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SOMMARIO
APPELLO
Appello Comunicazione ai lettori
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2
Una copertina dedicata all’arte Editoriale
2
di Silvio Manfredi
di Amilcare Brugni4
Interventi
Crisi economica e lavorativa del Sud5
di Oreste De Sanctis
Luci sul lavoro6
di Alessandro Lega
Per rilanciare l’economia taglio tasse a chi, poi, spende10
di Alberto Mattioli
COMUNICAZIONE AI LETTORI
Curiosità
Bancomat: in Italia ce ne sono oltre 44milioni
di Vis
11
Argomenti
Il lato oscuro della tassazione delle rendite finanziarie
12
e la politica sulle pensioni
di Giacomo Muoio
Arti e mestieri - Fornaio e pane ‘u furnare e ‘u pane
14
Il marmo: antico compagno di viaggio
16
di Vis
La tavola per una buona vecchiaia17
di Angelo Gerardi
Ricorrenze
80 anni di Sofia, Brigitte, Paoli, Vanobni e Cohen
di Vittorio Sabia
18
News
Curiosità
20
Anche il “fiammifero” sta scomparendo come tante
altre cose, “cancellate” dalla modernità
Un maratoneta per caso
di Luigi Migliore
22
Dai Consolati Cerimonie 1° Maggio Parliamo di Libri
24
23
30
Mehaleon “il prescelto”34
Riflessioni
L’età della saggezza
di Rolando Ceccotti
Nella seduta del Consiglio Nazionale del 30 settembre c.a.
abbiamo avuto una prova di grande maturità, personalismi e
prese di posizione sono stati superati dalla voglia di cambiare,
di modificare le nostre regole statutarie.
Pertanto, nell’associarmi ai ringraziamenti del Presidente della Federazione nei confronti di tutti i componenti la Commissione riforma Statuto, Regolamenti e Codice Etico per
la qualità e la professionalità manifestata nel prospettare ai
Consiglieri Nazionali il primo step, riguardante l’inizio dell’
obiettivo: (la revisione parziale dell’art. 6 dell’attuale Regolamento Generale), sento il dovere morale, nella mia veste
di Segretario Generale e di Maestro di appellarmi ai singoli
Consiglieri Provinciali per una costruttiva e significativa attività nell’ambito delle singole regioni di appartenenza: dapprima votate e poi fate votare.
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Informiamo che sul sito web della Federazione: www.maestrilavoro.it sono consultabili due interessanti temi.
· “FISCO” - vedere colonna attività.
· “HOBBY” - vedere colonna attività.
In proposito si ricorda che per poter inserire i pezzi (foto, poesie, racconti, quadri, ecc. ) in “HOBBY”dei Maestri interessati occorre la loro esplicita concessione alla pubblicazione.
Il Segretario Generale
MdL Silvio Manfredi
UNA COPERTINA
DEDICATA ALL’ARTE
Tiziano
Ritratto di Carlo V
Madrid
Museo Nacional
del Prado.
Tiziano Vecellio, nato a Pieve di
Cadore intorno al 1485 - 1488,
morto a Venezia nel 1576; ha rilevato la forza emotiva della passione trovandola nella vivacità del colore. Una innovazione
la Sua pittura che segna il superamento del classicismo cinquecentesco, ispirato ad una perfetta armonia fra ragione e
sentimento.
Nel grande ritratto equestre di Carlo V rappresenta l’imperatore solo che si erge contro il paesaggio illuminato dai bagliori del tramonto.
Periodico ufficiale della Federazione Maestri del Lavoro d’Italia Registrato presso il Tribunale di Roma con n. 272 del 27 settembre 1983
Anno 30mo - n. 3 - Settembre 2014
Direttore Editoriale
Presidente della Federazione
Amilcare Brugni
Direttore Responsabile
Vittorio Sabia
[email protected]
cell. 338.1797694
Via B. Marcello, 7 - 31044 Montebelluna (TV)
Direzione
Via Barberini, 36 - 00187 Roma
tel. 06.5926341 - fax 06.5924527
e-mail: [email protected]
www.maestrilavoro.it
Comitato Editoriale
Vicepresidenti
Francesco Traina - Nord
Rolando Ceccotti - Centro
Vincenzo Esposito - Sud e Isole
Testi di
L. Busatto, A. Brugni, R. Ceccotti, M. Cigni,
O. De Sanctis, A. Di Paolo, E. Farina, A. Gerardi,
A. Lega, S. Manfredi, A. Mattiussi, G. Mazzaufo
L. Migliore, G. Muoio, V. Sabia, U. Seclì
e i collaboratori dei Consolati regionali
e provinciali d’Italia.
Segretario Generale
Silvio Manfredi
Tesoriere
Augusto Passacantilli
Per la pubblicità: Gstaff srl - Via B. Bruni, 116 Roma
Tel. 06.33261554 - [email protected]
Segretario del Consiglio
Carla Capparelli
Gli articoli firmati esprimono esclusivamente le
opinioni degli estensori e non indicano in alcuna
forma la linea socio-politica del Periodico
Grafica e Stampa
Gstaff srl - Roma - www.gstaff.it
Chiuso in tipografia 15 Ottobre 2014
Periodico a diffusione interna
Cav. Lav. Dott. Arch. Pietro
Santarelli
Da oltre cinquanta anni Pietro Santarelli, marchigiano di Ascoli Piceno, guida
la costante espansione della Santarelli Costruzioni che dai comuni delle
Marche raggiunge l’intero territorio nazionale.
La Santarelli Costruzioni S.p.A. è la principale di un gruppo di società che opera
su tutto il territorio nazionale e prevalentemente nella città di Roma. Svolge,
in conto proprio, attività di general contractor, progettazione, costruzione,
acquisizione, vendita e gestione di immobili ad uso residenziale, direzionale,
commerciale e turistico-alberghiero.
Un inarrestabile sviluppo che si è diversificato inoltre, nell’editoria, nella
produzione cinematografica, nel settore del benessere e, attraverso la Inergia
S.p.a., in quello energetico per la produzione e la fornitura di servizi.
www.santarellispa.it
www.inergia.it
EDITORIALE
MEMENTO per Tutti gli Associati
Federazione Maestri del Lavoro d’Italia
Ente Morale DPR 1625 del 14 Aprile 1956
Roma, 3 ottobre 2014
Ai Consoli Regionali
Ai membri effettivi della CEC
Roma, 3 ottobre 2014
Ai Consoli Regionali
p.c.:
Ai membri effettivi della CEC
Ai Consoli Provinciali
Ai Consiglieri
Nazionali
p.c.:
Ai RevisoriAiNazionali
dei Conti
Consoli Provinciali
Alla Commissione
Statuto
Regolamenti
Ai Consiglieri Nazionali
Al Tesoriere,
al Segretario
deldeiConsiglio,
al Segretario Generale
Ai Revisori
Nazionali
Conti
Alla Commissione Statuto Regolamenti
Al Tesoriere,
al Segretario
al Segretario
Generale
Oggetto: Regolamento
Generale
(art.del6 Consiglio,
- introduzione
deleghe)
- Statuto (artt. 6 comma c e 19).
Rendiamo noto a tutti gli interessati che nella seduta del Consiglio Nazionale, tenutosi a Roma il giorno 30
settembre c.a. sono stati deliberati su proposta della competente commissione per la riforma dello Statuto, dei ReOggetto: Regolamento Generale (art. 6 - introduzione deleghe) - Statuto (artt. 6 comma c e 19).
golamenti e del Codice Etico (Amici, Di Grazia, Girasoli, Manfredi, Mazzucchelli, Pravisano e Vergani), i seguenti
provvedimenti eRendiamo
ciò doponoto
approfondito
esame echerelativo
dibattito:
a tutti gli interessati
nella seduta
del Consiglio Nazionale, tenutosi a Roma il
L’introduzione
delle
deleghe
nell’art.
6
del
regolamento
generale
al fine
di poter procedere
dopo l’approvazione
giorno 30 settembre c.a. sono stati deliberati su proposta della
competente
commissione
per la riforma
della delega,
modifica
di due articoli
dello Statuto
(artt. Di
6 sub
lettera
c, e 19).
delloalla
Statuto,
dei Regolamenti
e del Codice
Etico (Amici,
Grazia,
Girasoli,
Manfredi, Mazzucchelli,
Pravisano e Vergani),
provvedimenti
ciò periodo
dopo approfondito
esame
dibattito:
Ciò premesso,
i Consolii seguenti
Regionali
dovrannoenel
15 ottobre
- 14e relativo
novembre
2014 indire formalmente, nel
L’introduzione
deleghe nell’art.
6 del regolamento
generale
al fine di
procedereaidopo
rispetto delle norme
in essere,delle
le Assemblee
regionali
dei Consigli
Provinciali
perpoter
sottoporre
partecipanti la modil'approvazione
della delega,
allaper
modifica
di due articoliLe
dello
Statuto (artt.
sub lettera
c, e 19).
fica (Regolamento
Generale
art. 6)
l’approvazione.
operazioni
di 6voto
dovranno
essere seguite dalle rispettive
Ciò premesso, i Consoli Regionali dovranno nel periodo 15 ottobre - 14 novembre 2014 indire
Commissioni elettorali.
formalmente, nel rispetto delle norme in essere, le Assemblee regionali dei Consigli Provinciali per
I verbali dei risultati di voto dovranno essere inviati alla CEC ed alla Presidenza (dal 17 – 21 novembre) per le
sottoporre ai partecipanti la modifica (Regolamento Generale art. 6) per l’approvazione. Le operazioni di
successive
incombenze.
voto
dovranno essere seguite dalle rispettive Commissioni elettorali.
E’ il primoI passo
per laessere
riforma
deialla
dueCEC
articoli
dello
Statuto(dal
sopra
verbali(introduzione
dei risultati di delega)
voto dovranno
inviati
ed alla
Presidenza
17 citati.
– 21
Auspichiamo
la
fattiva
partecipazione
di
tutti,
certi
che
saranno
adottate
sul
territorio
le
iniziative più adeguate,
novembre) per le successive incombenze.
occorre la presenza
e la collaborazione
attiva
degli
E’ il primo
passo (introduzione
delega)
per associati.
la riforma dei due articoli dello Statuto sopra citati.
Auspichiamo
la fattiva partecipazione
di delle
tutti, certi
che saranno
adottate
suluna
territorio
iniziative della nostra coe
Abbiamo necessità
di proseguire
sulla strada
riforme,
dobbiamo
dare
provale tangibile
adeguate, occorre la presenza e la collaborazione attiva degli associati.
sione allapiù
Federazione.
Abbiamo
necessità
di proseguire ringraziamo
sulla strada delle
riforme, dobbiamo
dare una prova
Auguri di buon
lavoro,
con l’occasione
i componenti
del commissione
pertangibile
l’impegno e la costanza
della
nostra
coesione
alla
Federazione.
del lavoro profuso.
Auguri di buon lavoro, con l'occasione ringraziamo i componenti del commissione per l'impegno e
Amilcare
Brugni
la costanza del lavoro profuso.
Amilcare Brugni
All.:




Flow 5
Regolamento Generale
Modello riepilogo (fax simile) risultati Assemblee regionali
Scheda di delega
00187 – ROMA - Via Barberini, 36; Tel. 06-5926341 – Fax 06-5924527; e-mail: [email protected]; www.maestrilavoro.it
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IL MAGISTERO DEL LAVORO • n. 3 Settembre 2014
INTERVENTI
Crisi economica
e lavorativa del SUD.
Problemi della Città di Taranto e fascino della sua storia antica.
Dai cantieri Navali “F. Tosi - all’Italsider”: bisogna far presto perché si rischia la fuga da Taranto.
Attraverso la mia esperienza di lavoro vi racconto i
fermenti che si avvertivano negli anni ’60 che, come
sappiamo, erano gli anni del boom economico.
Lavoravo ai Cantieri Navali da 14 anni come impiegato amministrativo, quando ebbi il piacere di essere
invitato ad un colloquio di lavoro dal capo sezione dell’ufficio personale dell’Italsider, in costruzione da pochi anni, per collaborare all’organizzazione dell’ufficio liquidazione paghe operai e stipendi
impiegati dello Stabilimento Italsider di Taranto che
accettai, perché questa era una azienda in continua
evoluzione con possibilità di avanzamenti di carriera e con stipendi di gran lunga superiori alle altre
aziende.
La nascita del IV Centro Siderurgico a Taranto, il
più grande d’Europa.
Fino alla seconda metà dell’800, le attività lavorative di Taranto erano legate alle risorse del mare, alla
pesca, ai carpentieri d’ascia che costruivano imbarcazioni per le attività marinare, alla coltivazione
delle cozze conosciute in tutto il mondo per le sue
caratteristiche organolettiche dovute alla unicità dei
“citri” del mar piccolo che apportano una notevole
quantità di acqua dolce sorgiva, proveniente da fiumi sotterranei, che conferiscono ai mitili un sapore
unico e inconfondibile.
Nel 1889, grazie alla posizione strategica sui due
mari, Taranto fu scelta come sede della Base Navale
Militare Nazionale con annesso Arsenale della Marina Militare.
Nel 1911, nell’ambito della strategia militare, fu
costruito il Cantiere Navale F. Tosi, conosciuto in
tutto il mondo per i suoi operai specializzati e tecnici esperti nella costruzione di piccoli e grossi navi
mercantili e navi e sommergibili da guerra.
Con questa scelta da parte dello Stato, Taranto
cominciò ad assumere una caratteristica industriale
con una crescita professionale legata a queste nuove
attività che si affiancarono alle attività storicamente
legate al mare.
In quegli anni la città cominciò ad ospitare numerosi Militari contribuendo ad una florida crescita
commerciale.
Con le due Guerre Mondiali ci fu una ulteriore
richiesta di cantieristica navale con conseguente
incremento dell’occupazione e una crescita professionale notevole degli addetti ai lavori.
Subito dopo la seconda guerra mondiale, con il finire delle attività belliche, i Cantieri Navali, l’Arsenale Militare e le aziende dell’indotto che erano state
impegnate alla costruzione e manutenzione di navi
da guerra e sommergibili, cominciarono a licenziare
per mancanza di commesse. Di conseguenza le piccole botteghe artigianali e le attività commerciali in
genere, cominciarono a chiudere aggiungendo altri
disoccupati ai già numerosi disoccupati dell’industria bellica ed ai reduci di guerra che, rientrando
nelle proprie case, erano anch’essi alla ricerca di
occupazione per cercare di ritornare a vivere una vita
normale.
Ai Cantieri Navali F. Tosi, ci furono alterni periodi di crisi occupazionale e riprese temporanee che
lasciavano ben sperare fino al 1958, quando ad un
inasprirsi della mancanza di commesse di navi da
parte di altri Stati, ci furono ritardi di pagamento
degli stipendi ed ulteriori licenziamenti. Nel Maggio
del 1959 ci fu uno sciopero generale a cui parteciparono tutti gli operai, i tecnici, gli ingegneri, i
dirigenti occupando le strade della città ed il ponte
girevole.
Purtroppo la società fallì nel marzo del 1960 con
conseguente licenziamento di tutte le maestranze.
In quel periodo l’Italia era alle prese con la ricostruzione post bellica e necessitava di molto acciaio, che
IL MAGISTERO DEL LAVORO • n. 3 Settembre 2014
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INTERVENTI
sarebbe stata costretta ad importare in gran parte
dall’estero se non fosse stata in grado di produrlo
in proprio. Per questa ragione fu deciso di avviare la
costruzione del IV centro siderurgico da installare in
una località del Meridione che sarebbe servito anche
a combattere la crisi occupazionale che attanagliava
quell’area del Paese.
Il Sindaco di Taranto ed alcuni politici locali si recarono a Roma presso il Governo al quale documentarono la situazione drammatica della nostra Città,
facendo richiesta di dislocare il nascente stabilimento industriale a Taranto.
Tutto questo rappresentò un grande sogno per i cittadini e per gli stessi politici.
Anche questa volta la posizione strategica di Taranto
con il suo grande porto naturale, la grande disponibilità di vaste aree retroportuali e la grande “fame”
occupazionale fecero propendere la scelta sulla
nostra città.
Fu subito individuata l’area in cui poter realizzare
l’impianto. Il luogo prescelto si presentò idoneo per
la vicinanza al porto mercantile e al mar piccolo. La
contiguità alla zona abitata del quartiere Tamburi fu
considerata una ulteriore positività perché i futuri
dipendenti del siderurgico non avrebbero dovuto
fare molta strada per recarsi al lavoro.
Con l’affidamento dei lavori alla società per la costruzione dello stabilimento, l’amministrazione “Italsider S.p.A.” a partecipazione Statale, avrebbe dovuto
prevedere ed installare strumenti e mezzi tecnici per
evitare l’inquinamento sulla città e salvaguardare la
salute dei cittadini e dei lavoratori. Sicuramente si
tenne conto delle conoscenze tecniche di quei tempi. Quando si cominciò a capire che lo spolverio dei
minerali, non solo imbrattava le strade e i palazzi
del vicino quartiere Tamburi, ma soprattutto veniva
respirato dagli abitanti e dagli operai che vi lavoravano, causando gravi problemi respiratori e varie
forme tumorali, si è capito che le conoscenze erano
veramente poche e confuse.
Uno dei rimedi illusori utilizzato negli anni 80/90,
fu quello della costruzione di colline artificiali adornati di alberi e cespugli nella zona al confine tra il
cimitero ed il quartiere Tamburi. L’altro sistema fu
quello di innaffiare i parchi minerali con acqua e
filmante per evitare lo spolverio, ma tutto questo è
risultato vano anche se taluni continuano a sostenerne l’efficacia. In altri Stabilimenti esteri, simili a
quello di Taranto, sono stati adottati sistemi molto più idonei. Per esempio la copertura dei parchi
minerali.
Dopo 52 anni una presa di coscienza e l’attenzione
verso i problemi ambientali da parte della cittadinanza su segnalazione degli abitanti del quartiere
Tamburi colpiti da malattie spesso con eventi mortali, hanno dato vita a comitati cittadini di protesta
che hanno indotto l’intervento della Magistratura di
Taranto. Tutto questo nel pieno silenzio di sindacati
e politici locali.
Ci auguriamo che tutto questo serva a rendere la
fabbrica ecosostenibile e contestualmente salvare i
posti di lavoro, ma la speranza è di assistere in breve
tempo ad una rinnovata ripresa delle attività produttive e la disponibilità di nuovi posti di lavoro.
Le varie leggi Salva - ILVA di recente emanazione
e l’ultima AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale), anche se ancora non completamente esaustive di
come risolvere radicalmente il dualismo tra SALUTE e LAVORO, rappresentano al momento l’inizio
di una nuova era, consapevoli che non si deve morire per il lavoro.
