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GIADA PACINI - Foto di Antonio Cassaro
WEBZINE FREE DOWNLOAD by A.C. JAPANIMATION - Anno VI - n. 57
NEWS
COSP
LAY
CULTURA
MUSIC
A
EVENTI
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EDITORIALE
S
alve a tutti, carissimi amici di
JAPANIMANDO! Quant’è
bello essersi finalmente sbarazzati
dell’inverno ed essere consapevoli
che le belle giornate sono ormai
alle porte... magari
non subito, magari
non sempre calde e
soleggiate... ma che
sicuramente agevoleranno i nostri
prossimi appuntamenti presso le nostre location di
Roma e dintorni.
Abbiamo infatti ripreso, dopo quattro
anni, l’appuntamento itinerante
per fotografi e cosplayers “Fotocosplay” presso vari
parchi e a maggio
daremo nuovamente luogo ai nostri vari raduni per
appassionati e cosplayers.
La cosa più bella è
che, finalmente, cominceremo a realiz-
zare la nuova edizione della nostra
rubrica sul fantastico “Wondergate”, visibile
periodicamente sia
su web che in tv.
Attraverso le nostre attività, continueremo a dare
visibilità agli operatori del settore e a
divulgare questa
cultura presso chi
non la conosce...
proprio come facciamo attraverso
questa webzine.
Anche questo numero non è riuscito
ad aumentare le pagine culturali ma
non fa niente; a
quanto ci risulta il
gradimento delle
persone è sempre
alto e questo ci gratifica non poco,
anche se non vediamo l’ora di ricevere ancor più
materiale come un
tempo. Grazie e
buona lettura!!
SOMMARIO
L’anima artistica di Flaminia Kennedy........... pag. 4
Do you like horror?.......................................... “
6
Ecco il n. 26 di “Sbam! Comics”! ................... “
9
L’arte fotografica di Antonio Cassaro .......... “ 10
“Rec”.................................................................... “ 14
Mariachiara tra romanticismo e mistero ..... “ 16
Davide Ruvolo, speedpainter dell’anima....... “ 18
I fantastici voli pindarici di Martina ............... “ 20
La via del fumetto di Mirko Treccani ............ “ 24
I mondi paralleli di V.A.G.A. ............................ “ 28
I mondi a fumetti di Jabez White ................... “ 30
Il fantastico Oriente di Francesca ................. “ 32
L’incontenibile istinto del disegno................. “ 36
“Christopher Lee” ............................................ “ 40
Nel segno del “Nautylus”! .............................. “ 42
Il piacere di disegnare di Sara Briotti............ “ 46
Fumetto e manifestazioni oniriche................ “ 49
“La rivolta dei pacifici” ..................................... “ 50
I mondi manga di Ivana De Marco ................ “ 52
“Tofffsy e l’erba musicale” ............................... “ 54
La soddisfazione di scrivere horror .............. “ 58
Sogni, forme e colori di Angelica ................... “ 60
V. D’Amico
A.C. JAPANIMATION sul WEB: www.japanimation.it - www.wondergate.it
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materiale non vuole violare nessun Copyright, poiché è esclusivamente a titolo informativo e ludico.
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L’ANIMA ARTISTICA DI FLAMINIA KENNEDY
https://www.fiverr.com/flaminiakennedy - Su Facebook: FlaminiaKennedy
C
iao a tutti! Mi
chiamo Sara
Campi, in arte
Flaminia Kennedy. Sono
una ragazza ligure di 25
anni e la mia passione per
il disegno si è sviluppata
assieme all’amore per la
scrittura. Il tutto è nato
quando alle mie acerbe
fanfiction accompagnavo
qualche disegno dei personaggi presenti, sebbene
non fossero certo capolavori, all’epoca!
Durante il periodo scolastico, essendo una ragazzina molto timida, tutto
ciò che facevo era tuffarmi nei quaderni e disegnare caricature dei
docenti come se fossero
vere e proprie strisce comiche che, però, abbandonai una volta conclusi
gli studi.
Ho passato parecchio
tempo lontano dal disegno, avvolta da libri di
tutti i generi, tra Giorgio
Faletti e Tolkien, convinta
di poter scrivere il tanto
agognato romanzo che
però ancora deve venire
alla luce del sole.
Durante l’epoca d’oro di
Myspace, quando entrai
all’interno del mondo del
Roleplay ritornai poco a
poco sulla strada del disegno, cominciando a migliorare i miei precedenti
‘omini’ in qualcosa che
possedesse maggiori
sembianze umane!
Aprii un account su Deviantart, che è faticosamente attivo ancora
adesso, e iniziai a caricare
i miei lavoretti un po’ alla
volta, notando che più disegnavo, più diventavo
brava in quello che facevo! Era veramente soddisfacente vedere come
le luci e le ombre iniziavano a diventare sempre
più professionali, nonostante fossi completamente autodidatta.
Venni aiutata parecchio
anche dai tutorial che pescai in giro per il web, per
potermi concentrare su
metodi di disegno differenti, ma sempre e comunque in stile più o
meno anime. Dopodichè,
un giorno, incuriosita da
come la mia amica otteneva grandi risultati con il
digital painting, le chiesi
se poteva darmi alcune
dritte... e da lì iniziai ciò
che faccio ancora adesso
per piacere o per
commissione: dipingere in
stile semi-realistico, abbellendo le mie illustrazioni con background
sempre più complicati e
pose un po’ meno ‘plastiche’.
Dopo anni, nonostante
abbia ancora molto da
imparare, mi sento abbastanza confidente in
quello che faccio e cerco
ogni giorno di trattare
questa mia passione
come un lavoro cercando
sempre più di migliorare
le mie illustrazioni; svagandomi tra semi realismo e chibi, passando per
qualche comic improvvisato, per poi andare a
creare qualche adottabile.
Ho abbandonato temporaneamente il sogno di
diventare scrittrice, ma
credo che sia stato per il
meglio, siccome ora il disegno è una parte molto
importante della mia vita
e del mio essere, oltre al
fatto che sono totalmente arrugginita con la
scrittura e solo scrivere
questa piccola intervista
mi è sembrato quasi impossibile!
Spero di poter continuare a migliorare con le
illustrazioni ed altresì di
poter conservare la voglia di tingere colori su
foglio, anche digitale, finchè avrò ispirazione e
passione!
Sara
Campi
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DO YOU LIKE “HORROR”?
Su Facebook: Anatomia dell’Horror
S
alve a tutti, ragazzi!
Mi chiamo Francesco... alcuni, forse, mi
conoscono meglio come
Squalo Pazzo, (ex) YouTuber culinario e gestore
della pagina Facebook,
Shark In The Kitchen. Sono
nato a Latina, il 17 maggio
di un lontano 1975. Dopo
quasi 15 anni di carriera
in una multinazionale farmaceutica, la crisi mi ha
colpito direttamente e, da
4 anni, sono senza lavoro
fisso. Insomma, nel peggiore dei modi, incarno la
situazione attuale dell’italiano medio. Una cosa
che, invece, non ha mai
subito crisi di sorta, è la
mia passione per l’horror,
in tutte le sue forme: a 6
anni vidi per la prima
volta “L’esorcista”, di nascosto da mia madre, e
ne rimasi affascinato. Da
allora, la mia curiosità si è
allargata ai mostri sacri, in
ogni senso, del genere, innamorandomi delle figure
del Conte Dracula, del
mostro del dr. Franken-
stein, dell’uomo lupo e
via discorrendo. Tutto ciò,
alimentato anche dall’amore spassionato per
le produzioni nipponiche:
chi non ricorda “Carletto
il principe dei mostri”, “Devilman” o “Bem il mostro
umano”? Il mio destino
sembrava segnato: ci-
nema, animazioni e fumetti (l’avvento di Dylan
Dog e i mensili come
Splatter, Scanners, Mostri,
ecc.), tutto mi portava ad
amare e sempre di più il
genere horror. Con gli
anni e la necessità (a 20
anni ho iniziato a lavorare
e sono andato a vivere da
solo) ho iniziato a perfezionare le mie capacità
culinarie, mentre continuavo a scarabocchiare
per puro divertimento
personale. Un discreto
seguito ebbi ai tempi dei
“groups” di Microsoft, poi
sostituiti con MySpace,
con la parodia online di
Matrix, “Enter The Maranza” (titolo parodistico
del videogioco dedicato
alla saga cinematografica,
Enter The Matrix). Ma
qualsiasi “deviazione”
prendesse la mia vita,
tutto sembrava riportarmi al primo, vero,
grande amore: l’horror.
Così, con l’avvento di Facebook, ho avuto la possibilità di conoscere
professionisti, e promettenti artisti emergenti, di
ogni settore, che condividevano questa mia passione. Nel tempo, ho
maturato l’idea di creare
un qualcosa che si differenziasse dalla massa di
pagine e gruppi presenti
sul social, ognuno copia e
incolla dell’altro. Così,
parto da un’idea di base:
creare un personaggio,
qualcuno che incarnasse
il sottogenere che più
amo: lo slasher. Butto giù
dei bozzetti e nasce il
serial killer Eric Bale!
Parto dalle basi, scrivo la
storia (pubblicando i
primi due capitoli a fumetti) e creo, dal niente,
ciò che più caratterizza le
icone del cinema horror/slasher: una maschera, facendo il calco
del mio volto e usando
della pelle recuperata da
un divano ormai vecchio.
Credendo pretenzioso
lanciare solo il personaggio, creo la pagina “Anatomia dell’Horror”, una
sorta di contenitore di
tutto ciò che riguarda le
produzioni audio/visive
del genere, con contenuti
originali, creando anche
un fumetto dedicato a
Eric Bale, un canale YouTube e stringendo delle
collaborazioni. Infatti, affascinato dal progetto, lo
stesso Federico Tadolini,
scrittore e regista emergente dell’underground
italiano, di corti come
“Guanti Neri”, “Evisceral
Plague” e “Video Nasty”
(episodio contenuto nel
film corale “17 a mezzanotte”), mi chiede di
poter scrivere un racconto sulle origini di Eric
Bale. Naturalmente, entusiasta, do il mio pieno
consenso e, la prima
parte, viene pubblicata. Il
mio fine ultimo, del resto,
è sfruttare il fascino del
personaggio e della storia
alle sue spalle, per coinvolgere artisti di ogni genere (fumettisti,
illustratori, sceneggiatori,
scrittori, registi, ecc) e
creare un mondo vivo
che renda Eric Bale un
nome di riferimento per
gli amanti del genere…
ma che non siano solo
passivi fruitori dei contenuti da me creati, ma che
possano apportare, col
loro talento, idee e lavori,
tanto da creare, quanto
prima, una vetrina a 360
gradi. Anatomia dell’Horror
si pone come uno strumento vivo, quindi, capace
di coinvolgere ogni sistema di comunicazione,
dalla musica, al disegno,
alla scrittura. E, su questa
strada, anche il colorista
Massimo Cavenaghi
(“Draco”, “Norby” il gatto
a fumetti) si propone, entusiasta, di partecipare,
colorando una mia illustrazione. A breve, raggiunto un decente
numero di iscritti alla pagina, il progetto finale che
mi sono posto prenderà
vita, dando massima visibilità agli artisti più talentuosi ed ispirati: creare
un evento che porti Anatomia dell’Horror, Eric
Bale e chiunque si senta
coinvolto a dare il suo
contributo, ad un livello
superiore, puntando decisamente in alto! Pretenzioso? Utopico? No, non
credo. Perché ho visto
quello che sono in grado
di fare tanti ragazzi, le capacità e la voglia di mettersi in gioco... serve solo
qualcuno che dia il giusto
input, metta in campo le
proprie conoscenze e
creda nel lavoro di
gruppo. Non voglio esternare troppo, di quel che
sarà, perché voglio che
sia la passione, al di sopra
della competizione, a
portare avanti il tutto e a
premiare i meritevoli. È
un percorso lungo e difficile, soprattutto per me,
per la mia situazione, ma
condividere un progetto,
una passione, un fine ultimo, è un carburante che
fa bene all’anima e al
cuore. Quindi, ringraziando Japanimando e i
suoi lettori, per la grande
opportunità di visibilità,
invito chiunque sia appassionato di fumetti, anime,
racconti, leggende metropolitane, serial killer, di
tutto ciò che riguarda
l’orrore cinematografico
e non, e chi ha un piccolo
grande artista dentro di
sé e vuole mettersi in
gioco, di seguire ADH e
diventare parte integrante di ciò che aspira
ad essere: una comunità
viva, che si muove in una
direzione comune, oltre
la fredda pagina in 2D di
un social network. Un saluto di cuore da me e...
dal vostro Eric Bale!
Francesco
Bernardis
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ECCO IL N. 26 DI “SBAM! COMICS”!
www.sbamcomics.it - www.museowow.it
S
BAM! Comics è la
rivista digitale a fumetti e sui fumetti.
Esce ogni due mesi e si
scarica gratuitamente dal
sito: presenta una vetrina
di anticipazioni, recensioni e interviste dal
mondo dei comics e
vuole essere un punto di
incontro e dibattito tra
appassionati. Si propone
inoltre di pubblicare le
opere dei nuovi fumettisti
e degli aspiranti professionisti.
È ora disponibile il numero 26, Marzo/Aprile
2016.
mare, con Corto protagonista.
REVIEWS
Solita Sbam-carrellata tra
le novità più succose in libreria, edicola e fumetteria, con le nostre
recensioni. E tra le pagine
della rivista, qua e là
fanno capolino anche le
rece-Flash: non perdetele!
IN QUESTO NUMERO...
IN COPERTINA
Parliamo di serie tv tratte
dai fumetti, affidando alla
Supergirl di Ivan Passamani la cover. All’interno,
la nostra analisi (anche
storica) del fenomeno, il
parere di Giuliano Gambino di MoviesBook e l’intervista esclusiva a Paul
Azaceta, disegnatore di
Outcast.
STAR WARS
IN MOSTRA
Torniamo a parlare di
Star Wars in occasione
della nuova mostra di
Wow Spazio Fumetto: una
delle saghe più amate di
tutti i tempi analizzata in
ogni suo aspetto, dal Fu-
metto al cinema (e ritorno).
L’UOMO DEI RECORD DI
ALAN FORD
La nostra intervista a
Dario Perucca, disegnatore di Alan Ford da
trent’anni: il suo lungo lavoro sulle tracce di un
mostro sacro come Magnus.
