterstellung unter die Sozialversicherungen nach sich. Für medizinische Behandlungen hat sie zwei Möglichkeiten: Entweder sie lässt sich in der Schweiz behandeln, und wendet sich nur in Notfällen an die Notfallstelle eines italienischen Spitals oder Arzt, unter Vorweisung des ihr von der Schweizer Krankenkasse ausgestellten Europäischen Versicherungsausweises. Das Spital in Italien wird sie so normalerweise nicht bezahlen müssen (ausgenommen Ticket), AVS/AI Assicurazioni sociali di Robert Engeler falls sie für Arzt oder Arznei bezahlen muss, kann sie Rückerstattung bei Lamal verlangen. Die Rückerstattung wird nach Schweizer Tarif erfolgen, mit üblichem Selbstbehalt. Oder sie verlangt bei Lamal ein Formular E 106 und bringt dies zur zuständigen ASL. Dann wird sie in den SSN eingeschrieben und kann sich voll in Italien behandeln lassen; je nach Krankenkasse werden dann nur noch notfallmässige Behandlungen in der Schweiz bezahlt, nicht unbedingt planbare Behandlungen. Zudem ändert die Prämie, die etwas höher oder tiefer sein kann. Bevor man diesen Schritt unternimmt, sollte man sich bei seiner Krankenkasse gründlich informieren, im Zweifelsfall sich bei Lamal beraten lassen. Falls Ihr noch weitere Auskunft braucht: LAMAL, Postfach, CH-4503 Solothurn, telefono 0041 32 625 30 30. E-mail: [email protected] Mit freundlichen Grüssen. Robert Engeler Blocher torna al Nazionale – Un seggio al Movimento dei Cittadini a Ginevra Elezioni federali: i risultati per Cantone ARGOVIA – Malgrado il calo rispetto al 2007, l’UDC mantiene i propri sei seggi al Nazionale. Il PPD pe rde due dei suoi tre mandati. Ne approfittano il PBD, alleato proprio dei democristiani, e i Verdi liberali. I 15 seggi argoviesi sono così suddivisi: 6 UDC, 3 PS, 1 PPD (- 2), 2 PLR, 1 Verdi, 1 PBD (+1) e 1 Verdi liberali (+1). Agli Stati Pascale Bruderer (PS) è eletta al primo turno. Al ballottaggio il 27 novembre vanno la senatrice uscente Christine Egerszegi-Obrist (PLR) e il consigliere nazionale UDC Ulrich Giezendanner, che vuole difendere il seggio di Maximilian Reimann, ritiratosi dopo 16 anni. OBVALDO – L’UDC ha perso il suo seggio, l’unico del cantone a Berna, che aveva conquistato 4 anni fa. Eletto è il cristiano sociale Karl Vogler (8896 voti) che batte l’uscente Christoph von Rotz (6739); farà parte del gruppo PPD. Agli Stati è rieletto Hans Hess (PLR), che batte lo sfidante Giovane socialista Bashkim Rexhepi. NIDVALDO – L’UDC ottiene per la prima volta un seggio al Nazionale, l’unico che il cantone possiede, sottraendolo al PLR. Eletto è Peter Keller che prende il posto di Edi Engelberger (PLR). Nessuna possibilità per il Verde Conrad Wagner. Agli Stati era stato confermato Paul Niederberger (PPD) tacitamente a settembre. APPENZELLO ESTERNO – Il PLR mantiene il suo unico seggio al Nazionale: Andrea Claudio Caroni, ex collaboratore dell’ex ministro Merz, è eletto al posto di Marianne Kleiner ritiratasi. Riconfermato agli Stati l’unico candidato, l’uscente Hans Altherr (PLR). L’anno prossimo dovrebbe essere eletto presidente della camera alta. URI – L’unico seggio al Nazionale è andato a Gabi Huber (PLR), 55 anni, capogruppo alle Camere, brillantemente rieletta. Agli Stati il PPD manda a Berna il consigliere di Stato in carica Isidor Baumann (prende il seggio dell’uscente Hansheiri Inderkum). Il senatore uscente Verde liberale Markus Stadler ha mancato la maggioranza assoluta; al ballottaggio il 27 novembre battaglia con Gusti Planzer (UDC). APPENZELLO INTERNO – Daniel Fässler (PPD) è eletto al Nazionale e subentra al collega di partito Arthur Loepfe che non si è ripresentato. Agli Stati era già stato riconfermato Ivo Bischofberger (PPD) dalla Landsgemeinde lo scorso 1. maggio. SCIAFFUSA – Nessun cambiamento per i due seggi al Nazionale: riconfermati gli uscenti Thomas Hurter (UDC) e Hans-Jürg Fehr (PS). Agli Stati si riconferma Hannes Germann (UDC). Gli altri quattro candidati vanno al ballottaggio il 13 novembre. Si tratta di Thomas Minder, promotore dell’iniziativa popolare contro le retribuzioni abusive, Christian Heydecker (PLR) Matthias Freifogel (PS) e Herbert Bühler (Movimento ecoliberale). GLARONA – Martin Landolt (PBD) ha difeso l’unico seggio del Cantone, conquistato dopo il ritiro nel 2009 del socialista Werner Marti (PS). Battuto Yannick Schiess, presidente della sezione cantonale dei giovani socialisti. Immutata la deputazione agli Stati: This Jenny (UDC) e Pankraz Freitag (PLR) facilmente riconfermati. SAN GALLO – I Verdi liberali strappano uno dei 5 seggi occupati dall’UDC nel 2007. Il PPD ne ottiene 3: invariati rispetto al 2007, ma +1 rispetto alla fine della legislatura dopo il passaggio di Thomas Müller all’UDC all’inizio di quest’anno. L’UDC scende a quattro: - 1 rispetto al 2007 fa ma -2 in confronto alla situazione attuale. Il PS ne mantiene 2, il PLR 1 e i Verdi 1. Nella lotta per gli Stati, si è imposta per ora brillantemente Karin Keller-Sutter (PLR), diret- 5 N. 11, novembre 2011 trice del Dipartimento cantonale di giustizia. Il presidente dell’UDC nazionale Toni Brunner è giunto secondo, davanti all’uscente Eugen David (PPD), che rinuncia al ballottaggio del 28 novembre, e al presidente dell’Unione sindacale svizzera Paul Rechsteiner (PS). BASILEA CAMPAGNA – La ripartizione dei sette seggi al Nazionale rimane invariata: 2 UDC, 2 PS, 1 Verdi, 1 PPD, 1 PLR. Ma il mandato liberale-radicale è stato messo seriamente a rischio dall’alleanza di centro, formata da PPD, PEV, PBD e Verdi liberali. Agli Stati l’uscente Claude Janiak (PS), ha superato nettamente il candidato dell’UDC, il capogruppo alle Camere Caspar Baader. BASILEA CITTÀ – Il PPD è riuscito a conquistare il seggio dei Verdi grazie alla nuova alleanza di centro con PEV, Verdi liberali e PBD. I cinque seggi della deputazioni sono ora così distribuiti: 2 PS, 1 UDC, 1 PLR e 1 PPD. Il PS scende dal 35,7 al 30,6%. E l’UDC passa dal 20% al 17,1%. Agli Stati è rieletta Anita Fetz (PS), in carica dal 2003, che ha superato il consigliere nazionale UDC Sebastian Frehner e il presidente cantonale del PLR Daniel Stolz. ZUGO – Sorpresa nell’assegnazione dei 3 seggi del Nazionale: due uscenti non sono stati riconfermati: Josef Lang (Alternativa - Verdi) e Marcel Scherer (UDC). Ce l’ha fatta invece Gerhard Pfister (PPD). Gli altri due eletti sono Thomas Aeschi (UDC) e Bruno Pezzatti (PLR). Il PLR è dunque riuscito a riprendersi il seggio perso otto anni fa. PPD e PLR, alleati, hanno mantenuto senza problemi gli attuali due seggi agli Stati: riconfermato il PPD Peter Bieri, a Berna già da 16 anni, ed eletto il consigliere di Stato Joachim Eder (PLR), che prende la poltrona lasciata libera da Rolf Schweiger. FRIBORGO – Il PS è riuscito a portare a tre (+1) i suoi consiglieri nazionali. Il seggio è stato conquistato a spese del Partito cristiano sociale (PCS) che perde il suo unico mandato. Stabili le altre formazioni politiche: due poltrone per il PPD, una per l’UDC e una per il PLR. Il seggio del PCS era stato attribuito quattro anni fa a Hugo Fasel, ex presidente del sindacato Travail. suisse. Durante la legislatura, Fasel aveva però lasciato l’incarico. I due senatori uscenti Urs Schwaller (PPD) e Alain Berset (PS) hanno staccato il biglietto per Berna al primo turno. Nettamente distanziati Jean-François Rime (UDC) e Ruedi Vonlanthen (PLR). GIURA – Nessuna sorpresa al Nazionale: il PPD ha riconquistato, come preevisto il seggio perso quattro anni fa a scapito dell’UDC. L’altro mandato va come finora al PS. I due eletti sono Pierre-Alain Fridez (PS), che quattro anni fa non era stato eletto per soli 19 voti, e Jean-Paul Gschwind (PPD). Perde il suo seggio Dominique Baettig (UDC). Anche agli Stati nessuna sorpresa: confermati i due uscenti, Claude Hêche (PS) e Anne Seydoux-Christe (PPD). SVITTO – L’UDC ha perso uno dei suoi due seggi al Nazionale a favore del PLR. Al posto del dimissionario Peter Föhn (UDC) è stata eletta Petra Grossi (PLR). A sostituire il PPD Reto Wehrli, che non si è rirpesentato, è il suo collega di partito Alois Gmür. Il PS sarà rap- presentato dall’uscente Andy Tschümperlin. Riconfermato pure l’UDC Pirmin Schwander. TURGOVIA – I Verdi liberali conquistano un seggio al Nazionale a scapito dell’unico mandato del PLR che non sarà quindi più rappresentato. La deputazione turgoviese sarà quindi così rappresentata: 3 UDC (-), 1 Verde liberale (+1), 1 PPD (-) e 1 PS (- ). Agli Stati Roland Eberle (UDC) è riuscito a difendere il seggio lasciato libero da Hermann Bürgi. Per la seconda poltrona, quella finora detenuta dal PPD Philipp Stähelin, sarà necessario un secondo turno, il 13 novembre. Al secondo posto si è piazzata Brigitte Häberli-Koller (PPD), attualmente consigliera nazionale, seguita da Max Vögeli (PLR). ZURIGO – I Verdi liberali salgono da 3 a 4 seggi e il PBD conquista al primo colpo 2 seggi. UDC, PPD e Verdi perdono invece un seggio a testa. I 34 seggi zurighesi saranno così ripartiti: UDC 11 (-1), PS 7, Verdi liberali 4 (+1), PLR 4, Verdi 3 (-1), PBD 2 (+2), PPD 2 (-1), PEV 1. L’elezione segna il ritorno a Berna di Christoph Blocher: primo sulla lista democentrista per il Nazionale. L’UDC si conferma partito di maggioranza relativa, al 29,9% (- 4 punti rispetto al 2007). Il PS si stabilizza al 19,2% delle preferenze (-0,6). Il PLR scende all’11,6%. I Verdi liberali - formazione nata proprio a Zurigo nel 2004 da una scissione dai Verdi - salgono all’11,5% (+4,5). Il PBD, al suo esordio elettorale, ottiene il 5,3%. Il PPD scende al 5%(- 2,5). Partito evangelico (PEV) ottiene 3% (-0,6). I Verdi scendono all’8,4% (-2). SOLETTA – I socialisti riconquistano il seggio al Nazionale passato ai Verdi nel 2007. I sette mandati sono ora così distribuiti: 2 UDC, 2 PPD, 1 PLR e 2 PS (+1). L’UDC, che quattro anni fa ha superato il 27%, ha riconfermato le sue due poltrone ma è scesa al 22,8%. Agli Stati l’uscente Roberto Zanetti (PS) è stato riconfermato. Secondo turno il 4 dicembre: se la vedranno Pirmin Bischof (PPD) e il sindaco di Soletta Kurt Fluri (PLR), che difende il seggio lasciato libero da Rolf Büttiker. NEUCHÂTEL – Nessun cambiamento nella ripartizione dei seggi ma sorpresa in casa PLR: l’uscente Sylvie Perrinjaquet non è stata rieletta. Al suo posto il collega Alain Ribaux. La deputazione sarà composta da 2 PLR (Laurent Favre e Alain Ribaux), un UDC (Yvan Perrin), un PS (Maire Jacques- André) e una Verde (Francine John-Calame). Agli Stati i due uscenti Didier Berberat (PS) e Raphaël Comte (PLR) sono riconfermati. Per la prima volta l’elezione è avvenuta con il sistema proporzionale. BERNA – Malgrado la nascita del PBD, l’UDC rimane stabile. Mantiene le sue posizioni anche la sinistra. Fanno invece un balzo in avanti PBD e Verdi liberali mentre crolla il PLR. La deputazione bernese sarà quindi composta da 8 UDC (-2 rispetto al 2007, invariato rispetto alla situazione attuale), 6 PS (invariato), 4 PBD (+2 rispetto alla situazione attuale), 3 Verdi (invariato), 2 Verdi liberali (+2), 2 PLR (-2) e 1 PEV (stabile). Il PPD e l’UDF perdono invece il loro unico seggio. Nessun eletto agli Stati: meglio piazzati gli uscenti Adrian Amstutz (UDC) e Werner Luginbühl (PBD), davanti a Hans Stöckli (PS) e Alec von Graffenried (Verde). VALLESE – Il PPD è stato costretto a cedere al PS uno dei suoi quattro seggi. La ripartizione dei sette mandati è la seguente: 3 seggi al PPD, due al PS, uno ciascuno per UDC e PLR. Per gli Stati ballottaggio generale: nessuno degli undici candidati ha ottenuto la maggioranza assoluta. In testa si sono classificati gli uscenti PPD Jean-René Fournier e René Imoberdorf. Seguono Oskar Freysinger (UDC), Jean-René Germanier (PLR), e Stéphane Rossini. LUCERNA – L’UDC perde un seggio al Nazionale, che va ai Verdi liberali. Questa la ripartizione dei dieci seggi: PPD 3, UDC 2 (-1), PLR 2, PS 1, Verdi 1, Verdi liberali 1 (+1). Ballottaggio generale il 27 novembre per la conquista del seggio lasciato libero da Helen Leumann (PLR). L’attuale senatore Konrad Graber (PPD) ha ottenuto il miglior risultato, seguito dal consigliere nazionale Georges Theiler (PLR). In corsa anche UDC, PS e Verdi. VAUD – Il PS passa da 4 a 6 seggi. Anche i Verdi liberali, che si presentano per la prima volta, riescono a guadagnarne uno. Perdono un seggio l’UDC, da 5 a 4, e i Verdi. Finora i 18 seggi erano così ripartiti: 5 UDC, 4 PLR, 1 PPD, 4 PS, 3 Verdi, 1 La Sinistra. Nessun eletto al primo turno agli Stati. Ai primi due posti fra i tredici candidati figurano gli uscenti Géraldine Savary (PS) e Luc Récordon (Verdi), con un buon vantaggio su Guy Parmelin dell’UDC e Isabelle Moret del PLR. GINEVRA – Il Mouvement Citoyens Genevois (MCG) sarà rappresentato per la prima volta in nazionale: la formazione ha strappato un seggio al PLR. Il suo rappresentante Mauro Poggia si è persino aggiudicato il maggior numero di voti, scavalcando numerosi uscenti. Gli undici seggi saranno suddivisi fra PS (3, invariato), PLR (2, -1), UDC (2, invariato), Verdi (2, invariato), PPD (1, invariato) e MCG (1, +1). Agli Stati riconfermati Liliane Maury Pasquier (PS) e Robert Cramer (Verdi). TICINO – La congiunzione delle liste fra la Lega dei Ticinesi e l’UDC ha provocato l’elezione di due leghisti (+1) e un UDC (+1). Perdono un seggio sia i liberali-radicali, sia i socialisti. Il PPD mantiene i suoi due seggi. I Verdi non riescono invece ad eleggere un loro deputato. Grosso rischio per il presidente nazionale PLR Fulvio Pelli, la cui riconferma è stata in forse fino alle ultime schede. Lotta aperta anche nel PPD, dove Monica Duca-Widmer è terminata esattamente alla pari con il segretario del partito Marco Romano e ha poi vinto il sorteggio. Nel PS Marina Carobbio vede indebolita la sua posizione per un’eventuale candidatura al Consiglio federale. Ballottaggio generale per gli Stati con Lombardi nettamente in testa. GRIGIONI – L’UDC guadagna 1 seggio a scapito dei 2 del PBD, PPD e socialisti mantengono il loro seggio, mentre lo perdono i liberali-radicali, a vantaggio dei Verdi liberali. Il cantone sarà così rappresentato al Nazionale da un deputato per partito, salvo i liberali-radicali. Torna alla Camera Bassa Silva Semadeni (PS), già eletta nel 1995, e porta così una voce in più alla Svizzera italiana. Un PPD e un PLR eletti agli Stati, con l’UDC che perde il seggio tradizionale. 