Taranto auspica di tornare ai fasti di un tempo,
quando la città aveva come fiore all’occhiello la mitilicoltura e le maestranze che hanno dato lustro nel
campo della meccanica e delle costruzioni navali.
MdL Oreste De Sanctis
Luci sul Lavoro
Un seminario di studi tenuto
a Montepulciano per esprimersi,
confrontarsi e condividere
6
IL MAGISTERO DEL LAVORO • n. 3 Settembre 2014
Ci sono eventi che arrivano in poco tempo ad avere
notorietà pur rimanendo un evento di nicchia. E’ il
caso di “Luci sul Lavoro”, con il sottotitolo Immagini, Musica e Parole, che per il terzo anno consecutivo Italia Lavoro ha organizzato nella cittadina toscana di MONTEPULCIANO, che ha dato i natali
ad Angelo Ambrogini, detto il Poliziano ed é nota
per la produzione di uno dei più famosi vini rossi: il
INTERVENTI
Nobile di Montepulciano. Il tutto si è tenuto nella
Fortezza di Montepulciano con l’organizzazione e la
promozione del Comune di Montepulciano, dell’Istituto Europeo di Documentazione e Studi Sociali,
di Italia lavoro.
Luci sul Lavoro, come il titolo fa intuire, vuole
“accendere la luce sul lavoro” fornendo ai vari protagonisti la possibilità di Esprimersi, Confrontarsi e
di Condividere le loro esperienze. Padrone di casa, il
dottor Paolo Reboani, Presidente e Amministratore
Delegato di Italia Lavoro.
E stato preparato un resoconto che, con alcuni flash,
sia in grado di far capire quale sia l’importanza di
questa realtà. Quest’anno, infatti, a seguito dell’accordo stipulato fra la Federazione Maestri del Lavoro e Italia Lavoro, la Federazione ha ricevuto l’invito
a partecipare con: Amilcare Brugni, Vincenzo Esposito, Alessandro Lega. La delegazione della Federazione ha avuto modo di incontrare e conoscere molti
personaggi del mondo della Scuola, del Lavoro e del
mondo associativo che si occupa della materia.
L’apertura dell’evento, avvenuta con un workshop,
ha fatto immediatamente comprendere che i tre
giorni sarebbero stati ben spesi. L’intervento del
dottor Mauro Tingali, Coordinatore di Gestione
di Italia Lavoro ha delineato una traccia ben chiara.
La relatrice successiva, la dottoressa Anna Grimaldi,
Responsabile Area politiche per l’Orientamento di
ISFOL, ha messo in evidenza l’importanza del Sistema informativo delle Professioni, dell’Occupazione
e dei Fabbisogni. L’ing Agostino Petrangeli, di Italia Lavoro, ha sottolineato il legame fra quanto il
programma FIxO S&U ha sviluppato negli ultimi
anni e ciò che il nuovo programma Garanzia Giovani sta sviluppando. E’ seguita una prima tavola
rotonda, con due testimonianze Europee, oltre a
quotati rappresentanti del mondo del lavoro Italiano. La rappresentante Francese, Aurélie Badard,
Chargée de Mission école-entreprise Académie Lyon
(Francia), ha esposto come il percorso scolastico di
uno studente Francese venga seguito da una struttura dedicata ad individuare il percorso formativo più
adeguato per le sue attitudini, allo scopo di costruire
le competenze più attinenti alle sue caratteristiche.
L’intervento successivo, da parte di Klaus Poelke,
Responsabile Reti Formative Regionali, Distretto
governativo di Arnsberg (Germania) ha ben descritto il sistema scolastico duale tedesco che è in atto già
dagli ’80. Tutto ciò combinato con un ben strutturato sistema di orientamento scolastico che inizia già
negli ultimi anni delle primarie.
La tavola rotonda ha poi visto avvicendarsi tre relatori Italiani, Pietro Boschi; Riccardo Giovani, e Francesco Mantovani (MdL), quest’ultimo, ha parlato
ampiamente di come gli Istituti Tecnici Superiori
stiano contribuendo a colmare la carenza di competenze al termine del ciclo scolastico delle Secondarie
di 2° grado.
Fin dalla mattinata del primo giorno si sono aperti
i laboratori di tredici Botteghe di Mestiere, dedicati
all’Apprendistato e Mestieri a Vocazione Artigianale (AMVA). Una realtà che ha visto riuniti artigiani
del mondo sartoriale, della moda, delle calzature di
alta classe, della lavorazione del legno, dell’attività
conciaria, dell’alta pasticceria, del restauro, eccetera.
Quasi una mostra dell’Artigianato all’interno della manifestazione. Non meno significativo il mini
convegno sulle attività artigianali animato da Laila Bauleo, Marianna D’Angelo, Stefano Di Niola,
coordinato da Domenico Bova.
C’è stata poi l’inaugurazione ufficiale di Luci sul
Lavoro con un dibattito aperto dal Sindaco del
Comune di Montepulciano, Andrea Rossi, seguito
da Paolo Pennesi, Gianni Arrighi, Simone Bezzini,
Enrico Limardo ed infine il Presidente di Italia Lavoro Paolo Reboani. Ne è uscito un quadro complesso
in cui le politiche attive messe in atto a sostegno del
lavoro giovanile non riescono ancora ad abbattere
le difficoltà che scelte fatte nel passato hanno creato
nel mondo del lavoro. E’ stato anche ribadito che
nel nostro Paese le difficoltà risalgono a ben prima
dell’inizio del ciclo negativo della crisi economica.
Per questo motivo servono iniziative in grado di
recuperare lo stato di ritardo in cui il lavoro, in particolare quello giovanile, attualmente si trova.
IL MAGISTERO DEL LAVORO • n. 3 Settembre 2014
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INTERVENTI
La prima giornata del convegno è continuata con
due workshop, con temi molto diversi fra di loro. Il
primo, moderato da Antonio Perdichizzi, ha visto
a confronto i principali Thinkers dell’imprenditoria
giovanile, facendo luce su un importante alternativa al lavoro dipendente. Il secondo ha dibattuto
sulle azioni a sostegno del Welfare aziendale, con al
centro le problematiche del lavoro femminile, un
incontro, moderato dal Consigliere CNEL Giuseppe Acocella e con la partecipazione di Massimo
Cassano, Marianna D’Angelo, Aviana Bulgarelli,
Severino Nappi, Guido Lazzarelli, Antonio Iodice,
Luca Visentini, David Natali. Il dibattito ha messo
in evidenza ciò che il titolo: Politiche del Lavoro,
giovani e Fondi Strutturali Europei, faceva intravedere. L’importanza che il programma Garanzia
Giovani, con i suoi 1,5 miliardi di Euro di finanziamento Europeo, rappresenta per l’Italia e come questo possa essere di sostegno alle politiche messe in
campo per l’aumento della occupazione dei giovani
fra i 16 e i 24 anni, arrivando ad includere anche
quelli fra i 25 e i 29 anni, grazie a fondi aggiuntivi di
provenienza nazionale.
Le tre parole chiave della prima giornata sono state:
Orientamento (scolastico e professionale), Alternanza Scuola Lavoro (sistema duale), Competenze
(cognitive e professionali). Il tutto in una prospettiva del programma Garanzia Giovani.
La prima serata si è conclusa con tre momenti di
intrattenimento che si sono tenuti nel Chiostro della
Fortezza.
Il secondo giorno si è aperto con un Convegno su
Politiche industriali e politiche del lavoro. Moderatore Raffaele Morese, e con la partecipazione di:
Teresa Bellanova, Giorgio Santini, Salvatore Pirrone, Andrea Bianchi, Vincenzo Silvestri, Salvatore
Illiano, Rosanna Pugnalini, Riccardo Giovani, Marco Bentivogli.
Il dibattito che ne è scaturito è stato caratterizzato
dalla prolusione fatta dal moderatore che ha sottolineato che il programma Garanzia Giovani deve essere visto certamente come un’opportunità ma anche
come un possibile rischio di débâcle. il discorso
politico ha preso campo, confermando che la crisi
occupazionale dei giovani proviene da ben prima
dell’attuale crisi congiunturale e che risente del rinvio di decisioni politiche nella scelta degli indirizzi
formativi, non sempre in grado di seguire le effettive
necessità del mercato. Alcune esperienze consolidate da parte della Regione Toscana, come messo in
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IL MAGISTERO DEL LAVORO • n. 3 Settembre 2014
evidenza da Rosanna Pugnalini fanno ben sperare.
Comunque, il Responsabile delle Politiche Industriali di Confindustria (Andrea Bianchi) ha fatto
presente che qualsiasi ripresa dell’economia Italiana
richiede il sostegno politico al sistema produttivo,
sia sul fronte degli incentivi all’occupazione che su
quello tributario. Tutti i relatori si sono dichiarati
convinti che Garanzia Giovani sia un’occasione da
non perdere ma che da solo potrebbe essere un programma non sufficiente per contrastare la disoccupazione giovanile.
Nel secondo giorno, si sono tenuti tre workshop dai
titoli molto significativi:
•Dalla identificazione alla certificazione delle
competenze con un panel composto da consulenti del Lavoro, esperti nella gestione del Personale,
amministratori pubblici e addetti alla formazione
professionale.
•L’impatto dell’immigrazione sul mercato del
lavoro Italiano: metodologie e strumenti. Con la
conduzione di Natale Forlani, Direttore Generale
dell’Immigrazione e delle Politiche di integrazione
del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali.
Significativo il modello di previsione del fabbisogno
di manodopera straniera in Italia presentato dal prof
Paolo Feltrin, dell’Università degli Studi di Trieste.
Hanno fatto seguito una serie di testimonianze provenienti dalle varie regioni Italiane.
• La transizione scuola-lavoro: come rendere sostenibile il servizio di placement nella didattica della scuola, ha visto come protagonisti alcune realtà
Toscane che hanno maturato esperienze nell’area del
programma FIxO S&U, gestito da Italia Lavoro.
Il convegno del pomeriggio del secondo giorno
con il suo titolo: L’innovazione entra nell’impresa:
cambiano i processi e si sviluppano nuovi mestieri,
ha visto il moderatore Gianni Dominici, Direttore Generale di Forum PA, si sono succeduti Luigi
Dallai, Giuseppe Tripaldi, Riccardo Giovani, Stefano Scaramelli, Emma Pietrafesa, Maurizio Decastri,
Mario Raffa, Tiziana Ragni, Alex Giordano. I vari
relatori hanno contribuito a far emergere la necessità di innovare per far crescere la competitività del
nostro Paese concludendo che alla base dell’innovazione va posta la ricerca scientifica e la disponibilità
delle necessarie competenze.
I tre workshop del pomeriggio del secondo giorno
hanno contribuito nel far crescere l’intimo collegamento fra il mondo della Scuola, il mondo del Lavoro e la Politica. Il primo workshop dal titolo FSE,
INTERVENTI
dialogo sociale e politiche attive del lavoro: valutazione e prospettive, il secondo Avvicinare l’Europa
ai cittadini: chiarezza e trasparenza normativa, tecniche di drafting e il terzo L’inserimento lavorativo
dei giovani laureati e dottori di ricerca: dal progetto
FIxO alla Garanzia Giovani hanno visto succedersi
importanti relatori che hanno portato interessanti
contributi.
Le tre parole chiave della seconda giornata sono state: Politica (del Lavoro), Garanzia Giovani, Innovazione.
Il secondo giorno si è concluso con uno spettacolo
teatrale che si è tenuto nel Chiostro della Fortezza.
Per l’ultimo giorno dell’evento è stata invitata la
giornalista Debora Rosciani in qualità di moderatrice. Il convegno mattutino, dal titolo Lavoro,
ambiente e territorio ha visto tutti i relatori unanimi nell’affermare che lavoro ambiente e territorio
devono convivere e svilupparsi in modo armonico.
Tiziano Scarpelli, Andrea Olivero, hanno concordato con Andrea Natalini, quanto sia importante
garantire una crescita compatibile con l’ambiente
ed il territorio. Hanno quindi esaltato l’importanza
della Green Economy. La moderatrice. è riuscita a
far emergere le problematiche delle politiche dei servizi per il Lavoro, che sono state esposte da Grazia
Strano e Filippo Callipo. Particolarmente attivi sono
stati Daniela Rondinelli, Stefano Di Niola, Alessio
Gramolati ed infine Agostino Riitano.
Contestualmente si è tenuto il workshop Il ruolo del
terzo settore nelle politiche attive del lavoro, diviso
in tre parti: Le esperienze delle Botteghe di Mestiere,
Costruire il Lavoro, Welfare Generativo.
Nel corso della manifestazione la delegazione dei
Maestri del Lavoro ha avuto la possibilità di scambiare alcune idee con il Presidente di Italia Lavoro,
Paolo Reboani. La conversazione ha permesso di fare
considerazioni sui vari problemi comuni sul tappeto. Nel ringraziare per l’invito alla terza edizione di
Luci sul Lavoro, il Presidente Amilcare Brugni ha
voluto sottolineare il lavoro che i MdL svolgono a
favore della Scuola.
Nel pomeriggio i partecipanti si sono trasferiti al teatro Poliziano dove si è tenuto l’incontro di chiusura
dell’evento. Sul palco sono saliti nomi di rilievo che,
moderati dalla brava Debora Rosciani, hanno dato
vita ad un acceso dibattito. Il primo ad essere intervistato è stato Paolo Reboani che ha fatto un rapido
riepilogo dei tre giorni di Luci sul Lavoro, dando
appuntamento al prossimo anno. E stato poi il turno
di David Sassoli, neo Vicepresidente del Parlamento
Europeo che ha voluto mettere in evidenza il ruolo
dell’Europa anche per le politiche del Lavoro in Italia. Lo ha seguito Santo Versace, ex parlamentare e
imprenditore nel mondo della moda. Ne è nato un
vivace dibattito, con alcuni momenti di non completo accordo fra il politico e l’ex politico. E’ seguita
una testimonianza del complesso musicale Baustelle,
i cui componenti hanno poi chiuso la serata con un
loro concerto in piazza. Sul palco, per concludere il
pomeriggio, due imprenditori del mondo alimentare: Filippo Callipo e Nicola Fiasconaro, famoso per
il suo panettone made in Sicily. In effetti durante il
dibattito finale si è parlato più di politica nazionale
che di Garanzia Giovani, nonostante i vari tentativi fatti dalla moderatrice per riportare il dibattito
all’argomento principale.
Infine, prima di chiudere ufficialmente l’evento, è
avvenuta la premiazione della migliore tesi in Diritto
del Lavoro, premio intitolato a Massimo D’Antona,
consegnato dalla moglie Olga D’Antona. Il premio
è stato assegnato ad una studentessa dell’Università
Cattolica di Milano, la dottoressa Diletta Carretta.
Una semplice riflessione, in uno degli stand espositivi dalla Provincia Autonoma di Trento, dove erano
esposti prodotti artigianali, c’erano dei gadget. Uno
fra tutti ha attirato l’attenzione di molti, compresi i
MdL presenti. Si trattava di un segnalibro che riporta su un lato le varie tipologie di artigianato rappresentato e sull’altro una frase, molto semplice, attribuita alla soprano Renata Scotto, che dice: Se hai
imparato qualcosa, è tuo dovere insegnarlo. Poche
parole che racchiudono il significato più profondo
per chi voglia essere di aiuto ai giovani.
MdL Alessandro Lega
IL MAGISTERO DEL LAVORO • n. 3 Settembre 2014
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INTERVENTI
Per rilanciare l’economia
taglio tasse a chi, poi, spende
Già pubblicato da Avvenire il 3 settembre 2014
Occorrono più soldi nei portafogli dei cittadini per aumentare i consumi e quindi le produzioni rilanciando così l’economia. Bella scoperta, ma come? E’ opinione comune
che per smuovere questa situazione stagnante occorrerebbe
tagliare le tasse perché la Spending Review non basta. Ma
questo comporterebbe un consistente minor gettito e lo
Stato non disporrebbe più delle risorse necessarie per i costi
di funzionamento del nostro sistema con forti implicazioni
riduttive del Welfare. Insomma siamo in un cul del sac e per
uscirne occorre immaginare qualche cosa di nuovo. Tipo?
Occorre una Tax Review. Se la preoccupazione di un forte
taglio delle tasse deriva dalle minori –certe- entrate erariali
a fronte di maggiori ma –incerte- entrate derivanti dalla
ripresa dei consumi, occorre quindi vincolare la riduzione
ERRATA CORRIGE
della pressione fiscale a consumi certi. Ovvero si potrebbero
ridurre consistentemente alcune aliquote Irpef vincolando
i beneficiari ad usufruire di questi soldi per acquistare beni
e servizi soggetti all’IVA. Donde questa maggiore liquidità consentirebbe ai cittadini di avere più capacità di spesa
rilanciando i consumi, la produttività e l’occupazione; soldi
che quindi tornerebbero in tempi brevi all’erario compensando il minor gettito della tassazione diretta. Una riduzione fiscale vincolata e finalizzata alla spesa. Per conseguire
un equilibrio tra gettito erariale diretto ed indiretto occorre
che la ragioneria generale faccia un po’ di calcoli tra la riduzione delle aliquote Irpef e le entrate Iva. Con quale meccanismo si potrebbe effettuare e accertare questo vincolo ?
Nella dichiarazione dei redditi il contribuente beneficiario
della riduzione dovrebbe attestare le pari spese sostenute
allegando documentazione altrimenti perderebbe il beneficio. Un meccanismo analogo si potrebbe ipotizzare per
le imprese, ovvero a fronte di un significativo taglio fiscale
dovrebbero reinvestire in nuove strumentazioni e assunzioni perché nuovi occupati vogliono anche dire nuove entrate
erariali per lo Stato oltre che contribuire ad alimentare i
fondi pensionistici. Può funzionare? E’ possibile perché è
la stessa logica e dei famosi “80 euro mensili in più”, salvo
che con questa ipotesi si potrebbero consentire cifre maggiori almeno intorno ai 2.000 euro annui. Lo stesso ministro Padoan ha invitato i cittadini a spendere gli 80 euro
proprio per consentire il rilancio dei consumi. E’ un meccanismo che farebbe girare la moneta in un modo diverso senza penalizzare le entrate erariali producendo però il
rilancio dei consumi. Un volano finanziario per contribuire
a uscire dal corto circuito che ci imprigiona e deprime.
