la confusione di un cuore solitario

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la confusione di un cuore solitario
FANFICTION su FULL METAL ALCHEMIST
LA CONFUSIONE DI UN CUORE SOLITARIO
Capitolo unico (conclusa)
Note: R – Lime
Autrice: La Fallen Angel
ATTENZIONE: questa fanfiction tratta argomenti riservati ad un pubblico maturo. Se continui a
leggere, ti prendi la responsabilità di dichiararti con più di 14 anni.
- I personaggi di questa fanfiction sono tutti maggiorenni, e in ogni modo si tratta di un’opera di
finzione che non trova alcun riscontro nella realtà. –
“State per far qualcosa di pericoloso, non è vero?”
Winry entrò nella stanza di Edward, situata al piano superiore della vecchia casa Rockbell, sorprendendolo
mentre si era appena seduto sul letto a riprendere fiato dopo i festeggiamenti per il ritorno del corpo di
Alphonse.
“Winry”
LA CONFUSIONE DI UN CUORE SOLITARIO
Di Claudia “Fallen Angel” Murachelli
Edward ed Alphonse erano arrivati a Resemboll il pomeriggio stesso, dopo diverse settimane di viaggio.
Erano partiti dal nord la mattina seguente l’avvertimento del generale maggiore Armstrong ed il
ritrovamento del colonnello Mustang. Giusto il tempo per Edward di riposarsi un attimo e preparare i
bagagli che, comunque, non erano stati smossi più di tanto.
Il tenentecolonnello Irina Tesla, che quel giorno aveva fatto compagnia ad Alphonse durante l’assenza del
fratello, prima di congedarsi aveva lasciato loro una mappa dove erano segnate le zone meno colpite dalla
guerra e quindi più sicure da attraversare per giungere a Central City. Certo così il tragitto si allungava di
molto, anche perché erano costretti a viaggiare a piedi, però almeno potevano muoversi si con cautela, ma
con una maggiore sicurezza.
Winry e Pinako non sapevano nulla della “rinascita” di Alphonse, Edward le aveva tenute allo scuro di
tutto per evitare intercettazioni telefoniche. Si, infatti erano un paio d’anni che i fratelli Elric non facevano
loro visita, si sentivano solo saltuariamente per telefono, quando era possibile.
La festa fu quindi grande quando li videro tornare sani e salvi a “casa”. Brindarono per tutta la sera,
mangiando prelibatezze tenute da parte per le grandi occasioni, nonostante la guerra avesse limitato la
disponibilità di alimenti. Resemboll era comunque una di quelle zone franche dove il conflitto era arrivato
solo marginalmente, lasciando ai cittadini una certa tranquillità.
Finita la festa, a notte fonda, Alphonse si era addormentato sulla panca del salotto, mentre Edward, dopo
averlo amorevolmente coperto, salì in camera sua a riordinare le idee.
“State per far qualcosa di pericoloso, non è vero?”
“Winry, sei ubriaca, è meglio se vai a riposarti”
Effettivamente non poteva certo dirsi sobria dopo tutto quello che aveva bevuto, ed Edward si alzò per
aiutarla a tornare nella sua stanza, ma lei si aggrappò con forza alle sue braccia.
“No! Sono abbastanza sobria da capire che mi stai nascondendo qualcosa!”
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La sua voce era ferma nonostante l’alito chiaramente alcolico
“Perché siete tornati proprio ora dopo 2 anni?”
“Te l’ho detto, sono stato al nord ed i miei auto-mail hanno bisogno di una revisione, tutto qui, non
preoccuparti”
rispose con tranquillità cercando di dare alle parole un tono di quasi noncuranza, nonostante il viso
disperato di Winry qualche rimorso di coscienza glielo fece venire.
Scusami Winry, non posso dirti la verità. Te ne preoccuperesti troppo…e poi, se non dovessimo farcela, se
non dovessimo sopravvivere… vorrei che ti restassero i ricordi della festa che abbiamo appena fatto ad Al,
non l’angoscia di essere rimasta ad aspettare nostre notizie per settimane, mesi, anni…Vorrei che ti
restassero solo dei bei ricordi, hai già sofferto abbastanza in passato…
pensando questo si fece sfuggire un’espressione malinconica che non sfuggì all’occhio acuto della ragazza.