DA THE CROSSING A VIA
BUONARROTI
Da un’autoproduzione di
stampo strettamente su-
pereroistico al mondo di
Martin Mystère con Bonelli: l’esperienza di Salvatore Cuffari, medico di
giorno, fumettista di
notte.
Così inauguriamo la rubrica New Generation.
A PROPOSITO DI CORTO
MALTESE...
Lo scrittore e saggista
Emiliano Ventura ha intervistato per noi Marco
Steiner, amico e collaboratore di Hugo Pratt e
autore del romanzo Oltre-
FUMETTI
Le strip del Tarlo, di Cose
da... extraterrestri, di Pieri
& Kant, di Federica e di
Kugio e Gina.
Le nuove rubriche affidate a Pietro ‘PV’ Vanessi
e a Denis Battaglia.
Lo Spazio profondo di
Ivan Passamani, la particolare versione zagoriana
delle Blacky Mole di Antonio Pannullo, la proposta
di Casarini & Doghini e le
fiabe rivisitate dal trio
Croce-Delli Santi-Di
Marco.
INOLTRE...
Il nostro incontro con
Giuseppe Calzolari, direttore della Scuola del Fumetto di Milano, la novità
It Comics, la recensione
del Deadpool cinematografico, i consigli di lettura extra-fumetto,
curiosità assortite...
Redazione
Sbam! Comics
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Valentina Cattro
L’ARTE FOTOGRAFICA DI ANTONIO CASSARO
Su Facebook: Kuma Cosplay Photography & Post Production
S
zione era rompere le scatole ai miei amici durante
le gite e le feste per immoralarli nei momenti
peggiori ahahhahahahaha
(quanto mi odiavano al
momento, ma poi erano
felici di avere dei bei ricordi).
Con il passare degli anni
persi di vista per un po’
questa mia passione ed
iniziai a dedicarmi alla
grafica; intrapresi la
scuola d’arte ad Alghero,
e mi diplomai nel corso
di Grafica e Fotografia.
Continuai per qualche
anno a lavorare in alcuni
studi grafici come apprendista e alla fine aprii
alve a tutti, mi
chiamo Antonio
Cassaro in arte
Kuma e sono un ragazzo
di 30 anni. La mia passione per la fotografia è
nata da ragazzino (salto
tutta la parte di quando
ero piccolo e stressavo
mio padre per usare la
sua Reflex a rullino per
non annoiarvi troppo); un
giorno i miei mi regalarono una compatta digitale da 1.3 Megapixel, che
al tempo era già una
grande macchina, e da li
iniziai a fotografare qualsiasi cosa: paesaggi, oggetti, persone; ma la mia
più grande fonte di ispiraGiada Pantani
Perla Moretti
il mio studio grafico (che
purtroppo dopo 4 anni,
per via delle troppe
spese, dovetti chiudere);
nei primi 2 anni mi dedi-
Andrea Barbieri
Tania Nya Casali
cai come un matto alla
grafica, ma sentivo che mi
mancava qualcosa, quel
qualcosa che mi spingesse
a superare i miei limiti e
finalmente comunicare
qualcosa.
Pensa e ripensa... presi in
mano la mia prima Reflex
digitale canon 450d ed
uscii per prendere un pò
d’aria. Trovandomi in un
posto di mare decisi di
camminare ad un certo
punto mi fermai in mezzo
alla spiaggia per ammirare
il tramonto; decisi di fare
un paio di foto ed in quel
momento capii veramente cosa mi mancava e
mi ricordai quanto fosse
bello ed importante per
me fotografare (purtroppo il vecchio hard
disk si è bruciato e ho
perso quelle foto)!
Dal quel giorno decisi di
dedicare tutto me stesso
alla fotografia. Piano
piano chiedevo a sempre
più amici di posare per
me per provare nuove
tecniche e nuovi temi ma
capii che non era ancora
abbastanza in quanto
mancava quel qualcosa
che mi permettesse di
esprimere al meglio ciò
che volevo comunicare.
Quindi, esaminando alcuni workshop (sopratutto quello di Francesco
Marzoli, di cui consiglio a
chiunque di visionarne il
canale web) scoprii cosa
fosse la post produzione
e di quanto fosse potente; non tanto per il
fatto di rendere le persone più belle o di togliere brufoli o cose
simili, ma proprio per la
possibilità di poter dare
un sapore, un colore e
un’emozione che prima
non potevo dare alle mie
foto. Ormai ero sempre
piu deciso ad intraprendere seriamente la carriera fotografica tanto
quanto quella di post
produttore.
Un giorno, cercando dei
tutorial in internet, mi capitò di vedere una splendida foto di una fotografa
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Sara Wu
(che poi sarebbe diventata per me fonte di
ispirazione) chiamata
Emily Soto; ne rimasi incantato e decisi di cercare altre sue foto
innamorandomi subito
del suo stile: erano una
più bella dell’altra, sembravano dei dipinti e non
“soltanto” (messo tra virgolette di proposito)
delle fotografie... avevano
qualcosa di diverso che
non avevo mai visto.
Spero un giorno di poterla conoscere di persona.
Dopo avervi annoiato abbastanza passiamo al lato
“Cosplay”, visto che in
teoria dovrei parlare soprattutto di questo
“ahhahahaha”! Che posso
dire? Diciamo che nell’ambito cosplay ci sono
finito abbastanza per
caso... mi spiego meglio: è
capitato di partecipare a
un piccolissimo evento
nella mia città organizzato dall’associazione
Sassari Cosplay, e li mi capitò di fotografare i primi
cosplayers.
Rimasi subito affascinato
da questo mondo che
avevo sempre visto nelle
riviste, essendo uno che
ama anime, film, telefilm...
Sara Mattesini
e quando vidi dal vivo
tanta passione cercai di
trasmetterla tramite la
mia, ovvero la fotografia;
ma mentre fotografavo
mi resi conto di una cosa
molto importante: non
sapevo fotografare i Cosplayers, anche se abituato a concerti (anche
abbastanza grossi) o a set
privati. Sentivo che mi
mancava qualcosa per
poter rendere giustizia a
questa arte e decisi dopo
l’evento di contattare
l’associazione per chiedere se serviva un fotografo durante gli eventi
così da potermi fare le
ossa in questo campo ed
avere più contatti con i
cosplayers da poter fotografare.
Con il tempo mi sono
sempre di più appassionato a questo tipo di fotografia e ricordo ancora
tutte le persone che mi
hanno sostenuto e che
ringrazio ancora per non
avermi fatto cedere, sopratutto nei momenti in
cui venivo fatto a pezzi da
molti solo perchè il mio
stile “tendente al togliere
i colori”, da molti era de-
finito Anti-Cosplay; ma
grazie a loro sono riuscito anche a migliorarmi
sempre di più e riuscire
piano piano a farmi conoscere in giro per le fiere.
Il mio stile si basa sul
creare un’atmosfera romantica e, come la definisco io, pastellosa dove
tutto deve avere un’armonia. E’ uno stile che
viene molto dal fashion
ma che ho voluto sperimentare, ricercare, e infine confermare nel mio
stile di foto Cosplay. Rendere il tutto come se fossero delle vere e proprie
“bambole di porcellana”
all‘interno di un quadro
fatto di pastelli e delicatezza. Infatti quando, da
poco ho fatto il set del
fumetto “Cotton Tales”
(che vi consiglio di reperire perchè è bellissimo)
mi sono ritrovato nel mio
mondo, sia come tipo di
personaggi, abiti ma sopratutto colorazioni, perchè è un fumetto molto
particolare che rispecchia
molto i disegni ad acquerello e pastello. Per me è
stata una bellissima esperienza.
Sempre parlando di set
fotografici, uno che mi ha
fatto penare parecchio è
stato il set di “Voldemort”, perchè per ricrearne l’ambientazione, la
colorazione e tutto il
resto, sia io che il cosplayer ci siamo studiati il
makeup, ci siamo rivisti
praticamente tutti i film
per capire bene come lavorare; alla fine sono davvero soddisfatto di quel
lavoro, perchè tutto
quello studio ha ricam-
biato il nostro sforzo.
Ora ho girato parecchie
fiere e la gente, finalmente, sta apprezzando il
mio stile, anzi... molti mi
cercano proprio perchè
sono riuscito a differenziarmi dalla massa come
pochissimi Fotografi che
io reputo essere con la F
maiuscola.
Una cosa che vorrei dire
dell’ambiente sia fotografico che cosplay (sono
cose che andrebbero
“dette” e non mi piacerebbe neanche scriverle),
è il fatto che molti si dichiarano fotografi,
quando invece il loro
scopo è un altro, ovvero
fotografare prima di tutto
le ragazze (soprattutto se
hanno una scollatura, uno
spacco nella gonna o entrambi); giuro che ho assistito a delle scene
davvero scandalose, come
per esempio frasi: “Scusa
non è che ti pieghi di
più?”, “Scusa non si vede
bene la scollatura”,
“Scusa non vorrei farti
pensare male ma ti posso
sistemare?” etc... ed ogni
scusa è buona per allungare le mani. Ci sarebbe
molto da dire... comunque ci sono anche cose
davvero bellissime (scusate lo sfogo di prima ma
qualcuno doveva dirle
Giada Pacini
Elena Ziri
queste cose): dopo
aver scattato foto in fiera,
in moltissimi casi si rimane anche a chiacchierare e fare amicizia; io ho
conosciuto bellissime
persone, anche fotografi
davvero bravissimi. Ad
esempio, finito il Lucca
Comics, ho potuto scherzare e parlare con più di
20 persone di varie regioni, sia fotografi che cosplayers come se ci
conoscessimo da una
vita.
Un’altra cosa che amo di
questo mondo è che ho
fatto davvero delle bellissime amicizie a cui sono
molto legato e sopratutto (visto che devo parlare di fotografia) si ha
tantissima fonte di ispirazione e modelli con cui
poter avere collaborazioni.
Infine voglio concludere
questa presentazione, che
per me è stata più una
chiacchierata, dicendo
che il mondo della fotografia, in particolare
quella del Cosplay, è un
mondo a sé: anche se ci si
immerge completamente
non si potrà mai capire
davvero cosa vuol dire
fotografare un Cosplayer
e rendere omaggio alla
sua passione; soprattutto
colgo questo momento
per scrivere questa frase
presa da un film che per
me ha molto significato:
“Seguite i vostri sogni,
perchè moriamo tutti
giovani”.
Antonio Cassaro
14
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“REC”
Su Facebook: Andrea De Rosa
“R
ec”, è un seinen manga di
Q-Tarou Hanamizawa e consta di 16
volumi. Tra il 2 febbraio e
il 30 marzo del 2006, è
stata tratta una trasposizione animata di 9 episodi (12 minuti ciascuno)
e un OVA dalla Shaft.
Uno dei protagonisti di
questa storia è Fumihiko
Matsumaru, un ragazzo di
26 anni che lavora nel dipartimento marketing di
una compagnia che produce snack. Egli si impegna molto nel suo lavoro
e nonostante ciò, anche
se cerca sempre di proporre nuove trovate pubblicitarie, non riesce mai
ad avere l’approvazione
dei suoi superiori. Un
giorno Matsumaru, invita
una sua collega, per cui
ha una cotta, a vedere un
film al cinema, ma purtroppo quest’ultima non
si presenta, anzi la tro-
verà poco dopo a braccetto con un altro uomo.
Deluso per la buca ricevuta, sta per gettare i biglietti, quando poi, farà la
sua entrata in scena Aka
Onda, dando buffamente
voce ai biglietti, implorando di non essere gettati via. Dopo questo
bizzarro intervento,
chiede gentilmente a
Matsumaru di darle un
biglietto per poter vedere il film. Il ragazzo si
lascia convincere e ella lo
trascina in sala a farle
compagnia. Durante la
proiezione, Matsumaru si
accorge che la ragazza
recitava ad alta voce leggendo i sottotitoli del
film. In seguito, al termine
della proiezione vanno a
cenare insieme e parlando del più e del meno,
Aka racconta a Matsumaru del suo sogno: diventare una doppiatrice
professionista. Il ragazzo
caratterialmente è molto
pessimista, per questo
vede quello di Aka un
sogno irrealizzabile, ma
lei non vuole demordere
e vuole provarci con
tutte le sue forze. Dopo
cena tornando alle loro
rispettive case, scopriranno di vivere nello
stesso quartiere. Purtroppo quella stessa
notte, scoppia un incen-
dio nell’appartamento di
Aka. Matsumaru troverà
la ragazza sotto shock
con in mano solo un cu-
scino, unico oggetto che
è riuscito a salvare. Il ragazzo così decide di aiutarla e ospitarla per la
notte e in un momento
di conforto e debolezza i
due vanno a letto insieme. Il mattino seguente Matsumaru si
sveglia non trovando più
Aka. In seguito, a lavoro
scoprirà che i suoi superiori hanno finalmente
approvato i suoi snack e
che devono fare una selezione per scegliere la
doppiatrice per lo spot. A
gran sorpresa scoprirà
che Aka è una delle ragazze selezionate e che
infine sarà proprio lei la
doppiatrice del personaggio della sua campagna
pubblicitaria. Infine per
evitare problemi, i due
decidono di nascondere
la loro relazione ai superiori anche se, almeno da
parte di Aka, è convinta
che, aver avuto un rapporto intimo insieme una
sola volta, non li rende
effettivamente una vera
coppia. Intanto i due lavoreranno e vivranno insieme per un po’ e i
sentimenti di Matsumaru
per Aka cresceranno
sempre di più, speranzoso che un giorno possano esser ricambiati.
Andrea De Rosa
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MARIACHIARA TRA ROMANTICISMO E MISTERO
https://mellontatautablog.wordpress.com - Su Facebook: Mariachiara Moscoloni
U
n vero scrittore
non è mai dove
lo vedi. È altrove.
Un vero scrittore è assorto, sbadato, confuso.
Un vero scrittore non
dice quello che pensa, lo
scrive. E dopo averlo
scritto negherà perfino a
se stesso di averlo pensato.
Cari lettori di Japanimando, questa sono io.
Una scrittrice.
Mi chiamo Mariachiara
Moscoloni e sono nata in
pieno equinozio autunnale di un anno bisestile.
La luna era al culmine del
suo ciclo, gravida di luce e
di mistero.
Non so se possa dipendere dalla strana congiunzione astrale di quel
lontano 23 settembre, ma
è certo che il mondo
esoterico e la magia mi
affascinano da sempre.