MdL Alberto Mattioli
Ci viene segnalato dal Mdl Carlo Castiglioni alcune anomalie relative all’articolo “Maestri del Lavoro e Scuola” pubblicato sul numero 2 a pagg. 34 e 35:
1. Quanto appare sulle prime tre righe, sino a “pia” non è parte del mio testo
2. Nel capoverso “La parte introduttiva”, manca “in” tra entri e un’altra, alla quarta riga
3. Nel capoverso “La raccolta del consiglio”, “mondo” invece di “modo”, alla quarta riga
4. La fotografia non riporta la didascalia, segnalata con la mail accompagnatoria “Il premiato Samuele
con Rina e Carlo”
5. Alla firma, manca la qualificazione di membro della Commissione Nazionale Scuola-Lavoro-Sicurezza,
come concordato con il coordinatore della stessa e segnalato con mail.
Spiacenti dei refusi. La redazione
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IL MAGISTERO DEL LAVORO • n. 3 Settembre 2014
CURIOSITÀ
Bancomat: in Italia
ce ne sono oltre 44 milioni
Una nuova legge stabilisce che anche gli idraulici, i tabaccai,
gli avvocati... e i ristoratori sono obbligati ad accettarlo
La nuova norma che fa obbligo di accettare il Bancomat è entrata in vigore
dal 30 giugno scorso. Ma
nessuno è in grado di stabilire se gli
idraulici, gli avvocati,
i tabaccai, i dentisti, i
ristoratori, insomma tutti
quelli che prestano un servizio, si sono muniti dell’apposita macchinetta che si chiama “pos” che vuol dire “punto di
vendita”. Il motivo è semplice, la legge che dispone
dell’obbligo di accettare il Bancomat, non prevede,
per chi si rifiuta, alcuna sanzione. Quindi… campa
cavallo.
Nel nostro paese sono in funzione 44,22 milioni di
Bancomat (in pratica uno per ogni adulto), in effetti
sono in molti a possederne e usarne due o più di
due. In Europa, ogni cittadino dell’eurozona, effettua 194 pagamenti l’anno per via elettronica (anche
con la carta di credito), in Italia ogni cittadino ne
effettua, mediamente, appena 74.
Il costo di una “pos” è in media di 115 euro.
Si dice che l’inventore del Bancomat sia stato John
Shepherd-Barron, (morto nel 2010) Presidente della Security Express, un’azienda che si occupava di
trasporto di danaro. Era solito prelevare il danaro
di Sabato (prima erano aperte anche in questo giorno), ma arrivò con qualche minuto di ritardo e trovò
gli uffici chiusi. Nacque da questo episodio l’idea di
avere per sé e per gli altri, il danaro sempre a disposizione attraverso un meccanismo di distribuzione
automatica. Il Direttore della Bardays Bank, che
aveva una forte presenza in tutto il Regno Unito, gli
commissionò i primi sei sportelli per la distribuzione diretta del danaro.
Il primo Bancomat, costruito dalla Società De La
Rue (che fabbricava banconote) fu installato nel
sobborgo londinese di Enfield il 27 giugno del
1967. Fu un attore, Reg Varney il primo cliente
della nuova macchina. Per prelevare occorreva inserire in una fessura un assegno che era impregnato
di carbonio – 14 e con un prelievo si
potevano ritirare fino a 10 sterline. Poi furono inventate
le tessere in plastica con
banda magnetica che
oggi utilizziamo tutti.
Sempre nel Regno Unito dopo un lungo studio sulla
materia, è stato stabilito che gli sportelli Bancomat sono sporchi quanto o addirittura più dei bagni pubblici. Specie quelli sistemati
in un locale attiguo all’Isituto di Credito sono ricchi
di batteri, che possono provocare anche infezioini e,
qualcuno, dopo aver prelevato, fa anche la pipì.
Oggi si accede agli sportelli Bancomat anche all’esterno delle Banche e l’igiene è più rispettata.
La paternità dell’invenzione del Bancomat è contesa. Luther George Smijan, un americano di origine
turco-armene, nel 1939 progettò e installò a New
York una macchina simile al Bancomat. Ma veniva
utilizzata quasi esclusivamente da biscazzieri, prostitute e gente che aveva conti in sospeso con la giustizia, sicché l’esperimento fallì.
Tra i possibili inventori vi è anche Don Wetzel che
registrò un brevetto nel 1973, ma uno dei suoi primi
modelli, durante un temporale si riempì completamente di acqua, e il progetto fu abbandonato.
In Italia il primo sportello Bancomat fu aperto nel
1976 dalla Cassa di Risparmio di Ferrara.
vis
IL MAGISTERO DEL LAVORO • n. 3 Settembre 2014
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ARGOMENTI
Il lato oscuro della tassazione
delle rendite finanziarie
e la politica sulle pensioni
Le linee programmatiche del governo Renzi sono state
improntate, tra l‘altro, anche ad una serie di restrizioni, come
se non avessimo già tanto sofferto per l’austerity imposta dalla
troika europea. Intendo riferirmi, in particolare, alla tassazione delle rendite finanziarie e all’intenzione di mettere
le mani nelle tasche dei pensionati.
La tassazione delle rendite finanziarie. Uno dei primi provvedimenti proposti dal governo per abbassare il costo del
lavoro, è stata la decisione di innalzare dal 20 al 26 per cento la tassazione sulle rendite finanziarie, a partire dal 1°luglio
2014, giustificandola col fatto che “l’Italia ha la tassazione
sul lavoro più alta in Europa ed una tassazione sulle rendite finanziarie tra le più basse”.
Sulla teoria dell’inasprimento della tassazione delle rendite
finanziarie è stata messa in atto una campagna mediatica, ripetuta in ogni occasione come un mantra, per convincere l’opinione pubblica della necessità di tale decisione giustificandola come una forma di equità sociale. In ciò il Presidente Renzi
è stato affiancato anche da un suo amico-consigliere nonché
finanziere, fondatore ed amministratore delegato del Fondo
di investimento “Algebris Investments Ltd.”, che Wikipedia
definisce “speculativo”, con sede a Londra, dove ha la residenza
fiscale. Il finanziere in questione è altresì titolare di una società
di servizi collegata, cioè la “Algebris Investments (Cayman)
Ltd.” con sede alle Isole Cayman, (riconosciuto e intoccabile
paradiso fiscale, cioè luogo che non spicca per trasparenza),
che realizza un’ottima redditività.
In merito alla decisione di voler aumentare la tassazione delle
rendite finanziarie, ricordo quello che ci hanno insegnato a
scuola, e cioé che il risparmio è sacro, non nasce dal nulla, e
mi riferisco a quello economizzato dalle famiglie, che è ben
diverso da quello che proviene dalle grandi fortune e dagli
ingenti capitali gestiti dagli speculatori che fanno il bello e il
cattivo tempo in Borsa a seconda delle loro scelte gestionali, a
scapito dei piccoli risparmiatori.
Non sono uno sprovveduto sia per una specifica competenza
professionale e sia perché sono passato, come si dice dalle mie
parti, tra la “Bocconi” e la “Federico II°”, e da ultimo per
l’Istituto Superiore di Imprese. Occorre quindi precisare che
il capitale finanziario della famiglia, essendo frutto del risparmio e provenendo da reddito da lavoro, è stato già tassato al
momento della sua formazione, cioè è stato tosato dall’Irpef
(imposta sul reddito delle persone fisiche) nella misura che
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IL MAGISTERO DEL LAVORO • n. 3 Settembre 2014
può toccare anche il 43 per cento, a seconda dello scaglione
di reddito a cui si è sottoposti ai fini di tale imposta. C’è dunque risparmio e risparmio e ci sono ragioni diverse per cui
si risparmia, e ci sono risparmiatori “buoni” e risparmiatori
“cattivi” che son quelli che giostrando con rilevanti capitali
ottengono rendite da operazioni speculative che, tra l’altro,
sono causa di turbamento dei mercati finanziari. E questi ultimi, essendo quasi sempre azionisti cosiddetti “qualificati”in
quanto portatori di una certa quantità di azioni, per ironia
della sorte godono di agevolazioni sulla tassazione attraverso
un complesso meccanismo previsto dalle norme tributarie.
Riepilogando: le rendite finanziarie sono attualmente tassate
al 20 per cento mentre il governo ne ha deciso l’innalzamento
al 26 per cento; a ciò bisogna aggiungere che il risparmiatore
è assoggettato già ad un’imposta patrimoniale (detta anche
imposta di bollo) sul possesso dei prodotti finanziari che fu
introdotta dal governo Monti, nonché alla Tobin tax, anch’essa voluta dal governo Monti, sugli acquisti degli stessi prodotti. Ma la tassazione attuale non finisce qui perché qualora il
piccolo risparmiatore decidesse di vendere le azioni, obbligazioni ed altro e dalla vendita degli stessi realizzasse un utile
(detto capital gain) quale differenza tra il prezzo d’acquisto e
quello di vendita, anche tale utile è soggetto oggi alla tassa del
20 per cento, che domani sarà elevata al 26 per cento come
deciso dal governo. A tutto ciò debbo precisare che gli interessi su obbligazioni e i dividendi azionari rivengono in effetti
da utili aziendali sui quali la stessa società ha già pagato oltre
il 40 per cento fra Ires e Irap. E non è escluso che il risparmiatore, che abbia investito in tali prodotti finanziari, corra
il rischio di perdere anche il capitale in caso di default della
società emittente, come talvolta capita. In parole povere, il
piccolo risparmiatore che ha la disavventura di investire i suoi
risparmi in prodotti diversi dai Titoli di Stato viene messo in
croce dalla fiscalità che può arrivare anche al 60 per cento.
E oggi più che mai è utile ricordare il principio espresso da
Luigi Einaudi per cui è stato dimostrato che il risparmio
deve essere escluso dall’imposta sotto pena di duplicazione.
E’ importante anche fare un po’ di conti sui dirigenti sindacali, che beneficiano di uno stipendio mensile di ben 3800 euro
in aggiunta a indennità varie quali–diarie-missioni benefits e
gettoni di presenza per incarichi svolti presso vari organismi,
nonché su quello che succede in casa loro, che non pagano
ARGOMENTI
tasse sulle migliaia di proprietà immobiliari che posseggono
(5000 della Cisl, 3000 della Cgil, molti altri dell’Uil e dell’Ugl ), che i loro bilanci non vengono certificati e non sono
trasparenti, che incassano contributi sindacali di circa un
miliardo all’anno, che i CAF da loro gestiti hanno incassato
nel 2013 contributi statali di oltre 600 milioni per l’attività
svolta, così come i Patronati.
Premesso, quindi, che il risparmio è la quota di reddito delle famiglie che non viene spesa nel periodo in cui il reddito
è incassato, ma è accantonato per bisogni futuri, esso viene
considerato da alcuni politici una sorta di serbatoio dal quale
attingere senza considerare il suo valore sociale, ed è punito
anziché incoraggiato come prevede la nostra Costituzione.
Mi pare, quindi, contradditorio ridurre il cuneo fiscale e
nello stesso tempo alzare un altro tipo di tassazione che
colpisce pur sempre le famiglie.
Le mani sulle pensioni. Tra un alternarsi di smentite ed affermazioni, è stato più volte dichiarato che è necessario reperire
altre risorse anche con interventi sulle pensioni, per cui ancora una volta i pensionati corrono il rischio di essere usati come
il “bancomat” per la “spending review”. In questa sede è il
caso di sottolineare che da anni i governi che si sono succeduti
non hanno concesso a tutti i pensionati l’adeguamento delle
pensioni al tasso di inflazione programmata, provvedimento
anticostituzionale ed immorale perché il costo della vita
lo subiscono tutti. Così, anno dopo anno le pensioni si sono
notevolmente svalutate nei sei anni dal 2008 al 2013 come di
seguito indicato (fonte: SENATUS dell’UPBN):
- pensione mensile lorda di € 1405: perequazione lorda non
pagata nei 6 anni pari a € 1651
- “ “
“ “ € 2000:
“ “
“ “ € 2284;
- “
“
“ “ € 3000:
“ “
“ “ € 3189;
- “ “
“ “ € 4000:
“ “
“ “ € 8900;
- “ “
“ “ € 5000:
“ “
“ “ € 10795.
Il piano predisposto dal Commissario Cottarelli prevede, tra
l’altro, una rilevante sforbiciata sulle pensioni, e da parte
governativa è stato più volte sottolineato che interventi sono
previsti anche per le pensioni da 2 a 5mila euro lordi, che al
netto delle tasse si riducono alla metà circa.
Tanto premesso e considerato che i pensionati hanno già pagato un alto contributo, non mi sembra lecito che la categoria
venga ulteriormente tartassata. A tale proposito è stato molto
opportuno il recente richiamo del Presidente Napolitano, che
ha bocciato senza mezzi termini quanto fatto in materia di
“spending review”, richiamando il governo alla realtà e tirando in ballo anche l’operato del sig. Cottarelli. In sintesi, il
Presidente ha ribadito “che sono stati programmati tagli
assolutamente immotivati, che quindi non richiedono questa motivazione, tagli basati su parametri e percentuali
indipendentemente da quello che sta dietro ai numeri, e
che la revisione della spesa non deve assolutamente avere
carattere punitivo”. Eloquente, a tale proposito, anche il
pensiero del Governatore della Banca d’Italia il quale ha
affermato che “il risanamento si deve ottenere con la crescita e senza manovre aggiuntive”.
Considerato che la pensione, specialmente quella maturata dopo 40 anni di duro lavoro con il sudore della fronte è
sacrosanta, non è più giusto, anche per motivi di quella equità
sociale che tanto si va decandando, tagliare la spesa pubblica,
attaccando da subito – e non a babbo morto - lo spreco del
pubblico denaro e la politica del malaffare?
Allora, per abbattere tale spreco, mi sembra più opportuno
in nome della già ripetuta equità sociale agire attraverso: 1)abolizione totale ad horas del finanziamento pubblico in tutte
le sue forme ai partiti politici, senza attendere il 2017 come
è stato programmato da una legge; 2)- abolizione dei vitalizi
ai parlamentari concessi già al compimento di una legislatura
(5 anni), operando in modo che il diritto al vitalizio segua
le stesse regole del diritto alla pensione a favore dei lavoratori; 3)- riduzione del 50 per cento degli stipendi-rimborsi
spese ed altri benefits dei parlamentari e consiglieri regionali;
4)-ritiro delle missioni militari all’estero che ci costano miliardi (ricordo che sono oltre 5mila i militari impegnati e che il
solo intervento in Libia per cacciare Gheddafi ci costò oltre
700 milioni di euro); 5)- dismissione di parte del patrimonio immobiliare pubblico; 6)-abolizione degli enti inutili (se
ne contano migliaia); 7)- accorpamento dei piccoli comuni;
8)-massiccio ridimensionamento delle auto blu; se ne contano più di 60.000, tante quante ne hanno gli Stati Uniti la
cui popolazione supera i 350milioni; 9)- riduzione del 50%
del numero dei deputati ed abolizione del Senato; 10)- ridimensionamento delle “scorte” per recuperare risorse umane
e finanziarie, come quella da anni assicurata al miliardario
Roberto Saviano sul quale vigila -giorno e notte- una squadra, a quanto si dice, di otto uomini; 11)- eliminazione delle
consulenze esterne, in modo da affidare tali incarichi solo
ed esclusivamente a dirigenti della Pubblica Amministrazione a seconda della loro specifica competenza e senza ulteriori
compensi oltre lo stipendio di cui godono; 12)- chiusura delle
rappresentanze regionali all’estero; 13)- sottoporre a tassazione gli immobili dei sindacati. Come si vede il “giardinetto”
è vasto; occorre avere la forza di non scendere a compromessi
per creare le premesse per un concreto risanamento finanziario.
MdL Giacomo Muoio
IL MAGISTERO DEL LAVORO • n. 3 Settembre 2014
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ARGOMENTI
Arti e mestieri - Fornaio e pane
‘u furnare e ‘u pane
Alla sua nascita concorrono la terra che genera il grano, l’acqua
che impasta la farina, il lievito e l’aria che favorisce la fermentazione, il fuoco che cuoce.
Il pane è una cosa così buona che è stata presa come archetipo
della bontà, infatti, diciamo: è buono come il pane; nessuno
dice è buono come la salsiccia.
Oltre a ringraziare il cielo per il pane quotidiano, dovremmo
ringraziare le decine di fornai che, mentre noi dormiamo, si alzano nel cuore della notte per cuocerlo. Fare il pane è semplice,
è da tutti; farlo bene è arte di pochissimi.
La produzione del pane è così variegata per la molteplicità
dei prodotti che vengono commercializzati sotto l’unica voce
‘pane’, che si può senz’altro dire che si produce ‘un pane per
ogni campana’ che si suona nel paese.
Dal pane più semplice, fatto con farina, acqua, sale e lievito a
quello che vede l’aggiunta di grassi, oppure altre farine come
mais, orzo, riso, noci, ecc.; da questa diversificazione di ingredienti nasce la scelta della farina che dovrà avere caratteristiche
differenti secondo il tipo di pane che si vuole produrre. Le caratteristiche delle miscele dei grani impiegati nella preparazione, risentono del processo di molitura o della macinazione, che
consiste nel separare quanto più è possibile la crusca dalla parte
farinosa. L’arte del panettiere sta proprio nel saper scegliere la
farina adatta per ogni tipo di panificazione.
Come avviene la lievitazione del pane è cosa semplicissima da
spiegare: preparato l’impasto, lo si lascia riposare ed è durante
l’apparente riposo che si scatena l’azione del lievito.
Ogni grammo del lievito contiene da tre a cinque miliardi di
cellule che si nutrono con l’azoto e il fosforo della farina e si
riproducono per divisione.
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IL MAGISTERO DEL LAVORO • n. 3 Settembre 2014
Aggrediti dal lievito, gli zuccheri dell’impasto si trasformano in
anidride carbonica, gas che scava gli alveoli della mollica rendendola spugnosa e in alcool, che si caramellizza sulla crosta.
Importantissima è l’acqua: per ottenere un buon pane occorre
soprattutto una buona acqua.
È qualcosa di magico pensare come da un appiccicatissimo
impasto che si fa fatica a staccare dalle mani, venga poi fuori
un importantissimo complemento a quanto mangiamo: è versatile, disponibile, assume il sapore del cibo che stiamo mangiando, è generoso perché anche da solo calma gli stimoli della
fame.
Il pane ha l’ineguagliabile profumo di qualcosa che ha sempre
rappresentato per ogni popolazione: non solo la sopravvivenza
ma una vera tradizione e cultura.
Un po’ di anni fa le famiglie usavano fare il pane in casa con
la farina di grano oppure di granone e grano. La nonna faceva
il pane con l’impasto classico: farina, acqua, sale, patate bollite
e schiacciate nella loro acqua di cottura e il lievito. Il lievito si
riproduceva da un pezzo di pasta della precedente preparazione
che si metteva dentro una nzalaterella di terracotta, si lasciava
riposare e prendere l’acidità sotto un piatto rovesciato e custodito nella dispensa.