6 N. 11, novembre 2011 «Primo piano» A cura di Annamaria Lorefice www. gazzettasvizzera.it Silvia Metzeltin parla del grande Walter Bonatti, dei valori della montagna e del modello svizzero Quelle bugie sulla conquista del K2 un monito per l’alpinismo moderno Lugano – È impossibile sintetizzare in questo spazio il personaggio Silvia Metzeltin e la sua vita. Geologa, alpinista, scrittrice e giornalista svizzera, la cui fama mondiale oltre che per la conquista di parecchie vette a quota 6000 metri, è anche dovuta ai numerosi incarichi in organismi internazionali alpinistici e scientifici. Silvia Metzeltin, tra le molte attività che svolge in Italia dagli anni ‘50, insegna anche all’Università dell’Insubria a Varese. Dal 1962 era amica di Walter Bonatti, recentemente scomparso: la stampa ha riproposto la vicenda della conquista del K2, avvenuta nel 1954, un’esperienza che per le sue modalità ha amareggiato per 50 anni la vita del grande alpinista. Bonatti, che partecipò alla mitica spedizione italiana – e ne permise di fatto il felice esito – riportò la sua verità sul raggiungimento della vetta, conquistata, sì, da Compagnoni e Lacedelli, ma al prezzo di fatti gravi accaduti al campo 9 e delle relative menzogne contro di lui, giovane e ingenuo. «Io quella notte dovevo morire...», scrive nel suo libro-verità “Processo al K2”. Bonatti e il portatore pakistano Mahdi furono mandati a prendere le bombole d’ossigeno, senza le quali mai si sarebbe raggiunta la cima posta a 8611 metri. Al loro ritorno non trovarono nessuno e trascorsero senza riparo a 8400 metri una drammatica notte, in lotta con la morte, a 50 gradi sotto zero. Una volta avute le bombole, Bonatti fu mandato indietro in modo da escluderlo dalla “vittoria”. Mahdi subì poi l’amputazione delle dita congelate di mani e piedi. I capi-spedizione falsificarono orari e percorsi e negarono l’efficienza delle bombole. Ma proprio una foto subito apparsa su una rivista svizzera ritraeva Compagnoni e Lacedelli sulla vetta con tanto di bombole e respiratori in funzione. Tuttavia, nessuno volle ascoltare Walter Bonatti, tranne pochi amici tra cui la Metzeltin. La questione fu ripresentata anni dopo e si ottenne ragione. Come ci racconta Silvia Metzeltin. Su questa vicenda del K2, cosa si può ancora dire? «Che deve servirci da monito. Spero che riparlare di quei fatti serva oggi a ricordarci che l’alpinismo non è fatto solo di grinta ma soprattutto di fondamentali valori come lealtà e solidarietà». Anche lei cercò di aiutare Bonatti? «Sì, perché la verità la sapevamo tutti già dall’inizio. E la verità era quella di Bonatti. Al centro dell’immagine Silvia Metzeltin, all’attacco della via Solleder alla Civetta. A destra: Silvia Metzeltin con Gino Buscaini in Patagonia. Foto scattata da Walter Bonatti. Silvia Metzeltin conta oltre 1’300 ascensioni sulle Alpi e sulle montagne del mondo, fra cui l’apertura di 70 vie, nuove e difficoltose, in ogni continente. È membro del Club Alpino Accademico Italiano, del Club Alpino Austriaco e del “Groupe de haute montagne”. Delegata del Cai nell’Unione delle associazioni alpinistiche di tutto il mondo (Uiaa), dopo la presidenza della Commissione per le spedizioni extraeuropee. Insignita nel 1996 della Medaglia d’oro “Re Alberto I dei Belgi” per il suo impegno etico e culturale nell’alpinismo, in particolare in difesa dei valori di solidarietà e libertà. Classe 1938, si arrampica tuttora con passione. Tra i suoi tanti libri, citiamo “Polvere nelle scarpe”. Walter era una persona deliziosa con la quale potevi condividere tutto a patto di non toccare la questione K2! Una volta, ero con lui in Patagonia e ne ho accennato incidentalmente. Dalla sua reazione ho capito che la ferita era profonda e ricordo di avergli detto: “Walter basta con questo tabù”. Mi sono sentita in obbligo, sia come amica, sia per la mia posizione influente nel Club Alpino Italiano, di ristabilire la verità dei fatti. Ma trovai tanto ostracismo, da parte di tutti». Perché quel muro di gomma? «Non volevano sconfessare i loro predecessori. Sarebbe bastato dire “hanno sbagliato tacendo per non offuscare quella vittoria...”. Invece non si è voluto fare questo atto dovuto. Quindi tutto era precipitato di nuovo in quel cono d’ombra che conosciamo e io mi sono detta, basta, lascio perdere questa storia perché è inutile combattere». E poi invece? «Walter intanto si era mosso con i suoi legali e infine nel 2004 ha vinto grazie alle fotografie che erano state riesaminate con più cura. Foto pubblicate fin dal ‘55 sulla rivista svizzera “Berge der Welt”. Fummo tutti felici, anche se erano trascorsi 50 anni». Di Walter Bonatti ora tutti dicono che rappresentava i valori dell’alpinismo. «Le rispondo con un ricordo che fu l’inizio 7 N. 11, novembre 2011 della nostra amicizia. Un tempo gli alpinisti non erano assicurati, erano soccorsi e curati a loro spese. Nel 1963 a Courmayeur ero corsa a chiedere aiuto per alcuni amici bloccati nella bufera, e un signore-bene dell’alpinismo mi ha chiesto: “Ma chi paga?” riferendosi all’operazione di soccorso da compiere. Ricorderò per sempre la voce di Walter, arrivato di notte sotto la pioggia battente con altri amici suoi, mentre precisava che partivano in soccorso per pura solidarietà. E questo per persone che non conoscevano nemmeno». Con Bonatti si è chiusa un’epoca? «Sì. La generazione successiva è arrivata con gli sponsor e questo ha cambiato tutto. Io li chiamo oramai i lavoratori dello spettacolo, tra gli spot pubblicitari e la vendita di spedizioni a troppi turisti che non sanno nemmeno allacciarsi gli scarponi. Poi succedono le tragedie. Il “fare i soldi” ha tolto la parte più bella del nostro alpinismo: il rispetto per la montagna e per le persone». Lei è una figura di primo piano anche nell’Alpinismo femminile. Ci sarebbe tanto da dire; ci può raccontare un episodio del passato? «È interessante la storia dell’Alpinismo femminile, fatta di conquiste di cime e... di spazi che i maschi non volevano concedere. Ricordo che nel ‘68 in Svizzera, a Engelberg, una giornalista pratica di montagna fondò un circolo, che frequento ancora, per far cono- scere tra loro le alpiniste di un certo livello e di Paesi diversi. È l’unico movimento nato nel ‘68 che esiste tuttora. Questo è stato molto bello perché, come dico spesso, noi abbiamo fatto crollare la cortina di ferro prima dei politici». Vale a dire? «Tra noi alpinisti ci siamo aiutati, ci siamo sempre capiti al di là delle frontiere. Il famoso film “Cordata europea”, dimostrava che alpinisti di nazionalità diverse s’incontravano e scalavano in amicizia, nonostante la cortina di ferro. Questa componente umana non emergeva per una consapevolezza politica, ma solo grazie all’alpinismo che favoriva la comprensione umana. Io non l’ho nemmeno adesso una consapevolezza politica, cerco solo di essere onesta in tutti i Paesi dove mi trovo». Lei ama molto la Patagonia, perché? «Perché le montagne da sole non bastano per affezionarti a un posto se non ci sono le persone. E lì, dove ritorno ogni anno, ci sono persone dalle quali - così come mi è successo in Italia - mi sono sentita accolta fin dalla prima volta. Persone dalle quali ricevo ospitalità, conoscenza di luoghi e usanze. Cosa posso dare io? Ho svolto lezioni di geologia per loro e ho scritto libri, anche quando c’era mio marito Gino Buscaini. Abbiamo raccontato di loro, rispettandone l’identità e l’umanità. Tendo sempre a valorizzare e a difendere la gente dei Paesi che amo». Difende anche la Svizzera? «Sì, perché subisce i soliti preconcetti, per esempio quando mi si dice che la Svizzera è un paradiso fiscale. Certamente per me, come persona normale, è un paradiso fiscale, perché non ho bisogno del commercialista per fare la mia dichiarazione dei redditi, come succede in Italia per esempio. La Svizzera ha i suoi difetti come ogni altro Paese, ma il suo modello democratico rimane un esempio. È un modello anche rispetto a tutti gli altri tentativi di autonomia regionale e locale che per ora non stanno funzionando, e che possono sfasciare un Paese. Invece la Svizzera è un Paese tenuto insieme molto bene». Come ci riesce? «Parlando di dio e della patria? No. Ci riesce con la sua buona amministrazione, un fattore cardine da mantenere ben saldo. I nostri servizi pubblici sono gioielli da preservare, le ferrovie, le poste... A chi punta il dito contro, ogni volta dico: la Svizzera non vi è sempre simpatica? Pazienza, è amministrata bene. Tanti altri cittadini nel mondo, mi creda, vorrebbero essere amministrati così». Ha mai pensato di smettere di scalare? «No, nemmeno quando rimasi sulla roccia senza cibo e nella bufera per 4 notti e 5 giorni. Mi dicevo “finirà”. E anche oggi, continuo ad allenarmi e a scalare le mie montagne finché avrò la forza di farlo». [email protected] Pubbliredazionale 8 N. 11, novembre 2011 Elezioni federali 2011 Non è riuscito all’UDC l’assalto al Consiglio degli Stati È sostanzialmente fallito l’annunciato assalto dell’UDC di Blocher al Consiglio degli Strati, la Camera dei cantoni. I risultati, per i cantoni (non tutti) che dovevano eleggere i loro rappresentanti a Berna, non sono ancora definitivi, poiché in molti casi si dovrà ricorrere al voto di ballottaggio. I rappresentanti alla Camera alta (2 per cantone, 1 per semi-cantone) vengono eletti con il sistema maggioritario e – al primo turno – devono superare il 50% dei voti. L’UDC per l’occasione schierava grandi nomi: da Christoph Blocher a Zurigo, al presidente Toni Brunner, al capogruppo Caspar Bader, al rappresentante delle lobby degli autotrasportatori Ulrich Giezendanner. Visto l’esito del primo scrutinio è poco probabile che questi nomi vengano scelti per il Consiglio degli Stati. Per il momento è sicura solo la perdita di un seggio UDC nei Grigioni, dove il posto dell’uscente Christoffel Brändli, per cui non è sicuro che l’UDC possa mantenere i 7 mandati del 2007. Al primo turno hanno ottenuto una brillante elezione sia la sangallese Karin Keller Sutter (PLR), sia la argoviese Pascale BrudererWyss. Glarona, Zugo, Friburgo, Grigioni, Neuchâtel, Ginevra e Giura hanno già eletto i loro due rappresentanti. Zurigo, Berna, Lucerna, lotta fra il rappresentante liberale- radicale e quello della destra e della sinistra si annuncia piuttosto accanita. I commentatori pensano che non vi saranno grandi cambiamenti. Il PPD e il PLR continueranno a mantenere una piccola maggioranza, mentre l’assalto dell’UDC potrebbe invece provocare una leggera avanzata dei socialisti. Dei 27 seggi finora assegnati, 8 toccano ai socialisti, 7 al PPD e 7 ai liberali-radicali, 4 all’UDC e 1 ai Verdi. In date diverse Filippo Lombardi pronto per la riconferma al Consiglio degli Stati. Vaud, Vallese e Ticino dovranno procedere a un ballottaggio generale, mentre i rimanenti cantoni dovranno ancora eleggere uno dei due loro