news cultura eventi
Transcript
news cultura eventi
GIADA PACINI - Foto di Antonio Cassaro WEBZINE FREE DOWNLOAD by A.C. JAPANIMATION - Anno VI - n. 57 NEWS COSP LAY CULTURA MUSIC A EVENTI 3 2 EDITORIALE S alve a tutti, carissimi amici di JAPANIMANDO! Quant’è bello essersi finalmente sbarazzati dell’inverno ed essere consapevoli che le belle giornate sono ormai alle porte... magari non subito, magari non sempre calde e soleggiate... ma che sicuramente agevoleranno i nostri prossimi appuntamenti presso le nostre location di Roma e dintorni. Abbiamo infatti ripreso, dopo quattro anni, l’appuntamento itinerante per fotografi e cosplayers “Fotocosplay” presso vari parchi e a maggio daremo nuovamente luogo ai nostri vari raduni per appassionati e cosplayers. La cosa più bella è che, finalmente, cominceremo a realiz- zare la nuova edizione della nostra rubrica sul fantastico “Wondergate”, visibile periodicamente sia su web che in tv. Attraverso le nostre attività, continueremo a dare visibilità agli operatori del settore e a divulgare questa cultura presso chi non la conosce... proprio come facciamo attraverso questa webzine. Anche questo numero non è riuscito ad aumentare le pagine culturali ma non fa niente; a quanto ci risulta il gradimento delle persone è sempre alto e questo ci gratifica non poco, anche se non vediamo l’ora di ricevere ancor più materiale come un tempo. Grazie e buona lettura!! SOMMARIO L’anima artistica di Flaminia Kennedy........... pag. 4 Do you like horror?.......................................... “ 6 Ecco il n. 26 di “Sbam! Comics”! ................... “ 9 L’arte fotografica di Antonio Cassaro .......... “ 10 “Rec”.................................................................... “ 14 Mariachiara tra romanticismo e mistero ..... “ 16 Davide Ruvolo, speedpainter dell’anima....... “ 18 I fantastici voli pindarici di Martina ............... “ 20 La via del fumetto di Mirko Treccani ............ “ 24 I mondi paralleli di V.A.G.A. ............................ “ 28 I mondi a fumetti di Jabez White ................... “ 30 Il fantastico Oriente di Francesca ................. “ 32 L’incontenibile istinto del disegno................. “ 36 “Christopher Lee” ............................................ “ 40 Nel segno del “Nautylus”! .............................. “ 42 Il piacere di disegnare di Sara Briotti............ “ 46 Fumetto e manifestazioni oniriche................ “ 49 “La rivolta dei pacifici” ..................................... “ 50 I mondi manga di Ivana De Marco ................ “ 52 “Tofffsy e l’erba musicale” ............................... “ 54 La soddisfazione di scrivere horror .............. “ 58 Sogni, forme e colori di Angelica ................... “ 60 V. D’Amico A.C. JAPANIMATION sul WEB: www.japanimation.it - www.wondergate.it GRUPPO su FACEBOOK: A.C. JAPANIMATION Tutta la grafica e i testi contenuti all’interno della webzine sono di proprietà di Japanimation; tutto il resto del materiale è Copyright © dei legittimi proprietari. In base al rispetto di tale principio la parziale o totale pubblicazione del materiale non vuole violare nessun Copyright, poiché è esclusivamente a titolo informativo e ludico. 4 5 L’ANIMA ARTISTICA DI FLAMINIA KENNEDY https://www.fiverr.com/flaminiakennedy - Su Facebook: FlaminiaKennedy C iao a tutti! Mi chiamo Sara Campi, in arte Flaminia Kennedy. Sono una ragazza ligure di 25 anni e la mia passione per il disegno si è sviluppata assieme all’amore per la scrittura. Il tutto è nato quando alle mie acerbe fanfiction accompagnavo qualche disegno dei personaggi presenti, sebbene non fossero certo capolavori, all’epoca! Durante il periodo scolastico, essendo una ragazzina molto timida, tutto ciò che facevo era tuffarmi nei quaderni e disegnare caricature dei docenti come se fossero vere e proprie strisce comiche che, però, abbandonai una volta conclusi gli studi. Ho passato parecchio tempo lontano dal disegno, avvolta da libri di tutti i generi, tra Giorgio Faletti e Tolkien, convinta di poter scrivere il tanto agognato romanzo che però ancora deve venire alla luce del sole. Durante l’epoca d’oro di Myspace, quando entrai all’interno del mondo del Roleplay ritornai poco a poco sulla strada del disegno, cominciando a migliorare i miei precedenti ‘omini’ in qualcosa che possedesse maggiori sembianze umane! Aprii un account su Deviantart, che è faticosamente attivo ancora adesso, e iniziai a caricare i miei lavoretti un po’ alla volta, notando che più disegnavo, più diventavo brava in quello che facevo! Era veramente soddisfacente vedere come le luci e le ombre iniziavano a diventare sempre più professionali, nonostante fossi completamente autodidatta. Venni aiutata parecchio anche dai tutorial che pescai in giro per il web, per potermi concentrare su metodi di disegno differenti, ma sempre e comunque in stile più o meno anime. Dopodichè, un giorno, incuriosita da come la mia amica otteneva grandi risultati con il digital painting, le chiesi se poteva darmi alcune dritte... e da lì iniziai ciò che faccio ancora adesso per piacere o per commissione: dipingere in stile semi-realistico, abbellendo le mie illustrazioni con background sempre più complicati e pose un po’ meno ‘plastiche’. Dopo anni, nonostante abbia ancora molto da imparare, mi sento abbastanza confidente in quello che faccio e cerco ogni giorno di trattare questa mia passione come un lavoro cercando sempre più di migliorare le mie illustrazioni; svagandomi tra semi realismo e chibi, passando per qualche comic improvvisato, per poi andare a creare qualche adottabile. Ho abbandonato temporaneamente il sogno di diventare scrittrice, ma credo che sia stato per il meglio, siccome ora il disegno è una parte molto importante della mia vita e del mio essere, oltre al fatto che sono totalmente arrugginita con la scrittura e solo scrivere questa piccola intervista mi è sembrato quasi impossibile! Spero di poter continuare a migliorare con le illustrazioni ed altresì di poter conservare la voglia di tingere colori su foglio, anche digitale, finchè avrò ispirazione e passione! Sara Campi 7 6 DO YOU LIKE “HORROR”? Su Facebook: Anatomia dell’Horror S alve a tutti, ragazzi! Mi chiamo Francesco... alcuni, forse, mi conoscono meglio come Squalo Pazzo, (ex) YouTuber culinario e gestore della pagina Facebook, Shark In The Kitchen. Sono nato a Latina, il 17 maggio di un lontano 1975. Dopo quasi 15 anni di carriera in una multinazionale farmaceutica, la crisi mi ha colpito direttamente e, da 4 anni, sono senza lavoro fisso. Insomma, nel peggiore dei modi, incarno la situazione attuale dell’italiano medio. Una cosa che, invece, non ha mai subito crisi di sorta, è la mia passione per l’horror, in tutte le sue forme: a 6 anni vidi per la prima volta “L’esorcista”, di nascosto da mia madre, e ne rimasi affascinato. Da allora, la mia curiosità si è allargata ai mostri sacri, in ogni senso, del genere, innamorandomi delle figure del Conte Dracula, del mostro del dr. Franken- stein, dell’uomo lupo e via discorrendo. Tutto ciò, alimentato anche dall’amore spassionato per le produzioni nipponiche: chi non ricorda “Carletto il principe dei mostri”, “Devilman” o “Bem il mostro umano”? Il mio destino sembrava segnato: ci- nema, animazioni e fumetti (l’avvento di Dylan Dog e i mensili come Splatter, Scanners, Mostri, ecc.), tutto mi portava ad amare e sempre di più il genere horror. Con gli anni e la necessità (a 20 anni ho iniziato a lavorare e sono andato a vivere da solo) ho iniziato a perfezionare le mie capacità culinarie, mentre continuavo a scarabocchiare per puro divertimento personale. Un discreto seguito ebbi ai tempi dei “groups” di Microsoft, poi sostituiti con MySpace, con la parodia online di Matrix, “Enter The Maranza” (titolo parodistico del videogioco dedicato alla saga cinematografica, Enter The Matrix). Ma qualsiasi “deviazione” prendesse la mia vita, tutto sembrava riportarmi al primo, vero, grande amore: l’horror. Così, con l’avvento di Facebook, ho avuto la possibilità di conoscere professionisti, e promettenti artisti emergenti, di ogni settore, che condividevano questa mia passione. Nel tempo, ho maturato l’idea di creare un qualcosa che si differenziasse dalla massa di pagine e gruppi presenti sul social, ognuno copia e incolla dell’altro. Così, parto da un’idea di base: creare un personaggio, qualcuno che incarnasse il sottogenere che più amo: lo slasher. Butto giù dei bozzetti e nasce il serial killer Eric Bale! Parto dalle basi, scrivo la storia (pubblicando i primi due capitoli a fumetti) e creo, dal niente, ciò che più caratterizza le icone del cinema horror/slasher: una maschera, facendo il calco del mio volto e usando della pelle recuperata da un divano ormai vecchio. Credendo pretenzioso lanciare solo il personaggio, creo la pagina “Anatomia dell’Horror”, una sorta di contenitore di tutto ciò che riguarda le produzioni audio/visive del genere, con contenuti originali, creando anche un fumetto dedicato a Eric Bale, un canale YouTube e stringendo delle collaborazioni. Infatti, affascinato dal progetto, lo stesso Federico Tadolini, scrittore e regista emergente dell’underground italiano, di corti come “Guanti Neri”, “Evisceral Plague” e “Video Nasty” (episodio contenuto nel film corale “17 a mezzanotte”), mi chiede di poter scrivere un racconto sulle origini di Eric Bale. Naturalmente, entusiasta, do il mio pieno consenso e, la prima parte, viene pubblicata. Il mio fine ultimo, del resto, è sfruttare il fascino del personaggio e della storia alle sue spalle, per coinvolgere artisti di ogni genere (fumettisti, illustratori, sceneggiatori, scrittori, registi, ecc) e creare un mondo vivo che renda Eric Bale un nome di riferimento per gli amanti del genere… ma che non siano solo passivi fruitori dei contenuti da me creati, ma che possano apportare, col loro talento, idee e lavori, tanto da creare, quanto prima, una vetrina a 360 gradi. Anatomia dell’Horror si pone come uno strumento vivo, quindi, capace di coinvolgere ogni sistema di comunicazione, dalla musica, al disegno, alla scrittura. E, su questa strada, anche il colorista Massimo Cavenaghi (“Draco”, “Norby” il gatto a fumetti) si propone, entusiasta, di partecipare, colorando una mia illustrazione. A breve, raggiunto un decente numero di iscritti alla pagina, il progetto finale che mi sono posto prenderà vita, dando massima visibilità agli artisti più talentuosi ed ispirati: creare un evento che porti Anatomia dell’Horror, Eric Bale e chiunque si senta coinvolto a dare il suo contributo, ad un livello superiore, puntando decisamente in alto! Pretenzioso? Utopico? No, non credo. Perché ho visto quello che sono in grado di fare tanti ragazzi, le capacità e la voglia di mettersi in gioco... serve solo qualcuno che dia il giusto input, metta in campo le proprie conoscenze e creda nel lavoro di gruppo. Non voglio esternare troppo, di quel che sarà, perché voglio che sia la passione, al di sopra della competizione, a portare avanti il tutto e a premiare i meritevoli. È un percorso lungo e difficile, soprattutto per me, per la mia situazione, ma condividere un progetto, una passione, un fine ultimo, è un carburante che fa bene all’anima e al cuore. Quindi, ringraziando Japanimando e i suoi lettori, per la grande opportunità di visibilità, invito chiunque sia appassionato di fumetti, anime, racconti, leggende metropolitane, serial killer, di tutto ciò che riguarda l’orrore cinematografico e non, e chi ha un piccolo grande artista dentro di sé e vuole mettersi in gioco, di seguire ADH e diventare parte integrante di ciò che aspira ad essere: una comunità viva, che si muove in una direzione comune, oltre la fredda pagina in 2D di un social network. Un saluto di cuore da me e... dal vostro Eric Bale! Francesco Bernardis 9 8 ECCO IL N. 26 DI “SBAM! COMICS”! www.sbamcomics.it - www.museowow.it S BAM! Comics è la rivista digitale a fumetti e sui fumetti. Esce ogni due mesi e si scarica gratuitamente dal sito: presenta una vetrina di anticipazioni, recensioni e interviste dal mondo dei comics e vuole essere un punto di incontro e dibattito tra appassionati. Si propone inoltre di pubblicare le opere dei nuovi fumettisti e degli aspiranti professionisti. È ora disponibile il numero 26, Marzo/Aprile 2016. mare, con Corto protagonista. REVIEWS Solita Sbam-carrellata tra le novità più succose in libreria, edicola e fumetteria, con le nostre recensioni. E tra le pagine della rivista, qua e là fanno capolino anche le rece-Flash: non perdetele! IN QUESTO NUMERO... IN COPERTINA Parliamo di serie tv tratte dai fumetti, affidando alla Supergirl di Ivan Passamani la cover. All’interno, la nostra analisi (anche storica) del fenomeno, il parere di Giuliano Gambino di MoviesBook e l’intervista esclusiva a Paul Azaceta, disegnatore di Outcast. STAR WARS IN MOSTRA Torniamo a parlare di Star Wars in occasione della nuova mostra