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SOMMARIO APPELLO Appello Comunicazione ai lettori 2 2 Una copertina dedicata all’arte Editoriale 2 di Silvio Manfredi di Amilcare Brugni4 Interventi Crisi economica e lavorativa del Sud5 di Oreste De Sanctis Luci sul lavoro6 di Alessandro Lega Per rilanciare l’economia taglio tasse a chi, poi, spende10 di Alberto Mattioli COMUNICAZIONE AI LETTORI Curiosità Bancomat: in Italia ce ne sono oltre 44milioni di Vis 11 Argomenti Il lato oscuro della tassazione delle rendite finanziarie 12 e la politica sulle pensioni di Giacomo Muoio Arti e mestieri - Fornaio e pane ‘u furnare e ‘u pane 14 Il marmo: antico compagno di viaggio 16 di Vis La tavola per una buona vecchiaia17 di Angelo Gerardi Ricorrenze 80 anni di Sofia, Brigitte, Paoli, Vanobni e Cohen di Vittorio Sabia 18 News Curiosità 20 Anche il “fiammifero” sta scomparendo come tante altre cose, “cancellate” dalla modernità Un maratoneta per caso di Luigi Migliore 22 Dai Consolati Cerimonie 1° Maggio Parliamo di Libri 24 23 30 Mehaleon “il prescelto”34 Riflessioni L’età della saggezza di Rolando Ceccotti Nella seduta del Consiglio Nazionale del 30 settembre c.a. abbiamo avuto una prova di grande maturità, personalismi e prese di posizione sono stati superati dalla voglia di cambiare, di modificare le nostre regole statutarie. Pertanto, nell’associarmi ai ringraziamenti del Presidente della Federazione nei confronti di tutti i componenti la Commissione riforma Statuto, Regolamenti e Codice Etico per la qualità e la professionalità manifestata nel prospettare ai Consiglieri Nazionali il primo step, riguardante l’inizio dell’ obiettivo: (la revisione parziale dell’art. 6 dell’attuale Regolamento Generale), sento il dovere morale, nella mia veste di Segretario Generale e di Maestro di appellarmi ai singoli Consiglieri Provinciali per una costruttiva e significativa attività nell’ambito delle singole regioni di appartenenza: dapprima votate e poi fate votare. 35 Informiamo che sul sito web della Federazione: www.maestrilavoro.it sono consultabili due interessanti temi. · “FISCO” - vedere colonna attività. · “HOBBY” - vedere colonna attività. In proposito si ricorda che per poter inserire i pezzi (foto, poesie, racconti, quadri, ecc. ) in “HOBBY”dei Maestri interessati occorre la loro esplicita concessione alla pubblicazione. Il Segretario Generale MdL Silvio Manfredi UNA COPERTINA DEDICATA ALL’ARTE Tiziano Ritratto di Carlo V Madrid Museo Nacional del Prado. Tiziano Vecellio, nato a Pieve di Cadore intorno al 1485 - 1488, morto a Venezia nel 1576; ha rilevato la forza emotiva della passione trovandola nella vivacità del colore. Una innovazione la Sua pittura che segna il superamento del classicismo cinquecentesco, ispirato ad una perfetta armonia fra ragione e sentimento. Nel grande ritratto equestre di Carlo V rappresenta l’imperatore solo che si erge contro il paesaggio illuminato dai bagliori del tramonto. Periodico ufficiale della Federazione Maestri del Lavoro d’Italia Registrato presso il Tribunale di Roma con n. 272 del 27 settembre 1983 Anno 30mo - n. 3 - Settembre 2014 Direttore Editoriale Presidente della Federazione Amilcare Brugni Direttore Responsabile Vittorio Sabia [email protected] cell. 338.1797694 Via B. Marcello, 7 - 31044 Montebelluna (TV) Direzione Via Barberini, 36 - 00187 Roma tel. 06.5926341 - fax 06.5924527 e-mail: [email protected] www.maestrilavoro.it Comitato Editoriale Vicepresidenti Francesco Traina - Nord Rolando Ceccotti - Centro Vincenzo Esposito - Sud e Isole Testi di L. Busatto, A. Brugni, R. Ceccotti, M. Cigni, O. De Sanctis, A. Di Paolo, E. Farina, A. Gerardi, A. Lega, S. Manfredi, A. Mattiussi, G. Mazzaufo L. Migliore, G. Muoio, V. Sabia, U. Seclì e i collaboratori dei Consolati regionali e provinciali d’Italia. Segretario Generale Silvio Manfredi Tesoriere Augusto Passacantilli Per la pubblicità: Gstaff srl - Via B. Bruni, 116 Roma Tel. 06.33261554 - [email protected] Segretario del Consiglio Carla Capparelli Gli articoli firmati esprimono esclusivamente le opinioni degli estensori e non indicano in alcuna forma la linea socio-politica del Periodico Grafica e Stampa Gstaff srl - Roma - www.gstaff.it Chiuso in tipografia 15 Ottobre 2014 Periodico a diffusione interna Cav. Lav. Dott. Arch. Pietro Santarelli Da oltre cinquanta anni Pietro Santarelli, marchigiano di Ascoli Piceno, guida la costante espansione della Santarelli Costruzioni che dai comuni delle Marche raggiunge l’intero territorio nazionale. La Santarelli Costruzioni S.p.A. è la principale di un gruppo di società che opera su tutto il territorio nazionale e prevalentemente nella città di Roma. Svolge, in conto proprio, attività di general contractor, progettazione, costruzione, acquisizione, vendita e gestione di immobili ad uso residenziale, direzionale, commerciale e turistico-alberghiero. Un inarrestabile sviluppo che si è diversificato inoltre, nell’editoria, nella produzione cinematografica, nel settore del benessere e, attraverso la Inergia S.p.a., in quello energetico per la produzione e la fornitura di servizi. www.santarellispa.it www.inergia.it EDITORIALE MEMENTO per Tutti gli Associati Federazione Maestri del Lavoro d’Italia Ente Morale DPR 1625 del 14 Aprile 1956 Roma, 3 ottobre 2014 Ai Consoli Regionali Ai membri effettivi della CEC Roma, 3 ottobre 2014 Ai Consoli Regionali p.c.: Ai membri effettivi della CEC Ai Consoli Provinciali Ai Consiglieri Nazionali p.c.: Ai RevisoriAiNazionali dei Conti Consoli Provinciali Alla Commissione Statuto Regolamenti Ai Consiglieri Nazionali Al Tesoriere, al Segretario deldeiConsiglio, al Segretario Generale Ai Revisori Nazionali Conti Alla Commissione Statuto Regolamenti Al Tesoriere, al Segretario al Segretario Generale Oggetto: Regolamento Generale (art.del6 Consiglio, - introduzione deleghe) - Statuto (artt. 6 comma c e 19). Rendiamo noto a tutti gli interessati che nella seduta del Consiglio Nazionale, tenutosi a Roma il giorno 30 settembre c.a. sono stati deliberati su proposta della competente commissione per la riforma dello Statuto, dei ReOggetto: Regolamento Generale (art. 6 - introduzione deleghe) - Statuto (artt. 6 comma c e 19). golamenti e del Codice Etico (Amici, Di Grazia, Girasoli, Manfredi, Mazzucchelli, Pravisano e Vergani), i seguenti provvedimenti eRendiamo ciò doponoto approfondito esame echerelativo dibattito: a tutti gli interessati nella seduta del Consiglio Nazionale, tenutosi a Roma il L’introduzione delle deleghe nell’art. 6 del regolamento generale al fine di poter procedere dopo l’approvazione giorno 30 settembre c.a. sono stati deliberati su proposta della competente commissione per la riforma della delega, modifica di due articoli dello Statuto (artt. Di 6 sub lettera c, e 19). delloalla Statuto, dei Regolamenti e del Codice Etico (Amici, Grazia, Girasoli, Manfredi, Mazzucchelli, Pravisano e Vergani), provvedimenti ciò periodo dopo approfondito esame dibattito: Ciò premesso, i Consolii seguenti Regionali dovrannoenel 15 ottobre - 14e relativo novembre 2014 indire formalmente, nel L’introduzione deleghe nell’art. 6 del regolamento generale al fine di procedereaidopo rispetto delle norme in essere,delle le Assemblee regionali dei Consigli Provinciali perpoter sottoporre partecipanti la modil'approvazione della delega, allaper modifica di due articoliLe dello Statuto (artt. sub lettera c, e 19). fica (Regolamento Generale art. 6) l’approvazione. operazioni di 6voto dovranno essere seguite dalle rispettive Ciò premesso, i Consoli Regionali dovranno nel periodo 15 ottobre - 14 novembre 2014 indire Commissioni elettorali. formalmente, nel rispetto delle norme in essere, le Assemblee regionali dei Consigli Provinciali per I verbali dei risultati di voto dovranno essere inviati alla CEC ed alla Presidenza (dal 17 – 21 novembre) per le sottoporre ai partecipanti la modifica (Regolamento Generale art. 6) per l’approvazione. Le operazioni di successive incombenze. voto dovranno essere seguite dalle rispettive Commissioni elettorali. E’ il primoI passo per laessere riforma deialla dueCEC articoli dello Statuto(dal sopra verbali(introduzione dei risultati di delega) voto dovranno inviati ed alla Presidenza 17 citati. – 21 Auspichiamo la fattiva partecipazione di tutti, certi che saranno adottate sul territorio le iniziative più adeguate, novembre) per le successive incombenze. occorre la presenza e la collaborazione attiva degli E’ il primo passo (introduzione delega) per associati. la riforma dei due articoli dello Statuto sopra citati. Auspichiamo la fattiva partecipazione di delle tutti, certi che saranno adottate suluna territorio iniziative della nostra coe Abbiamo necessità di proseguire sulla strada riforme, dobbiamo dare provale tangibile adeguate, occorre la presenza e la collaborazione attiva degli associati. sione allapiù Federazione. Abbiamo necessità di proseguire ringraziamo sulla strada delle riforme, dobbiamo dare una prova Auguri di buon lavoro, con l’occasione i componenti del commissione pertangibile l’impegno e la costanza della nostra coesione alla Federazione. del lavoro profuso. Auguri di buon lavoro, con l'occasione ringraziamo i componenti del commissione per l'impegno e Amilcare Brugni la costanza del lavoro profuso. Amilcare Brugni All.: Flow 5 Regolamento Generale Modello riepilogo (fax simile) risultati Assemblee regionali Scheda di delega 00187 – ROMA - Via Barberini, 36; Tel. 06-5926341 – Fax 06-5924527; e-mail: [email protected]; www.maestrilavoro.it 4 IL MAGISTERO DEL LAVORO • n. 3 Settembre 2014 INTERVENTI Crisi economica e lavorativa del SUD. Problemi della Città di Taranto e fascino della sua storia antica. Dai cantieri Navali “F. Tosi - all’Italsider”: bisogna far presto perché si rischia la fuga da Taranto. Attraverso la mia esperienza di lavoro vi racconto i fermenti che si avvertivano negli anni ’60 che, come sappiamo, erano gli anni del boom economico. Lavoravo ai Cantieri Navali da 14 anni come impiegato amministrativo, quando ebbi il piacere di essere invitato ad un colloquio di lavoro dal capo sezione dell’ufficio personale dell’Italsider, in costruzione da pochi anni, per collaborare all’organizzazione dell’ufficio liquidazione paghe operai e stipendi impiegati dello Stabilimento Italsider di Taranto che accettai, perché questa era una azienda in continua evoluzione con possibilità di avanzamenti di carriera e con stipendi di gran lunga superiori alle altre aziende. La nascita del IV Centro Siderurgico a Taranto, il più grande d’Europa. Fino alla seconda metà dell’800, le attività lavorative di Taranto erano legate alle risorse del mare, alla pesca, ai carpentieri d’ascia che costruivano imbarcazioni per le attività marinare, alla coltivazione delle cozze conosciute in tutto il mondo per le sue caratteristiche organolettiche dovute alla unicità dei “citri” del mar piccolo che apportano una notevole quantità di acqua dolce sorgiva, proveniente da fiumi sotterranei, che conferiscono ai mitili un sapore unico e inconfondibile. Nel 1889, grazie alla posizione strategica sui due mari, Taranto fu scelta come sede della Base Navale Militare Nazionale con annesso Arsenale della Marina Militare. Nel 1911, nell’ambito della strategia militare, fu costruito il Cantiere Navale F. Tosi, conosciuto in tutto il mondo per i suoi operai specializzati e tecnici esperti nella costruzione di piccoli e grossi navi mercantili e navi e sommergibili da guerra. Con questa scelta da parte dello Stato, Taranto cominciò ad assumere una caratteristica industriale con una crescita professionale legata a queste nuove attività che si affiancarono alle attività storicamente legate al mare. In quegli anni la città cominciò ad ospitare numerosi Militari contribuendo ad una florida crescita commerciale. Con le due Guerre Mondiali ci fu una ulteriore richiesta di cantieristica navale con conseguente incremento dell’occupazione e una crescita professionale notevole degli addetti ai lavori. Subito dopo la seconda guerra mondiale, con il finire delle attività belliche, i Cantieri Navali, l’Arsenale Militare e le aziende dell’indotto che erano state impegnate alla costruzione e manutenzione di navi da guerra e sommergibili, cominciarono a licenziare per mancanza di commesse. Di conseguenza le piccole botteghe artigianali e le attività commerciali in genere, cominciarono a chiudere aggiungendo altri disoccupati ai già numerosi disoccupati dell’industria bellica ed ai reduci di guerra che, rientrando nelle proprie case, erano anch’essi alla ricerca di occupazione per cercare di ritornare a vivere una vita normale. Ai Cantieri Navali F. Tosi, ci furono alterni periodi di crisi occupazionale e riprese temporanee che lasciavano ben sperare fino al 1958, quando ad un inasprirsi della mancanza di commesse di navi da parte di altri Stati, ci furono ritardi di pagamento degli stipendi ed ulteriori licenziamenti. Nel Maggio del 1959 ci fu uno sciopero generale a cui parteciparono tutti gli operai, i tecnici, gli ingegneri, i dirigenti occupando le strade della città ed il ponte girevole. Purtroppo la società fallì nel marzo del 1960 con conseguente licenziamento di tutte le maestranze. In quel periodo l’Italia era alle prese con la ricostruzione post bellica e necessitava di molto acciaio, che IL MAGISTERO DEL LAVORO • n. 3 Settembre 2014 5 INTERVENTI sarebbe stata costretta ad importare in gran parte dall’estero se non fosse stata in grado di produrlo in proprio. Per questa ragione fu deciso di avviare la costruzione del IV centro siderurgico da installare in una località del Meridione che sarebbe servito anche a combattere la crisi occupazionale che attanagliava quell’area del Paese. Il Sindaco di Taranto ed alcuni politici locali si recarono a Roma presso il Governo al quale documentarono la situazione drammatica della nostra Città, facendo richiesta di dislocare il nascente stabilimento industriale a Taranto. Tutto questo rappresentò un grande sogno per i cittadini e per gli stessi politici. Anche questa volta la posizione strategica di Taranto con il suo grande porto naturale, la grande disponibilità di vaste aree retroportuali e la grande “fame” occupazionale fecero propendere la scelta sulla nostra città. Fu subito individuata l’area in cui poter realizzare l’impianto. Il luogo prescelto si presentò idoneo per la vicinanza al porto mercantile e al mar piccolo. La contiguità alla zona abitata del quartiere Tamburi fu considerata una ulteriore positività perché i futuri dipendenti del siderurgico non avrebbero dovuto fare molta strada per recarsi al lavoro. Con l’affidamento dei lavori alla società per la costruzione dello stabilimento, l’amministrazione “Italsider S.p.A.” a partecipazione Statale, avrebbe dovuto prevedere ed installare strumenti e mezzi tecnici per evitare l’inquinamento sulla città e salvaguardare la salute dei cittadini e dei lavoratori. Sicuramente si tenne conto delle conoscenze tecniche di quei tempi. Quando si cominciò a capire che lo spolverio dei minerali, non solo imbrattava le strade e i palazzi del vicino quartiere Tamburi, ma soprattutto veniva respirato dagli abitanti e dagli operai che vi lavoravano, causando gravi problemi respiratori e varie forme tumorali, si è capito che le conoscenze erano veramente poche e confuse. Uno dei rimedi illusori utilizzato negli anni 80/90, fu quello della costruzione di colline artificiali adornati di alberi e cespugli nella zona al confine tra il cimitero ed il quartiere Tamburi. L’altro sistema fu quello di innaffiare i parchi minerali con acqua e filmante per evitare lo spolverio, ma tutto questo è risultato vano anche se taluni continuano a sostenerne l’efficacia. In altri Stabilimenti esteri, simili a quello di Taranto, sono stati adottati sistemi molto più idonei. Per esempio la copertura dei parchi minerali. Dopo 52 anni una presa di coscienza e l’attenzione verso i problemi ambientali da parte della cittadinanza su segnalazione degli abitanti del quartiere Tamburi colpiti da malattie spesso con eventi mortali, hanno dato vita a comitati cittadini di protesta che hanno indotto l’intervento della Magistratura di Taranto. Tutto questo nel pieno silenzio di sindacati e politici locali. Ci auguriamo che tutto questo serva a rendere la fabbrica ecosostenibile e contestualmente salvare i posti di lavoro, ma la speranza è di assistere in breve tempo ad una rinnovata ripresa delle attività produttive e la disponibilità di nuovi posti di lavoro. Le varie leggi Salva - ILVA di recente emanazione e l’ultima AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale), anche se ancora non completamente esaustive di come risolvere radicalmente il dualismo tra SALUTE e LAVORO, rappresentano al momento l’inizio di una nuova era, consapevoli che non si deve morire per il lavoro. Taranto auspica di tornare ai fasti di un tempo, quando la città aveva come fiore all’occhiello la mitilicoltura e le maestranze che hanno dato lustro nel campo della meccanica e delle costruzioni navali. MdL Oreste De Sanctis