rappresentanti. In Ticino, l’uscente Filippo Lombardi, membro del Consiglio degli Svizzeri all’estero, è nettamente in testa con il numero di suffragi ottenuto al primo turno. Deve però ora essere confermato, poiché la Trattandosi di elezioni cantonali, il ballottaggio avrà luogo in date diverse nei vari cantoni. Già il 6 novembre in Vallese, il 13 novembre a Sciaffusa, Turgovia e Vaud; il 20 novembre a Berna e in Ticino; il 27 novembre a Zurigo, Lucerna, Uri, Svitto, San Gallo, Argovia; perfino il 4 dicembre, cioè alla vigilia della prima sessione della nuova legislatura, a Soletta. È anche già successo in passato che qualche seggio sia rimasto vuoto all’inizio della sessione, perché il cantone interessato non aveva ancora eletto il proprio rappresentante. I commenti della stampa svizzera alle elezioni federali del 23 ottobre La vittoria di Verdi Liberali e del PBD Le elezioni federali suscitano due diversi tipi di commento sulla stampa svizzero tedesca. Taluni ritengono che queste nuove formazioni conferiranno dinamismo alla vita politica, altri sottolineano invece la loro mancanza di profilo. Per la “Neue Zürcher Zeitung” (NZZ), «gli elettori hanno voluto soffiare aria fresca sotto la Cupola federale». E ciò non può che far bene dopo una legislatura incrostata, rileva il quotidiano zurighese. «Il centro ha sì vinto e la coalizione dei partiti al potere ha vacillato, ma non è caduta». La “Basler Zeitung” ostenta durezza nei confronti dei «nuovi arrivati» (i piccoli partiti), ritenendo che tali partiti potrebbero sparire dallo scacchiere politico tanto rapidamente quanto sono apparsi. Il quotidiano basilese prende di mira soprattutto il PBD, il cui unico scopo sembra consistere nell’incensare la sua consigliera federale Eveline Widmer- Schlumpf. Le perdite dell’UDC sono pure analizzate da vari organi di stampa. A Zurigo, il “Tages-Anzeiger” ritiene che il calo del primo partito svizzero «farà del bene» sia alla formazione di Brunner che ai suoi avversari. Secondo il “Blick”, Christoph Blocher è responsabile del risultato negativo dell’UDC. Questi si è fatto distanziare al Consiglio degli Stati ed è arrivato soltanto al secondo posto al Nazionale, dietro alla sua collega di partito Natalie Rickli. Il calo dell’Unione democratica di centro alle elezioni federali costituisce una svolta per la stampa romanda. Una «severa battuta d’arresto» è stata data all’UDC, scrive “Le Temps”. Il giornale ritiene che «il partito rimanda all’immagine di una destra dura nel momento in cui il Paese capisce che occorre trovare soluzioni al centro per fare fronte a una situazione economica che si annuncia sempre più difficile e incerta». Il calo dell’UDC riflette una certa stanchezza di una parte degli Svizzeri in particolare a fronte di un discorso «monomaniaco» che tende a privilegiare i problemi della sicurezza, scrive dal canto suo “Le Matin”. Per “La Tribune de Genève”, la spettacolare avanzata di PBD e Verdi liberali ha «fatto esplodere il centro dello scacchiere politico». Questa svolta significa in primis che gli Svizzeri non hanno più fiducia nei partiti tradizionali. In Parlamento, il centro-destra si rafforza «nell’addizione delle sue divisioni», sottolinea “La Liberté”, per la quale questa frammentazione complicherà in modo incontestabile la ricerca di maggioranze parlamentari. “Un Ticino più a destra” è il titolo di prima pagina del «Corriere del Ticino», che sottolinea la vittoria di Lega e UDC nel cantone, a scapito di un seggio dei Liberali-Radicali e dei Socialisti. 9 N. 11, novembre 2011 È scomparso il segretario generale Arnaldo Haechler La Società Svizzera di Milano colpita da un grave lutto Il 7 ottobre è mancato l’Ing. Arnaldo Haechler, Segretario Generale della Società Svizzera di Milano. È un colpo durissimo per il nostro Sodalizio in quanto Arnaldo è stato una colonna dell’organizzazione della nostra vita sociale. Dopo la laurea al Politecnico Arnaldo si impiegò nella Marelli Motori col delicato incarico di direttore acquisti, carica che fu perfettamente congeniale per la Ditta in virtù anche della assoluta rettitudine ed onestà di Arnaldo. Al termine del suo incarico avendo raggiunto il momento della pensione egli, che frequentava sovente la nostra Società (soprattutto come appassionato ed accanito birillista), essendo rimasta vacante la posizione di Segretario Generale, decise di assumere questo impegno. Da allora (circa 25 anni or sono) Arnaldo spese ininterrottamente e totalmente la sua vita a vantaggio della nostra Società. Molti Soci lo ricordano seduto alla scrivania, col volto bonario (quasi sempre), annegato in una miriadi di carte, in un apparente caos, dove però lui sapeva perfettamente metter le mani. Se chiedevi un’informazione o una pratica lui afferrava uno dei tanti raccoglitori rossi che erano nell’armadio dietro la scrivania ed estraeva immediatamente a colpo sicuro quello che occorreva. Era dotato infatti di una eccezionale memoria Arnaldo era ancora una persona “vecchia maniera” che intimamente aveva un certo rigetto per i sistemi computerizzati Era d’istinto una persona molto “risparmiosa”, che odiava gli sprechi, che pertanto conduceva il suo lavoro con grandi parsimonie, talvolta eccessive. treno in caso di brutto tempo), per raggiungere la sua amata Società. Chi si è recato in auto a Ponte Lambro per le esequie si è reso conto della lunghezza, della complicazione e del traffico del tragitto che Arnaldo affrontava giornalmente, rubandosi almeno un paio d’ore di vita. Arnaldo è rimasto scapolo per tutta la vita, e risiedeva solo, nella casa paterna nel delizioso paese di Ponte Lambro nella zona collinare della Brianza. Per chi volesse rendere omaggio alla sua tomba egli è sepolto nella tomba di famiglia nel Cimitero di Ponte Lambro, situato vicinissimo alla Stazione ferroviaria ed Arnaldo Haechler in occasione del ritiro del Premio alla Chiesa Parrocchiale. Myrta Gabardi conferitogli l’anno scorso. Significativo e toccante è stato il messaggio di cordoglio Arnaldo non aveva un carattere facile, era inviato da David Vogelsanger, attualmente molto suscettibile. Se, come raramente sucAmbasciatore di Svizzera nell’Africa Centrale, cedeva, qualcuno lo irritava e lo portava “fuori che fu per anni Console Generale di Svizzera dei gangheri”, egli non aveva peli sulla lingua a Milano e che ebbe un sincero rapporto di e sistemava per bene l’interlocutore. amicizia e di aperta collaborazione con ArFu una persona attivissima, che non si connaldo. cedeva mai un minuto di sosta, pronto a dare Ma la vita sociale continua e la Società Svizzera ascolto a chiunque gli proponesse quesiti di di Milano si è già attivata per proseguire la straogni sorta. Nel suo lavoro fu anche validamda indicata da Arnaldo, potenziando l’attività ente supportato dalla collaboratrice Sara. della Segreteria. Arnaldo è stato una persona Tutti i santi giorni della settimana, e molto unica e lo ricorderemo per molti anni. sovente anche la Domenica, Arnaldo scendeva Addio, caro Arnaldo. dal paese a Milano con l’auto (o raramente col E. H. Al ritorno dal funerale lo scorso 10 ottobre Non un ricordo dell’Ing. Haechler, ma un saluto all’Arnaldo “Oggi pomeriggio*, mentre eravamo lì al Ponte**, ho visto dove stava riposando l’Arnaldo, mi sono guardato attorno e lì al centro della valle, fra i monti che gli faranno compagnia nel lungo viaggio, mi son fatto certo, che quelle cime non mancheranno di vederlo, in punta di piedi, organizzare qualcosa fra le anime lassù. Ed ancora di più son sicuro che un giorno, quando ci ritroveremo tutti, l’Arnaldo avrà da proporci una gita, un incontro, un’escursione o una cenetta. Per poi, scuotendo leggermente la testa, chiederci cosa ne pensiamo! Convinto però che tutto sia andato benissimo, ma che forse poteva andare meglio! Più tardi, mentre tornavamo verso Milano, pensavo – fra me e me – alle tante e tante “cose” fatte assieme, alle tante buone chiacchere scambiate e… quale miglior ricordo dell’Ing. Haechler se non raccogliere la sua indubbia eredità fatta di organizzazione, di pignoleria, di piccoli ma continui passi, di piacevoli incontri, di grandi eventi, di piccole e raccolte cene anzi… cenette… Ed allora voglio ricordarlo così: a piccoli passi, mai soddisfatto del tutto, ma sempre convinto della buona riuscita di ogni impresa! Ciao Arnaldo. Avv. Niccolò G. Ciseri * il 10 ottobre, giorno del funerale ** Ponte Lambro 10 N. 11, novembre 2011 Alla Società Svizzera di Milano Natale dei Bambini Sabato 17 dicembre 2011 Cari Amici della Comunità Svizzera, la ricorrenza che tutti i bambini attendono con più trepidazione si avvicina velocemente e anche quest’anno “Babbo Natale” ci ha promesso che verrà a festeggiare con noi il NATALE DEI BAMBINI, sabato 17 dicembre 2011 alle ore 15.00, nella Sala Meili al terzo piano di Via Palestro 2 (Piazza Cavour), Milano. In attesa che arrivi “Babbo Natale” con il suo sacco colmo di doni, un gruppo di allievi della Scuola Svizzera di Milano ci allieterà con un programma natalizio. Con il contributo della Banca dello Stato del Cantone Ticino e con il sostegno della Camera di Commercio Svizzera in Italia, Vi invitiamo a partecipare a questa nostra tradizionale iniziativa che si estende a tutti i bambini figli o nipoti di nostri Soci ed ai bambini di nazionalità svizzera, Avviso ai corrispondenti Per il numero di gennaio 2012, a causa delle Feste Natalizie è necessario anticipare l’invio di articoli, al più tardi a mercoledì 14 dicembre 2011. anche figli di non Soci della nostra Società, nati dal 1999 al 2008 ovvero tra i 3 ed i 12 anni. Tutti i bambini, debitamente iscritti riceveranno un regalo. Per le iscrizioni Vi preghiamo di compilare la scheda che potete richiedere alla nostra segreteria, dal lunedì al venerdì dalle 14 alle 19 (tel. 02 -76000093; fax 02 -45473511; e-mail [email protected]) e che dovrà esserci restituita entro venerdì 2 dicembre 2011. Trascorsa tale data non sarà più possibile prendere in considerazione altre iscrizioni per ragioni organizzative. Per l’acquisto dei doni contiamo molto sulla generosità dei nostri Soci e dei nostri Connazionali! Pur avendo o meno figli o nipoti iscritti alla festa, ci permetterete di renderla ancora più bella ed allegra con il Vostro contributo che potrete farci avere con un versamento sul nostro conto corrente postale n. 32271207 oppure a mezzo bonifico bancario sul nostro conto corrente n. 10052,28 presso la Banca Monte dei Paschi di Siena, filiale di Milano ag. 62 di Piazza Cavour coordinate IBAN: IT 86 K 01030 01661 000001005228 BIC: PASCITM1645. Nell’esprimerVi anticipatamente la nostra viva gratitudine, Vi inviamo i nostri più cordiali saluti e i migliori auguri per le prossime festività. Il Presidente, J. P. Hardegger Alla Società Svizzera di Milano Serata dei tiratori giovedì 17 novembre 2011 La SEZIONE TIRATORI in collaborazione con la SOCIETÀ SVIZZERA Vi invita per il giorno GIOVEDI 17 NOVEMBRE 2011, con inizio alle ore 20.00 presso la Sala Meili, al terzo piano di Via Palestro 2 (Piazza Cavour), Milano, per festeggiare insieme la fine della stagione agonistica. Nel corso dell’aperitivo, nella nostra caratteristica STUBE, sarà possibile ammirare le coppe e le medaglie ed assistere alla premiazione degli Amici Tiratori che maggiormente si sono distinti durante l’anno. Accompagnati dalle musiche del Complesso dei CORIANDOLI potremo poi gustare un’ottima cena. Vogliate cortesemente prenotare la Vostra partecipazione entro lunedì 14 novembre 2011, presso la nostra segreteria dal lunedì al venerdì, dalle 14.00 alle 19.00. Telefono 02 76 00 00 93; fax 02. 