di Wow Spazio Fumetto: una delle saghe più amate di tutti i tempi analizzata in ogni suo aspetto, dal Fu- metto al cinema (e ritorno). L’UOMO DEI RECORD DI ALAN FORD La nostra intervista a Dario Perucca, disegnatore di Alan Ford da trent’anni: il suo lungo lavoro sulle tracce di un mostro sacro come Magnus. DA THE CROSSING A VIA BUONARROTI Da un’autoproduzione di stampo strettamente su- pereroistico al mondo di Martin Mystère con Bonelli: l’esperienza di Salvatore Cuffari, medico di giorno, fumettista di notte. Così inauguriamo la rubrica New Generation. A PROPOSITO DI CORTO MALTESE... Lo scrittore e saggista Emiliano Ventura ha intervistato per noi Marco Steiner, amico e collaboratore di Hugo Pratt e autore del romanzo Oltre- FUMETTI Le strip del Tarlo, di Cose da... extraterrestri, di Pieri & Kant, di Federica e di Kugio e Gina. Le nuove rubriche affidate a Pietro ‘PV’ Vanessi e a Denis Battaglia. Lo Spazio profondo di Ivan Passamani, la particolare versione zagoriana delle Blacky Mole di Antonio Pannullo, la proposta di Casarini & Doghini e le fiabe rivisitate dal trio Croce-Delli Santi-Di Marco. INOLTRE... Il nostro incontro con Giuseppe Calzolari, direttore della Scuola del Fumetto di Milano, la novità It Comics, la recensione del Deadpool cinematografico, i consigli di lettura extra-fumetto, curiosità assortite... Redazione Sbam! Comics 11 10 Valentina Cattro L’ARTE FOTOGRAFICA DI ANTONIO CASSARO Su Facebook: Kuma Cosplay Photography & Post Production S zione era rompere le scatole ai miei amici durante le gite e le feste per immoralarli nei momenti peggiori ahahhahahahaha (quanto mi odiavano al momento, ma poi erano felici di avere dei bei ricordi). Con il passare degli anni persi di vista per un po’ questa mia passione ed iniziai a dedicarmi alla grafica; intrapresi la scuola d’arte ad Alghero, e mi diplomai nel corso di Grafica e Fotografia. Continuai per qualche anno a lavorare in alcuni studi grafici come apprendista e alla fine aprii alve a tutti, mi chiamo Antonio Cassaro in arte Kuma e sono un ragazzo di 30 anni. La mia passione per la fotografia è nata da ragazzino (salto tutta la parte di quando ero piccolo e stressavo mio padre per usare la sua Reflex a rullino per non annoiarvi troppo); un giorno i miei mi regalarono una compatta digitale da 1.3 Megapixel, che al tempo era già una grande macchina, e da li iniziai a fotografare qualsiasi cosa: paesaggi, oggetti, persone; ma la mia più grande fonte di ispiraGiada Pantani Perla Moretti il mio studio grafico (che purtroppo dopo 4 anni, per via delle troppe spese, dovetti chiudere); nei primi 2 anni mi dedi- Andrea Barbieri Tania Nya Casali cai come un matto alla grafica, ma sentivo che mi mancava qualcosa, quel qualcosa che mi spingesse a superare i miei limiti e finalmente comunicare qualcosa. Pensa e ripensa... presi in mano la mia prima Reflex digitale canon 450d ed uscii per prendere un pò d’aria. Trovandomi in un posto di mare decisi di camminare ad un certo punto mi fermai in mezzo alla spiaggia per ammirare il tramonto; decisi di fare un paio di foto ed in quel momento capii veramente cosa mi mancava e mi ricordai quanto fosse bello ed importante per me fotografare (purtroppo il vecchio hard disk si è bruciato e ho perso quelle foto)! Dal quel giorno decisi di dedicare tutto me stesso alla fotografia. Piano piano chiedevo a sempre più amici di posare per me per provare nuove tecniche e nuovi temi ma capii che non era ancora abbastanza in quanto mancava quel qualcosa che mi permettesse di esprimere al meglio ciò che volevo comunicare. Quindi, esaminando alcuni workshop (sopratutto quello di Francesco Marzoli, di cui consiglio a chiunque di visionarne il canale web) scoprii cosa fosse la post produzione e di quanto fosse potente; non tanto per il fatto di rendere le persone più belle o di togliere brufoli o cose simili, ma proprio per la possibilità di poter dare un sapore, un colore e un’emozione che prima non potevo dare alle mie foto. Ormai ero sempre piu deciso ad intraprendere seriamente la carriera fotografica tanto quanto quella di post produttore. Un giorno, cercando dei tutorial in internet, mi capitò di vedere una splendida foto di una fotografa 13 12 Sara Wu (che poi sarebbe diventata per me fonte di ispirazione) chiamata Emily Soto; ne rimasi incantato e decisi di cercare altre sue foto innamorandomi subito del suo stile: erano una più bella dell’altra, sembravano dei dipinti e non “soltanto” (messo tra virgolette di proposito) delle fotografie... avevano qualcosa di diverso che non avevo mai visto. Spero un giorno di poterla conoscere di persona. Dopo avervi annoiato abbastanza passiamo al lato “Cosplay”, visto che in teoria dovrei parlare soprattutto di questo “ahhahahaha”! Che posso dire? Diciamo che nell’ambito cosplay ci sono finito abbastanza per caso... mi spiego meglio: è capitato di partecipare a un piccolissimo evento nella mia città organizzato dall’associazione Sassari Cosplay, e li mi capitò di fotografare i primi cosplayers. Rimasi subito affascinato da questo mondo che avevo sempre visto nelle riviste, essendo uno che ama anime, film, telefilm... Sara Mattesini e quando vidi dal vivo tanta passione cercai di trasmetterla tramite la mia, ovvero la fotografia; ma mentre fotografavo mi resi conto di una cosa molto importante: non sapevo fotografare i Cosplayers, anche se abituato a concerti (anche abbastanza grossi) o a set privati. Sentivo che mi mancava qualcosa per poter rendere giustizia a questa arte e decisi dopo l’evento di contattare l’associazione per chiedere se serviva un fotografo durante gli eventi così da potermi fare le ossa in questo campo ed avere più contatti con i cosplayers da poter fotografare. Con il tempo mi sono sempre di più appassionato a questo tipo di fotografia e ricordo ancora tutte le persone che mi hanno sostenuto e che ringrazio ancora per non avermi fatto cedere, sopratutto nei momenti in cui venivo fatto a pezzi da molti solo perchè il mio stile “tendente al togliere i colori”, da molti era de- finito Anti-Cosplay; ma grazie a loro sono riuscito anche a migliorarmi sempre di più e riuscire piano piano a farmi conoscere in giro per le fiere. Il mio stile si basa sul creare un’atmosfera romantica e, come la definisco io, pastellosa dove tutto deve avere un’armonia. E’ uno stile che viene molto dal fashion ma che ho voluto sperimentare, ricercare, e infine confermare nel mio stile di foto Cosplay. Rendere il tutto come se fossero delle vere e proprie “bambole di porcellana” all‘interno di un quadro fatto di pastelli e delicatezza. Infatti quando, da poco ho fatto il set del fumetto “Cotton Tales” (che vi consiglio di reperire perchè è bellissimo) mi sono ritrovato nel mio mondo, sia come tipo di personaggi, abiti ma sopratutto colorazioni, perchè è un fumetto molto particolare che rispecchia molto i disegni ad acquerello e pastello. Per me è stata una bellissima esperienza. Sempre parlando di set fotografici, uno che mi ha fatto penare parecchio è stato il set di “Voldemort”, perchè per ricrearne l’ambientazione, la colorazione e tutto il resto, sia io che il cosplayer ci siamo studiati il makeup, ci siamo rivisti praticamente tutti i film per capire bene come lavorare; alla fine sono davvero soddisfatto di quel lavoro, perchè tutto quello studio ha ricam- biato il nostro sforzo. Ora ho girato parecchie fiere e la gente, finalmente, sta apprezzando il mio stile, anzi... molti mi cercano proprio perchè sono riuscito a differenziarmi dalla massa come pochissimi Fotografi che io reputo essere con la F maiuscola. Una cosa che vorrei dire dell’ambiente sia fotografico che cosplay (sono cose che andrebbero “dette” e non mi piacerebbe neanche scriverle), è il fatto che molti si dichiarano fotografi, quando invece il loro scopo è un altro, ovvero fotografare prima di tutto le ragazze (soprattutto se hanno una scollatura, uno spacco nella gonna o entrambi); giuro che ho assistito a delle scene davvero scandalose, come per esempio frasi: “Scusa non è che ti pieghi di più?”, “Scusa non si vede bene la scollatura”, “Scusa non vorrei farti pensare male ma ti posso sistemare?” etc... ed ogni scusa è buona per allungare le mani. Ci sarebbe molto da dire... comunque ci sono anche cose davvero bellissime (scusate lo sfogo di prima ma qualcuno doveva dirle Giada Pacini Elena Ziri queste cose): dopo aver scattato foto in fiera, in moltissimi casi si rimane anche a chiacchierare e fare amicizia; io ho conosciuto bellissime persone, anche fotografi davvero bravissimi. Ad esempio, finito il Lucca Comics, ho potuto scherzare e parlare con più di 20 persone di varie regioni, sia fotografi che cosplayers come se ci conoscessimo da una vita. Un’altra cosa che amo di questo mondo è che ho fatto davvero delle bellissime amicizie a cui sono molto legato e sopratutto (visto che devo parlare di fotografia) si ha tantissima fonte di ispirazione e modelli con cui poter avere collaborazioni. Infine voglio concludere questa presentazione, che per me è stata più una chiacchierata, dicendo che il mondo della fotografia, in particolare quella del Cosplay, è un mondo a sé: anche se ci si immerge completamente non si potrà mai capire davvero cosa vuol dire fotografare un Cosplayer e rendere omaggio alla sua passione; soprattutto colgo questo momento per scrivere questa frase presa da un film che per me ha molto significato: “Seguite i vostri sogni, perchè moriamo tutti giovani”. Antonio Cassaro 14 15 “REC” Su Facebook: Andrea De Rosa “R ec”, è un seinen manga di Q-Tarou Hanamizawa e consta di 16 volumi. Tra il 2 febbraio e il 30 marzo del 2006, è stata tratta una trasposizione animata di 9 episodi (12 minuti ciascuno) e un OVA dalla Shaft. Uno dei protagonisti di questa storia è Fumihiko Matsumaru, un ragazzo di 26 anni che lavora nel dipartimento marketing di una compagnia che produce snack. Egli si impegna molto nel suo lavoro e nonostante ciò, anche se cerca sempre di proporre nuove trovate pubblicitarie, non riesce mai ad avere l’approvazione dei suoi superiori. Un giorno Matsumaru, invita una sua collega, per cui ha una cotta, a vedere un film al cinema, ma purtroppo quest’ultima non si presenta, anzi la tro- verà poco dopo a braccetto con un altro uomo. Deluso per la buca ricevuta, sta per gettare i biglietti, quando poi, farà la sua entrata in scena Aka Onda, dando buffamente voce ai biglietti, implorando di non essere gettati via. Dopo questo bizzarro intervento, chiede gentilmente a Matsumaru di darle un biglietto per poter vedere il film. Il ragazzo si lascia convincere e ella lo trascina in sala a farle compagnia. Durante la proiezione, Matsumaru si accorge che la ragazza recitava ad alta voce leggendo i sottotitoli del film. In seguito, al termine della proiezione vanno a cenare insieme e parlando del più e del meno, Aka racconta a Matsumaru del suo sogno: diventare una doppiatrice professionista. Il ragazzo caratterialmente è molto pessimista, per questo vede quello di Aka un sogno irrealizzabile, ma lei non vuole demordere e vuole provarci con tutte le sue forze. Dopo cena tornando alle loro rispettive case, scopriranno di vivere nello stesso quartiere. Purtroppo quella stessa notte, scoppia un incen- dio nell’appartamento di Aka. Matsumaru troverà la ragazza sotto shock con in mano solo un cu- scino, unico oggetto che è riuscito a salvare. Il ragazzo così decide di aiutarla e ospitarla per la notte e in un momento di conforto e debolezza i due vanno a letto insieme. Il mattino seguente Matsumaru si sveglia non trovando più Aka. In seguito, a lavoro scoprirà che i suoi superiori hanno finalmente approvato i suoi snack e che devono fare una selezione per scegliere la doppiatrice per lo spot. A gran sorpresa scoprirà che Aka è una delle ragazze selezionate e che infine sarà proprio lei la doppiatrice del personaggio della sua campagna pubblicitaria. Infine per evitare problemi, i due decidono di nascondere la loro relazione ai superiori anche se, almeno da parte di Aka, è convinta che, aver avuto un rapporto intimo insieme una sola volta, non li rende effettivamente una vera coppia. Intanto i due lavoreranno e vivranno insieme per un po’ e i sentimenti di Matsumaru per Aka cresceranno sempre di più, speranzoso che un giorno possano esser ricambiati. Andrea De Rosa 17 16 MARIACHIARA TRA ROMANTICISMO E MISTERO https://mellontatautablog.wordpress.com - Su Facebook: Mariachiara Moscoloni U n vero scrittore non è mai dove lo vedi. È altrove. Un vero scrittore è assorto, sbadato, confuso. Un vero scrittore non dice quello che pensa, lo scrive. E dopo averlo scritto negherà perfino a se stesso di averlo pensato. Cari lettori di Japanimando, questa sono io. Una scrittrice. Mi chiamo Mariachiara Moscoloni e sono nata in pieno equinozio autunnale di un anno bisestile. La luna era al culmine del suo ciclo, gravida di luce e di mistero. Non so se possa dipendere dalla strana