Luci sul Lavoro Un seminario di studi tenuto a Montepulciano per esprimersi, confrontarsi e condividere 6 IL MAGISTERO DEL LAVORO • n. 3 Settembre 2014 Ci sono eventi che arrivano in poco tempo ad avere notorietà pur rimanendo un evento di nicchia. E’ il caso di “Luci sul Lavoro”, con il sottotitolo Immagini, Musica e Parole, che per il terzo anno consecutivo Italia Lavoro ha organizzato nella cittadina toscana di MONTEPULCIANO, che ha dato i natali ad Angelo Ambrogini, detto il Poliziano ed é nota per la produzione di uno dei più famosi vini rossi: il INTERVENTI Nobile di Montepulciano. Il tutto si è tenuto nella Fortezza di Montepulciano con l’organizzazione e la promozione del Comune di Montepulciano, dell’Istituto Europeo di Documentazione e Studi Sociali, di Italia lavoro. Luci sul Lavoro, come il titolo fa intuire, vuole “accendere la luce sul lavoro” fornendo ai vari protagonisti la possibilità di Esprimersi, Confrontarsi e di Condividere le loro esperienze. Padrone di casa, il dottor Paolo Reboani, Presidente e Amministratore Delegato di Italia Lavoro. E stato preparato un resoconto che, con alcuni flash, sia in grado di far capire quale sia l’importanza di questa realtà. Quest’anno, infatti, a seguito dell’accordo stipulato fra la Federazione Maestri del Lavoro e Italia Lavoro, la Federazione ha ricevuto l’invito a partecipare con: Amilcare Brugni, Vincenzo Esposito, Alessandro Lega. La delegazione della Federazione ha avuto modo di incontrare e conoscere molti personaggi del mondo della Scuola, del Lavoro e del mondo associativo che si occupa della materia. L’apertura dell’evento, avvenuta con un workshop, ha fatto immediatamente comprendere che i tre giorni sarebbero stati ben spesi. L’intervento del dottor Mauro Tingali, Coordinatore di Gestione di Italia Lavoro ha delineato una traccia ben chiara. La relatrice successiva, la dottoressa Anna Grimaldi, Responsabile Area politiche per l’Orientamento di ISFOL, ha messo in evidenza l’importanza del Sistema informativo delle Professioni, dell’Occupazione e dei Fabbisogni. L’ing Agostino Petrangeli, di Italia Lavoro, ha sottolineato il legame fra quanto il programma FIxO S&U ha sviluppato negli ultimi anni e ciò che il nuovo programma Garanzia Giovani sta sviluppando. E’ seguita una prima tavola rotonda, con due testimonianze Europee, oltre a quotati rappresentanti del mondo del lavoro Italiano. La rappresentante Francese, Aurélie Badard, Chargée de Mission école-entreprise Académie Lyon (Francia), ha esposto come il percorso scolastico di uno studente Francese venga seguito da una struttura dedicata ad individuare il percorso formativo più adeguato per le sue attitudini, allo scopo di costruire le competenze più attinenti alle sue caratteristiche. L’intervento successivo, da parte di Klaus Poelke, Responsabile Reti Formative Regionali, Distretto governativo di Arnsberg (Germania) ha ben descritto il sistema scolastico duale tedesco che è in atto già dagli ’80. Tutto ciò combinato con un ben strutturato sistema di orientamento scolastico che inizia già negli ultimi anni delle primarie. La tavola rotonda ha poi visto avvicendarsi tre relatori Italiani, Pietro Boschi; Riccardo Giovani, e Francesco Mantovani (MdL), quest’ultimo, ha parlato ampiamente di come gli Istituti Tecnici Superiori stiano contribuendo a colmare la carenza di competenze al termine del ciclo scolastico delle Secondarie di 2° grado. Fin dalla mattinata del primo giorno si sono aperti i laboratori di tredici Botteghe di Mestiere, dedicati all’Apprendistato e Mestieri a Vocazione Artigianale (AMVA). Una realtà che ha visto riuniti artigiani del mondo sartoriale, della moda, delle calzature di alta classe, della lavorazione del legno, dell’attività conciaria, dell’alta pasticceria, del restauro, eccetera. Quasi una mostra dell’Artigianato all’interno della manifestazione. Non meno significativo il mini convegno sulle attività artigianali animato da Laila Bauleo, Marianna D’Angelo, Stefano Di Niola, coordinato da Domenico Bova. C’è stata poi l’inaugurazione ufficiale di Luci sul Lavoro con un dibattito aperto dal Sindaco del Comune di Montepulciano, Andrea Rossi, seguito da Paolo Pennesi, Gianni Arrighi, Simone Bezzini, Enrico Limardo ed infine il Presidente di Italia Lavoro Paolo Reboani. Ne è uscito un quadro complesso in cui le politiche attive messe in atto a sostegno del lavoro giovanile non riescono ancora ad abbattere le difficoltà che scelte fatte nel passato hanno creato nel mondo del lavoro. E’ stato anche ribadito che nel nostro Paese le difficoltà risalgono a ben prima dell’inizio del ciclo negativo della crisi economica. Per questo motivo servono iniziative in grado di recuperare lo stato di ritardo in cui il lavoro, in particolare quello giovanile, attualmente si trova. IL MAGISTERO DEL LAVORO • n. 3 Settembre 2014 7 INTERVENTI La prima giornata del convegno è continuata con due workshop, con temi molto diversi fra di loro. Il primo, moderato da Antonio Perdichizzi, ha visto a confronto i principali Thinkers dell’imprenditoria giovanile, facendo luce su un importante alternativa al lavoro dipendente. Il secondo ha dibattuto sulle azioni a sostegno del Welfare aziendale, con al centro le problematiche del lavoro femminile, un incontro, moderato dal Consigliere CNEL Giuseppe Acocella e con la partecipazione di Massimo Cassano, Marianna D’Angelo, Aviana Bulgarelli, Severino Nappi, Guido Lazzarelli, Antonio Iodice, Luca Visentini, David Natali. Il dibattito ha messo in evidenza ciò che il titolo: Politiche del Lavoro, giovani e Fondi Strutturali Europei, faceva intravedere. L’importanza che il programma Garanzia Giovani, con i suoi 1,5 miliardi di Euro di finanziamento Europeo, rappresenta per l’Italia e come questo possa essere di sostegno alle politiche messe in campo per l’aumento della occupazione dei giovani fra i 16 e i 24 anni, arrivando ad includere anche quelli fra i 25 e i 29 anni, grazie a fondi aggiuntivi di provenienza nazionale. Le tre parole chiave della prima giornata sono state: Orientamento (scolastico e professionale), Alternanza Scuola Lavoro (sistema duale), Competenze (cognitive e professionali). Il tutto in una prospettiva del programma Garanzia Giovani. La prima serata si è conclusa con tre momenti di intrattenimento che si sono tenuti nel Chiostro della Fortezza. Il secondo giorno si è aperto con un Convegno su Politiche industriali e politiche del lavoro. Moderatore Raffaele Morese, e con la partecipazione di: Teresa Bellanova, Giorgio Santini, Salvatore Pirrone, Andrea Bianchi, Vincenzo Silvestri, Salvatore Illiano, Rosanna Pugnalini, Riccardo Giovani, Marco Bentivogli. Il dibattito che ne è scaturito è stato caratterizzato dalla prolusione fatta dal moderatore che ha sottolineato che il programma Garanzia Giovani deve essere visto certamente come un’opportunità ma anche come un possibile rischio di débâcle. il discorso politico ha preso campo, confermando che la crisi occupazionale dei giovani proviene da ben prima dell’attuale crisi congiunturale e che risente del rinvio di decisioni politiche nella scelta degli indirizzi formativi, non sempre in grado di seguire le effettive necessità del mercato. Alcune esperienze consolidate da parte della Regione Toscana, come messo in 8 IL MAGISTERO DEL LAVORO • n. 3 Settembre 2014 evidenza da Rosanna Pugnalini fanno ben sperare. Comunque, il Responsabile delle Politiche Industriali di Confindustria (Andrea Bianchi) ha fatto presente che qualsiasi ripresa dell’economia Italiana richiede il sostegno politico al sistema produttivo, sia sul fronte degli incentivi all’occupazione che su quello tributario. Tutti i relatori si sono dichiarati convinti che Garanzia Giovani sia un’occasione da non perdere ma che da solo potrebbe essere un programma non sufficiente per contrastare la disoccupazione giovanile. Nel secondo giorno, si sono tenuti tre workshop dai titoli molto significativi: •Dalla identificazione alla certificazione delle competenze con un panel composto da consulenti del Lavoro, esperti nella gestione del Personale, amministratori pubblici e addetti alla formazione professionale. •L’impatto dell’immigrazione sul mercato del lavoro Italiano: metodologie e strumenti. Con la conduzione di Natale Forlani, Direttore Generale dell’Immigrazione e delle Politiche di integrazione del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. Significativo il modello di previsione del fabbisogno di manodopera straniera in Italia presentato dal prof Paolo Feltrin, dell’Università degli Studi di Trieste. Hanno fatto seguito una serie di testimonianze provenienti dalle varie regioni Italiane. • La transizione scuola-lavoro: come rendere sostenibile il servizio di placement nella didattica della scuola, ha visto come protagonisti alcune realtà Toscane che hanno maturato esperienze nell’area del programma FIxO S&U, gestito da Italia Lavoro. Il convegno del pomeriggio del secondo giorno con il suo titolo: L’innovazione entra nell’impresa: cambiano i processi e si sviluppano nuovi mestieri, ha visto il moderatore Gianni Dominici, Direttore Generale di Forum PA, si sono succeduti Luigi Dallai, Giuseppe Tripaldi, Riccardo Giovani, Stefano Scaramelli, Emma Pietrafesa, Maurizio Decastri, Mario Raffa, Tiziana Ragni, Alex Giordano. I vari relatori hanno contribuito a far emergere la necessità di innovare per far crescere la competitività del nostro Paese concludendo che alla base dell’innovazione va posta la ricerca scientifica e la disponibilità delle necessarie competenze. I tre workshop del pomeriggio del secondo giorno hanno contribuito nel far crescere l’intimo collegamento fra il mondo della Scuola, il mondo del Lavoro e la Politica. Il primo workshop dal titolo FSE, INTERVENTI dialogo sociale e politiche attive del lavoro: valutazione e prospettive, il secondo Avvicinare l’Europa ai cittadini: chiarezza e trasparenza normativa, tecniche di drafting e il terzo L’inserimento lavorativo dei giovani laureati e dottori di ricerca: dal progetto FIxO alla Garanzia Giovani hanno visto succedersi importanti relatori che hanno portato interessanti contributi. Le tre parole chiave della seconda giornata sono state: Politica (del Lavoro), Garanzia Giovani, Innovazione. Il secondo giorno si è concluso con uno spettacolo teatrale che si è tenuto nel Chiostro della Fortezza. Per l’ultimo giorno dell’evento è stata invitata la giornalista Debora Rosciani in qualità di moderatrice. Il convegno mattutino, dal titolo Lavoro, ambiente e territorio ha visto tutti i relatori unanimi nell’affermare che lavoro ambiente e territorio devono convivere e svilupparsi in modo armonico. Tiziano Scarpelli, Andrea Olivero, hanno concordato con Andrea Natalini, quanto sia importante garantire una crescita compatibile con l’ambiente ed il territorio. Hanno quindi esaltato l’importanza della Green Economy. La moderatrice. è riuscita a far emergere le problematiche delle politiche dei servizi per il Lavoro, che sono state esposte da Grazia Strano e Filippo Callipo. Particolarmente attivi sono stati Daniela Rondinelli, Stefano Di Niola, Alessio Gramolati ed infine Agostino Riitano. Contestualmente si è tenuto il workshop Il ruolo del terzo settore nelle politiche attive del lavoro, diviso in tre parti: Le esperienze delle Botteghe di Mestiere, Costruire il Lavoro, Welfare Generativo. Nel corso della manifestazione la delegazione dei Maestri del Lavoro ha avuto la possibilità di scambiare alcune idee con il Presidente di Italia Lavoro, Paolo Reboani. La conversazione ha permesso di fare considerazioni sui vari problemi comuni sul tappeto. Nel ringraziare per l’invito alla terza edizione di Luci sul Lavoro, il Presidente Amilcare Brugni ha voluto sottolineare il lavoro che i MdL svolgono a favore della Scuola. Nel pomeriggio i partecipanti si sono trasferiti al teatro Poliziano dove si è tenuto l’incontro di chiusura dell’evento. Sul palco sono saliti nomi di rilievo che, moderati dalla brava Debora Rosciani, hanno dato vita ad un acceso dibattito. Il primo ad essere intervistato è stato Paolo Reboani che ha fatto un rapido riepilogo dei tre giorni di Luci sul Lavoro, dando appuntamento al prossimo anno. E stato poi il turno di David Sassoli, neo Vicepresidente del Parlamento Europeo che ha voluto mettere in evidenza il ruolo dell’Europa anche per le politiche del Lavoro in Italia. Lo ha seguito Santo Versace, ex parlamentare e imprenditore nel mondo della moda. Ne è nato un vivace dibattito, con alcuni momenti di non completo accordo fra il politico e l’ex politico. E’ seguita una testimonianza del complesso musicale Baustelle, i cui componenti hanno poi chiuso la serata con un loro concerto in piazza. Sul palco, per concludere il pomeriggio, due imprenditori del mondo alimentare: Filippo Callipo e Nicola Fiasconaro, famoso per il suo panettone made in Sicily. In effetti durante il dibattito finale si è parlato più di politica nazionale che di Garanzia Giovani, nonostante i vari tentativi fatti dalla moderatrice per riportare il dibattito all’argomento principale. Infine, prima di chiudere ufficialmente l’evento, è avvenuta la premiazione della migliore tesi in Diritto del Lavoro, premio intitolato a Massimo D’Antona, consegnato dalla moglie Olga D’Antona. Il premio è stato assegnato ad una studentessa dell’Università Cattolica di Milano, la dottoressa Diletta Carretta. Una semplice riflessione, in uno degli stand espositivi dalla Provincia Autonoma di Trento, dove erano esposti prodotti artigianali, c’erano dei gadget. Uno fra tutti ha attirato l’attenzione di molti, compresi i MdL presenti. Si trattava di un segnalibro che riporta su un lato le varie tipologie di artigianato rappresentato e sull’altro una frase, molto semplice, attribuita alla soprano Renata Scotto, che dice: Se hai imparato qualcosa, è tuo dovere insegnarlo. Poche parole che racchiudono il significato più profondo per chi voglia essere di aiuto ai giovani. MdL Alessandro Lega IL MAGISTERO DEL LAVORO • n. 3 Settembre 2014 9 INTERVENTI Per rilanciare l’economia taglio tasse a chi, poi, spende Già pubblicato da Avvenire il 3 settembre 2014 Occorrono più soldi nei portafogli dei cittadini per aumentare i consumi e quindi le produzioni rilanciando così l’economia. Bella scoperta, ma come? E’ opinione comune che per smuovere questa situazione stagnante occorrerebbe tagliare le tasse perché la Spending Review non basta. Ma questo comporterebbe un consistente minor gettito e lo Stato non disporrebbe più delle risorse necessarie per i costi di funzionamento del nostro sistema con forti implicazioni riduttive del Welfare. Insomma siamo in un cul del sac e per uscirne occorre immaginare qualche cosa di nuovo. Tipo? Occorre una Tax Review. Se la preoccupazione di un forte taglio delle tasse deriva dalle minori –certe- entrate erariali a fronte di maggiori ma –incerte- entrate derivanti dalla ripresa dei consumi, occorre quindi vincolare la riduzione ERRATA CORRIGE della pressione fiscale a consumi certi. Ovvero si potrebbero ridurre consistentemente alcune aliquote Irpef vincolando i beneficiari ad usufruire di questi soldi per acquistare beni e servizi soggetti all’IVA. Donde questa maggiore liquidità consentirebbe ai cittadini di avere più capacità di spesa rilanciando i consumi, la produttività e l’occupazione; soldi che quindi tornerebbero in tempi brevi all’erario compensando il minor gettito della tassazione diretta. Una riduzione fiscale vincolata e finalizzata alla spesa. Per conseguire un equilibrio tra gettito erariale diretto ed indiretto occorre che la ragioneria generale faccia un po’ di calcoli tra la riduzione delle aliquote Irpef e le entrate Iva. Con quale meccanismo si potrebbe effettuare e accertare questo vincolo ? Nella dichiarazione dei redditi il contribuente beneficiario della riduzione dovrebbe attestare le pari spese sostenute allegando documentazione altrimenti perderebbe il beneficio. Un meccanismo analogo si potrebbe ipotizzare per le imprese, ovvero a fronte di un significativo taglio fiscale dovrebbero reinvestire in nuove strumentazioni e assunzioni perché nuovi occupati vogliono anche dire nuove entrate erariali per lo Stato oltre che contribuire ad alimentare i fondi pensionistici. Può funzionare? E’ possibile perché è la stessa logica e dei famosi “80 euro mensili in più”, salvo che con questa ipotesi si potrebbero consentire cifre maggiori almeno intorno ai 2.000 euro annui. Lo stesso ministro Padoan ha invitato i cittadini a spendere gli 80 euro proprio per consentire il rilancio dei consumi. E’ un meccanismo che farebbe girare la moneta in un modo diverso senza penalizzare le entrate erariali producendo però il rilancio dei consumi. Un volano finanziario per contribuire a uscire dal corto circuito che ci imprigiona e deprime. MdL Alberto Mattioli Ci viene segnalato dal Mdl Carlo Castiglioni alcune anomalie relative all’articolo “Maestri del Lavoro e Scuola” pubblicato sul numero 2 a pagg. 34 e 35: 1. Quanto appare sulle prime tre righe, sino a “pia” non è parte del