Poiché il pane non si faceva ogni giorno ma ogni dieci – quindici giorni, le patate occorrevano per conferire al pane una certa freschezza che ne permetteva una conservazione abbastanza
ottimale.
Prima di iniziare il rito della preparazione dell’impasto, occorreva prenotare dal fornaio il giorno e l’ora in cui portare alla
cottura il pane.
Il giorno precedente quello concordato, con il setacce si separava la farina dalla crusca e la sera, al centro di una mesella, si
remetteva ‘u lievete, che consisteva nell’adoperare il lievito che
in precedenza era stato repuoste, chiamato anche lievito madre, mescolandolo con un po’ di farina, acqua e sale. La farina
che sarebbe occorsa per l’impasto del pane, era quindi messa
lateralmente, quasi come un guardiano, in attesa di essere adoperata. All’alba del giorno successivo la nonna, aiutata da qualche membro volenteroso della famiglia, sistemava nella mesella
la farina a forma di mucchio e sulla sommità faceva un buco
in cui metteva l’impasto preparato la sera precedente, insieme
alle patate, ad acqua tiepida pari alla metà del peso della farina,
un pugno di sale per ogni chilo di farina. Da questo momento
iniziava il lavoro più duro, perché la pasta bisognava lavorarla energicamente con pugni, allargarla, riunirla, ...prenderla a
pugni ancora per diverse volte, aiutandosi nell’operazione con
ARGOMENTI
una rasola per raccoglierla. L’impasto, dopo aver fatto sopra un
segno di croce, si copriva con panni di lino e coperte di lana
lontano dagli spifferi, per la lievitazione.
Al mattino successivo, l’impasto se schianava, (sempre aiutandosi con la rasola) nel senso che la nonna prendeva dei pezzi
di pasta cui dava la forma del ‘panello’; poi con le mani infarinate faceva un cordoncino, sempre di pasta di pane, creando
l’iniziale del proprio cognome e lo metteva sotto al ‘panello’
perché al forno non si confondesse con gli altri e quindi fosse
facilmente identificabile.
I panelli li faceva tutti della stessa grandezza e li poneva nelle
cestarelle, in cui aveva messo delle mappine spolverizzate di farina. Le cestarelle, dopo che la nonna con la rasola aveva inciso
sulla pasta un segno di croce per controllarne la crescita, erano
poste al riparo su un tavolo lungo e stretto che si chiamava
‘u tavulille e, perché lievitassero bene, venivano protette con
coperte di lana, fino all’ora di andare al forno.
Lei per favorire questa crescita adoperava due coperte militari
di colore grigio-verde della guerra 15/18, perché, diceva….sule
loro so buone!
Dopo conveniente tempo, atteso il raddoppio dei panelli e
quindi l’impasto cresciuto, si preparavano anche una due pizze condite con pomodoro, sale, puntina d’aglio, abbondante
origano di Campochiaro e olio del nostro trappito. Le pizze
sarebbero state mangiate a cena.
A tempo debito, la donna, che portava ‘u tavulille con le cestarelle al forno, era già pronta con in testa una spara (uno
strofinaccio arrotolato a guisa di ciambella) e per farsi aiutare
diceva guardandosi attorno: - ‘Chi m’aiuta a ponne? (Chi mi
aiuta a mettere sulla testa ‘u tavulille’).
Si caricava il pane sulla testa e mentre con una mano lo manteneva in bilico, per bilanciare il peso metteva l’altra sul fianco,
come na runcella e si avviava verso il forno, facendo dondolare
la gonna a destra e sinistra, come in un passo di danza.
Mentre la donna andava, ai bambini la mamma faceva du scurpelle che erano pezzi di pasta allungati e fritti in olio rigorosamente di olivo e nzuccarate…Core mie, com’erane buone!’…
Arrivata la donna al forno, il fornaio aveva già provveduto a
farlo giungere a temperatura ma, prima di infornare le panielle,
si procedeva a un piccolo test, che consisteva nella cottura di
una focaccia condita solo con un po’ di sale grosso e un filino
di olio, che si chiamava la schianata e che era la prima a essere
mangiata, insieme con un’altra pizza bianca chiamata la rattatura, fatta con i rimasugli di pasta raccolti nella mesella dopo
aver formato i panelli (rattatura, per analogia, si diceva anche
dell’ultimo nato di una famiglia numerosa).
Il ritrovarsi delle donne al forno per la cottura del pane, rappresentava un momento di socializzazione importante, un
modo per aggiornarsi sui ‘fatti e misfatti’ dei conoscenti, dei
DALLE RICETTE DI NONNA ANNA
TORTA DI PANE
Questa ricetta si tramanda da generazioni nella
mia famiglia. Veniva preparata nei tempi di guerra
quando il pane era un bene prezioso; oggi serve
a riciclare il pane rinsecchito che avanza abbondantemente sulle nostre tavole.
Ingredienti:
• 1 kg di pane secco
• 1.5 lt di latte
• 80 g di burro
• 2 uova
• 200 g di zucchero
• 200 g di cacao amaro
• A piacere aggiungere pinoli, uvetta, noci e mandorle triturate.
In una scodella mettere il pane secco a pezzi, ‘inzupparlo’ con il latte bollente. Quando il pane ha
assorbito tutto il latte, amalgamare bene con un
cucchiaio di legno (forse meglio con le mani), aggiungere il burro, il cacao, lo zucchero e quando
l’impasto si è raffreddato aggiungere le uova e gli
altri ingredienti.
Versare il composto in una teglia imburrata, mettere nel forno a 180° e far cuocere per circa un’ora.
È un ottimo dolce da consumare per la merenda
di grandi e piccini.
LIEVITO DI PASTA
Sciogliere 15 g di lievito di birra o 7 g di lievito in polvere in 60 ml di acqua e 1 cucchiaio di zucchero.
Unire 500 ml di acqua calda e circa 250 g di fior di
farina, sufficienti per ottenere una pastella densa
ma anche abbastanza morbida.
Coprire il composto con un tovagliolo umido e
metterlo in serbo in luogo caldo e privo di corrente
d’aria.
Prima di utilizzarlo lasciarlo fermentare a temperatura ambiente per 3-5 giorni e poi utilizzarlo.
nuovi punti di uncinetto oppure a maglia, sui problemi della
pubertà o dei primi amori dei figli, ma poteva anche accadere
di dover tornare su un argomento, ...lasciato in sospeso dall’infornata precedente.
Cotto il pane, con lo stesso ‘mezzo di trasporto’ lo si riportava
a casa e lo si faceva raffreddare, pregando tutti i membri della
famiglia di non andare a scuzzecà u culille e finalmente freddo,
dopo tanto lavoro, lo si riponeva nella madia.
Il pane dopo una decina di giorni non era più fresco, ma l’inventiva delle donne e la loro fantasia era tale, per cui era propinato come ‘torta di pane’, pane oglie e zucchere, “mbusse che le
fasciule”, ‘mbusse che la pummarola’, abbrustolito con verdure
o con legumi, pancotto con l’uovo perché come si dice nel
Molise, il pane non si getta mai, perché è un Alimento Sacro.
vis
IL MAGISTERO DEL LAVORO • n. 3 Settembre 2014
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ARGOMENTI
Il Marmo:
antico compagno di viaggio
Dall’epoca di Dante all’ultima “lizzatura” fatta per il Duce, questo minerale
ha accompgnato la nostra vita resistendo alle aggressioni del tempo
E’ stato e sarà il nostro più brillante compagno di
viaggio il Marmo. Gli antichi scrivevano il suo nome
con la lettera maiuscola per sottolinearne l’importanza, la duttilità, la resistenza, la brillantezza e la
sua eternità. L’Enciclopedia Treccani ricorda che
questo minerale è una “roccia calcarea metamorfica
a struttura cristallina” e che è imperituro, incancellabile, indimenticabile, insomma perenne.
Finanche il sommo poeta Dante lo cita in alcune sue
opere parlando di un “essere di marmo”, cioè di uno
che rimane impassibile e che non risente dell’incuria
del tempo.
E sì perché questo minerale strordinario ha caratterizzato tutte le epoche dell’uomo che l’ha prelevato da cave ritenute inaccessibili, con metodi lunghi
e pericolosi, per consegnarlo nelle mani di artisti
famosissimi che ne hanno fatto monumenti “eterni”:
vogliamo citare solo la “Pietà” esposta in San Pietro
per dare una idea di cosa è, e cosa sarà, il Marmo.
Anche se oggi cominciano ad emergere preoccupzioni per l’intensivo sfruttamnto delle cave, il Marmo
rimane il simbolo dell’eccellenza e della grazia che
dura nel tempo.
Da quando i romani compresero - come annota Paolo Martini in una bella pagina pubblicata su “Sette”
del “Corriere della sera” - che nelle “Alpi Apuane si
poteva trovare una qualità migliore di quelle delle
cave greche e turche sfruttate fino ad allora” iniziò
una vera e propria via che dalle Apuane appunto
portava a Roma, simbolo del commercio più intenso e dell’interesse sempre più crescente per questa
roccia.
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IL MAGISTERO DEL LAVORO • n. 3 Settembre 2014
I pezzi migliori furono utilizzati nella capitale per
costruire, ad esempio, il Pantheon, il Foro di Traiano, l’Arco di Domiziano e tante altre opere d’arte.
Ma anche il Marmo di Carrara è di notevole bellezza
ed è noto non solo in Italia ma in tutto il mondo; è
stato ultilizzato, infatti, anche per alcuni ambienti
pregiati della “Casa Bianca”.
Molte le leggende e i racconti legati alla lavorazione
di questo straordinario materiale, un nome che è in
evidenza fin dai tempi dei greci che, lo chiamavano
“marmaros” da cui deriva il nome latino “marmor” e
quello attuale di Marmo.
Sempre difficile, pericolosa e spesso ricca di incidenti l’estrazione di questo prezioso e straordinario
materiale, anche se, con le nuove tecnologie fecero
diventare più sicuro il lavoro dei minatori e accelerarono molto il suo taglio nei pezzi voluti. Questo
grazie soprattutto all’introduzione del filo diamantato che ha reso molto più celere e sicura l’operazione
del taglio della roccia.
Gli storici ricordano l’ultima grande “lizzatura” del
Marmo fatta per ordine del Duce, cioè di quella
tecnica di scivolamento, detta appunto “lizza” per
portare il pezzo di Marmo a valle. Si trattava di un
blocco di 300 tonnellate, e l’episodio avvenne nel
1929 quando fu ordinato di trasportare questo
enorme blocco fino al foro Mussolini. Fu necessario
l’impegno di trenta coppie di buoi per trainarlo e
grande fu l’utilzzazione del materiale: 50 tonnellate
di legno, 14 tonnellate di ferro per bloccarlo sulla
slitta di trasporto, 18 funi di acciaio e 70mila litri di
sapone per farlo scorrere sulle strade dell’epoca fino
a Roma.
E’ impossibile immaginare tutto questo osservando
le grandi opere d’arte che oggi custodisce la nostra
capitale.
Così come tutti spesso dimentichiamo, l’utilizzo
del Marmo per usi per così dire domestici, come i
cosmetici e la gomma.
Insomma il Marmo è un antico e prezioso compagno di viaggio per tutti noi ed è una straordinaria
ricchezza italiana che merita tutto il nostro rispetto.
vis
ARGOMENTI
La tavola per una buona vecchiaia
Un giorno, durante la mia convalescenza, annoiato a stare senza
far nulla, decisi di mettere un po’ in ordine le mie cose conservate nella scrivania, e nella credenza del soggiorno. E’ stato
così che dalle pagine di un giornale è saltato fuori un foglio
che avevo messo da parte tempo addietro, e che elencava i dieci
comandamenti dell’anziano.
Forse quando lo lessi la prima volta non prestai molta attenzione al vero significato di quelle piccole regole, rimaste lì su un
foglio di giornale nascoste a tutti.
Ma leggendo e rileggendo quelle parole, rimasi colpito dal senso di quei dettami, tanto da decidermi a divulgarli, affinché
l’anziano possa essere compreso meglio e soprattutto rispettato
di più.
Pensate alla vita che la maggior parte di noi anziani abbiamo
fatto da giovani.
Tante volte abbiamo dovuto far fronte a malattie, abbiamo svolto il nostro lavoro con abnegazione quasi rasente la schiavitù,
umiliandoci anche, pur di portare a casa un tozzo di pane, e
pur non mancando mai di rimanere vigili sulla crescita dei figli,
affinché non imboccassero una cattiva strada, come sta accadendo spesso oggigiorno.
Tante cose successe in passato in una vita dura, non sempre
facile, piena di episodi anche belli e divertenti da raccontare con
serenità ai nipoti, per vivere con gioia gli anni che ci rimangono
attorniati dalla propria famiglia.
Racconti di gioia, certo, ricordi... ricordi dei giochi di infanzia,
degli amici quando si andava al fiume o al mare, le marachelle
che si facevano in campagna, i ricordi del servizio militare, dei
primi amori, l’inizio del lavoro... Poi il matrimonio, la collaborazione a casa, i figli, i sacrifici per non perdere il controllo sulla
loro educazione. Essere sempre presente per tenere la famiglia
unita in un clima di serenità.
Oggi io reclamo quella stessa serenità che mi sono affannato a
dare alla mia famiglia, e non come singolo, ma come discorso
sociale perché tanti chiudono i genitori in case di cura oppure li
affidano nelle mani di più o meno “esperte” badanti!
Allora io dico a riguardo degli anziani: stategli vicino e lasciateli
vivere sereni in compagnia dei loro ricordi... in compagnia dei
loro amici all’ombra delle piante rampicanti l’estate, seduti su
una panchina chiacchierando della passata giovinezza. A volte
la discussione si fa molto animata perché qualcuno racconta dei
suoi faticosi lavori, altri di non essersi impegnati tanto, ma...
tutto poi ritorna nella solita calma.
Ma la gioia più grande di una persona anziana è godere del tempo libero nel parco con i nipoti che giocano sui dondoli, sulle
altalene, nei nascondigli, che si divertono col pallone... ma sempre con lo sguardo atteuto e vigile affinché tutto fili liscio, con
le piccole apprensioni, ma con le piccole risatine e con gli occhi
lucidi, quando il ricordo va ai propri figli, quando bisognava
lavorare e non c’era il tempo di seguirli con tanta spensieratezza.
Questo dovrebbe essere il tempo di tutti gli anziani: andare
avanti sentendo la vicinanza dei figli che gli vogliono bene e
l’amore dei suoi cari nipoti.
MdL Angelo Gerardi
IL MAGISTERO DEL LAVORO • n. 3 Settembre 2014
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RICORRENZE
80 ANNI di Sofia, Brigitte,
Paoli, Vanoni e Cohen
Settembre è il mese nel quale sono nate due autentiche “Stelle” del cinema mondiale:
Sofia Loren e Brigitte Bardot, oggi entrambe giunte a 80 anni di età ma anche altri grandi artisti della canzone come Gino Paoli, Ornella Vanoni e Leonard Cohen.
Nel mondo del cinema
Sopia e Brigitte si sono affermate come due straordinari
simboli della bellezza e della
bravura femminile; l’italiana
classica, tradizionale, senza
tempo che ancora oggi regge
gli impietosi fari degli studi televisivi; la francese più
sfrontata, icona di un tempo
fuggevole che si è allontanata dalle scene con troppa
fretta rinchiudendosi in una
privacy strettissima e dedicando la sua vita alla tutela
degli animali.
Ma sono due attrici che
hanno inciso profondamente nel costume del cinema mondiale lasciando un
segno incancellabile.
Sofia Loren, che si chiamava Sofia Villani Scicolone
è nata a Roma il 20 settembre del 1934, ma è cresciuta nei quartieri poveri di Pozzuoli vicino Napoli.
A 15 anni entra di prepotenza nel mondo dorato
dello spettacolo partecipando al concorso di miss
Italia; non lo vince ma viene eletta “miss eleganza” e
questo titolo, creato apposta per lei, le apre le porte
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IL MAGISTERO DEL LAVORO • n. 3 Settembre 2014
del cinema. Comincia a recitare in film di costume
legati al realismo italiano ma il lancio decisivo come
“star” avviene dopo l’incontro nel 1951 con il futuro marito, il produttore Carlo Ponti che l’ha portata, attraverso una serie di grandi interpretazioni,
addirittura all’Oscar con il film “La ciociara” diretto
da Vittorio De Sica.
Brigitte Bardot, figlia di un industriale, è iscritta
all’anagrafe con il nome di Brigitte Anne Marie Bardot, ed è conosciuta, nel mondo artistico e non solo
come “B.B.” (da bambina la chiamavo “Bri-Bri”).
E’ nata a Parigi il 28 settembre 1934 ed ha esordito
come danzatrice classica, diventando poco dopo una
giovanissima modella. Dopo l’incontro con Roger
Vadim inizia la carriera cinematografica, e gira film
rimasti celebri ancora oggi come, ad esempio, “Et
Dieu créa la femme”
(E Iddio creò la femmina).
Ma abbandona molto presto il mondo
dello spettacolo e
diventa un’attivista
per i diritti degli animali, impegno che
l’ha assorbita completamente a partire
dal suo definitivo
RICORRENZE
abbandono del cinema
nel 1972.
La “star”, suo malgrado, rimase sempre una
lolita e creò, con la sua
frequentazione, il mito
di “Saint-Tropez” che
la fece diventare una
modella imitata in tutto il mondo. In realtà,
sostengono i critici cinematografici, Brigitte non
amò mai né la fama né il cinema e... scappò appena
possibile.
Il contrario di Sofia Loren (che gli americani battezzarono “Sophie”) che da autentica “scugnizza di
Pozzuoli” ha sempre voluto affermarsi grazie a una
volontà di ferro, anche per allontanare da sé l’immagine di quella vita povera da fanciulla quando vivere
era veramente difficile, figuriamoci emergere. Donna Sofia, come ormai la chiamano tutti, ha sempre
sostenuto che non si va avanti solo con “le curve”.
“Bisogna usare il cervello, sempre che se ne abbia uno”.
E lei ha dimostrato di averlo.
Due splendide “ragazze” di 80 anni che hanno fatto palpitare intere generazioni, sia quando erano in
prima fila, proprio come ha fatto sempre Sofia, sia
quando hanno preferito, come Brigitte, defilarsi e
rifugiarsi in un mondo privato diventato inaccessibile a tutti.
Nel momno della canzone troviamo altri tre spendidi ottantenni, tutti ancora sulla breccia e tutti molto
noti a diverse generazioni di appassionati, non solo
a quelli più vicini a loro per età.