congiunzione astrale di quel lontano 23 settembre, ma è certo che il mondo esoterico e la magia mi affascinano da sempre. Ho trascorso l’adolescenza leggendo i fumetti di Dylan Dog, i racconti di Edgar Allan Poe, i romanzi di Stephen King. L’Incubo, il Macabro, l’Orrore hanno rappresentato il mio nutrimento quoti- diano. Crescendo, poco o nulla è cambiato: ho continuato a coltivare una cultura di tipo romantico, che predilige i sentimenti e l’intuito alla ragione. Ancora oggi sono convinta che il mondo sia pieno di anime che accarezzano la nostra vita e da questa certezza nasce e cresce la mia esigenza di scrivere. Spiriti inquieti, ombre tormentate, destini irrisolti, rappresentano le mie fonti più prolifiche d’ispirazione: ascolto i sussurri accattivanti di questo sciame arcano e li trasformo in racconti e romanzi, rammentando ai lettori che le parole sono eterne quanto le anime che le hanno pronunciate infinite volte prima di noi. Il mio romanzo d’esordio, “Il Grimorio del Lago”, è degno figlio di una tale madre. Le atmosfere cupe e misteriose del lago e delle nebbie che lo avvolgono offrono lo sfondo ideale alle vicende intricate dei personaggi, in particolar modo della protagonista, una donna accusata di stregoneria. In effetti Il Grimorio del Lago contiene tutti gli ingredienti del romanzo gotico: una villa sfarzosa, una protagonista dal passato misterioso, una coprotagonista sensibile e recettiva, l’elemento so- prannaturale. Ma la strega del mio romanzo si discosta dal genere di streghe, mostruose e diaboliche, di cui è infarcita la letteratura. La mia strega è una donna affascinante, volitiva, anticonformista. Una Donna capace di affrontare i pregiudizi radicati nella società. Nello stesso tempo è una creatura in sintonia con la natura: sensibile, intuitiva, a tratti selvaggia, perfettamente in grado di interpretare i cambiamenti e gli umori dell’ambiente che abita, rispettandone ritmi e cicli. Ogni romanzo che si rispetti deve contenere un messaggio. Il mio ro- manzo non si è sottratto a quest’imprescindibile compito denunciando apertamente un vizio inestirpabile della nostra società: quello di disprezzare e quindi voler sopprimere ciò che è diverso. Tanto per creare un giusto parallelismo con l’arte, che ha un ruolo fondamentale nelle mie pagine, bisognerebbe ricollegarsi al termine “barocco”, usato per la prima volta dagli storici del ‘700, nell’accezione spregiativa di “bizzarro”, “stravagante" e “grottesco”. La stregoneria ha in comune con il barocco proprio questo: essere oggetto di disprezzo da parte di chi considera la normalità una virtù, quando invece sono proprio gli eccessi, le stravaganze, le sfide a viso scoperto a rendere l’arte immortale e l’uomo una creatura padrona di sé e della Natura che lo circonda Sono molto contenta che la mia sfida di scrittrice proseguirà con il seguito del mio romanzo. “Il Grimorio del lago – L’eredità”, questo è il suo titolo, verrà pubblicato a breve. Conterrà altri messaggi, altre denunce e una storia, intrisa di mistero ed esoterismo, tutta da leggere. Mariachiara Moscoloni 18 19 DAVIDE RUVOLO, SPEEDPAINTER DELL’ANIMA Su YouTube: speedpainter Davide Ruvolo - Su Facebook: Davide Ruvolo Speedpainter C iao a tutti! mi presento, il mio nome è Davide Ruvolo (chiamato anche lo “Speedpainter”). Sono un Giovane aspirante fummettista e illustratore di 27 anni. Al momento, sono cultore della materia presso l’Accademia di belle arti di Catania per quanto riguarda la materia “Tecniche di animazione digitale” e nel tempo libero anche Youtuber ormai da tre anni. La mia passione per il disegno e per l’arte in generale nasce da piccolo, disegnando i miei personaggi preferiti dei cartoni animati, creature di fantasia, e caricature di parenti e amici. Nell’adolescenza nasce in mela passione per il fumetto italiano. Inizio ad interessarmi al Ratman di Leo Ortolani, rimango affascinato dalle avventure di Martin Mystère, ma il mio più grande amore è sarà sempre Dylan Dog. Mi hanno sempre incuriosito le storie del mistero e dell’horror raccontate negli albi della Bonelli, facendomi compagnia per anni e anni fino ad oggi. Decisi quindi di frequentare l’Istituto Statale d’arte di Catania, dove passai anni felici, ma soprattutto pregni di studio sul segno, maturando e perfezionando il mio tratto, che si faceva via via sempre più netto e deciso. Finché non scoprì, con l’avvento di YouTube, i cosiddetti “Speedpainting”,Video velocizzati sulla realizzazione di un disegno con l’uso di tavoletta grafica e Photoshop dal “foglio” digitale bianco al prodotto finito. Ne rimasi affascinato, quindi acquistai una tavoletta e fu subito colpo di fulmine. Il 2 maggio 2012, aprì il mio canale YouTube che, ad oggi, mi ha dato tante soddisfazioni, avendo un numero di iscritti e di visualizzazioni che non avrei mai sognato di avere. La scoperta del disegno digitale mi aprì infinite possibilità di creare, costruire, immaginare interi mondi e creature, con il vantaggio poter realizzare tutto questo in pochissimo tempo. I miei primi lavori si incentrarono sulla tecnica dell’iperrealismo, ritraendo volti di celebrity, ottenendo nei vari social, feedback più che positivi, ma presto capì che in quello che facevo non c’era nulla di me, non avevo una identità, e negli anni ho sempre cercato di trovare un mio “mar- chio di fabbrica”, qualcosa che mi distinguesse, nel segno e nell’anima. Nel frattempo, a 25 anni mi laureavo per la seconda volta all’Accademia nell’indirizzo “Scenografia per i nuovi media”. Soddisfazioni. Da qui in poi ho partecipato come performer all’ultima edizione dell’“Etna Comics 2015” e delle mie illustrazioni sono state pubblicate nel libro “Racconti gialli” della casa editrice “Suigeneris”. Ultimamente sto portando avanti una serie di illustrazioni che fanno parte della serie “Come ti rubo l’anima dei bambini”, dove prendo disegni di ignari pargoli e li “trasformo” a mio piacimento con, a volte, dei risultati interessanti. Il dono della sintesi tipica di un disegno fatto da un bambino, a volte nasconde interi universi. Non a caso i più grandi artisti contemporanei l’hanno ricercata. Il mio compito è quello di realizzare, tramite un impronta surreale e irreale, dei mondi e delle storie, viaggiando la fantasia. Non ringrazierò mai abbastanza tutti quelli che fino ad ora mi supportano e supportano quello che faccio, sia su YouTube che su Facebook. Con affetto, Davide. Davide Ruvolo 20 21 I FANTASTICI VOLI PINDARICI DI MARTINA Su Facebook: Martina Elettra Azzini C ari amici vi scrivo, così mi distraggo un po’. E giuro, non è solo una citazione, ne ho davvero bisogno! Quella che vi parla è Martina, studentessa universitaria a tempo pieno di Firenze che ha ormai compiuto 26 anni e che nasconde una vera profonda carnale passione per la scrittura.Va avanti da un bel pezzo devo dire, almeno dieci anni! Ho cominciato con qualche sporadica poesia qua e là e piano piano mi sono evoluta (un po’ come i Pokémon) passando prima a semplici romanzi rosa e poi al Fantasy. Se la mia testa fosse un secchio, probabilmente ci starei annegando dentro! Fin da ragazzina ho sempre avuto una fervida immaginazione, che spesso sfociava in pindarici voli della fantasia che mi trasportavano ben lontano dalla realtà che mi scorreva davanti. Alla fine, seguendo un piccolo ma insistente tarlo mi sono iscritta a un concorso di poesie indetto dal mio liceo (avevo 16 anni) per mettermi alla prova. Ebbene no, non ho vinto, ma sono riuscita ad arrivare terza; un risultato niente male per una che si è sempre ritenuta mediocre e svogliata. Da allora tutto quello che mi veniva in mente trovava posto su fogli di carta stropicciati, biglietti del treno, fazzoletti e quaderni di ogni genere (soprattutto quelli scolastici essendo costantemente annoiata dalle lezioni). Lentamente ma inesorabilmente il mio desiderio di creare qualcosa di più concreto e avvincente mi ha portata su nuove strade, facendomi scoprire mondi nuovi e soprattutto stili nuovi. In quel periodo infatti ero un’assidua frequentatrice dei GdR online (che tuttora adoro visitare segretamente) e anche grazie ai diversi ambient in cui erano organizzate e strutturate le piattaforme di gioco mi prospettavo sempre nuovi universi e storie possibili in cui far muovere una miriade di personaggi diversi. Grazie a una di queste sono riu- scita a mettere a punto il primo romanzo, scritto quasi interamente a matita e poi riportato lettera per lettera su un doc Word. Il nome che avevo scelto era “Cuore Pirata” ed è stato l’unico con cui ho anche tentato di pubblicare. Purtroppo essendo una studentessa ingenua e immatura non avevo tenuto conto delle spese ingenti a cui sarei andata incontro e così, dopo aver valutato un paio di costosissime proposte, rinunciai all’idea di vendere le mie storie e veder pubblicato il mio scritto. Questo però non mi ha fermata, e anzi, le idee da allora non sono minimamente mancate. Come dicevo, la mia mente riesce a essere talmente poco ancorata alla terra da progettare cose nuove mentre sono nel bel mezzo di una storia... Me tapina. In perfetta sincronia con la letteratura contemporanea, mi sono quindi cimentata in racconti con Vampiri e Licantropi, sfociando poi nel mondo vastissimo del vero Fantasy. All’inizio mi sarebbe piaciuto scrivere una classica storia con Elfi, Mezz’elfi, Nani, Troll e chi più ne ha più ne metta. Tuttavia mi rendevo conto che così sarei stata solo un’inseguitrice delle mode, mentre io desideravo davvero fare la differenza e spiccare dalla massa con una storia che potesse essere rivoluzionaria. Così mi sono dedicata non più a un solo libro, ma alla realizzazione di una saga vera e propria. Poiché sono un amante del mare (tra le altre cose) ed essendo in rotta di collisione con un esame denominato “Biologia Marina”, ho deciso di prendere due carpe con un amo (?) e scrivere qualcosa che riguardasse questo tema e compren- 23 22 desse quindi l’apparizione delle tanto amate Sirene. Non è stato facile studiare il modo migliore per rendere queste creature diverse da quanto sempre descritto, ma alla fine il risultato mi ha abbastanza soddisfatta. Attualmente quindi è questo il progetto che mi assorbe: riuscire a finire una saga di sette libri, di cui tre già terminati e postati sul notorio sito di Wattpad (www.wattpad.com), che ho voluto nominare banalmente “Ocean’s”. Durante questo periodo costruttivo ho avuto la fortuna di partecipare sul sito sopracitato a un piccolo concorso Fantasy/Paranormale indetto da uno dei tanti user. La sfida mi ha stuzzicata da subito, soprattutto perché non ho mai partecipato a contest di questo tipo e l’idea di mettermi alla prova con certe scadenze è stato un grande stimolo per me. Alla fine della gara (composta da tre prove che implicavano one shots a seguito di una traccia definita) mi sono ritrovata a sollevare lo scettro del vincitore. Incredibile ma vero, una volta tanto la Dea Bendata mi ha colpito in testa! Inutile dire che la cosa mi ha riempita di orgoglio e speranza e mi ha proiettata verso nuove prospettive. Prospettive che si sono sviluppate grazie a un progetto assai particolare: nello spericolato tentativo di creare una piattaforma html e quindi di mettere insieme una land di un GdR Play by chat con un paio di amici, la mia immaginazione ha trovato altra acqua in cui affondare, e così oltre che immergermi in un’avventura sottomarina, mi sono ritrovata a scalpitare per terre completamente reinventate in cui ha preso vita un nuovo personaggio totalmente diverso dagli altri. Mai sentito parlare di Centauri? Immagino di sì. Quindi senza ulteriori indugi vi presento: Taynarim, il mio ultimo colpo di testa! No, non sto scherzando. La protagonista del mio prossimo libro è proprio una giovane Centaura in cerca del proprio posto nel mondo. Un po’ come tutti noi, insomma. Sono mesi che mi ci sono fiondata con tutta me stessa e sebbene possa risultare pretenzioso, ho avuto dei riscontri positivi che mi hanno spinto a credere che forse questo è veramente il racconto avventuroso e rivoluzionario che stavo cercando. Purtroppo il blocco dello scrittore ha scelto un momento terribile per presentarsi, forse complice la sessione invernale di esami, e così mi ritrovo attualmente spiazzata nonostante sappia già come le storie finiranno e perfino come continueranno. Ebbene sì, il mio progetto è molto più ambizioso di un semplice libro: vorrei infatti creare una trilogia basata su questo nuovo mondo, in cui tecnologie avveniristiche incontreranno luoghi selvaggi e incontaminati, o addirittura fermi nell’epoca di mezzo dei western e degli indiani. Potrebbe sembrare un gran pout-pourri senza capo né coda, ma in realtà è solo l’espressione scritta di un universo completamente nuovo che sono riuscita a creare grazie a due carissimi amici, a cui tuttora mi rivolgo per consigli e spunti improvvisi per non allontanarmi troppo dal nostro progetto iniziale di una land tutta nostra. E chissà, magari un domani quando avremo documenti pronti e un programmatore affidabile, potreste anche beccarci su Gdronline! nimando che mi ha permesso di raccontare di me e dei miei progetti e che sta dando visibilità a tanti esordienti come me, permettendoci di colorare questo mondo con la nostra inventiva. Grazie anche a tutti voi, cari lettori che vi siete soffermati per qualche minuto davanti a questa pagina e che avete regalato ai miei pensieri un po’ del vostro tempo prezioso: senza lettori, uno scrittore rimarrebbe solo un sognatore senza ali, perciò grazie di cuore per le piume che mi avete donato! E come mi piace tanto dire: ci si legge in giro! Nel frattempo, però, aspettando che i mattoncini del mio intelletto si incastrino per formare il giusto percorso per la mia ragazzaccia mezza giumenta, voglio ringraziare la direzione di Japa- Martina Azzini in arte Elettra Martin www.wondergate.it Il fantaspazio realizzato dalla Associazione Culturale JAPANIMATION Se volete contribuire a questo progetto contattateci quando volete! 