mio testo 2. Nel capoverso “La parte introduttiva”, manca “in” tra entri e un’altra, alla quarta riga 3. Nel capoverso “La raccolta del consiglio”, “mondo” invece di “modo”, alla quarta riga 4. La fotografia non riporta la didascalia, segnalata con la mail accompagnatoria “Il premiato Samuele con Rina e Carlo” 5. Alla firma, manca la qualificazione di membro della Commissione Nazionale Scuola-Lavoro-Sicurezza, come concordato con il coordinatore della stessa e segnalato con mail. Spiacenti dei refusi. La redazione 10 IL MAGISTERO DEL LAVORO • n. 3 Settembre 2014 CURIOSITÀ Bancomat: in Italia ce ne sono oltre 44 milioni Una nuova legge stabilisce che anche gli idraulici, i tabaccai, gli avvocati... e i ristoratori sono obbligati ad accettarlo La nuova norma che fa obbligo di accettare il Bancomat è entrata in vigore dal 30 giugno scorso. Ma nessuno è in grado di stabilire se gli idraulici, gli avvocati, i tabaccai, i dentisti, i ristoratori, insomma tutti quelli che prestano un servizio, si sono muniti dell’apposita macchinetta che si chiama “pos” che vuol dire “punto di vendita”. Il motivo è semplice, la legge che dispone dell’obbligo di accettare il Bancomat, non prevede, per chi si rifiuta, alcuna sanzione. Quindi… campa cavallo. Nel nostro paese sono in funzione 44,22 milioni di Bancomat (in pratica uno per ogni adulto), in effetti sono in molti a possederne e usarne due o più di due. In Europa, ogni cittadino dell’eurozona, effettua 194 pagamenti l’anno per via elettronica (anche con la carta di credito), in Italia ogni cittadino ne effettua, mediamente, appena 74. Il costo di una “pos” è in media di 115 euro. Si dice che l’inventore del Bancomat sia stato John Shepherd-Barron, (morto nel 2010) Presidente della Security Express, un’azienda che si occupava di trasporto di danaro. Era solito prelevare il danaro di Sabato (prima erano aperte anche in questo giorno), ma arrivò con qualche minuto di ritardo e trovò gli uffici chiusi. Nacque da questo episodio l’idea di avere per sé e per gli altri, il danaro sempre a disposizione attraverso un meccanismo di distribuzione automatica. Il Direttore della Bardays Bank, che aveva una forte presenza in tutto il Regno Unito, gli commissionò i primi sei sportelli per la distribuzione diretta del danaro. Il primo Bancomat, costruito dalla Società De La Rue (che fabbricava banconote) fu installato nel sobborgo londinese di Enfield il 27 giugno del 1967. Fu un attore, Reg Varney il primo cliente della nuova macchina. Per prelevare occorreva inserire in una fessura un assegno che era impregnato di carbonio – 14 e con un prelievo si potevano ritirare fino a 10 sterline. Poi furono inventate le tessere in plastica con banda magnetica che oggi utilizziamo tutti. Sempre nel Regno Unito dopo un lungo studio sulla materia, è stato stabilito che gli sportelli Bancomat sono sporchi quanto o addirittura più dei bagni pubblici. Specie quelli sistemati in un locale attiguo all’Isituto di Credito sono ricchi di batteri, che possono provocare anche infezioini e, qualcuno, dopo aver prelevato, fa anche la pipì. Oggi si accede agli sportelli Bancomat anche all’esterno delle Banche e l’igiene è più rispettata. La paternità dell’invenzione del Bancomat è contesa. Luther George Smijan, un americano di origine turco-armene, nel 1939 progettò e installò a New York una macchina simile al Bancomat. Ma veniva utilizzata quasi esclusivamente da biscazzieri, prostitute e gente che aveva conti in sospeso con la giustizia, sicché l’esperimento fallì. Tra i possibili inventori vi è anche Don Wetzel che registrò un brevetto nel 1973, ma uno dei suoi primi modelli, durante un temporale si riempì completamente di acqua, e il progetto fu abbandonato. In Italia il primo sportello Bancomat fu aperto nel 1976 dalla Cassa di Risparmio di Ferrara. vis IL MAGISTERO DEL LAVORO • n. 3 Settembre 2014 11 ARGOMENTI Il lato oscuro della tassazione delle rendite finanziarie e la politica sulle pensioni Le linee programmatiche del governo Renzi sono state improntate, tra l‘altro, anche ad una serie di restrizioni, come se non avessimo già tanto sofferto per l’austerity imposta dalla troika europea. Intendo riferirmi, in particolare, alla tassazione delle rendite finanziarie e all’intenzione di mettere le mani nelle tasche dei pensionati. La tassazione delle rendite finanziarie. Uno dei primi provvedimenti proposti dal governo per abbassare il costo del lavoro, è stata la decisione di innalzare dal 20 al 26 per cento la tassazione sulle rendite finanziarie, a partire dal 1°luglio 2014, giustificandola col fatto che “l’Italia ha la tassazione sul lavoro più alta in Europa ed una tassazione sulle rendite finanziarie tra le più basse”. Sulla teoria dell’inasprimento della tassazione delle rendite finanziarie è stata messa in atto una campagna mediatica, ripetuta in ogni occasione come un mantra, per convincere l’opinione pubblica della necessità di tale decisione giustificandola come una forma di equità sociale. In ciò il Presidente Renzi è stato affiancato anche da un suo amico-consigliere nonché finanziere, fondatore ed amministratore delegato del Fondo di investimento “Algebris Investments Ltd.”, che Wikipedia definisce “speculativo”, con sede a Londra, dove ha la residenza fiscale. Il finanziere in questione è altresì titolare di una società di servizi collegata, cioè la “Algebris Investments (Cayman) Ltd.” con sede alle Isole Cayman, (riconosciuto e intoccabile paradiso fiscale, cioè luogo che non spicca per trasparenza), che realizza un’ottima redditività. In merito alla decisione di voler aumentare la tassazione delle rendite finanziarie, ricordo quello che ci hanno insegnato a scuola, e cioé che il risparmio è sacro, non nasce dal nulla, e mi riferisco a quello economizzato dalle famiglie, che è ben diverso da quello che proviene dalle grandi fortune e dagli ingenti capitali gestiti dagli speculatori che fanno il bello e il cattivo tempo in Borsa a seconda delle loro scelte gestionali, a scapito dei piccoli risparmiatori. Non sono uno sprovveduto sia per una specifica competenza professionale e sia perché sono passato, come si dice dalle mie parti, tra la “Bocconi” e la “Federico II°”, e da ultimo per l’Istituto Superiore di Imprese. Occorre quindi precisare che il capitale finanziario della famiglia, essendo frutto del risparmio e provenendo da reddito da lavoro, è stato già tassato al momento della sua formazione, cioè è stato tosato dall’Irpef (imposta sul reddito delle persone fisiche) nella misura che 12 IL MAGISTERO DEL LAVORO • n. 3 Settembre 2014 può toccare anche il 43 per cento, a seconda dello scaglione di reddito a cui si è sottoposti ai fini di tale imposta. C’è dunque risparmio e risparmio e ci sono ragioni diverse per cui si risparmia, e ci sono risparmiatori “buoni” e risparmiatori “cattivi” che son quelli che giostrando con rilevanti capitali ottengono rendite da operazioni speculative che, tra l’altro, sono causa di turbamento dei mercati finanziari. E questi ultimi, essendo quasi sempre azionisti cosiddetti “qualificati”in quanto portatori di una certa quantità di azioni, per ironia della sorte godono di agevolazioni sulla tassazione attraverso un complesso meccanismo previsto dalle norme tributarie. Riepilogando: le rendite finanziarie sono attualmente tassate al 20 per cento mentre il governo ne ha deciso l’innalzamento al 26 per cento; a ciò bisogna aggiungere che il risparmiatore è assoggettato già ad un’imposta patrimoniale (detta anche imposta di bollo) sul possesso dei prodotti finanziari che fu introdotta dal governo Monti, nonché alla Tobin tax, anch’essa voluta dal governo Monti, sugli acquisti degli stessi prodotti. Ma la tassazione attuale non finisce qui perché qualora il piccolo risparmiatore decidesse di vendere le azioni, obbligazioni ed altro e dalla vendita degli stessi realizzasse un utile (detto capital gain) quale differenza tra il prezzo d’acquisto e quello di vendita, anche tale utile è soggetto oggi alla tassa del 20 per cento, che domani sarà elevata al 26 per cento come deciso dal governo. A tutto ciò debbo precisare che gli interessi su obbligazioni e i dividendi azionari rivengono in effetti da utili aziendali sui quali la stessa società ha già pagato oltre il 40 per cento fra Ires e Irap. E non è escluso che il risparmiatore, che abbia investito in tali prodotti finanziari, corra il rischio di perdere anche il capitale in caso di default della società emittente, come talvolta capita. In parole povere, il piccolo risparmiatore che ha la disavventura di investire i suoi risparmi in prodotti diversi dai Titoli di Stato viene messo in croce dalla fiscalità che può arrivare anche al 60 per cento. E oggi più che mai è utile ricordare il principio espresso da Luigi Einaudi per cui è stato dimostrato che il risparmio deve essere escluso dall’imposta sotto pena di duplicazione. E’ importante anche fare un po’ di conti sui dirigenti sindacali, che beneficiano di uno stipendio mensile di ben 3800 euro in aggiunta a indennità varie quali–diarie-missioni benefits e gettoni di presenza per incarichi svolti presso vari organismi, nonché su quello che succede in casa loro, che non pagano ARGOMENTI tasse sulle migliaia di proprietà immobiliari che posseggono (5000 della Cisl, 3000 della Cgil, molti altri dell’Uil e dell’Ugl ), che i loro bilanci non vengono certificati e non sono trasparenti, che incassano contributi sindacali di circa un miliardo all’anno, che i CAF da loro gestiti hanno incassato nel 2013 contributi statali di oltre 600 milioni per l’attività svolta, così come i Patronati. Premesso, quindi, che il risparmio è la quota di reddito delle famiglie che non viene spesa nel periodo in cui il reddito è incassato, ma è accantonato per bisogni futuri, esso viene considerato da alcuni politici una sorta di serbatoio dal quale attingere senza considerare il suo valore sociale, ed è punito anziché incoraggiato come prevede la nostra Costituzione. Mi pare, quindi, contradditorio ridurre il cuneo fiscale e nello stesso tempo alzare un altro tipo di tassazione che colpisce pur sempre le famiglie. Le mani sulle pensioni. Tra un alternarsi di smentite ed affermazioni, è stato più volte dichiarato che è necessario reperire altre risorse anche con interventi sulle pensioni, per cui ancora una volta i pensionati corrono il rischio di essere usati come il “bancomat” per la “spending review”. In questa sede è il caso di sottolineare che da anni i governi che si sono succeduti non hanno concesso a tutti i pensionati l’adeguamento delle pensioni al tasso di inflazione programmata, provvedimento anticostituzionale ed immorale perché il costo della vita lo subiscono tutti. Così, anno dopo anno le pensioni si sono notevolmente svalutate nei sei anni dal 2008 al 2013 come di seguito indicato (fonte: SENATUS dell’UPBN): - pensione mensile lorda di € 1405: perequazione lorda non pagata nei 6 anni pari a € 1651 - “ “ “ “ € 2000: “ “ “ “ € 2284; - “ “ “ “ € 3000: “ “ “ “ € 3189; - “ “ “ “ € 4000: “ “ “ “ € 8900; - “ “ “ “ € 5000: “ “ “ “ € 10795. Il piano predisposto dal Commissario Cottarelli prevede, tra l’altro, una rilevante sforbiciata sulle pensioni, e da parte governativa è stato più volte sottolineato che interventi sono previsti anche per le pensioni da 2 a 5mila euro lordi, che al netto delle tasse si riducono alla metà circa. Tanto premesso e considerato che i pensionati hanno già pagato un alto contributo, non mi sembra lecito che la categoria venga ulteriormente tartassata. A tale proposito è stato molto opportuno il recente richiamo del Presidente Napolitano, che ha bocciato senza mezzi termini quanto fatto in materia di “spending review”, richiamando il governo alla realtà e tirando in ballo anche l’operato del sig. Cottarelli. In sintesi, il Presidente ha ribadito “che sono stati programmati tagli assolutamente immotivati, che quindi non richiedono questa motivazione, tagli basati su parametri e percentuali indipendentemente da quello che sta dietro ai numeri, e che la revisione della spesa non deve assolutamente avere carattere punitivo”. Eloquente, a tale proposito, anche il pensiero del Governatore della Banca d’Italia il quale ha affermato che “il risanamento si deve ottenere con la crescita e senza manovre aggiuntive”. Considerato che la pensione, specialmente quella maturata dopo 40 anni di duro lavoro con il sudore della fronte è sacrosanta, non è più giusto, anche per motivi di quella equità sociale che tanto si va decandando, tagliare la spesa pubblica, attaccando da subito – e non a babbo morto - lo spreco del pubblico denaro e la politica del malaffare? Allora, per abbattere tale spreco, mi sembra più opportuno in nome della già ripetuta equità sociale agire attraverso: 1)abolizione totale ad horas del finanziamento pubblico in tutte le sue forme ai partiti politici, senza attendere il 2017 come è stato programmato da una legge; 2)- abolizione dei vitalizi ai parlamentari concessi già al compimento di una legislatura (5 anni), operando in modo che il diritto al vitalizio segua le stesse regole del diritto alla pensione a favore dei lavoratori; 3)- riduzione del 50 per cento degli stipendi-rimborsi spese ed altri benefits dei parlamentari e consiglieri regionali; 4)-ritiro delle missioni militari all’estero che ci costano miliardi (ricordo che sono oltre 5mila i militari impegnati e che il solo intervento in Libia per cacciare Gheddafi ci costò oltre 700 milioni di euro); 5)- dismissione di parte del patrimonio immobiliare pubblico; 6)-abolizione degli enti inutili (se ne contano migliaia); 7)- accorpamento dei piccoli comuni; 8)-massiccio ridimensionamento delle auto blu; se ne contano più di 60.000, tante quante ne hanno gli Stati Uniti la cui popolazione supera i 350milioni; 9)- riduzione del 50% del numero dei deputati ed abolizione del Senato; 10)- ridimensionamento delle “scorte” per recuperare risorse umane e finanziarie, come quella da anni assicurata al miliardario Roberto Saviano sul quale vigila -giorno e notte- una squadra, a quanto si dice, di otto uomini; 11)- eliminazione delle consulenze esterne, in modo da affidare tali incarichi solo ed esclusivamente a dirigenti della Pubblica Amministrazione a seconda della loro specifica competenza e senza ulteriori compensi oltre lo stipendio di cui godono; 12)- chiusura delle rappresentanze regionali all’estero; 13)- sottoporre a tassazione gli immobili dei sindacati. Come si vede il “giardinetto” è vasto; occorre avere la forza di non scendere a compromessi per creare le premesse per un concreto risanamento finanziario. MdL Giacomo Muoio IL MAGISTERO DEL LAVORO • n. 3 Settembre 2014 13 ARGOMENTI Arti e mestieri - Fornaio e pane ‘u furnare e ‘u pane Alla sua nascita concorrono la terra che genera il grano, l’acqua che impasta la farina, il lievito e l’aria che favorisce la fermentazione, il fuoco che cuoce. Il pane è una cosa così buona che è stata presa come archetipo della bontà, infatti, diciamo: è buono come il pane; nessuno dice è buono come la salsiccia. Oltre a ringraziare il cielo per il pane quotidiano, dovremmo ringraziare le decine di fornai che, mentre noi dormiamo, si alzano nel cuore della notte per cuocerlo. Fare il pane è semplice, è da tutti; farlo bene è arte di pochissimi. La produzione del pane è così variegata per la molteplicità dei prodotti che vengono commercializzati sotto l’unica voce ‘pane’, che si può senz’altro dire che si produce ‘un pane per ogni campana’ che si suona nel paese. Dal pane più semplice, fatto con farina, acqua, sale e lievito a quello che vede l’aggiunta di grassi, oppure altre farine come mais, orzo, riso, noci, ecc.; da questa diversificazione di ingredienti nasce la scelta della farina che dovrà avere caratteristiche differenti secondo il tipo di pane che si vuole produrre. Le caratteristiche delle miscele dei grani impiegati nella preparazione, risentono del processo di molitura o della macinazione, che consiste nel separare quanto più è possibile la crusca dalla parte farinosa. L’arte del panettiere sta proprio nel saper scegliere la farina adatta per ogni tipo di panificazione. Come avviene la lievitazione del pane è cosa semplicissima da spiegare: preparato l’impasto, lo si lascia riposare ed è durante l’apparente riposo che si scatena l’azione del lievito. Ogni grammo del lievito contiene da tre a cinque miliardi di cellule che si nutrono con l’azoto e il fosforo della farina e si riproducono per divisione. 