Ho trascorso l’adolescenza leggendo i fumetti
di Dylan Dog, i racconti di
Edgar Allan Poe, i romanzi
di Stephen King. L’Incubo,
il Macabro, l’Orrore
hanno rappresentato il
mio nutrimento quoti-
diano.
Crescendo, poco o nulla
è cambiato: ho continuato a coltivare una cultura di tipo romantico,
che predilige i sentimenti
e l’intuito alla ragione.
Ancora oggi sono convinta che il mondo sia
pieno di anime che accarezzano la nostra vita e
da questa certezza nasce
e cresce la mia esigenza
di scrivere. Spiriti inquieti,
ombre tormentate, destini irrisolti, rappresentano le mie fonti più
prolifiche d’ispirazione:
ascolto i sussurri accattivanti di questo sciame arcano e li trasformo in
racconti e romanzi, rammentando ai lettori che
le parole sono eterne
quanto le anime che le
hanno pronunciate infinite volte prima di noi.
Il mio romanzo d’esordio,
“Il Grimorio del Lago”, è
degno figlio di una tale
madre.
Le atmosfere cupe e misteriose del lago e delle
nebbie che lo avvolgono
offrono lo sfondo ideale
alle vicende intricate dei
personaggi, in particolar modo della protagonista, una donna accusata di
stregoneria.
In effetti Il Grimorio del
Lago contiene tutti gli ingredienti del romanzo
gotico: una villa sfarzosa,
una protagonista dal passato misterioso, una coprotagonista sensibile e
recettiva, l’elemento so-
prannaturale.
Ma la strega del mio romanzo si discosta dal genere di streghe,
mostruose e diaboliche,
di cui è infarcita la letteratura. La mia strega è
una donna affascinante,
volitiva, anticonformista.
Una Donna capace di affrontare i pregiudizi radicati nella società. Nello
stesso tempo è una creatura in sintonia con la natura: sensibile, intuitiva, a
tratti selvaggia, perfettamente in grado di interpretare i cambiamenti e
gli umori dell’ambiente
che abita, rispettandone
ritmi e cicli.
Ogni romanzo che si rispetti deve contenere un
messaggio. Il mio ro-
manzo non si è sottratto a quest’imprescindibile compito
denunciando apertamente un vizio inestirpabile della nostra società:
quello di disprezzare e
quindi voler sopprimere
ciò che è diverso.
Tanto per creare un giusto parallelismo con
l’arte, che ha un ruolo
fondamentale nelle mie
pagine, bisognerebbe ricollegarsi al termine “barocco”, usato per la
prima volta dagli storici
del ‘700, nell’accezione
spregiativa di “bizzarro”,
“stravagante" e “grottesco”.
La stregoneria ha in comune con il barocco proprio questo: essere
oggetto di disprezzo da
parte di chi considera la
normalità una virtù,
quando invece sono proprio gli eccessi, le stravaganze, le sfide a viso
scoperto a rendere l’arte
immortale e l’uomo una
creatura padrona di sé e
della Natura che lo circonda
Sono molto contenta che
la mia sfida di scrittrice
proseguirà con il seguito
del mio romanzo.
“Il Grimorio del lago –
L’eredità”, questo è il suo
titolo, verrà pubblicato a
breve. Conterrà altri
messaggi, altre denunce e
una storia, intrisa di mistero ed esoterismo,
tutta da leggere.
Mariachiara
Moscoloni
18
19
DAVIDE RUVOLO, SPEEDPAINTER DELL’ANIMA
Su YouTube: speedpainter Davide Ruvolo - Su Facebook: Davide Ruvolo Speedpainter
C
iao a tutti! mi
presento, il mio
nome è Davide
Ruvolo (chiamato anche
lo “Speedpainter”). Sono
un Giovane aspirante
fummettista e illustratore
di 27 anni. Al momento,
sono cultore della materia presso l’Accademia di
belle arti di Catania per
quanto riguarda la materia “Tecniche di animazione digitale” e nel
tempo libero anche Youtuber ormai da tre anni.
La mia passione per il disegno e per l’arte in generale nasce da piccolo,
disegnando i miei personaggi preferiti dei cartoni
animati, creature di fantasia, e caricature di parenti
e amici. Nell’adolescenza
nasce in mela passione
per il fumetto italiano. Inizio ad interessarmi al Ratman di Leo Ortolani,
rimango affascinato dalle
avventure di Martin Mystère, ma il mio più
grande amore è sarà
sempre Dylan Dog. Mi
hanno sempre incuriosito
le storie del mistero e
dell’horror raccontate
negli albi della Bonelli, facendomi compagnia per
anni e anni fino ad oggi.
Decisi quindi di frequentare l’Istituto Statale
d’arte di Catania, dove
passai anni felici, ma soprattutto pregni di studio
sul segno, maturando e
perfezionando il mio
tratto, che si faceva via
via sempre più netto e
deciso. Finché non scoprì,
con l’avvento di YouTube,
i cosiddetti “Speedpainting”,Video velocizzati
sulla realizzazione di un
disegno con l’uso di tavoletta grafica e Photoshop
dal “foglio” digitale
bianco al prodotto finito.
Ne rimasi affascinato,
quindi acquistai una tavoletta e fu subito colpo di
fulmine. Il 2 maggio 2012,
aprì il mio canale YouTube che, ad oggi, mi ha
dato tante soddisfazioni,
avendo un numero di
iscritti e di visualizzazioni
che non avrei mai sognato di avere. La scoperta del disegno digitale
mi aprì infinite possibilità
di creare, costruire, immaginare interi mondi e
creature, con il vantaggio
poter realizzare tutto
questo in pochissimo
tempo. I miei primi lavori
si incentrarono sulla tecnica dell’iperrealismo, ritraendo volti di celebrity,
ottenendo nei vari social,
feedback più che positivi,
ma presto capì che in
quello che facevo non
c’era nulla di me, non
avevo una identità, e negli
anni ho sempre cercato
di trovare un mio “mar-
chio di fabbrica”, qualcosa che mi distinguesse,
nel segno e nell’anima.
Nel frattempo, a 25 anni
mi laureavo per la seconda volta all’Accademia
nell’indirizzo “Scenografia
per i nuovi media”. Soddisfazioni. Da qui in poi ho
partecipato come performer all’ultima edizione
dell’“Etna Comics 2015”
e delle mie illustrazioni
sono state pubblicate nel
libro “Racconti gialli”
della casa editrice “Suigeneris”. Ultimamente sto
portando avanti una serie
di illustrazioni che fanno
parte della serie “Come
ti rubo l’anima dei bambini”, dove prendo disegni di ignari pargoli e li
“trasformo” a mio piacimento con, a volte, dei risultati interessanti. Il
dono della sintesi tipica
di un disegno fatto da un
bambino, a volte nasconde interi universi.
Non a caso i più grandi
artisti contemporanei l’hanno ricercata. Il mio
compito è quello di realizzare, tramite un impronta surreale e irreale,
dei mondi e delle storie,
viaggiando la fantasia.
Non ringrazierò mai abbastanza tutti quelli che
fino ad ora mi supportano e supportano quello
che faccio, sia su YouTube
che su Facebook. Con affetto, Davide.
Davide
Ruvolo
20
21
I FANTASTICI VOLI PINDARICI DI MARTINA
Su Facebook: Martina Elettra Azzini
C
ari amici vi scrivo,
così mi distraggo
un po’.
E giuro, non è solo una
citazione, ne ho davvero
bisogno!
Quella che vi parla è Martina, studentessa universitaria a tempo pieno di
Firenze che ha ormai
compiuto 26 anni e che
nasconde una vera profonda carnale passione
per la scrittura.Va avanti
da un bel pezzo devo
dire, almeno dieci anni!
Ho cominciato con qualche sporadica poesia qua
e là e piano piano mi
sono evoluta (un po’
come i Pokémon) passando prima a semplici
romanzi rosa e poi al
Fantasy. Se la mia testa
fosse un secchio, probabilmente ci starei annegando dentro!
Fin da ragazzina ho sempre avuto una fervida immaginazione, che spesso
sfociava in pindarici voli
della fantasia che mi trasportavano ben lontano
dalla realtà che mi scorreva davanti. Alla fine, seguendo un piccolo ma
insistente tarlo mi sono
iscritta a un concorso di
poesie indetto dal mio
liceo (avevo 16 anni) per
mettermi alla prova. Ebbene no, non ho vinto, ma
sono riuscita ad arrivare
terza; un risultato niente
male per una che si è
sempre ritenuta mediocre e svogliata.
Da allora tutto quello
che mi veniva in mente
trovava posto su fogli di
carta stropicciati, biglietti
del treno, fazzoletti e
quaderni di ogni genere
(soprattutto quelli scolastici essendo costantemente annoiata dalle
lezioni). Lentamente ma
inesorabilmente il mio
desiderio di creare qualcosa di più concreto e avvincente mi ha portata su
nuove strade, facendomi
scoprire mondi nuovi e
soprattutto stili nuovi.
In quel periodo infatti ero
un’assidua frequentatrice
dei GdR online (che tuttora adoro visitare segretamente) e anche grazie
ai diversi ambient in cui
erano organizzate e
strutturate le piattaforme
di gioco mi prospettavo
sempre nuovi universi e
storie possibili in cui far
muovere una miriade di
personaggi diversi. Grazie
a una di queste sono riu-
scita a mettere a punto il
primo romanzo, scritto
quasi interamente a matita e poi riportato lettera per lettera su un doc
Word. Il nome che avevo
scelto era “Cuore Pirata”
ed è stato l’unico con cui
ho anche tentato di pubblicare.
Purtroppo essendo una
studentessa ingenua e immatura non avevo tenuto
conto delle spese ingenti
a cui sarei andata incontro e così, dopo aver valutato un paio di
costosissime proposte, rinunciai all’idea di
vendere le mie storie e
veder pubblicato il mio
scritto.
Questo però non mi ha
fermata, e anzi, le idee da
allora non sono minimamente mancate. Come
dicevo, la mia mente riesce a essere talmente
poco ancorata alla terra
da progettare cose nuove
mentre sono nel bel
mezzo di una storia... Me
tapina.
In perfetta sincronia con
la letteratura contemporanea, mi sono quindi cimentata in racconti con
Vampiri e Licantropi, sfociando poi nel mondo vastissimo del vero Fantasy.
All’inizio mi sarebbe piaciuto scrivere una classica
storia con Elfi, Mezz’elfi,
Nani, Troll e chi più ne ha
più ne metta. Tuttavia mi
rendevo conto che così
sarei stata solo un’inseguitrice delle mode, mentre io desideravo davvero
fare la differenza e spiccare dalla massa con una
storia che potesse essere
rivoluzionaria. Così mi
sono dedicata non più a
un solo libro, ma alla realizzazione di una saga
vera e propria.
Poiché sono un amante
del mare (tra le altre
cose) ed essendo in rotta
di collisione con un
esame denominato “Biologia Marina”, ho deciso
di prendere due carpe
con un amo (?) e scrivere
qualcosa che riguardasse
questo tema e compren-
23
22
desse quindi l’apparizione delle tanto amate
Sirene. Non è stato facile
studiare il modo migliore
per rendere queste creature diverse da quanto
sempre descritto, ma alla
fine il risultato mi ha abbastanza soddisfatta.
Attualmente quindi è
questo il progetto che mi
assorbe: riuscire a finire
una saga di sette libri, di
cui tre già terminati e postati sul notorio sito di
Wattpad
(www.wattpad.com), che
ho voluto nominare banalmente “Ocean’s”.
Durante questo periodo
costruttivo ho avuto la
fortuna di partecipare sul
sito sopracitato a un piccolo concorso
Fantasy/Paranormale indetto da uno dei tanti
user. La sfida mi ha stuzzicata da subito, soprattutto perché non ho mai
partecipato a contest di
questo tipo e l’idea di
mettermi alla prova con
certe scadenze è stato un
grande stimolo per me.
Alla fine della gara (composta da tre prove che
implicavano one shots a
seguito di una traccia definita) mi sono ritrovata a
sollevare lo scettro del
vincitore. Incredibile ma
vero, una volta tanto la
Dea Bendata mi ha colpito in testa!
Inutile dire che la cosa mi
ha riempita di orgoglio e
speranza e mi ha proiettata verso nuove prospettive. Prospettive che
si sono sviluppate grazie
a un progetto assai particolare: nello spericolato
tentativo di creare una
piattaforma html e quindi
di mettere insieme una
land di un GdR Play by
chat con un paio di
amici, la mia immaginazione ha trovato altra
acqua in cui affondare, e
così oltre che immergermi in un’avventura
sottomarina, mi sono ritrovata a scalpitare per
terre completamente
reinventate in cui ha
preso vita un nuovo personaggio totalmente diverso dagli altri.
Mai sentito parlare di
Centauri? Immagino di sì.
Quindi senza ulteriori indugi vi presento: Taynarim, il mio ultimo colpo
di testa! No, non sto
scherzando. La protagonista del mio prossimo
libro è proprio una giovane Centaura in cerca
del proprio posto nel
mondo. Un po’ come
tutti noi, insomma. Sono
mesi che mi ci sono fiondata con tutta me stessa
e sebbene possa risultare
pretenzioso, ho avuto dei
riscontri positivi che mi
hanno spinto a credere
che forse questo è veramente il racconto avventuroso e rivoluzionario
che stavo cercando.
Purtroppo il blocco dello
scrittore ha scelto un
momento terribile per
presentarsi, forse complice la sessione invernale
di esami, e così mi ritrovo
attualmente spiazzata nonostante sappia già come
le storie finiranno e perfino come continueranno.
Ebbene sì, il mio progetto
è molto più ambizioso di
un semplice libro: vorrei
infatti creare una trilogia
basata su questo
nuovo mondo, in cui tecnologie avveniristiche incontreranno luoghi
selvaggi e incontaminati,
o addirittura fermi nell’epoca di mezzo dei western e degli indiani.