Parliamo di Gino Paoli, del quale basti ricordare
due celebri brani “Sapore di sale” e “Il cielo in una
stanza” per definirne la grandezza e lo straordinario successo popolare; parliamo di Ornella Vanoni,
una straordinaria quanto versatile cantante che è
passata dai brani legati
al momdo della resistenza, a quelli pieni di
suggestioni melodiche
e parliamo di Leonard
Cohen, il cantautore
francese che in occasione del suo compleanno,
il 20 setttemmbre ha
presentato il suo ultimo
album dal titolo “Popular Problems”.
La coincidenza della nascita nel 1934 di questi grandi artisti ha interessato molto gli studiosi e i sociologi. Tra questi ultimi citiamo Domenico Masi che
tra l’altro, attualizzando il discorso e rapportandolo a quanti sostengono
diversi politici, specie
quelli che parlano di
rottamazione ha detto
“La mentalità dell’Italia
è contro i vecchi, mentre la natura allunga la
vita”.
Vittorio Sabia
IL MAGISTERO DEL LAVORO • n. 3 Settembre 2014
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PARLIAMO
NEWS
DI...
Dall’Italia e dall’Estero
FANNO MOLTO BENE ALLA SALUTE I “POMODORI
NERI”. LO ASSICURANIO I RICERCATORI AMERICANI DELL’OREGON STATE UNIVERSITY CHE HANNO
INCROCIATO I NORMALI POMODORI CON I POMODORI VIOLA.
Il risultato è un ortaggio con sapore meno dolce e più deciso,
ideale per mangiarlo grigliato, che contiene antociani, pigmenti
dalle proprietà disossidanti che aiuterebbero a prevenire malattie
come il diabete e ridurre l’obesità. Chi osserva per la prima volta i pomodori neri, che gli americani hanno chiamato “Indigo
Rose” rimane un pò perplesso perché sono di uno strano colore,
viola scuro, quasi nero
e ricordano il pigmento di una melenzana.
In effetti il nuovo ortaggio contiene tutte
quelle proprietà che
abbiamo elencato e
che aiutano l’uomo a
tenere lontano alcune
malattie.
SEMBRA
INCREDIBILE
MA È POSSIBILE MANGIARE UNA …BOTTIGLIA D’ACQUA!
TRE STUDENTI SPAGNOLI, RODRIGO GARCIA
GONZALEZ, GUILLAUME
COUCHE E PIERRE PASLIER HANNO CREATO
APPUNTO UNA BOTTIGLIA D’ACQUA CHE SI
PUÒ MANGIARE.
Il progetto si chiama “Ooho” ed è nato dalla volontà di eliminare finalmente le bottigliette di plastica, costose dal punto di vista
economico e dannose per l’ambiente. La bottiglia è composta da
una doppia membrana di lipidi e proteine che non si mescolano
con il suo contenuto. L’acqua invece è resa leggermente più solida attraverso una tecnica chiamata “sferificazione”. Il risultato
finale è una bottiglietta ripiena di acqua ecologica, commestibile, igienica ed economica che si può bere e mangiare tutta,
compresa la bottiglia appunto. Il costo, pare, sia solo di due
centesimi. Ancora non si sa se il brevetto è stato acquistato per
sfruttarlo su scala industriale.
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L’ISTITUTO NAZIONALE DI RICERCA PER GLI
ALIMENTI E LA
NUTRIZIONE,
UNA STRUTTURA CHE DEDICA LA SUA ATTIVITÀ ALLO
STUDIO DEGLI ALIMENTI E ALLA PREVENZIONE DEL RISCHIO DI MALATTIE
CORRELATE ALL’ALIMENTAZIONE, HA
ELABORATO LE “LINEE GUIDA PER UNA
SANA ALIMENTAZIONE ITALIANA” nel
rispetto dei principi che sono alla base della
dieta mediterranea e della nostra tradizione. La
ricerca ha portato anche alla creazione di “banche dati” e a “tabelle per la composizione degli
alimenti” che consentono di sapere se un cibo
contiene una certa sostanza e di quali ingredienti è formato. Insomma chi vuole imparare
a mangiare correttamente deve solo informarsi e
regolarsi di conseguenza.
UN NUOVO INTERESSANTE SERVIZIO PER
CHI AMA LEGGERE È ENTRATO IN FUNZIONE
IN ALCUNE CITTÀ ITALIANE. SI TRATTA DELLE “BIBLIOTECHE IN VIAGGIO” CHE SOSTANO NELLE CITTÀ E NEI LUOGHI IN CUI SONO
ASSENTI LE BIBLIOTECHE.
I “Bibliobus” ovviamente
carichi di libri, sono gestiti dal Comune e sono
già in funzione per le
zone periferiche di Milano, Ravenna, Firenze e Roma.
Ovviamente hanno degli orari e dei percorsi stabiliti per
sapere i quali basta rivolgersi ai Comuni di provenienza.
Alcuni Bibliobus hanno posti per chi vuole consultare i
libri a bordo e anche postazioni Internet. I libri si possono
comunque prendere in prestito per leggerli comodamente
in casa propria e restituirli al prossimo…giro. La prima
iniziativa del genere risale al 1859 a Warrington, era la
Varringtn Perambulating Library e il mezzo di trasporto
era un calesse trainato da cavalli. Il più grande Bibliobus
del mondo è quello in funzione a Tampere in Filnandia
che ospita anche 12 computer.
NEWS
L’ITALIA È ENTRATA DI DIRITTO NELLA CORSA AL
TURISMO SPAZIALE ATTRAVERSO L’HYPLANE, UN
VEICOLO SUPERSONICO CHE È STATO PRESENTATO, POCO TEMPO FA A MILANO.
Il prototipo è lungo 24 metri e 13 di apertura alare e ricorda il
famoso aereo francese “Concorde”. Un motore a ciclo combinato gli permetterà di raggiungere 5.000 chilometri/ora (in termini
tecnici un Mach 4 (cioè quattro volte la velocità del suono) e
può toccare altezze fino a 70 chilometri. Molti gli accorgimenti
allo studio fra i quali quello di ridurre il peso del motore per permettere il decollo e l’atterraggio, senza rumori eccessivi. A bordo
potranno prendere posto solo 6 passeggeri (oltre all’equipaggio)
che dovranno pagare un biglietto di 50.000 euro a persona.
SECONDO UNO STUDIO CONDOTTO
NEGLI STATI UNITI, PRESSO L’UNIVERSITY OF UTAH, DI MATTINA È PIÙ
FACILE DIRE LA VERITÀ.
Due ricercatori, che hanno lavorato molto tempo sul progetto, attraverso test e giochi, affermano con dati di fatto alla mano che le
persone coinvolte erano meno propense a mentire o barare di mattina rispetto a quelle del pomeriggio. Secondo il parere dei ricercatori
questo avviene perché ciascuno possiede una quantità giornaliera
prestabilita di forza di volontà e autocontrollo che al mattino è molto forte e a partire dal pomeriggio tende a diminuire progressivamente. Volete sapere se il vostro coniuge dice la verità? Ponetegli
delle domande di mattina. E’ meglio.
SARANNO I ROBOT, FRA NON MOLTO, A BADARE AGLI ANZIANI. IL
PROGETTO STA PRENDENDO FORMA IN EUROPA E VIENE COORDINATO DALL’ITALIA ATTRAVERSO
L’ISTITUTO DI BIOROBOTICA DELLA SCUOLA SUPERIORE SANT’ANNA DI PISA. Si punta a creare dei “badanti-robot” in grado
di interagire ed agevolare gli anziani con azioni dirette, ad
esempio, a consegnare la spesa a domicilio, gettare i rifiuti,
ricordare di prendere i medicinali o di accompagnare gli
CIRCA DUEMILA RAGAZZI E RAGAZZE SI SONO
SFIDATI A LOS ANGELES
NELL’AMBITO DELL’INTERNATIONAL SCIENZE
AND
ENGIENEERING
FAIR, LA PIÙ GRANDE
FIERA INTERNAZIONALE DEDICATA APPUNTO
AI GIOVANISSIMI SCIENZIATI E INVENTORI SELEZIONATI TRA
LE SCUOLE DI 70 PAESI DEL MONDO.
Vincitore di questa importante manifestazione è
stato un giovane di Boston, Nathan Han, 15 anni,
che ha scritto un algoritmo di apprendimento automatico per studiare il gene BRC1 (responsabile
dello sviluppo del tumore al seno) e si aggiudicato un premio di 75.000 dollari. Gli altri vincitori
sono stati Shannon Xinjng Lee, 17 anni di Singapore, che ha scoperto un nuovo tipo di carbone
sintetico e il 15.enne tedesco Lennart Kleinwort,
creatore di un App che permette di effettuare disegni tecnici su smartphone.
“Spesso la nostra situazione ricorda
la storiella di OGNUNO, QUALCUNO,
CIASCUNO e NESSUNO.
C’era un lavoro importante da fare, a OGNUNO
fu chiesto di farlo. OGNUNO era sicuro che
QUALCUNO l’avrebbe fatto, CIASCUNO poteva
farlo, ma NESSUNO lo fece. Finì che OGNUNO
incolpò QUALCUNO perché NESSUNO fece ciò
che CIASCUNO avrebbe potuto fare”.
(Sergio Marchionne,
Amministratore Delegato di Fiat Chrysler)
anziani a fare una passeggiata. L’iniziativa è
già in fase di sperimentazione che si concluderà entro il 2015. Fino ad oggi hanno collaborato alla realizzazione del progetto oltre
70 anziani della provincia di Pisa che hanno
collaudato i primi robot in ambiente domestico, in quello condominiale e all’esterno. I
“badanti-robot”, insomma, già funzionano bene e quando
saranno prodotti in serie, costeranno meno di una badante
umana. Anche perché non sarà necessario pagare i contributi per l’assistenza malattia e la pensione di vecchiaia.
IL MAGISTERO DEL LAVORO • n. 3 Settembre 2014
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CURIOSITÀ
Anche il “fiammifero” sta
scomparendo come tante altre cose,
“cancellate” dalla modernità
Non si usa (quasi) più il fiammifero, quello che una volta tutti avevano
in tasca o in casa.
Vi ricordate quando per strada fra i fumatori si chiedeva: “hai da
accendere?”. E dalla tasca di uno usciva o il “cerino”, quel piccolo
stelo impregnato di grasso di animali e vegetali che nella parte
opposta all’apertura era ricoperto di uno strato di salgemma per
favorire l’accensione o la “minerva”, un rettangolino di cartone nel
quale, su due file, erano allineati quei pezzettini di legno con la
punta colorata di rosso che si accendevano sfregandoli sull’angolo
inferiore della bustina dove era stato steso, in fabbrica, un composto che consentiva questa operazione.
Ma i più famosi erano (e in parte molto modesta lo sono ancora)
il fiammifero da cucina: una scatola con tanti steli in legno che si
potevano accendere, anche qui, sfregando il fosforo della capocchia sull’angolo della scatola (il legnetto era più robusto perché
doveva durare il tempo indispensabile per fare la fiamma a quel
piccolo pezzo di giornale sotto i pezzetti di legno del camino) e lo
SVEDESE, contenuto in uno scatola-cassetto con la testa di vari
colori che aveva da un lato lo strato ad hoc per lo sfregamento e
l’accensione.
Ora chi li usa più?
Quasi nessuno, perché l’accendino è ora una cosa di plastica, con
tanti bei colori, ma con la pietrina e la benzina rettificata dentro.
E una volta finiti, si gettano nel cestino dei rifiuti senza minimamente pensare che hanno contribuito e contribuiranno all’inquinamento del nostro ambiente.
Fino a poco tempo fa vi erano anche i “ricaricabili”, ma ora chi
ha più tempo per fare questa operazine. Più facile comperare l’accendino nuovo. Una strusciata alla sferetta dentellata e “zac” la
fiammella é pronta. Anche in cucina si usano attrezzi diversi, con
il manico lungo e sottile e un meccanismo che consente l’uscita di
una piccola scintilla per accendere il gas.
Ma torniamo al caro fiammifero di una volta.
L’imperatore del fiammifero fu il “Commendatore Grand’Ufficia22
IL MAGISTERO DEL LAVORO • n. 3 Settembre 2014
le Ambrogio Dellachà” che lo brevettò sulle colline di Moncalieri a
10 chilometri da Torino. Fondato nel 1860, il primo stabilimento
aveva 700 dipendenti e un fabbricato con un fronte di 120 metri.
La marca “Dellachà” diventò conosciuta e apprezzata in tutta
Europa e conquistò anche il mercato americano.
Nel 1880 fu aperto uno stabilimento anche in Argentina. Nel 1895
la produzione raggiunse 360.000 scatole al giorno, un record!
Altra ditta famosa la “Saffa”, un colosso italiano del settore che
operava a Milano e fu chiuso, per colpa... dell’accendino, nel 1991.
Ma un operaio Ermanno Tunesi di 76 anni, ne conserva non
solo la memoria, con diverse mostre ma anche un vero e proprio
museo.
E qui che si possono ammirare le più prestigiose ed elaborate “scatole di fiammiferi” che proponevano sul lato più lungo del contenitori, gallerie di personaggi famosi (“Garibaldi, dice Tunesi - è
senza dubbio il personaggio più rappresentato”), politici del Risorgimento italiano, la serie della “spedizione in Abissinia” e tante altre
con i simboli della propaganda fascista. Ma anche molti disegni
di contenuto floreale, realizzati a mano, che profumavano addirittura, la serie dedicata alle dive e alle donne, quest’ultima con la
scatola fatta a forma di cuore.
E’ da ricordare anche un’altra ditta italiana ancora in produzione,
è la Sirfa di Benevento (Industrie sannite riunite fiammiferi ed
affini).
“Siamo uno dei tre produttori nazionali rimasti”, dice Vincenzo
Marsiglia, uno dei proprietari dell’azienda, - “a fine 800 ce n’erano
103, e ancora negli anni 70 erano tredici le aziende”.
Naturalmente il processo produttivo è profondamente modificato; ora è tutto automatizzato, dalla lavorazione del tronco - rigorosamente pioppo canadese - fino alla confezione. E anche la grafica
ora è più accattivante.
“Recentemente abbiamo fatto una serie sui monumenti delle città
italiane, altre ispirate alla natura” dice ancora Vincenzo Marsiglia
“perché la varietà non é solo una questione di estetica ma serve anche
per facilitare la vita agli operai: davanti alle confezioni tutte uguali,
l’occhio si stanca e il lavoro più difficile da sopportare”.
Insomma nel “fiammifero” di una volta non solo un discorso di
funzionalità, ma anche la sottolineatura dei momenti più significativi della politica, dell’arte e della cultura e di noi italiani. Il
vecchio fiammifero merita, dunque, la nostra stima, anche se non
lo adoperiamo quasi più.
CURIOSITÀ
Un maratoneta per caso
Sedici volte ai nastri di partenza, sedici medaglie mi hanno
cinto il collo ai traguardo: il mio motto “partecipare per arrivare” mi ha portato fortuna! Sedici sono infatti le maratone
che ho corso: nove volte quella del “Santo,” due volte quella di
Venezia, una volta quella di Treviso, Milano, Firenze, Roma e
New York la più popolare e coinvolgente: conservo ancora un
“chupa chups” donatomi da un bimbo lungo il percorso. Se è
vero che le maratone più interessanti sono quelle che attraversano le grandi città, quella di Venezia resta a mio avviso la più
affascinante! Quella di S. Antonio di Padova per la sua storia,
le sue motivazioni e i suoi eventi collaterali resta quella più
vicina al mio cuore!
La maratona è una corsa unica, speciale: al fascino delle sue
origini (Fidippide il messaggero che corse da Maratona ad
Atene per annunciare la vittoria sui persiani,) unisce la particolarità che pochi la corrono per vincerla e moltissimi la
corrono invece nella speranza di ottenere quel risultato prefissato con mesi e mesi di programmato allenamento. Correre
la maratona senza strategia non si va molto lontano: gli ingredienti sono le gambe, il cuore e la mente.
Questa mia storia incominciò nel 2003 quando avevo 70
anni ed avevo ormai gradualmente abbandonato diverse attività sportive col risultato di ritrovarmi con un fisico abbastanza appesantito. Dovevo intervenire, fare qualcosa: nulla
di meglio che marciare o correre. La più salutare marcia mi
sapeva di noia e optai così per la corsa, sentivo la necessità di
una disciplina impegnativa, cercavo una sfida che mi allontanasse dalla tentazione del “chi me lo fa fare!”.
Iniziò così la mia decennale “carriera” di maratoneta che
ritengo conclusa con questa mia ultima maratona del “Santo”
2014. Forse “era scritto” se penso che la mia prima maratona
e questa ultima si sono concluse pressappoco con lo stesso
tempo: 7:13. Il cerchio si è chiuso lasciandosi alle spalle il mio
miglior tempo di 5:26 realizzato nella maratona del Santo nel
2009 ed una storia di circa 10.00 chilometri percorsi.
Nell’appassionarmi al faticoso piacere della corsa che regala
benessere sia al corpo che allo spirito, mi è stato certamente di aiuto l’abitare nei pressi dell’argine del canale Brentella
diventato la mia abituale palestra di allenamento. Nel corso
degli anni mi sono anche fatto promotore di questa speciale
disciplina, convincendo amici che vedevo correre senza nessun obiettivo che così sono diventati dei maratoneti.
Allenarsi per affrontare una maratona è indispensabile se si
vuoi evitare di trasformarla in un tormento. L’allenamento,
specialmente per chi non è più giovane, va affrontato con un
certo rigore perché più facilmente si può incorrere in qualche infortunio. Quando nel 2010 mi è stata diagnosticata una
osteofitosi alla testa del femore sinistro ho dovuto abbandona-
re la corsa e mio malgrado ripiegare sulla marcia con il tempo
massimo ridotto dalle 8 alle 7 ore.
Nella circostanza dell’ultima maratona 2014, a quindici giorni dalla partenza, un leggero infortunio al ginocchio destro
ha ulteriormente appesantito la situazione costringendomi
a rivedere gli ultimi allenamenti. Per non buttare al vento
tempo prezioso, complice il buon cuore delle due signorine
addette al cancello d’ingresso, mi sono posizionato fra i top
run dove con comprensibile impazienza ho atteso lo sparo
della partenza. Via tutti di corsa ed io dopo un chilometro mi
sono ritrovato in “beata solitudine” o meglio in compagnia
di due angeli custodi della Protezione Civile che con la loro
auto chiudevano la corsa. Intanto, fra un temporale e l’altro, i
chilometri se ne andavano troppo lentamente!