14 IL MAGISTERO DEL LAVORO • n. 3 Settembre 2014 Aggrediti dal lievito, gli zuccheri dell’impasto si trasformano in anidride carbonica, gas che scava gli alveoli della mollica rendendola spugnosa e in alcool, che si caramellizza sulla crosta. Importantissima è l’acqua: per ottenere un buon pane occorre soprattutto una buona acqua. È qualcosa di magico pensare come da un appiccicatissimo impasto che si fa fatica a staccare dalle mani, venga poi fuori un importantissimo complemento a quanto mangiamo: è versatile, disponibile, assume il sapore del cibo che stiamo mangiando, è generoso perché anche da solo calma gli stimoli della fame. Il pane ha l’ineguagliabile profumo di qualcosa che ha sempre rappresentato per ogni popolazione: non solo la sopravvivenza ma una vera tradizione e cultura. Un po’ di anni fa le famiglie usavano fare il pane in casa con la farina di grano oppure di granone e grano. La nonna faceva il pane con l’impasto classico: farina, acqua, sale, patate bollite e schiacciate nella loro acqua di cottura e il lievito. Il lievito si riproduceva da un pezzo di pasta della precedente preparazione che si metteva dentro una nzalaterella di terracotta, si lasciava riposare e prendere l’acidità sotto un piatto rovesciato e custodito nella dispensa. Poiché il pane non si faceva ogni giorno ma ogni dieci – quindici giorni, le patate occorrevano per conferire al pane una certa freschezza che ne permetteva una conservazione abbastanza ottimale. Prima di iniziare il rito della preparazione dell’impasto, occorreva prenotare dal fornaio il giorno e l’ora in cui portare alla cottura il pane. Il giorno precedente quello concordato, con il setacce si separava la farina dalla crusca e la sera, al centro di una mesella, si remetteva ‘u lievete, che consisteva nell’adoperare il lievito che in precedenza era stato repuoste, chiamato anche lievito madre, mescolandolo con un po’ di farina, acqua e sale. La farina che sarebbe occorsa per l’impasto del pane, era quindi messa lateralmente, quasi come un guardiano, in attesa di essere adoperata. All’alba del giorno successivo la nonna, aiutata da qualche membro volenteroso della famiglia, sistemava nella mesella la farina a forma di mucchio e sulla sommità faceva un buco in cui metteva l’impasto preparato la sera precedente, insieme alle patate, ad acqua tiepida pari alla metà del peso della farina, un pugno di sale per ogni chilo di farina. Da questo momento iniziava il lavoro più duro, perché la pasta bisognava lavorarla energicamente con pugni, allargarla, riunirla, ...prenderla a pugni ancora per diverse volte, aiutandosi nell’operazione con ARGOMENTI una rasola per raccoglierla. L’impasto, dopo aver fatto sopra un segno di croce, si copriva con panni di lino e coperte di lana lontano dagli spifferi, per la lievitazione. Al mattino successivo, l’impasto se schianava, (sempre aiutandosi con la rasola) nel senso che la nonna prendeva dei pezzi di pasta cui dava la forma del ‘panello’; poi con le mani infarinate faceva un cordoncino, sempre di pasta di pane, creando l’iniziale del proprio cognome e lo metteva sotto al ‘panello’ perché al forno non si confondesse con gli altri e quindi fosse facilmente identificabile. I panelli li faceva tutti della stessa grandezza e li poneva nelle cestarelle, in cui aveva messo delle mappine spolverizzate di farina. Le cestarelle, dopo che la nonna con la rasola aveva inciso sulla pasta un segno di croce per controllarne la crescita, erano poste al riparo su un tavolo lungo e stretto che si chiamava ‘u tavulille e, perché lievitassero bene, venivano protette con coperte di lana, fino all’ora di andare al forno. Lei per favorire questa crescita adoperava due coperte militari di colore grigio-verde della guerra 15/18, perché, diceva….sule loro so buone! Dopo conveniente tempo, atteso il raddoppio dei panelli e quindi l’impasto cresciuto, si preparavano anche una due pizze condite con pomodoro, sale, puntina d’aglio, abbondante origano di Campochiaro e olio del nostro trappito. Le pizze sarebbero state mangiate a cena. A tempo debito, la donna, che portava ‘u tavulille con le cestarelle al forno, era già pronta con in testa una spara (uno strofinaccio arrotolato a guisa di ciambella) e per farsi aiutare diceva guardandosi attorno: - ‘Chi m’aiuta a ponne? (Chi mi aiuta a mettere sulla testa ‘u tavulille’). Si caricava il pane sulla testa e mentre con una mano lo manteneva in bilico, per bilanciare il peso metteva l’altra sul fianco, come na runcella e si avviava verso il forno, facendo dondolare la gonna a destra e sinistra, come in un passo di danza. Mentre la donna andava, ai bambini la mamma faceva du scurpelle che erano pezzi di pasta allungati e fritti in olio rigorosamente di olivo e nzuccarate…Core mie, com’erane buone!’… Arrivata la donna al forno, il fornaio aveva già provveduto a farlo giungere a temperatura ma, prima di infornare le panielle, si procedeva a un piccolo test, che consisteva nella cottura di una focaccia condita solo con un po’ di sale grosso e un filino di olio, che si chiamava la schianata e che era la prima a essere mangiata, insieme con un’altra pizza bianca chiamata la rattatura, fatta con i rimasugli di pasta raccolti nella mesella dopo aver formato i panelli (rattatura, per analogia, si diceva anche dell’ultimo nato di una famiglia numerosa). Il ritrovarsi delle donne al forno per la cottura del pane, rappresentava un momento di socializzazione importante, un modo per aggiornarsi sui ‘fatti e misfatti’ dei conoscenti, dei DALLE RICETTE DI NONNA ANNA TORTA DI PANE Questa ricetta si tramanda da generazioni nella mia famiglia. Veniva preparata nei tempi di guerra quando il pane era un bene prezioso; oggi serve a riciclare il pane rinsecchito che avanza abbondantemente sulle nostre tavole. Ingredienti: • 1 kg di pane secco • 1.5 lt di latte • 80 g di burro • 2 uova • 200 g di zucchero • 200 g di cacao amaro • A piacere aggiungere pinoli, uvetta, noci e mandorle triturate. In una scodella mettere il pane secco a pezzi, ‘inzupparlo’ con il latte bollente. Quando il pane ha assorbito tutto il latte, amalgamare bene con un cucchiaio di legno (forse meglio con le mani), aggiungere il burro, il cacao, lo zucchero e quando l’impasto si è raffreddato aggiungere le uova e gli altri ingredienti. Versare il composto in una teglia imburrata, mettere nel forno a 180° e far cuocere per circa un’ora. È un ottimo dolce da consumare per la merenda di grandi e piccini. LIEVITO DI PASTA Sciogliere 15 g di lievito di birra o 7 g di lievito in polvere in 60 ml di acqua e 1 cucchiaio di zucchero. Unire 500 ml di acqua calda e circa 250 g di fior di farina, sufficienti per ottenere una pastella densa ma anche abbastanza morbida. Coprire il composto con un tovagliolo umido e metterlo in serbo in luogo caldo e privo di corrente d’aria. Prima di utilizzarlo lasciarlo fermentare a temperatura ambiente per 3-5 giorni e poi utilizzarlo. nuovi punti di uncinetto oppure a maglia, sui problemi della pubertà o dei primi amori dei figli, ma poteva anche accadere di dover tornare su un argomento, ...lasciato in sospeso dall’infornata precedente. Cotto il pane, con lo stesso ‘mezzo di trasporto’ lo si riportava a casa e lo si faceva raffreddare, pregando tutti i membri della famiglia di non andare a scuzzecà u culille e finalmente freddo, dopo tanto lavoro, lo si riponeva nella madia. Il pane dopo una decina di giorni non era più fresco, ma l’inventiva delle donne e la loro fantasia era tale, per cui era propinato come ‘torta di pane’, pane oglie e zucchere, “mbusse che le fasciule”, ‘mbusse che la pummarola’, abbrustolito con verdure o con legumi, pancotto con l’uovo perché come si dice nel Molise, il pane non si getta mai, perché è un Alimento Sacro. vis IL MAGISTERO DEL LAVORO • n. 3 Settembre 2014 15 ARGOMENTI Il Marmo: antico compagno di viaggio Dall’epoca di Dante all’ultima “lizzatura” fatta per il Duce, questo minerale ha accompgnato la nostra vita resistendo alle aggressioni del tempo E’ stato e sarà il nostro più brillante compagno di viaggio il Marmo. Gli antichi scrivevano il suo nome con la lettera maiuscola per sottolinearne l’importanza, la duttilità, la resistenza, la brillantezza e la sua eternità. L’Enciclopedia Treccani ricorda che questo minerale è una “roccia calcarea metamorfica a struttura cristallina” e che è imperituro, incancellabile, indimenticabile, insomma perenne. Finanche il sommo poeta Dante lo cita in alcune sue opere parlando di un “essere di marmo”, cioè di uno che rimane impassibile e che non risente dell’incuria del tempo. E sì perché questo minerale strordinario ha caratterizzato tutte le epoche dell’uomo che l’ha prelevato da cave ritenute inaccessibili, con metodi lunghi e pericolosi, per consegnarlo nelle mani di artisti famosissimi che ne hanno fatto monumenti “eterni”: vogliamo citare solo la “Pietà” esposta in San Pietro per dare una idea di cosa è, e cosa sarà, il Marmo. Anche se oggi cominciano ad emergere preoccupzioni per l’intensivo sfruttamnto delle cave, il Marmo rimane il simbolo dell’eccellenza e della grazia che dura nel tempo. Da quando i romani compresero - come annota Paolo Martini in una bella pagina pubblicata su “Sette” del “Corriere della sera” - che nelle “Alpi Apuane si poteva trovare una qualità migliore di quelle delle cave greche e turche sfruttate fino ad allora” iniziò una vera e propria via che dalle Apuane appunto portava a Roma, simbolo del commercio più intenso e dell’interesse sempre più crescente per questa roccia. 16 IL MAGISTERO DEL LAVORO • n. 3 Settembre 2014 I pezzi migliori furono utilizzati nella capitale per costruire, ad esempio, il Pantheon, il Foro di Traiano, l’Arco di Domiziano e tante altre opere d’arte. Ma anche il Marmo di Carrara è di notevole bellezza ed è noto non solo in Italia ma in tutto il mondo; è stato ultilizzato, infatti, anche per alcuni ambienti pregiati della “Casa Bianca”. Molte le leggende e i racconti legati alla lavorazione di questo straordinario materiale, un nome che è in evidenza fin dai tempi dei greci che, lo chiamavano “marmaros” da cui deriva il nome latino “marmor” e quello attuale di Marmo. Sempre difficile, pericolosa e spesso ricca di incidenti l’estrazione di questo prezioso e straordinario materiale, anche se, con le nuove tecnologie fecero diventare più sicuro il lavoro dei minatori e accelerarono molto il suo taglio nei pezzi voluti. Questo grazie soprattutto all’introduzione del filo diamantato che ha reso molto più celere e sicura l’operazione del taglio della roccia. Gli storici ricordano l’ultima grande “lizzatura” del Marmo fatta per ordine del Duce, cioè di quella tecnica di scivolamento, detta appunto “lizza” per portare il pezzo di Marmo a valle. Si trattava di un blocco di 300 tonnellate, e l’episodio avvenne nel 1929 quando fu ordinato di trasportare questo enorme blocco fino al foro Mussolini. Fu necessario l’impegno di trenta coppie di buoi per trainarlo e grande fu l’utilzzazione del materiale: 50 tonnellate di legno, 14 tonnellate di ferro per bloccarlo sulla slitta di trasporto, 18 funi di acciaio e 70mila litri di sapone per farlo scorrere sulle strade dell’epoca fino a Roma. E’ impossibile immaginare tutto questo osservando le grandi opere d’arte che oggi custodisce la nostra capitale. Così come tutti spesso dimentichiamo, l’utilizzo del Marmo per usi per così dire domestici, come i cosmetici e la gomma. Insomma il Marmo è un antico e prezioso compagno di viaggio per tutti noi ed è una straordinaria ricchezza italiana che merita tutto il nostro rispetto. vis ARGOMENTI La tavola per una buona vecchiaia Un giorno, durante la mia convalescenza, annoiato a stare senza far nulla, decisi di mettere un po’ in ordine le mie cose conservate nella scrivania, e nella credenza del soggiorno. E’ stato così che dalle pagine di un giornale è saltato fuori un foglio che avevo messo da parte tempo addietro, e che elencava i dieci comandamenti dell’anziano. Forse quando lo lessi la prima volta non prestai molta attenzione al vero significato di quelle piccole regole, rimaste lì su un foglio di giornale nascoste a tutti. Ma leggendo e rileggendo quelle parole, rimasi colpito dal senso di quei dettami, tanto da decidermi a divulgarli, affinché l’anziano possa essere compreso meglio e soprattutto rispettato di più. Pensate alla vita che la maggior parte di noi anziani abbiamo fatto da giovani. Tante volte abbiamo dovuto far fronte a malattie, abbiamo svolto il nostro lavoro con abnegazione quasi rasente la schiavitù, umiliandoci anche, pur di portare a casa un tozzo di pane, e pur non mancando mai di rimanere vigili sulla crescita dei figli, affinché non imboccassero una cattiva strada, come sta accadendo spesso oggigiorno. Tante cose successe in passato in una vita dura, non sempre facile, piena di episodi anche belli e divertenti da raccontare con serenità ai nipoti, per vivere con gioia gli anni che ci rimangono attorniati dalla propria famiglia. Racconti di gioia, certo, ricordi... ricordi dei giochi di infanzia, degli amici quando si andava al fiume o al mare, le marachelle che si facevano in campagna, i ricordi del servizio militare, dei primi amori, l’inizio del lavoro... Poi il matrimonio, la collaborazione a casa, i figli, i sacrifici per non perdere il controllo sulla loro educazione. Essere sempre presente per tenere la famiglia unita in un clima di serenità. Oggi io reclamo quella stessa serenità che mi sono affannato a dare alla mia famiglia, e non come singolo, ma come discorso sociale perché tanti chiudono i genitori in case di cura oppure li affidano nelle mani di più o meno “esperte” badanti! Allora io dico a riguardo degli anziani: stategli vicino e lasciateli vivere sereni in compagnia dei loro ricordi... in compagnia dei loro amici all’ombra delle piante rampicanti l’estate, seduti su una panchina chiacchierando della passata giovinezza. A volte la discussione si fa molto animata perché qualcuno racconta dei suoi faticosi lavori, altri di non essersi impegnati tanto, ma... tutto poi ritorna nella solita calma. Ma la gioia più grande di una persona anziana è godere del tempo libero nel parco con i nipoti che giocano sui dondoli, sulle altalene, nei nascondigli, che si divertono col pallone... ma sempre con lo sguardo atteuto e vigile affinché tutto fili liscio, con le piccole apprensioni, ma con le piccole risatine e con gli occhi lucidi, quando il ricordo va ai propri figli, quando bisognava lavorare e non c’era il tempo di seguirli con tanta spensieratezza. Questo dovrebbe essere il tempo di tutti gli anziani: andare avanti sentendo la vicinanza dei figli che gli vogliono bene e l’amore dei suoi cari nipoti. MdL Angelo Gerardi IL MAGISTERO DEL LAVORO • n. 3 Settembre 2014 17 RICORRENZE 80 ANNI di Sofia, Brigitte, Paoli, Vanoni e Cohen Settembre è il mese nel quale sono nate due autentiche “Stelle” del cinema mondiale: Sofia Loren e Brigitte Bardot, oggi entrambe giunte a 80 anni di età ma anche altri grandi artisti della canzone come Gino Paoli, Ornella Vanoni e Leonard Cohen. Nel mondo del cinema Sopia e Brigitte si sono affermate come due straordinari simboli della bellezza e della bravura femminile; l’italiana classica, tradizionale, senza tempo che ancora oggi regge gli impietosi fari degli studi televisivi; la francese più sfrontata, icona di un tempo fuggevole che si è allontanata dalle scene con troppa fretta rinchiudendosi in una privacy strettissima e dedicando la sua vita alla tutela degli animali. Ma sono due attrici che hanno inciso profondamente nel costume del cinema mondiale lasciando un segno incancellabile. Sofia Loren, che si chiamava Sofia Villani Scicolone è nata a Roma il 20 settembre del 1934, ma è cresciuta nei quartieri poveri di Pozzuoli vicino Napoli. A 15 anni entra di prepotenza nel mondo dorato dello spettacolo partecipando al concorso di miss Italia; non lo vince ma viene eletta “miss eleganza” e questo titolo, creato apposta per lei, le apre le porte 18 IL MAGISTERO DEL LAVORO • n. 3 Settembre 2014 del cinema. Comincia a recitare in film di costume legati al realismo italiano ma il lancio decisivo come “star” avviene dopo l’incontro nel 1951 con il futuro marito, il produttore Carlo Ponti che l’ha portata, attraverso una serie di grandi interpretazioni, addirittura all’Oscar con il film “La ciociara” diretto da Vittorio De Sica. Brigitte Bardot, figlia di un industriale, è iscritta all’anagrafe con il nome di Brigitte Anne Marie Bardot, ed è conosciuta, nel mondo artistico e non solo come “B.B.” (da bambina la chiamavo “Bri-Bri”). E’ nata a Parigi il 28 settembre 1934 ed ha esordito come danzatrice classica, diventando poco dopo una giovanissima modella. Dopo l’incontro con Roger Vadim inizia la carriera cinematografica, e gira film rimasti celebri ancora oggi come, ad esempio, “Et Dieu créa la femme” (E Iddio creò la femmina). Ma abbandona molto presto il mondo dello spettacolo e diventa un’attivista per i diritti degli animali, impegno che l’ha assorbita completamente a partire dal suo definitivo RICORRENZE abbandono del cinema nel 1972. La “star”, suo malgrado, rimase sempre una lolita e creò, con la sua frequentazione, il mito di “Saint-Tropez” che la fece diventare una modella imitata in tutto il mondo. In realtà, sostengono i critici cinematografici, Brigitte non amò mai né la fama né il cinema e... scappò appena possibile. Il contrario di Sofia Loren (che gli americani battezzarono “Sophie”) che da autentica “scugnizza di Pozzuoli” ha sempre voluto affermarsi grazie a una volontà di ferro, anche per allontanare da sé