24 25 LA VIA DEL FUMETTO DI MIRKO TRECCANI http://mirkomics.deviantart.com - Su Facebook: Mirko Treccani C iao lettore, mi chiamo Mirko Treccani e ho 26 anni, sono dipendente da pizza e coca cola da che ho memoria, abbonato da diverso tempo alla speranza di diventare un fumettista professionista e in nessun modo legato alla nota enciclopedia. Bene, questo è in sintesi la mia autorecensione ma se hai tempo e voglia di sapere qualcosa di più sul mio percorso da wannabe nella spietata via del fumetto sei nel posto giusto. Come molti sono cresciuto a pane, cartoni animati dei canali regionali e paghette dilapidate in edicola a comprare la qualunque, per la maggior parte fumetti e manga. Da sempre sono appassionato di storie di qualsiasi formato e sostanza esse siano: dai videogiochi ai film, dai romanzi all’arte, dai fumetti ai programmi tv generalisti. Fu normale per me, quindi, maturare il bisogno di raccontare storie a mia volta, sì, ma come? Trovo suppergiù alle scuole medie un valido alleato nel disegno, una forma d’espressione adatta alla mia esigenza comunicativa di mondi fantastici low budget. La via del fumetto parte dal Liceo Artistico di Brera, anche se ben presto devia sui binari ben più pragmatici della specializzazione in grafica pubblicitaria. Finite le superiori passo un anno d’assestamento che mi tiene ancora lontano dal fumetto, lascio dopo pochi mesi dall’inizio delle lezioni design degli interni al Politecnico di Milano per poi fare lo stagista in uno studio grafico, nonostante mi piacesse molto quello che facevo, un costante senso di inadeguatezza espressiva mi ricordava che la via del fumetto da troppo tempo smarrita meritava di essere onorata. Tra un lavoretto grafico e l’altro mi iscrivo all’Accademia di belle arti di Brera all’indirizzo pittura dove i miei preconcetti espressivi legati indissolubilmente al mondo delle nuvolette vengono scossi alla base da una gamma di tecniche e scuole di pensiero che ignoravo completamente favorendo, così, una maturazione artistica più consapevole dei media adatti alla mia sensibilità. La mia grandissima passione per la nona arte e il Giappone mi porta a laurearmi con una tesi dedicata all’arte contemporanea nipponica incarnata nella figura di Takashi Murakami e il suo Superflat intriso di colore e cultura pop, tra Hello Kitty e i manga hentai. Nonostante la tentazione del percorrere nuove opportunità espressive, capisco che la via definitiva è quella del fumetto e, in virtù di ciò, inizio la Scuola Internazionale di Comics e nello specifico il corso di fumetto in quel di Torino. Qui finalmente imparo la grammatica della nona arte composta da gabbie, storytelling e nuvolette, anno dopo anno capisco che è quello che veramente mi appassiona e che non mi stancherò mai di fare finché avrò inchiostro nelle vene. Durante la mia osservazione del mondo del fumetto capisco che le migliori risorse dell’aspirante fumettista sono principalmente quattro: i blog, i webcomics, i concorsi e le autoproduzioni. Così mentre sono ancora nell’ambiente protetto della scuola decido di buttarmi sull’internet con un blog chiamato Lo Scor- biattolo (http://loscorbiattolo.blogspot.it) dove con un tono tra il serio e il faceto ho provato a fare un po’ di cose che tirano sempre un casino sul web (recensioni, turorial ecc.), purtroppo è ormai da un anno che l’ho accantonato per dedicarmi ad altri progetti ma lungi da me dichiararlo chiuso definitivamente. Dal lato dei webcomics nel 2014 ho cominciato a collaborare saltuariamente alla realizzazione di “Icon 1 e la Squadra Alpha” il fumetto supereroistico collettivo dell’Altro Atomico del dottor Manhattan. Durante l’ultimo anno della scuola ho affrontato diversi progetti che poi ho riproposto online come webcomics: il primo è Samurai Blues, fumetto d’azione pulp/zen che vede le gesta di un samurai motociclista il cui credo è la musica blues in cerca di una ragazza per le highways americane, ideato da Alessandro Patria e concretizzato con la collaborazione mia e di Luca Salzano per il corso di fumetto americano, ha visto un buon riscontro di pubblico durante la sua pubblicazione online “Samurai Blues” visibile su Facebook, trovando spazio anche in un numero precedente di Japanimando. Il secondo che ho portato dalla scuola al web è Radioactive, fumetto fantascientifico ideato da Giordana Moroni che ho 27 26 disegnato per il corso di fumetto francese e in seguito proposto, grazie alla mano santa di Stefano dell’Aria ai colori, al concorso “Pilot” di Verticalismi, di cui non si conosce ancora il risultato ufficiale, anche se per la giuria popolare ci siamo piazzati terzi, puoi leggerlo gratuitamente qui: http://www.verticalismi.it/ radioactive. Intanto la scuola finisce e io mi ritrovo catapultato nel mondo del fumetto in tutta la sua tentacolare competitività, ricordan- domi delle quattro risorse dell’aspirante fumettista mi butto sui concorsi, forte del fatto che nel 2014 ero finito tra i dieci vincitori del concorso pazzi per il fumetto 2014 per una storia breve di quattro pagine chiamata ALL-IN che puoi leggere qui http://www.verticalismi.it/ all-in-hd. Partecipo al Webcomic contest 2015 bandito da Lega Nerd che, sorprendentemente, durante l’ultima edizione di Lucca Comics & Games si è concluso con la mia vit- toria grazie a The Line, fumetto umoristico a strisce che racconta le disavventure di tre nerd alle prese con la fila da fiera del fumetto più folle del multiverso, trovi la serie tutti i martedì su Lega Nerd (https://www.facebook.co m/thelinewebcomic). Infine c’è l’autoproduzione, che al momento è la cosa che prende il 90% del mio tempo, infatti, da qualche mese, sono al lavoro come disegnatore su un progetto in cui credo tantissimo chia- mato Le due Nazioni, fumetto scritto da Francesco “Paul Izzo” Polizzo e edito da Manfont, sarà un action/thriller ambientato in una Parigi più noir che mai dove la realtà umana coabita con quella vampiresca dando vita ad una storia di intrighi politici e giochi di potere che coinvolgono un ex cacciatore di vampiri nell’indagine su una serie di misteriosi delitti atti ad incrinare profondamente i rapporti tra le due specie, anzi, tra le due nazioni. E questo è quanto, grazie mille per essere arrivato sino a qui, lettore, spero non te ne sia pentito, dal canto mio sono consapevole di essere ancora all’inizio della via del fumetto, anche se gli step che ho citato possono potenzialmente aprirmi le porte per un futuro professionale, nel frattempo, arrivederci e casomai non ti rivedessi, buongiorno, buon pomeriggio, buonasera e buonanotte! Mirko Treccani 29 28 I MONDI PARALLELI DI V.A.G.A. www.associazionevaga.it -Su Facebook:Vaga Lucca V .A.G.A. (Visioni Atipiche Giovani Artisti) è l’Associazione di Lucca, al suo undicesimo anno di attività, che da due anni promuove il Lucca Underground Festival. Nel corso degli anni abbiamo organizzato laboratori e spettacoli teatrali, eventi vari e soprattutto una rassegna, Underground, che nel 2015 è diventata appunto il Lucca Underground Festival che si svolge sul territorio di Capannori (in provincia di Lucca). La finalità del Festival è far conoscere arte e tematiche underground, cioè alternative, spesso non conosciute dal grande pubblico o nettamente in contrasto con la cultura dominante. Il fe- stival è strutturato in incontri con artisti di vario genere più o meno giovani che presentano i loro lavori, ma anche incontri di discussione e confronto con tematiche etiche scomode. Tutto deve essere “underground”, cioè alternativo alla cultura di massa. L’anno scorso abbiamo chiuso la rassegna con un evento molto impor- tante: l’unica commemorazione ufficiale, da parte di The Living Theatre, della cofondatrice del Living stesso, Judith Malina. Per noi è stata una bella occasione ed esperienza, anche se è stato incredibile e triste sapere che nessun altro avesse fatto in Europa una cosa del genere. Adesso stiamo cercando di diventare un punto di Lo staff del Festival: Simone Bracciali, Gianmarco Caselli ed Erika Citti riferimento del panorama underground italiano. Il Contest e il fantastico All’interno del Festival, dall’anno scorso, abbiamo attivato un concorso per racconti. Nel 2015 abbiamo dedicato il concorso a soli racconti horror, mentre quest’anno il contest è aperto a racconti di genere underground, terrore, mistero, orrore, grottesco, arabesco, fantastico, fantasy, urban fantasy, thriller, cyberpunk, fantascienza, gotico. Perché lo abbiamo fatto? Prima di tutto perché la società, così com’è, non è che ci piaccia molto.Vogliamo risvegliare la creatività nelle persone invitandole a creare mondi fantastici, realtà al- lucinanti, paure da non dormire la notte; vogliamo stimolare la fantasia e creare un punto di incontro per tutti quelli come noi. È per questo che abbiamo aperto il concorso a varie categorie: l’horror, il terrore, sono tornati molto alla ribalta in questi ultimi anni perché viviamo, come negli anni ’80 quando l’horror andava alla grande, in un momento di instabilità politica, caratterizzato da forti tensioni sociali e guerre; per affrontare e metabolizzare la realtà c’è bisogno di scaricare la paura del mutuo da pagare o della disoccupazione in paure generate da “mostri” fantastici, purtroppo ben meno pericolosi di quelli reali. Fra l’altro abbiamo coinvolto in giuria Paolo Di Orazio, direttore della rivista Splatter, che ha realizzato per noi la locandina del contest per il 2016. Il fantasy e l’urban fantasy non potevano mancare: anche questo genere per noi è importantissimo, ci piace pensare che tanti dei ragazzi che vediamo passeggiare o lavorare, magari non stiano facendo quello che gli piace, ma stiano aspettando il momento che finisca la giornata per tornare a casa e rifugiarsi nel loro universo fantastico popolato da elfi, fate, draghi e formule magiche. Così è anche per la fanta- scienza: siamo sempre di più con il naso all’insù a sperare che fra le stelle ci sia una popolazione aliena più intelligente di noi che venga a salvare il nostro pianeta. Abbiamo incluso anche il genere underground, ovviamente, categoria della quale possono far parte scrittori che si ispirano ed amano autori come Bukowski o Burroughs con le loro realtà distorte e deliranti. In generale vogliamo che si creino tanti mondi paralleli in cui ritrovare la fantasia e la serenità di quando eravamo più piccoli; vogliamo stimolare la creatività, necessaria come l’ossigeno per l’uomo, ma che questa società con l’appiattimento e l’omologazione dei gusti, anche letterari, non incentiva e spesso reprime. È una speranza sapere che ci sono tanti pittori, scrittori, fotografi, musicisti che creano un mondo alternativo, è una speranza sapere che ci sono milioni di persone a cui il mondo così com’è non va bene e preferiscono un universo immaginario fatto di manga, di fumetti, di libri fantasy, horror, con mappe di mondi noti solo ad alcuni. Il bando del concorso e informazioni sulla nostra attività si trovano al nostro sito. Paolo Di Orazio e Gianmarco Caselli (Foto di Elena Fiori) Gary Brackett durante la performance commemorativa di Judith Malina (Foto di Marco Puccinelli) V.A.G.A. Staff Gary Brackett durante la performance commemorativa di Judith Malina (Foto di Marco Gabrielli) 31 30 I MONDI A FUMETTI DI JABEZ WHITE http://randomartnix.wordpress.com - Su Facebook: Studio Randomart Comics B uongiorno (o buonasera, a seconda dell’orario di lettura)! Mi presento: sono Jabez White detto Jay,ho 32 anni e mi piace considerarmi un fumettista. Molti dicono che già lo sono! Ma come ci sono arrivato? Tutto è iniziato a Padova dove sono nato e cresciuto da mamma romana e papà caraibico e can- tante. Fin da piccolo avevo un foglio e una matita in mano, cibandomi di cartoni animati di ogni genere tra anime giapponesi classici come Mazinga Z, Lady Oscar e Ken il Guerriero, le serie di Hanna & Barbera, tonnellate di serie TV anni ‘80 (Supercar, A-Team, MacGyver) e di videogiochi classici come Super Mario, Zelda... Con queste basi avevo iniziato a coltivare il sogno di diventare un disegnatore di cartoni animati. Crescendo ho aggiunto nuovi piatti al mio menu creativo: Metal Gear, Final Fantasy, Jurassic Park, il Batman di Tim Burton e i fumetti! Quanti fumetti! Topolino, i Peanuts,Tiramolla, Andy Capp per arrivare alla Marvel e ai suoi supereroi super-problematici come X-Men e Spider-Man (il mio preferito) che hanno catturato la mia fantasia e spostato la mia bussola da animatore a fumettista (anche perché l’animatore ha più lavoro da fare è io sono un po’ pigro). Ho fatto pratica da autodidatta “rubando” qui è là da artisti di diverse provenienze come John Romita sr & jr, Eric Larsen, Andy Kubert, Akira Toriyama, Naoko Takeuchi (lista molto lunga, mi fermo qui o non ne usciamo vivi) e iniziando a inventare le mie storie con personaggi prima molto semplici ed impegnati in avventure semicomiche o parodie più o meno riuscite poi più elaborati (che chiamo con affetto “facce a teiera” per la maniera in cui disegnavo i nasi) con storie d’avventura, azione ed anche horror che hanno portato alle collaborazioni con scrittori di fan fiction Marvel sul ormai defunto forum della Panini. Nel 2003 arriva il momento che ha ridefinito la mia vita “disegnata”: ho frequentato un corso di fumetto a Bologna dove ho raffinato lo stile, migliorato l’anatomia, ampliato la mia cultura fuori dal mondo dei supereroi entrando in contatto con i maestri del fumetto italiano ed europeo, imparato qualcosa sulla scrittura e partecipato ai miei primi concorsi... e adesso? Beh, mi tengo sempre in allenamento portando avanti vari progetti e commissioni che spaziano da biglietti di auguri, illustrazioni per compleanni, matrimoni e lauree, stampe per magliette... Nel 2008 ho aperto il mio blog di webstrip Jay’s World dove racconto me stesso e il mio mondo di fantasia tra comicità surreale e follia, che ha appena raggiunto il 200° episodio. Collaboro poi alla realizzazione di Ceme- tery of Celebrities, una serie comica che illustro dove un gruppo di star dello spettacolo trapassate continuano a inseguire la gloria del passato con risultati comicamente alterni e una morale finale. Ho vari progetti che voglio sviluppare tra storie d’avventura, racconti di supereroi, fumetti romantici, sia da mie idee che in collaborazione con altri... tanta carne al fuoco per un uomo solo ma ben motivato! Jabez White 33 32 IL FANTASTICO ORIENTE DI FRANCESCA www.francescaangelinelli.it - Su Facebook: Francesca Angelinelli C iao a tutti, sono Francesca Angelinelli e sono autrice di romanzi fantasy ormai da diversi anni. Tutto è iniziato a causa della mia insana passione per l’estremo oriente. Sono cresciuta a pane e anime giapponesi, poi, da grande, ho iniziato a interessarmi anche alla letteratura, soprattutto quella classica, e alla cultura nip- ponica. Pratico anche un’arte marziale molto particolare, il kyudo, il tiro con l’arco giapponese. E, in tutto questo, la mia passione per il mondo degli anime e manga non è mai venuta meno, ma si è indirizzata sempre più verso storie di samurai, racconti fantasy che avessero a che fare con il Giappone antico e via dicendo (sono una grandissima fan di Kenshin e ho adorato Inuyasha, per intenderci). Poi ho scoperto il mondo del wuxia, i film e i libri di cappa e spada cinesi... ed è iniziato un nuovo trip. Con un grande, grossissimo problema: in Italia arrivava pochissimo di ciò di cui io invece avevo una fame disperata! Così, nei primi anni 2000, ho deciso che se la montagna non andava da Maometto... e ho iniziato a scrivere racconti fantasy ispirati alle culture dell’estremo oriente (Cina, Giappone e Corea prevalentemente), fantasy orientale appunto. Ah, come mai proprio fantasy? Era l’altra mia grande passione. Ho sempre amato le storie fantastiche e sono diventata preso grandissima ammiratrice ed estimatrice del lavoro di Marion Zimmer Bradley. Fin da bambina, poi, amavo scrivere racconti fantastici e così, quando si è presentato il momento, ho unito le mie due grandi passioni ed è nato l’universo fantastico in cui sono ambientati i miei romanzi, raccolti sotto la dicitura Ryukoku Monogatari. Ho studiato per quasi un anno per rendere il mio mondo verosimile, non volevo assolutamente che fosse la Cina o il Giappone, volevo che fosse un mondo altro, diverso, fantastico appunto, ma che fosse evidentemente ispirato a quell’immaginario orientale. Così, durante il lavoro di preparazione, è nata Chariza (nome malesiano che significa chiarezza, non ha niente a che vedere con i pokemon!) la protagonista delle mie prime storie orientali. All’inizio, insieme a lei ho scoperto il mondo che io stessa avevo creato, abbiamo viaggiato insieme e vissuto avventure, poi è venuto il momento di buttarsi insieme in un’esperienza nuova: la stesura di un vero e proprio romanzo. Non il primo romanzo che scrivevo, ma il primo che ho pubblicato: Chariza. Il soffio del vento. Uscito nel 2007 in una pessima edizione, addirittura diviso in due volumi, e oggi di nuovo disponibile con la splendida copertina realizzata da Sara Forlenza e con l’editing di una professionista come Valentina Camarda. “Un misterioso nemico trama nell’oscurità mettendo in pericolo il Drago d’Oro, la sua discendenza e la pace nell’intero Si-haipai. Chariza è la migliore combattente dei Monti Sacri, ma è anche un’assassina e la traditrice su cui ricade la maledizione della Dea Sole che la porta a desiderare ciò che c’è di più raro e prezioso. A lei, donna affascinante e in lotta con se stessa e il proprio passato, verrà affidato l’incarico di proteggere dalle insidie del nemico il piccolo Suzume, unica speranza per il futuro del regno e dell’Alleanza. Preparatevi ad incontrare guerrieri, demoni, cortigiane e sovrani in un viaggio che vi condurrà lungo le strade di un grande e antico impero. I profumi dell’Estremo Oriente inebriano leggendo una storia in cui azione e suspense, introspezione e sentimento sono dosati con sapienza. “Chariza. Il soffio del vento” raccoglie i romanzi precedentemente editi come “Chariza, il soffio del vento” e “Chariza, il Drago Bianco” in una nuova, rivista e affascinante veste.” Chariza. Il soffio del vento è stata per me un’avventura, nello scriverlo e nel promuoverlo, nonostante la pessima prima edizione. Mi ha permesso di incontrare moltissime persone meravigliose e di fare tante esperienze e, nonostante le premesse non buone (il tipo di edizione, la casa editrice piccola e sconosciuta, la divisione in due volumi, la particolarità del tipo di fantasy...) ha avuto il significato riscontro dei let- 34 tori, che è stata per me la spinta a continuare su questa strada, quella della 35 scrittura, quella del fantasy, orientale e non solo, quella della pubblicazione, a volte come self e a volte appoggiandomi a degli editori. Oggi il progetto Ryukoku Monogatari continua e si è arricchito di nuove storie. Chariza. Il soffio del vento è stato ripubblicato, con esso una raccolta di racconti inediti Le avventure di Chariza, cui seguiranno altri racconti singoli in ebook, un altro romanzo è uscito e ha colpito lettori vecchi e nuovi, Haibane – Ali di cenere, mentre sempre nuove avventure sono in programma. Nel frattempo mi sono cimentata con altre sfaccettature della narrativa fantastica, dai racconti ai romanzi, ho voluto uscire dall’universo orientale per scrivere di vampiri e licantropi, angeli e fate, per poi rientrare nel mondo Giapponese con un romanzo che unisce lo urban fantasy alla mia passione per il mondo manga (Shinigami&Cupcake, di prossima pubblicazione). Insomma, scrivo per divertirmi, scrivo perché mi piace, scrivo perché non ne potrei fare a meno, perché adoro seguire le storie dei miei personaggi e condividerle con tutti coloro che vorranno farsi trascinare nel mio mondo. A tutti voi, quindi, auguro buona lettura. Francesca Angelinelli 37 36 L’INCONTENIBILE ISTINTO DEL DISEGNO www.giadagabiati.com - Su Facebook: Giada Gabiati Art S alve a tutti! Mi chiamo Giada Gabiati, classe ‘81 e vivo ad Ariccia, nel cuore dei Castelli Romani, dove conduco una vita tranquilla, a stretto contatto con la natura, occupandomi, insieme a mio papà della piccola azienda agricola di famiglia. Sin da bambina ho avuto una forte attrazione per il disegno, tanto che ai miei genitori bastava portarsi dietro fogli e matite per garantirsi una bimba tranquilla in ogni situazione; il disegno è sempre stato il mio “gioco” preferito e si può dire che io non abbia mai smesso di giocarci finchè per me non è diventata una vera e propria necessità. Disegnare è sempre stato il mio “porto nella tempesta”, il momento in cui tutto si ferma: pensieri, ansie e stati d’animo si placano... smettono di sbattere disordinatamente nella mia testa e prendono forma attraverso la mia mano... disegnare è per me un modo di ritrovare me stessa nelle tempeste della vita, grandi e piccole. I miei disegni sono surreali, è il mio mondo interiore che si manifesta: amo reinterpretare la realtà attraverso i miei stati d’animo e la mia fantasia... non amo riprodurre situazioni o personaggi esistenti, ho bisogno di inventare! Disegnare è stata da sempre una cosa molto istintiva, quasi difficile da contenere... quando disegno mi dimentico di ogni cosa, il tempo vola (qualunque cosa sia sul fuoco in cucina brucia inevitabilmente!) e tutto ciò di cui ho bisogno in quel momento è continuare a farlo; non è l’opera realizzata che mi dà soddisfazione, è il momento in cui ciò che ho dentro si trasforma sotto ai miei occhi, attraverso la mia mano. Nonostante la mia passione per il disegno, i miei studi hanno seguito tutt’altra strada con la maturità classica presso il Liceo Ugo Foscolo di Albano Laziale (RM) e poi con la laurea in biologia presso l’università di Pisa, città in cui ho iniziato, grazie all’incoraggiamento di al- cuni amici, ad uscire allo scoperto, mostrando ciò che fino a quel momento era rimasto chiuso in un cassetto, partecipando con i miei lavori a mostre ed eventi, mostrando così le due facce della mia espressione: quella del disegno a penna, bianco e nero, grovigli di linee che,in qualche modo rievocano il colore e quella della pittura con gli acrilici, forme nette e colori accesi, che sembrano raccontare storie di mondi fantastici, a tratti spaventosi, popolati da strani personaggi. L’interesse e l’amore per la natura che hanno orientato i miei studi universitari, hanno una forte influenza sulla mia espres- sione, animali (soprattutto pesci, rettili ed insetti) e piante, sono spesso i protagonisti delle mie illustrazioni, mai realistiche e sempre un po’ psichedeliche. Altro tema importante nella mia espressione artistica è il mare che ho sempre amato, studiato ed esplorato, sin da bambina, affascinata da sempre da quel mondo sommerso così misterioso e dai suoi abitanti. Le tecniche che utilizzo, da autodidatta, sono le penne a china su carta ed i colori acrilici su tela, ma anche su panneli di legno, scatole, sedie e mobili di ogni genere e forma. Negli anni mi sono avvicinata anche all’arte vetto- 39 38 Attualmente mi sto dedicando all’illustrazione di una storia per bambini scritta da Francesca de Tora, un lavoro che mi sta appassionando molto e che spero abbia successo, diventando la prima di una lunga serie di storie illustrate! Immaginare e disegnare il personaggio di una storia, che nasce riale, ho iniziato a realizzare illustrazioni, loghi, personaggi; uno dei punti di partenza è stato sicuramente il mondo della musica e l’illustrazione del primo cd della nota band pisana Betta Blues Society nel 2011, a cui poi è seguito un secondo cd illustrato uscito lo scorso anno. Dal 2008, collaboro, come grafica volontaria, con l’Associazione Gialuma onlus che porta avanti importanti progetti per i giovani in Italia ed in Madagascar. Mi sono occupata e mi occupo tutt’ora di grafica, lavoro con diverse associazioni ed aziende dei Castelli Romani, realiz- zando grafiche pubblicitarie e loghi già da alcuni anni, anche se i lavori che preferisco sono quelli di illustrazione. I miei personaggi, curiosi ed a volte buffi, sono allo stesso tempo inquieti, un po’ provati dalla vita e sempre un pò “fuori posto”, stralunati, con gli occhi segnati, ma sempre pronti a ricominciare... un po’ come me. dalla fantasia di un’altra persona e riuscire a coglierne l’essenza è la sfida più bella che io possa ricevere e, quando Francesca mi ha proposto di collaborare a questo progetto, ho accettato con entusiasmo... siamo entrambe molto curiose di cosa uscirà fuori! Recentemente sono entrata a far parte del collettivo “Massoneria Creativa”, un gruppo in cui artisti di ogni genere, si confrontano e portano avanti progetti insieme, un “luogo” di confronto e scambio piuttosto stimolante da cui spero possa nascere qualcosa. Nel mio percorso, ho sempre trovato