Ogni tanto l’auto si avvicinava per rassicurarsi sulle mie
condizioni: in cuor loro non pensavano certamente che mi
avrebbero accompagnato sino al traguardo! Traguardo, si il
traguardo! Come un miraggio dopo sette ore e dodici minuti
di percorrenza! A questo punto anche per i miei angeli custodi
il lavoro era terminato e scesi dalla macchina sono venuti a
complimentarsi con me.
Si é conclusa così la mia più faticosa maratona, ma anche speciale perché non è da tutti essere scortati per 42 chilometri!.
All’arrivo la più contenta era certamente mia moglie ma calorose congratulazioni ho ricevuto anche da tutto lo Staff che,
fra l’altro, si è adoperato perché l’organizzazione non “smantellasse” prima del mio arrivo. Naturalmente ad accogliermi
c’erano anche gli affezionati amici Alberto, Antonio e Giorgio
che quest’anno ha preferito “saltare” la maratona ma mi ha
molto aiutato nella preparazione. A tutti va la mia gratitudine, le scarpe non ho intenzione di appenderle al chiodo,
............................... se Iddio vorrà mi rassegnerò a correre la
Mezza Maratona per poter così alzare ancora nel mondo l’insegna del Maestro del Lavoro.
MdL Luigi Migliore
IL MAGISTERO DEL LAVORO • n. 3 Settembre 2014
23
DAI CONSOLATI
L’AQUILA
Anche quest’anno
il Labaro della nostra Federazione ha
partecipato al Corteo Storico della
720° “PERDONANZA CELESTINIANA”.
Ho avuto l’onore di essere presente a
questa secolare rievocazione insieme ad
altri cinque Maestri, alcuni dei quali
insigniti il 1° maggio 2014.
Durante il passaggio attraverso il centro
storico della nostra bella città, che porta
ancora evidenti i segni degli eventi tristemente noti, abbiamo ricevuto, insieme a
tutte le Istituzioni intervenute, calorosi
applausi, segno di viva simpatia da parte della folla assiepata sui lati dell’intero
percorso.
MdL Gianfranco Mazzaufo
MATERA
La Giornata del Maestro 2014, svoltasi a MATERA presenti Maestre e Maestri del Lavoro,
provenienti da tutta la Basilicata, ha
voluto testimoniare la convinta adesione della nostra organizzazione alla
candidatura di Matera Capitale Europea della Cultura 2019.
Un evento che non ha voluto avere
alcuna ritualità, ma la determinata e
convinta volontà di continuare a testimoniare, con l’impegno di tutti i Mae24
IL MAGISTERO DEL LAVORO • n. 3 Settembre 2014
stri del Lavoro che il Paese riprenda il suo
percorso di sviluppo sociale ed economico, partendo dalle sue periferie, quale
può essere il territorio lucano, esaltando
le tante emergenze di cui dispone , come
i giacimenti culturali e Matera, con il
patrimonio dei Sassi, ne è una fra le più
significative evidenze.
Ai saluti non formali ma di profondo significato dei consoli provinciali di
Matera Nino Salvatore e di Potenza Renzo Berardino, che hanno sottolineato la
volontà a non volersi e doversi estraniare
dall’impegno a continuare a dare il contributo, ognuno per la propria parte,
perché si riprenda a crescere in una società giusta e sana sono seguiti i ringraziamenti alle Autorità presenti.
I lavori poi sono stati introdotti dal saluto di Mons. Ligorio – Vescovo di Matera
– che ha esortato ad avere fiducia, lavorando tutti insieme per una società che,
ripiegandosi sul lavoro per tutti, sappia
restituire il senso vero della dignità umana.
Ampia e approfondita la relazione del
console regionale dei Maestri del Lavoro
Antonio Papaleo che ha ricordato come
l’iniziativa vuole essere una occasione
per rinsaldare i vincoli associativi fra i
Maestri in uno con il rilancio dell’appartenza che, in questa occasione ha avuto
un momento particolarmente significativo con la presenza del vicepresidente
per il Sud della Federmaestri Vincenzo
Esposito che ha richiamato il ruolo che
i Maestri intendono svolgere nel Paese e
segnatamente nel Mezzogiorno per un
riscatto vero, che fondi le sue basi proprio nel rilancio delle politiche occupazionali.
A questo proposito si è detto molto interessato alla candidatura di Matera 2019
ed ha proposto l’eventuale svolgimento
di una apposita Conferenza Programmatica dei Consolati Meridionali dei
Maestri del Lavoro.
Il console regionale Papaleo, dal canto
suo, non ha mancato di evidenziare le
potenzialità presenti sul territorio lucano
perché possa recuperarsi dalla condizione di “territorio cenerentola” per i suoi
elevati indici di disoccupazione, a cui
si aggiunge l’altra vera emergenza, rappresentata dalla migrazione di “cervelli”,
stante il crescente fenomeno dei giovani,
specie scolarizzati, che lasciano il territorio, per cui si continua a registrare un
sistematico calo demografico, con una
popolazione fatta sempre più di persone
anziane.
Da qui l’urgenza che le Istituzioni riprendano un percorso di sviluppo che sappia
interrogarsi principalmente su comparti
quali le Costruzioni, l’Ambiente, l’Agricoltura, la Sanità, ma principalmente
sul comparto del Turismo o dei Turismi,
specie per rendere sempre più attrattiva
la Basilicata e per essa la Città di Matera.
Articolata anche la relazione, per la
Regione Basilicata, di Maria Rosaria
Sabia – Dirigente dell’Ufficio Lavoro che ha richiamato le varie iniziative
approntate dalla Regione, quali quelle
riferite alla Garanzia Giovani ed al Reddito Minimo Garantito. Sono seguiti gli
interventi del Sindaco Salvatore di Matera Adduce che, condividendo le riflessioni addotte dalla relazione, ha evidenziato
come “Matera 2019” deve essere fatta
equivalere a quel “percorso fantastico” su
cui scommettere per il futuro dell’intera
Regione, che sappia coniugare “cultura
a coltura”, nell’ambito di un vero e proprio “Laboratorio per il Bene Comune”
e del Vice Prefetto Vicario Gentile che
ha richiamato l’importanza di sentirsi
Maestri del Lavoro, specie per la testimonianza che viene data alle nuove generazioni in termini di valori.
Concetti immediatamente sottolineati
sia dall’intervento di Don Filippo Lombardi- Responsabile Diocesano della
Pastorale del Lavoro, che dall’Assessore
ai Lavori Pubblici di Matera Trombetta che hanno richiamato la necessità di
ritornare alla meritocrazia se si vogliono
indicare obiettivi di speranza per il futuro.
Durante la manifestazione si è proceduto
DAI CONSOLATI
alla consegna alle Autorità dei gagliardetti da parte dei Maestri del Lavoro; mentre alla Federmaestri è stata consegnata la
bandiera di Matera 2019, direttamente
dalle mani del Sindaco; il Presidente della Camera di Commercio Angelo Tortorelli ha consegnato al Vice Presidente per
il Sud un volume che ricorda Matera.
Il Console di Matera ha consegnato alla
stesso Vicepresidente un bassorilievo in
ceramica artigianale raffigurante i Sassi.
Infine, a conclusione della iniziativa si è
proceduto alla consegna dei Premi Adinolfi ai colleghi ROCCO GALASSO,
STANISLAO PAPALEO, e SALVATORE SANTARSIERO, del Premio Campochiaro a ROCCO LAGUARDIA e
del Premio di anzianità di iscrizione per
il Consolato di Matera al Ida Altavilla.
L’occasione si è conclusa con un incontro conviviale per tutti i Maestri intervenuti ed una interessante visita guidata
nei Sassi.
RIMINI
Un Maestro diventa Cavaliere
Con Decreto del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano datato 2 Giugno 2014, è stato conferito il titolo di
Cavaliere al Merito della Repubblica al
nostro socio MdL Adriano Gasparini già
vice console del Consolato di Rimini.
Detta onorificenza è stata riconosciuta
per l’attività trentennale dedicata all’inserimento delle nuove generazioni nel
mondo dello sport e del lavoro attraverso
iniziative presso le scuole di ogni ordine
e grado della Provincia di Rimini.
Da semplice dirigente di una società di
Baseball la sua attività a favore dei giovani ha contribuito alla crescita della
disciplina sportiva su tutto il territorio
provinciale portandolo da 8 a 12 Società. L’interesse sportivo si è rivolto anche
all’attività amatoriale per i non più giovani, creando un movimento che nell’ar-
co di 10 anni ha portato da 40 a 400
persone coinvolte. Dall’anno 2004 ad
oggi fa parte del gruppo scuola/lavoro
partecipando a numerosi interventi presso le scuole della Provincia con lo scopo
di aiutare i giovani a crescere con sani
valori culturali, professionali e di comportamento. Su incarico della Regione
Emilia Romagna ha contribuito alla realizzazione del progetto/studio finalizzato
a contrastare il fenomeno dell’abbandono nelle scuole Professionali.
Nell’anno 2009 riceve la nomina di
“Ambasciatore turistico” della Provincia
di Rimini per aver realizzato numerosi
incontri e convegni per il mondo dello
sport e non solo.
Nell’anno 2012 ha ricevuto la stella d’Oro del Coni per meriti sportivi dal Presidente Petrucci.
MdL Mario Cigni
PIACENZA
Come di consueto si è conclusa
nell’Aula Magna dell’ISII G. Marconi
l’attività svolta nelle scuole con la premiazione degli studenti e il convegno
sulle tematiche scuola-lavoro.
IX° Edizione “UNA STELLA PER LA
SCUOLA”
Quindici gli studenti premiati per i loro
temi: 1° Manal Bassalth (Romagnosi); 2°
Matteo Tosi (Isii Marconi) ex equo con
Michele Speroni (Isii Marconi); 3° Giorgia Pedrini (Tramello) ex equo con Ledja
Hoti (Casali Castelsangiovanni); di
seguito Debora Pallaroni (Volta Borgo-
novo), Jessica Ongeri (Mattei Fiorenzuola), Roberto Nobili (Isii Marconi), Juliusz
Loranzi (Leonardo da Vinci), Francesco
Gazzola (Isii Marconi),Jonathan Cò (Isii
Marconi), Paolo Cattani (Mattei Fiorenzuola), Francesca Carini(Romagnosi),
Daniele Bucaria (Isii Marconi), Veronica
Barbieri (Romagnosi).
Otto le scuole interessate quest’anno:
Tecnico Industriale Marconi, Tecnico
Commerciale Romagnosi, Tecnico per
Geometri Tramello, Professionale Leonardo Da Vinci, Professionale RaineriMarcora, Tecnico e Professionale Mattei,
Professionale Casali di Castelsangiovanni, Tecnico Volta di Borgonovo. Così si
è conclusa la nona iniziativa denominata
“UNA STELLA PER LA SCUOLA”
rivolta agli studenti della classi quinte
degli istituti tecnici e professionali della
nostra Provincia.
Sono state incontrate 38 classi per complessivi 700 studenti.
Sono stati presentati due moduli che
hanno comportato due distinti incontri di due ore ciascuno. Per complessivi
26 incontri per gruppi di 2 o 3 classi
per volta. Dai risultati dei questionari distribuiti al termine degli incontri è
risultata un’esperienza molto positiva e
particolarmente apprezzata dagli studenti. Il 55% l’ha giudicata “interessante”,
il 44% “molto interessante” e solo l’1%
“poco interessante”.
Hanno sostenuto l’iniziativa e sono state visitate dalle classi le seguenti aziende: Cementirossi, Doppel, Drillmec,
Ingegneria Biomedica Santa Lucia, Iren
Emilia, Nordmeccanica Group, Rolleri,
Safta, Saib, Settima Meccanica e Ytong.
L’iniziativa è stata sostenuta anche dal
contributo di Fondazione di Piacenza e
Vigevano, Provincia di Piacenza, Camera di Commercio, Confindustria, Banca
Centro Padane. Hanno dato il patrocinio Regione Emilia Romagna e Comune
di Piacenza.
VII° CONVEGNO SCUOLA-LAVORO
Nella mattinata coordinata dal direttore di Libertà Gaetano Rizzuto si è tenuIL MAGISTERO DEL LAVORO • n. 3 Settembre 2014
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DAI CONSOLATI
Lucia, non vuole sentir parlare di crisi:
«E’ una parola molto abusata. La crisi è
finita, nel senso che dobbiamo parametrarci su una nuova realtà». Crede nei
giovani: «ho un’azienda con età media
inferiore ai 29 anni. Ci si deve confrontare non con la parola crisi ma con la
parola futuro.
Al termine, tutti i relatori sono stati
omaggiati con un’artistica targa in bronzo opera del Maestro del Lavoro Franco
Liberi.
to il settimo convegno dal titolo: “IL
CORAGGIO DELLE IDEE: ANALISI
DI UN SUCCESSO”.
Ad aprire gli interventi il Sottosegretario
all’Istruzione, Roberto Reggi. Rivolto ai
ragazzi: «Le esperienze che avete vissuto con i Maestri del Lavoro vi saranno
utili quando andrete a misurarvi con gli
imprenditori.
Non vi chiederanno che cosa sapete fare,
ma vi metteranno alla prova, se saprete
risolvere i problemi assieme agli altri».
Sono quindi intervenuti: per il Comune Giulia Piroli, assessore alle politiche
scolastiche, Massimo Trespidi, Presidente della Provincia, Francesco Scaravaggi,
Presidente della Fondazione di Piacenza
e Vigevano.
E’ stata poi la volta di quattro imprenditori portare la loro testimonianza ed
esperienza sulla tematica del convegno.
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IL MAGISTERO DEL LAVORO • n. 3 Settembre 2014
Il Cavaliere del Lavoro Giuseppe Parenti (Paver), presidente della Camera di
Commercio. Invita ad essere «cittadini
del mondo» ad accettare «tutti i lavori
e nello stesso tempo a guardarsi attorno
senza farsi vedere dall’azienda».
Alfredo Cerciello, 36 anni, responsabile
di Nordmeccanica Cina. Informale sia
nella camicia azzurra sia nei modi con
cui si approccia ai ragazzi, il più giovane della dinastia Cerciello non ha dubbi:
«Fate quello che volete e divertitevi pure,
ma datevi un obiettivo».
Clara Conti è direttore commerciale di
Saib. «Siamo diventati una realtà importante mettendo sempre a frutto nuove
idee - racconta -, come il pannello truciolare fatto con il legno della raccolta
differenziata.
Il Cavaliere del Lavoro Bruno Giglio,
patron di Ingegneria Biomedica Santa
BRESCIA
Articolo
di
Enrico Giustacchini
pubblicato
nel giornale di Brescia il 20 marzo
2014.
“Ieri l’intitolazione dell’area di via
Cavour il nome è stato scelto dal Consiglio dei ragazzi.
VILLANUOVA - È’ stato intitolato ieri
ai Maestri del lavoro il parco comunale villanovese di via Cavour. Un’area di
oltre 4.000 metri quadrati, un polmone
verde a servizio dei Cittadini, in particolare di quelli delle zone residenziali di
Bostone. “Si tratta di una struttura già
attrezzata e perfettamente fruibile” ha
sottolineato il sindaco Ermanno Comincioli, annunciando che sono però
previste per il futuro ulteriori opere
migliorative. L’intitolazione ai Maestri
DAI CONSOLATI
del Lavoro non è casuale. Questo sia
perché sono ben 9 i villanovesi che si fregiano del riconoscimento, sia per la storia del paese che ha espresso per oltre un
secolo un’intensa vocazione industriale,
all’ombra delle due grandi fabbriche, il
lanificio ed il cotonificio. Ha ricordato
tutto ciò, con un intervento lucido e
commosso insieme, Carlo Castiglioni,
console emerito dei Maestri del Lavoro
nonché per decenni apprezzato direttore
dello stabilimento di Bostone della filatura di Grignasco.
Alla cerimonia, benedetta dal parroco,
monsignor Mario Rebuffoni, erano presenti delegazioni del gruppo volontari,
del Centro di formazione professionale
e, al gran completo, il Consiglio comunale dei ragazzi.
“L’idea di dedicare il Parco ai Maestri del
Lavoro è stata nostra – ha rivendicato il
sindaco baby, Cesare Cimarelli –. Dopo
un incontro avvenuto a scuola, ci ha colpito il messaggio di passione ed onestà che
ci è stato affidato”. E proprio ai giovani si
sono rivolti in particolare Luigi Vergani
ed Alderino Dossena, rispettivamente
console regionale e provinciale dell’associazione.
“Voi siete la speranza – hanno detto. –
anche se viviamo tempi difficili, non perdetevi di coraggio. Studiate con impegno, per
preparavi ad entrare nel mondo del lavoro
con prospettive più sicure. E non dimenticate mai che è solo attraverso il lavoro che
si può contribuire alla crescita individuale
e collettiva”.
MODICA
(RG)
Inaugurazione
strada ai Maestri del Lavoro e riunione Consiglio Regionale.
Una bella, importante e proficua giornata di fine estate, quella di martedì 22
settembre 2014, trascorsa dai Maestri
del Lavoro della Sicilia, Consoli e Consiglieri Provinciali, Revisori dei conti
e Commissari elettorali provinciali e
regionali, con numerosi familiari, accolti
dalla comunità magistrale del Consolato
Provinciale di Ragusa, a Modica, città
inserita nella lista dei Patrimoni dell’Umanità dell’UNESCO, che ha dato i
natali al Poeta Salvatore Quasimodo,
Premio Nobel per la Letteratura 1959, il
cui centro storico è ricco di architetture
barocche, monumenti e siti di particolare interesse culturale e di oltre 100 storiche chiese, come i duomi di San Giorgio
e San Pietro. Si è incominciato alle ore
10,30 con l’apertura da parte del console
provinciale di Ragusa, MdL Francesco
Schininà, della cerimonia di inaugurazione della via intitolata ai Maestri del
Lavoro, proprio nello spiazzo antistante
il Modica Palace Hotel, sede del raduno,
alla presenza del Console regionale, dei
Rappresentanti dei Consolati Provinciali
di Agrigento, Catania, Messina, Ragusa,
Siracusa, Trapani portatori anche di deleghe per Caltanissetta e Palermo, di alcune Autorità comunali, del Parroco della
Chiesa di San Luca di Modica e di tanti
Maestri e familiari. Il Console Schininà,
nel suo breve intervento di saluto, ha
tracciato una cronistoria delle varie difficoltà incontrate per il cambio dell’Amministrazione comunale con la quale si
era iniziata la pratica ed ha ringraziato
l’Amministrazione in carica per avere
portato a termine l’iter di intitolazione
della via, recuperando i ritardi burocratici verificatisi dall’approvazione della
Commissione toponomastica al nulla
osta della Prefettura, ed in particolare il
Consigliere comunale Luigi Giarratana
per il costante
interessamento
come se si trattasse di una pratica personale e
la Famiglia Aprile, nelle persone
del Maestro del
Lavoro Giorgio e
della figlia Rita,
per averne solle-
citato e seguito tutti gli sviluppi.