l’immagine di quella vita povera da fanciulla quando vivere era veramente difficile, figuriamoci emergere. Donna Sofia, come ormai la chiamano tutti, ha sempre sostenuto che non si va avanti solo con “le curve”. “Bisogna usare il cervello, sempre che se ne abbia uno”. E lei ha dimostrato di averlo. Due splendide “ragazze” di 80 anni che hanno fatto palpitare intere generazioni, sia quando erano in prima fila, proprio come ha fatto sempre Sofia, sia quando hanno preferito, come Brigitte, defilarsi e rifugiarsi in un mondo privato diventato inaccessibile a tutti. Nel momno della canzone troviamo altri tre spendidi ottantenni, tutti ancora sulla breccia e tutti molto noti a diverse generazioni di appassionati, non solo a quelli più vicini a loro per età. Parliamo di Gino Paoli, del quale basti ricordare due celebri brani “Sapore di sale” e “Il cielo in una stanza” per definirne la grandezza e lo straordinario successo popolare; parliamo di Ornella Vanoni, una straordinaria quanto versatile cantante che è passata dai brani legati al momdo della resistenza, a quelli pieni di suggestioni melodiche e parliamo di Leonard Cohen, il cantautore francese che in occasione del suo compleanno, il 20 setttemmbre ha presentato il suo ultimo album dal titolo “Popular Problems”. La coincidenza della nascita nel 1934 di questi grandi artisti ha interessato molto gli studiosi e i sociologi. Tra questi ultimi citiamo Domenico Masi che tra l’altro, attualizzando il discorso e rapportandolo a quanti sostengono diversi politici, specie quelli che parlano di rottamazione ha detto “La mentalità dell’Italia è contro i vecchi, mentre la natura allunga la vita”. Vittorio Sabia IL MAGISTERO DEL LAVORO • n. 3 Settembre 2014 19 PARLIAMO NEWS DI... Dall’Italia e dall’Estero FANNO MOLTO BENE ALLA SALUTE I “POMODORI NERI”. LO ASSICURANIO I RICERCATORI AMERICANI DELL’OREGON STATE UNIVERSITY CHE HANNO INCROCIATO I NORMALI POMODORI CON I POMODORI VIOLA. Il risultato è un ortaggio con sapore meno dolce e più deciso, ideale per mangiarlo grigliato, che contiene antociani, pigmenti dalle proprietà disossidanti che aiuterebbero a prevenire malattie come il diabete e ridurre l’obesità. Chi osserva per la prima volta i pomodori neri, che gli americani hanno chiamato “Indigo Rose” rimane un pò perplesso perché sono di uno strano colore, viola scuro, quasi nero e ricordano il pigmento di una melenzana. In effetti il nuovo ortaggio contiene tutte quelle proprietà che abbiamo elencato e che aiutano l’uomo a tenere lontano alcune malattie. SEMBRA INCREDIBILE MA È POSSIBILE MANGIARE UNA …BOTTIGLIA D’ACQUA! TRE STUDENTI SPAGNOLI, RODRIGO GARCIA GONZALEZ, GUILLAUME COUCHE E PIERRE PASLIER HANNO CREATO APPUNTO UNA BOTTIGLIA D’ACQUA CHE SI PUÒ MANGIARE. Il progetto si chiama “Ooho” ed è nato dalla volontà di eliminare finalmente le bottigliette di plastica, costose dal punto di vista economico e dannose per l’ambiente. La bottiglia è composta da una doppia membrana di lipidi e proteine che non si mescolano con il suo contenuto. L’acqua invece è resa leggermente più solida attraverso una tecnica chiamata “sferificazione”. Il risultato finale è una bottiglietta ripiena di acqua ecologica, commestibile, igienica ed economica che si può bere e mangiare tutta, compresa la bottiglia appunto. Il costo, pare, sia solo di due centesimi. Ancora non si sa se il brevetto è stato acquistato per sfruttarlo su scala industriale. 20 IL MAGISTERO DEL LAVORO • n. 3 Settembre 2014 L’ISTITUTO NAZIONALE DI RICERCA PER GLI ALIMENTI E LA NUTRIZIONE, UNA STRUTTURA CHE DEDICA LA SUA ATTIVITÀ ALLO STUDIO DEGLI ALIMENTI E ALLA PREVENZIONE DEL RISCHIO DI MALATTIE CORRELATE ALL’ALIMENTAZIONE, HA ELABORATO LE “LINEE GUIDA PER UNA SANA ALIMENTAZIONE ITALIANA” nel rispetto dei principi che sono alla base della dieta mediterranea e della nostra tradizione. La ricerca ha portato anche alla creazione di “banche dati” e a “tabelle per la composizione degli alimenti” che consentono di sapere se un cibo contiene una certa sostanza e di quali ingredienti è formato. Insomma chi vuole imparare a mangiare correttamente deve solo informarsi e regolarsi di conseguenza. UN NUOVO INTERESSANTE SERVIZIO PER CHI AMA LEGGERE È ENTRATO IN FUNZIONE IN ALCUNE CITTÀ ITALIANE. SI TRATTA DELLE “BIBLIOTECHE IN VIAGGIO” CHE SOSTANO NELLE CITTÀ E NEI LUOGHI IN CUI SONO ASSENTI LE BIBLIOTECHE. I “Bibliobus” ovviamente carichi di libri, sono gestiti dal Comune e sono già in funzione per le zone periferiche di Milano, Ravenna, Firenze e Roma. Ovviamente hanno degli orari e dei percorsi stabiliti per sapere i quali basta rivolgersi ai Comuni di provenienza. Alcuni Bibliobus hanno posti per chi vuole consultare i libri a bordo e anche postazioni Internet. I libri si possono comunque prendere in prestito per leggerli comodamente in casa propria e restituirli al prossimo…giro. La prima iniziativa del genere risale al 1859 a Warrington, era la Varringtn Perambulating Library e il mezzo di trasporto era un calesse trainato da cavalli. Il più grande Bibliobus del mondo è quello in funzione a Tampere in Filnandia che ospita anche 12 computer. NEWS L’ITALIA È ENTRATA DI DIRITTO NELLA CORSA AL TURISMO SPAZIALE ATTRAVERSO L’HYPLANE, UN VEICOLO SUPERSONICO CHE È STATO PRESENTATO, POCO TEMPO FA A MILANO. Il prototipo è lungo 24 metri e 13 di apertura alare e ricorda il famoso aereo francese “Concorde”. Un motore a ciclo combinato gli permetterà di raggiungere 5.000 chilometri/ora (in termini tecnici un Mach 4 (cioè quattro volte la velocità del suono) e può toccare altezze fino a 70 chilometri. Molti gli accorgimenti allo studio fra i quali quello di ridurre il peso del motore per permettere il decollo e l’atterraggio, senza rumori eccessivi. A bordo potranno prendere posto solo 6 passeggeri (oltre all’equipaggio) che dovranno pagare un biglietto di 50.000 euro a persona. SECONDO UNO STUDIO CONDOTTO NEGLI STATI UNITI, PRESSO L’UNIVERSITY OF UTAH, DI MATTINA È PIÙ FACILE DIRE LA VERITÀ. Due ricercatori, che hanno lavorato molto tempo sul progetto, attraverso test e giochi, affermano con dati di fatto alla mano che le persone coinvolte erano meno propense a mentire o barare di mattina rispetto a quelle del pomeriggio. Secondo il parere dei ricercatori questo avviene perché ciascuno possiede una quantità giornaliera prestabilita di forza di volontà e autocontrollo che al mattino è molto forte e a partire dal pomeriggio tende a diminuire progressivamente. Volete sapere se il vostro coniuge dice la verità? Ponetegli delle domande di mattina. E’ meglio. SARANNO I ROBOT, FRA NON MOLTO, A BADARE AGLI ANZIANI. IL PROGETTO STA PRENDENDO FORMA IN EUROPA E VIENE COORDINATO DALL’ITALIA ATTRAVERSO L’ISTITUTO DI BIOROBOTICA DELLA SCUOLA SUPERIORE SANT’ANNA DI PISA. Si punta a creare dei “badanti-robot” in grado di interagire ed agevolare gli anziani con azioni dirette, ad esempio, a consegnare la spesa a domicilio, gettare i rifiuti, ricordare di prendere i medicinali o di accompagnare gli CIRCA DUEMILA RAGAZZI E RAGAZZE SI SONO SFIDATI A LOS ANGELES NELL’AMBITO DELL’INTERNATIONAL SCIENZE AND ENGIENEERING FAIR, LA PIÙ GRANDE FIERA INTERNAZIONALE DEDICATA APPUNTO AI GIOVANISSIMI SCIENZIATI E INVENTORI SELEZIONATI TRA LE SCUOLE DI 70 PAESI DEL MONDO. Vincitore di questa importante manifestazione è stato un giovane di Boston, Nathan Han, 15 anni, che ha scritto un algoritmo di apprendimento automatico per studiare il gene BRC1 (responsabile dello sviluppo del tumore al seno) e si aggiudicato un premio di 75.000 dollari. Gli altri vincitori sono stati Shannon Xinjng Lee, 17 anni di Singapore, che ha scoperto un nuovo tipo di carbone sintetico e il 15.enne tedesco Lennart Kleinwort, creatore di un App che permette di effettuare disegni tecnici su smartphone. “Spesso la nostra situazione ricorda la storiella di OGNUNO, QUALCUNO, CIASCUNO e NESSUNO. C’era un lavoro importante da fare, a OGNUNO fu chiesto di farlo. OGNUNO era sicuro che QUALCUNO l’avrebbe fatto, CIASCUNO poteva farlo, ma NESSUNO lo fece. Finì che OGNUNO incolpò QUALCUNO perché NESSUNO fece ciò che CIASCUNO avrebbe potuto fare”. (Sergio Marchionne, Amministratore Delegato di Fiat Chrysler) anziani a fare una passeggiata. L’iniziativa è già in fase di sperimentazione che si concluderà entro il 2015. Fino ad oggi hanno collaborato alla realizzazione del progetto oltre 70 anziani della provincia di Pisa che hanno collaudato i primi robot in ambiente domestico, in quello condominiale e all’esterno. I “badanti-robot”, insomma, già funzionano bene e quando saranno prodotti in serie, costeranno meno di una badante umana. Anche perché non sarà necessario pagare i contributi per l’assistenza malattia e la pensione di vecchiaia. IL MAGISTERO DEL LAVORO • n. 3 Settembre 2014 21 CURIOSITÀ Anche il “fiammifero” sta scomparendo come tante altre cose, “cancellate” dalla modernità Non si usa (quasi) più il fiammifero, quello che una volta tutti avevano in tasca o in casa. Vi ricordate quando per strada fra i fumatori si chiedeva: “hai da accendere?”. E dalla tasca di uno usciva o il “cerino”, quel piccolo stelo impregnato di grasso di animali e vegetali che nella parte opposta all’apertura era ricoperto di uno strato di salgemma per favorire l’accensione o la “minerva”, un rettangolino di cartone nel quale, su due file, erano allineati quei pezzettini di legno con la punta colorata di rosso che si accendevano sfregandoli sull’angolo inferiore della bustina dove era stato steso, in fabbrica, un composto che consentiva questa operazione. Ma i più famosi erano (e in parte molto modesta lo sono ancora) il fiammifero da cucina: una scatola con tanti steli in legno che si potevano accendere, anche qui, sfregando il fosforo della capocchia sull’angolo della scatola (il legnetto era più robusto perché doveva durare il tempo indispensabile per fare la fiamma a quel piccolo pezzo di giornale sotto i pezzetti di legno del camino) e lo SVEDESE, contenuto in uno scatola-cassetto con la testa di vari colori che aveva da un lato lo strato ad hoc per lo sfregamento e l’accensione. Ora chi li usa più? Quasi nessuno, perché l’accendino è ora una cosa di plastica, con tanti bei colori, ma con la pietrina e la benzina rettificata dentro. E una volta finiti, si gettano nel cestino dei rifiuti senza minimamente pensare che hanno contribuito e contribuiranno all’inquinamento del nostro ambiente. Fino a poco tempo fa vi erano anche i “ricaricabili”, ma ora chi ha più tempo per fare questa operazine. Più facile comperare l’accendino nuovo. Una strusciata alla sferetta dentellata e “zac” la fiammella é pronta. Anche in cucina si usano attrezzi diversi, con il manico lungo e sottile e un meccanismo che consente l’uscita di una piccola scintilla per accendere il gas. Ma torniamo al caro fiammifero di una volta. L’imperatore del fiammifero fu il “Commendatore Grand’Ufficia22 IL MAGISTERO DEL LAVORO • n. 3 Settembre 2014 le Ambrogio Dellachà” che lo brevettò sulle colline di Moncalieri a 10 chilometri da Torino. Fondato nel 1860, il primo stabilimento aveva 700 dipendenti e un fabbricato con un fronte di 120 metri. La marca “Dellachà” diventò conosciuta e apprezzata in tutta Europa e conquistò anche il mercato americano. Nel 1880 fu aperto uno stabilimento anche in Argentina. Nel 1895 la produzione raggiunse 360.000 scatole al giorno, un record! Altra ditta famosa la “Saffa”, un colosso italiano del settore che operava a Milano e fu chiuso, per colpa... dell’accendino, nel 1991. Ma un operaio Ermanno Tunesi di 76 anni, ne conserva non solo la memoria, con diverse mostre ma anche un vero e proprio museo. E qui che si possono ammirare le più prestigiose ed elaborate “scatole di fiammiferi” che proponevano sul lato più lungo del contenitori, gallerie di personaggi famosi (“Garibaldi, dice Tunesi - è senza dubbio il personaggio più rappresentato”), politici del Risorgimento italiano, la serie della “spedizione in Abissinia” e tante altre con i simboli della propaganda fascista. Ma anche molti disegni di contenuto floreale, realizzati a mano, che profumavano addirittura, la serie dedicata alle dive e alle donne, quest’ultima con la scatola fatta a forma di cuore. E’ da ricordare anche un’altra ditta italiana ancora in produzione, è la Sirfa di Benevento (Industrie sannite riunite fiammiferi ed affini). “Siamo uno dei tre produttori nazionali rimasti”, dice Vincenzo Marsiglia, uno dei proprietari dell’azienda, - “a fine 800 ce n’erano 103, e ancora negli anni 70 erano tredici le aziende”. Naturalmente il processo produttivo è profondamente modificato; ora è tutto automatizzato, dalla lavorazione del tronco - rigorosamente pioppo canadese - fino alla confezione. E anche la grafica ora è più accattivante. “Recentemente abbiamo fatto una serie sui monumenti delle città italiane, altre ispirate alla natura” dice ancora Vincenzo Marsiglia “perché la varietà non é solo una questione di estetica ma serve anche per facilitare la vita agli operai: davanti alle confezioni tutte uguali, l’occhio si stanca e il lavoro più difficile da sopportare”. Insomma nel “fiammifero” di una volta non solo un discorso di funzionalità, ma anche la sottolineatura dei momenti più significativi della politica, dell’arte e della cultura e di noi italiani. Il vecchio fiammifero merita, dunque, la nostra stima, anche se non lo adoperiamo quasi più. CURIOSITÀ Un maratoneta per caso Sedici volte ai nastri di partenza, sedici medaglie mi hanno cinto il collo ai traguardo: il mio motto “partecipare per arrivare” mi ha portato fortuna! Sedici sono infatti le maratone che ho corso: nove volte quella del “Santo,” due volte quella di Venezia, una volta quella di Treviso, Milano, Firenze, Roma e New York la più popolare e coinvolgente: conservo ancora un “chupa chups” donatomi da un bimbo lungo il percorso. Se è vero che le maratone più interessanti sono quelle che attraversano le grandi città, quella di Venezia resta a mio avviso la più affascinante! Quella di S. Antonio di Padova per la sua storia, le sue motivazioni e i suoi eventi collaterali resta quella più vicina al mio cuore! La maratona è una corsa unica, speciale: al fascino delle sue origini (Fidippide il messaggero che corse da Maratona ad Atene per annunciare la vittoria sui persiani,) unisce la particolarità che pochi la corrono per vincerla e moltissimi la corrono invece nella speranza di ottenere quel risultato prefissato con mesi e mesi di programmato allenamento. Correre la maratona senza strategia non si va molto lontano: gli ingredienti sono le gambe, il cuore e la mente. Questa mia storia incominciò nel 2003 quando avevo 70 anni ed avevo ormai gradualmente abbandonato diverse attività sportive col risultato di ritrovarmi con un fisico abbastanza appesantito. Dovevo intervenire, fare qualcosa: nulla di meglio che marciare o correre. La più salutare marcia mi sapeva di noia e optai così per la corsa, sentivo la necessità di una disciplina impegnativa, cercavo una sfida che mi allontanasse dalla tentazione del “chi me lo fa fare!”