Potrebbe sembrare un
gran pout-pourri senza
capo né coda, ma in realtà è solo l’espressione
scritta di un universo
completamente nuovo
che sono riuscita a
creare grazie a due carissimi amici, a cui tuttora
mi rivolgo per consigli e
spunti improvvisi per non
allontanarmi troppo dal
nostro progetto iniziale
di una land tutta nostra. E
chissà, magari un domani
quando avremo documenti pronti e un programmatore affidabile,
potreste anche beccarci
su Gdronline!
nimando che mi ha
permesso di raccontare
di me e dei miei progetti
e che sta dando visibilità
a tanti esordienti come
me, permettendoci di colorare questo mondo con
la nostra inventiva. Grazie
anche a tutti voi, cari lettori che vi siete soffermati per qualche minuto
davanti a questa pagina e
che avete regalato ai miei
pensieri un po’ del vostro
tempo prezioso: senza
lettori, uno scrittore rimarrebbe solo un sognatore senza ali, perciò
grazie di cuore per le
piume che mi avete donato!
E come mi piace tanto
dire: ci si legge in giro!
Nel frattempo, però,
aspettando che i mattoncini del mio intelletto si
incastrino per formare il
giusto percorso per la
mia ragazzaccia mezza
giumenta, voglio ringraziare la direzione di Japa-
Martina Azzini
in arte
Elettra Martin
www.wondergate.it
Il fantaspazio realizzato dalla
Associazione Culturale
JAPANIMATION
Se volete contribuire a questo progetto
contattateci quando volete!
24
25
LA VIA DEL FUMETTO DI MIRKO TRECCANI
http://mirkomics.deviantart.com - Su Facebook: Mirko Treccani
C
iao lettore, mi
chiamo Mirko
Treccani e ho 26
anni, sono dipendente da
pizza e coca cola da che
ho memoria, abbonato da
diverso tempo alla speranza di diventare un fumettista professionista e
in nessun modo legato
alla nota enciclopedia.
Bene, questo è in sintesi
la mia autorecensione ma
se hai tempo e voglia di
sapere qualcosa di più sul
mio percorso da wannabe nella spietata via del
fumetto sei nel posto giusto. Come molti sono
cresciuto a pane, cartoni
animati dei canali regionali e paghette dilapidate
in edicola a comprare la
qualunque, per la maggior
parte fumetti e manga.
Da sempre sono appassionato di storie di qualsiasi formato e sostanza
esse siano: dai videogiochi ai film, dai romanzi
all’arte, dai fumetti ai programmi tv generalisti. Fu
normale per me, quindi,
maturare il bisogno di
raccontare storie a mia
volta, sì, ma come? Trovo
suppergiù alle scuole
medie un valido alleato
nel disegno, una forma
d’espressione adatta alla
mia esigenza comunicativa di mondi fantastici
low budget. La via del fumetto parte dal Liceo Artistico di Brera, anche se
ben presto devia sui binari ben più pragmatici
della specializzazione in
grafica pubblicitaria. Finite
le superiori passo un
anno d’assestamento che
mi tiene ancora lontano
dal fumetto, lascio dopo
pochi mesi dall’inizio
delle lezioni design degli
interni al Politecnico di
Milano per poi fare lo
stagista in uno studio grafico, nonostante mi piacesse molto quello che
facevo, un costante senso
di inadeguatezza espressiva mi ricordava che la
via del fumetto da troppo
tempo smarrita meritava
di essere onorata. Tra un
lavoretto grafico e l’altro
mi iscrivo all’Accademia
di belle arti di Brera all’indirizzo pittura dove i
miei preconcetti espressivi legati indissolubilmente al mondo delle
nuvolette vengono scossi
alla base da una gamma di
tecniche e scuole di pensiero che ignoravo completamente favorendo,
così, una maturazione artistica più consapevole
dei media adatti alla mia
sensibilità. La mia grandissima passione per la nona
arte e il Giappone mi
porta a laurearmi con
una tesi dedicata all’arte
contemporanea nipponica incarnata nella figura
di Takashi Murakami e il
suo Superflat intriso di
colore e cultura pop, tra
Hello Kitty e i manga hentai. Nonostante la tentazione del percorrere
nuove opportunità
espressive, capisco che la
via definitiva è quella del
fumetto e, in virtù di ciò,
inizio la Scuola Internazionale di Comics e nello specifico il corso di fumetto
in quel di Torino. Qui finalmente imparo la grammatica della nona arte
composta da gabbie, storytelling e nuvolette,
anno dopo anno capisco
che è quello che veramente mi appassiona e
che non mi stancherò
mai di fare finché avrò inchiostro nelle vene. Durante la mia osservazione
del mondo del fumetto
capisco che le migliori risorse dell’aspirante fumettista sono
principalmente quattro: i
blog, i webcomics, i concorsi e le autoproduzioni.
Così mentre sono ancora
nell’ambiente protetto
della scuola decido di
buttarmi sull’internet con
un blog chiamato Lo Scor-
biattolo (http://loscorbiattolo.blogspot.it) dove
con un tono tra il serio e
il faceto ho provato a
fare un po’ di cose che tirano sempre un casino
sul web (recensioni, turorial ecc.), purtroppo è
ormai da un anno che
l’ho accantonato per dedicarmi ad altri progetti
ma lungi da me dichiararlo chiuso definitivamente. Dal lato dei
webcomics nel 2014 ho
cominciato a collaborare
saltuariamente alla realizzazione di “Icon 1 e la
Squadra Alpha” il fumetto
supereroistico collettivo
dell’Altro Atomico del
dottor Manhattan. Durante l’ultimo anno della
scuola ho affrontato diversi progetti che poi ho
riproposto online come
webcomics: il primo è Samurai Blues, fumetto
d’azione pulp/zen che
vede le gesta di un samurai motociclista il cui
credo è la musica blues in
cerca di una ragazza per
le highways americane,
ideato da Alessandro Patria e concretizzato con
la collaborazione mia e di
Luca Salzano per il corso
di fumetto americano, ha
visto un buon riscontro
di pubblico durante la sua
pubblicazione online “Samurai Blues” visibile su Facebook, trovando spazio
anche in un numero precedente di Japanimando. Il
secondo che ho portato
dalla scuola al web è Radioactive, fumetto fantascientifico ideato da
Giordana Moroni che ho
27
26
disegnato per il corso di
fumetto francese e in seguito proposto, grazie alla
mano santa di Stefano
dell’Aria ai colori, al concorso “Pilot” di Verticalismi, di cui non si conosce
ancora il risultato ufficiale, anche se per la giuria popolare ci siamo
piazzati terzi, puoi leggerlo gratuitamente qui:
http://www.verticalismi.it/
radioactive. Intanto la
scuola finisce e io mi ritrovo catapultato nel
mondo del fumetto in
tutta la sua tentacolare
competitività, ricordan-
domi delle quattro risorse dell’aspirante fumettista mi butto sui
concorsi, forte del fatto
che nel 2014 ero finito
tra i dieci vincitori del
concorso pazzi per il fumetto 2014 per una storia breve di quattro
pagine chiamata ALL-IN
che puoi leggere qui
http://www.verticalismi.it/
all-in-hd. Partecipo al
Webcomic contest 2015
bandito da Lega Nerd che,
sorprendentemente, durante l’ultima edizione di
Lucca Comics & Games si
è concluso con la mia vit-
toria grazie a The Line,
fumetto umoristico a
strisce che racconta le disavventure di tre nerd
alle prese con la fila da
fiera del fumetto più folle
del multiverso, trovi la
serie tutti i martedì su
Lega Nerd
(https://www.facebook.co
m/thelinewebcomic). Infine c’è l’autoproduzione,
che al momento è la cosa
che prende il 90% del
mio tempo, infatti, da
qualche mese, sono al lavoro come disegnatore
su un progetto in cui
credo tantissimo chia-
mato Le due Nazioni, fumetto scritto da Francesco “Paul Izzo” Polizzo e
edito da Manfont, sarà un
action/thriller ambientato
in una Parigi più noir che
mai dove la realtà umana
coabita con quella vampiresca dando vita ad una
storia di intrighi politici e
giochi di potere che coinvolgono un ex cacciatore
di vampiri nell’indagine su
una serie di misteriosi
delitti atti ad incrinare
profondamente i rapporti
tra le due specie, anzi, tra
le due nazioni. E questo è
quanto, grazie mille per
essere arrivato sino a qui,
lettore, spero non te ne
sia pentito, dal canto mio
sono consapevole di essere ancora all’inizio della
via del fumetto, anche se
gli step che ho citato
possono potenzialmente
aprirmi le porte per un
futuro professionale, nel
frattempo, arrivederci e
casomai non ti rivedessi,
buongiorno, buon pomeriggio, buonasera e buonanotte!
Mirko
Treccani
29
28
I MONDI PARALLELI DI V.A.G.A.
www.associazionevaga.it -Su Facebook:Vaga Lucca
V
.A.G.A. (Visioni
Atipiche Giovani
Artisti) è l’Associazione di Lucca, al suo
undicesimo anno di attività, che da due anni promuove il Lucca
Underground Festival.
Nel corso degli anni abbiamo organizzato laboratori e spettacoli
teatrali, eventi vari e soprattutto una rassegna,
Underground, che nel
2015 è diventata appunto
il Lucca Underground Festival che si svolge sul territorio di Capannori (in
provincia di Lucca).
La finalità del Festival è
far conoscere arte e tematiche underground,
cioè alternative, spesso
non conosciute dal
grande pubblico o nettamente in contrasto con la
cultura dominante. Il fe-
stival è strutturato in incontri con artisti di vario
genere più o meno giovani che presentano i
loro lavori, ma anche incontri di discussione e
confronto con tematiche
etiche scomode. Tutto
deve essere “underground”, cioè alternativo
alla cultura di massa.
L’anno scorso abbiamo
chiuso la rassegna con un
evento molto impor-
tante: l’unica commemorazione ufficiale, da parte
di The Living Theatre,
della cofondatrice del Living stesso, Judith Malina.
Per noi è stata una bella
occasione ed esperienza,
anche se è stato incredibile e triste sapere che
nessun altro avesse fatto
in Europa una cosa del
genere.
Adesso stiamo cercando
di diventare un punto di
Lo staff del Festival:
Simone Bracciali, Gianmarco Caselli ed Erika Citti
riferimento del panorama
underground italiano.
Il Contest e il fantastico
All’interno del Festival,
dall’anno scorso, abbiamo
attivato un concorso per
racconti. Nel 2015 abbiamo dedicato il concorso a soli racconti
horror, mentre quest’anno il contest è
aperto a racconti di genere underground, terrore, mistero, orrore,
grottesco, arabesco, fantastico, fantasy, urban fantasy, thriller, cyberpunk,
fantascienza, gotico.
Perché lo abbiamo fatto?
Prima di tutto perché la
società, così com’è, non è
che ci piaccia molto.Vogliamo risvegliare la creatività nelle persone
invitandole a creare
mondi fantastici, realtà al-
lucinanti, paure da non
dormire la notte; vogliamo stimolare la fantasia e creare un punto di
incontro per tutti quelli
come noi.
È per questo che abbiamo aperto il concorso
a varie categorie: l’horror,
il terrore, sono tornati
molto alla ribalta in questi ultimi anni perché viviamo, come negli anni
’80 quando l’horror andava alla grande, in un
momento di instabilità
politica, caratterizzato da
forti tensioni sociali e
guerre; per affrontare e
metabolizzare la realtà
c’è bisogno di scaricare la
paura del mutuo da pagare o della disoccupazione in paure generate
da “mostri” fantastici,
purtroppo ben meno pericolosi di quelli reali. Fra
l’altro abbiamo coinvolto
in giuria Paolo Di Orazio,
direttore della rivista
Splatter, che ha realizzato
per noi la locandina del
contest per il 2016.
Il fantasy e l’urban fantasy
non potevano mancare:
anche questo genere per
noi è importantissimo, ci
piace pensare che tanti
dei ragazzi che vediamo
passeggiare o lavorare,
magari non stiano facendo quello che gli
piace, ma stiano aspettando il momento che finisca la giornata per
tornare a casa e rifugiarsi
nel loro universo fantastico popolato da elfi,
fate, draghi e formule magiche.
Così è anche per la fanta-
scienza: siamo sempre di
più con il naso all’insù a
sperare che fra le stelle ci
sia una popolazione
aliena più intelligente di
noi che venga a salvare il
nostro pianeta.
Abbiamo incluso anche il
genere underground, ovviamente, categoria della
quale possono far parte
scrittori che si ispirano
ed amano autori come
Bukowski o Burroughs
con le loro realtà distorte e deliranti.
In generale vogliamo che
si creino tanti mondi paralleli in cui ritrovare la
fantasia e la serenità di
quando eravamo più piccoli; vogliamo stimolare la
creatività, necessaria
come l’ossigeno per
l’uomo, ma che questa
società con l’appiattimento e l’omologazione
dei gusti, anche letterari,
non incentiva e spesso
reprime.
È una speranza sapere
che ci sono tanti pittori,
scrittori, fotografi, musicisti che creano un mondo
alternativo, è una speranza sapere che ci sono
milioni di persone a cui il
mondo così com’è non
va bene e preferiscono
un universo immaginario
fatto di manga, di fumetti,
di libri fantasy, horror, con
mappe di mondi noti solo
ad alcuni.
Il bando del concorso e
informazioni sulla nostra
attività si trovano al nostro sito.
Paolo Di Orazio e Gianmarco Caselli
(Foto di Elena Fiori)
Gary Brackett durante la performance
commemorativa di Judith Malina
(Foto di Marco Puccinelli)
V.A.G.A.
Staff
Gary Brackett durante la performance
commemorativa di Judith Malina
(Foto di Marco Gabrielli)
31
30
I MONDI A FUMETTI DI JABEZ WHITE
http://randomartnix.wordpress.com - Su Facebook: Studio Randomart Comics
B
uongiorno (o buonasera, a seconda
dell’orario di lettura)! Mi presento: sono
Jabez White detto Jay,ho
32 anni e mi piace considerarmi un fumettista.
Molti dicono che già lo
sono! Ma come ci sono
arrivato?
Tutto è iniziato a Padova
dove sono nato e cresciuto da mamma romana
e papà caraibico e can-
tante. Fin da piccolo
avevo un foglio e una matita in mano, cibandomi di
cartoni animati di ogni
genere tra anime giapponesi classici come Mazinga Z, Lady Oscar e Ken
il Guerriero, le serie di
Hanna & Barbera, tonnellate di serie TV anni ‘80
(Supercar, A-Team, MacGyver) e di videogiochi classici come Super Mario,
Zelda... Con queste basi
avevo iniziato a coltivare
il sogno di diventare un
disegnatore di cartoni
animati. Crescendo ho
aggiunto nuovi piatti al
mio menu creativo: Metal
Gear, Final Fantasy, Jurassic
Park, il Batman di Tim
Burton e i fumetti!