L’Assessore al Personale e Polizia Municipale, Pietro Lorefice, in rappresentanza
con il Consigliere Giarratana del Sindaco di Modica, salutati i convenuti, ha
sottolineato il significato ed il valore della nostra onorificenza per i giovani che
devono credere e sperare in un futuro
migliore. Il console regionale, MdL Vincenzo Farina, rivolto un cordiale saluto
ai Maestri e familiari, ai Rappresentanti
comunali, al Parroco ed alle altre personalità presenti, a nome del presidente
Federmaestri Amilcare Brugni e del V.
Presidente per il Sud Vincenzo Esposito, ha ringraziato gli Amministratori del
Comune per il pubblico riconoscimento dato a coloro che con l’amore per il
proprio lavoro e con il proprio impegno
sociale si sono posti e si pongono come
punti di riferimento e testimoni credibili
dei veri valori della vita, in particolare,
verso i giovani. Un suo sentito grazie va
anche al Comandante Polizia Municipale
per il servizio d’ordine predisposto. L’odierno evento - ha detto - è un momento significativo tanto atteso dai Maestri
della Provincia ed oltre e innanzitutto da
chi ci ha creduto e non ha smesso mai
di promuovere e sollecitare la conclusione favorevole della pratica, il nostro
MdL modicano Giorgio Aprile, tesoriere del Consolato provinciale, sostenuto
dal console Schininà, dai colleghi del
Direttivo e dai Maestri ragusani, in buon
numero presenti con i familiari.
E’ seguito, a cura del parroco della Chiesa di San Luca di Modica, don Giorgio
Mallia, il rito religioso di benedizione
IL MAGISTERO DEL LAVORO • n. 3 Settembre 2014
27
DAI CONSOLATI
della targa, concluso con un caloroso applauso collettivo. Quindi, alle ore
11,30, gli intervenuti si sono trasferiti
nell’attiguo moderno albergo “Modica
Palace Hotel” dove, nella sala messaci a
disposizione, ha avuto luogo la riunione
del Consiglio regionale dei Consoli Provinciali e Consiglieri Nazionali, allargato a quanti rivestono cariche sociali nei
Consolati di appartenenza, per trattare il
tema “Contenuto e valore del ruolo e delle
funzioni inerenti alle cariche sociali occupate in relazione agli scopi statutari - Proposte e prospettive”.
Dopo avere affrontato l’argomento in
una prima riunione plenaria per chiarirne alcuni aspetti e delineare il modo di
procedere, i lavori sono stati sospesi per
la pausa conviviale. Alla ripresa si sono
formati tre gruppi per svolgere il tema
secondo incarichi e proprie esperienze:
1) Consoli; 2) Segretari e Tesorieri; 3)
Revisori dei conti e Commissari elettorali Le considerazioni, indicazioni e
proposte, riportate da ogni gruppo in
separati promemoria consegnati alla
Segretaria regionale, considerato il poco
tempo rimasto disponibile, giusta unanime decisione, saranno oggetto di esame
e discussione in un successivo incontro
per trarre le opportune conclusioni pratiche da applicare nell’ambito delle competenze consolari o da sottoporre alla
Federazione.
Al termine, alle ore 17,30, scambio di
saluti con un arrivederci a presto.
MdL Enzo Farina
TRENTO
V I S I T A
ALLO
STABILIMENTO
MENZ&GASSER DI
NOVALEDO E VISITA CULTURALE AD ASOLO (TREVISO).
Una quarantina di maestri del lavoro ed
accompagnatori si sono recati a visitare
lo stabilimento Menz&Gasser di Novaledo in Valsugana e nel pomeriggio la
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IL MAGISTERO DEL LAVORO • n. 3 Settembre 2014
visita della città di Asolo in provincia di
Treviso.
MENZ&GASSER - Novaledo (TN)
Il direttore tecnico l’ingegnere Armando
Tamanini, anch’egli Maestro del lavoro
e il suo collaboratore Michele Bernardi,
ci hanno presentato l’azienda e di seguito accompagnati nella visita dei reparti
produttivi. Menz & Gasser viene fondata a Lana (BZ) nel 1935 come azienda
trasformatrice di frutta, specializzandosi
presto nella produzione di confetture e
semilavorati di frutta di alta qualità. Nel
1974 l’attività viene trasferita a Novaledo
(in Trentino) e nel 2004 viene acquisita
una seconda sede produttiva a Verona,
per far fronte ad una crescente richiesta
di mercato. Core business sono le confetture in monoporzione per Ho.Re.Ca.,
per le quali Menz & Gasser è oggi leader
europeo.
Le Sedi produttive
Novaledo
Stabilimento dedicato ai prodotti confezionati. Ricostruita di recente, la nuova
struttura ospita tecnologie e impianti
che gestiscono e monitorano tutte le
fasi produttive, garantendo al contempo
massima flessibilità nel confezionamento
e livelli assoluti di sicurezza alimentare.
Il tutto certificato secondo gli standard
GSFS e IFS.
Verona
Stabilimento dedicato ai semilavorati
dolciari e lattiero caseari, biologici e salati per l’industria alimentare. Anche questa sede – certificata GSFS e IFS - vanta
tecnologie estremamente avanzate, come
l’innovativo sistema di pastorizzazione
a radiofrequenza che preserva al massimo le caratteristiche organolettiche e le
qualità nutrizionali del prodotto. Tuttavia la sola tecnologia non è sufficiente a
garantire il successo di un‘azienda e dei
suoi prodotti. Menz & Gasser offre ai
suoi clienti anche una pluridecennale
esperienza nella lavorazione della frutta. La professionalità e la dedizione per
il mantenimento degli standard qualitativi hanno premiato l’azienda che, negli
ultimi anni, ha registrato un incremento
costante sia dei volumi che del fatturato.
Sicurezza alimentare
Menz & Gasser ha sviluppato processi,
procedure e controlli che garantiscono la
massima sicurezza dei suoi prodotti:
• Certificati di origine della materia prima.
• Controlli su materiali in entrata.
• Controlli chimico-fisici sul 100% dei
lotti di produzione.
• Cernitrice ottica che garantisce l’utilizzo di frutta di altissima qualità e la rimozione di residui di raccolta (foglioline,
frutta poco matura, piccioli,ecc.).
• Metal detector a monte degli impianti
di confezionamento, che garantisce l’assenza di parti metalliche.
• Controlli a raggi che, senza modificare
il prodotto, consentono l’individuazione
di eventuali corpi estranei.
Ambiente & Territorio
L’impegno di Menz & Gasser nei confronti dell’ambiente è concreto. Lo
stabilimento di Novaledo (prossimo
alla certificazione ambientale ISO
14001:2004) produce energia pulita:
• 3.000.000 kWh/anno tramite un cogeneratore a metano;
• 450.000 kWh/anno tramite un cogeneratore a biogas, da reflui organici di
produzione.
Pannelli fotovoltaici con potenzialità di
picco complessiva pari a 950 kW producono buona parte dell’energia elettrica
utilizzata in azienda.
Per ciò che concerne il corretto utilizzo
dell’acqua, Menz & Gasser sfrutta due
pozzi, indipendenti dalla rete idrica, che
soddisfano l’intero fabbisogno industriale. Le acque di raffreddamento sono a
circuito chiuso: il consumo risulta estremamente ridotto.
Le certificazioni aziendali di Menz &
Gasser:
ISO 9001:2008
ISO 14001:2004
IFS (International Food Standard)
GSFS (Global Standard for Food Safety)
- ex BRC
DATI 2013
DAI CONSOLATI
Oltre 100 milioni di fatturato;
1.300 clienti attivi
50% Export, in 47 paesi
Oltre 45.000 tons di prodotto
Circa 250 addetti
PRANZO PRESSO IL RISTORANTE
DESIRE’
Durante il pranzo è stata consegnata alla
vedova del compianto Armando Simonini, la targa di “Console Emerito” che a
causa della malattia non era stata consegnata in occasione del pranzo di Natale
2013.
ASOLO
Nella visita di Asolo, la guida signora
Antonella ci ha descritto la storia della
città e successivamente i monumenti che
abbiamo avuto modo di vedere:
la Cattedrale, il Museo Civico, Palazzo
della Ragione, il Castello, le Mura, Piazza Garibaldi, Fontana Maggiore, Convento S.s. Pietro E Paolo, Casa Duse, la
Rocca.
*****
GITA PELLEGRINAGGIO ALL’ABBAZIA DI MONTEMARIA IN VAL
VENOSTA E VISITA A MERANO
Un folto numero di Maestri del lavoro e
simpatizzanti ha partecipato alla gita pellegrinaggio all’Abbazia di Montemaria e
Merano.
La giornata è iniziata assistendo alla
S.Messa e la visita del Museo.
L’abbazia dei benedettini di Montemaria
che è la più alta d’Europa, si trova sul
territorio comunale di Malles a 1.340 m
di altitudine, sopra la località
Burgusio in Val Venosta.
La costruzione, simile ad una
fortezza, risale al XII secolo e
fu fondato dai nobili di Tarasp. I primi monaci erano provenienti dall’abbazia sveva di
Ottobeuren. Prima di diventare un convento, tuttavia,
ospitava un Ginnasio, fondato
nel 1724 dai monaci di Merano. Il Ginnasio ebbe grande
successo, grazie anche ai noti
professori Pius Zingerle, Albert Jaehger
e Beda Weter. Nel 1928 i monaci dovettero però abbandonare il loro Ginnasio.
Ma ancora oggi i monaci si dedicano
all’organizzazione di workshop e corsi
di meditazione, facendo del convento
pertanto il posto ideale per ritrovare la
propria pace ed armonia.
Al primo piano del convento si trova
inoltre dal 2007 un museo con documenti storici e tesori artistici che illustrano la vita quotidiana al monastero e
l’esempio di San Benedetto.
Una particolarità si trova nella cripta: il
ciclo di affreschi romanici, con le famose
raffigurazioni angeliche, risalenti al 1175
e 1180 rappresenta uno straordinario
esempio di arte romanica altoatesina.
Gran parte degli affreschi furono scoperti nel 1877, mentre l’intero ciclo fu
liberato dalle cortine solo nel 1980.
Dopo la visita dell’abbazia ci siamo recati per il momento conviviale al ristorante
Hotel Posta di Glorenza, dove abbiamo
degustato i piatti proposti.
Nel primo pomeriggio, con l’ausilio di
una competente guida turistica, ci siamo
recati a visitare il centro storico di Merano, dove abbiamo avuto modo di vedere
il Duomo,il Kurhaus, il teatro Puccini e
l’incantevole passeggiata sul lungo Passirio. Al termine della visita di Merano
siamo rientrati a Trento consapevoli di
aver trascorso una piacevole ed intesa
giornata nel segno della spiritualità, della
storia, della cultura e soprattutto dell’amicizia.
MdL Adriano Di Paolo
TERNI - PERUGIA
ASCOLI PICENO
Si sono incontrati i
Maestri del Lavoro delle provincie di Terni, Perugia e
Ascoli Piceno.
Il ritrovo è avvenuto sui piani di Castel-
I partecipanti alla giornata di festa, sulla scalinata del palazzo Comunale di Norcia, difronte alla statua di San Benedetto, patrono d’Europa
IL MAGISTERO DEL LAVORO • n. 3 Settembre 2014
29
DAI CONSOLATI
luccio di Norcia, alla base del monte
Vettore, montagna molto frequentata da
appassionati delle tre Provincie. Il paesaggio è stato reso incantevole per aver
apprezzato intere distese fiorite spontaneamente in vari colori. L’incontro si è
concluso con un pranzo sociale presso
il ristorante Grotta Azzurra di Norcia, i
cui proprietari signori Bianconi ci hanno
accolto con particolare ospitalità, facendo dono di un attestato di Cittadinanza
Europea ai rappresentanti dei Consolati
intervenuti: Amilcare Brugni, Presidente
Nazionale dei M.d.L per Ascoli Piceno.
Gianpaolo Censini, Console Regionale
dell’Umbria per Perugia.
MdL Antero Mattiussi
SESTO
SAN
GIOVANNI
I Maestri di
Sesto San Giovanni, sono stati ospiti a Courmayeur dei colleghi Valdostani e della Direzione del Traforo
del Monte Bianco dove, grazie alla
qualità dei relatori accompagnatori e
alle dimostrazioni operative dei vigili
del fuoco, hanno potuto rilevare con
grande soddisfazione l’alta concentrazione tecnologica presente nelle relative strutture, particolarmente quella
inerente la sicurezza delle maestranze
lavorative e degli utenti del tunnel.
Alla visita è seguito un apprezzato pranzo con prodotti tipici locali e un’escursione guidata al castello medioevale di
Issogne: una delle perle culturali della
Regione. Martedì, ventiquattro giugno,
hanno potuto usufruire dello stesso vissuto, i Maestri del consolato provinciale
di Cuneo, con la variante turistica dedicata ad un esaltante panorama sulla catena del Monte Bianco e l’emozione del
transito sulla passerella di recente inau-
gurazione, posizionata a sbalzo a centoottanta metri sopra le cascate dell’Orrido
di Pré Saint Didier. Inoltre, sono attesi
per il mese di settembre, anche i Colleghi del consolato provinciale di Brescia
e di quello regionale della Liguria. L’iniziativa, promossa dal consolato regionale
della Valle d’Aosta, che si rende disponibile nell’approfondire i dettagli tecnici e
organizzativi per coloro che si ritenessero
interessati all’argomento, rientra in un
sentito progetto di aggregazione e propedeutico, nell’auspicio di poter stimolare
anche nelle scuole, la curiosità per accedere ad un’allettante esperienza.
MdL Luigi Busatto
PUBBLICHIAMO, IN QUESTA PARTE DELLA RIVISTA, IL RESOCONTO
DELLE MANIFESTAZIONI PER LA CONSEGNA DELLE STELLE AL MERITO
DEL LAVORO IN ALCUNE REGIONI CHE, PER RAGIONI TENICHE,
NON È STATO POSSIBILE INSERIRE NEL NUMERO PRECEDENTE
IL 1° MAGGIO IN LOMBARDIA
Le note dell’Inno di Mameli danno
l’avvio, come da tradizione, alla
celebrazione del rito della consegna delle Stelle al Merito del
Lavoro ai 130 lavoratori e lavoratrici
lombardi che si sono distinti per meriti di perizia, laboriosità e buona condotta morale. Nell’atmosfera generale,
tuttavia, aleggia una preoccupazione latente, poi espressa e
ribadita dalle Autorità presenti, quella dalla quale soltanto
di recente si sta notando una modesta inversione di tendenza: la mancanza di lavoro. La mancanza di lavoro, il cui
diritto è sancito dalla nostra Costituzione, rende vana ogni
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altra aspettativa poiché non consente di soddisfare tutte le
altre aspirazioni, soprattutto nel mondo giovanile che deve
rinunciare agli obiettivi primari quali il diritto allo studio,
a formarsi una famiglia e programmare il proprio futuro.
E’ vero che si delineano alcuni accenni di miglioramento ma è dalla politica che dobbiamo pretendere una svolta
radicale. Se la Repubblica Italiana è fondata sul lavoro, è
DAI CONSOLATI
la Repubblica Italiana che deve garantirlo! La categoria dei
Maestri del Lavoro ha fatto il proprio dovere e ha dato un
contributo allo sviluppo del Paese. Non è questa una astratta espressione demagogica, è la dichiarazione di un diritto.
Negli sguardi dei neo Maestri si leggeva una luce di vittoria,
un messaggio di gioia che premiava i sacrifici di una vita e
non era un segno di resa. Tutt’altro!
Ancora una volta il Console Vergani ha lamentato l’assenza di membri del Governo, rappresentato dal Prefetto di
Milano, e dei vertici di Regione, Provincia e Comune di
Milano, i cui sostituti hanno esposto le motivazioni della
crisi, peraltro attribuendone la responsabilità a motivazioni
ed eventi di competenza altrui.
In Lombardia, qualche speranza di lavoro è legata all’EXPO 2015 che potrebbe rappresentare la svolta per il rilancio
dell’immagine italiana nel mondo.
Chissà che le condizioni che ci hanno spronato negli anni
60 a costruire il “miracolo economico” tornino a risplendere ancora; i lombardi e tutti gli italiani ci vogliono credere.
Sul sito del Consolato Regionale Lombardia è visibile la
registrazione dell’intera cerimonia.
MdL Umberto Seclì
IL 1° MAGGIO IN MARCHE
Nella nuova sala dell’Auditorium della Mole Vanvitelliana di ANCONA,
scelta dalla Prefettura per la prima volta
quest’anno, si è svolta la manifestazione per la consegna
delle onorificenze al Merito del Lavoro 2014.
La sala gremita dalle Autorità civili e miltari, dai Maestri e
Maestre del Lavoro sia già insigniti che quelli in attesa della
decorazione, dai familiari, conoscenti e dai dirigenti delle
Aziende. Oltre al Prefetto di Ancona, Alfonso Pironti in
rappresentanza del Governo, erano presenti anche gli altri
Prefetti delle Regione, le più importanti Autorità militari
che risiedono nel capoluogo, tutti i Sindaci delle città e i
rappresentanti delle Aziende dei nuovi insigniti.
Il Prefetto, ricordando il valore dell’onorificenza al Merito
del Lavoro ha elogiato i Maestri per il loro impegno e la
loro dedizione al lavoro. Tutto ciò fa riflettere sul lavoro
sempre più scarso in questi tempi, alla recessione dell’economia, alla necessità di misure urgenti a favore delle imprese, alla riduzione della burocrazia.
Ha preso quindi la parola, in rappresentanza del Governatore Spacca, l’Assessore Regionale Paola Giorgo che ha
sostenuto, a ragione, che il lavoro è democrazia ed è crescita economica. Oggi sempre più scarso diventa il lavoro
femminile e quello per i giovani e il Governo e la Regione
stanno predisponendo misure atte per sostenerlo. Infatti,
parte dal 1° di Maggio l’iniziativa “Garanzia Giovani”.
Il Sindaco di Ancona, Valeria Mancinelli ha reso onore agli
insigniti di questa importante onorificenza. I Maestri sono
di esempio verso tutti, poiché l’insignito è una persona che
ha fatto bene il suo compito dimostrandolo con atti concreti.