“Ed, non sono una stupida, ti prego dimmi la verità!”
Aveva il magone, la voce cominciò a tremarle mentre strinse le dita sulle spalle del ragazzo, gli occhi
lucidi, le gambe malferme. Stava mettendo a dura prova il sangue freddo di Edward, che mosso da
compassione ed affetto verso quella che era come una sorella per lui, a stento riusciva a non mostrare le sue
vere emozioni.
“Ehi, adesso non ti metterai a piangere vero? Dai! Non ce né motivo”
E l’abbracciò per rassicurarla, mentre lei fu scossa da un brivido lungo la schiena, il cuore le batteva
fortissimo e martellava fin rimbombandole nelle orecchie. Aveva sempre avuto un debole per Edward,
aveva sempre provato per lui qualcosa di più dell’amicizia o amore fraterno, conosceva il suo corpo a mena
dito ma come “meccanica” non certo come donna, quello che ormai era diventata. Forse era arrivato il
momento di confessare tutto, di compiere quel passo nel vuoto del quale non era mai stata capace in
passato, di affrontare il buio, quel lato del suo cuore che aveva lasciato riposare per anni ed anni.
Ed…non ti lascerò andare via…rimani con me…dimmi “non ti lascerò mai, rinuncio a tutto e resto con
te”…ho sempre sognato me lo dicessi…ti prego…esaudisci il mio desiderio…alchimista…
Si lasciò cullare in quel abbraccio, scombussolandosi dentro, mettendo in confusione le idee, mentre la
realtà sembrava vacillare, in uno spazio irreale creato dall’ebbrezza dell’alcool…
…sembrava un sogno…
…ed allora se davvero lo era….
…perchè trattenersi....
In un istante che sembrò eterno, al rallentatore, eppure così inaspettato, Winry alzò il capo dalla spalla di
Ed e raggiunse le sue labbra con le proprie, sfiorandole, congiungendole.
No Winry…ti prego…questo non puoi farmelo…
C’era un ricordo troppo vivo nella testa di Edward, un qualcosa di forte, troppo intenso per essere
dimenticato, e quel bacio l’aveva riportato in superficie con tutta la sua potenza.
Le labbra, la lingua, la stretta, il calore di quel amore proibito, del tabù infranto in un pomeriggio di neve
copiosa, avvolgevano ancora la sua mente ed il suo corpo. Non poteva dimenticarlo, non voleva farlo…ed
ancora il dolce dolore dietro di lui si fece sentire, provocandogli visioni e rimembranze…davanti agli occhi
aveva ancora quella scena, in una distorta realtà che colava giù come vernice troppo diluita su d’un quadro
vecchio e rovinato.
Allontanò Winry da sé distendendo le braccia, senza farle male, non sapendo veramente cosa dirle, né
come spiegarle che non poteva amarla, che il suo cuore aveva già accolto un’altra persona…
…che non era una donna…
…che era fuori dalle regole…
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…che non poteva essere….
“Ti prego Winry…”
Fu una supplica a sperare che lei capisse, ma il suo amore troppo a lungo celato non voleva sentire ragioni
Non m’importa se non mi ricambi, imparerai a farlo oppure…fallo solo per stanotte…ti prego…lascia che
io sia per te, per una notte soltanto…la persona più importante del mondo…
Si liberò dalla lontananza che Edward le aveva imposto e subito torno a cingergli il viso con le mani, in un
nuovo bacio stavolta più audace,
più…
disperato…
mentre le lacrime scesero copiose a bagnarle il viso.
Non m’importa nulla di nulla, né cosa ne pensi, né se…il tuo cuore appartiene già a qualcun altra…ti
prego…non dire nulla e lasciati amare da me ora…potrei non avere il coraggio di farlo una seconda volta.
Ti prego Winry…
…ti prego
… ti scongiuro!