Quanti fumetti! Topolino, i
Peanuts,Tiramolla, Andy
Capp per arrivare alla
Marvel e ai suoi supereroi
super-problematici come
X-Men e Spider-Man (il
mio preferito) che hanno
catturato la mia fantasia e
spostato la mia bussola
da animatore a fumettista
(anche perché l’animatore ha più lavoro da fare
è io sono un po’ pigro).
Ho fatto pratica da autodidatta “rubando” qui è là
da artisti di diverse provenienze come John Romita sr & jr, Eric Larsen,
Andy Kubert, Akira Toriyama, Naoko Takeuchi
(lista molto lunga, mi
fermo qui o non ne
usciamo vivi) e iniziando
a inventare le mie storie
con personaggi prima
molto semplici ed impegnati in avventure semicomiche o parodie più o
meno riuscite poi più elaborati (che chiamo con
affetto “facce a teiera”
per la maniera in cui disegnavo i nasi) con storie
d’avventura, azione ed
anche horror che hanno
portato alle collaborazioni con scrittori di fan
fiction Marvel sul ormai
defunto forum della Panini. Nel 2003 arriva il
momento che ha ridefinito la mia vita “disegnata”: ho frequentato un
corso di fumetto a Bologna dove ho raffinato lo
stile, migliorato l’anatomia, ampliato la mia cultura fuori dal mondo dei
supereroi entrando in
contatto con i maestri
del fumetto italiano ed
europeo, imparato qualcosa sulla scrittura e partecipato ai miei primi
concorsi... e adesso?
Beh, mi tengo sempre in
allenamento portando
avanti vari progetti e
commissioni che spaziano
da biglietti di auguri, illustrazioni per compleanni,
matrimoni e lauree,
stampe per magliette...
Nel 2008 ho aperto il
mio blog di webstrip Jay’s
World dove racconto me
stesso e il mio mondo di
fantasia tra comicità surreale e follia, che ha appena raggiunto il 200°
episodio. Collaboro poi
alla realizzazione di Ceme-
tery of Celebrities, una
serie comica che illustro
dove un gruppo di star
dello spettacolo trapassate continuano a inseguire la gloria del passato
con risultati comicamente alterni e una morale finale. Ho vari
progetti che voglio sviluppare tra storie d’avventura, racconti di
supereroi, fumetti romantici, sia da mie idee che in
collaborazione con altri...
tanta carne al fuoco per
un uomo solo ma ben
motivato!
Jabez
White
33
32
IL FANTASTICO ORIENTE DI FRANCESCA
www.francescaangelinelli.it - Su Facebook: Francesca Angelinelli
C
iao a tutti, sono
Francesca Angelinelli e sono autrice di romanzi fantasy
ormai da diversi anni.
Tutto è iniziato a causa
della mia insana passione
per l’estremo oriente.
Sono cresciuta a pane e
anime giapponesi, poi, da
grande, ho iniziato a interessarmi anche alla letteratura, soprattutto quella
classica, e alla cultura nip-
ponica. Pratico anche
un’arte marziale molto
particolare, il kyudo, il
tiro con l’arco giapponese. E, in tutto questo, la
mia passione per il
mondo degli anime e
manga non è mai venuta
meno, ma si è indirizzata
sempre più verso storie
di samurai, racconti fantasy che avessero a che
fare con il Giappone antico e via dicendo (sono
una grandissima fan di
Kenshin e ho adorato
Inuyasha, per intenderci).
Poi ho scoperto il mondo
del wuxia, i film e i libri di
cappa e spada cinesi... ed
è iniziato un nuovo trip.
Con un grande, grossissimo problema: in Italia
arrivava pochissimo di ciò
di cui io invece avevo una
fame disperata! Così, nei
primi anni 2000, ho deciso che se la montagna
non andava da Maometto... e ho iniziato a
scrivere racconti fantasy
ispirati alle culture dell’estremo oriente (Cina,
Giappone e Corea prevalentemente), fantasy
orientale appunto.
Ah, come mai proprio
fantasy? Era l’altra mia
grande passione. Ho sempre amato le storie fantastiche e sono diventata
preso grandissima ammiratrice ed estimatrice del
lavoro di Marion Zimmer
Bradley. Fin da bambina,
poi, amavo scrivere racconti fantastici e così,
quando si è presentato il
momento, ho unito le
mie due grandi passioni
ed è nato l’universo fantastico in cui sono ambientati i miei romanzi,
raccolti sotto la dicitura
Ryukoku Monogatari.
Ho studiato per quasi un
anno per rendere il mio
mondo verosimile, non
volevo assolutamente che
fosse la Cina o il Giappone, volevo che fosse un
mondo altro, diverso, fantastico appunto, ma che
fosse evidentemente ispirato a quell’immaginario
orientale. Così, durante il
lavoro di preparazione, è
nata Chariza (nome malesiano che significa chiarezza, non ha niente a che
vedere con i pokemon!)
la protagonista delle mie
prime storie orientali. All’inizio, insieme a lei ho
scoperto il mondo che io
stessa avevo creato, abbiamo viaggiato insieme e
vissuto avventure, poi è
venuto il momento di
buttarsi insieme in
un’esperienza nuova: la
stesura di un vero e proprio romanzo.
Non il primo romanzo
che scrivevo, ma il primo
che ho pubblicato: Chariza. Il soffio del vento.
Uscito nel 2007 in una
pessima edizione, addirittura diviso in due volumi,
e oggi di nuovo disponibile con la splendida copertina realizzata da Sara
Forlenza e con l’editing di
una professionista come
Valentina Camarda.
“Un misterioso nemico
trama nell’oscurità mettendo in pericolo il Drago
d’Oro, la sua discendenza e
la pace nell’intero Si-haipai. Chariza è la migliore
combattente dei Monti
Sacri, ma è anche un’assassina e la traditrice su cui ricade la maledizione della
Dea Sole che la porta a desiderare ciò che c’è di più
raro e prezioso. A lei, donna
affascinante e in lotta con
se stessa e il proprio passato, verrà affidato l’incarico di proteggere dalle
insidie del nemico il piccolo
Suzume, unica speranza
per il futuro del regno e
dell’Alleanza. Preparatevi ad
incontrare guerrieri, demoni, cortigiane e sovrani in
un viaggio che vi condurrà
lungo le strade di un
grande e antico impero. I
profumi dell’Estremo
Oriente inebriano leggendo
una storia in cui azione e
suspense, introspezione e
sentimento sono dosati con
sapienza.
“Chariza. Il soffio del
vento” raccoglie i romanzi
precedentemente editi
come “Chariza, il soffio del
vento” e “Chariza, il Drago
Bianco” in una nuova, rivista e affascinante veste.”
Chariza. Il soffio del vento è
stata per me un’avventura, nello scriverlo e nel
promuoverlo, nonostante
la pessima prima edizione. Mi ha permesso di
incontrare moltissime
persone meravigliose e di
fare tante esperienze e,
nonostante le premesse
non buone (il tipo di edizione, la casa editrice piccola e sconosciuta, la
divisione in due volumi, la
particolarità del tipo di
fantasy...) ha avuto il significato riscontro dei let-
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tori, che è stata per me la
spinta a continuare su
questa strada, quella della
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scrittura, quella del fantasy, orientale e non solo,
quella della pubblicazione,
a volte come self e a
volte appoggiandomi a
degli editori.
Oggi il progetto Ryukoku
Monogatari continua e si
è arricchito di nuove storie. Chariza. Il soffio del
vento è stato ripubblicato,
con esso una raccolta di
racconti inediti Le avventure di Chariza, cui seguiranno altri racconti
singoli in ebook, un altro
romanzo è uscito e ha
colpito lettori vecchi e
nuovi, Haibane – Ali di cenere, mentre sempre
nuove avventure sono in
programma. Nel frattempo mi sono cimentata
con altre sfaccettature
della narrativa fantastica,
dai racconti ai romanzi,
ho voluto uscire dall’universo orientale per scrivere di vampiri e
licantropi, angeli e fate,
per poi rientrare nel
mondo Giapponese con
un romanzo che unisce lo
urban fantasy alla mia
passione per il mondo
manga (Shinigami&Cupcake, di prossima pubblicazione).
Insomma, scrivo per divertirmi, scrivo perché mi
piace, scrivo perché non
ne potrei fare a meno,
perché adoro seguire le
storie dei miei personaggi
e condividerle con tutti
coloro che vorranno farsi
trascinare nel mio
mondo.
A tutti voi, quindi, auguro
buona lettura.
Francesca
Angelinelli
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L’INCONTENIBILE ISTINTO DEL DISEGNO
www.giadagabiati.com - Su Facebook: Giada Gabiati Art
S
alve a tutti! Mi
chiamo Giada Gabiati, classe ‘81 e
vivo ad Ariccia, nel cuore
dei Castelli Romani, dove
conduco una vita tranquilla, a stretto contatto
con la natura, occupandomi, insieme a mio papà
della piccola azienda agricola di famiglia.
Sin da bambina ho avuto
una forte attrazione per il
disegno, tanto che ai miei
genitori bastava portarsi
dietro fogli e matite per
garantirsi una bimba tranquilla in ogni situazione; il
disegno è sempre stato il
mio “gioco” preferito e si
può dire che io non abbia
mai smesso di giocarci
finchè per me non è diventata una vera e propria necessità.
Disegnare è sempre stato
il mio “porto nella tempesta”, il momento in cui
tutto si ferma: pensieri,
ansie e stati d’animo si
placano... smettono di
sbattere disordinatamente nella mia testa e
prendono forma attraverso la mia mano... disegnare è per me un modo
di ritrovare me stessa
nelle tempeste della vita,
grandi e piccole.
I miei disegni sono surreali, è il mio mondo interiore che si manifesta:
amo reinterpretare la realtà attraverso i miei stati
d’animo e la mia fantasia... non amo riprodurre
situazioni o personaggi
esistenti, ho bisogno di
inventare!
Disegnare è stata da sempre una cosa molto istintiva, quasi difficile da
contenere... quando disegno mi dimentico di ogni
cosa, il tempo vola (qualunque cosa sia sul fuoco
in cucina brucia inevitabilmente!) e tutto ciò di cui
ho bisogno in quel momento è continuare a
farlo; non è l’opera realizzata che mi dà soddisfazione, è il momento in cui
ciò che ho dentro si trasforma sotto ai miei
occhi, attraverso la mia
mano.
Nonostante la mia passione per il disegno, i miei
studi hanno seguito tutt’altra strada con la maturità classica presso il Liceo
Ugo Foscolo di Albano Laziale (RM) e poi con la
laurea in biologia presso
l’università di Pisa, città in
cui ho iniziato, grazie all’incoraggiamento di al-
cuni amici, ad uscire
allo scoperto, mostrando
ciò che fino a quel momento era rimasto chiuso
in un cassetto, partecipando con i miei lavori a
mostre ed eventi, mostrando così le due facce
della mia espressione:
quella del disegno a
penna, bianco e nero, grovigli di linee che,in qualche modo rievocano il
colore e quella della pittura con gli acrilici, forme
nette e colori accesi, che
sembrano raccontare
storie di mondi fantastici,
a tratti spaventosi, popolati da strani personaggi.
L’interesse e l’amore per
la natura che hanno
orientato i miei studi universitari, hanno una forte
influenza sulla mia espres-
sione, animali (soprattutto pesci, rettili ed insetti) e piante, sono
spesso i protagonisti delle
mie illustrazioni, mai realistiche e sempre un po’
psichedeliche.
Altro tema importante
nella mia espressione artistica è il mare che ho
sempre amato, studiato
ed esplorato, sin da bambina, affascinata da sempre da quel mondo
sommerso così misterioso e dai suoi abitanti.
Le tecniche che utilizzo,
da autodidatta, sono le
penne a china su carta ed
i colori acrilici su tela, ma
anche su panneli di legno,
scatole, sedie e mobili di
ogni genere e forma.
Negli anni mi sono avvicinata anche all’arte vetto-
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Attualmente mi sto
dedicando all’illustrazione
di una storia per bambini
scritta da Francesca de
Tora, un lavoro che mi sta
appassionando molto e
che spero abbia successo,
diventando la prima di
una lunga serie di storie
illustrate! Immaginare e
disegnare il personaggio
di una storia, che nasce
riale, ho iniziato a realizzare illustrazioni, loghi,
personaggi; uno dei punti
di partenza è stato sicuramente il mondo della
musica e l’illustrazione
del primo cd della nota
band pisana Betta Blues
Society nel 2011, a cui poi
è seguito un secondo cd
illustrato uscito lo scorso
anno.
Dal 2008, collaboro,
come grafica volontaria,
con l’Associazione Gialuma
onlus che porta avanti importanti progetti per i
giovani in Italia ed in Madagascar.
Mi sono occupata e mi
occupo tutt’ora di grafica,
lavoro con diverse associazioni ed aziende dei
Castelli Romani, realiz-
zando grafiche pubblicitarie e loghi già da alcuni
anni, anche se i lavori che
preferisco sono quelli di
illustrazione.
I miei personaggi, curiosi
ed a volte buffi, sono allo
stesso tempo inquieti, un
po’ provati dalla vita e
sempre un pò “fuori
posto”, stralunati, con gli
occhi segnati, ma sempre
pronti a ricominciare... un
po’ come me.
dalla fantasia di un’altra persona e riuscire a
coglierne l’essenza è la
sfida più bella che io
possa ricevere e, quando
Francesca mi ha proposto
di collaborare a questo
progetto, ho accettato
con entusiasmo... siamo
entrambe molto curiose
di cosa uscirà fuori!
Recentemente sono entrata a far parte del collettivo “Massoneria
Creativa”, un gruppo in
cui artisti di ogni genere,
si confrontano e portano
avanti progetti insieme,
un “luogo” di confronto
e scambio piuttosto stimolante da cui spero
possa nascere qualcosa.
Nel mio percorso, ho
sempre trovato un pò di
difficoltà nell’inserirmi nei
vari contesti artistici,
forse perchè, non avendo
seguito una formazione
accademica, mi sono sentita sempre un po’ fuori
posto, ma la passione per
l’illustrazione negli ultimi
anni sta avendo la meglio,
spingendomi a mettermi
in gioco, con tanti progetti e nuove idee in cantiere... insomma restate
collegati se siete curiosi
di scoprirle!