Il Direttore dell’Ufficio Regionale del Lavoro Giovanni De
Paolis ha fatto riferimento alla situazione lavorativa nelle
Marche, descrivendo tabelle e indici negativi di occupazione. Soprattutto a soffrire è il lavoro per i giovani in quanto
il mercato è in seria difficoltà e solo con misure idonee sarà
possibile superare questo difficile momento. Il progetto
“Garanzia Giovani” è un’iniziativa che va nella giusta direzione e occorre aver fiducia e impegnarsi affinché le cose
cambino in bene.
Ha quindi preso la parola il console regionale della Federazione Maestri del Lavoro d’Italia Iridio Mazzucchelli che,
ha portato un valido contributo alla riflessione aperta sulla
disoccupazione femminile e giovanile ed anche sulla necessità di un maggior controllo sulle Imprese circa la Sicurezza
sul Lavoro.
Terminati gli interventi istituzionali si è proceduto alla
consegna delle medaglie ai trentasei nuovi insigniti suddivisi tra le varie province marchigiane, di cui ben sette sono
donne.
Alle sette nuove Maestre, la coordinatrice Marisa Baldoni
coadiuvata dalla Maestra Palmina Angeloni ha consegnato
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DAI CONSOLATI
a ciascuna un mazzo di fiori donato dal Consolato Regionale.
Infine, proprio per creare quell’atmosfera di cordialità e di
amicizia tra tutti, il console regionale Mazzucchelli e i consoli provinciali di Ascoli Piceno-Fermo Amici, di Macerata
Marzioni e di Pesaro Tellinai, i Viceconsoli accompagnati dalle rispettive consorti, il Segretario Regionale Refe e
altri dirigenti dei Consolati Provinciali, hanno festeggiato
i nuovi Maestri e i loro familliari al ristorante del Fortino
Napoleonico di Portonovo di Ancona.
IL 1° MAGGIO IN SICILIA
Nell’Aula Magna della facoltà di
Giurisprudenza dell’Università
degli Studi di PALERMO sono state consegnate le Stelle al Merito del Lavoro a 30 lavoratori
e 7 lavoratrici della Sicilia.
I 37 neo Maestri del Lavoro insigniti dal Presidente della
Repubblica risiedono nelle provincie di Caltanissetta (cinque), Catania (sei), Enna (quattro), Messina (due), Palermo (undici), Ragusa (uno), Siracusa (sei), Trapani (due).
Alla solenne cerimonia erano presenti numerose Autorità
civili e militari, rappresentanti delle altre Prefetture della
Regione, Consoli Provinciali e Consiglieri Nazionali siciliani della Federmaestri d’Italia e tanti familiari dei decorati.
Nel saluto di apertura il Prefetto dottoressa Cannizzo, ha
rivolto un caloroso ringraziamento a tutti i convenuti ed
ai nuovi Maestri un vivo compiacimento per aver saputo,
nella loro lunga esperienza lavorativa, mostrare con continuità, nei fatti e nei comportamenti, serietà, onestà, dedizione ed impegno. Ha sottolineato l’alto significato delle
Stelle al Merito del Lavoro, che sono di grande valore oggi
più di ieri per le preoccupazioni che si nutrono per la crisi
economica ed occupazionale.
Il Cav.Lav. Alessandro Scelfo, Presidente del Gruppo Sici-
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liano dei Cavalieri del Lavoro, ha portato il saluto, del Presidente della Federazione Nazionale Antonio D’Amato, ed
ha espresso il suo compiacimento agli insigniti, riconoscendone l’efficace contributo dato per la crescita ed il progresso delle aziende di appartenenza.
Vincenzo Farina, Console Regionale della Sicilia della
Federazione Maestri del Lavoro d’Italia, ha letto il saluto
del Presidente e del Vice Presidente per il Sud della Federazione, Amilcare Brugni e Vincenzo Esposito, ed ha dato ai
neo insigniti Maestri un affettuoso benvenuto nella famiglia magistrale del lavoro, che costituisce – ha detto - un
“esempio ed insegnamento di chi ha posto in primo piano
il valore del merito, cosa preziosa oggi per le nuove generazioni che si affacciano nel complesso mondo del lavoro,
sempre con maggiori difficoltà, dovute alla profonda e prolungata crisi globale”. Crisi che vede l’Italia più coinvolta,
essendo sensibile la riduzione dei consumi e la mancanza
di crescita, la minore produttività e l’allargarsi della disoccupazione per chiusura di stabilimenti ed aziende, perché i
governi non sono stati e non sembrano in grado di dominare tali fenomeni.
Nel dare notizia che, ad opera della Commissione Scuola e
Lavoro della nostra Federazione e del Ministero della Istruzione, Università e Ricerca, è in corso un progetto pilota
diretto a definire una cultura del lavoro basata sui meriti, sulla preparazione, sull’aggiornamento continuo, con
l’obiettivo di stimolare l’energia e la creatività dei giovani
studenti e la loro speranza di futuro ed anche di favorirne l’inserimento nei settori produttivi, l’oratore ha fatto
presente che i Maestri del Lavoro di Sicilia, attraverso gli
annuali vari incontri con gli studenti, realizzati presso gli
istituti scolastici, sono impegnati a realizzare tale progetto,
nel quale sono coinvolti tre Istituti superiori (a Catania, a
Siracusa ed a Trapani.
L’Assessore Regionale al Lavoro, Giuseppe Bruno ha voluto
DAI CONSOLATI
esprimere le più sentite felicitazioni ai nuovi Maestri, che
insigniti della Stella al merito del Lavoro hanno onorato i
loro paesi e se stessi, diventando testimoni dei valori costituzionali del lavoro, valori civili e sociali, oltre che economici.
Quindi Leoluca Orlando, Sindaco di Palermo, ha riconosciuto alla cerimonia il grande merito di riportare l’attenzione sui valori veri dell’uomo e sul lavoro quale strumento
di realizzazione delle aspirazioni personali, un diritto indissolubilmente connesso alla dignità dell’individuo, di cui,
purtroppo, oggi sono privati buona parte dei giovani e delle
donne.
IL 1° MAGGIO IN UMBRIA
La Consegna delle stelle al merito per
l’Umbria si è svolta presso il “CENTRO
CONGRESSI della CAMERA di COMMERCIO INDUSTRIA e AGRICOLTURA di PERUGIA”.
In una sala completamente gremita, circa 350 presenti, con
grande partecipazione di daori di lavoro, familiari e amici
dei neo Maestri.
Su invito dei Consoli Provinciali di Perugia e di Terni erano
presenti i componenti dei Consigli di Perugia, di Terni e
tanti Maestri del Lavoro della Regione.
Sono intervenuti come autorità di governo: il Prefetto di
Perugia Antonio Reppucci, il Vice Prefetto Vicario di Terni
Andrea Gambassi, il Direttore della “Direzione Regionale
del Lavoro” Sabatino Chelli.
Inoltre erano presenti: il Sottosegretario del Ministero degli
Interni Gianpiero Bocci, la Presidente della Regione Catiuscia Marini, i Sindaci che avevano nuovi Maestri del Lavoro
dei Comuni di residenza, i Questori delle Province di Perugia e Terni, autorità locali delle Forze dell’Ordine di Polizia,
Carabinieri e Vigili del fuoco.
Gli oratori intervenuti a sottolineare l’importanza ed il
significato della Cerimonia della consegna della Stelle al
Merito, sono stati - il Direttore della Direzione Regionale
del Lavoro di Perugia Chelli, il Console Regionale dell’Umbria Giampaolo Censini e il Prefetto di Perugia Reppucci.
21 i nuovi insigniti, 17 per la provincia di Perugia, 4 per la
provincia di Terni.
In particolare il console regionale Giampaolo Censini ha
rivolto un caloroso saluto ai nuovi Maestri “ai quali va” –
ha detto – “il mio più sincero sentimento di gratitudine per
aver meritato con il loro esemplare comportamento nella vita
lavorativa questo riconoscimento che la società civile oggi gli
conferisce”.
Ha quindi salutato i datori di lavoro per aver consentito
la crescita professionale e lavorativa di tanti Maestri in un
momento così critico e difficile per il lavoro in Italia.
“A loro va anche l’augurio” – ha sottolineato il Console –
“che questa stagione grigia nel mondo del lavoro possa presto
rasserenarsi e le aziende possano riacquisire quella fecondità
creativa e lavorativa che da sempre ha contraddistinto il tessuto lavorativo Italiano e della nostra Umbria con il “made in
Italy” nel mondo, e che il grigiore che da tempo ci opprime”.
Il mio auspicio e la mia preghiera alle istituzioni, ai governanti e a tutti coloro che hanno parola nel mondo del
Lavoro che si attivino in modo che i nostri talenti non
se ne vadano dalla nostra terra e con loro anche le aziende, ma che possano ricapitalizzare le loro conoscenze qui,
in Italia; per far rinascere un nuovo e competitivo tessuto
industriale.
In particolare noi Maestri non dobbiamo perdere la speranza e credere fermamente su quello che recita il primo articolo della Costituzione della nostra Repubblica: ”L’Italia è
una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”.
In questo momento di stallo politico ed economico, sono
convinto che, l’Italia potrà ripartire solo se l’orgoglio e l’onestà di crescere nel rispetto reciproco, sentimenti che sembrano scomparsi, si impossesseranno ancora dell’ambiente
in cui si vive e si opera.
IL MAGISTERO DEL LAVORO • n. 3 Settembre 2014
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MEHALEON “IL PRESCELTO”
Un lavoro della collega Carmen Ingrosso
Carmen Ingrosso, una collega che è sposata da 37
anni con Antonio Andreucci, il Console Provinciale
dei Maestri del Lavoro di Brindisi (due figli, Piergiorgio e Carlo) lavora da 40 anni in una azienda aeronautica nota nel territorio pugliese. Ha presentato
recentemente, nella meravigliosa sala della Colonna
Romana di Palazzo Nervegna a Brindisi il suo nuovo
libro dal titolo non comune: “Mehaleon il prescelto”
che oggi segnialiamo nella nostra rubrica.
Premesso che tutto il ricavato della vendita del libro l’autrice l’ha
già destinato in beneficienza rinunciando anche ai diritti di autore per scopi prettamente umanitari “no-profit”, va sottolineato
che questa è la seconda opera di Carmen che ha già dato alla luce
un volume di poesie a carattere spirituale “Karmel”.
Mehaleon “il prescelto” è una storia vera di un uomo comune
(nato da una famiglia semplice), un italiano, che ora vive in Germania. Era un uomo affermato, di successo, che ad un certo momento della sua vita ha sentito forte dentro di sé il richiamo dello
Spirito Santo che ha preso dimora in lui, lo ha guidato e lo guida
in tutto il suo operato. Emozionante è l’incontro con il Divino quando è entrato il lui, abitandolo permanentemente ed ha cambiando la sua stessa vita, trasformandolo e facendolo diventare “Mehaleon” (nome spirituale).
Mehaleon non ha mai smesso di chiedersi “il perché della vita” e la sua spiritualità in crescendo negli anni lo ha
portato ad allontanarsi sempre più dalla vita mondana fino a quando è stato posto dinanzi ad un bivio: ed egli
ha fatto la sua scelta un solo SI’ che racchiude centinaia e centinaia di NO; NO al potere, NO alla mondanità,
NO alla ricchezza, NO, NO, e ancora NO…
Da quel momento inizia per lui un percorso spirituale intenso con prove durissime da superare, la prova del
fuoco, la prova dell’umiliazione, la prova del grande digiuno, la prova del distacco dai beni materiali, la prova
sul suo isolamento dal mondo e la sua graduale trasformazione. Prove che lo hanno portato, attraverso il suo SI’
incondizionato ad abbracciare una vita fatta di sacrifici che nel silenzio e
senza lamentarsi mai, quotidianamente egli eleva a Dio Padre.
Il messaggio del libro è L’AMORE.
L’UNICA STRADA E’ L’AMORE – L’UNICA VIA DI SALVEZZA E’
L’AMORE – AMATE IL MONDO E TUTTI I SUOI ESSERI CON
AMORE INCONDIZIONATO E LA VERA VITA SI SVELERA’ A
VOI IN TUTTA PIENEZZA.
Il libro della collega Carmen Ingrosso, in tutte le sue espressioni, in
alcuni aspetti anche molto forti, trasmette sempre e solo la bellezza, la
grandiosità e la misericordia dell’Amore. Il Dio di cui si parla nel libro
non appartiene ad una religione diversa, è il Dio di tutte le genti, che
abbraccia tutti i credo religiosi, che non fa distinzione alcuna, tra colore
della pelle, area geografica, sesso o credo religioso. E’ un Dio che unisce
i popoli in una fratellanza di tutte le genti, non mette paletti o barriere
tra le varie culture e religioni anzi appiana tutte le diversità ed eleva tutti
a FIGLI DELL’UNICO PADRE.
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IL MAGISTERO DEL LAVORO • n. 3 Settembre 2014
INTERVISTA
L’età della saggezza
In occasione del nostro XXXIV convegno nazionale del maggio
2014, ad Ascoli Piceno, con il mio intervento in qualità di Vice
Presidente per il Centro Italia ricordavo, all’inizio, gli impegni
assunti durante quello del 2012 a San Remo in ordine al ruolo
dei Maestri del Lavoro nella società ed esprimevo il più sincero
compiacimento per gli obiettivi che ci eravamo allora prefissati,
tesi alla riaffermazione delle finalità contenute nello spirito della
legge istitutiva della nostra Federazione, finalità che siamo riusciti
a preservare nonostante qualche tentativo di modifica.
Insieme a diverse altre considerazioni, sollevavo ad Ascoli Piceno il
problema della “terza età” che accomuna buona parte dei Maestri
del Lavoro e che, aggiunsi, è anche L’ETÀ DELLA SAGGEZZA
oltre che, per i Maestri, dell’esperienza e della professionalità.
A mio parere, pur aumentando in Italia la percentuale di ultrasessantenni, è sbagliata la visione che emargina l’anziano solo perché considerato non più utile al ciclo produttivo; occorre, invece,
reimpostare una nuova cultura in modo che l’anziano possa assumersi delle responsabilità basate sul concetto del passaggio dalla
“produttività economica” a quella “sociale”, nella quale si intravede la “possibilità di valorizzare pienamente la polivalenza delle
persone anziane”, come sosteneva Umberto Morelli Direttore dei
corsi all’Università di Torino; molte di loro sono impegnate anche
nell’attività amorevole della cura per i nipoti più o meno piccoli,
specialmente quando i genitori lavorano.
Questo è il 32° anniversario dell’ “anno dell’anziano” da quando fu
proclamato, nel 1982, dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
L’O.N.U. ha più volte invitato i Paesi membri a dedicare “una riflessione particolare sulla situazione e sulle politiche relative alla
“terza età” per attirare l’attenzione dei giovani su questo problema”.
Negli U.S.A. con un atto del 1967 si protegge chi ha più di 40
anni; il codice dell’Ontario e la legge sui diritti umani dello Stato
di New York aggiungono precisazioni. Fa lo stesso il Regno Unito
con “l’Emploimens Equality Age Regulations” del 2006.
“Viceversa in Italia non c’è legge”, scrive Michele Ainis su l’Espresso
del 30 aprile 2014, “a eccezione d’un decreto legislativo del 2003, di
cui nessuno, (neppure il governo) conosce l’esistenza”.
Non sono, come sappiamo, tutte adeguate né sufficienti le strutture pubbliche ricettive per dare assistenza agli anziani che ne hanno
bisogno. Ritiene inoltre, lo stesso Ainis, che in Italia “dopo decenni
di gerontocrazia siamo passati all’estremo opposto”.
Ipotizzavo nel mio intervento ad Ascoli Piceno, quale necessità, l’istituzione di un apposito strumento governativo in materia, come
un Dipartimento, e il riesame dell’art. 11, punto 2, della legge
143/1992 oltre che dell’art. 4 del nostro statuto.
Nel 2011 Sergio Zavoli si domandava, prendendo spunto da alcuni articoli di stampa: “ma è proprio vero che siamo più giovani, a ogni
età, di quanto attesti l’anagrafe, cioè la sola burocrazia che, da quando
è nata, non ha mai riformato il suo mestiere?”
Alcuni geriatri affermano che ognuno di noi ha una propria “età
biologica” il più delle volte diversa da quella anagrafica, per cui si
può dedurre che “essere più giovani di una decina d’anni rispetto alla
nostra età anagrafica non solo non è raro, ma lo sarà sempre meno”.
Occorre, ho sempre sostenuto, crederci e “pensare positivo” come
si fa quando si praticano alcuni sport attivi; così come i migliori
risultati si ottengono con le idee ed il concreto attivismo, non con
la carta di identità; ovviamente, fino a quando per ciascuno è possibile. C’è purtroppo, in mancanza di strutture sociali di sostegno,
il caso di persone che, pur essendo ancora valide mentalmente, si
trovano in precarie condizioni di salute, costrette, talvolta, anche
al “decadimento” causato dall’emarginazione sociale e persino dal
rifiuto affettivo, per le quali, invece, “quello che non finisce mai è
il bisogno di comunicare.”
Con riferimento ad iniziative a favore della “terza età e del miglioramento delle relative condizioni sociali”, di cui il Consiglio
nazionale della nostra Federazione, in aprile 2014, ha preso atto e
delle quali il nostro Segretario Generale, insieme a validi suoi collaboratori, si sta occupando avendo preso contatti con diverse altre
importanti Associazioni per i necessari approfondimenti e valutazioni - il secondo incontro si è tenuto il 16 giugno scorso presso la
sede del Censis, presenti il Direttore Generale e due Dirigenti di
questo importante Istituto di ricerche socio-economiche - desidero
rivolgere i migliori auguri di buon lavoro invitando a tenere conto
e rispetto dei “Diritti degli Anziani” proclamati dalla Federazione Europea Persone Anziane; tali diritti, infatti, sono affidati alle
diverse Organizzazioni internazionali e nazionali, alle comunità
cristiane, a tutti gli uomini di buona volontà, agli anziani stessi
perché insieme ci si adoperi per assicurare a tutti gli anziani la necessaria assistenza, piena dignità e pace.
Secondo tale proclama l’anziano, in sintesi, ha diritto: a una assistenza fisica; a una assistenza economica; a una assistenza sociale; a
una assistenza culturale e, per se stesso, alla libertà.
Concludo riportando le seguenti indicazioni condivise, quindi ritenute necessarie, da molti colleghi Maestri del Lavoro: occorre
rivalutare la “terza età” e dare ad essa una dignità che sta scomparendo. Oggi, più che mai, la società ha bisogno della riscoperta dei
valori dei quali gli anziani sono sempre stati i principali portatori.
MdL Rolando Ceccotti
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