un pò di difficoltà nell’inserirmi nei vari contesti artistici, forse perchè, non avendo seguito una formazione accademica, mi sono sentita sempre un po’ fuori posto, ma la passione per l’illustrazione negli ultimi anni sta avendo la meglio, spingendomi a mettermi in gioco, con tanti progetti e nuove idee in cantiere... insomma restate collegati se siete curiosi di scoprirle! Giada Gabiati 41 40 “CHRISTOPHER LEE” Gruppo di Facebook: Walt Disney e il suo magico mondo “Fare l’attore è diventato un sogno comune.Tutti vogliono essere attori, ma essere attore è il lavoro più duro del mondo”. U omo poliedrico, eclettico, trasformista, carismatico: è lui, Christopher Lee (nome intero Sir Christopher Frank Carandini Lee), uomo tutto di un pezzo, con un portamento signorile, la cui morte ha lasciato un vuoto incolmabile tra gli estimatori di film cult come Il Signore degli Anelli, Dracula e Star Wars. Sangue per metà italiano e l’altro inglese, Christopher Lee nacque il 27 maggio del 1922 a Belgravia, Londra. I suoi genitori, persone di spicco, divorziarono quando Lee aveva sei anni. La madre prese con sé i due figli, Christopher e sua sorella Mandra, e si trasferì in Svizzera. Dopo un breve periodo trascorso lì, la famiglia ritornò di nuovo a Londra dove la madre si risposò. Il consorte era parente di Ian Fleming, l’autore di James Bond. A Londra, Christopher frequentò la Wagner’s school, istituto privato. Christopher a scuola preferiva le materie umanistiche a quelle scientifiche. Infatti, al Wellington Col- lege vinse un premio come miglior studente in greco antico e latino. E anche negli sport, egli ne prediligeva alcuni ad altri. Di carattere pacifico, egli era divenuto il bersaglio dei suoi compagni. In seguito alla bancarotta del suo patrigno, la madre si separò da lui e Lee fu costretto a lasciare la scuola per cercare un lavoro. Non fu facile e dopo un breve periodo a Parigi, ritorna a Londra dove fu assunto come impiegato di poste alla United States Line. Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, Lee partì come volontario con le forze finlandesi, ma presto si rese conto di non essere portato per l’esercito. Si unì alla Raf, Royal Air Force, come volontario, e sorvolò anche l’Italia, la cui base era a Foggia e e aTermoli. Fu partecipe della Battaglia di Montecassino e in Italia per poco non ci rimise la pelle. Nella nostra penisola, visitò Roma e Napoli dove assistette all’eruzione del Vesuvio. A Roma, incontrò il cugino di sua madre, Nicolò Carandini, e fu lui stesso a indirizzarlo alla carriera di attore e a fargli conoscere Filippo Del Giudice, un avvocato divenuto produttore, che gli disse che era la persona giusta per far carriera nel mondo cinematografico. Firmò il primo contratto, che durò sette anni. Lee frequentò la Charm School e il suo primo inizio come attore fu per il film di genere gotico Il corridoio degli specchi. Il suo apprendistato come attore durò circa dieci anni. Seguirono molti altri, più che altro in ruoli di riserva. E’solo a partire dal 1957 che l’interpretazione di Lee venne esaltata. Lo si ricorda nelle vesti del mostro Frankenstein e successivamente nel primo Dracula del 1958. Il quasi ventennio 19571976 fu per Lee caratterizzato da film horror-vampireschi, sebbene i suoi ruoli vertevano anche in altri generi, come quello spionistico, girando la parte del cattivo, antagonista di James Bond, l’assassino Francisco Scaramanga. Nel 1977 si trasferì negli Usa perché era stanco di ruoli fissi nel genere horror. Il suo primo film americano (un fiasco) fu Aeroporto 77, ma la sua verve umoristica che venne fuori nella trasmissione della Nbc, Saturday Night Live, colpì il regista Steven Spielberg che lo ingaggiò nel film 1941. Recitò anche in un film Disney, Ritorno dalla montagna stregata, e più tardi fu presa in considerazione l’idea di fargli recitare Magneto in X-Men, ruolo che fu poi di Ian Mckellen. Lee interpretò Saruman nella trilogia de Il Signore degli Anelli e ne L’Hobbit (romanzi dell’inglese J.R.R.Tolkien), uno stregone votato alla perfidia, il cui scopo era di conquistare la Terra di Mezzo e sottomettere i suoi abitanti. Entrambi diretti dal regista Peter Jackson, all’ini- zio si pensò di far girare a Lee la parte di Gandalf, stregone buono, guida della Compagnia dell’Anello, ma dato alcune scene piuttosto “movimentate”, per l’età di Lee, già anziano, non era il caso. Lee aveva incontrato l’autore de Il Signore degli Anelli, Tolkien, e aveva preso l’abitudine di leggere i suoi romanzi almeno una volta all’anno. Dopo il successo della trilogia, Lee recitò in Star Wars: Episodio II, L’attacco dei Cloni e Episodio III, La vendetta dei Sith, nella parte del cattivo Conte Dooku. Una simbiosi piuttosto profonda ci fu con il regista Tim Burton, per il quale Lee lavorò cinque volte, iniziando nel 1999. Ricordiamo il ruolo di Borgomastro nel film Sleepy Hollow, film horror molto carino, tratto dal romanzo di Washington Irving. Lee fu anche doppiatore e cantante, prestando la sua voce a svariati film, e non solo. Morì all’età di 93 a causa di un attacco cardiaco in seguito a problemi respiratori a Chelsea, nell’ospedale Chelsea and Westminster il 7 giugno del 2015. Lee aveva sposato la modella e pittrice danese Birgit Kroncke, dalla quale ebbe una figlia, Christina Erika Carandini Lee. Che altro aggiungere di questo attore? Non mi resta che chiudere con questa frase per ricordare l’uomo e l’interprete che ha vissuto in modo esemplare nella sua Terra di Mezzo: “Non puoi nasconderti... io ti vedo” (Sauron, ne “Il Signore degli Anelli”). Ermelinda Tomasi 42 43 NEL SEGNO DEL “NAUTYLUS”! https://nautylusgrv.wordpress.com - Su Facebook: Associazione Nautylus C iao a tutti! Mi chiamo Gian Maria e sono qui per parlavi del mio problema. (“Ciao Gian Maria”). Eh, si. Sapete. Sono un giocatore di ruolo dal vivo da anni e non riesco a smettere. ... Come non sapete cosa è un giocatore di ruolo dal vivo? E allora io che ci faccio qui?!? Il gioco di ruolo dal vivo è uno dei cosiddetti “giochi intelligenti”, ossia un gioco di interazione tra le persone in un ambiente fantastico che mischia in sé alcuni elementi delle più tipiche attività all’aria aperta, come il campeggio, ad altri propri delle attività culturali, come il teatro e la scrittura. Infatti, si può dire che ogni giocatore di ruolo dal vivo è un po’ scrittore e un po’ attore, almeno nel suo piccolo. (“Ehhh?”) Potrei ammorbarvi con luuuunghissime descri- zioni di quello che fa un giocatore di ruolo dal vivo (GRVista, o anche larper, per gli anglofili). Ma credo che si possa tutto restringere in una frase: “e se un giorno scoprissi che l’avventura della tua vita non ti basta?”. Un GRVista è una persona cui sostanzialmente piace sognare un’avventura e viverla insieme ad altri. Creando un personaggio in base ad una determinata ambientazione, similmente a quanto accade in un qualsiasi gioco di ruolo, un GRVista lo incarna, letteralmente, in un’attività sociale che si svolge, appunto, dal vivo. Più divertente di essere un GRVista è solo... essere uno di quelli che scrive l’ambientazione per i GRVisti. Questo è ciò che facciamo i miei amici e io, nell’ambito dell’Associazione Nautylus. Nautylus nasce nel 2010 dalla nostra volontà, tenacia e insana fantasia, al fine di riunire chiunque volesse sperimentare il gioco di ruolo dal vivo... e altri “giochi intelligenti”, in una zona inizialmente contenuta nell’Emilia Romagna, ma che ora si allarga, come partecipanti, alla Lombardia, al Piemonte, alla Toscana e al Veneto. Tra incantesimi, combattimenti, risa, pianti di commozione e passaparola, la fauna di giocatori e di or- ganizzatori arriva a infittirsi fino a contare, come avviene ora, circa 150 iscritti! Questo perché sotto l’egida di Nautylus si sono susseguiti più progetti: l’iniziale progetto di punta, Imago Mundi, un gioco di ruolo dal vivo di stampo fantasy, si è da poco concluso, come pure una cronaca di Vampiri: la Masquerade. Non- 44 dimeno, l’Associazione non è rimasta ferma! Nell’ultimo anno sono nati altri tre progetti: Blazing Horizon, un live ad ambientazione dieselpunk post-apocalittico, dove i giocatori interpretano i fieri ribelli in lotta contro un tremendo dittatore; Memento Adesse, ambientato in un mondo dove i morti sono tornati in vita e hanno ricostruito le loro antiche società; e, infine, Seven Seas, un live fantasy esplorativo, ambientato in un oceano punteggiato di numerose isole ricche di pericoli e avventure. Sono questi che, ad oggi, hanno creato la cerchia di giocatori amanti del teatro, 45 dell’improvvisazione, della costumistica e – forse – di un autentico e costrut- tivo divertimento. Nautylus non è solo un nuovo mondo in cui sarai un sopravvissuto, un Alto prelato, un corsaro o un guitto di periferia. È un’occasione per vivere emozioni, per piacevoli o meno che siano, di una storia diversa e pur sempre TUA. NO, NAUTYLUS NON È IL NOSTRO MESTIERE... ...MA SICURAMENTE È IL NOSTRO MEGLIO. E allora che aspettate? Perché non venite a trovarci e a conoscere questo stupendo hobby che è il gioco di ruolo da vivo con noi? Gian Maria Farnelli 46 47 IL PIACERE DI DISEGNARE DI SARA BRIOTTI https://scampodel6novembre.wordpress.com - Su FB: Scampodel6novembre Comics C iao a tutti gli amici di Japanimando! Ringrazio Il Presidente dell’Associazione culturale Japanimation,Vincenzo D’Amico, per avermi dato l’opportunità di dar voce a ciò che è in me silente da tanto tempo. Faccio parte della larga cerchia di persone che coltivano la propria passione – in questo caso il disegno - pur lavorando in ambiti che con tale disciplina c’entrano ben poco. Questo mondo mi è stato presentato dalla per me Regina dei manga Rumiko Takahashi: dalla serie tv di Ranma 1/2 al manga il salto è stato rapido ed entusiasmante ed ho iniziato ad abbandonare gli anime a favore del cartaceo. Della Takahashi mi piaceva che illu- strava com’era la vita in Giappone, con uno stile narrativo a mio avviso, molto diretto, introspettivo, occidentale. Il viaggio in Giappone, a 9 anni, è stata l’esperienza che mi ha fatto capire che avrei disegnato per molto tempo: quando capii che gli sfondi a pallini e altri effetti dei manga non erano fatti al pc bensì erano fogli attaccabili e ritagliabili con taglierini [avevo scoperto i retini!], comprai una ventina di retini in una cartoleria giapponese molto fornita. Ciò in seguito ha stimolato molto la mia fantasia, perché potevo creare ciò che mi piaceva tanto leggere. Potevo creare fumetti! Questo era un potere che a 9 anni non mi dispiaceva per niente possedere. Il grande dilemma è stato: Quale liceo scegliere? Liceo Artistico o Liceo Classico? Se la vita si fosse potuta rappresentare come una strada da percorrere, per i miei genitori il liceo artistico sarebbe stata la sbarra posta alla fine di un vicolo cieco. Quindi ho smesso di disegnare fino alla fine del liceo per dedicarmi agli studi, poi nell’anno sabbatico ho ripreso e in seguito ho smesso di nuovo per tutto il percorso Universitario. Ora lavoro ed il disegno per me è un momento di catarsi: mi purifico e mi calmo quando prendo la matita e stendo le ecoline. Soprattutto, quando sono triste, mi aiuta a stare meglio. Non nego che con l’avvento dei social ed il crescente entusiasmo delle persone nei confronti dei fumetti (meno male!), sono stata molto incentivata a riprendere in mano carta e penna. L’idea che un mio disegno o una mia vignetta possano essere viste da un ragazzo americano, come da un ragazzo dell’Emilia Romagna, come da una persona che si stima (per esempio tramite Instagram), mi piace molto, lo ammetto. Eccomi qui. Questa è la mia storia, come è la storia di molti disegnatori, credo. Il mio augurio nei miei confronti è quello di non abbandonare mai il disegno in relazione al fumetto: vorrei un giorno riuscire a realizzare una storia a fumetti anche breve, ma apprezzata, in cui la gente possa riconoscersi, magari con diverse chiavi di lettura.Vorrei far parte di questo mondo. Mi piacerebbe far provare emozioni alle persone che leggono i miei fumetti o guardano i miei disegni. Questa secondo me è l’essenza di ciò che vorrei diventare nell’ambito artistico, accompagnata da umiltà e gioia. Vorrei che i miei fumetti avessero uno stile occidentale. Quello che mi preoccupa di più non è lo stile (non l’ho mai visto come il requisito essenziale per essere apprezzati artisticamente) ma i contenuti. Pazienza, Spiegelman, Spataro, in qualche modo anche Zerocalcare, e chissà quanti altri che non coISCRIZIONI APERTE MASTER IN EDITORIA LIBRARIA “A.VICINANZA” Corsi: REDATTORE WEB - CORRETTORE BOZZE, GRAFICO EDITORIALE DI BASE, REDATTORE EDITORIALE, EDITING, APRIRE UNA CASA EDITRICE. FORMULA ON-LINE A DISTANZA CERTIFICAZIONE EDITORIALE PER TUTTI GLI ISCRITTI Infoline: [email protected] - 06.33.61.08.00 (Ore 10-14) nosco, sono tutti fumettisti che hanno dato ai lettori la possibilità di immedesimarsi e abbracciare