Origine e diffusione - regione campania
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Origine e diffusione - regione campania
Drosophila suzukii: una minaccia per la frutticoltura campana Massimo Giorgini CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE ISTITUTO PER LA PROTEZIONE DELLE PIANTE Via Università, 133 80055 – Portici (NA) http://www.ipp.cnr.it/portici.htm Origine e diffusione Endemica nel Sud-Est Asia Cina, Taiwan, Sud e Nord Corea, Pakistan, Myanmar, Tailandia, Russia orientale, India, Giappone. Descritta in Giappone per la prima volta nel 1916 Non è certa l’area di origine Origine e diffusione Invasiva nei Paesi occidentali dal 2008: USA (West e East coast), Canada, Mexico e Europa Segnalata in Costa Rica e Equador. Non ancora diffusa in Sud America e Africa Diffusione estremamente rapida accompagnata da ingenti danni economici alle produzioni di frutta (ovideposizione in frutti sani durante la maturazione) Eradicazione impossibile e difficoltà nel controllo Diffusione in Europa EPPO Quarantine pest “Alert list” “High risk” Rinvenuta nel 2008 in Spagna e Italia (Trappole Malaise, San Giuliano Terme, Pisa) Presente in 9 Paesi europei Dai Paesi mediterranei verso Nord e Est Nel 2009, in Trentino, su specie selvatiche (Vaccinium, Fragaria e Rubus spp.) e in coltivazioni di piccoli frutti 2012: Piemonte, Valle d’Aosta, Veneto, Lombardia, Emilia Romagna, Liguria, Toscana, Marche, Campania, Calabria, Sicilia Elevata polifagia Sviluppa nei frutti di numerose specie coltivate e spontanee 14 famiglie botaniche Ospiti preferiti, i piccoli frutti (“berries”), ma la preferenza dipende dalla disponibilità locale di ospiti. Ingenti danni economici causa ovideposizione e sviluppo larvale in frutti sani durante la maturazione Rosaceae – Fragaria ananassa, Rubus idaeus, R. fruticosus e altre specie e ibridi di Rubus; Prunus avium; P. armeniaca, P. persica, P. domestica, Eriobotrya japonica; Ericaceae –specie e ibridi di Vaccinium; Grossulariaceae – specie di Ribes; Moraceae - Ficus carica, Morus spp.; Rhamnaceae - Rhamnus alpina ssp. fallax, Rhamnus frangula; Cornaceae - Cornus spp.; Actinidiaceae - Actinidia arguta; Ebenaceae - Diospyros kaki; Myrtaceae – Eugenia uniflora; Rutaceae - Murraya paniculata; Myricaceae - Myrica rubra; Caprifoliaceae - Lonicera spp. Elaeagnaceae - Elaeagnus spp.; Adoxaceae - Sambucus nigra; Vitaceae - Vitis vinifera, Vitis labrusca. Colture suscettibili di danno economico Piante ospiti selvatiche Adattabilità a differenti condizioni climatiche Temperature ottimali 20-25 °C Limiti termici di 10 e 32°C per l’ovideposizione; ~30°C per la fertilità maschile Notevole tolleranza sia al caldo che al freddo (Canada, Oregon, Alpi oltre 1500 m slm) Preferenza per climi freschi e umidi Il principale fattore limitante appare essere l’aridità. Svernamento come femmina fecondata in diapausa riproduttiva Sopravvivenza in condizioni climatiche estreme favorita da: - migrazioni ad altitudini più favorevoli - adattamento al clima - svernamento in ambienti antropizzati e altri ripari Un problema globale Tenendo conto della biologia di D. suzukii e sulla base di simulazioni ecologiche, le zone settentrionali umide sembrerebbero più adatte rispetto alle zone secche del Mediterraneo. Le previsioni sui cambiamenti climatici fanno ritenere che anche i Paesi Scandinavi siano a rischio di invasione Sembra molto probabile una espansione globale di D. suzukii, sia verso regioni con clima subtropicale che continentale Considerata l’elevata polifagia, è molto probabile l’adattamento a nuovi ospiti, con incremento del numero di colture da frutto suscettibili di danno economico Distribuzione globale delle 13 zone climatiche KoppenGeiger nelle quali è presente D. suzukii Adattamento a nuovi ospiti Vite (Vitis vinifera) Pomodoro Laboratorio. Scarsa ovideposizione e ridotto tasso di sviluppo di D. suzukii in bacche d’uva. Capacità di sviluppo in frutti maturi in condizioni di laboratorio. Osservazioni di campo. In Alto Adige livello di attacco variabile da 0-48% degli acini. Maggiore suscettibilità delle cvs con buccia più sottile. Non sono noti casi di attacco in campo. In Francia, adulti catturati in trappole poste in coltivazioni di pomodoro Polifagia e dinamica di popolazione Elevata capacità di sopravvivenza d’insediamento in aree di nuova invasione