Io…non…io non posso!!
“Winry, te lo chiedo per favore…io non..”
“Sta zitto!! Ti prego non dire nulla!”
Alzò il viso a mostrare a Edward le sue lacrime
“…sono un’egoista…lo so…non sto pensando ai tuoi sentimenti…ma ti prego….ti scongiuro…”
Lottare con i singhiozzi non era facile, si sentiva un fiume in piena!
“…lascia che io sia tua stanotte…”
Arrossì
“…ti prego…se poi devi di nuovo lasciarmi sola per anni, se poi devi ripartire per un altro viaggio,
lasciami assaporare questo momento! Regalami qualcosa invece di togliermi sempre tutto quello in cui
spero!”
E’ vero…non mi sono mai accorto dei tuoi sentimenti…né dei miei…non erano cose a cui davo
importanza…ma ora mi rendo conto di aver sbagliato e di averti ferita…scusami Winry…
Edward non sapeva proprio come comportarsi, sentiva crescere dentro di se solo un gran senso di colpa.
Per anni Winry si era presa cura di lui, era sempre accorsa quando aveva avuto problemi, era stata anche
presa in ostaggio una volta per colpa sua…
…aveva ragione…
…lui aveva sempre distrutto tutte le sue speranze e spensieratezze di ragazza.
“Mi dispiace Winry per tutto il dispiacere che ti ho causato”
Ammise con voce sommessa
Forse per ricompensarla potrei…ma se poi lei si affezionasse? Se non fosse realmente ubriaca e domani
invece di essersi dimenticata tutto lo rammentasse? Come potrei spiegarle che non posso amarla perché
amo un uomo!
“L’unico modo per porre rimedio e farti perdonare…e lasciarti baciare ancora…e ancora…”
Winry era testarda e determinata più che mai, e tornò ancora all’attacco…non si rendeva conto di quanto
stava facendo…era come se stesse sognando…
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La sua lingua entrò con violenza e di prepotenza tra le labbra di Edward, che non riusciva ad opporsi alla
corrente, troppo era l’affetto ed il senso di colpa che provava per opporsi, per ferirla ancora. Il seno di lei
appoggiato al suo petto, le mani strette sulla sua schiena che piano piano scendevano sulla vita esile, il
calore di quella lingua alla sua scoperta…d’altronde era pur sempre un uomo e nella mente troppo vivo era
il ricordo della precedente ventata di passione per non eccitarlo. E lesta la mano di Winry lo capì,
posandosi senza pudore sul suo fondo ventre.
“Non sono più una bambina Ed, sono cresciuta…”
Intanto si chinava, lasciandolo inebetito da tanta intraprendenza
“…so com’è fatto il corpo di un uomo, e so cosa desidera…d’altronde…sono figlia di medici… l’anatomia
è una cosa basilare”
Smettila! Winry smettila!!! Ma come faccio a fermarti? Non senti ragioni
…e se domani dimenticassi tutto?
Si ma se non lo facessi?
“Winry…è inutile che cerchi di fermarti vero? Rischierei di farti del male e questa è l’ultima cosa che
vorrei, però…ti chiedo solo una cosa…dimentica tutto domani…io…”
La voce di Edward si era fatta ansimante, mentre gli occhi di Winry lo scrutavano impietosi e pieni di
passione, erano occhi di fiamma, di chi sa cosa vuole.
So già quello che stai per dirmi, ma non voglio sentirlo! Anzi, dillo pure ma io farò finta di non aver
sentito nulla…non mi interessa…non m’importa nulla ora…
“…Io non posso amarti…”
“Non fa niente…”
Singhiozzi le scossero la schiena
“…basta che tu lo faccia ora!”
E gli aprì senza troppo pensarci la cerniera lampo dei pantaloni, notando il rigonfiamento di un’eccitazione
sommessa, eppure presente. Vi accostò il viso
“Sei caldo…”
Era ingenua…alle prime armi, eppure guidata da tanta intraprendenza…audacia…
…irresistibile audacia.