. Iniziò così la mia decennale “carriera” di maratoneta che ritengo conclusa con questa mia ultima maratona del “Santo” 2014. Forse “era scritto” se penso che la mia prima maratona e questa ultima si sono concluse pressappoco con lo stesso tempo: 7:13. Il cerchio si è chiuso lasciandosi alle spalle il mio miglior tempo di 5:26 realizzato nella maratona del Santo nel 2009 ed una storia di circa 10.00 chilometri percorsi. Nell’appassionarmi al faticoso piacere della corsa che regala benessere sia al corpo che allo spirito, mi è stato certamente di aiuto l’abitare nei pressi dell’argine del canale Brentella diventato la mia abituale palestra di allenamento. Nel corso degli anni mi sono anche fatto promotore di questa speciale disciplina, convincendo amici che vedevo correre senza nessun obiettivo che così sono diventati dei maratoneti. Allenarsi per affrontare una maratona è indispensabile se si vuoi evitare di trasformarla in un tormento. L’allenamento, specialmente per chi non è più giovane, va affrontato con un certo rigore perché più facilmente si può incorrere in qualche infortunio. Quando nel 2010 mi è stata diagnosticata una osteofitosi alla testa del femore sinistro ho dovuto abbandona- re la corsa e mio malgrado ripiegare sulla marcia con il tempo massimo ridotto dalle 8 alle 7 ore. Nella circostanza dell’ultima maratona 2014, a quindici giorni dalla partenza, un leggero infortunio al ginocchio destro ha ulteriormente appesantito la situazione costringendomi a rivedere gli ultimi allenamenti. Per non buttare al vento tempo prezioso, complice il buon cuore delle due signorine addette al cancello d’ingresso, mi sono posizionato fra i top run dove con comprensibile impazienza ho atteso lo sparo della partenza. Via tutti di corsa ed io dopo un chilometro mi sono ritrovato in “beata solitudine” o meglio in compagnia di due angeli custodi della Protezione Civile che con la loro auto chiudevano la corsa. Intanto, fra un temporale e l’altro, i chilometri se ne andavano troppo lentamente! Ogni tanto l’auto si avvicinava per rassicurarsi sulle mie condizioni: in cuor loro non pensavano certamente che mi avrebbero accompagnato sino al traguardo! Traguardo, si il traguardo! Come un miraggio dopo sette ore e dodici minuti di percorrenza! A questo punto anche per i miei angeli custodi il lavoro era terminato e scesi dalla macchina sono venuti a complimentarsi con me. Si é conclusa così la mia più faticosa maratona, ma anche speciale perché non è da tutti essere scortati per 42 chilometri!. All’arrivo la più contenta era certamente mia moglie ma calorose congratulazioni ho ricevuto anche da tutto lo Staff che, fra l’altro, si è adoperato perché l’organizzazione non “smantellasse” prima del mio arrivo. Naturalmente ad accogliermi c’erano anche gli affezionati amici Alberto, Antonio e Giorgio che quest’anno ha preferito “saltare” la maratona ma mi ha molto aiutato nella preparazione. A tutti va la mia gratitudine, le scarpe non ho intenzione di appenderle al chiodo, ............................... se Iddio vorrà mi rassegnerò a correre la Mezza Maratona per poter così alzare ancora nel mondo l’insegna del Maestro del Lavoro. MdL Luigi Migliore IL MAGISTERO DEL LAVORO • n. 3 Settembre 2014 23 DAI CONSOLATI L’AQUILA Anche quest’anno il Labaro della nostra Federazione ha partecipato al Corteo Storico della 720° “PERDONANZA CELESTINIANA”. Ho avuto l’onore di essere presente a questa secolare rievocazione insieme ad altri cinque Maestri, alcuni dei quali insigniti il 1° maggio 2014. Durante il passaggio attraverso il centro storico della nostra bella città, che porta ancora evidenti i segni degli eventi tristemente noti, abbiamo ricevuto, insieme a tutte le Istituzioni intervenute, calorosi applausi, segno di viva simpatia da parte della folla assiepata sui lati dell’intero percorso. MdL Gianfranco Mazzaufo MATERA La Giornata del Maestro 2014, svoltasi a MATERA presenti Maestre e Maestri del Lavoro, provenienti da tutta la Basilicata, ha voluto testimoniare la convinta adesione della nostra organizzazione alla candidatura di Matera Capitale Europea della Cultura 2019. Un evento che non ha voluto avere alcuna ritualità, ma la determinata e convinta volontà di continuare a testimoniare, con l’impegno di tutti i Mae24 IL MAGISTERO DEL LAVORO • n. 3 Settembre 2014 stri del Lavoro che il Paese riprenda il suo percorso di sviluppo sociale ed economico, partendo dalle sue periferie, quale può essere il territorio lucano, esaltando le tante emergenze di cui dispone , come i giacimenti culturali e Matera, con il patrimonio dei Sassi, ne è una fra le più significative evidenze. Ai saluti non formali ma di profondo significato dei consoli provinciali di Matera Nino Salvatore e di Potenza Renzo Berardino, che hanno sottolineato la volontà a non volersi e doversi estraniare dall’impegno a continuare a dare il contributo, ognuno per la propria parte, perché si riprenda a crescere in una società giusta e sana sono seguiti i ringraziamenti alle Autorità presenti. I lavori poi sono stati introdotti dal saluto di Mons. Ligorio – Vescovo di Matera – che ha esortato ad avere fiducia, lavorando tutti insieme per una società che, ripiegandosi sul lavoro per tutti, sappia restituire il senso vero della dignità umana. Ampia e approfondita la relazione del console regionale dei Maestri del Lavoro Antonio Papaleo che ha ricordato come l’iniziativa vuole essere una occasione per rinsaldare i vincoli associativi fra i Maestri in uno con il rilancio dell’appartenza che, in questa occasione ha avuto un momento particolarmente significativo con la presenza del vicepresidente per il Sud della Federmaestri Vincenzo Esposito che ha richiamato il ruolo che i Maestri intendono svolgere nel Paese e segnatamente nel Mezzogiorno per un riscatto vero, che fondi le sue basi proprio nel rilancio delle politiche occupazionali. A questo proposito si è detto molto interessato alla candidatura di Matera 2019 ed ha proposto l’eventuale svolgimento di una apposita Conferenza Programmatica dei Consolati Meridionali dei Maestri del Lavoro. Il console regionale Papaleo, dal canto suo, non ha mancato di evidenziare le potenzialità presenti sul territorio lucano perché possa recuperarsi dalla condizione di “territorio cenerentola” per i suoi elevati indici di disoccupazione, a cui si aggiunge l’altra vera emergenza, rappresentata dalla migrazione di “cervelli”, stante il crescente fenomeno dei giovani, specie scolarizzati, che lasciano il territorio, per cui si continua a registrare un sistematico calo demografico, con una popolazione fatta sempre più di persone anziane. Da qui l’urgenza che le Istituzioni riprendano un percorso di sviluppo che sappia interrogarsi principalmente su comparti quali le Costruzioni, l’Ambiente, l’Agricoltura, la Sanità, ma principalmente sul comparto del Turismo o dei Turismi, specie per rendere sempre più attrattiva la Basilicata e per essa la Città di Matera. Articolata anche la relazione, per la Regione Basilicata, di Maria Rosaria Sabia – Dirigente dell’Ufficio Lavoro che ha richiamato le varie iniziative approntate dalla Regione, quali quelle riferite alla Garanzia Giovani ed al Reddito Minimo Garantito. Sono seguiti gli interventi del Sindaco Salvatore di Matera Adduce che, condividendo le riflessioni addotte dalla relazione, ha evidenziato come “Matera 2019” deve essere fatta equivalere a quel “percorso fantastico” su cui scommettere per il futuro dell’intera Regione, che sappia coniugare “cultura a coltura”, nell’ambito di un vero e proprio “Laboratorio per il Bene Comune” e del Vice Prefetto Vicario Gentile che ha richiamato l’importanza di sentirsi Maestri del Lavoro, specie per la testimonianza che viene data alle nuove generazioni in termini di valori. Concetti immediatamente sottolineati sia dall’intervento di Don Filippo Lombardi- Responsabile Diocesano della Pastorale del Lavoro, che dall’Assessore ai Lavori Pubblici di Matera Trombetta che hanno richiamato la necessità di ritornare alla meritocrazia se si vogliono indicare obiettivi di speranza per il futuro. Durante la manifestazione si è proceduto DAI CONSOLATI alla consegna alle Autorità dei gagliardetti da parte dei Maestri del Lavoro; mentre alla Federmaestri è stata consegnata la bandiera di Matera 2019, direttamente dalle mani del Sindaco; il Presidente della Camera di Commercio Angelo Tortorelli ha consegnato al Vice Presidente per il Sud un volume che ricorda Matera. Il Console di Matera ha consegnato alla stesso Vicepresidente un bassorilievo in ceramica artigianale raffigurante i Sassi. Infine, a conclusione della iniziativa si è proceduto alla consegna dei Premi Adinolfi ai colleghi ROCCO GALASSO, STANISLAO PAPALEO, e SALVATORE SANTARSIERO, del Premio Campochiaro a ROCCO LAGUARDIA e del Premio di anzianità di iscrizione per il Consolato di Matera al Ida Altavilla. L’occasione si è conclusa con un incontro conviviale per tutti i Maestri intervenuti ed una interessante visita guidata nei Sassi. RIMINI Un Maestro diventa Cavaliere Con Decreto del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano datato 2 Giugno 2014, è stato conferito il titolo di Cavaliere al Merito della Repubblica al nostro socio MdL Adriano Gasparini già vice console del Consolato di Rimini. Detta onorificenza è stata riconosciuta per l’attività trentennale dedicata all’inserimento delle nuove generazioni nel mondo dello sport e del lavoro attraverso iniziative presso le scuole di ogni ordine e grado della Provincia di Rimini. Da semplice dirigente di una società di Baseball la sua attività a favore dei giovani ha contribuito alla crescita della disciplina sportiva su tutto il territorio provinciale portandolo da 8 a 12 Società. L’interesse sportivo si è rivolto anche all’attività amatoriale per i non più giovani, creando un movimento che nell’ar- co di 10 anni ha portato da 40 a 400 persone coinvolte. Dall’anno 2004 ad oggi fa parte del gruppo scuola/lavoro partecipando a numerosi interventi presso le scuole della Provincia con lo scopo di aiutare i giovani a crescere con sani valori culturali, professionali e di comportamento. Su incarico della Regione Emilia Romagna ha contribuito alla realizzazione del progetto/studio finalizzato a contrastare il fenomeno dell’abbandono nelle scuole Professionali. Nell’anno 2009 riceve la nomina di “Ambasciatore turistico” della Provincia di Rimini per aver realizzato numerosi incontri e convegni per il mondo dello sport e non solo. Nell’anno 2012 ha ricevuto la stella d’Oro del Coni per meriti sportivi dal Presidente Petrucci. MdL Mario Cigni PIACENZA Come di consueto si è conclusa nell’Aula Magna dell’ISII G. Marconi l’attività svolta nelle scuole con la premiazione degli studenti e il convegno sulle tematiche scuola-lavoro. IX° Edizione “UNA STELLA PER LA SCUOLA” Quindici gli studenti premiati per i loro temi: 1° Manal Bassalth (Romagnosi); 2° Matteo Tosi (Isii Marconi) ex equo con Michele Speroni (Isii Marconi); 3° Giorgia Pedrini (Tramello) ex equo con Ledja Hoti (Casali Castelsangiovanni); di seguito Debora Pallaroni (Volta Borgo- novo), Jessica Ongeri (Mattei Fiorenzuola), Roberto Nobili (Isii Marconi), Juliusz Loranzi (Leonardo da Vinci), Francesco Gazzola (Isii Marconi),Jonathan Cò (Isii Marconi), Paolo Cattani (Mattei Fiorenzuola), Francesca Carini(Romagnosi), Daniele Bucaria (Isii Marconi), Veronica Barbieri (Romagnosi). Otto le scuole interessate quest’anno: Tecnico Industriale Marconi, Tecnico Commerciale Romagnosi, Tecnico per Geometri Tramello, Professionale Leonardo Da Vinci, Professionale RaineriMarcora, Tecnico e Professionale Mattei, Professionale Casali di Castelsangiovanni, Tecnico Volta di Borgonovo. Così si è conclusa la nona iniziativa denominata “UNA STELLA PER LA SCUOLA” rivolta agli studenti della classi quinte degli istituti tecnici e professionali della nostra Provincia. Sono state incontrate 38 classi per complessivi 700 studenti. Sono stati presentati due moduli che hanno comportato due distinti incontri di due ore ciascuno. Per complessivi 26 incontri per gruppi di 2 o 3 classi per volta. Dai risultati dei questionari distribuiti al termine degli incontri è risultata un’esperienza molto positiva e particolarmente apprezzata dagli studenti. Il 55% l’ha giudicata “interessante”, il 44% “molto interessante” e solo l’1% “poco interessante”. Hanno sostenuto l’iniziativa e sono state visitate dalle classi le seguenti aziende: Cementirossi, Doppel, Drillmec, Ingegneria Biomedica Santa Lucia, Iren Emilia, Nordmeccanica Group, Rolleri, Safta, Saib, Settima Meccanica e Ytong. L’iniziativa è stata sostenuta anche dal contributo di Fondazione di Piacenza e Vigevano, Provincia di Piacenza, Camera di Commercio, Confindustria, Banca Centro Padane. Hanno dato il patrocinio Regione Emilia Romagna e Comune di Piacenza. VII° CONVEGNO SCUOLA-LAVORO Nella mattinata coordinata dal direttore di Libertà Gaetano Rizzuto si è tenuIL MAGISTERO DEL LAVORO • n. 3 Settembre 2014 25 DAI CONSOLATI Lucia, non vuole sentir parlare di crisi: «E’ una parola molto abusata. La crisi è finita, nel senso che dobbiamo parametrarci su una nuova realtà». Crede nei giovani: «ho un’azienda con età media inferiore ai 29 anni. Ci si deve confrontare non con la parola crisi ma con la parola futuro. Al termine, tutti i relatori sono stati omaggiati con un’artistica targa in bronzo opera del Maestro del Lavoro Franco Liberi. to il settimo convegno dal titolo: “IL CORAGGIO DELLE IDEE: ANALISI DI UN SUCCESSO”. Ad aprire gli interventi il Sottosegretario all’Istruzione, Roberto Reggi. Rivolto ai ragazzi: «Le esperienze che avete vissuto con i Maestri del Lavoro vi saranno utili quando andrete a misurarvi con gli imprenditori. Non vi chiederanno che cosa sapete fare, ma vi metteranno alla prova, se saprete risolvere i problemi assieme agli altri». Sono quindi intervenuti: per il Comune Giulia Piroli, assessore alle politiche scolastiche, Massimo Trespidi, Presidente della Provincia, Francesco Scaravaggi, Presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano. E’ stata poi la volta di quattro imprenditori portare la loro testimonianza ed esperienza sulla tematica del convegno. 26 IL MAGISTERO DEL LAVORO • n. 3 Settembre 2014 Il Cavaliere del Lavoro Giuseppe Parenti (Paver), presidente della Camera di Commercio. Invita ad essere «cittadini del mondo» ad accettare «tutti i lavori e nello stesso tempo a guardarsi attorno senza farsi vedere dall’azienda». Alfredo Cerciello, 36 anni, responsabile di Nordmeccanica Cina. Informale sia nella camicia azzurra sia nei modi con cui si approccia ai ragazzi, il più giovane della dinastia Cerciello non ha dubbi: «Fate quello che volete e divertitevi pure, ma datevi un obiettivo». Clara Conti è direttore commerciale di Saib. «Siamo diventati una realtà importante mettendo sempre a frutto nuove idee - racconta -, come il pannello truciolare fatto con il legno della raccolta differenziata. Il Cavaliere del Lavoro Bruno Giglio, patron di Ingegneria Biomedica Santa BRESCIA Articolo di Enrico Giustacchini pubblicato nel giornale di Brescia il 20 marzo 2014. “Ieri l’intitolazione dell’area di via Cavour il nome è stato scelto dal Consiglio dei ragazzi. VILLANUOVA - È’ stato intitolato ieri ai Maestri del lavoro il parco comunale villanovese di via Cavour. Un’area di oltre 4.000 metri quadrati, un polmone verde a servizio dei Cittadini, in particolare di quelli delle zone residenziali di Bostone. “Si tratta di una struttura già attrezzata e perfettamente fruibile” ha sottolineato il sindaco Ermanno Comincioli, annunciando che sono però previste per il futuro ulteriori opere migliorative. L’intitolazione ai Maestri DAI CONSOLATI del Lavoro non è casuale. Questo sia perché sono ben 9 i villanovesi che si fregiano del riconoscimento, sia per la storia del paese che ha espresso per oltre un secolo un’intensa vocazione industriale, all’ombra delle due grandi fabbriche, il lanificio ed il cotonificio. Ha ricordato tutto ciò, con un intervento lucido e commosso insieme, Carlo Castiglioni, console emerito dei Maestri del Lavoro nonché per decenni apprezzato direttore dello stabilimento di Bostone della filatura di Grignasco. Alla cerimonia, benedetta dal parroco, monsignor Mario Rebuffoni, erano presenti delegazioni del gruppo volontari, del Centro di formazione professionale e, al gran completo, il Consiglio comunale dei ragazzi. “L’idea di dedicare il Parco ai Maestri del Lavoro è stata nostra – ha rivendicato il sindaco baby, Cesare Cimarelli –. Dopo un incontro avvenuto a scuola, ci ha colpito il messaggio di passione ed onestà che ci è stato affidato”. E proprio ai giovani si sono rivolti in particolare Luigi Vergani ed Alderino Dossena, rispettivamente console regionale e provinciale dell’associazione. “Voi siete la speranza – hanno detto. – anche se viviamo tempi difficili, non perdetevi di coraggio. Studiate con impegno, per preparavi ad entrare nel mondo del lavoro con prospettive più sicure. E non dimenticate mai che è solo attraverso il lavoro che si può contribuire alla crescita individuale e collettiva”. MODICA (RG) Inaugurazione strada ai Maestri del Lavoro e riunione Consiglio Regionale. Una bella, importante e proficua giornata di fine estate, quella di martedì 22 settembre 2014, trascorsa dai Maestri del Lavoro della Sicilia, Consoli e Consiglieri Provinciali, Revisori dei conti e Commissari elettorali provinciali e regionali, con numerosi familiari, accolti dalla comunità magistrale del Consolato Provinciale di Ragusa, a Modica, città inserita nella lista dei Patrimoni dell’Umanità dell’UNESCO, che ha dato i natali al Poeta Salvatore Quasimodo, Premio Nobel per la Letteratura 1959, il cui centro storico è ricco di architetture barocche, monumenti e siti di particolare interesse culturale e di oltre 100 storiche chiese, come i duomi di San Giorgio e San Pietro. Si è incominciato alle ore 10,30 con l’apertura da parte del console provinciale di Ragusa, MdL Francesco Schininà, della cerimonia di inaugurazione della via intitolata ai Maestri del Lavoro, proprio nello spiazzo antistante il Modica Palace Hotel, sede del raduno, alla presenza del Console regionale, dei Rappresentanti dei Consolati Provinciali di Agrigento, Catania, Messina, Ragusa, Siracusa, Trapani portatori anche di deleghe per Caltanissetta e Palermo, di alcune Autorità comunali, del Parroco della Chiesa di San Luca di Modica e di tanti Maestri e familiari. Il Console Schininà, nel suo breve intervento di saluto, ha tracciato una cronistoria delle varie difficoltà incontrate per il cambio dell’Amministrazione comunale con la quale si era iniziata la pratica ed ha ringraziato l’Amministrazione in carica per avere portato a termine l’iter di intitolazione della via, recuperando i ritardi burocratici verificatisi dall’approvazione della Commissione toponomastica al nulla osta della Prefettura, ed in particolare il Consigliere comunale Luigi Giarratana per il costante interessamento come se si trattasse di una pratica personale e la Famiglia Aprile, nelle persone