45 47 35 11; e-mail: [email protected] www.societasvizzera.it Il prezzo, bevande incluse, per i Soci è di 35 Euro, per i Soci fino a 33 anni 30 Euro, per i giovani Soci fino a 25 anni 25 Euro, e per i non Soci 50 Euro. Vi ricordiamo che la serata è ovviamente aperta a TUTTI I SOCI ED AGLI AMICI (non soltanto ai Tiratori!) e pertanto ci auguriamo di incontrarVi numerosi. SEZIONE TIRATORI: Il Presidente, A. Hachen SOCIETÀ SVIZZERA: Il Presidente, J. P. Hardegger Consegnati attestati per la musica, la medicina e il giornalismo La XIIª edizione del Premio Internazionale Myrta Gabardi Il 27 ottobre sono stati consegnati a Milano, nella sede della Società Svizzera Svizzera, i premi ad artisti, giornalisti e istituzioni, onorati nell’ambito del Premio Internazionale istituito alla memoria di Myrta Gabardi. Il premio “Una vita per la musica, una musica per la vita” è stato attribuito alle seguenti personalità e istituti: Amarilli Nizza – cantante lirica – quale “Versatile Rappresentante in Italia e nel mondo del bel canto che arricchisce con grazia, bellezza ed arte interpretativa”. Amarilli Nizza nasce a Milano in una famiglia dedita al bel canto da quattro generazioni, inizia studiando piano e poi il canto con la nonna Claudia Biadi, da sempre la Sua insegnante. Nel 1993 vince giovanissima il Concorso Battistini ed esordisce come protagonista in Butterfly a Rieti. Dal 2001 inizie le sue esperienze internazionali cogliendo i maggiori successi a Vienna (Tosca nel 2007 e 2009), Aida a Verona dal 2005 al 2011, i Pagliacci nel 2006, La Vedova Allegra nel 2005, Covent Garden (Butterfly 2011), Berlino (Aida 2002 e Pagliacci 2007), Maggio Musicale Fiorentino (Butterfly 2008), Amburgo (Macbeth 2011), Buenos Aires (Tabarro e Suor Angelica 2011) e via così in tutti i più grandi teatri del mondo, con i più importanti direttori d’orchestra. Alessandro Nunez Allasca. Motivazione del premio: “Per aver portato dalle Ande alle Alpi il suo estro creativo e la sua versatilità musicale”. Il compositore di origini peruviane inizia la sua carriera precocemente e da autodidatta. Vince una borsa di studio musica a Buenos Aires per poi ricoprire la cattedra di professore di Composizione Musicale al Conservatorio di Lima. La carriera di Alessandro prende il volo a Milano, dove si trasferisce nel 1987 e dove compone opere rinomate quali concerti per orchestra Rapsodia Brasiliana e Wiesbaden. La creatività musicale del compositore viene ulteriormente amplificata dalla scoperta della natura svizzera e del Ticino, dove prende cittadinanza ed inizia un secondo periodo creativo che dà origine ai concerti per pianoforte Inverno Ticinese e Fantasia Helvetica. Ma non dimentica Milano, dove torna sovente e nel 2000 esegue presso la sala della Socie- 11 N. 11, novembre 2011 tà Svizzera il brano Lugano Mi Amor composto su testo di Luigi Gabardi, con il quale collabora anche per la produzione dell’opera lirica Il Mercante di Venezia. Tra le sue opere maggiormente apprezzate si ricorda la Messa Andina composta nel 1998 durante la permanenza a Milano e che lo stesso autore ha eseguito a Roma alla presenza di Papa Wojtyla. Centro di musicologia “Walter Stauffer. “Dal 1970, secondo le intenzioni dell’illuminato fondatore, cura con il contributo di insigni maestri la formazione di giovani artisti nello studio degli strumenti ad arco”. Costituita il 19 ottobre 1970, la Fondazione Stauffer, denominata Centro di Musicologia Walter Stauffer, ha lo scopo di favorire l’insegnamento della liuteria classica, degli strumenti ad arco, della storia della musica e della musicologia in genere. La fondazione nei suoi 41 anni di vita ha saputo incrementare l’ingente patrimonio lasciato da Walter Stauffer destinandolo ad assegnazione di borse e sussidi di studio, elargizione di contributi e finanziamenti, partecipazione alla costituzione della Fondazione Teatro Ponchielli e dell’Istituto Musicale Claudio Monteverdi. Data dal 1985 la costituzione dell’Accademia Walter Stauffer per corsi di perfezionamento gratuiti nell’esecuzione di musica da camera e solistica per strumenti ad arco sotto la guida di illuminati docenti quali Salvatore Accardo, Bruno Giuranna, Rocco Filippini e Franco Petracchi. Nei corsi di perfezionamento si sono avvicendati a tutto il 2011 circa 750 allievi distribuiti fra insegnamento di violino, viola, violoncello e contrabbasso. Il premio per “La medicina e divulgazione scientifica” è stato conferito al Prof. Roberto Ratiglia, “Professionista all’avanguardia nella terapia oftalmica e insigne cattedratico”. Brillantemente laureatosi in medicina, ha conseguito nel 1972 il diploma di specializzazione in oftalmologia e dal marzo 1973 ha iniziato la carriera universitaria nel ruolo di assistente presso la Clinica Oculistica dell’Ospedale Policlinico di Milano. Dal marzo 1983 professore associato alla Cattedra di Oftalmologia presso la Clinica Oculistica dell’Università di Milano. Dal 2002 professore ordinario titolare della Cattedra di Malattie Apparato Visivo, nonché presidente del Corso di Laurea triennale di Optica. Dall’ottobre 2004 al gennaio 2008 direttore del Corso di Specializzazione in Oftalmologia. Docente presso le scuole di specializzazione in neurologia, neurochirurgia, allergologia, rianimazione, geriatria e otorinolaringoiatria. Autore di numerose pubblicazioni scientifiche, ha partecipato ai più importanti congressi internazionali. Il premio per “Il giornalismo come professione e missione” è stato conferito alla Dott.sa Livia Azzariti, quale “Giornalista e brillante presentatrice che ha saputo mettere a disposizione del pubblico televisivo anche la sua competenza medica”. Laureata in medicina, ha iniziato la collaborazione con la RAI nel 1985, occupandosi della redazione di programmi collegati ai suoi studi. Nella stagione 1985/1986 ha partecipato al programma Pronto, Chi Gioca condotto da Enrica Bonaccorti, dedicandosi ad ospiti rappresentanti del mondo scientifico. Con decorrenza, dal 1987, ha assunto la conduzione di Uno Mattina porgendoci con la dolcezza del suo sorriso il buongiorno per dieci anni consecutivi, ponendo nell’intero corso della programmazione la sua competenza medica al servizio della divulgazione. Ha proseguito come autrice e conduttrice di Check Up, il più importante fra i programmi di medicina messi in onda da RAI Uno. Dott. Giuseppe Caffulli, “Per l’impegno informativo e di studio dedicato alla stampa cristiana”. Giuseppe Caffulli è un giornalista impegnato da anni sul fronte dell’informazione sugli esteri e il Medio Oriente in particolare. Dal 2005 è direttore della Casa Editrice Terra Santa, fondata nello stesso anno a Milano ed è direttore delle tre riviste edite in Italia. È autore anche di alcuni saggi sulle problematiche dei cristiani che vivono in Medio Oriente e collabora inoltre con prestigiose testate quali Avvenire e Famiglia Cristiana. Edizioni Terra Santa sono il centro editoriale della Custodia di Terra Santa che, da più di 800 anni, opera in quei luoghi a testimonianza dell’importanza della storia e dell’attualità dei luoghi santi per cristiani, ebrei e musulmani. Corriere del Ticino, “Per la valida e storica attività giornalistica ultracentenaria”. Fondato nel 1881 grazie alla volontà di Agostino Soldati di istituire un quotidiano indipendente, da allora ad oggi si è confermato il più autorevole punto di riferimento per i lettori del Canton Ticino. Impegnato a seguire con attenzione sia gli avvenimenti svizzeri che quelli internazionali, il quotidiano è passato attraverso la direzione di importanti giornalisti ed è attualmente diretto con molta competenza dal dottore Giancarlo Dillena. Nella sede dell’Istituto Svizzero di Roma Una serata informativa a Roma in vista delle elezioni federali Per approfondire e discutere sia i temi politici di grande attualità in Svizzera, sia, in particolare, i temi che toccano più da vicino i cittadini svizzeri residenti all’estero, è stata organizzata dal Circolo Svizzero Roma con il sostegno dell’Istituto Svizzero a Roma, dell’Ambasciata Svizzera in Italia e con l’appoggio del Collegamento Svizzero in Italia, nello splendido ambiente della Sala Conferenze dell’Istituto Svizzero di Roma una serata d’informazione, di dibattito e di confronto tra candidati al Consiglio nazionale, rappresentanti diversi partiti, presenti alle Elezioni Federali 2011. Il prof. Christoph Riedweg, Direttore dell’Istituto Svizzero di Roma, ha aperto la serata ponendo in riflessione l’importante momento storico seguito dal Presidente del Circolo Svizzero Roma che, dopo il benvenuto a rivol- to parole di ringraziamento a tutti i convenuti. Il Consigliere dell’Ambasciata di Svizzera in Italia, Stefano Vescovi, ha poi spiegato le modalità, le metodologie ed i criteri di voto dirimendo al pubblico, molto attento, i dubbi circa le corrette procedure da seguire. La parola è passata quindi all’unico candidato dall’Italia Felice Besostri, candidato al Consiglio nazionale per il Canton Zurigo, sulla lista internazionale del Partito Socialista che ha spiegato la sua figura e le motivazioni che lo hanno spinto ad affrontare tale scelta. Beniamino Caravita di Toritto, Ordinario di Istituzioni di Diritto Pubblico, Università di Roma, “Sapienza”, ha quindi tenuto una sintetica Lectio Magistralis sulle modalità dell’“eleggere ed essere eletti dall’estero”, mettendo, in particolare, a confronto i sistemi adottati dagli altri paesi europei e dall’Europa stessa. Il dibattito, moderato dai giornalisti Lucio Caracciolo, Direttore di Limes, rivista italiana di geopolitica e Nikos Tzermias, Corrispondente della NZZ a Roma è quindi entrato nel vivo. Le prospettive sull’economia i riflessi sul franco svizzero, i rapporti bilaterali con i singoli paesi ed i comportamenti con l’Europa, reti consolari, l’ambiente con alcune considerazioni sul nucleare e le nuove energie ed infine l’aspetto non ultimo sulla difesa ed il sostegno degli interessi degli svizzeri all’estero, alle Istituzioni, ai Circoli, alle Scuole ed agli Istituti di Cultura nonché AVS, rendite pensionistiche ed il portale Swissinfo sono stati i principali argomenti toccati dagli continua a pagina 12 12 N. 11, novembre 2011 segue da pagina 11 intervenuti: Hans Fehr, Consigliere nazionale, Unione democratica di centro, Canton Zurigo; Monika Küng, candidata al Consiglio nazionale, Partito dei Verdi, Canton Argovia; Filippo Lombardi, candidato al Consiglio nazionale, Partito Popolare Democratico, Canton Ticino; Fulvio Pelli, Consigliere nazionale, Partito LiberaleRadicale, Canton Ticino; Carlo Sommaruga, Consigliere nazionale, Partito Socialista, Canton Ginevra. A tutti loro è andato il caloroso ringraziamento della Comunità svizzera che ha potuto assistere ad un dibattito unico nel suo genere che per l’autorevolezza degli intervenuti si è collocata nella rosa dei dibattiti politici più importanti tenuti in un paese estero. Tra il pubblico erano anche presenti l’Ambasciatore di Svizzera in Italia S.E. Bernardino Regazzoni, il Ministro dell’Ambasciata Svizzera in Italia, Mauro Reina, il Senatore Claudio Micheloni che è anche diventato Socio del Circolo Svizzero Roma, l’on. Franco Narducci entrambi eletti nel Parlamento italiano dalle circoscrizioni estere, l’on. Daniele Toto, componente della commissione permanente IX, trasporti, poste e telecomunicazioni. Con le conclusioni di Lucio Caracciolo e Nikos Tzermias è terminato il dibattito. Christoph Riedweg e Fabio Trebbi hanno chiuso l’evento, il primo con una profonda riflessione che vede coinvolta la politica svizzera in ambiti ben più grandi del proprio territorio o di quello europeo ed il secondo ringraziando ancora una volta tutti i partecipanti dagli autorevoli oratori, ai giornalisti a tutto il pubblico convenuto, auspicando la prospettiva di tenere altri dibattiti su tematiche specifiche, politico federali con le caratteristiche “esterno-interno”, ossia simili a quella appena svolta, in italiano, nel prossi- mo futuro di nuovo a Roma. Un ringraziamento anche al nascente ROME SWISS NETWORK (sostenuto attualmente dalle aziende AUTOIMPORT, HOTEL VICTORIA ROMA, Content EdNet, DarwinAirline, Kalestenon, RSA, SwissPost, VonMoss Gioielli Roma, WildMedia) che ha partecipato a sostenere l’iniziativa. Fabio Trebbi Benvenuti Welcome Bienvenue Willkommen Il VICTORIA albergo romano di PRIMISSIMA CLASSE • Costruito nel 1899 • Un angolo di quiete nel centro storico, affacciato sul Parco di Villa Borghese, a due passi da Via Veneto e dalle vie più famose per lo «shopping» • Con piacere Vi proponiamo l’atmosfera del nostro RISTORANTE BELISARIO la sua cucina classica italiana, le specialità romane • La CULTURA DEI VINI ITALIANI è espressa in una carta ben selezionata, composta soprattutto da «BEST BUYS» • Il VIC’S BAR , piacevole punto d’ incontro, il giardino pensile SOPRA I PINI, BAR E RISTORANTE, romantico ritrovo estivo, completano il vostro indimenticabile soggiorno a roma • R. H. Wirth H. Hunold (Gen. Mgr.) 