e probabilità Persistenza nell’ambiente per lunghi periodi dell’anno, alternando ospiti, sia coltivati che spontanei, con differente periodo di maturazione dei frutti Le piante ospiti selvatiche e quelle ornamentali: -consentono il permanere delle popolazioni anche in assenza di colture suscettibili, -fungono da rifugi per lo svernamento, -costituiscono protezione dai trattamenti insetticidi, -consentono la reinfestazione delle colture. Rapido incremento di popolazione in colture da frutto, caratterizzatie da ampie superfici investite e alta densità colturale Morfologia Adulti 2-3 mm di lunghezza Occhi rossi Torace marrone chiaro o giallastro Addome con strisce nere Maschi macchie nere sul margine anteriore dell’apice alare (spotted wing drosophila) 2 pettini (sex combs) sui tarsi anteriori (sul primo e sul secondo tarsomero) Femmine ovipositore seghettato Morfologia Drosophila suzukii Drosophila simulans D. melanogaster Morfologia Simile morfologia in altre specie - Identificazione difficile in zone di simpatria Variabilità morfologica intra-specifica Morfologia Per una più attendibile identificazione: Morfologia degli organi genitali maschili Dimensione relativa della spermateca rispetto all’ovipositore Procedura lunga, fattibile per specialisti tassonomi Analisi molecolare del gene COI (citocromo ossidasi subunità 1) consente un’attendibile identificazione Ciclo vitale 2-72 ore 1 generazione in 8-10 giorni 7-15 generazioni/anno 3-15 giorni 3-13 giorni Potenziale riproduttivo Ciclo vitale breve Fecondità elevata 1-3 uova/frutto in 7-16 frutti/giorno Periodo di ovideposizione 10-59 giorni in media 400 uova/femmina; fino a 600 Incremento delle popolazioni estremamente rapido Danni diretti D. suzukii depone le uova preferenzialmente in frutti sani, privi di ferite, dopo l’invaiatura Preferisce i frutti maturi a quelli stramaturi Il danno è causato: - dalle larve che si alimentano della polpa dei frutti - dalle ferite di ovideposizione, che costituiscono vie di penetrazione di agenti di marciumi Danni indiretti Incremento dei costi di produzione per aggiuntive attività di monitoraggio e trattamenti insetticidi Manodopera per selezione dei frutti Minore serbevolezza (shelf life) dei frutti Costi di sanitizazzione Non sempre le ovideposizioni sono evidenti con il rischio che l’infestazione rimanga non rilevata e che i frutti apparentemente sani fungano da veicolo di distribuzione passiva Minore capacità di penetrazione delle produzioni provenienti da aree di colonizzazione nei mercati esteri Perdite di produzione In gran parte dei Paesi, i maggiori danni si osservano nelle coltivazioni di piccoli frutti (mirtillo, lampone, mora). Francia e Italia fino all’80% dei frutti. USA, fino al 100%. Notevoli perdite di produzione anche per fragola (in Francia, regione di Perigord, 50100% di perdite; in Spagna, 20%) e ciliegio (in Catalogna, 100 % della produzione di alcune varietà; in USA, fino a 30%) Pesche e nettarine in Francia; in Spagna (10-40%); in USA, fino all’80% dei frutti Vite (Spagna; Italia, fino 48% acini danneggiati) Prugne (20% in Spagna) Fico Albicocco in provincia di Cuneo e in Corsica Kaki in Lombardia Impatto economico Negli USA si stima una perdita annua >500 milioni dollari per 5 colture (fragola, mirtillo, lampone, mora e ciliegio) in 3 Stati (California, Oregon e Washington) Nella provincia di Trento, l’area vocata alla coltivazione di piccoli fruttti (circa 400 ettari) ha sopportato una perdita di circa 500.000 € nel 2010 e di 3 milioni € nel 2011. Monitoraggio Metodi di cattura non specifici, genericamente per Drosophilidae. utilizzati Esche liquide: aceto + sostanze in o prodotti di fermentazione (uno o + sostanze in miscela) Banane mature, purea di fragole, succo di ciliegie, olio di citronella, olio di geranio, sidro di mele, aceto di vino, aceto di mele, vino, zucchero, lievito. Più comunemente, trappole con aceto di mele. Azione sinergica tra aceto di vino e vino (diluiti in acqua e miscelati, soluzione finale 2% acido acetico e 7,2% etanolo) Trappole di colore rosso o nero risultano le più attrattive Posizionamento sul terreno o agganciate sulle piante vicino ai frutti Maggiore efficacia quando poste in luoghi freschi e ombreggiati Monitoraggio Nessuna correlazione tra catture e danno ai frutti Femmine necessitano di frutti maturi sani per