del Maestro del Lavoro Giorgio e della figlia Rita, per averne solle- citato e seguito tutti gli sviluppi. L’Assessore al Personale e Polizia Municipale, Pietro Lorefice, in rappresentanza con il Consigliere Giarratana del Sindaco di Modica, salutati i convenuti, ha sottolineato il significato ed il valore della nostra onorificenza per i giovani che devono credere e sperare in un futuro migliore. Il console regionale, MdL Vincenzo Farina, rivolto un cordiale saluto ai Maestri e familiari, ai Rappresentanti comunali, al Parroco ed alle altre personalità presenti, a nome del presidente Federmaestri Amilcare Brugni e del V. Presidente per il Sud Vincenzo Esposito, ha ringraziato gli Amministratori del Comune per il pubblico riconoscimento dato a coloro che con l’amore per il proprio lavoro e con il proprio impegno sociale si sono posti e si pongono come punti di riferimento e testimoni credibili dei veri valori della vita, in particolare, verso i giovani. Un suo sentito grazie va anche al Comandante Polizia Municipale per il servizio d’ordine predisposto. L’odierno evento - ha detto - è un momento significativo tanto atteso dai Maestri della Provincia ed oltre e innanzitutto da chi ci ha creduto e non ha smesso mai di promuovere e sollecitare la conclusione favorevole della pratica, il nostro MdL modicano Giorgio Aprile, tesoriere del Consolato provinciale, sostenuto dal console Schininà, dai colleghi del Direttivo e dai Maestri ragusani, in buon numero presenti con i familiari. E’ seguito, a cura del parroco della Chiesa di San Luca di Modica, don Giorgio Mallia, il rito religioso di benedizione IL MAGISTERO DEL LAVORO • n. 3 Settembre 2014 27 DAI CONSOLATI della targa, concluso con un caloroso applauso collettivo. Quindi, alle ore 11,30, gli intervenuti si sono trasferiti nell’attiguo moderno albergo “Modica Palace Hotel” dove, nella sala messaci a disposizione, ha avuto luogo la riunione del Consiglio regionale dei Consoli Provinciali e Consiglieri Nazionali, allargato a quanti rivestono cariche sociali nei Consolati di appartenenza, per trattare il tema “Contenuto e valore del ruolo e delle funzioni inerenti alle cariche sociali occupate in relazione agli scopi statutari - Proposte e prospettive”. Dopo avere affrontato l’argomento in una prima riunione plenaria per chiarirne alcuni aspetti e delineare il modo di procedere, i lavori sono stati sospesi per la pausa conviviale. Alla ripresa si sono formati tre gruppi per svolgere il tema secondo incarichi e proprie esperienze: 1) Consoli; 2) Segretari e Tesorieri; 3) Revisori dei conti e Commissari elettorali Le considerazioni, indicazioni e proposte, riportate da ogni gruppo in separati promemoria consegnati alla Segretaria regionale, considerato il poco tempo rimasto disponibile, giusta unanime decisione, saranno oggetto di esame e discussione in un successivo incontro per trarre le opportune conclusioni pratiche da applicare nell’ambito delle competenze consolari o da sottoporre alla Federazione. Al termine, alle ore 17,30, scambio di saluti con un arrivederci a presto. MdL Enzo Farina TRENTO V I S I T A ALLO STABILIMENTO MENZ&GASSER DI NOVALEDO E VISITA CULTURALE AD ASOLO (TREVISO). Una quarantina di maestri del lavoro ed accompagnatori si sono recati a visitare lo stabilimento Menz&Gasser di Novaledo in Valsugana e nel pomeriggio la 28 IL MAGISTERO DEL LAVORO • n. 3 Settembre 2014 visita della città di Asolo in provincia di Treviso. MENZ&GASSER - Novaledo (TN) Il direttore tecnico l’ingegnere Armando Tamanini, anch’egli Maestro del lavoro e il suo collaboratore Michele Bernardi, ci hanno presentato l’azienda e di seguito accompagnati nella visita dei reparti produttivi. Menz & Gasser viene fondata a Lana (BZ) nel 1935 come azienda trasformatrice di frutta, specializzandosi presto nella produzione di confetture e semilavorati di frutta di alta qualità. Nel 1974 l’attività viene trasferita a Novaledo (in Trentino) e nel 2004 viene acquisita una seconda sede produttiva a Verona, per far fronte ad una crescente richiesta di mercato. Core business sono le confetture in monoporzione per Ho.Re.Ca., per le quali Menz & Gasser è oggi leader europeo. Le Sedi produttive Novaledo Stabilimento dedicato ai prodotti confezionati. Ricostruita di recente, la nuova struttura ospita tecnologie e impianti che gestiscono e monitorano tutte le fasi produttive, garantendo al contempo massima flessibilità nel confezionamento e livelli assoluti di sicurezza alimentare. Il tutto certificato secondo gli standard GSFS e IFS. Verona Stabilimento dedicato ai semilavorati dolciari e lattiero caseari, biologici e salati per l’industria alimentare. Anche questa sede – certificata GSFS e IFS - vanta tecnologie estremamente avanzate, come l’innovativo sistema di pastorizzazione a radiofrequenza che preserva al massimo le caratteristiche organolettiche e le qualità nutrizionali del prodotto. Tuttavia la sola tecnologia non è sufficiente a garantire il successo di un‘azienda e dei suoi prodotti. Menz & Gasser offre ai suoi clienti anche una pluridecennale esperienza nella lavorazione della frutta. La professionalità e la dedizione per il mantenimento degli standard qualitativi hanno premiato l’azienda che, negli ultimi anni, ha registrato un incremento costante sia dei volumi che del fatturato. Sicurezza alimentare Menz & Gasser ha sviluppato processi, procedure e controlli che garantiscono la massima sicurezza dei suoi prodotti: • Certificati di origine della materia prima. • Controlli su materiali in entrata. • Controlli chimico-fisici sul 100% dei lotti di produzione. • Cernitrice ottica che garantisce l’utilizzo di frutta di altissima qualità e la rimozione di residui di raccolta (foglioline, frutta poco matura, piccioli,ecc.). • Metal detector a monte degli impianti di confezionamento, che garantisce l’assenza di parti metalliche. • Controlli a raggi che, senza modificare il prodotto, consentono l’individuazione di eventuali corpi estranei. Ambiente & Territorio L’impegno di Menz & Gasser nei confronti dell’ambiente è concreto. Lo stabilimento di Novaledo (prossimo alla certificazione ambientale ISO 14001:2004) produce energia pulita: • 3.000.000 kWh/anno tramite un cogeneratore a metano; • 450.000 kWh/anno tramite un cogeneratore a biogas, da reflui organici di produzione. Pannelli fotovoltaici con potenzialità di picco complessiva pari a 950 kW producono buona parte dell’energia elettrica utilizzata in azienda. Per ciò che concerne il corretto utilizzo dell’acqua, Menz & Gasser sfrutta due pozzi, indipendenti dalla rete idrica, che soddisfano l’intero fabbisogno industriale. Le acque di raffreddamento sono a circuito chiuso: il consumo risulta estremamente ridotto. Le certificazioni aziendali di Menz & Gasser: ISO 9001:2008 ISO 14001:2004 IFS (International Food Standard) GSFS (Global Standard for Food Safety) - ex BRC DATI 2013 DAI CONSOLATI Oltre 100 milioni di fatturato; 1.300 clienti attivi 50% Export, in 47 paesi Oltre 45.000 tons di prodotto Circa 250 addetti PRANZO PRESSO IL RISTORANTE DESIRE’ Durante il pranzo è stata consegnata alla vedova del compianto Armando Simonini, la targa di “Console Emerito” che a causa della malattia non era stata consegnata in occasione del pranzo di Natale 2013. ASOLO Nella visita di Asolo, la guida signora Antonella ci ha descritto la storia della città e successivamente i monumenti che abbiamo avuto modo di vedere: la Cattedrale, il Museo Civico, Palazzo della Ragione, il Castello, le Mura, Piazza Garibaldi, Fontana Maggiore, Convento S.s. Pietro E Paolo, Casa Duse, la Rocca. ***** GITA PELLEGRINAGGIO ALL’ABBAZIA DI MONTEMARIA IN VAL VENOSTA E VISITA A MERANO Un folto numero di Maestri del lavoro e simpatizzanti ha partecipato alla gita pellegrinaggio all’Abbazia di Montemaria e Merano. La giornata è iniziata assistendo alla S.Messa e la visita del Museo. L’abbazia dei benedettini di Montemaria che è la più alta d’Europa, si trova sul territorio comunale di Malles a 1.340 m di altitudine, sopra la località Burgusio in Val Venosta. La costruzione, simile ad una fortezza, risale al XII secolo e fu fondato dai nobili di Tarasp. I primi monaci erano provenienti dall’abbazia sveva di Ottobeuren. Prima di diventare un convento, tuttavia, ospitava un Ginnasio, fondato nel 1724 dai monaci di Merano. Il Ginnasio ebbe grande successo, grazie anche ai noti professori Pius Zingerle, Albert Jaehger e Beda Weter. Nel 1928 i monaci dovettero però abbandonare il loro Ginnasio. Ma ancora oggi i monaci si dedicano all’organizzazione di workshop e corsi di meditazione, facendo del convento pertanto il posto ideale per ritrovare la propria pace ed armonia. Al primo piano del convento si trova inoltre dal 2007 un museo con documenti storici e tesori artistici che illustrano la vita quotidiana al monastero e l’esempio di San Benedetto. Una particolarità si trova nella cripta: il ciclo di affreschi romanici, con le famose raffigurazioni angeliche, risalenti al 1175 e 1180 rappresenta uno straordinario esempio di arte romanica altoatesina. Gran parte degli affreschi furono scoperti nel 1877, mentre l’intero ciclo fu liberato dalle cortine solo nel 1980. Dopo la visita dell’abbazia ci siamo recati per il momento conviviale al ristorante Hotel Posta di Glorenza, dove abbiamo degustato i piatti proposti. Nel primo pomeriggio, con l’ausilio di una competente guida turistica, ci siamo recati a visitare il centro storico di Merano, dove abbiamo avuto modo di vedere il Duomo,il Kurhaus, il teatro Puccini e l’incantevole passeggiata sul lungo Passirio. Al termine della visita di Merano siamo rientrati a Trento consapevoli di aver trascorso una piacevole ed intesa giornata nel segno della spiritualità, della storia, della cultura e soprattutto dell’amicizia. MdL Adriano Di Paolo TERNI - PERUGIA ASCOLI PICENO Si sono incontrati i Maestri del Lavoro delle provincie di Terni, Perugia e Ascoli Piceno. Il ritrovo è avvenuto sui piani di Castel- I partecipanti alla giornata di festa, sulla scalinata del palazzo Comunale di Norcia, difronte alla statua di San Benedetto, patrono d’Europa IL MAGISTERO DEL LAVORO • n. 3 Settembre 2014 29 DAI CONSOLATI luccio di Norcia, alla base del monte Vettore, montagna molto frequentata da appassionati delle tre Provincie. Il paesaggio è stato reso incantevole per aver apprezzato intere distese fiorite spontaneamente in vari colori. L’incontro si è concluso con un pranzo sociale presso il ristorante Grotta Azzurra di Norcia, i cui proprietari signori Bianconi ci hanno accolto con particolare ospitalità, facendo dono di un attestato di Cittadinanza Europea ai rappresentanti dei Consolati intervenuti: Amilcare Brugni, Presidente Nazionale dei M.d.L per Ascoli Piceno. Gianpaolo Censini, Console Regionale dell’Umbria per Perugia. MdL Antero Mattiussi SESTO SAN GIOVANNI I Maestri di Sesto San Giovanni, sono stati ospiti a Courmayeur dei colleghi Valdostani e della Direzione del Traforo del Monte Bianco dove, grazie alla qualità dei relatori accompagnatori e alle dimostrazioni operative dei vigili del fuoco, hanno potuto rilevare con grande soddisfazione l’alta concentrazione tecnologica presente nelle relative strutture, particolarmente quella inerente la sicurezza delle maestranze lavorative e degli utenti del tunnel. Alla visita è seguito un apprezzato pranzo con prodotti tipici locali e un’escursione guidata al castello medioevale di Issogne: una delle perle culturali della Regione. Martedì, ventiquattro giugno, hanno potuto usufruire dello stesso vissuto, i Maestri del consolato provinciale di Cuneo, con la variante turistica dedicata ad un esaltante panorama sulla catena del Monte Bianco e l’emozione del transito sulla passerella di recente inau- gurazione, posizionata a sbalzo a centoottanta metri sopra le cascate dell’Orrido di Pré Saint Didier. Inoltre, sono attesi per il mese di settembre, anche i Colleghi del consolato provinciale di Brescia e di quello regionale della Liguria. L’iniziativa, promossa dal consolato regionale della Valle d’Aosta, che si rende disponibile nell’approfondire i dettagli tecnici e organizzativi per coloro che si ritenessero interessati all’argomento, rientra in un sentito progetto di aggregazione e propedeutico, nell’auspicio di poter stimolare anche nelle scuole, la curiosità per accedere ad un’allettante esperienza. MdL Luigi Busatto PUBBLICHIAMO, IN QUESTA PARTE DELLA RIVISTA, IL RESOCONTO DELLE MANIFESTAZIONI PER LA CONSEGNA DELLE STELLE AL MERITO DEL LAVORO IN ALCUNE REGIONI CHE, PER RAGIONI TENICHE, NON È STATO POSSIBILE INSERIRE NEL NUMERO PRECEDENTE IL 1° MAGGIO IN LOMBARDIA Le note dell’Inno di Mameli danno l’avvio, come da tradizione, alla celebrazione del rito della consegna delle Stelle al Merito del Lavoro ai 130 lavoratori e lavoratrici lombardi che si sono distinti per meriti di perizia, laboriosità e buona condotta morale. Nell’atmosfera generale, tuttavia, aleggia una preoccupazione latente, poi espressa e ribadita dalle Autorità presenti, quella dalla quale soltanto di recente si sta notando una modesta inversione di tendenza: la mancanza di lavoro. La mancanza di lavoro, il cui diritto è sancito dalla nostra Costituzione, rende vana ogni 30 IL MAGISTERO DEL LAVORO • n. 3 Settembre 2014 altra aspettativa poiché non consente di soddisfare tutte le altre aspirazioni, soprattutto nel mondo giovanile che deve rinunciare agli obiettivi primari quali il diritto allo studio, a formarsi una famiglia e programmare il proprio futuro. E’ vero che si delineano alcuni accenni di miglioramento ma è dalla politica che dobbiamo pretendere una svolta radicale. Se la Repubblica Italiana è fondata sul lavoro, è DAI CONSOLATI la Repubblica Italiana che deve garantirlo! La categoria dei Maestri del Lavoro ha fatto il proprio dovere e ha dato un contributo allo sviluppo del Paese. Non è questa una astratta espressione demagogica, è la dichiarazione di un diritto. Negli sguardi dei neo Maestri si leggeva una luce di vittoria, un messaggio di gioia che premiava i sacrifici di una vita e non era un segno di resa. Tutt’altro! Ancora una volta il Console Vergani ha lamentato l’assenza di membri del Governo, rappresentato dal Prefetto di Milano, e dei vertici di Regione, Provincia e Comune di Milano, i cui sostituti hanno esposto le motivazioni della crisi, peraltro attribuendone la responsabilità a motivazioni ed eventi di competenza altrui. In Lombardia, qualche speranza di lavoro è legata all’EXPO 2015 che potrebbe rappresentare la svolta per il rilancio dell’immagine italiana nel mondo. Chissà che le condizioni che ci hanno spronato negli anni 60 a costruire il “miracolo economico” tornino a risplendere ancora; i lombardi e tutti gli italiani ci vogliono credere. Sul sito del Consolato Regionale Lombardia è visibile la registrazione dell’intera cerimonia. MdL Umberto Seclì IL 1° MAGGIO IN MARCHE Nella nuova sala dell’Auditorium della Mole Vanvitelliana di ANCONA, scelta dalla Prefettura per la prima volta quest’anno, si è svolta la manifestazione per la consegna delle onorificenze al Merito del Lavoro 2014. La sala gremita dalle Autorità civili e miltari, dai Maestri e Maestre del Lavoro sia già insigniti che quelli in attesa della decorazione, dai familiari, conoscenti e dai dirigenti delle Aziende. Oltre al Prefetto di Ancona, Alfonso Pironti in rappresentanza del Governo, erano presenti anche gli altri Prefetti delle Regione, le più importanti Autorità militari che risiedono nel capoluogo, tutti i Sindaci delle città e i rappresentanti delle Aziende dei nuovi insigniti. Il Prefetto, ricordando il valore dell’onorificenza al Merito del Lavoro ha elogiato i Maestri per il loro impegno e la loro dedizione al lavoro. Tutto ciò fa riflettere sul lavoro sempre più scarso in questi tempi, alla recessione dell’economia, alla necessità di misure urgenti a favore delle imprese, alla riduzione della burocrazia. Ha preso quindi la parola, in rappresentanza del Governatore Spacca, l’Assessore Regionale Paola Giorgo che ha sostenuto, a ragione, che il lavoro è democrazia ed è crescita economica. Oggi sempre più scarso diventa il lavoro femminile e quello per i giovani e il Governo e la Regione stanno predisponendo misure atte per sostenerlo. Infatti, parte dal 1° di Maggio l’iniziativa “Garanzia Giovani”. Il Sindaco di Ancona, Valeria Mancinelli ha reso onore agli insigniti di questa importante onorificenza. I Maestri sono di esempio verso tutti, poiché l’insignito è una persona che ha fatto bene il suo compito dimostrandolo con atti concreti. Il Direttore dell’Ufficio Regionale del Lavoro Giovanni De Paolis ha fatto riferimento alla situazione lavorativa nelle Marche, descrivendo tabelle e indici negativi di occupazione. Soprattutto a soffrire è il lavoro per i giovani in quanto il mercato è in seria difficoltà e solo con misure idonee sarà possibile superare questo difficile momento. Il progetto “Garanzia Giovani” è un’iniziativa che va nella giusta direzione e occorre aver fiducia e impegnarsi affinché le cose cambino in bene. Ha