l’idea di denuncia di qualcosa che non andava o non va nella società. Io non sono molto documentata su politica e società e penso sia una mancanza che pagherò a lungo andare. Ho una propensione a concentrarmi più sull’introspezione, ma so che è molto molto difficile fare un fumetto di questo genere 49 48 FUMETTO E MANIFESTAZIONI ONIRICHE http://digilander.libero.it/romanzi/ - www.psicologi-italiani.it D ylan Dog non è stato il primo fumetto ad utilizzare l’intera vignetta per la rappresentazione della vita onirica dei protagonisti; già nel 1905 W. Mc Cay pubblicò, in un giornale domenicale americano, una pagina a colori dedicata alle avventure oniriche: Little Nemo in Slumberland e Dreams of a rarebit fiend (Little Nemo nel paese del sonno e Sogni di un mangiatore di fonduta). Le tavole iniziano con un’immagine di presentazione già immersa nel profondo del sogno e senza risultare noiosi o addirittura ridicoli, o senza metterci troppo di sé stessi per non farla diventare una biografia diariesca o un blog disegnato. Ancora più difficile è ritagliarmi una finestra temporale in cui poter disegnare degna di questo nome, che mi permetta di elaborare bene una sceneggiatura, tra gli impegni di altra natura che ho. Mi piace l’idea del fumettista che fa per il suo fumetto disegni e sceneggiature: secondo me nasce qualcosa di molto organico e personale. Un altro progetto che mi piacerebbe realizzare sono delle illustrazioni da poter mettere su dei capi d’abbigliamento, di modo tale che la gente porti con sé in giro per il mondo (o per il suo quartiere! ) le mie creazioni. Non riesco bene a delimitare il confine tra fattibilità e sogni, però questo è quello che in ambito artistico mi piacerebbe diventare. Auguro a tutti i lettori e non, di poter vivere sì con i piedi per terra, ma felicemente. Tanti baci e un grande abbraccio a tutti . Sara Briotti terminano tutte con il risveglio del protagonista. La pagina contiene dalle sei alle tredici vignette in cui lo sfondo predomina sulle figure che sono vo- lutamente nebulose, allo scopo di evidenziare l’atmosfera onirica; a Slumberland accadono terrori e desideri di ogni tipo e l’analisi freudiana troverebbe in questi sogni un ricco materiale. Oltre mezzo secolo più tardi è G. Crepax a non accontentarsi dello spazio offerto dal dreamballoon; l’autore di Valentina si sofferma spesso a disegnare intere sequenze di vignette raffiguranti la vita onirica e le fantasticherie dei protagonisti. Crepax segnala la presenza di questo tipo di immagini caratterizzando il contenente della vignetta con una linea punteggiata; le tavole di questo autore mettono in evidenza la particolare attitudine che ha la tecnica del fumetto per quanto riguarda la visualizzazione del contenuto manifesto dei sogni. (Da Manuale di Psicologia del fumetto, pag. 90). 50 51 “LA RIVOLTA DEI PACIFICI” http://innovari.wix.com/edizioniscudo Recensione del racconto La rivolta dei pacifici di Paolo Ninzatti, dall’antologia digitale Leggende Ritrovate e quella cartacea Short Stories 14 (Edizioni Scudo). L’ ucronia è sempre stata la mia passione. Ho sempre amato immaginare situazioni storiche alternate, anche le più assurde, seppur plausibili. La rivolta dei pacifici tratta delle conseguenze di una premessa storica: dopo la rivolta dei gladiatori, Spartaco, anziché cercare di fuggire a Sud, decide di marciare direttamente su Roma e di conquistarla. L’impresa riesce e il capo degli schiavi ribelli fonda la Repubblica Liberta, uno stato dove la schiavitù è stata abolita e le forze armate sono costituite dai gladiatori stessi. I vinti, ossia i romani vengono deportati in riserve nella Gallia Cisalpina. A reggere la Repubblica Liberta c’è il Senato Liberto, su modello romano, che, in caso di necessità, come con la Repubblica Romana, elegge un dictator. Nella Roma Liberta il dictator assume il titolo di spartaco, in onore del primo. Queste le premesse. La storia si svolge decenni dopo la fondazione di questa repubblica. La nuova Roma è in allarme: i romani delle riserve si sono ribellati e marciano verso l’Urbe. Da anni ormai il seme della rivolta serpeggia nelle riserve. Una testa calda, tale Caligola, così chiamato perché indossa i coturni militari degli antichi legionari, le caligas, ha sempre propagandato la rivolta armata. Il saggio senatore Seneca, uno spagnolo, per calmare i bollenti spiriti e il revanscismo dei vecchi schiavisti, ha contrabbandato nelle riserve un predicatore che incita alla non violenza e alla pace. Un giudeo, tale Gesù di Nazareth, indesiderato nella sua terra. Ma è proprio Gesù che pur predicando contro l’uso di armi e affermando che ”chi di spada ferisce di spada perisce”, un po’ Gandhi ante litteram, incita i romani alla rivolta. Una rivolta non armata. Pronunciando la storica frase: “Il dado è tratto!”, varca il Rubicone e marcia su Roma alla testa dei rivoltosi. Romani ad portas. Il Senato elegge come dictator o spartaco nientemeno che un germano, tale Arminio, un uomo d’azione che in breve ordina la mobilitazione della Guardia Gladiatoria a difesa di Roma. Da dietro le celate degli elmi i secutori accarezzano i gladi affilati e i reziarii si preparano a trafiggere e tingere di rosso le candide tuniche dei romani pronti a morire per riacquistare lo stato di cittadini pari agli altri. I persecutori di un tempo sono i perseguitati di oggi. La storia si ripete, anche se alternata. La lotta è continua e richiede sia martiri che eroi. Migliaia di romani disarmati sono pronti a farsi massacrare. Il dilemma di Arminio è enorme, in quanto rappresentante di uno stato paladino dell’uguaglianza tra i popoli. Avrà il coraggio di lanciare secutori e reziarii a far strage di romani inermi ma decisi? Farà uccidere Gesù, che predica pace e uguaglianza anche lui? Arminio e Gesù rappresentano, ciascuno a modo loro un modo di concepire l’uguaglianza tra gli uomini. Si macchierà la repubblica Liberta di genocidio? È quello che saprete leggendo La rivolta dei pacifici, contenuta in una edizione jumbo di Short Stories, il numero quattordici, ultimo parto di Edizioni Scudo, un’antologia di oltre trecento pagine contenente racconti di oltre trenta autori. L’illustrazione di Giorgio Sangiorgi che raffigura Gesù con il Colosseo come sottofondo e un gladio in primo piano simboleggia tutto il racconto e il suo messaggio. Gladio, gladiatori, chi di spada ferisce di spada perisce. Non è una cosa nuova che Sangiorgi riesca a captare l’essenza dei miei testi esprimendola in immagine. Di questa comprensione a chilometri di distanza devo aver già accennato in alcuni numeri precedenti. La copertina è di Luca Oleastri. In questo racconto mi sono sbizzarrito a intrudurre personaggi illustri della storia in ruoli alternativi. Caligola, Arminio, Seneca e Gesù. Ho cercato di farli interagire secondo la loro indole e personalità, anche in una situazione con avvenimenti cambiati. Esseri umani, persino Gesù, e coerenti. Miseria estrema dell’umane cose. Gesù vs Arminio. Un conflitto tra due grandi. Il guerriero e il mansueto. Caligola che fomenta sangue e Seneca che cerca con la saggezza di arginare il conflitto. Arrivederci ad aprile. Paolo Ninzatti 52 53 I MONDI MANGA DI IVANA DE MARCO http://mangade.weebly.com - Su Facebook: MangAde C iao a tutti! Sono Ivana, in arte Ade, e vengo da un paesino della provincia di Como. Ho sempre disegnato fin da piccola, ed ho praticamente passato l’infanzia in mezzo ai cartoni degli anni ‘90, crescendo a suon di Sailor Moon, Inuyasha, Slam Dunk e tanti altri (troppi da citare tutti XD), mi hanno sempre affascinata e la prima volta che ho visto da vicino un fumetto è stato, per caso un albo regalato a mia sorella, e che ricordo ancora oggi ... il numero 19 di Dragon Ball! Quello è stato il primo passo verso i manga, prima facevo in segreto le caricature dei miei compagni di classe delle medie, poi passavo il tempo a ricopiare illustrazioni, vignette o singole pose, finché sono arrivata al punto in cui volevo creare e disegnare qualcosa di mio, così ho comprato vari manuali e ho fatto l’autodidatta, prima di trovare vari corsi specializzati proprio sulla tecnica manga. Ho scelto e adoro lo stile giapponese per la moltitudine di espressioni che posso dare ad un personaggio, per la loro tecnica di inchiostrazione che mi permettere di fare altrettanti effetti, ma sopratutto perché è lo stile a me più congeniale per raccontare tutte quelle storie che mi passano in testa, cercando sopratutto di far emozionare il lettore. Il mio stile di disegno, nello specifico, è quello che viene definito uno “stile shonen”, ovvero adatto ai ragazzi, infatti non faccio, e non sono portata, per storie d’amore smielate... non è il mio genere, ma non disprezzo quelle con una nota comica. Come riferimenti artistici ho sempre avuto sotto mano manga di Rumiko Takahashi, Masashi Kishimoto e Hiro Mashima per poi arrivare a quel mostro di Oh! Great e Reyhan, una ragazza tedesca che fa fumetti autoprodotti e colora divinamente le sue illustrazioni. Tra le opere che adoro ci sono Sayuki, il gaiden nello specifico, Chrono Crusade e World Embryo (entrambe di Daisuke Moriyama), Biorg Trinity, Zone 00 e One Punchman. Mi hanno influenzato molto, ma ora che ho maturato un mio stile posso finalmente considerarmi una “neo fumettista”, in proprio, visto che non è da molto che sono uscita allo scoperto, e sopratutto perché mi sto dedicando solamente ad autoproduzioni in questo periodo. Attualmente Il mio obiettivo è per lo più di farmi conoscere, frequentando anche varie fiere, e per tenere la mano allenata per le storie che ho intenzione di proporre a case editrici in futuro. Anche se in realtà ho già pubblicato qualcosina, come una piccola storia di 20 pagine con Euromanga edizioni, sul volume Yggdrasil, qualche piccola storia sulla rivista studentesca Marupen e già 3 volumi autopro- dotti. Uno è una raccolta di storie autoconclusive che prendere il nome di MangAde Collection, l’altro invece è una storia a più volumi e si intitola Sale e Pepe, che vede le vicende dei condimenti in versione umana, partecipare ad un gioco conosciuto con il nome comune di Risiko. In questo periodo sto lavorando proprio al secondo volume di entrambi, che porterò nelle prossime fiere, dopodiché proverò a proporre storie ad alcuni editori, nel frattempo continuerò sicuramente a disegnare le vicende di Sale e Pepe e a portare avanti una web comics completamente gratuita sul mio sito, e tanto per dare un grosso tocco di originalità! (ride ndr) sia la mia pagina Facebook che il sito, e sia tutti gli altri account creati, hanno sempre il nome MangAde, che non è altro che la fusione tra il mio stile di disegno e il nome d’arte che ho scelto... un modo semplice e banale XD, per denominare il luogo dove raccogliere tutti i miei lavori... Ivana De Marco 55 54 “TOFFFSY E L’ERBA MUSICALE” Gruppo su Facebook: I FUMETTI SONO UNA COSA SERIA! C i sono stati a partire dagli anni ‘70, in Italia, delle vere piccole chicche passate per la programmazione per ragazzi. Erano dei cartoni animati magari ingenui per i ragazzi di oggi ma sicuramente ben fatti sia come disegni che come animazioni e pro- dotti interamente da italiani. Molte di quelle serie sono finite nel dimenticatoio nonostante siano stati fatti dei tentativi di riesumarle magari ripresentadole in versione DVD. Una di queste serie è Le avventure di Tofffsy e l’erba musicale. La serie fu presentata la prima volta al Festival Internazionale di Zagabria nel 1974 dove vince il premio come migliore serie a cartoni animati. Viene però trasmesso per la prima volta in Italia solo nel 1977 su Telemontecarlo e narra le avventure del piccolo folletto Tofffsy, che abita nel castello di una ricca contessa. La serie è composta da 26 episodi ciascuno della durata di 6 minuti, realizzati da Pierluigi De Mas in collaborazione con Gian Andrea Garola e Dodi Melegaro. De Mas sarà anche l’autore del cartone animato di Cocco Bill di Jacovitti ma il suo nome è legato soprattutto a Carosello. Tofffsy, come abbiamo accennato, è un giovane folletto vestito di rosso, come ogni folletto che si rispetti, con un cappello a punta e una grossa cintura alla vita. Il nostro eroe si contraddistingue dagli altri folletti, però, per due peculiarità. Porta due grossi ciuffi biondi posti sui lati della folta chioma, che quando ha un idea, si restringono e si allungano come una molla. E’ inoltre dotato di grande intelligenza e acume, doti che gli rimangono utili per avere la meglio sugli avversari che di volta in volta deve affrontare. Il primo episodio della serie narra delle origini dell’erba musicale e di come Tofffsy ne sia venuto in possesso. La storia ha inizio con Tofffsy che aziona per caso un vecchio proiettore della contessa, dove viene trasmesso un film che racconta la leggenda dell’erba musicale. In un’epoca antica il vi- sconte di Toifell (antenato della contessa) riuscì a sconfiggere il mago