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Nelle missioni, disseminate in una regione che comprendeva parte dell’odierno Paraguay, Brasile e Argentina, gli indigeni locali hanno imparato a produrle perché i gesuiti portavano con loro il liutaio. Era l’arpa barocca, proveniente dall’Austria. “Ma l’arpa in Paraguay ha subito diverse modifiche e ha avuto varie fasi di sviluppo. Senza dubbio un momento importante per lo sviluppo dell’arpa paraguaiana è stato dopo l’indipendenza dalla Spagna, nel 1811”, dice Ismael Ledesma, uno dei più prestigiosi arpisti del Paraguay, in un’intervista con “Planeta Latinoamerica”. Da quella data infatti lo strumento si incrocia con il popolo ed i paraguayani iniziano a comporre musica per arpa. Oggi è il simbolo del Paraguay. L’arpa, infatti, è parte dei gruppi folkloristici insieme alla Chitarra e al Requinto (un tipo di chitarra). Daniela Lorenz come Ledesma sta dedicando la sua vita all’Arpa paraguaiana e ne parla con passione. Pochi la conoscono, ma se ascoltata viene apprezzata e stimata con entusiasmo; i suoni dell’arpa paraguaiana sono più cristallini rispetto a Elezioni Federali in Ticino Un fatto curioso Nel PPD Ticino la granconsigliera uscente Monica Duca-Widmer ha ottenuto lo stesso numero esatto di voti del giovane segretario del partito Marco Romano. Si aprono due possibilità: o si ricontano tutti i voti o si procede al sorteggio. Non era mai successo nella Svizzera odierna, salvo in un caso, nel 1939, per cui si era dovuto procedere al sorteggio, ma non per la parità dei voti. quelli dell’arpa classica. L’artista, unica nel suo genere, si è diplomata presso il Conservatorio di Zurigo e quindi ha perfezionato i suoi studi in Paraguay ed a Madrid, ha suonato in diversi gruppi musicali. Viaggia per tutta la Svizzera e la Germania ove viene apprezzata durante i suoi concerti e partecipando a diversi Festival. Ha inciso diversi CD (http://www. daniela-lorenz.ch/de/index.php). L’evento ha voluto celebrare l’inaugurazione dell’anno sociale 2011-2012 del Circolo Svizzero Roma. Un particolare ringraziamento oltre all’Artista che ha donato la sua esibizione, anche al Presidente dell’Associazione dell’Arciconfraternita dei Bergamaschi, Giacomo Baiguini, Associazione attiva a Roma dal 1539, per averci permesso di iniziare il nostro nuovo Anno Sociale presso il magnifico Antico Oratorio ove il suono dell’Arpa Andina è stato esaltato dall’ottima acustica che offre il luogo. Un ringraziamento anche al ROME SWISS NETWORK, sponsor dell’evento, che lo ha reso gratuito per la Comunità ed i Soci. Fabio Trebbi [email protected] Prossime proposte per partecipare agli eventi è necessario essere Soci ed é gradito un cenno di prenotazione presso la Scuola Svizzera 06 440 21 09 oppure [email protected]: Mercoledì 16 novembre 2011 ore 18.00 Guetzli sotto la guida di Irene Beutler, abile insegnan- te, prepariamo insieme, in una serata, diverse qualità dei tipici biscotti di Natale. Non è richiesta una particolare abilità; la partecipazione è aperta a tutti: uomini e donne! Dovete solo essere muniti di un grembiule, un contenitore per i biscotti (per l’asporto serale dei biscotti), possibilmente di un mattarello e per chi le possiede delle “formine”. La serata si concluderà con una spaghettata. È richiesto un contributo ai soci di euro 25,00. Luogo d’incontro: cucina della Casa Svizzera di Roma – via Marcello Malpighi 14. Prenotazione entro venerdì 11 novembre. Domenica 27 novembre 2011 dalle ore 10.00 alle ore 14.00 Kerzenziehen e mercatino dello “sci” L’infaticabile Irene Beutler sarà con noi anche quest’anno per confezionare insieme “vari modi di far candele”, naturalmente verrà richiesto un contributo per la cera utilizzata. Prenotazione: entro giovedì 24 novembre 2011. Sabato 26 novembre 2011 raccolta indumenti sci Appuntamento alla Casa Svizzera di Roma – via Marcello Malpighi, n. 14. Domenica 4 dicembre ore 10.00 St. Nikolaus e mercatino di natale Appuntamento alla Casa Svizzera di Roma – via Marcello Malpighi, n. 14. Prenotazione entro giovedì 1 dicembre 2011. 14 N. 11, novembre 2011 Le attività del Circolo Svizzero di Firenze Con i colleghi del Circolo di Bologna al Castello di Barberino del Mugello L’attività del Circolo svizzero di Firenze è ripresa dopo la pausa estiva con un’interessante serie di iniziative e di incontri. Il 7 ottobre il ricercatore Joël Vaucher de la Croix è tornato al Circolo con una seconda conferenza (dopo quella del 13 maggio) incentrata sulla figura e sull’attività del Vieusseux a Firenze. Il 16 ottobre il Circolo di Firenze ha incontrato i soci di Bologna a Barberino del Mugello, per una visita al castello e al parco, sotto la guida dell’architetto Stefania Salomoni, a nome della società Germinale, attuale proprietaria della struttura. Per questa nuova visita organizzata di concerto dai due circoli è stato scelto appunto il castello di Barberino, paese situato all’estremità occidentale del Mugello, la cui storia è forse meno conosciuta di altre costruzioni analoghe presenti sul territorio della verdeggiante e collinare area a nord di Firenze. A prima dell’anno mille risale un presidio fortificato, a controllo della viabilità verso il passo della Futa. Occupavano il castello alcuni comandanti longobardi, detti capitanei (da cui captanei e poi cattanei), che successivamente avrebbero preso il patronimico di Cattani. Così ricostruisce in breve la storia del castello il celebre Emanuele Repetti, autore del Dizionario geografico fisico storico della Toscana, pubblicato a dispense a partire dal 1833 e terminato nel 1846: “era un castello Colonia Svizzera di Roma Le riunioni dell’Ouvroir per l’anno 2011-2012 Le Signore dell’OUVROIR si incontreranno nei locali della Scuola Svizzera di Roma, via Malpighi 14, dalle ore 16.30 alle ore 18.00 circa. Mercoledì 9 novembre 2011 Mercoledì 30 novembre 2011 presidiato e difeso quando, nel 1351, per poca fede di Niccolda Barberino, uomo principale di quel luogo, senza saputa dei suoi terrazzani s’accordò co’ nemici della Repubblica fiorentina e ricevette dentro il castello provvedendo di vettovaglia le genti dell’arcivescovo Visconti di Milano comandate da Oleggio. Ritolto il castello di Barberino all’oste milanese, l’anno susseguente fu fatto diroccare per cattivo consiglio (disse Matteo Villani) e mala provvidenza di alcuni ministri della Repubblica. Gli abitanti si riunirono in un’aperta borgata, sotto la rocca, dove in seguito fu edificato il Borgo attuale. Esso è fiancheggiato da comode e decenti abitazioni, terminato a occidente da un vasto piazzale, opportuno pei mercati settimanali”. Le numerose lotte fra la Repubblica fiorentina e le famiglie feudali portarono alla distruzione di numerosi castelli che vennero in seguito trasformati in residenze fortificate. Nel periodo fra il XVII e il XIX secolo i discendenti della famiglia Cattani e i nobili Da Barberino trasformarono il castello in residenza signorile. La famiglia Cattani si estinse nel 1882 con la morte di Leopoldo Cattani e nel 1915 la storia del castello si legò a quella della famiglia svizzera dei Dapples, conosciuta nel Mugello soprattutto per la presenza nella tenuta di Grezzano. Questa facoltosa e antica famiglia, originaria di Losanna, si era trapiantata dal 1820 a Genova dove si era distinta in attività finanziarie e commericali. Nel 1886 Edmond Dapples acquistò la tenuta di Grezzano con l’obiettivo di costituire un’azienda agraria efficiente e moderna e fu uno dei nipoti, Louis, ad acquisire nel 1915 il castello di Barberino. Louis, che era nato a Genova nel 1867, aveva due fratelli, Henri e Charles: quest’ultimo fu a lungo presidente del Circolo svizzero di Firenze. Louis divenne un facoltoso industriale e percorse una brillante carriera che lo condusse fino alla nomina di amministratore delegato della Nesté. Collaboratore anch’egli alla gestione della fattoria di Grezzano, di lui restano fra l’altro molte foto scattate nel 1904 e appartenenti ora agli album Dapples custoditi presso il Gruppo d’Erci nel Mugello. Louis Dapples incaricò l’architetto Agenore Socini di restaurare gli edifici del castello e di realizzare un giardino all’italiana all’esterno della protezione muraria. I lavori, terminati nel 1917, vennero sovente lodati negli anni successivi come esempio di restauro in stile e di rivisitazione del giardino toscano del Quattrocento. Oggi il castello circondato da un fitto bosco: all’interno si trovano la villa, la fattoria e il granaio-limonaia. Al termine della visita, i soci dei circoli di Firenze e di Bologna hanno pranzato presso il Ristorante Le Capannine in località Cavallina. Prosegue quindi la tradizione che vede i due circoli collaborare nell’organizzazione di escursioni e visite a luoghi di particolare interesse storico e artistico e ci si augura che presto possano essere individuate altre mete per ulteriori incontri. Martine Hofmann Fra la fine di ottobre e i primi di novembre, presso i suggestivi ambienti della Casa di Dante di Via Santa Margherita, la Chiesa templare di Via Faenza e l’Oratorio dei Pretoni di Via San Gallo, Firenze ha accolto, con tre mostre della pittrice svizzera Martine Hofmann Della Croce (da trent’anni in Italia) e tre conferenze dello psicologo Patrizio Borella, un ciclo di riflessioni sui temi dei rapporti tra fantasia e immaginazione, tra significati del pensiero razionale e il senso delle emozioni: una linea che attraverso le esperienze artistiche della ‘Art brut’, della psicoanalisi, delle neuroscienze e della psicologia ha toccato le prospettive e le riflessioni più profonde di poeti, pensatori e scienziati alla ricerca della natura e della genesi dei ‘segni’ indipendenti dalla cultura e dall’apprendimento: da Dante a Teilhard de Chardin, da Papini a Jung. Altre attività Il 21 ottobre si è svolta nei locali sociali di Via del Pallone la cena inaugurale della stagione 20112011 del Circolo svizzero. Fra le prossime iniziative anticipiamo l’intervento, previsto per l’11 novembre, della Soprintendente per il patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico di Firenze, Cristina Acidini, parlerà della presenza degli artisti svizzeri a Firenze dal ‘500 in poi. David Tarallo Variazioni del calendario precedente Mercoledì Mercoledì Mercoledì Mercoledì Mercoledì Mercoledì 18 15 14 18 16 6 gennaio 2012 febbraio 2012 marzo 2012 aprile 2012 maggio 2012 giugno 2012 Un cordiale arrivederci! Vi aspettiamo! Eveline Degli Abbati In caso di forte traffico Chiusura del tunnel per raggiungere Livigno Il canton Grigioni non vuole più subire il forte traffico di transito in direzione di Livigno. Visto che l’Italia non sembra voler risolvere il problema, il cantone ha deciso di chiudere la galleria che porta a Livigno, in caso di forte traffico. A una sola corsia, questo tunnel transfrontaliero di 3,5 km, agibile a senso alternato, è la strada più comoda per raggiungere la località italiana. Durante la stagione invernale soprattutto si formano code che spesso raggiungono i 10 km. 15 N. 11, novembre 2011 Circolo Svizzero della Riviera di Ponente “La Svizzera nel Borgo” nel “Principato di Seborga” per l’ottava edizione Il Circolo Svizzero della Riviera di Ponente ha rinnovato al 17 di settembre, la tradizione della manifestazione della “Svizzera nel Borgo” giunta alla sua ottava edizione, che si è svolta nel “Principato di Seborga, una perla di paesino ad altitudine di circa 500 metri sul mare, dove le colline aperte e una vista spettacolare su Italia e Francia, tolgono il respiro per la bellezza del paesaggio. Lo scopo di queste feste è di mettere a contatto, per una reciproca conoscenza, i borghi caratteristici del nostro entroterra con un cantone svizzero: in questo caso il Ticino, dato che “Principe” seborghino, purtroppo assente, è svizzero ticinese. La Luna, nel suo ultimo quarto in quella serata, ha guidato come centro di interesse un percorso ricco di, curiosità culturali e letterarie, musicali ed astronomiche che hanno attirato la partecipazione dei presenti anche se alla fine una lieve pioggia l’ha oscurata e ne ha impedito l’osservazione prevista col cannocchiale astronomico. Abbiamo sostituito con le diapo di Elena, l’astronoma originaria del Ticino che ce le ha illustrate. Noi però siamo stati contenti ugualmente perché accanto si svolgeva il rinfresco di una graziosissima sposa, Emanuela, che come una bionda damina volteggiava in una nuvola di seta sul piazzale: ora siamo certi che insieme ai nostri auguri, non le mancherà la fortuna ! L’abile allestimento del circolo Culturale “Le Nelle foto una veduta dello stand, due attori del teatro Paravento di Locarno Papillon” ha creato un alternarsi piacevole e dei momenti su usi e costumi, aspetti culturali e folcloristici, canti e musiche del Ticino, spiritual e Jazz, letture sapienti a tema lunare. Era possibile anche la visita di una delizioso e raro museo degli strumenti musicali che un appassionato cultore ha creato a sue spese con una vita di ricerche in tutto il mondo (e qualcuno ci ha già messo gli occhi sopra… attenti!). Ma come in ogni festa che si rispetti non potevano mancare golose sorprese! Abbiamo gustato cibi svizzeri (tartine ai vari formaggi tipici, polenta con formaggi e salsicce, degustazione nei boccalini del buon… del cantone ticino) più altri piatti golosi, dolci e frutta gentilmente offerti: ottimo modo per mettere di buon umore e avvicinare le persone! La distribuzione di gadgets e dépliants ha interessato e fatto scoprire agli amici italiani cose nuove. Le signore ed i signori del Circolo presenti hanno servito, preparato bocconcini e assaggi vari.Grazie a tutti!!! Molti mi hanno chiesto quando saremmo tornati il prossimo anno: sono rimasti delusi sapendo che ci saremmo spostati in un altro borgo… ma chi lo sa… Allora ho pensato: perché non avviare una tradizione e un gemellaggio Svizzera e Principato? Magari con un bel torneo di Gugliemo Tell, visto che nella zona ci sono tanti bravissimi tiratori di arco… naturalmente le mele saranno svizzere doc! Allora arrivederci!