Edward si lasciò cadere seduto sul letto, sfinito da una lotta che non poteva vincere e lo frustrava…non
voleva…no…ma non poteva opporsi…non voleva ferirla ancora…non poteva farlo…
Mi sento così meschino…ma d’altronde non la sto illudendo…sa come stanno le cose…e poi tra poco sarà
troppo stanca per continuare…si addormenterà…si lo farà presto…prima che accada l’irreparabile…
Più che un pensiero era una supplica, mentre Winry gli estraeva dai boxer un membro caldo, indurito ed
umido. Lo guardava con stupore, curiosità, era la prima volta che aveva modo di vederne uno in carne ed
ossa, per di più dell’uomo che amava…un’emozione grandissima l’invase portandola di nuovo alle
lacrime. Si sentiva rabbrividire ad ogni tocco di quella pelle liscia e pervasa da vene in evidenza, mentre
Edward stringeva forte i pugni sul lenzuolo, sudando, ansimando, ma cercando di non lasciarsi sfuggire
nemmeno un gemito. Impossibile resistere oltre quando Winry spalancò la bocca accogliendo il suo fallo,
cullandolo tra dolci onde amniotiche, nel rosso calore, tra la durezza graffiante di denti candidi.
Silenzio assordante, sempre più difficile mantenere il controllo, emozioni impazzite in un ballo furioso
attorno al fuoco, fuoco che bruciava dentro…
Edward curvò la schiena, contorcendosi come se fosse seduto su carboni ardenti, mentre il ritmo
aumentava e lui non riusciva più a starci dietro
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…non…
…ne…
…poteva…
…più…
…Buio…
Stava per venire, quando, in un impeto di lucidità riuscì ad allontanare dolcemente, ma con decisione,
Winry da se, ansimando come reduce da una lunga ed estenuante corsa.
Beh, ora sarà stanca…si addormenterà…
Ma lei non si perse d’animo e, accaldata, prese a sbottonarsi la camicia
No, ti prego…non so fino a quando riuscirò a resistere…
che all’ultimo bottone lascio cadere ai suoi piedi mostrando ciò che nessun uomo aveva ancora visto di lei,
un reggipetto non molto femminile ma che comunque lasciava risaltare le forme in maturazione che sotto
vi si celavano. Si chinò, prese la mano di Edward e se l’avvicinò al cuore, premendola sul seno, soffice e
dal capezzolo indurito.
Voglio che la mia prima volta sia con te, anche se sarà la prima e l’ultima…
Guidò la mano del ragazzo alla sua scoperta, visto che lui non aveva alcuna intenzione di farlo da solo.
Cercò di divincolarsi, ma senza successo, non voleva farle del male…una pelle morbidissima e candida gli
si rivelò, sofficità da mordere e tastare con forza mandarono in tilt i suoi pensieri.
Toccami Ed, toccami…
Tra i sospiri e gemiti di lei, intervallati da dolci sorrisi di soddisfazione…il suo sogno più grande…lo stava
vivendo…
Un dolce incubo per Edward che come uomo avrebbe voluto sbatterla sul letto, ma come sentimenti si
reprimeva, sentendosi meschino a desiderare così un contatto fisico con chi non amava, ma per la quale,
comunque, serbava grandissimo affetto. L’eterna lotta fra l’essere ed il volere, tra la ragione e l’istinto si
stava di nuovo combattendo in lui…mentre la sua mano sana scendeva guidata da piccole dita candide,
intrufolandosi nell’ombelico e giungendo giù, fin sotto la gonna, in contatto con stoffa calda ed umida, in
soffici labbra scosse da tremiti costanti.
Non voglio nessun altro che te, ora…
Bastava scostare appena il velo di pizzo, per giungere al centro dell’intimità…
E Winry si accartocciò a terra per l’intenso piacere, tenendo ben salda la mano di Edward dentro di se, non
lo lasciava fuggire.
“Ti…prego…Winry…”
Ansimava lui in supplica
Non sono più così sicuro di riuscire a resisterle…non so se ce la farò…non so…
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E lei si sdraiò accanto a lui, baciandolo ancora con foga e passione…
Non ce la faccio…non ce la faccio!!!!!Cazzo!!!