Giada
Gabiati
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“CHRISTOPHER LEE”
Gruppo di Facebook: Walt Disney e il suo magico mondo
“Fare l’attore è diventato
un sogno comune.Tutti vogliono essere attori, ma essere attore è il lavoro più
duro del mondo”.
U
omo poliedrico,
eclettico, trasformista, carismatico: è lui, Christopher
Lee (nome intero Sir
Christopher Frank Carandini Lee), uomo tutto
di un pezzo, con un portamento signorile, la cui
morte ha lasciato un
vuoto incolmabile tra gli
estimatori di film cult
come Il Signore degli Anelli,
Dracula e Star Wars.
Sangue per metà italiano
e l’altro inglese, Christopher Lee nacque il 27
maggio del 1922 a Belgravia, Londra.
I suoi genitori, persone di
spicco, divorziarono
quando Lee aveva sei
anni.
La madre prese con sé i
due figli, Christopher e
sua sorella Mandra, e si
trasferì in Svizzera. Dopo
un breve periodo trascorso lì, la famiglia ritornò di nuovo a Londra
dove la madre si risposò.
Il consorte era parente di
Ian Fleming, l’autore di
James Bond.
A Londra, Christopher
frequentò la Wagner’s
school, istituto privato.
Christopher a scuola preferiva le materie umanistiche a quelle
scientifiche.
Infatti, al Wellington Col-
lege vinse un premio
come miglior studente in
greco antico e latino.
E anche negli sport, egli
ne prediligeva alcuni ad
altri.
Di carattere pacifico, egli
era divenuto il bersaglio
dei suoi compagni.
In seguito alla bancarotta
del suo patrigno, la madre
si separò da lui e Lee fu
costretto a lasciare la
scuola per cercare un lavoro. Non fu facile e
dopo un breve periodo a
Parigi, ritorna a Londra
dove fu assunto come impiegato di poste alla United States Line.
Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale,
Lee partì come volontario con le forze finlandesi, ma presto si rese
conto di non essere portato per l’esercito.
Si unì alla Raf, Royal Air
Force, come volontario, e
sorvolò anche l’Italia, la
cui base era a Foggia e e
aTermoli. Fu partecipe
della Battaglia di Montecassino e in Italia per
poco non ci rimise la
pelle.
Nella nostra penisola, visitò Roma e Napoli dove
assistette all’eruzione del
Vesuvio.
A Roma, incontrò il cugino di sua madre, Nicolò
Carandini, e fu lui stesso
a indirizzarlo alla carriera
di attore e a fargli conoscere Filippo Del Giudice,
un avvocato divenuto
produttore, che gli disse
che era la persona giusta
per far carriera nel
mondo cinematografico.
Firmò il primo contratto,
che durò sette anni.
Lee frequentò la Charm
School e il suo primo inizio come attore fu per il
film di genere gotico Il
corridoio degli specchi.
Il suo apprendistato
come attore durò circa
dieci anni.
Seguirono molti altri, più
che altro in ruoli di riserva.
E’solo a partire dal 1957
che l’interpretazione di
Lee venne esaltata.
Lo si ricorda nelle vesti
del mostro Frankenstein e
successivamente nel
primo Dracula del 1958.
Il quasi ventennio 19571976 fu per Lee caratterizzato da film
horror-vampireschi, sebbene i suoi ruoli vertevano anche in altri generi,
come quello spionistico,
girando la parte del cattivo, antagonista di James
Bond, l’assassino Francisco Scaramanga.
Nel 1977 si trasferì negli
Usa perché era stanco di
ruoli fissi nel genere horror.
Il suo primo film americano (un fiasco) fu Aeroporto 77, ma la sua verve
umoristica che venne
fuori nella trasmissione
della Nbc, Saturday Night
Live, colpì il regista Steven
Spielberg che lo ingaggiò
nel film 1941.
Recitò anche in un film
Disney, Ritorno dalla montagna stregata, e più tardi
fu presa in considerazione l’idea di fargli recitare Magneto in X-Men,
ruolo che fu poi di Ian
Mckellen.
Lee interpretò Saruman
nella trilogia de Il Signore
degli Anelli e ne L’Hobbit
(romanzi dell’inglese
J.R.R.Tolkien), uno stregone votato alla perfidia,
il cui scopo era di conquistare la Terra di Mezzo
e sottomettere i suoi abitanti.
Entrambi diretti dal regista Peter Jackson, all’ini-
zio si pensò di far girare a
Lee la parte di Gandalf,
stregone buono, guida
della Compagnia dell’Anello, ma dato alcune
scene piuttosto “movimentate”, per l’età di Lee,
già anziano, non era il
caso.
Lee aveva incontrato l’autore de Il Signore degli
Anelli, Tolkien, e aveva
preso l’abitudine di leggere i suoi romanzi almeno una volta all’anno.
Dopo il successo della
trilogia, Lee recitò in Star
Wars: Episodio II, L’attacco
dei Cloni e Episodio III, La
vendetta dei Sith, nella
parte del cattivo Conte
Dooku.
Una simbiosi piuttosto
profonda ci fu con il regista Tim Burton, per il
quale Lee lavorò cinque
volte, iniziando nel 1999.
Ricordiamo il ruolo di
Borgomastro nel film
Sleepy Hollow, film horror
molto carino, tratto dal
romanzo di Washington
Irving.
Lee fu anche doppiatore e cantante, prestando la sua voce a
svariati film, e non solo.
Morì all’età di 93 a causa
di un attacco cardiaco in
seguito a problemi respiratori a Chelsea, nell’ospedale Chelsea and
Westminster il 7 giugno
del 2015.
Lee aveva sposato la modella e pittrice danese
Birgit Kroncke, dalla
quale ebbe una figlia,
Christina Erika Carandini
Lee.
Che altro aggiungere di
questo attore? Non mi
resta che chiudere con
questa frase per ricordare l’uomo e l’interprete
che ha vissuto in modo
esemplare nella sua Terra
di Mezzo:
“Non puoi nasconderti... io
ti vedo” (Sauron, ne “Il Signore degli Anelli”).
Ermelinda
Tomasi
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NEL SEGNO DEL “NAUTYLUS”!
https://nautylusgrv.wordpress.com - Su Facebook: Associazione Nautylus
C
iao a tutti! Mi
chiamo Gian
Maria e sono qui
per parlavi del mio problema.
(“Ciao Gian Maria”).
Eh, si. Sapete. Sono un
giocatore di ruolo dal
vivo da anni e non riesco
a smettere.
...
Come non sapete cosa è
un giocatore di ruolo dal
vivo? E allora io che ci
faccio qui?!?
Il gioco di ruolo dal vivo
è uno dei cosiddetti “giochi intelligenti”, ossia un
gioco di interazione tra le
persone in un ambiente
fantastico che mischia in
sé alcuni elementi delle
più tipiche attività all’aria
aperta, come il campeggio, ad altri propri delle
attività culturali, come il
teatro e la scrittura. Infatti, si può dire che ogni
giocatore di ruolo dal
vivo è un po’ scrittore e
un po’ attore, almeno nel
suo piccolo.
(“Ehhh?”)
Potrei ammorbarvi con
luuuunghissime descri-
zioni di quello che fa un
giocatore di ruolo dal
vivo (GRVista, o anche
larper, per gli anglofili). Ma
credo che si possa tutto
restringere in una frase:
“e se un giorno scoprissi
che l’avventura della tua
vita non ti basta?”.
Un GRVista è una persona cui sostanzialmente
piace sognare un’avventura e viverla insieme ad
altri. Creando un personaggio in base ad una determinata ambientazione,
similmente a quanto accade in un qualsiasi gioco
di ruolo, un GRVista lo
incarna, letteralmente, in
un’attività sociale che si
svolge, appunto, dal vivo.
Più divertente di essere
un GRVista è solo... essere uno di quelli che
scrive l’ambientazione
per i GRVisti. Questo è
ciò che facciamo i miei
amici e io, nell’ambito
dell’Associazione Nautylus.
Nautylus nasce nel 2010
dalla nostra volontà, tenacia e insana fantasia, al
fine di riunire chiunque
volesse sperimentare il
gioco di ruolo dal vivo... e
altri “giochi intelligenti”,
in una zona inizialmente
contenuta nell’Emilia Romagna, ma che ora si allarga, come partecipanti,
alla Lombardia, al Piemonte, alla Toscana e al
Veneto.
Tra incantesimi, combattimenti, risa, pianti di commozione e passaparola, la
fauna di giocatori e di or-
ganizzatori arriva a infittirsi fino a contare, come
avviene ora, circa 150
iscritti!
Questo perché sotto
l’egida di Nautylus si
sono susseguiti più progetti: l’iniziale progetto di
punta, Imago Mundi, un
gioco di ruolo dal vivo di
stampo fantasy, si è da
poco concluso, come
pure una cronaca di Vampiri: la Masquerade. Non-
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dimeno, l’Associazione
non è rimasta ferma!
Nell’ultimo anno sono
nati altri tre progetti: Blazing Horizon, un live ad
ambientazione dieselpunk post-apocalittico,
dove i giocatori interpretano i fieri ribelli in lotta
contro un tremendo dittatore; Memento Adesse,
ambientato in un mondo
dove i morti sono tornati
in vita e hanno ricostruito le loro antiche società; e, infine, Seven Seas,
un live fantasy esplorativo, ambientato in un
oceano punteggiato di
numerose isole ricche di
pericoli e avventure. Sono
questi che, ad oggi, hanno
creato la cerchia di giocatori amanti del teatro,
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dell’improvvisazione, della
costumistica e – forse –
di un autentico e costrut-
tivo divertimento.
Nautylus non è solo un
nuovo mondo in cui sarai
un sopravvissuto, un
Alto prelato, un corsaro
o un guitto di periferia. È
un’occasione per vivere
emozioni, per piacevoli o
meno che siano, di una
storia diversa e pur sempre TUA.
NO, NAUTYLUS NON È
IL NOSTRO MESTIERE...
...MA SICURAMENTE È
IL NOSTRO MEGLIO.
E allora che aspettate?
Perché non venite a trovarci e a conoscere questo stupendo hobby che
è il gioco di ruolo da vivo
con noi?
Gian Maria
Farnelli
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47
IL PIACERE DI DISEGNARE DI SARA BRIOTTI
https://scampodel6novembre.wordpress.com - Su FB: Scampodel6novembre Comics
C
iao a tutti gli
amici di Japanimando! Ringrazio
Il Presidente dell’Associazione culturale Japanimation,Vincenzo D’Amico,
per avermi dato l’opportunità di dar voce a ciò
che è in me silente da
tanto tempo.
Faccio parte della larga
cerchia di persone che
coltivano la propria passione – in questo caso il
disegno - pur lavorando
in ambiti che con tale disciplina c’entrano ben
poco. Questo mondo mi
è stato presentato dalla
per me Regina dei manga
Rumiko Takahashi: dalla
serie tv di Ranma 1/2 al
manga il salto è stato rapido ed entusiasmante ed
ho iniziato ad abbandonare gli anime a favore
del cartaceo. Della Takahashi mi piaceva che illu-
strava com’era la vita in
Giappone, con uno stile
narrativo a mio avviso,
molto diretto, introspettivo, occidentale. Il viaggio
in Giappone, a 9 anni, è
stata l’esperienza che mi
ha fatto capire che avrei
disegnato per molto
tempo: quando capii che
gli sfondi a pallini e altri
effetti dei manga non
erano fatti al pc bensì
erano fogli attaccabili e
ritagliabili con taglierini
[avevo scoperto i retini!],
comprai una ventina di
retini in una cartoleria
giapponese molto fornita.
Ciò in seguito ha stimolato molto la mia fantasia,
perché potevo creare ciò
che mi piaceva tanto leggere. Potevo creare fumetti! Questo era un
potere che a 9 anni non
mi dispiaceva per niente
possedere. Il grande dilemma è stato: Quale
liceo scegliere? Liceo Artistico o Liceo Classico?
Se la vita si fosse potuta
rappresentare come una
strada da percorrere, per
i miei genitori il liceo artistico sarebbe stata la
sbarra posta alla fine di
un vicolo cieco. Quindi
ho smesso di disegnare
fino alla fine del liceo per
dedicarmi agli studi, poi
nell’anno sabbatico ho ripreso e in seguito ho
smesso di nuovo per
tutto il percorso Universitario. Ora lavoro ed il
disegno per me è un momento di catarsi: mi purifico e mi calmo quando
prendo la matita e stendo
le ecoline. Soprattutto,
quando sono triste, mi
aiuta a stare meglio. Non
nego che con l’avvento
dei social ed il crescente
entusiasmo delle persone
nei confronti dei fumetti
(meno male!), sono stata
molto incentivata a riprendere in mano carta e
penna. L’idea che un mio
disegno o una mia vignetta possano essere
viste da un ragazzo americano, come da un ragazzo dell’Emilia
Romagna, come da una
persona che si stima (per
esempio tramite Instagram), mi piace molto, lo
ammetto.
Eccomi qui. Questa è la
mia storia, come è la storia di molti disegnatori,
credo. Il mio augurio nei
miei confronti è quello di
non abbandonare mai il
disegno in relazione al fumetto: vorrei un giorno
riuscire a realizzare una
storia a fumetti anche
breve, ma apprezzata, in
cui la gente possa riconoscersi, magari con diverse
chiavi di lettura.Vorrei far
parte di questo mondo.
Mi piacerebbe far provare
emozioni alle persone
che leggono i miei fumetti o guardano i miei
disegni. Questa secondo
me è l’essenza di ciò che
vorrei diventare nell’ambito artistico, accompagnata da umiltà e gioia.
Vorrei che i miei fumetti
avessero uno stile occidentale. Quello che mi
preoccupa di più non è lo
stile (non l’ho mai visto
come il requisito essenziale per essere apprezzati artisticamente) ma i
contenuti. Pazienza, Spiegelman, Spataro, in qualche modo anche
Zerocalcare, e chissà
quanti altri che non coISCRIZIONI APERTE
MASTER IN EDITORIA LIBRARIA “A.VICINANZA”
Corsi:
REDATTORE WEB - CORRETTORE BOZZE,
GRAFICO EDITORIALE DI BASE, REDATTORE EDITORIALE,
EDITING, APRIRE UNA CASA EDITRICE.