… Circolo Svizzero della Riviera di Ponente A Dolcedo per «Il Dolce Autunno» Come ogni anno all’arrivo dell’autunno si è rinnovata una simpatica tradizione: il benvenuto del nostro Circolo all’autunno. Quest’anno l’incontro si è svolto il 16 ottobre, a Dolcedo, un grazioso paese dell’entroterra di Imperia. Qui, in una bellissima casetta circondata dai mille colori autunnali, ecco che una gentile signora, snella come una fata dei boschi, con le espressive rughe serene di chi vive in simbiosi al ritmo della natura, ci ha ospitato in un pergolato ombreggiato, aperto su un prato verde… Il Circolo si caratterizza per un numero altissimo di brave cuoche e tutte hanno portato le loro specialità… mentre Angelo, il nostro specialista del barbecue, ci ha preparato le leccornie alla brace per la felicità nostra e dei cagnolini che ci accompagnavano! Non vi racconto quante cose buone abbiamo mangiato: le caldarroste hanno avviato la fredda stagione col loro profumato gusto dolcissimo, quasi che l’autunno volesse farsi perdonare il furto del sole caldo che davvero quest’anno non ci è mancato. Ma la cosa più bella è stata il clima sereno di vecchi amici che si rivedono e gioiscono della reciproca presenza: tavoli di lingua svizzera, italiana e con qualche puntata francese… Grazie alla cara Ernestine che ci ha ospitato, agli organizzatori e agli aiutanti (cioè tutti i presenti) che hanno collaborato, gustato, chiacchierato e sono tornati a casa con un vassoio di dolcissimi cachi colti dal generoso albero di una generosa padrona! A tutti Buon Autunno e che l’inverno ci porti calma e serenità: la vicinanza della natura Degustando le profumate caldarroste. addolcisce i problemi ed è un balsamo per i corpi e le menti agitate… Perché diversamente Dio ce l’avrebbe donata? Approfittiamone e ringraziamo… Maria Luisa Fauser 16 N. 11, novembre 2011 La Cancelliera della Confederazione alla cerimonia Aperta la nuova Scuola Svizzera a Caslino di Cadorago (Como) La Scuola Svizzera di Milano, con alla testa il presidente Robert Engeler, ha inaugurato ufficialmente la sua sede “fuori le mura” con i locali occupati a Caslino di Cadorago, in provincia di Como. Quarantuno allievi hanno iniziato la loro formazione in tre sezioni di scuola materna e in una classe di prima elementare. Aprendo la breve cerimonia Engeler ha ringraziato i numerosi convenuti, i colleghi del Consiglio della scuola, il comune di Cadorago, gli architetti, ingegneri e impresari che hanno eseguito l’opera. Ha poi tracciato una breve storia dei rapporti ufficiali tra Svizzera e Italia, iniziati con un trattato di libera circolazione nel 1868, poi esteso all’Unione Europea nel 2001. A rappresentare il Consiglio federale era presente la cancelliera della Confederazione Corina Casanova, che ha ricordato gli sviluppi delle scuole svizzere all’estero, e particolarmente in Italia, poi ridotte per motivi finanziari. Ultimamente queste scuole sono in ripresa, nonostante che Berna non partecipi più alle costruzioni. Nel mondo intero si occupano della formazione di 6’500 bambini, di cui solo un quarto svizzeri. Il consigliere agli Stati Filippo Lombardi ha portato il saluto del Consiglio degli Svizzeri all’estero, ricordando le battaglie a favore delle organizzazioni degli Svizzeri all’estero. Tra queste la scuola è una delle migliori propagande per la Svizzera. Dopo l’intermezzo di un balletto, e l’inizio del pranzo, altri saluti ufficiali sono stati portati dal Nelle foto: qui sopra il Presidente della Scuola Robert Engeler. In alto: il taglio del nastro, sullo sfondo la direttice Christina Urech. A destra: la Cancelliera della Confederazione Corina Casanova. sindaco di Cadorago Franco Pagani, dal console generale di Svizzera a Milano Massimo Baggi e dal professor Diego Erba, in rappre- sentanza del canton Ticino, che è il cantone di patrocinio di questa scuola (la chiusura della scuola di Genova aveva sospeso questa attività). Erba si è detto molto felice di poter garantire un sostegno a questa scuola, riallacciando i rapporti nel segno di una Svizzera che si apre verso l’estero. Dopo un canto di benvenuto dei bambini della scuola, sono ripresi i saluti ufficiali con Dorothée Widmer, del Dipartimento federale degli Interni (Comitato Scuole svizzere all’estero) e con la direttrice della Scuola Svizzera di Milano, e quindi anche del campus di Caslino, Christina Urech. Quest’ultima ha sottolineato le prospettive di sviluppo della scuola grazie alle famiglie che escono da Milano e a quelle svizzere residenti in zona. Fin dall’inizio il numero di iscritti è stato superiore alle aspettative. All’inaugurazione erano presenti, tra circa 200 invitati, il signor Stampfli, consigliere aggiunto alla Scuola Svizzera di Milano, e il signor Lichtenstern, del Servizio degli Svizzeri all’estero del DFAE. La sede della scuola è provvisoria, poiché potrà crescere e svilupparsi su un terreno di 12’000 mq, vicino alla stazione, già acquisito con l’interessamento del Comune, e con un investimento di 8 milioni di euro, entro i prossimi cinque anni. Numerose famiglie svizzere vivono nella regione, che accoglie anche molti nuclei che lasciano Milano. Il potenziale della scuola potrà contare su un migliaio di bambini svizzeri e anche parecchi italiani. i.b. 17 N. 11, novembre 2011 In Italien hat die Zahl schweizerischer Lehrinstitute abgenommen Schweizerschulen zehren von ihrem guten Ruf Die Schweizerschulen in Italien haben schon bessere Zeiten gesehen. Die Eröffnung einer Filiale nahe der Tessiner Grenze lässt neue Hoffnungen wachsen. Junge Auslandschweizer sollen die Beziehung zur Heimat pflegen und stärken: Das ist der wichtigste Zweck der Schweizerschulen jenseits der Landesgrenzen. Gegenwärtig existieren achtzehn solche Institute, die vom Bund anerkannt sind und in welchen insgesamt 6700 Kinder unterrichtet werden. Laut dem Komitee für Schweizerschulen im Ausland ist die Gründung jeder dieser Einrichtungen der Initiative ortsansässiger Landsleute zu verdanken. In den letzten 28 Jahren schlossen sechs Schweizerschulen ihre Tore; demgegenüber wurden 1992 und 2007 zwei Filialen der Schweizerschule von Mexiko- Stadt gegründet – und Anfang September dieses Jahres hat eine Filiale der Mailänder Schule im Städtchen Cadorago in der Provinz Como ihre Pforten geöffnet, knapp 20 Kilometer von der Tessiner Grenze entfernt. Die Schweizerschulen sind nach wie vor private Einrichtungen der einzelnen Auslandschweizer-Gemeinschaften. Italien entpuppt sich als das Mutterland der Schweizerschulen im Ausland. Das allererste Institut entstand 1839 in Neapel, ein weiteres 1851 in Genua. 1860 gründete man in Mailand eine Schule für deutschschweizerische, deutsche und elsässische Kinder; 1919 wurde diese Einrichtung zur Schweizerschule Mailand. Es kamen sechs weitere Institute dazu, zum Beispiel 1946 dasjenige in Rom sowie zwei andere nahe der Tessiner Grenze, in Domodossola und Luino. Heute existieren neben der Römer und der Mailänder Schule nur noch eine in Bergamo (seit 1892) und eine weitere im sizilianischen Catania (seit 1904). Als bedeutend können die Römer Einrichtung mit 520 Schülern sowie die mailändische mit 375 Lernenden gelten. Potenzial in der Provinz Ihre besten Zeiten haben die Schweizerschulen in Italien hinter sich. Ein Grund hierfür ist die höhere Mobilität: Viele deutschsprachige Familien bleiben heutzutage nur wenige Jahre im Ausland. Daher erstaunt die kürzliche Eröffnung der neuen Filiale im grenznahen Cadorago. Weil man in Mailand von der Kindergarten- bis zur Gymnasialstufe nur eine einzige Jahrgangsklasse führen könne, sei diese Filiale geschaffen worden, erklärt Robert Engeler. Gemäss dem Präsidenten der Schweizerschule Mailand fehlt in der Stadt zwar eine ausreichende Anzahl von Kindern Un’aula della nuova Scuola Materna di Cadorago. (Le foto sono di Andrea Martinez). mit genügenden Deutschkenntnissen für eine Doppelklasse, und durch Abgänge sind insbesondere die Gymnasialklassen meist zu klein. Doch die Schulleitung hat festgestellt, dass viele junge Familien des Mittelstands – laut Engeler die «Hauptkundschaft» der Mailänder Schule – es vorziehen, nicht mehr in der lombardischen Metropole zu leben. Und die Provinz Como, die zu Mailands Einzugsgebiet gehört, weist mit 400 Kindern die höchste Zahl von Schweizer Schulpflichtigen ausserhalb Mailands (dort sind es 500 Kinder) sowie einen starken italienischen Mittelstand auf. Generell machen helvetische Schüler in allen Schweizerschulen Italiens rund einen Drittel aus; dazu kommen etwa zehn Prozent Deutsche. Knapp die Hälfte sind Italiener. Die Schweizerschule Mailand sieht also in der Provinz Como ein gewisses Potenzial auf der Kindergarten- und Grundschulstufe. Ihre kürzlich in Cadorago eröffnete provisorische Filiale besuchen 40 Kinder. Jedes Jahr soll eine Klasse dazukommen, bis die in Italien obligatorische Schulpflicht von acht Jahren erfüllt ist. Erweist sich das Projekt als erfolgreich, will die Schulleitung später mit Bankkrediten und Gönnern einen Neubau realisieren. Die Mailänder Schule finanziert die provisorische Filiale aus eigenen Mitteln; laut Engeler gibt es für Cadorago zurzeit keine Zuschüsse des Bundes. Dieser finanziert das Mailänder Institut zu 27 Prozent; 70 Prozent des Jahresbudgets von 2,7 Millionen Franken stammen aus Schulgebühren und 3 Prozent aus Spenden. – Am Samstag findet die offizielle Einweihungsfeier in Cadorago statt. Zu dieser ist auch Bundeskanzlerin Corina Casanova eingeladen: Sie bezeichnet die Eröffnung der Filiale als erfreulich. Zudem sei mit der zunehmenden internationalen Vernetzung der Schweiz ein stärkeres Engagement des Bundes zu begrüssen. Das Gesetz zur Unterstützung der Schweizerschulen im Ausland befinde sich in Revision mit dem Ziel, diesem Anliegen gerecht zu werden. Weltoffene Schweiz So erscheint die Eröffnung der Filiale in Cadorago als hoffnungsvoller Schritt in die Zukunft. Denn die Schweizerschulen zehren weiterhin von einem guten Ruf: «Die Einrichtung in Mailand gilt als eine der zehn besten Schulen Italiens; der Italiener hat immer noch Hochachtung vor der Schweiz und der Schweizerschule», so Engeler. Und die Schweizerschulen haben gemäss Bundeskanzlerin Casanova eine wichtige Zusatzfunktion: Sie vermitteln das Bild einer weltoffenen Schweiz. Peter Jankovsky Dalla “Neue Zürcher Zeitung” 18 N. 11, novembre 2011 Verrà presentato a Palazzo Reale il prossimo 21 novembre Gli Svizzeri di Torino nel volume di Arte & Storia Si terrà a Palazzo Reale di Torino, nel Salone degli Svizzeri, il 21 novembre prossimo la presentazione del volume “Svizzeri a Torino” della Collana Arte&Storia. Una occasione per celebrare - alla presenza di numerose autorità svizzere e italiane - il 150esimo dell’Unità d’Italia ricordando i volontari svizzeri e ticinesi che hanno combattuto al fianco dei patrioti italiani nelle guerre risorgimentali. Per rendere omaggio al 150esimo dell’Unità d’Italia, Arte&Storia dedica quest’anno il suo volume monografico sugli Svizzeri in Italia alla città di Torino. Sulla copertina, infatti, l’opera di uno dei maggiori scultori ticinesi dell’Ottocento, Vincenzo Vela: la statua dell’Alfiere posta in Piazza Castello a Torino di fronte a Palazzo Madama e a Palazzo Reale. Vela fu volontario combattente nelle guerre risorgimentali italiane e attivo come scultore nella città di Torino. A Palazzo Reale, nel Salone degli Svizzeri, (chiamato così perché lì aveva sede la Guardia svizzera del duca, i famosi Cent Suisses de la Garde) il 21 novembre, durante la presentazione del volume “Svizzeri a Torino” verranno celebrati, in collaborazione con l’Ambasciata di Svizzera in Italia e con la Città di Torino, i molti svizzeri, e ticinesi in