ovideporre Sostanze volatili prodotte da frutti in fermentazione sono un segnale troppo generico; quelle prodotte dai frutti maturi sani invece sono un segnale più attendibile nella ricerca di siti di ovideposizione La conoscenza delle sostanze volatili più attive prodotte dai frutti sani consentirebbe la messa a punto di esche e trappole più selettive e più efficienti Il rilascio controllato di semiochimici attraverso dispenser è fondamentale non solo per il monotoraggio, ma anche per lo sviluppo di sistemi di “mass-trapping” e di “attract and kill”. Monitoraggio delle larve Estrazione in soluzione salina o zuccherina Controllo chimico Al momento necessario Mancano p.a. veramente efficaci, soprattutto larvicidi Problemi notevoli per le produzioni biologiche Necessità di trattamenti ripetuti durante la raccolta, causa il rapido susseguirsi ed accavallarsi delle generazioni Trattamenti adulticidi : Piretroidi, Fosmet, Spinosad Dopo l’invaiatura, in presenza di catture ed alla comparsa di danno sui frutti Elevato rischio di resistenza Controllo biologico Molto improbabile il controllo delle popolazioni di D. suzukii al di sotto delle soglie di danno economico da parte di artropodi entomofagi Elevatissimo tasso di riproduzione Accrescimento molto rapido delle popolazioni Notevole capacità di dispersione Risposta adattativa di D. suzukii a parassitoidi generalisti: incremento del livello costitutivo di emociti responsabili della incapsulazione delle uova dei parassitoidi e maggiore resistenza alla parassitizzazione. Strategie di controllo biologico basate sia sull’introduzione di antagonisti naturali, anche dalle aree di origine di D. suzukii, che sul potenziamento dell’attività di specie indigene risultano indispensabili e complementari ad altre strategie per un controllo efficiente e di lunga durata Controllo biologico: parassitoidi esotici In Giappone, Ganaspis sp. affinis xanthopoda (Hymenoptera: Figitidae) è la specie più attiva con tasso di parassitismo del 2-7%. Parassitoide endofago larvale, depone le uova nelle larve che si alimentano nei frutti, mostra elevata specificità per D. suzukii. Leptopilina japonica (Hymenoptera Figitidae) e Asobara japonica (Hymenoptera Braconidae) sono parassitoidi endofagi di larve e pupa presenti in frutti marcescenti caduti al suolo ed attaccano numerose specie di Drosophilidae. Parassitizzazione < 1%. Ricerca di efficienti antagonisti nelle aree di origine di D. suzukii Controllo biologico: antagonisti indigeni Pachycrepoideus vindemmiae (Hymenoptera pupale Pteromalidae), un parassitoide generalista, comunemente isolato da D. melanogaster, è stato ottenuto da D. suzukii negli USA. Ovidepone nel pupario e sviluppa da ectoparassitoide sulla pupa Asobara tabida e Asobara rufescens (Hymenoptera Braconidae), parassitoidi di Drosophilidae, ottenuti da D. suzukii in Giappone. Parassitoidi pupali generalisti del genere Trichopria (Hymenoptera Diapriidae) osservati in Giappone. In corso di studio l’attività di predatori generalisti del genere Orius (Rhynchota Anthocoridae). Controllo biologico: antagonisti indigeni Necessita approfondire la conoscenza delle interazioni trofiche piante-D. suzukii-antagonisti naturali nelle aree di invasione Valutare l’impatto di specie generaliste ad ampia distribuzione già note su D. suzukii Identificare nuove associazioni potenzialmente utilizzabili in programmi di controllo biologico Sviluppare strategie di controllo biologico conservativo in grado migliorare l’attività degli antagonisti indigeni e complementari ad altre strategie IPM Sviluppo di una strategia IPM In considerazione delle caratteristiche biologiche ed ecologiche di D. suzukii , un programma IPM efficace potrà essere realizzato solo su scala territoriale Insetticidi e sanitizzazione sono soluzioni il cui effetto è di breve durata e non perseguibili per lungo tempo Necessitano soluzioni efficaci sul lungo periodo e che siano sostenibili dal punto di vista ambientale ed economico (semiochimici, entomopatogeni, controllo biologico con artropodi antagonisti, modelli previsionali, tecnologie SIT, IIT e RIDL,etc..) Nel prossimo futuro sarà indispensabile intensificare le richerche sulla biologia, l’ecologia e la genetica di D. suzukiiI, i cui risultati potranno fornire le conoscenze per lo sviluppo di strategie IPM efficienti e durature