FORMULA ON-LINE A DISTANZA
CERTIFICAZIONE EDITORIALE PER TUTTI GLI ISCRITTI
Infoline: [email protected] - 06.33.61.08.00 (Ore 10-14)
nosco, sono tutti fumettisti che hanno dato ai lettori la possibilità di
immedesimarsi e abbracciare l’idea di denuncia di
qualcosa che non andava
o non va nella società. Io
non sono molto documentata su politica e società e penso sia una
mancanza che pagherò a
lungo andare. Ho una
propensione a concentrarmi più sull’introspezione, ma so che è molto
molto difficile fare un fumetto di questo genere
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FUMETTO E MANIFESTAZIONI ONIRICHE
http://digilander.libero.it/romanzi/ - www.psicologi-italiani.it
D
ylan Dog non è
stato il primo fumetto ad utilizzare l’intera vignetta per
la rappresentazione della
vita onirica dei protagonisti; già nel 1905 W. Mc
Cay pubblicò, in un giornale domenicale americano, una pagina a colori
dedicata alle avventure
oniriche: Little Nemo in
Slumberland e Dreams of a
rarebit fiend (Little Nemo
nel paese del sonno e Sogni
di un mangiatore di fonduta). Le tavole iniziano
con un’immagine di presentazione già immersa
nel profondo del sogno e
senza risultare noiosi o
addirittura ridicoli, o
senza metterci troppo di
sé stessi per non farla diventare una biografia diariesca o un blog
disegnato. Ancora più difficile è ritagliarmi una finestra temporale in cui
poter disegnare degna di
questo nome, che mi permetta di elaborare bene
una sceneggiatura, tra gli
impegni di altra natura
che ho. Mi piace l’idea del
fumettista che fa per il
suo fumetto disegni e
sceneggiature: secondo
me nasce qualcosa di
molto organico e personale. Un altro progetto
che mi piacerebbe realizzare sono delle illustrazioni da poter mettere su
dei capi d’abbigliamento,
di modo tale che la gente
porti con sé in giro per il
mondo (o per il suo quartiere! ) le mie creazioni.
Non riesco bene a delimitare il confine tra fattibilità e sogni, però questo
è quello che in ambito artistico mi piacerebbe diventare. Auguro a tutti i
lettori e non, di poter vivere sì con i piedi per
terra, ma felicemente.
Tanti baci e un grande abbraccio a tutti .
Sara Briotti
terminano tutte con il risveglio del protagonista.
La pagina contiene dalle
sei alle tredici vignette in
cui lo sfondo predomina
sulle figure che sono vo-
lutamente nebulose, allo
scopo di evidenziare l’atmosfera onirica; a Slumberland accadono terrori
e desideri di ogni tipo e
l’analisi freudiana troverebbe in questi sogni un
ricco materiale.
Oltre mezzo secolo più
tardi è G. Crepax a non
accontentarsi dello spazio
offerto dal dreamballoon;
l’autore di Valentina si
sofferma spesso a disegnare intere sequenze di
vignette raffiguranti la
vita onirica e le fantasticherie dei protagonisti.
Crepax segnala la presenza di questo tipo di
immagini caratterizzando
il contenente della vignetta con una linea punteggiata; le tavole di
questo autore mettono
in evidenza la particolare
attitudine che ha la tecnica del fumetto per
quanto riguarda la visualizzazione del contenuto
manifesto dei sogni.
(Da Manuale di Psicologia
del fumetto, pag. 90).
50
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“LA RIVOLTA DEI PACIFICI”
http://innovari.wix.com/edizioniscudo
Recensione del racconto
La rivolta dei pacifici di
Paolo Ninzatti, dall’antologia digitale Leggende Ritrovate e quella cartacea
Short Stories 14 (Edizioni
Scudo).
L’
ucronia è sempre
stata la mia passione. Ho sempre
amato immaginare situazioni storiche alternate,
anche le più assurde, seppur plausibili.
La rivolta dei pacifici
tratta delle conseguenze
di una premessa storica:
dopo la rivolta dei gladiatori, Spartaco, anziché
cercare di fuggire a Sud,
decide di marciare direttamente su Roma e di
conquistarla. L’impresa
riesce e il capo degli
schiavi ribelli fonda la Repubblica Liberta, uno
stato dove la schiavitù è
stata abolita e le forze armate sono costituite dai
gladiatori stessi. I vinti,
ossia i romani vengono
deportati in riserve nella
Gallia Cisalpina. A reggere
la Repubblica Liberta c’è
il Senato Liberto, su modello romano, che, in caso
di necessità, come con la
Repubblica Romana,
elegge un dictator. Nella
Roma Liberta il dictator
assume il titolo di spartaco, in onore del primo.
Queste le premesse. La
storia si svolge decenni
dopo la fondazione di
questa repubblica. La
nuova Roma è in allarme:
i romani delle riserve si
sono ribellati e marciano
verso l’Urbe. Da anni
ormai il seme della rivolta
serpeggia nelle riserve.
Una testa calda, tale Caligola, così chiamato perché indossa i coturni
militari degli antichi legionari, le caligas, ha sempre
propagandato la rivolta
armata. Il saggio senatore
Seneca, uno spagnolo, per
calmare i bollenti spiriti e
il revanscismo dei vecchi
schiavisti, ha contrabbandato nelle riserve un predicatore che incita alla
non violenza e alla pace.
Un giudeo, tale Gesù di
Nazareth, indesiderato
nella sua terra.
Ma è proprio Gesù che
pur predicando contro
l’uso di armi e affermando che ”chi di spada
ferisce di spada perisce”,
un po’ Gandhi ante litteram, incita i romani alla
rivolta. Una rivolta non
armata. Pronunciando la
storica frase: “Il dado è
tratto!”, varca il Rubicone
e marcia su Roma alla
testa dei rivoltosi.
Romani ad portas. Il Senato elegge come dictator o spartaco
nientemeno che un germano, tale Arminio, un
uomo d’azione che in
breve ordina la mobilitazione della Guardia Gladiatoria a difesa di Roma.
Da dietro le celate degli
elmi i secutori accarezzano i gladi affilati e i reziarii si preparano a
trafiggere e tingere di
rosso le candide tuniche
dei romani pronti a morire per riacquistare lo
stato di cittadini pari agli
altri. I persecutori di un
tempo sono i perseguitati
di oggi. La storia si ripete,
anche se alternata. La
lotta è continua e richiede sia martiri che
eroi.
Migliaia di romani disarmati sono pronti a farsi
massacrare. Il dilemma di
Arminio è enorme, in
quanto rappresentante di
uno stato paladino dell’uguaglianza tra i popoli.
Avrà il coraggio di lanciare secutori e reziarii a
far strage di romani
inermi ma decisi? Farà uccidere Gesù, che predica
pace e uguaglianza anche
lui? Arminio e Gesù rappresentano, ciascuno a
modo loro un modo di
concepire l’uguaglianza
tra gli uomini. Si macchierà la repubblica Liberta di genocidio?
È quello che saprete leggendo La rivolta dei pacifici, contenuta in una
edizione jumbo di Short
Stories, il numero quattordici, ultimo parto di
Edizioni Scudo, un’antologia di oltre trecento pagine contenente racconti
di oltre trenta autori.
L’illustrazione di Giorgio
Sangiorgi che raffigura
Gesù con il Colosseo
come sottofondo e un
gladio in primo piano
simboleggia tutto il racconto e il suo messaggio.
Gladio, gladiatori, chi di
spada ferisce di spada perisce. Non è una cosa
nuova che Sangiorgi riesca a captare l’essenza
dei miei testi esprimendola in immagine. Di questa comprensione a
chilometri di distanza
devo aver già accennato
in alcuni numeri precedenti. La copertina è di
Luca Oleastri.
In questo racconto mi
sono sbizzarrito a intrudurre personaggi illustri
della storia in ruoli alternativi. Caligola, Arminio,
Seneca e Gesù. Ho cercato di farli interagire secondo la loro indole e
personalità, anche in una
situazione con avvenimenti cambiati. Esseri
umani, persino Gesù, e
coerenti. Miseria estrema
dell’umane cose. Gesù vs
Arminio. Un conflitto tra
due grandi. Il guerriero e
il mansueto. Caligola che
fomenta sangue e Seneca
che cerca con la saggezza
di arginare il conflitto.
Arrivederci ad aprile.
Paolo
Ninzatti
52
53
I MONDI MANGA DI IVANA DE MARCO
http://mangade.weebly.com - Su Facebook: MangAde
C
iao a tutti! Sono
Ivana, in arte Ade,
e vengo da un
paesino della provincia di
Como.
Ho sempre disegnato fin
da piccola, ed ho praticamente passato l’infanzia
in mezzo ai cartoni degli
anni ‘90, crescendo a
suon di Sailor Moon, Inuyasha, Slam Dunk e tanti
altri (troppi da citare tutti
XD), mi hanno sempre
affascinata e la prima
volta che ho visto da vicino un fumetto è stato,
per caso un albo regalato
a mia sorella, e che ricordo ancora oggi ... il
numero 19 di Dragon Ball!
Quello è stato il primo
passo verso i manga,
prima facevo in segreto le
caricature dei miei compagni di classe delle
medie, poi passavo il
tempo a ricopiare illustrazioni, vignette o singole pose, finché sono
arrivata al punto in cui
volevo creare e disegnare
qualcosa di mio, così ho
comprato vari manuali e
ho fatto l’autodidatta,
prima di trovare vari
corsi specializzati proprio
sulla tecnica manga.
Ho scelto e adoro lo stile
giapponese per la moltitudine di espressioni che
posso dare ad un personaggio, per la loro tecnica
di inchiostrazione che mi
permettere di fare altrettanti effetti, ma sopratutto perché è lo stile a
me più congeniale per
raccontare tutte quelle
storie che mi passano in
testa, cercando sopratutto di far emozionare il
lettore.
Il mio stile di disegno,
nello specifico, è quello
che viene definito uno
“stile shonen”, ovvero
adatto ai ragazzi, infatti
non faccio, e non sono
portata, per storie
d’amore smielate... non è
il mio genere, ma non disprezzo quelle con una
nota comica.
Come riferimenti artistici ho sempre avuto
sotto mano manga di Rumiko Takahashi, Masashi
Kishimoto e Hiro Mashima per poi arrivare a
quel mostro di Oh! Great
e Reyhan, una ragazza tedesca che fa fumetti autoprodotti e colora
divinamente le sue illustrazioni.
Tra le opere che adoro ci
sono Sayuki, il gaiden
nello specifico, Chrono
Crusade e World Embryo
(entrambe di Daisuke
Moriyama), Biorg Trinity,
Zone 00 e One Punchman.
Mi hanno influenzato
molto, ma ora che ho
maturato un mio stile
posso finalmente considerarmi una “neo fumettista”, in proprio, visto
che non è da molto che
sono uscita allo scoperto,
e sopratutto perché mi
sto dedicando solamente
ad autoproduzioni in questo periodo.
Attualmente Il mio obiettivo è per lo più di farmi
conoscere, frequentando
anche varie fiere, e per
tenere la mano allenata
per le storie che ho intenzione di proporre a
case editrici in futuro.
Anche se in realtà ho già
pubblicato qualcosina,
come una piccola storia
di 20 pagine con Euromanga edizioni, sul volume Yggdrasil, qualche
piccola storia sulla rivista
studentesca Marupen e
già 3 volumi autopro-
dotti.
Uno è una raccolta di
storie autoconclusive che
prendere il nome di MangAde Collection, l’altro invece è una storia a più
volumi e si intitola Sale e
Pepe, che vede le vicende
dei condimenti in versione umana, partecipare
ad un gioco conosciuto
con il nome comune di
Risiko.
In questo periodo sto lavorando proprio al secondo volume di
entrambi, che porterò
nelle prossime fiere, dopodiché proverò a proporre storie ad alcuni
editori, nel frattempo
continuerò sicuramente a
disegnare le vicende di
Sale e Pepe e a portare
avanti una web comics
completamente gratuita
sul mio sito, e tanto per
dare un grosso tocco di
originalità! (ride ndr) sia
la mia pagina Facebook
che il sito, e sia tutti gli
altri account creati,
hanno sempre il nome
MangAde, che non è altro
che la fusione tra il mio
stile di disegno e il nome
d’arte che ho scelto... un
modo semplice e banale
XD, per denominare il
luogo dove raccogliere
tutti i miei lavori...
Ivana
De Marco
55
54
“TOFFFSY E L’ERBA MUSICALE”
Gruppo su Facebook: I FUMETTI SONO UNA COSA SERIA!
C
i sono stati a partire dagli anni ‘70,
in Italia, delle vere
piccole chicche passate
per la programmazione
per ragazzi. Erano dei
cartoni animati magari ingenui per i ragazzi di oggi
ma sicuramente ben fatti
sia come disegni che
come animazioni e pro-
dotti interamente da italiani. Molte di quelle serie
sono finite nel dimenticatoio nonostante siano
stati fatti dei tentativi di
riesumarle magari ripresentadole in versione
DVD. Una di queste serie
è Le avventure di Tofffsy e
l’erba musicale.
La serie fu presentata la
prima volta al Festival Internazionale di Zagabria
nel 1974 dove vince il
premio come migliore
serie a cartoni animati.
Viene però trasmesso
per la prima volta in Italia
solo nel 1977 su Telemontecarlo e narra le avventure del piccolo
folletto Tofffsy, che abita
nel castello di una ricca
contessa.
La serie è composta da
26 episodi ciascuno della
durata di 6 minuti, realizzati da Pierluigi De Mas
in collaborazione con
Gian Andrea Garola e
Dodi Melegaro.
De Mas sarà anche l’autore del cartone animato
di Cocco Bill di Jacovitti
ma il suo nome è legato
soprattutto a Carosello.
Tofffsy, come abbiamo accennato, è un giovane folletto vestito di rosso,
come ogni folletto che si
rispetti, con un cappello a
punta e una grossa cintura alla vita. Il nostro
eroe si contraddistingue
dagli altri folletti, però,
per due peculiarità. Porta
due grossi ciuffi biondi
posti sui lati della folta
chioma, che quando ha
un idea, si restringono e
si allungano come una
molla. E’ inoltre dotato di
grande intelligenza e
acume, doti che gli rimangono utili per avere la
meglio sugli avversari che
di volta in volta deve affrontare.