particolare, che hanno combattuto al fianco degli italiani per la libertà e l’unità del loro Paese. Un momento di incontro fra le autorità svizzere e italiane per dimostrare, ancora una volta, quanto stretti siano i legami storici che uniscono i nostri due Paesi. Con la città di Torino in particolare la Svizzera e il Ticino, come ben si legge nei numerosi saggi di questo volume di Arte&Storia, vantano rapporti di collaborazione fin dal Quattrocento. Gli imprenditori e i banchieri elvetici hanno contribuito con la loro presenza a costruire un’economia industriale a partire dai primi anni dopo l’unità d’Italia, finanziando numerose opere viarie e strutture pubbliche nella città di Torino e nel resto del Piemonte. Una comunità, quella svizzera, importante sotto il profilo industriale tanto che ancor oggi sono ben leggibili sul territorio le strutture che hanno caratterizzato un’epoca, oggi dismesse ma recuperate ad uso abitativo, come ad esempio la borgata Leumann, sede del famoso cotonificio elvetico. Svizzeri così integrati tra i torinesi fino al punto da fondare addirittura le due squadre di calcio della città. Fu infatti lo svizzero Alfred Dick nel 1906 a fondare il Torino calcio, imponendo il colore della maglia granata perché tifoso del Servette di Ginevra, che portava la maglia del- Palazzo Reale a Torino dove verrà presentato «Svizzeri a Torino». Sopra: la copertina con la statua dell’Alfiere, opera dello scultore ticinese Vincenzo Vela, in Piazza Castello. lo stesso colore. Anche la Juventus ha origini elvetiche. Se lo sport torinese deve molto ai Romandi così come il commercio della birra ai Grigionesi con i Bosio, i Caratsch e i Boringhieri, furono le famiglie bleniesi degli Emma, degli Scalvedi, Giuliani, Giroldi, Bianchini a fare di Torino uno dei centri italiani più importanti per la produzione del cioccolato. È però nell’arte che i Ticinesi si distinguono per aver costruito e decorato i maggiori palazzi e le chiese più importanti della città a partire già dagli inizi del Seicento. Lo stesso Palazzo Reale fu quasi interamente decorato da scultori e stuccatori ticinesi, così come Palazzo Madama, palazzo Garignano, palazzo Dal Pozzo della Cisterna, il castello del Valentino, quelli di Racconigi, di Stupinigi, di Aglié, la Reggia di Venaria, la villa della Regina e molti altri edifici reali e ducali, oltre al duomo, alla chiesa di San Francesco, quella dei Santi Martiri, di San Carlo, del Corpus Domini, e poi la chiesa regia di San Lorenzo, la basilica di Superga, … Persino la famosa cappella della Sindone porta la firma di un architetto ticinese, quel Bernardino Quadri di Cassina d’Agno, il cui progetto sarà completato dal grande architetto Guarino Guarini. Intere famiglie di artisti ticinesi come i Carloni e i Falconi di Rovio, i Casella, gli Aprile e gli Scala di Carona, i Bolina di Riva San Vitale e Bissone, i Gaggini di Bissone, i Plura, i Corbellini e i Torricelli di Lugano, i Somasso, i Papa, i Vanelli, i Leoni, i Vela, per citare solo alcuni fra i maggiori, hanno letteralmente invaso la città di Torino e monopolizzato soprattutto i settori della decorazione nel Sei, Sette e Ottocento. Fino ai giorni nostri, quando un grande architetto come Mario Botta firmerà lo straordinario progetto della chiesa e il centro pastorale del Santo Volto nel 2001 che sarà inaugurato nel 2006. Torino deve molto agli Svizzeri e ai Ticinesi e noi dobbiamo molto alla città di Torino per aver accolto i nostri artisti, ma anche i nostri artigiani, migliaia di persone che hanno esercitato la loro attività, magari più umile di semplice manovale o falegname, come si legge nei numerosissimi documenti, soprattutto in quelli conservati nell’archivio della Confraternita di Sant’Anna dei Luganesi (oggi donato alla città di Lugano), un sodalizio che proteggeva i propri iscritti provenienti dai nostri territori. Torino deve molto alla Svizzera soprattutto per i numerosi rifugiati che furono accolti durante il regime fascista anche in territorio ticinese. Nomi famosi come gli Einaudi, gli Agnelli o i De Benedetti, i Cacciatore e i Montalcini, ma anche i Savoia che hanno trovato nella Svizzera la loro seconda patria. Un volume, quello su Torino, quindi, che dopo quelli di Genova, Milano, Napoli, Roma, Venezia, Bergamo e Firenze, grazie al contributo della Banca dello Stato del Canton Ticino, del Cantone, della Città di Lugano e di molti Comuni ticinesi, vuole sottolineare quanto importante sia stata nel corso della storia la presenza svizzera, e ticinese in particolare, nelle principali città d’Italia. Giorgio Mollisi 19 N. 11, novembre 2011 In visita ai Calabresi in Svizzera Festosa e calorosa accoglienza al Presidente e al Console in Calabria Una vera e propria accoglienza di prim’ordine è stata riservata al Presidente del Consiglio Comunale di Reggio Calabria, Dott. Seby Vecchio ed al Console Onorario di Svizzera per la Regione Calabria, Avv. Renato Vitetta, in visita ufficiale a Lucerna, in Svizzera, dalla grandissima comunità dei Calabresi presenti nei Cantoni di lingua tedesca. Gli onori di casa sono stati fatti da parte del Presidente delle Associazioni dei Calabresi in Svizzera, Dott. Mastroianni, unitamente al Dott. Giorgio Allevato. La giornata istituzionale, organizzata in sintonia dalla Colonia dei Calabresi di Lucerna e dintorni e dal Console di Svizzera per la Regione Calabria Renato Vitetta, è iniziata con la presentazione da parte dei calabresi-svizzeri di tutti i gruppi di calabresi delle diverse città e paesi di Calabria presenti sul territorio Elvetico, rappresentati dai loro Presidenti, per un totale di oltre 15 Comitati. In un vero e proprio bagno di folla, si è discusso di varie tematiche, cominciando dall’importanza fondamentale che per i Calabresi lontani dalla propria terra è quella di sentire la vicinanza delle Istituzioni della terra madre, la Calabria, che tutti loro portano sempre nel cuore, con grande fierezza ed orgoglio. È stato rimarcato che da troppo tempo ormai la Regione Calabria non si è più fatta né vedere né sentire in Svizzera, nonostante ripetute promesse da parte delle Istituzioni. Il Presidente Vecchio ha fatto una breve relazione sulla situazione oggi in essere in Calabria, promettendo di farsi da portavoce con il Governatore Scopelliti per segnalare le esigenze e le richieste di maggior attenzione e presenza concreta da parte della Regione Calabria nei confronti dei suoi figli emigrati, che ad oggi ammontano a quasi 100’000 unità. I Calabresi di Svizzera vogliono essere tenuti in maggior considerazione, essere informati sulla vita politica e sociale della loro terra d’origine, onde poter partecipare in modo attivo anche da lontano con confronti, idee Il Presidente Seby Vecchio con il Console di Svizzera in Calabria Renato Vitetta. e proposte (e non si dimentichi che hanno anche il diritto di voto) in modo da essere inseriti in un contesto di vita che seppur a molti chilometri di distanza li faccia sentire vicini. È stato poi presentato in anteprima al Presidente Vecchio e al Console Vitetta il Dott. Alberto Grilli, futuro Console d’Italia che verrà dichiarato ufficialmente a Lucerna il 14 novembre prossimo, alla presenza del Ministro degli Esteri On.le Franco Frattini e dell’Ambasciatore d’Italia Dott. Giuseppe Deodato. La giornata si è conclusa con un pranzo a base di prodotti calabresi da una parte e svizzeri dall’altra, per suggellare simbolicamente la piena integrazione che ormai da decenni si è radicata con la perfetta convivenza serena e felice tra i calabresi e gli svizzeri, con la promessa da parte del Presidente Vecchio e del Console Vitetta che a quest’incontro sarà senz’altro dato un seguito importante, che potrà far nascere importanti sinergie in diversi settori nell’interesse reciproco di tutte le Comunità dei Calabresi e degli amici Svizzeri da una parte e della Regione Calabria dall’altra. Ufficio Stampa – Consolato di Svizzera per la Regione Calabria. L’arte dell ’accoglienza Lungomare Nazario Sauro 9, Loano (SV) - Tel. +39 019 669666 - www.gardenlido.com 20 N. 11, novembre 2011 A U S L A N D S C H W E I Z E R - O R G A N I S AT I O N «Die Internet-Plattform SwissCommunity vernetzt Schweizer weltweit» Ursula Deplazes Forscherin Bündnerin in Rom «Ein Netzwerk unter Auslandschweizern aufzubauen, spielt eine wichtige Rolle – sowohl privat wie auch beruflich.» Daniel Keller Manager Zürcher in Hanoi «Für mich als internationalen Berater sind die lokalen Erfahrungen von Schweizern sehr wertvoll.» Urs Steiner Direktor Schweizer Schule Berner in Peru «Andere Auslandschweizer kennenlernen, gute Adressen austauschen, mich über die Schweiz informieren – das kann ich alles auf SwissCommunity!» Vernetzen Sie sich mit anderen Auslandschweizern Bleiben Sie informiert über relevante News und Events Finden Sie eine Wohnung — oder das beste Fondue in der Stadt Entdecken Sie die Schweiz Jetzt gratis anmelden! www.swisscommunity.org SwissCommunity Partner 21 N. 11, novembre 2011 Riunisce le organizzazioni svizzere di aiuto al Terzo Mondo Da quarant’anni Alliance Sud chiede maggiore impegno per lo sviluppo Alliance Sud festeggia quest’anno il suo 40esimo compleanno. Dalla sua creazione nel 1971 in primo piano figurava il desiderio di meglio informare la popolazione sul sud del mondo. È per questo motivo che fondò il “servizio informazione terzo mondo” ed un centro di documentazione, che offre ancor oggi al pubblico interessato i suoi servizi. Come organizzazioni di cooperazione internazionale ci impegniamo a due livelli: 1) sostenendo le persone svantaggiate dei Paesi del Sud nei loro sforzi per superare la miseria materiale, la discriminazione sociale e la privazione dei diritti politici; 2) criticando i rapporti di potere internazionali e le regole economiche mondiali che ostacolano lo sviluppo, e perseverando nel contribuire al loro cambiamento. Per realizzare questa funzione sensibilizziamo l’opinione pubblica sulle questioni di sviluppo, interveniamo nella politica estera e nella politica economica dei governi del Sud o nella politica delle Organizzazioni Internazionali. Ci adoperiamo per Una Svizzera solidale, chiedendo al Consiglio federale di aumentare l’Aiuto Pubblico allo Sviluppo (dallo 0.4% allo 0.7% del prodotto nazionale lordo secondo le raccomandazioni dell’ONU) e di investire questa somma in modo mirato per la riduzione della fame e della povertà. Delle relazioni commerciali eque, impegnandoci per il diritto dei Paesi del Sud a proteggere i loro propri produttori ed i loro nuovi settori economici. Una giustizia fiscale, rivendicando uno scambio di informazioni sulle questioni fiscali. Chiediamo al Consiglio federale di sostenere attivamente i Paesi in via di sviluppo nella lotta contro l’evasione e la frode fiscali. Il diritto all’acqua, affinché l’accesso all’acqua potabile sia riconosciuto e garantito come un diritto umano, perché l’acqua è un bene pubblico. Ci opponiamo alla privatizzazione delle reti di distribuzione di acqua potabile. Una giustizia climatica, invitando la Svizzera a assumersi le sue responsabilità nella politica climatica internazionale diminuendo di almeno il 40% le sue emissioni di CO2 entro il 2020 e di almeno il 90% entro il 2050 (rispetto al 1990) attraverso delle misure interne. La Svizzera deve inoltre deve aiutare i Paesi poveri ad adattarsi alle conseguenze del riscaldamento climatico, di cui è anche responsabile, ed offrire loro un accesso a buon mercato e rapido alle tecnologie verdi. La manifestazione di giubileo per i quarant’anni di Alliance Sud si è tenuta il 21.06.2011 ed è stata consacrata al tema “I media e il Sud”: vi hanno partecipato più di 200 persone ed ha risposto alle seguenti domande: In che modo i media svizzeri informano sul Sud del mondo? Com’è cambiato lo sguardo mediatico sul Sud? Quali aspettative hanno le organizzazioni di politica di sviluppo e le organizzazioni di cooperazione internazionale verso i media – e viceversa? Nella sua presentazione di apertura, il professore zurighese in giornalismo e sociologia, Kurt Imhof, ha dichiarato: « Il Sud regredisce nell’orizzonte mediatico svizzero. Paradossalmente, nell’era della mondializzazione, assistiamo ad una riduzione della nostra percezio- ne del mondo. Più il giornalismo è a basso costo, maggiore è l’immagine semplicistica che esso dà del mondo». Imhof ha citato alcune ragioni che hanno portato alla perdita di qualità dei media: la diminuzione delle rubriche e dunque carenza di specialisti, la riduzione di reti di corrispondenti, la sempre maggior dipendenza dalle agenzie. Il populismo