E lui la strinse finalmente a sé
…aveva vinto l’istinto….
I ruoli invertiti, era Edward ora a dominare, a cercare la serratura giusta per la sua chiave…non dovette
cercare molto, fu l’istinto a muoverlo verso la soluzione dell’enigma.
Mi vergogno di quello che sto facendo, ma non riesco a fermarmi! E’ come se il mio corpo si muovesse da
solo!!!
“…Oh…Ed…ward….”
Per Winry era il coronamento della gioia più grande ed il suo viso non ne faceva mistero.
Il freddo degli auto-mail sul suo corpo, il loro cigolare più di quanto facesse il vecchio letto a molle, umidi
capelli d’oro a ricaderle sul viso, il suo sguardo sofferente…lo vedeva…lo sentiva…gli chiedeva
scusa…sapeva che guardava oltre…verso chissà quale mondo…comunque lontano anni luce dal suo.
Troppo presto per aspettarsi la tenera brezza primaverile, c’era ancora la tramontana dell’inverno a
scuoterla dentro e fuori, una cruda verità da accettare…in una mente talmente confusa ed annebbiata da
non accorgersi di quanto stava accendendo, guardava come spettatrice, estranea, al di fuori del corpo che si
contorceva di piacere sotto i suoi occhi. Capiva che non era per lei, sentiva dolore…ma era tutto così
lontano ora…ora che si perdeva nell’etere…stavano arrivando…giungendo al culmine…alle porte della
venialità.
Edward!!!
…
…
…
…
…
… Co …
…
…
…lo …
…
…
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…nel…
…
…
…lo…
…
…
…Roy…
…
…
Una macchia vistosa
vischiosa
gocciolante
odorosa
si spiaccicò sul lenzuolo tra ansimi e sospiri.
Winry, subito dopo aver raggiunto l’orgasmo, era piombata in un mondo di sogno, un sonno alcolico,
scosso appena dai residui sussulti di piacere. Mentre Edward si prese la testa tra le mani, distrutto…
Che cosa ho fatto…
Il mattino seguente, Winry si svegliò che il sole era già alto in cielo, nel suo letto, vestita e con un gran mal
di testa. Confusa ed ancora annebbiata dal sonno, corse nel salotto
“Nonna…nonna…”
Non aveva forza per urlare, le faceva troppo male il capo ed ogni lettera se la sentiva rimbombare in testa
in un eco fastidioso…
“Oh, buongiorno Winry!”
L’accolse lei mentre si asciugava le mani con uno strofinaccio
“Che ore sono?”
“Quasi le 3 del pomeriggio. La sbornia di ieri ti ha messo k.o. eh?”
Winry si guardava attorno come se le mancasse qualcosa ma non riusciva a capire cosa, frastornata.
All’improvviso un sussulto
“Edward?
Edward ed Alphonse?!?”
Chiese sbattendo i pugni sul tavolo
“Ah, sono partiti dopo pranzo.”
Pinako si sedette e versò in due tazze un po’ d’infuso di camomilla, mentre Winry si lasciò cadere
pesantemente sulla sedia al suo fronte
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“Non volevano svegliarti, hanno aspettato fino all’ultimo e poi sono partiti. Ho fatto io la revisione agli
auto-mail di Edward, avevano solo bisogno di essere puliti e lubrificati, ho dovuto allungargli un po’ la
gamba, ma non di molto. Mi hanno detto di salutarti.”
“Sempre i soliti….sempre…i…soliti…”
Sul tavolo gocciolarono alcune lacrime.
Sulla terrazza erano stese solo un lenzuolo ed una coperta…
Il lenzuolo a fiori di Pinnako e la coperta che Edward aveva usato per coprire Alphonse…del lenzuolo di
Edward non c’era rimasta traccia…forse il vento l’aveva portato via…
FINE
Il Bazar di Mari
www.ilbazardimari.net
Online da: Aprile 2010
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