Il primo episodio della
serie narra delle origini
dell’erba musicale e di
come Tofffsy ne sia venuto in possesso. La storia ha inizio con Tofffsy
che aziona per caso un
vecchio proiettore della
contessa, dove viene trasmesso un film che racconta la leggenda
dell’erba musicale. In
un’epoca antica il vi-
sconte di Toifell (antenato
della contessa) riuscì a
sconfiggere il mago Nero,
reo di aver rapito il figlio
del mago Giallo. Per ricompensare il visconte, il
mago Giallo gli regalò
due semi di un erba magica musicale, che soltanto le persone buone
potevano far suonare. Il
visconte seminò un
seme, l’erba germogliò e
poichè questi era una
brava persona onesta e
coraggiosa, riuscì a farla
suonare. Il secondo seme
si trova nascosto nella feritoia della più alta torre
del castello della contessa. Colui che vorrà far
germogliare l’erba, dovrà
seminarlo in una notte di
luna piena ed innaffiarlo
con tre lacrime.
Tofffsy vive da anni all’interno del castello e conosce porte segrete,
scorciatoie in grado di
farlo accedere alle zone
più inesplorate, così decide di andare alla ricerca
del seme dell’erba musicale, posto sopra la feri-
toia del castello.
Arrivato nella torre più
alta si accorge che la
stanza è piena di oggetti
abbandonati e ragnatele,
così non sa dove potrebbe trovare il piccolo
seme che cerca. Qui incontra Otto, il vecchio
fantasma baffuto del castello, perchè ogni antico
castello che si rispetti
deve ospitare un fantasma, che si rattoppa il
lenzuolo.
Otto ha la caviglia gonfia
e dolorante, per via della
palla di ferro attaccata
alla gamba tramite una
grossa catena, che si deve
trascinare da millenni.
Tofffsy decide di aiutarlo
facendosi venire una delle
sue idee geniali e generose.Va a recuperare dei
pattini, che messi sotto la
palla di ferro, consentiranno al fantasma Otto
di poterla trasportare
agevolmente.
Il fantasma quindi libero
di correre beatamente
fra le stanze del castello
e per sdebitarsi, recupera
il seme che sta nella feritoia in alto, in quanto il
piccolo folletto Tofffsy a
quell’altezza non riesce
ad arrivare.
Tofffsy scava una buca
con un cucchiaino, per
poter seppellire il seme.
Ora al piccolo gnomo
rosso non resta che trovare le lacrime. Nella cucina del castello Tofffsy
trova delle cipolle. Approfittando della distrazione della cuoca, che
taglia una mela mentre
legge un fotoromanzo
strappalacrime, Tofffsy si
fa affettare la cipolla che
fa lacrimare la cuoca. In
questo modo il piccolo
gnomo raccoglie le lacrime con un ditale e in
una notte di plenilunio,
innaffia la terra con le tre
lacrime della cuoca. La
pianta germoglia e così
Tofffsy, dopo averci soffiato da inizio ad una bel-
56
lissima melodia che
rende tutti buoni: il gatto
fa amicizia con il topo, la
volpe e la lepre si abbracciano e così via, ma avverte: soltanto le persone
buone possono far suonare l’erba musicale.
Negli episodi successivi,
Tofffsy si trova ad affrontare ogni tipo di personaggi malvagi che
minacciano il castello. Ce
ne sono di ogni tipo: falsari, ladri, bimbi dispettosi, acchialappacani,
zingari truffatori, perfino
le formiche rosse qui
presentate simili agli unni.
Grazie al suo acume,
Tofffsy riesce sempre ad
escogitare una trappola
geniale in cui far cadere il
cattivone di turno che, ricevuta una sonora batosta, anzi spesso e
volentieri ce ne vuole
una doppia dose, dichiara
il suo pentimento promettendo di diventare
buono. E’ a questo punto
che il nostro folletto tira
fuori un filo dell’erba mu-
57
sicale per verificare
che il pentimento sia sincero. Se l’erba suonerà al
soffio del cattivone allora
vorrà dire che sarà sincero. Ogni episodio si
conclude con Tofffsy che
chiede ai giovani telespettatori “Quanti di voi riuscirebbero a far suonare
l’erba musicale?”
Il cartone animato è davvero ben fatto sia nelle
animazioni, tanto che alcune produzioni d’oltreoceano quasi
contemporanee sembrano lontane anni luce,
che nei disegni. Ogni ambiente del castello viene
presentato ricco e dettagliato, deliziosi i personaggi e loro
caratterizzazioni e le animazioni scorrono fluide.
Insomma una chicca che
forse non sarebbe male
riproporre alle nuove generazioni, nonostante
qualche ingenuità nella
trama.
Alfonso Verdicchio
Veniteci a trovare presso “L’Antro di Gork e Mork”
in Via Val di Lanzo n. 151/153 a Roma
oppure visitate il sito www.rosslyn.it
59
58
LA SODDISFAZIONE DI SCRIVERE HORROR
Su Facebook: Roberto Ciardiello
P
lease allow me to
entroduce myself,
cantava e canta ancora il Diavolo per bocca
di Mick Jagger, e allora...
Salve a tutti, ragazze e ragazzi e gente di ogni età,
appaio sulle pagine di
questa webzine per parlarvi un po’ di me. Sono
Roberto Ciardiello, all’anagrafe e nella vita di
tutti i giorni, al massimo
Robertino per qualcuno;
sono nato a cifra tonda,
nell’Ottanta, e ne ho
combinate parecchie da
bambino (sapete, all’epoca non c’erano gli
smartphone a incatenarci,
né i social network: essere “social” a volte ti faceva tornare a casa con
le ginocchia sbucciate.
Per fortuna, aggiungo).
Ma sto divagando.
E quindi niente, dimenticate e ricominciamo dall’inizio: facciamo che vi
parlo della mia passione
per l’horror, di come è
nata e di come si è sviluppata. Sul quando e
come finirà non posso
scriverne, bisognerà
aspettare e vedere. Mettetevi comodi.
Comunque.
L’horror, già.
Credo che il seme della
mia passione sia stato
piantato molti anni fa, tra
i banchi delle scuole
medie, forse durante il
primo anno. Girava un
numero di Dylan Dog, Delirium, e io chiesi alla mia
compagna di classe di
prestarmelo; tutto contento lo portai a casa e lo
divorai.
La notte fui un po’ meno
contento, invece, visto
che rimasi sveglio a fissare l’oscurità, immaginando che sarebbe
arrivato il tizio del fumetto a farmi visita per la
prima e ultima volta (per
chi non lo conoscesse,
Delirium si apre proprio
con un duplice omicidio
ai danni di persone sorprese nel sonno).
Questa potrebbe essere
stata la scintilla, o forse
no; comunque il resto è
venuto da sé, spontaneo
e naturale, visto che noi
figli degli anni Ottanta
siamo cresciuti a pane e
La Casa, Nightmare,Venerdì
13, le magliette degli Iron
Maiden, e mi fermo qui se
no vi occupo tutte le pa-
gine. Ho iniziato a leggere
narrativa; da lì l’approccio
alla scrittura è stato altrettanto naturale. Così
mi sono ritrovato a partecipare a concorsi letterari per racconti di
genere, passando spesso
le selezioni e intrufolandomi coi miei lavori nelle
antologie di autori vari,
edite da piccole ma coraggiose case editrici. Ho
strizzato anche l’occhio a
festival horror di importanza nazionale come il livornese FI-PI-LI Horror
Festival, nell’edizione del
2014 sono riuscito a piazzarmi secondo su cento;
l’intervista sul palco è
stato un disastro. Siccome ridevano tutti, ho
riso pure io.
Poi.
Dopo qualche anno (e
una manciata di pubblicazioni, compreso qualche
primo posto che mi ha
dato tanta soddisfazione)
ho sentito che era ormai
arrivato il momento di
abbandonare quel sentiero, di provare a imboccare quella svolta che mi
si parava davanti. Così ho
svoltato, più per scom-
messa che per altro,
per vedere cosa ne sarebbe nato. Tempo addietro avevo inviato un
racconto per un concorso, aveva passato la
selezione e sarebbe dovuto andare in pubblicazione insieme ad altri
otto su una sessantina,
ma per vari problemi che
non sto qui a elencare
l’ho ritirato, lavorandoci
sopra e allungandolo a
romanzo breve; l’ho pubblicato su Amazon in self
publishing.
E allora? Dicci, dicci...
come sta andando?
Eh, sembrerebbe bene,
anche se è ancora presto
per dirlo, visto che l’ho
fatto uscire a inizio 2016.
Le recensioni al momento sono positive, e
durante i tre giorni in cui
è stato disponibile in free
download si è piazzato al
primo posto nella classifica dei più scaricati, con
punte massime di settanta download giornalieri.Vedremo in futuro
come evolve. Se evolve.
Ah, quasi dimenticavo. Da
poco sono diventato
membro della Horror Writers Association, associazione americana che si
occupa di promuovere l’horror e il fantastico, organizzando ogni anno, tra
le altre iniziative, anche il
famoso Bram Stoker
Award. Grazie ora anche
alla sezione italiana gestita da Alessandro Manzetti, l’associazione conta
più di 1400 iscritti, tra i
quali Joe Lansdale e il fu
Richard Laymon.
E’ sempre alla ricerca
di nuovi associati, potete
dare un occhio all’indirizzo
www.horroritaly.org per
la sezione italiana, che,
come dicevo, fa capo a
http://horror.org.
Io, invece, nel mio piccolo
sono sempre alla ricerca
di nuovi lettori, quindi se
vi va potete cercare “La
vendetta nel vento” su
Amazon. Non costa
molto e non è una scrittura improvvisata, ho cercato di lavorarci al
massimo dell’impegno
per garantire un prodotto quantomeno decente, stimolante, che
scuotesse il lettore prendendolo per i capelli e lo
trascinasse giù nell’orrore.
Spero di esserci riuscito.
Date un’occhiata alla
trama, scaricate l’estratto
gratis se volete; il resto
dipende da voi e dai vostri gusti. Per ora esiste
solo la versione digitale
ma mi sto organizzando
per far uscire il cartaceo,
devo valutarne la convenienza.
Se volete saperne di più,
se vi va di vedere cosa
combinerò in futuro, se
volete passare anche solo
per un saluto, cercatemi
su Facebook, vi accoglierò con immenso piacere.
Giuro che non mordo...
non troppo forte almeno.
That’s all folks!
Roberto
Ciardiello
61
60
SOGNI, FORME E COLORI DI ANGELICA
Su Facebook: Sophia Angelide
C
iao mondo di Japanimando, mi
chiamo Angelica
Sonia, in arte Sophia Angelide, ho 24 anni, da
sempre vivo a Roma e
sono appassionata di
fiabe, anime, cartoni animati, tutto ciò che è fantastico, tutto ciò che
stimola la fantasia. Sophia
Angelide, perché significa
Messaggera della Sapienza
e non è altro che il mio
nome in greco solo accentuando sul nome Sophia. La messaggera della
dea Sapienza non era
altro che la Nike, la vittoria e ciò mi piace immagi-
nare che per me ci saranno delle vittorie o dei
messaggi che potrò dare
attraverso la mia arte.
Il mio simbolo è una
spada e un serpente, la
spada è la forza di volontà che serve nella vita
per superare tutto il male
che capita, il serpente, invece, è una figura ambigua, da sempre visto
come il male, è anche il
bene, l’antidoto, rappresenta quello che si sceglie
di essere o quello che si
deve scegliere di essere.
Il mio primo approccio
con il mondo del fantastico e dell’immagina-
zione è stato da bambina,
quando nei pomeriggi
uscivo, andavo al parco e
m’inventavo storie così su
due piedi per realizzare
qualcosa di magico, magico perché l’arte è
creare, dare qualcosa di
sé stessi agli altri, per gli
altri, dare emozioni.
Quando ero piccola vedendo i cartoni animati,
chi di noi non l’ha fatto,
m’immedesimavo nei protagonisti e questo ha
fatto in modo che ancora
oggi continuo a immergermi negli anime. Non
mi scorderò mai i pomeriggi di Italia 1, con Terry e
Maggie, Mila e Shiro, Magica Emi e via dicendo,
della serie il tempo per lo
studio ne era veramente
poco e cosa si faceva? si
disegnava e si cantavano
le sigle dei cartoni animati.
Con gli anni, la passione
per il disegno non è diminuita, anzi si è accentuata,
tanto che se smetto di
farlo, manca una parte di
me, le mani prudono e ho
bisogno di esternare, ho
cercato di prendere invano lo stile dell’autrice
di Nana, Ai Yazawa, un’altra passione è per lo Studio Ghibli e così piano
piano ho cercato di
sviluppare un mio stile,
anche perché essendo
autodidatta tutto quello
che ho imparato è frutto
della mia voglia di crescere come artista. Attualmente mi dedico ai
disegni come uno sfogo,
come un raccontare attraverso le immagini
quello che ho nel profondo, attraverso gli strumenti che uso, ho uno
stile diverso, ho cominciato a usare la tavola
grafica e mi sto dedicando a interpretare le
personificazioni di torte e
fiori, mentre con gli acquarelli principalmente mi
occupo di rappresentare
soggetti femminili, sperando di poter far suscitare qualche emozione
recondita nell’animo.
La mia vita però da
come si è capito non è
solo questo, sono anche
una studentessa universitaria e qualche volta mi
cimento in strisce dove
chi è uno studente di
certo potrà capire le vicende che solo noi attraversiamo, lotta per i posti
in classe, professori alquanto bislacchi, la tanta
ansia, ansia e ansia per gli
esami.
Un mio sogno è anche di
diventare un’illustratrice
per bambini, perché
come io nel passato ho
avuto bisogno di altre realtà e di chi aiutasse a sviluppare la mia
immaginazione e che ha
permesso a fare di me
una persona che sogna,
piena di valori, vorrei fare
lo stesso con i bambini,
63
62
perché gli anime degli
anni ‘90, ma anche le storie fantasy come Harry
Potter e i cartoni della Disney non erano e non
sono solo cartoni, immagini in movimento, sono
una speranza, un insegnamento che più vai avanti
e più riesci a comprendere, ed è anche per questo che dando una lettura
diversa non ci si stanca
mai.
Niente più, mi ritengo
una persona normalissima come tante altre ragazze, lunatica, con dei
sogni che spero un
giorno di riuscire a realizzare, con delle speranze e
spero che questo mio
mondo alternativo possa
esserci sempre come rifugio, perché si sa tutti
hanno bisogno di un
posto che poche persone
possono accedere, che
pochi comprendono, ma
alla fine è proprio quel
posto che rende speciali
chi riesce a varcare la soglia.
Ciao e piacere di avervi
conosciuto.
Angelica Sonia
Cosi