mediatico e politico si contendono l’attenzione dei lettori. Campagne dal tono scandalistico giovano sia ai media che ai partiti politici. Secondo Imhof, la mancanza di qualità si fa sentire in particolar modo nei giornali gratuiti e nei canali televisivi privati. I media di diritto pubblico e i giornali su abbonamento, invece, mostrano un maggior numero di notizie internazionali. Ma i quotidiani, la cui cifra d’affari cala in modo considerevole, hanno dovuto dare un taglio al personale. L’ex giornalista e direttrice dell’organizzazione di cooperazione internazionale Sacrificio Quaresimale, Anne-Marie Holenstein, ha ricordato l’importanza crescente dei media elettronici tramite i quali si possono mobilitare rapidamente molte persone in favore della solidarietà e dei diritti umani, ma che da soli non possono rimediare alla lacuna degli altri media. Coloro che si interessano alla politica di sviluppo devono puntare sull’alleanza tra i media scritti delle organizzazioni di sviluppo, i nuovi media elettronici e la televisione, i quotidiani e i settimanali. Alliance Sud Comunità di lavoro Swissaid . Sacrificio Quaresimale . Pane per tutti . Helvetas . Caritas . Aces – www.alliancesud.ch Notizie in breve dalla Svizzera A Zaugg il Lombardia – Il ciclista svizzero Oliver Zaugg ha vinto con distacco il Giro di Lombardia, l’ultima delle classiche della stagione, svoltasi tra Milano e Lecco. Svizzera fuori dagli Europei – Sconfitta 2 à 0 dal Galles, la Nazionale svizzera di calcio ha perso l’ultima possibilità di qualificarsi per la fase finale degli Europei 2012 in Polonia e Ucraina. A nulla è servita la vittoria nell’ultima gara (3 à 0) contro il Montenegro. Ermotti alla testa di UBS – Il ticinese Sergio Ermotti è stato designato alla testa della direzione dell’Unione di Banche Svizzere. Succede a Oswald Grübel, che ha rasse- gnato le dimissioni dopo la scoperta della perdita di 1,8 miliardi di franchi, a causa di operazioni non autorizzate da parte di un “trader” di Londra. Più soldi alla formazione – Il Consiglio svizzero della scienza e della tecnologia chiede un aumento del 10% degli investimenti federali nel settore della formazione. La Svizzera deve potersi imporre tra i paesi più competitivi è la motivazione per la richiesta di fondi per gli anni 2013-2016. L’italiano escluso – Il governo del semicantone di Obvaldo ha deciso di escludere l’insegnamento dell’italiano dalle discipline principali di maturità, mantenendo però il latino. La scelta ha suscitato parecchie opposizioni, come era avvenuto a San Gallo all’inizio dell’anno. Indignati a Zurigo e Berna – Anche in Svizzera, come in altre grandi città, il movimento degli «Indignati» ha occupato le piazze di Zurigo e di Berna. Le manifestazioni si sono svolte senza gravi incidenti. Zurigo aveva autorizzato una seconda dimostrazione che ha visto riuniti circa 200 manifestanti. A Berna, sulla piazza federale, alcune decine di persone hanno manifestato, anche senza autorizzazione, contro le banche. 22 N. 11, novembre 2011 I cento anni della ferrovia della Jungfrau Dalle viscere dell’Eiger alla Jungfraujoch La ferrovia della Jungfrau celebrerà il proprio centenario nel 2012. Passando in una galleria attraverso l’Eiger e il Mönch, raggiunge la stazione più alta d’Europa e rimane il gioiello dell’Oberland bernese. Il treno si infila nelle viscere della montagna. Davanti agli occhi sbarrati, la parete nord dell’Eiger (3970 m) scompare. La galleria di 7,2 km corre nella roccia e perfora il Mönch (4107 m) prima di emergere alla Jungfraujoch, il colle della Jungfrau, a 3454 metri di altitudine. La stazione più alta d’Europa racconta la storia ferroviaria elvetica più audace del giovane ventesimo secolo. Ai piedi della trinità delle Alpi bernesi, un orologio conta i minuti che ci separano dal centenario della ferrovia della Jungfrau, il 1° agosto 2012. L’impresa secolare è veramente eccezionale: nel 2010, quasi 672’000 viaggiatori hanno superato il dislivello di 1393 metri, per raggiungere il panorama stupefacente delle nevi eterne. Con a sud il ghiacciao dell’Aletsch che scivola verso il Vallese su 22 km, e all’ovest la maestosa Jungfrau (4158 m). Qui la montagna conserva i ricordi di un cantiere che durò sedici anni e fu il coronamento della febbre delle ferrovie di montagna che aveva colpito la Svizzera alla fine del XIX. Secolo. Risaliamo il tempo per scoprire il progetto di un sognatore, Adolf Guyer-Zeller, senza il quale non sarebbe successo nulla. La febbre delle ferrovie di montagna Il boom delle costruzioni ferroviarie in altitudine comincia in verità un decennio dopo l’inaugurazione del primo treno a cremagliera nel 1874 a Vitznau per salire il Rigi (SZ, 1800 m). Nel 1912 si contano in Svizzera 15 treni a cremagliera e 45 funicolari. Il punto culminante di questa febbre ferroviaria è senza dubbio la Jungfraubahn. Nel 1893, la Wengernalpbahn raggiunge la Piccola Scheidegg (2061 m) ai piedi dell’Eiger, a partire da Lauterbrunnen (795 m) per in seguito ridiscendere su Grindelwald (1034 m). Negli anni 1869 e 1889, si parla di un treno che risalga la Jungfrau, ma gli iniziatori si scontrano con l’ottenimento delle concessioni o il finanziamento. Nel 1893 l’industriale zurighese Adolf GuyerZeller (1839-1899) presenta un nuovo progetto. Il padrone della compagnia ferroviaria del Nordest (Nordostbahn) prevede una linea elettrica a cielo aperto fra la Piccola Scheidegg e il ghiacciaio dell’Eiger, prima di tuffarsi nel tunnel dell’Eiger, il Mönch e la Jungfrau, per giungere in cima a quest’ultima. Riceve la concessione dalle autorità federali nel 1894 e i lavori iniziano nel 1896 sotto l’egida della giovane compagnia Jungfraubahn. Invece dei sette anni previsti, la costruzione durerà sedici anni. La stazione di arrivo non è più sulla cima della Jungfrau, ma allo Jungfraujoch. Il motore del turismo Questa ferrovia era destinata soprattutto ai turisti e non agli indigeni. A partire dal 1830, i visitatori inglesi invadono la regione di Interlaken, considerata colonia inglese all’epoca. Dal 1880 superano i tedeschi, gli americani e i francesi. Il turismo estero conosce il proprio apogeo tra il 1890 e il 1914. Oltre 21 milioni di pernottamenti sono registrati in Svizzera, nel 1910. Una cifra che verrà nuovamente raggiunta soltanto a partire dal 1955. L’Oberland bernese si accaparrerà perfino un Minatori durante la costruzione della galleria, il 21 febbraio 1912, poco prima del traforo sullo Jungfraujoch. terzo di questa torta del turismo svizzero a partire dal 1895 e le ferrovie della regione conoscono un vero e proprio boom fra il 1890 e il 1905: Berner-Oberland-Bahn, InterlakenLauterbrunnen, Interlaken-Grindelwald, ThunInterlaken, Spiez-Frutigen e Spiez-Gstaad. Sedici anni di lavori Nel 1898, la linea a cielo aperto dell’Eigergletscher viene inaugurata a 2320 m. Il traforo della galleria dell’Eiger inizia nel 1897 e il Rotstock (2520 m) è raggiunto nel 1899. Lo stesso anno, Adolf Guyer-Zeller muore e il figlio ne riprende l’eredità. I lavori accumulano ritardi e la stazione dell’Eigerwand (2865 m) è aperta al pubblico soltanto nel giugno 1903. La tratta raggiunge in seguito la stazione dell’Eismeer (il Mare di ghiaccio, 3160 m) nel 1905. A partire da questa tappa i piani iniziali sono modificati per motivi finanziari: invece di una stazione al Mönchstjoch, poi in cima alla Jungfrau, viene scelto lo Jungfraujoch come stazione terminale che verrà inaugurata nel 1912. Nel corso degli anni i lavori sono purtroppo contrassegnati dalla morte di trenta minatori (esplosioni di dinamite, scariche elettriche, valanghe, cadute di pietre, ecc.) da sei scioperi e da problemi finanziari (costo di 15 milioni di franchi contro i 10 milioni preventivati), sedici anni di lavoro contro i sette preventivati… Un mondo di caverne e sotterranei Nel corso del XX. Secolo, le sistemazioni effettuate allo Jungfraujoch hanno contribuito alla sua reputazione. All’interno della montagna troviamo un mondo di sotterranei e caverne. Una prima casa dei turisti è costruita nel 1912, prima della grande opera del 1924, il “Berghaus” posto sul versante sud. Nel 1931 la stazione di ricerca della Stazione “Eigerwand” il 28 giugno 1903. 23 N. 11, novembre 2011 Il sogno dell’uomo è diventato una formidabile attrattiva e le future celebrazioni dovranno migliorare ulteriormente la fama della regione. Se Adolf Guyer-Zeller non avesse ottenuto le concessioni federali, grazie alla promessa di investire 100’000 franchi del proprio patrimonio in una stazione meteorologica al terminus della linea, la ferrovia non sarebbe probabilmente mai stata costruita. Da quasi cento anni, quella dello Jungfraujoch rimane ancora e sempre la stazione più alta d’Europa. Alain Wey www.jungfraubahn.ch www.scheidegg-hotels.ch www.ifjungo.ch/jungfraujoch (stazione di ricerca dello Jungfraujoch) La stazione della Piccola Scheidegg con sullo sfondo l’Eiger, il Mönch e la Jungfrau. Jungfraujoch (3450 m) viene inaugurata. L’Osservatorio della Sfinge che troneggia a 3571 metri di altitudine è terminato nel 1937 e la sua cupola astronomica viene installata nel 1950. Vi si accede con due ascensori che si innalzano di 111,4 metri. In un primo tempo le ricerche concernevano la meteorologia, la glaciologia e la medicina fisiologica, ma oggi si interessano soprattutto all’astronomia, all’astrofisica e l’irradiamento cosmico. Negli anni 1930 viene pure scavato e scolpito il Palazzo di ghiaccio. Nel 1972 un incendio distrugge il “Berghaus” e la Casa dei turisti, che saranno sostituiti dalla Taverna della Jungfrau e dal “Gletscherrestaurant”. Tra il 1983 e il 2002 comincia una nuova febbre di costruzione sullo Jungfraujoch. Il nuovo “Berghaus” (16’200 m3, sette piani) viene inaugurato nel 1987 e ribattezzato “Top of Europe”. A partire dal 1991 vediamo nascere una seconda sala d’aspetto allo Jungfraujoch e una nuova uscita sul ghiacciaio dell’Aletsch, un garage per i treni alla Piccola Scheidegg e la sistemazione del Palazzo di ghiaccio nel 1992, una nuova terrazza panoramica sulla roccia della Sfinge nel 1996 e la costruzione dell’Ice Gateway (3471 m) nel 2002. L’aura dello Jungfraujoch Oltre all’apporto del turismo di massa, una delle ripercussioni più significative della ferrovia della Jungfrau rimane l’elettrificazione dei villaggi di tutta la regione, con la costruzione delle centrali elettriche e delle stazioni idrauliche a Lauterbrunnen in particolare, dapprima destinate ad alimentare il treno. In seguito possiamo contare l’attrattività degli sport invernali e le prime corse di sci, fra cui quella del Lauberhorn (2472 m) dal 1930. La discesa di Wengen è la più lunga al mondo con 4,5 km e viene utilizzata nel cinema per “La Discesa infernale” (“Downhill Racer”) con Robert Redford e Gene Hackmann nel 1969. Il richiamo della zona è tale che la regione della Jungfrau-Aletsch-Bietschhorn diventa il primo settore alpino iscritto della prestigiosa lista del Patrimonio mondiale dell’Unesco nel 2001. Un’altra distinzione rivela ancora un po’ di più il suo impatto storico. L’albergo “Bellevue des Alpes” (1840) della Piccola Scheidegg è designato “Hôtel storico dell’anno 2011” dal Consiglio internazionale dei monumenti e dei siti (Icomos), che lo descrive come “una vera macchina per risalire nel tempo”. Numero di visitatori Nel 2010, 672’000 persone hanno visitato lo Jungfraujoch “Top of Europe”. Ossia un aumento del 3,2% rispetto al 2009. Mentre la linea contabilizzava 42’880 visitatori nel 1913, essa supera il capo dei 100’000 turisti nel 1952, dei 200’000 nel 1967, dei 300’000 nel 1972, dei 400’000 nel 1980, dei 500’000 nel 1997 e dei 600’000 nel 2000. Il suo primato: 704’312 visitatori nel 2007. “La casa sopra le nuvole” era chiamato il vecchio albergo di montagna, davanti al ghiacciaio dell’Aletsch e con sullo sfondo il Mönch. Congresso del Collegamento Svizzero in Italia 12 - 13 - 14 maggio 2012 a Sorrento Tema: Formazione, giovani e lavoro in Svizzera 24 N. 11, novembre 2011 Tutta la qualità svizzera in una compagnia aerea. – Standard qualitativi d’eccellenza, per rendere indimenticabile la vostra esperienza. SWISS Business propone nuovi letti completamente orizzontali con cuscini ad aria regolabili che consentono di ottimizzare il comfort della poltrona e trascorrere piacevoli momenti a bordo. Da metà 2011, su tutti i voli a lungo raggio. SWISS serve 72 destinazioni in 39 paesi del mondo con una otta di 89 aeromobili. Benvenuti nel mondo SWISS. ISS BUSINESS W S : A T IA M E PR E TTAMENTE F R E P O T T E L CON ORIZZONTALE IL VOSTRO VOLO, SWISS MADE. SWISS.COM