quindi preso la parola il console regionale della Federazione Maestri del Lavoro d’Italia Iridio Mazzucchelli che, ha portato un valido contributo alla riflessione aperta sulla disoccupazione femminile e giovanile ed anche sulla necessità di un maggior controllo sulle Imprese circa la Sicurezza sul Lavoro. Terminati gli interventi istituzionali si è proceduto alla consegna delle medaglie ai trentasei nuovi insigniti suddivisi tra le varie province marchigiane, di cui ben sette sono donne. Alle sette nuove Maestre, la coordinatrice Marisa Baldoni coadiuvata dalla Maestra Palmina Angeloni ha consegnato IL MAGISTERO DEL LAVORO • n. 3 Settembre 2014 31 DAI CONSOLATI a ciascuna un mazzo di fiori donato dal Consolato Regionale. Infine, proprio per creare quell’atmosfera di cordialità e di amicizia tra tutti, il console regionale Mazzucchelli e i consoli provinciali di Ascoli Piceno-Fermo Amici, di Macerata Marzioni e di Pesaro Tellinai, i Viceconsoli accompagnati dalle rispettive consorti, il Segretario Regionale Refe e altri dirigenti dei Consolati Provinciali, hanno festeggiato i nuovi Maestri e i loro familliari al ristorante del Fortino Napoleonico di Portonovo di Ancona. IL 1° MAGGIO IN SICILIA Nell’Aula Magna della facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di PALERMO sono state consegnate le Stelle al Merito del Lavoro a 30 lavoratori e 7 lavoratrici della Sicilia. I 37 neo Maestri del Lavoro insigniti dal Presidente della Repubblica risiedono nelle provincie di Caltanissetta (cinque), Catania (sei), Enna (quattro), Messina (due), Palermo (undici), Ragusa (uno), Siracusa (sei), Trapani (due). Alla solenne cerimonia erano presenti numerose Autorità civili e militari, rappresentanti delle altre Prefetture della Regione, Consoli Provinciali e Consiglieri Nazionali siciliani della Federmaestri d’Italia e tanti familiari dei decorati. Nel saluto di apertura il Prefetto dottoressa Cannizzo, ha rivolto un caloroso ringraziamento a tutti i convenuti ed ai nuovi Maestri un vivo compiacimento per aver saputo, nella loro lunga esperienza lavorativa, mostrare con continuità, nei fatti e nei comportamenti, serietà, onestà, dedizione ed impegno. Ha sottolineato l’alto significato delle Stelle al Merito del Lavoro, che sono di grande valore oggi più di ieri per le preoccupazioni che si nutrono per la crisi economica ed occupazionale. Il Cav.Lav. Alessandro Scelfo, Presidente del Gruppo Sici- 32 IL MAGISTERO DEL LAVORO • n. 3 Settembre 2014 liano dei Cavalieri del Lavoro, ha portato il saluto, del Presidente della Federazione Nazionale Antonio D’Amato, ed ha espresso il suo compiacimento agli insigniti, riconoscendone l’efficace contributo dato per la crescita ed il progresso delle aziende di appartenenza. Vincenzo Farina, Console Regionale della Sicilia della Federazione Maestri del Lavoro d’Italia, ha letto il saluto del Presidente e del Vice Presidente per il Sud della Federazione, Amilcare Brugni e Vincenzo Esposito, ed ha dato ai neo insigniti Maestri un affettuoso benvenuto nella famiglia magistrale del lavoro, che costituisce – ha detto - un “esempio ed insegnamento di chi ha posto in primo piano il valore del merito, cosa preziosa oggi per le nuove generazioni che si affacciano nel complesso mondo del lavoro, sempre con maggiori difficoltà, dovute alla profonda e prolungata crisi globale”. Crisi che vede l’Italia più coinvolta, essendo sensibile la riduzione dei consumi e la mancanza di crescita, la minore produttività e l’allargarsi della disoccupazione per chiusura di stabilimenti ed aziende, perché i governi non sono stati e non sembrano in grado di dominare tali fenomeni. Nel dare notizia che, ad opera della Commissione Scuola e Lavoro della nostra Federazione e del Ministero della Istruzione, Università e Ricerca, è in corso un progetto pilota diretto a definire una cultura del lavoro basata sui meriti, sulla preparazione, sull’aggiornamento continuo, con l’obiettivo di stimolare l’energia e la creatività dei giovani studenti e la loro speranza di futuro ed anche di favorirne l’inserimento nei settori produttivi, l’oratore ha fatto presente che i Maestri del Lavoro di Sicilia, attraverso gli annuali vari incontri con gli studenti, realizzati presso gli istituti scolastici, sono impegnati a realizzare tale progetto, nel quale sono coinvolti tre Istituti superiori (a Catania, a Siracusa ed a Trapani. L’Assessore Regionale al Lavoro, Giuseppe Bruno ha voluto DAI CONSOLATI esprimere le più sentite felicitazioni ai nuovi Maestri, che insigniti della Stella al merito del Lavoro hanno onorato i loro paesi e se stessi, diventando testimoni dei valori costituzionali del lavoro, valori civili e sociali, oltre che economici. Quindi Leoluca Orlando, Sindaco di Palermo, ha riconosciuto alla cerimonia il grande merito di riportare l’attenzione sui valori veri dell’uomo e sul lavoro quale strumento di realizzazione delle aspirazioni personali, un diritto indissolubilmente connesso alla dignità dell’individuo, di cui, purtroppo, oggi sono privati buona parte dei giovani e delle donne. IL 1° MAGGIO IN UMBRIA La Consegna delle stelle al merito per l’Umbria si è svolta presso il “CENTRO CONGRESSI della CAMERA di COMMERCIO INDUSTRIA e AGRICOLTURA di PERUGIA”. In una sala completamente gremita, circa 350 presenti, con grande partecipazione di daori di lavoro, familiari e amici dei neo Maestri. Su invito dei Consoli Provinciali di Perugia e di Terni erano presenti i componenti dei Consigli di Perugia, di Terni e tanti Maestri del Lavoro della Regione. Sono intervenuti come autorità di governo: il Prefetto di Perugia Antonio Reppucci, il Vice Prefetto Vicario di Terni Andrea Gambassi, il Direttore della “Direzione Regionale del Lavoro” Sabatino Chelli. Inoltre erano presenti: il Sottosegretario del Ministero degli Interni Gianpiero Bocci, la Presidente della Regione Catiuscia Marini, i Sindaci che avevano nuovi Maestri del Lavoro dei Comuni di residenza, i Questori delle Province di Perugia e Terni, autorità locali delle Forze dell’Ordine di Polizia, Carabinieri e Vigili del fuoco. Gli oratori intervenuti a sottolineare l’importanza ed il significato della Cerimonia della consegna della Stelle al Merito, sono stati - il Direttore della Direzione Regionale del Lavoro di Perugia Chelli, il Console Regionale dell’Umbria Giampaolo Censini e il Prefetto di Perugia Reppucci. 21 i nuovi insigniti, 17 per la provincia di Perugia, 4 per la provincia di Terni. In particolare il console regionale Giampaolo Censini ha rivolto un caloroso saluto ai nuovi Maestri “ai quali va” – ha detto – “il mio più sincero sentimento di gratitudine per aver meritato con il loro esemplare comportamento nella vita lavorativa questo riconoscimento che la società civile oggi gli conferisce”. Ha quindi salutato i datori di lavoro per aver consentito la crescita professionale e lavorativa di tanti Maestri in un momento così critico e difficile per il lavoro in Italia. “A loro va anche l’augurio” – ha sottolineato il Console – “che questa stagione grigia nel mondo del lavoro possa presto rasserenarsi e le aziende possano riacquisire quella fecondità creativa e lavorativa che da sempre ha contraddistinto il tessuto lavorativo Italiano e della nostra Umbria con il “made in Italy” nel mondo, e che il grigiore che da tempo ci opprime”. Il mio auspicio e la mia preghiera alle istituzioni, ai governanti e a tutti coloro che hanno parola nel mondo del Lavoro che si attivino in modo che i nostri talenti non se ne vadano dalla nostra terra e con loro anche le aziende, ma che possano ricapitalizzare le loro conoscenze qui, in Italia; per far rinascere un nuovo e competitivo tessuto industriale. In particolare noi Maestri non dobbiamo perdere la speranza e credere fermamente su quello che recita il primo articolo della Costituzione della nostra Repubblica: ”L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”. In questo momento di stallo politico ed economico, sono convinto che, l’Italia potrà ripartire solo se l’orgoglio e l’onestà di crescere nel rispetto reciproco, sentimenti che sembrano scomparsi, si impossesseranno ancora dell’ambiente in cui si vive e si opera. IL MAGISTERO DEL LAVORO • n. 3 Settembre 2014 33 MEHALEON “IL PRESCELTO” Un lavoro della collega Carmen Ingrosso Carmen Ingrosso, una collega che è sposata da 37 anni con Antonio Andreucci, il Console Provinciale dei Maestri del Lavoro di Brindisi (due figli, Piergiorgio e Carlo) lavora da 40 anni in una azienda aeronautica nota nel territorio pugliese. Ha presentato recentemente, nella meravigliosa sala della Colonna Romana di Palazzo Nervegna a Brindisi il suo nuovo libro dal titolo non comune: “Mehaleon il prescelto” che oggi segnialiamo nella nostra rubrica. Premesso che tutto il ricavato della vendita del libro l’autrice l’ha già destinato in beneficienza rinunciando anche ai diritti di autore per scopi prettamente umanitari “no-profit”, va sottolineato che questa è la seconda opera di Carmen che ha già dato alla luce un volume di poesie a carattere spirituale “Karmel”. Mehaleon “il prescelto” è una storia vera di un uomo comune (nato da una famiglia semplice), un italiano, che ora vive in Germania. Era un uomo affermato, di successo, che ad un certo momento della sua vita ha sentito forte dentro di sé il richiamo dello Spirito Santo che ha preso dimora in lui, lo ha guidato e lo guida in tutto il suo operato. Emozionante è l’incontro con il Divino quando è entrato il lui, abitandolo permanentemente ed ha cambiando la sua stessa vita, trasformandolo e facendolo diventare “Mehaleon” (nome spirituale). Mehaleon non ha mai smesso di chiedersi “il perché della vita” e la sua spiritualità in crescendo negli anni lo ha portato ad allontanarsi sempre più dalla vita mondana fino a quando è stato posto dinanzi ad un bivio: ed egli ha fatto la sua scelta un solo SI’ che racchiude centinaia e centinaia di NO; NO al potere, NO alla mondanità, NO alla ricchezza, NO, NO, e ancora NO… Da quel momento inizia per lui un percorso spirituale intenso con prove durissime da superare, la prova del fuoco, la prova dell’umiliazione, la prova del grande digiuno, la prova del distacco dai beni materiali, la prova sul suo isolamento dal mondo e la sua graduale trasformazione. Prove che lo hanno portato, attraverso il suo SI’ incondizionato ad abbracciare una vita fatta di sacrifici che nel silenzio e senza lamentarsi mai, quotidianamente egli eleva a Dio Padre. Il messaggio del libro è L’AMORE. L’UNICA STRADA E’ L’AMORE – L’UNICA VIA DI SALVEZZA E’ L’AMORE – AMATE IL MONDO E TUTTI I SUOI ESSERI CON AMORE INCONDIZIONATO E LA VERA VITA SI SVELERA’ A VOI IN TUTTA PIENEZZA. Il libro della collega Carmen Ingrosso, in tutte le sue espressioni, in alcuni aspetti anche molto forti, trasmette sempre e solo la bellezza, la grandiosità e la misericordia dell’Amore. Il Dio di cui si parla nel libro non appartiene ad una religione diversa, è il Dio di tutte le genti, che abbraccia tutti i credo religiosi, che non fa distinzione alcuna, tra colore della pelle, area geografica, sesso o credo religioso. E’ un Dio che unisce i popoli in una fratellanza di tutte le genti, non mette paletti o barriere tra le varie culture e religioni anzi appiana tutte le diversità ed eleva tutti a FIGLI DELL’UNICO PADRE. 34 IL MAGISTERO DEL LAVORO • n. 3 Settembre 2014 INTERVISTA L’età della saggezza In occasione del nostro XXXIV convegno nazionale del maggio 2014, ad Ascoli Piceno, con il mio intervento in qualità di Vice Presidente per il Centro Italia ricordavo, all’inizio, gli impegni assunti durante quello del 2012 a San Remo in ordine al ruolo dei Maestri del Lavoro nella società ed esprimevo il più sincero compiacimento per gli obiettivi che ci eravamo allora prefissati, tesi alla riaffermazione delle finalità contenute nello spirito della legge istitutiva della nostra Federazione, finalità che siamo riusciti a preservare nonostante qualche tentativo di modifica. Insieme a diverse altre considerazioni, sollevavo ad Ascoli Piceno il problema della “terza età” che accomuna buona parte dei Maestri del Lavoro e che, aggiunsi, è anche L’ETÀ DELLA SAGGEZZA oltre che, per i Maestri, dell’esperienza e della professionalità. A mio parere, pur aumentando in Italia la percentuale di ultrasessantenni, è sbagliata la visione che emargina l’anziano solo perché considerato non più utile al ciclo produttivo; occorre, invece, reimpostare una nuova cultura in modo che l’anziano possa assumersi delle responsabilità basate sul concetto del passaggio dalla “produttività economica” a quella “sociale”, nella quale si intravede la “possibilità di valorizzare pienamente la polivalenza delle persone anziane”, come sosteneva Umberto Morelli Direttore dei corsi all’Università di Torino; molte di loro sono impegnate anche nell’attività amorevole della cura per i nipoti più o meno piccoli, specialmente quando i genitori lavorano. Questo è il 32° anniversario dell’ “anno dell’anziano” da quando fu proclamato, nel 1982, dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. L’O.N.U. ha più volte invitato i Paesi membri a dedicare “una riflessione particolare sulla situazione e sulle politiche relative alla “terza età” per attirare l’attenzione dei giovani su questo problema”. Negli U.S.A. con un atto del 1967 si protegge chi ha più di 40 anni; il codice dell’Ontario e la legge sui diritti umani dello Stato di New York aggiungono precisazioni. Fa lo stesso il Regno Unito con “l’Emploimens Equality Age Regulations” del 2006. “Viceversa in Italia non c’è legge”, scrive Michele Ainis su l’Espresso del 30 aprile 2014, “a eccezione d’un decreto legislativo del 2003, di cui nessuno, (neppure il governo) conosce l’esistenza”. Non sono, come sappiamo, tutte adeguate né sufficienti le strutture pubbliche ricettive per dare assistenza agli anziani che ne hanno bisogno. Ritiene inoltre, lo stesso Ainis, che in Italia “dopo decenni di gerontocrazia siamo passati all’estremo opposto”. Ipotizzavo nel mio intervento ad Ascoli Piceno, quale necessità, l’istituzione di un apposito strumento governativo in materia, come un Dipartimento, e il riesame dell’art. 11, punto 2, della legge 143/1992 oltre che dell’art. 4 del nostro statuto. Nel 2011 Sergio Zavoli si domandava, prendendo spunto da alcuni articoli di stampa: “ma è proprio vero che siamo più giovani, a ogni età, di quanto attesti l’anagrafe, cioè la sola burocrazia che, da quando è nata, non ha mai riformato il suo mestiere?” Alcuni geriatri affermano che ognuno di noi ha una propria “età biologica” il più delle volte diversa da quella anagrafica, per cui si può dedurre che “essere più giovani di una decina d’anni rispetto alla nostra età anagrafica non solo non è raro, ma lo sarà sempre meno”. Occorre, ho sempre sostenuto, crederci e “pensare positivo” come si fa quando si praticano alcuni sport attivi; così come i migliori risultati si ottengono con le idee ed il concreto attivismo, non con la carta di identità; ovviamente, fino a quando per ciascuno è possibile. C’è purtroppo, in mancanza di strutture sociali di sostegno, il caso di persone che, pur essendo ancora valide mentalmente, si trovano in precarie condizioni di salute, costrette, talvolta, anche al “decadimento” causato dall’emarginazione sociale e persino dal rifiuto affettivo, per le quali, invece, “quello che non finisce mai è il bisogno di comunicare.” Con riferimento ad iniziative a favore della “terza età e del miglioramento delle relative condizioni sociali”, di cui il Consiglio nazionale della nostra Federazione, in aprile 2014, ha preso atto e delle quali il nostro Segretario Generale, insieme a validi suoi collaboratori, si sta occupando avendo preso contatti con diverse altre importanti Associazioni per i necessari approfondimenti e valutazioni - il secondo incontro si è tenuto il 16 giugno scorso presso la sede del Censis, presenti il Direttore Generale e due Dirigenti di questo importante Istituto di ricerche socio-economiche - desidero rivolgere i migliori auguri di buon lavoro invitando a tenere conto e rispetto dei “Diritti degli Anziani” proclamati dalla Federazione Europea Persone Anziane; tali diritti, infatti, sono affidati alle diverse Organizzazioni internazionali e nazionali, alle comunità cristiane, a tutti gli uomini di buona volontà, agli anziani stessi perché insieme ci si adoperi per assicurare a tutti gli anziani la necessaria assistenza, piena dignità e pace. Secondo tale proclama l’anziano, in sintesi, ha diritto: a una assistenza fisica; a una assistenza economica; a una assistenza sociale; a una assistenza culturale e, per se stesso, alla libertà. Concludo riportando le seguenti indicazioni condivise, quindi ritenute necessarie, da molti colleghi Maestri del Lavoro: occorre rivalutare la “terza età” e dare ad essa una dignità che sta scomparendo. Oggi, più che mai, la società ha bisogno della riscoperta dei valori dei quali gli anziani sono sempre stati i principali portatori. MdL Rolando Ceccotti IL MAGISTERO DEL LAVORO • n. 3 Settembre 2014 35