Nero, reo di aver rapito il figlio del mago Giallo. Per ricompensare il visconte, il mago Giallo gli regalò due semi di un erba magica musicale, che soltanto le persone buone potevano far suonare. Il visconte seminò un seme, l’erba germogliò e poichè questi era una brava persona onesta e coraggiosa, riuscì a farla suonare. Il secondo seme si trova nascosto nella feritoia della più alta torre del castello della contessa. Colui che vorrà far germogliare l’erba, dovrà seminarlo in una notte di luna piena ed innaffiarlo con tre lacrime. Tofffsy vive da anni all’interno del castello e conosce porte segrete, scorciatoie in grado di farlo accedere alle zone più inesplorate, così decide di andare alla ricerca del seme dell’erba musicale, posto sopra la feri- toia del castello. Arrivato nella torre più alta si accorge che la stanza è piena di oggetti abbandonati e ragnatele, così non sa dove potrebbe trovare il piccolo seme che cerca. Qui incontra Otto, il vecchio fantasma baffuto del castello, perchè ogni antico castello che si rispetti deve ospitare un fantasma, che si rattoppa il lenzuolo. Otto ha la caviglia gonfia e dolorante, per via della palla di ferro attaccata alla gamba tramite una grossa catena, che si deve trascinare da millenni. Tofffsy decide di aiutarlo facendosi venire una delle sue idee geniali e generose.Va a recuperare dei pattini, che messi sotto la palla di ferro, consentiranno al fantasma Otto di poterla trasportare agevolmente. Il fantasma quindi libero di correre beatamente fra le stanze del castello e per sdebitarsi, recupera il seme che sta nella feritoia in alto, in quanto il piccolo folletto Tofffsy a quell’altezza non riesce ad arrivare. Tofffsy scava una buca con un cucchiaino, per poter seppellire il seme. Ora al piccolo gnomo rosso non resta che trovare le lacrime. Nella cucina del castello Tofffsy trova delle cipolle. Approfittando della distrazione della cuoca, che taglia una mela mentre legge un fotoromanzo strappalacrime, Tofffsy si fa affettare la cipolla che fa lacrimare la cuoca. In questo modo il piccolo gnomo raccoglie le lacrime con un ditale e in una notte di plenilunio, innaffia la terra con le tre lacrime della cuoca. La pianta germoglia e così Tofffsy, dopo averci soffiato da inizio ad una bel- 56 lissima melodia che rende tutti buoni: il gatto fa amicizia con il topo, la volpe e la lepre si abbracciano e così via, ma avverte: soltanto le persone buone possono far suonare l’erba musicale. Negli episodi successivi, Tofffsy si trova ad affrontare ogni tipo di personaggi malvagi che minacciano il castello. Ce ne sono di ogni tipo: falsari, ladri, bimbi dispettosi, acchialappacani, zingari truffatori, perfino le formiche rosse qui presentate simili agli unni. Grazie al suo acume, Tofffsy riesce sempre ad escogitare una trappola geniale in cui far cadere il cattivone di turno che, ricevuta una sonora batosta, anzi spesso e volentieri ce ne vuole una doppia dose, dichiara il suo pentimento promettendo di diventare buono. E’ a questo punto che il nostro folletto tira fuori un filo dell’erba mu- 57 sicale per verificare che il pentimento sia sincero. Se l’erba suonerà al soffio del cattivone allora vorrà dire che sarà sincero. Ogni episodio si conclude con Tofffsy che chiede ai giovani telespettatori “Quanti di voi riuscirebbero a far suonare l’erba musicale?” Il cartone animato è davvero ben fatto sia nelle animazioni, tanto che alcune produzioni d’oltreoceano quasi contemporanee sembrano lontane anni luce, che nei disegni. Ogni ambiente del castello viene presentato ricco e dettagliato, deliziosi i personaggi e loro caratterizzazioni e le animazioni scorrono fluide. Insomma una chicca che forse non sarebbe male riproporre alle nuove generazioni, nonostante qualche ingenuità nella trama. Alfonso Verdicchio Veniteci a trovare presso “L’Antro di Gork e Mork” in Via Val di Lanzo n. 151/153 a Roma oppure visitate il sito www.rosslyn.it 59 58 LA SODDISFAZIONE DI SCRIVERE HORROR Su Facebook: Roberto Ciardiello P lease allow me to entroduce myself, cantava e canta ancora il Diavolo per bocca di Mick Jagger, e allora... Salve a tutti, ragazze e ragazzi e gente di ogni età, appaio sulle pagine di questa webzine per parlarvi un po’ di me. Sono Roberto Ciardiello, all’anagrafe e nella vita di tutti i giorni, al massimo Robertino per qualcuno; sono nato a cifra tonda, nell’Ottanta, e ne ho combinate parecchie da bambino (sapete, all’epoca non c’erano gli smartphone a incatenarci, né i social network: essere “social” a volte ti faceva tornare a casa con le ginocchia sbucciate. Per fortuna, aggiungo). Ma sto divagando. E quindi niente, dimenticate e ricominciamo dall’inizio: facciamo che vi parlo della mia passione per l’horror, di come è nata e di come si è sviluppata. Sul quando e come finirà non posso scriverne, bisognerà aspettare e vedere. Mettetevi comodi. Comunque. L’horror, già. Credo che il seme della mia passione sia stato piantato molti anni fa, tra i banchi delle scuole medie, forse durante il primo anno. Girava un numero di Dylan Dog, Delirium, e io chiesi alla mia compagna di classe di prestarmelo; tutto contento lo portai a casa e lo divorai. La notte fui un po’ meno contento, invece, visto che rimasi sveglio a fissare l’oscurità, immaginando che sarebbe arrivato il tizio del fumetto a farmi visita per la prima e ultima volta (per chi non lo conoscesse, Delirium si apre proprio con un duplice omicidio ai danni di persone sorprese nel sonno). Questa potrebbe essere stata la scintilla, o forse no; comunque il resto è venuto da sé, spontaneo e naturale, visto che noi figli degli anni Ottanta siamo cresciuti a pane e La Casa, Nightmare,Venerdì 13, le magliette degli Iron Maiden, e mi fermo qui se no vi occupo tutte le pa- gine. Ho iniziato a leggere narrativa; da lì l’approccio alla scrittura è stato altrettanto naturale. Così mi sono ritrovato a partecipare a concorsi letterari per racconti di genere, passando spesso le selezioni e intrufolandomi coi miei lavori nelle antologie di autori vari, edite da piccole ma coraggiose case editrici. Ho strizzato anche l’occhio a festival horror di importanza nazionale come il livornese FI-PI-LI Horror Festival, nell’edizione del 2014 sono riuscito a piazzarmi secondo su cento; l’intervista sul palco è stato un disastro. Siccome ridevano tutti, ho riso pure io. Poi. Dopo qualche anno (e una manciata di pubblicazioni, compreso qualche primo posto che mi ha dato tanta soddisfazione) ho sentito che era ormai arrivato il momento di abbandonare quel sentiero, di provare a imboccare quella svolta che mi si parava davanti. Così ho svoltato, più per scom- messa che per altro, per vedere cosa ne sarebbe nato. Tempo addietro avevo inviato un racconto per un concorso, aveva passato la selezione e sarebbe dovuto andare in pubblicazione insieme ad altri otto su una sessantina, ma per vari problemi che non sto qui a elencare l’ho ritirato, lavorandoci sopra e allungandolo a romanzo breve; l’ho pubblicato su Amazon in self publishing. E allora? Dicci, dicci... come sta andando? Eh, sembrerebbe bene, anche se è ancora presto per dirlo, visto che l’ho fatto uscire a inizio 2016. Le recensioni al momento sono positive, e durante i tre giorni in cui è stato disponibile in free download si è piazzato al primo posto nella classifica dei più scaricati, con punte massime di settanta download giornalieri.Vedremo in futuro come evolve. Se evolve. Ah, quasi dimenticavo. Da poco sono diventato membro della Horror Writers Association, associazione americana che si occupa di promuovere l’horror e il fantastico, organizzando ogni anno, tra le altre iniziative, anche il famoso Bram Stoker Award. Grazie ora anche alla sezione italiana gestita da Alessandro Manzetti, l’associazione conta più di 1400 iscritti, tra i quali Joe Lansdale e il fu Richard Laymon. E’ sempre alla ricerca di nuovi associati, potete dare un occhio all’indirizzo www.horroritaly.org per la sezione italiana, che, come dicevo, fa capo a http://horror.org. Io, invece, nel mio piccolo sono sempre alla ricerca di nuovi lettori, quindi se vi va potete cercare “La vendetta nel vento” su Amazon. Non costa molto e non è una scrittura improvvisata, ho cercato di lavorarci al massimo dell’impegno per garantire un prodotto quantomeno decente, stimolante, che scuotesse il lettore prendendolo per i capelli e lo trascinasse giù nell’orrore. Spero di esserci riuscito. Date un’occhiata alla trama, scaricate l’estratto gratis se volete; il resto dipende da voi e dai vostri gusti. Per ora esiste solo la versione digitale ma mi sto organizzando per far uscire il cartaceo, devo valutarne la convenienza. Se volete saperne di più, se vi va di vedere cosa combinerò in futuro, se volete passare anche solo per un saluto, cercatemi su Facebook, vi accoglierò con immenso piacere. Giuro che non mordo... non troppo forte almeno. That’s all folks! Roberto Ciardiello 61 60 SOGNI, FORME E COLORI DI ANGELICA Su Facebook: Sophia Angelide C iao mondo di Japanimando, mi chiamo Angelica Sonia, in arte Sophia Angelide, ho 24 anni, da sempre vivo a Roma e sono appassionata di fiabe, anime, cartoni animati, tutto ciò che è fantastico, tutto ciò che stimola la fantasia. Sophia Angelide, perché significa Messaggera della Sapienza e non è altro che il mio nome in greco solo accentuando sul nome Sophia. La messaggera della dea Sapienza non era altro che la Nike, la vittoria e ciò mi piace immagi- nare che per me ci saranno delle vittorie o dei messaggi che potrò dare attraverso la mia arte. Il mio simbolo è una spada e un serpente, la spada è la forza di volontà che serve nella vita per superare tutto il male che capita, il serpente, invece, è una figura ambigua, da sempre visto come il male, è anche il bene, l’antidoto, rappresenta quello che si sceglie di essere o quello che si deve scegliere di essere. Il mio primo approccio con il mondo del fantastico e dell’immagina- zione è stato da bambina, quando nei pomeriggi uscivo, andavo al parco e m’inventavo storie così su due piedi per realizzare qualcosa di magico, magico perché l’arte è creare, dare qualcosa di sé stessi agli altri, per gli altri, dare emozioni. Quando ero piccola vedendo i cartoni animati, chi di noi non l’ha fatto, m’immedesimavo nei protagonisti e questo ha fatto in modo che ancora oggi continuo a immergermi negli anime. Non mi scorderò mai i pomeriggi di Italia 1, con Terry e Maggie, Mila e Shiro, Magica Emi e via dicendo, della serie il tempo per lo studio ne era veramente poco e cosa si faceva? si disegnava e si cantavano le sigle dei cartoni animati. Con gli anni, la passione per il disegno non è diminuita, anzi si è accentuata, tanto che se smetto di farlo, manca una parte di me, le mani prudono e ho bisogno di esternare, ho cercato di prendere invano lo stile dell’autrice di Nana, Ai Yazawa, un’altra passione è per lo Studio Ghibli e così piano piano ho cercato di sviluppare un mio stile, anche perché essendo autodidatta tutto quello che ho imparato è frutto della mia voglia di crescere come artista. Attualmente mi dedico ai disegni come uno sfogo, come un raccontare attraverso le immagini quello che ho nel profondo, attraverso gli strumenti che uso, ho uno stile diverso, ho cominciato a usare la tavola grafica e mi sto dedicando a interpretare le personificazioni di torte e fiori, mentre con gli acquarelli principalmente mi occupo di rappresentare soggetti femminili, sperando di poter far suscitare qualche emozione recondita nell’animo. La mia vita però da come si è capito non è solo questo, sono anche una studentessa universitaria e qualche volta mi cimento in strisce dove chi è uno studente di certo potrà capire le vicende che solo noi attraversiamo, lotta per i posti in classe, professori alquanto bislacchi, la tanta ansia, ansia e ansia per gli esami. Un mio sogno è anche di diventare un’illustratrice per bambini, perché come io nel passato ho avuto bisogno di altre realtà e di chi aiutasse a sviluppare la mia immaginazione e che ha permesso a fare di me una persona che sogna, piena di valori, vorrei fare lo stesso con i bambini, 63 62 perché gli anime degli anni ‘90, ma anche le storie fantasy come Harry Potter e i cartoni della Disney non erano e non sono solo cartoni, immagini in movimento, sono una speranza, un insegnamento che più vai avanti e più riesci a comprendere, ed è anche per questo che dando una lettura diversa non ci si stanca mai. Niente più, mi ritengo una persona normalissima come tante altre ragazze, lunatica, con dei sogni che spero un giorno di riuscire a realizzare, con delle speranze e spero che questo mio mondo alternativo possa esserci sempre come rifugio, perché si sa tutti hanno bisogno di un posto che poche persone possono accedere, che pochi comprendono, ma alla fine è proprio quel posto che rende speciali chi riesce a varcare la soglia. Ciao e piacere di avervi conosciuto. Angelica Sonia Cosi